Camper Professional N. 1

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approfondimenti riscaldatori cinesi & co

Attenti al clone Da qualche tempo anche in Italia sono arrivati degli articoli non omologati CE che sono copie di prodotti presenti da anni sul nostro mercato, come, per esempio, i riscaldatori a gasolio di Eberspächer e Webasto. Gli utenti si sono organizzati in gruppi di acquisto e montano con installazioni fai da te questi prodotti irregolari, modificando l’impianto elettrico del camper e innestando il prelievo di gasolio dal serbatoio. Talvolta sono aiutati da installatori professionisti. Questi ultimi, però, dovrebbero considerare meglio le possibili noie legali, in caso di incidenti dovuti al prodotto installato non omologato. testo di Antonio Mazzucchelli

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“Cinebasto”, come li chiamano gli utenti, sono ormai una realtà anche in Italia. Su Internet esistono addirittura dei gruppi di acquisto e su Facebook ci sono istruzioni dettagliate su come montare sul proprio camper questi riscaldatori a gasolio, privi di marchio CE, cioè del Marchio di Conformità Europea. Questo marchio è obbligatorio per giocattoli, dispositivi medici, dispositivi elettrici, occhiali da sole, occhiali da vista, dispositivi a gas, macchine, radio e TV, segnaletica stradale e in generale per tutti i prodotti che espongono l’acquirente a rischi anche molto gravi durante l’utilizzo. Un riscaldatore a gasolio è un dispositivo che ha componenti alimentati elettricamente e altri alimentati da combustibile liquido. Come si può pensare di montare un oggetto, potenzialmente pericoloso perché non conforme alle leggi europee, su un camper dove dormono, vivono e soggiornano delle famiglie? Eppure il prezzo molto conveniente sta spingendo molti verso questa scelta e talvolta l’installazione viene effettuata sotto banco da professionisti e officine. I rischi sono molteplici: l’impianto elettrico inadeguato può andare in cortocircuito e innescare un incendio e, altrettanto pericoloso, i gas di scarico possono finire nell’abitacolo se la tenuta dei componenti non è perfetta. I marchi storici europei, che hanno investito milioni di euro nella progettazione, ricerca e sviluppo dei riscaldatori a combustibile stanno prendendo atto del fenomeno, e c’è chi ha mandato una comunicazione alle sue officine autorizzate diffidandole dall’associare il suo marchio a prodotti extra europei. In questo documento si legge: “A tutela dei nostri Clienti e del nostro marchio, l’azienda diffida tutte le officine autorizzate dall’installare imitazioni dei nostri prodotti, particolarmente se privi delle necessarie certificazioni, riservandosi di rimuoverle con effetto immediato dalla nostra Rete di Installazione e Assistenza qualora venisse a conoscenza di episodi di questo tipo. Si ricorda inoltre che danni a cose o persone conseguenti all’installazione di prodotti non certificati possono comportare il coinvolgimento dell’installatore in sede civile e penale, anche in presenza di una esplicita liberatoria da parte del cliente finale”. Quest’ultimo punto ci pare particolarmente rilevante: anche un’installazione effettuata senza fattura o con liberatoria da parte del cliente non mette al riparo da eventuali inchieste della magistratura in caso di

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gravi incidenti, come, per esempio, un camper che prende fuoco con morti o feriti. Abbiamo chiesto a un avvocato di studiare la materia e torneremo sull’argomento con un parere ufficiale sul prossimo numero. Ci pare evidente però, che nessun utente, messo alle strette da un’inchiesta si prenderebbe la responsabilità dell’accaduto. “Io non ne sapevo niente. Mi sono recato da un installatore ufficiale e lui mi ha montato un prodotto diverso” oppure “non sono un tecnico, mi sono lasciato guidare da un professionista, è colpa sua”. È giusto e doveroso che le case europee prendano le distanze affinché un marchio su cui continuamente investono e che rappresenta per l’officina un attestato di competenza tecnica e di credibilità e, in ultima analisi, una garanzia per il cliente, non venga utilizzato per attirare clienti e generare false sicurezze riguardo a prodotti pericolosi. Abbiamo ottenuto i risultati di un test eseguito in laboratorio che ha comparato un riscaldatore Airtronic S2D2L Eberspächer con una prodotto simile proveniente dall’oriente e oggi facilmente reperibile online anche in Italia. Il “Cinebasto” (come lo chiamano su Facebook) ha evidenziato diverse difformità e problematiche. Innanzitutto la temperatura alla bocchetta di uscita è di 155° in funzionamento normale (rispetto ai 108° dell’Airtronic cioè +43,5%) ed è rischiosa per i componenti del sistema di distribuzione aria. Ma questa temperatura, in condizioni di surriscaldamento supera addirittura i 300°. I connettori e cablaggi elettrici sono poco isolati con la possibilità di cortocircuiti che possono dare luogo a un principio di incendio. Il prodotto clone presenta anche un’inefficace protezione elettrica del dispositivo di comando tramite un unico fusibile da 20A, con il rischio di sovracorrenti nel relativo cavo di alimentazione (rischio di innesco di incendio). Non è stato possibile effettuare una prova di tenuta ai gas dello scambiatore di calore: si segnala tuttavia che, trattandosi di un dispositivo a combustibile, un’eventuale porosità dello scambiatore, ad esempio per via di uno scarso controllo del processo di produzione, comporta l’ingresso in abitacolo dei relativi gas di scarico con il conseguente rischio di intossicazione.

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