Camper Professional N3

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a tu per tu con uwe frers

Insight sul campeggio in Europa Intervista con Uwe Frers, il CEO di ADAC Camping, una divisione del celebre automobile club tedesco (Allgemeiner Deutscher Automobil-Club). Testo di Antonio Mazzucchelli - foto di Enrico Bona

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er avere un’autorevole punto di vista sul settore del campeggio, oggi e nel prossimo futuro, abbiamo incontrato Uwe Frers, responsabile di un magazine digitale e di un sito Web (che di recente ha cambiato nome da ADAC Camping World a PiNCAMP) che conta oltre 5.500 campeggi in Europa. Da quanto tempo è amministratore delegato di ADAC Camping e quali sono statele sue esperienze precedenti? Uwe Frers: Sono arrivato in ADAC Camping nel novembre 2017 dopo oltre 20 anni di esperienze diverse in attività online. Ho iniziato la mia carriera in un gruppo media tedesco e sono stato assistente del direttore generale del gruppo Handelsblatt a Dusseldorf, dove ho creato il primo business online di questo brand. Nel 2000 ho iniziato a muovermi nel settore finanziario e ora

sono in PiNCAMP, la quarta nuova impresa che ho creato. Il rapporto presentato al CMT 2020 afferma che la domanda per la vacanza in campeggio è in aumento, ma non sembrano esserci abbastanza piazzole sul mercato. Può entrare maggiormente nel dettaglio? Uwe Frers: Sono due gli attori coinvolti: i produttori e i consumatori. Assistiamo a un numero crescente di consumatori che entrano nel mercato del campeggio ogni anno. In Germania, l’anno scorso sono stati venduti oltre 80.000 veicoli ricreazionali, un aumento a doppia cifra rispetto all’anno precedente. Questi consumatori cercano di vivere grandi esperienze in campeggio, ma assistiamo,anche, a una stagnazione nell’aumento del numero di piazzole disponibili nei campeggi, in Germania come nel resto d’Europa. Il numero di campeggi in Europa sta, inoltre, diminuendo. Ciò significa che ci sono sempre meno piazzole disponibili. A volte vengono creati nuovi campeggi, ma la tendenza, sia per i campeggi esistenti sia per i più recenti, è investire maggiormente

nelle case mobili anziché nelle piazzole. La richiesta aumenta, i parcheggi per i veicoli diminuiscono: in questo momento il mercato è davvero confuso e occorre trovare una soluzione. Un anno fa, abbiamo lanciato PiNCAMP perché sappiamo che, rispetto per esempio a 20 anni fa, quando i campeggiatori non avevano problemi a trovare posto una volta arrivati da qualche parte, oggi le piazzole scarseggiano e prenotare in anticipo è essenziale. Una famiglia che desidera una sistemazione per due settimane in alta stagione deve certamente prenotare con diversi mesi di anticipo. L’obiettivo di PiNCAMP è fornire ai campeggiatori una piattaforma con tutte le tariffe e le disponibilità online. Lo stesso rapporto evidenzia che un terzo dei campeggiatori tedeschi, ora, rimane entro i confini della Germania per le vacanze. Come è cambiata questa tendenza nel corso degli anni? Uwe Frers: Penso che il mercato tedesco sia in forte espansione, in particolare nelle sue regioni meridionali. L’unica ragione sono le mutevoli condizioni meteorologiche. Il 2018, ad esempio, ha visto un’estate straordinaria in Germania con più di sei settimane senza pioggia e anche l’anno scorso la stagione è stata buona. Possiamo notare un aumento davvero elevato dei pernottamenti in Germania e la nostra attività editoriale ha registrato un aumento delle guide di viaggio per le vacanze in Germania e nel nord Europa, mentre le vendite di guide sull’Europa meridionale (ad es. Italia, Croazia, Spagna e Francia ) non hanno visto una crescita. Avete calcolato che il 22,8 percento dei caravanisti tedeschi viene in Italia, mentre il 22,7 percento rimane in Germania. Per i camperisti, il rapporto cambia in modo significativo: il 34 percento rimane in Germania e solo il 13,2 percento raggiunge l’Italia. Qual è il motivo, secondo lei, di questa differenza nelle statistiche? Uwe Frers: È abbastanza facile: è più probabile che i caravanisti siano famiglie che cercano il bel tempo garantito per le loro vacanze, senza rischi. Il viaggiatore in camper, invece, sembra più propenso ai rischi meteo di una vacanza itinerante. Una famiglia con un massimo di

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