intervista con antonio cellie
Il Salone del Camper non si ferma mai Dopo avere confermato, in piena pandemia, le edizioni 2020 e 2021, la manifestazione si prepara ad affrontare altre difficili sfide. Con quali strategie lo spiega Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma A cura della redazione
È
passato quasi indenne da due anni di pandemia, è stato protagonista in Italia nel settore delle fiere e ora si prepara ad affrontare un 2022 a cui non mancano le criticità. Il Salone del Camper di Parma aprirà i suoi battenti dal 10 al 18 settembre, ma per la prima volta ci si aspettano defezioni importanti, come del resto era già accaduto al Caravan Salon di Düsseldorf. Segno che il momento storico è davvero particolare. Ne abbiamo parlato con Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma che, insieme all’ APC – Associazione Produttori Caravan e Camper, organizza il Salone. Il periodo della pandemia vi ha visti tra i pochi in grado di mantenere la continuità della vostra manifestazione, che si è svolta sia nel 2020 sia lo scorso anno. Ci sono secondo lei dei nuovi modelli di comunicazione digitale che possono essere complementari o addirittura più efficaci del tradizionale incontro in fiera? State pensando a qualche nuova iniziativa che vada in questa direzione? Antonio Cellie: Il Salone del Camper si è 36
svolto regolarmente nel 2020, nelle date ufficiali. È stata la prima fiera in presenza in Italia, utilizzata come demo per le procedure di sicurezza da molti enti fieristici italiani, accorsi a Parma per vedere “de visu” come abbiamo operato per organizzare un evento in presenza di pubblico in sicurezza, applicando tutte le norme in modo puntuale. Nel 2021, di nuovo, abbiamo realizzato un Salone del Camper pari per dimensioni e pubblico alle fiere dell’era pre-pandemica. Sarà così anche nel 2022: partiamo forti del successo dell’edizione precedente del Salone e certi della voglia di fiera che riscontriamo forte nel pubblico e nelle aziende espositrici, anche di altri settori su cui come Fiere di Parma operiamo. La ripartenza dell’economia di un paese comincia proprio dalle manifestazioni di questo tipo, che sono un momento ineludibile di incontro tra domanda e offerta, ma anche un’opportunità unica di networking per le
aziende espositrici. Per questo, Fiere di Parma esce rafforzata dalla pandemia e con risultati migliori di molti altri quartieri italiani di primordine. Se qualche brand ha deciso di rinunciare a questo unico appuntamento di riferimento per il mercato italiano, sono certo che molti altri sapranno invece trarne profitto. Cosa risponde a chi sostiene che i saloni non sono più così importanti come una volta? Antonio Cellie: La rappresentazione fisica, il teatro dal vivo, se così possiamo definire una fiera, resta lo strumento principale del business per molti settori. Sicuramente lo è in quello dei veicoli ricreazionali, per sua specificità e caratteristiche della distribuzione. Fiere di Parma ha comunque investito molto in questi anni anche in aziende controllate impegnate sul fronte digital, per tenere in vita la nostra community nei
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