iMPEGNO GENNAIO 2019

Page 1

PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI CONVERSANO - MONOPOLI Anno 24 - Numero 1 - Gennaio 2019 www.conversano.chiesacattolica.it

ALFABETO, ORCHESTRA E TAVOLOZZA Verso la Giornata Diocesana degli Educatori 19 gennaio 2019

A

lfabeto. Più segni grafici che, solo combinandosi insieme, possono creare racconti, storie, poesie... Se nessuno desse all’altro – unendosi – la possibilità di formare sillabe e parole, non ci sarebbe il silenzio – che ha un altro alfabeto –, ma un’insostenibile confusione ed un’incomprensione mortificante. «L’amore non è usare le stesse parole, ma avere lo stesso alfabeto», scrive Massimo Gramellini in Cuori allo specchio. Così, l’esperienza della comunità cristiana non è avere tutti quanti gli stessi carismi, né mettere in storia i medesimi servizi, ma avere la stessa missione. Perché abbiamo lo stesso Signore. La diversità dei carismi e dei servizi, allora, è un’“occasione da non lasciarsi sfuggire”, perché non sfugga il dono di un annuncio importante.

IN EVIDENZA

Orchestra. Il violinista Uto Ughi la definisce «l’embrione della società perché tutti devono ascoltare anche le voci degli altri». Nel nostro caso potremmo dire che senza l’ascolto reciproco non si “concerta” efficacemente l’esperienza della comunità. La parola orchestra significa “luogo dove danza il coro”. Cos’è la Chiesa se non il luogo dove i battezzati sono chiamati a danzare la comunione? Se questo non avviene è solo perché non si guarda all’unico Maestro. E quando ciascuno fa da maestro a se stesso, c'è solo da “mettersi le mani sugli orecchi”.

L’orchestra ecclesiale è capace di concerti da sold out, belli, trascinanti e motivanti. Ma, se ciascun componente (singoli operatori pastorali) o sezione dell’intera orchestra (associazioni, movimenti, gruppi…) – tra formazione, prove e concerti – non sceglie di coinvolgersi profondamente e fattivamente, e se a ciascuno non viene data la possibilità di suonare lo strumento che è, la musica della comunione resta uno spartito da sogno, ma che non fa segno. Tavolozza. All’inizio ciascun colore è al proprio posto e la tavolozza è ben ordinata. Una Comunità così è come una casa ossessivamente assettata, ma non felicemente abitata. Le tavolozze-Comunità più belle e affascinanti sono quelle dove – a partire dal progetto di Dio – “il blu dice al giallo: voglio fare il verde con te” (Cf. rainbowgram). Questo non significa scegliere di perdere la propria identità associativa e di carisma. Ci sono momenti in cui il blu deve farsi leggere chiaramente come tale ed altri in cui solo mescolandosi con il giallo riesce a raccontare la speranza che lo muove. Ma se non resta sempre e comunque blu, se non riconosce e sceglie la propria identità-vocazione in ogni momento, la speranza ne viene fuori in una tonalità smorta.

Giovedì 10 gennaio 2019 - ore 9,30 Plenaria degli uffici di curia Episcopio, Conversano Venerdì 18 gennaio - ore 9,30 Ritiro del clero Abbazia Madonna della Scala, Noci Sabato 19 gennaio - ore 16,00 Giornata degli educatori dei giovani Parrocchia S. Maria della Salette, Fasano Venerdì 25 gennaio - ore 9,30 Consiglio Presbiterale Episcopio, Conversano Domenica 27 gennaio Giornata del Seminario Alberobello e Cisternino Venerdì 1 febbraio - ore 18,30 Messa con i consacrati e le consacrate Cattedrale, Conversano

Nella prossima Giornata diocesana degli Educatori (Fasano | Parrocchia Santa Maria della Salette | sabato 19 gennaio 2019) sarà proprio il tema della diversità come occasione ad aiutarci ad investire in comunione, per un servizio vivace e valido alla Chiesa. Intanto, già da qualche mese, gli Uffici Diocesani di Pastorale Giovanile e Vocazionale, l’AGESCI, l’Azione Cattolica e l’ANSPI – curando l’organizzazione della Giornata – stanno vivendo tutta la bellezza dell’obiettivo che vogliono sostenere. don Stefano Mazzarisi


CHIAMATA E RISPOSTA

D

iamo avvio con questo primo numero di Impegno del 2019 a una rubrica sul

discernimento, che la redazione ha voluto intitolare Chiamata e risposta al

fine di evidenziare la dinamica dialogica insita in tale arte.

Per i più, la parola discernimento riporterà all’ambito vocazionale, per molti altri

sarà espressione di quell’incomprensibile “ecclesialese” dal quale non riusciamo a staccarci. Eppure papa Francesco, anche a motivo della spiritualità ignaziana da cui proviene,

Chiamata e risposta

ripete con una certa frequenza che «oggi la Chiesa ha bisogno di crescere nel discernimento, nella capacità di discernere». Di cosa vogliamo parlare allora? Cos’è il discernimento? Quanto all’etimologia,“discernimento” deriva dal verbo latino discernere, composto da dis (tra) e cernere (distinguere; vedere chiaro). Secondo Enzo Bianchi, già priore di Bose, «discernere significa “vedere chiaro tra”, osservare con molta attenzione, sce-

a cura di don Roberto Massaro

gliere separando. Il discernimento è un'operazione, un processo di conoscenza, che si attua attraverso un’osservazione vigilante e una sperimentazione attenta, al fine di orientarci nella nostra vita, sempre segnata dai limiti e dalla non conoscenza. […] Quando sperimentiamo la fatica della scelta, il dubbio, l’incertezza, oppure cerchiamo un orientamento nella vita quotidiana o nelle grandi occasioni da prendere, noi dobbiamo fare discernimento» (E. BIANCHI, L’arte di scegliere. Il discernimento, Cinisello Balsamo 2018, 10). Il discernimento, allora, non è un atto puntuale o un metodo, ma un itinerario, un processo che richiede di “distinguere tra” le varie voci, la voce dello Spirito che parla al cuore dell’uomo.

S O M M A R I O Editoriale Alfabeto, orchestra e tavolozza don Stefano Mazzarisi

1

Chiamata e risposta a cura di don Roberto Massaro

2

Magistero La buona politica è al servizio della pace don Carlo Latorre 3

Pastorale della salute Predicare il vangelo e curare i malati Vincenzo Tateo 7

Work in progress a cura di don Pierpaolo Pacello

8

Periodico d’informazione della Diocesi di Conversano – Monopoli Reg. Tribunale di Bari n.1283 del 19.06.96 Direttore Responsabile: don Roberto Massaro Redazione:

Inserto IRC L’insegnamento della religione cattolica nella Scuola italiana: per una scelta consapevole don Gianluca Dibello 4

Zone Pastorali La Giornata Mondiale dei Poveri spiegata ai bambini Enza Giannuzzi e Lucrezia ranieri

9

Aggiungi un posto a tavola Roberto Centrone

9

Diocesi La Parola e il servo Vito Laselva

6

Voci dal seminario Avvento e Natale in due “Eccomi” Claudio Console

6

Memorandum ***

10

don Pierpaolo Pacello don Mikael Virginio Lilly Menga Anna Maria Pellegrini Francesco Russo Angelo Coletta

Uffici Redazione: Via Dei Paolotti, 2 - 70014 Conversano Tel. 080.4958888 - Fax 080.4955851 Indirizzo di posta elettronica: impegno@conversano.chiesacattolica.it

“Cori in coro” Maria Rubino

Sito Internet della Diocesi di Conversano-Monopoli www.conversanomonopoli.chiesacattolica.it

Meeting Internazionale “Corali in Vaticano” Chiara L’Abbate

6

Caritas Dallo scarto alla dignità don Michele Petruzzi

7

2

11

Grafica e Stampa: EVI S.r.l. - Monopoli

Si prega di far pervenire alla redazione eventuali proposte di pubblicazione entro il giorno 5 di ogni mese.

anno 24 • n. 1


MAGISTERO

La buona politica è al servizio della pace Commento al messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della pace

Q

uesto è il titolo del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace che si celebra da 52 anni il 1 gennaio. Consapevole che la pace è un “fiore fragile” il Santo Padre invita tutti i politici ad essere “artigiani della pace”. Definizione di una grande profondità che comprende in sé sia la fatica del lavoro manuale, sia il genio artistico e l’amore per il bello che caratterizzano gli artigiani. Difficile da realizzare perché tanti sono i vizi della politica: «la corruzione – nelle sue molteplici forme di appropriazione indebita dei beni pubblici o di strumentalizzazione delle persone –, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitarie, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza o col pretesto arbitrario della “ragion di Stato”, la tendenza a perpetuarsi nel potere, la xenofobia e il razzismo, il rifiuto di prendersi cura della Terra, lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali in ragione del profitto immediato, il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio»(n. 4). D’altra parte tante sono le «virtù umane che soggiacciono al buon agire politico: la giustizia, l’equità, il rispetto reciproco, la sincerità, l’onestà, la fedeltà» (n. 3). Il Santo Padre citando il Cardinale vietnamita François-Xavier Nguyên Vãn Thuán, morto nel 2002, elenca le “beatitudini del politico”: «Beato il politico che ha un’alta consapevolezza e una profonda coscienza del suo ruolo. Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità. Beato il politico che lavora per il bene comune e non per il proprio interesse. Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente. Beato il politico che realizza l’unità. Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento radicale. Beato il politico che sa ascoltare. Beato il politico che non ha paura». (n. 3)

Vissuta così la politica «si traduce, in concreto, nell’incoraggiamento dei giovani talenti e delle vocazioni che chiedono di realizzarsi, la pace si diffonde nelle coscienze e sui volti. Diventa una fiducia dinamica, che vuol dire “io mi fido di te e credo con te” nella possibilità di lavorare insieme per il bene comune» (n. 5). La politica da essere un argomento divisivo deve diventare luogo di incontro e di crescita. «Viviamo in questi tempi in un clima di sfiducia che si radica nella paura dell’altro o dell’estraneo, nell’ansia di perdere i propri vantaggi, e si manifesta purtroppo anche a livello politico, attraverso atteggiamenti di chiusura o nazionalismi che mettono in discussione quella fraternità di cui il nostro mondo globalizzato ha tanto bisogno» (n. 5). Dopo cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale è importante ricordare che «la pace non può mai ridursi al solo equilibrio delle forze e della paura. Tenere l’altro sotto minaccia vuol dire ridurlo allo stato di oggetto e negarne la dignità. […] Il terrore esercitato sulle persone più vulnerabili contribuisce all’esilio di intere popolazioni nella ricerca di una terra di pace. Non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza»(n.6) Concludendo la pace è una sfida quotidiana per ciascuno di noi.“La pace è una conversione del cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni indissociabili di questa pace interiore e comunitaria: • la pace con sé stessi, rifiutando l’intransigenza, la collera e l’impazienza […]; • la pace con l’altro: il familiare, l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente…; osando l’incontro e ascoltando il messaggio che porta con sé; • la pace con il creato, riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi, come abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire». (n. 7) don Carlo Latorre

Il papa a Bari in preghiera per la pace in Medio Oriente

anno 24 • n. 1

3


L’insegnamento della religione cattolica nella Scuola italiana: per una scelta consapevole Giornata diocesana di conoscenza e sensibilizzazione dell’IRC Domenica 20 gennaio 2019

L

a Chiesa riconosce che non si può prescindere dalla scuola nell’educazione delle giovani generazioni. È proprio nella scuola che il giovane impara a essere vigilante, critico, propositivo, costruttore di un futuro aperto all’accoglienza e alla condivisione. Il tempo della scuola è un tempo quanto mai opportuno perché lo studente possa riflettere, trovare la strada che conduce ad una felice realizzazione di sé e modellare uno stile di vita che non ceda all’egoismo e alla prepotenza ma si caratterizzi per l’amore e la responsabilità. In questa difficile azione la scuola ha bisogno della collaborazione della famiglia e della società, di cui la comunità cristiana è parte. Nel nostro impegnativo contesto attuale in cui è chiesto un forte impegno educativo, all’insegnamento della Religione cattolica (d’ora in poi: IRC) è affidato il compito di offrire, grazie ai contenuti inserto della disciplina stessa e alla professionalità dei docenti, uno specifico contributo al compito educativo e sociale che la scuola ha nella società per la promozione integrale della persona umana. Scegliere l’IRC per i propri figli è fare una scelta per il futuro: un investimento educativo in vista di una crescita organica ed armonica della persona che tiene conto anche dello sviluppo libero e consapevole della dimensione culturale e religiosa e dell’innegabile presenza del fatto religioso nell’esperienza umana.

IRC

Perche scegliere l’IRC Nella scuola italiana, in base al Concordato tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana stipulato l’11 febbraio 1929, revisionato il 18 febbraio 1984 e recepito nell’ordinamento civile con legge del 25 marzo 1985 n. 21, l’IRC è materia scolastica a tutti gli effetti: il suo inserimento tra le discipline scolastiche (finalità, attività didattiche, tempi d'insegnamento, reclutamento dei docenti) è attualmente regolato dall'Intesa tra il Ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca (MIUR) e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) del 28 giugno 2012. L’IRC: • non è un incontro di catechismo o un’appendice dell’incontro di catechismo; • non è raccontare “storie di Gesù”; • non ha finalità di “indottrinamento” né è una scuola di fede • non è “storia delle religioni” pur comprendendo lo studio delle altre esperienze religiose; ma: ü è una disciplina autonoma all’interno del curriculum formativo della scuola di ogni ordine e grado, chiamata a concorrere con le altre discipline scolastiche alla formazione umana e culturale degli alunni; ü è, attraverso la sua proposta didattica ed educativa, un aiuto agli studenti a comprendere meglio la storia culturale dell’Italia e il rilievo che nella Nazione ha avuto e ha ancora il cattolicesimo;

4

ü è una preziosa occasione per riflettere sulla dimensione religiosa dell’uomo e sulle sue implicanze nella vita di ognuno; ü è una risorsa indispensabile per decifrare le attese e i desideri presenti in ciascuna persona e, nel proporre, attraverso la religione del Figlio di Dio che si è fatto uomo, una via ragionevole e capace di dare significato alle scelte e al futuro dei singoli e dell’intera umanità; ü non è facoltativo ma si può scegliere, in sede d’iscrizione annuale, con piena libertà di coscienza, se “avvalersi o non avvalersi”, optando, nel secondo caso, per altre possibilità educative offerte dalle scuole e indicate nel PTOF di ogni istituto scolastico; ü è aperto a tutti (anche a coloro che professano altre religioni diverse da quella cattolica), non promuovendo un cammino di fede (proprio della catechesi) ma uno studio dell’immenso patrimonio che la religione cattolica offre alla cultura italiana. I docenti di IRC Ø sono chiamati a favorire la sintesi tra fede e cultura, tra Vangelo e storia, tra i bisogni degli alunni e le loro aspirazioni profonde. Il loro insegnamento esige una continua capacità di verificare e di armonizzare i diversi e complementari piani: teologico, culturale, pedagogico, didattico; Ø nell’esercizio della loro professione, favoriscono un dialogo e un confronto aperti e costruttivi tra gli alunni e con gli alunni, per promuovere, nel rispetto della coscienza di ciascuno, la ricerca e l’apertura al senso religioso; Ø nello stesso tempo a loro è richiesto di saper proporre quei punti di riferimento che permettono agli alunni una comprensione unitaria e sintetica dei contenuti e dei valori della religione cattolica, in vista di scelte libere e responsabili; Ø a tutti è richiesta la Laurea magistrale in Scienze Religiose (o altro titolo accademico abilitante all’insegnamento) e la formazione continua e permanente sia sul fronte teologico che didattico-pedagogico nonché della legislazione scolastica. Si distinguono in: 1. insegnanti specialisti di ruolo: sono coloro che, superato il concorso per l’assunzione in ruolo hanno un incarico stabile nella scuola dello Stato e sono equiparati in tutto agli altri docenti di ruolo presenti nella scuola. 2. insegnanti chierici e religiosi: sono coloro che, in possesso dei titoli richiesti, sono incaricati per l'IRC dal Vescovo. La loro presenza nella scuola ricorda all’intera comunità ecclesiale diocesana che anche l’IRC è una forma di evangelizzazione di cui la Chiesa in tutte le sue componenti si fa carico sia pure nel quadro delle finalità proprie del sistema educativo e scolastico dello stato. 3. insegnanti di classe o di sezione: sono gli insegnanti della scuola dell’Infanzia e della scuola Primaria che, avendo frequentato corsi specifici e possedendo l’idoneità del Vescovo, possono insegnare IRC nella propria classe di titolarità.

anno 24 • n. 1


4. insegnanti non di ruolo: sono coloro che sono incaricati annualmente, o in attesa di incarico, sono a disposizione come supplenti. IRC della nostra diocesi

DATI STATISTICI DELL’IRC IN DIOCESI (riferiti all’anno scolastico 2017-18)

SCUOLE PRESENTI NEL TERRITORIO DELLA DIOCESI

È coordinato dall’Ufficio diocesano per l’IRC che: v si prende cura dell’IRC presso le scuole non universitarie di ogni ordine e grado, statali e non statali, presenti nel territorio della diocesi, con riferimento alle indicazioni della CEI, ai criteri determinati dall’Ordinario, alle norme concordatarie, alle Intese tra la CEI e il MIUR v informa e stimola le comunità cristiane a proposito dell’IRC; mantiene i rapporti istituzionali con le scuole e i Dirigenti scolastici v a nome dell’Ordinario diocesano assegna (individua e propone) alle scuole gli insegnanti di IRC riconosciuti idonei; cura la loro formazione, li sostiene e verifica lo svolgimento del loro compito scolastico, per quanto di competenza ecclesiastica. Redige annualmente la graduatoria degli incaricati e dei supplenti.

Istituti Comprensivi e Circolo Didattici: 22 Istituti di Istruzione Secondaria Superiore di I e II grado: 18 DOCENTI IRC DIOCESANI u Scuole dell’Infanzia e Primaria -

di ruolo: 34 di classe o sezione: 110 incaricati annuali: 33

u Istituti di Istruzione Secondaria Superiore di I e II grado: -

di ruolo: 32 incaricati annuali: 25

u Supplenti presenti in graduatoria diocesana: 94

TABELLE RIASSUNTIVE DELL’IRC NELLA NOSTRA DIOCESI Anno scolastico 2017/18

inserto

IRC

SCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIA

SCUOLE SECONDARIE DI I GRADO

SCUOLE SECONDARIE DI II GRADO QUADRO RIASSUNTIVO GENERALE DIOCESANO

anno 24 • n. 1

5


DIOCESI

La Parola e il servo Il cammino diocesano per il diaconato permanente

I

l diaconato permanente, che ha vissuto momenti di grande splendore e di decadenza, è stato recuperato e riproposto dal Concilio Vaticano II e riformato dai successivi documenti magisteriali che ne hanno chiarito l’essenza ed il ruolo all’interno della Chiesa. Si tratta di un ministero ordinato che viene conferito dal Vescovo a uomini sposati o celibi per ordinarli al servizio dell’uomo nella Chiesa. Il diacono permanente è infatti segno di una vita cristiana vissuta nella famiglia e nel lavoro. La formazione teologica viene svolta presso l’Istituto di Scienze Religiose di Bari, mentre la preparazione pastorale e il cammino di discernimento spirituale vengono svolti all’interno della Diocesi di appartenenza. Dallo scorso 3 Dicembre il vescovo Giuseppe ha attivato, nella nostra diocesi, il corso di formazione per aspiranti e candidati al diaconato permanente intitolato “Anno della Parola”. Tale corso prevede cinque incontri da svolgersi fra il 3 Dicembre 2018 e il 4 Febbraio 2019 presso il Seminario di Conversano e si chiuderà con una verifica finale. La preparazione è affidata ad una equipe di sacerdoti per affrontare diversi temi:“La ministerialità nella Chiesa: il lettorato” a cura di don Giuseppe Cito, “Il volto missionario della parrocchia” affidato a don Giancarlo Carbonara, “La Parola nella vita della Chiesa: Verbum Domini” a cura di don Leonardo Sgobba, “Il ruolo del Lettore nel Messale” tenuto da don Mauro Sabino e “Introduzione al Lezionario” a cura di don Gianluca Dibello. Al corso partecipano tre candidati (Franco Campanella di Putignano,Vincenzo Veneziano di Alberobello,Vito Laselva di Polignano a Mare) e tre aspiranti (Massimo Giotta di Putignano, Giuseppe Nitti di Turi, Pietro Di Carlo di Rutigliano). La frequenza di tale corso è aperta alle mogli dei partecipanti ed anche ad eventuali uditori che vorranno unirsi in questo percorso di formazione pastorale e spirituale. Vito Laselva

Meeting Internazionale “Corali in Vaticano”

“Cori in coro”

I

cori della diocesi sono stati convocati al raduno, presso la Cattedrale di Conversano, organizzato da “Ufficio per la Musica Sacra e i Canti Liturgici”, per offrire occasioni di crescita, vivere momenti di spiritualità e condivisione e celebrare insieme S. Cecilia, patrona della musica. L’incontro di formazione, magistralmente tenuto da Don Fabio Massimillo, compositore di musica sacra e liturgica, ha offerto ai molti partecipanti consigli, spunti di riflessione e possibilità di dissipare dubbi circa la scelta dei canti da utilizzare nelle celebrazioni del periodo di Avvento/Natale, in particolare, ma più in generale di quelle di tutto l’Anno Liturgico. Le molteplici domande, poste al relatore, hanno fatto registrare oltre all’attiva partecipazione, un forte desiderio di continuare il cammino di crescita comune. Sabato 1 dicembre, il Vescovo Giuseppe Favale, ha presieduto la celebrazione, animata dal coro diocesano diretto dal M° Giotta Sebastiano. Nell'omelia ha evidenziato l’importanza di partecipare alla Messa domenicale non come precetto da assolvere, ma come scelta per nutrire la nostra fede. Riprendendo il principio dell’animazione corale come Nuova Evangelizzazione, ha sottolineato il ruolo delle scholae cantorum al servizio delle celebrazioni, non solo di quelle domenicali ma anche di quelle dei sacramenti, in particolare dei matrimoni e dei funerali. “Un canto ben eseguito, cioè eseguito correttamente a livello musicale unito alla partecipazione dell’animo del cantore, aiuta a rinvigorire la fede affievolita di coloro che non sono assidui praticanti”, ha affermato. Ed ancora: “Vi invito a non arrendervi, anche quando vivete momenti di preoccupazione, di incomprensione e di grande sofferenza”. Ha poi affidato alla protezione di Santa Cecilia tutti i cori della diocesi. Al termine della celebrazione liturgica i 9 cori (tra i quali uno di voci bianche), iscritti per il concerto, hanno eseguito i brani per dar lode al Signore. Il nostro Vescovo ha consegnato a tutte le corali, una pergamena in ricordo dell’evento e, in vista del traguardo di 10 anni di servizio liturgico, ha espresso gratitudine verso tutti i componenti del coro diocesano; con la benedizione finale ha augurato a tutti un buon cammino di Avvento ed un Felice Natale. Maria Rubino

6

I

l 23, 24, 25 novembre si è svolto a Roma per celebrare S. Cecilia, il terzo meeting “Corali in Vaticano”. Del nostro coro diocesano “Maria Madre dell’Unità” ha partecipato una rappresentanza che si è unita alle altre corali provenienti da 40 paesi del mondo. Sono stati giorni di preghiera, formazione, festa e soprattutto tanta musica che sgorgava dal cuore per lodare Dio. “Siate i custodi delle meraviglie di Dio” ci hanno, infatti, detto i relatori “incarnate con il canto la parola di Dio nella vostra vita”. Il momento clou è stato sabato con l’udienza del Papa che ha esordito: “Avete risvegliato il Vaticano!”. Breve ed incisivo è stato il suo intervento raccomandandoci di svolgere il nostro servizio con competenza musicale ma anche con amore senza fare mai “la prima donna”. Numerose sono state le testimonianze di coristi provenienti da paesi lontani e spesso martoriati dalle guerre, che hanno fatto conoscere punti di forza e debolezze del proprio servizio e ci hanno fatto sentire “Chiesa” con loro. Il Concerto, in canti multilingue, eseguito come un unico enorme coro ha permesso di manifestare a Dio la nostra fede. Con la partecipazione alla Messa solenne, celebrata nella basilica di S. Pietro, e all’Angelus con la benedizione ci siamo congedati per cominciare con fervore il nostro ministero. Chiara L’Abbate

I partecipanti al convegno internazionale delle corali a Roma anno 24 • n. 1


CARITAS

Dallo scarto alla dignità L’avvio dell’opera segno “Botteghe di dignità”

D

a questo mese di gennaio il progetto “Reti di dignità e botteghe di dignità” avvia la seconda fase con la costituzione delle prime botteghe di dignità. Nei mesi scorsi l’attenzione è stata posta soprattutto verso la realizzazione della rete di comunità tra le case di accoglienza presenti nel territorio diocesano: la casa “Emmaus”, la casa “don Gesumino”, i 2 dormitori a Monopoli, la casa “Madre Teresa di Calcutta” a Fasano, la casa “Madonna della Croce” a Noci e i Centri d’Ascolto zonali. Questa rete ci sta permettendo non solo di conoscerci, ma sta dando la possibilità di avviare cammini personalizzati per le persone che richiedono ospitalità a causa del disagio economico e sociale, ascoltando meglio i bisogni, imparando a non considerare gli ospi-

ti un numero di posto-letto e specializzando le case per le diverse competenze. La seconda fase di questo progetto parte da una convinzione che papa Francesco più volte ribadisce in alcuni interventi: la dignità viene dal lavoro. È una forte convinzione che permette di uscire dalla etichetta di essere scarto per andare verso la pienezza dell’umanità. In questo senso nei prossimi mesi, prenderanno il via le prime botteghe di dignità, in particolare la sartoria a Monopoli e la falegnameria a Noci. Queste prime botteghe nascono proprio dall’idea di scarto che verrà riutitilizzato per nuovi prodotti. Queste botteghe saranno una occasione non solo per permettere agli ospiti delle case e ad altri che vengono seguiti dalle parrocchie di poter

acquisire o ritrovare competenze lavorative, ma anche una modalità di recupero dei materiali, nella logica di un’ecologia integrale, come viene prospettata da Laudato si. In questo mese di gennaio, a palazzo San Martino verrà attivato il primo laboratorio di “taglio e cucito”, realizzato da alcuni volontari. La logica della bottega è nel continuo divenire, pertanto il programma dopo il primo laboratorio è affidato alla creatività di tutti, in particolare degli ultimi, veri protagonisti di queste iniziative. Per questo primo laboratorio è necessario iscriversi, quindi è importante proporre questa iniziativa alle persone che conosciamo e accompagniamo per orientarle ad un percorso di dignità. don Michele Petruzzi

Predicare il Vangelo e curare i malati La Consulta di Pastorale della Salute in Formazione

Un gruppo di lavoro della consulta anno 24 • n. 1

Il segretario della Consulta Vincenzo Tateo

7

PASTORALE DELLA SALUTE

N

ello scorso mese di dicembre la Consulta di Pastorale della Salute si è riunita per tre volte per la prima esperienza di un corso di Formazione interamente dedicato a quest’organismo di collaborazione, che completa, l’ufficio diocesano di Pastorale della Salute. Al centro dello studio la nota pastorale Cei «Predicare il Vangelo e curare i malati. La comunità cristiana e la pastorale della salute», a cura dell'ufficio nazionale competente di quest'ambito pastorale. Gli incontri si sono svolti in diversi luoghi della Diocesi, proprio a voler indicare la vicinanza dell’ufficio a tutte le zone pastorali e le realtà associative zonali che operano nel campo della salute. Il primo incontro si è tenuto Martedì 4 dicembre presso l’aula magna del Seminario Vescovile di Conversano: come relatore il rettore stesso don Roberto Massaro, docente di Teologia Morale presso la Facoltà teologica Pugliese. In questa sede si è fatto il punto della situazione sulla sanità in Italia e nelle zone particolari e sono stati offerti alcuni preziosi spunti di riflessione. Il secondo incontro si è tenuto Lunedì 10 dicembre presso l’aula magna del Museo diocesano di Monopoli: come relatore il direttore dell’ufficio, don Biagio Convertini, coadiuvato dall’èquipe, ha rimarcato il ruolo della speranza quale atteggiamento necessario per accostarsi al mondo della salute. La seconda parte dell’incontro è stata di carattere laboratoriale, facendo emergere pro e contro delle proposte offerte. L’ultimo incontro, invece, si è svolto Venerdì 14 presso il salone della Chiesa parrocchiale del Carmine in Putignano e ha visto come relatrice la dott.ssa Isabella Gimmi, psicoterapeuta, che attraverso delle attività laboratoriali ha provocato i presenti ad una riflessione più autentica sul ruolo della pastorale della salute nell’ambito della comunità. In definitiva questo Corso di Formazione può definirsi come una buona prima esperienza: i componenti della Consulta hanno partecipato attentamente, sono intervenuti con profondi ed interessanti interventi che hanno arricchito tutti i presenti. Tra l’uditorio anche numerosi ministri straordinari della Comunione che hanno partecipato come uditori, poiché interessati agli argomenti proposti dal corso.


work in progress a curadi don Piepaolo Pacello

PERCORSO DI FORMAZIONE DI ÉQUIPE PARROCCHIALE PER LA PASTORALE BATTESIMALE

I

l gruppo di coppie pioniere del percorso di formazione per la pastorale battesimale ha tracciato, lungo questo viaggio, un diario di bordo in cui sono emersi gli stupori scaturiti dal confronto dei vissuti, dalle nuove conoscenze culturali e metodologiche, dal partecipare i propri traguardi di cristiani con la sete di nuove partenze. Oggi buona parte di queste coppie continua, lì dove ha trovato terreno fertile nelle proprie parrocchie, a individuare nuovi itinerari, fiduciosi della complicità del Buon Vento che li spinge, non certo senza intemperie, verso il porto sicuro. E dal diario di bordo sono emerse le seguenti impressioni sull’esperienza del percorso offerto agli accompagnatori dei genitori richiedenti il battesimo per i propri figli: • Punti di forza: un’adeguata preparazione di base dell’équipe accompagnatrice non può prescindere da una notevole disponibilità all'ascolto dei genitori richiedenti il battesimo, dalla comunicazione dei vissuti tra i componenti del gruppo affinché sia possibile contagiare il desiderio della scoperta della vita cristiana. • Punti di debolezza: è importante che tutte le comunità parrocchiali abbiano direttrici comuni per la attualizzazione di percorsi convergenti, privilegiando, in questi, l’ascolto della Parola e preoccupandosi anche dell’accompagnamento post-battesimale.

L

’esperienza di formazione per la partecipazione all’Équipe Battesimale è stata possibile grazie alla richiesta e alla fiducia che il nostro parroco ha riposto in noi come possibili accompagnatori delle famiglie dei battezzandi. La diocesi, attraverso l’ufficio preposto, ha attivato un corso di formazione biennale, a livello zonale, al quale abbiamo partecipato insieme alle coppie delle altre parrocchie. Questo percorso ha avuto per noi molta importanza, in quanto ha stimolato profonde riflessioni personali e ci ha insegnato alcuni accorgimenti pratici su come impostare e gestire gli incontri in parrocchia. Insieme a al parroco e al viceparroco, è iniziata la “sperimentazione” del nuovo servizio già alla fine del primo anno formativo con incontri, dapprima solo nei locali della chiesa per poi evolvere, chiedendo disponibilità alle coppie di aprire le loro case, per un ulteriore appuntamento. Questa occasione si è dimostrata utile perché i genitori dei battezzati sono più rilassati e aperti al dialogo, essendo più a loro agio. Con il passare dei mesi, dopo aver incontrato un numero congruo di famiglie e rodato il servizio, abbiamo attivato un “percorso” post-battesimale, ovviamente restando sempre attenti alle necessità delle giovani famiglie aventi figli piccoli. Sono state individuate tre giornate durante l’arco dell’anno, nelle quali le famiglie sono invitate in parrocchia per incontri con temi diversi, ma sempre finalizzati a dare un contributo per la crescita della coppia e della famiglia.

Una

Un diario di bordo

p p co

t a n o c c a ia r

D

8

Il viaggio

opo due anni dall’avvio diocesano di questo servizio, fatte le opportune verifiche presso i corsisti e presso i parroci, sembra che il progetto di formazione per accompagnatori di genitori che chiedono il battesimo per i propri figli abbia intercettato un reale bisogno pastorale delle comunità: come dicono gli orientamenti del 2014 ‘Incontriamo Gesù’, “quello della pastorale battesimale risulta essere un terreno fecondo” per impostare delle relazioni significative con soggetti che attraversano soglie di vita con tante domande di senso, da ogni punto di vista. L'esperienza diventa significativa in ragione delle buone relazioni che si stabiliscono con la gente, a partire dalla loro vita. Il favore incontrato da questi percorsi presso le coppie degli accompagnatori risulta proprio dall’aver impostato il percorso non basandosi sulla fredda trasmissione di saperi ma su una metodologia attenta a intessere relazioni e a favorire i rapporti interpersonali. Altro punto di forza del progetto: aver puntato ad una formazione che interessa tanto i laici che i presbiteri. Anche se la difficoltà da parte dei presbiteri nell’essere presenti a tutto l’itinerario non è cosa da sottovalutare. Dopo questi anni di sperimentazione, l’orizzonte su cui si muove la progettazione della pastorale pre e post battesimale appare sempre più 'ibrido' in quanto spesso si da’ il caso che i bambini da battezzare siano nati fuori dal matrimonio, o che i genitori non siano sposati col sacramento, o che a volte non abbiano neppure terminato l’itinerario di iniziazione cristiana. In altri termini ci si trova di fronte all’esigenza di pensare ad un percorso che sia, allo stesso tempo, prematrimoniale e pre-battesimale, oltre che post-matrimoniale e post-battesimale. Per questo nell’agenda pastorale diocesana di quest’anno abbiamo presentato una nuova ipotesi di percorso “Formare accompagnatori di futuri sposi/genitori cristiani”. Ci stiamo adoperando per impostarlo in modo che in ogni parrocchia si formi una équipe congiunta di pastorale matrimoniale e pastorale battesimale. C’est la vie!

anno 24 • n. 1


ZONE PASTORALI

La Giornata Mondiale dei Poveri spiegata ai bambini La Giornata Mondiale dei Poveri spiegata ai bambini. Laboratorio didattico-formativo sul tema per gli alunni dell’IC “Modugno-Galilei” di Monopoli. È possibile parlare a scuola di “povertà”? È questo l’interrogativo che ha ispirato il laboratorio formativo a cui hanno partecipato gli alunni della classe ID della scuola primaria “G. Modugno” di Monopoli, il giorno 16 novembre. Bambini di sei anni dai volti stupiti e sorridenti hanno accolto nella propria classe don Michele Petruzzi, il quale con grande sensibilità ha illustrato il significato profondo della Giornata Mondiale dei Poveri. Attraverso un gioco di gruppo, è stato chiesto loro di definire l'atteggiamento più corretto da assumere nei confronti della povertà. Povero non è solo chi non dispone del necessario per vivere, ma è chi non ha amici, chi vive situazioni di difficoltà, chi non può studiare, chi subisce offese, chi ha perso la gioia di esistere. Don Michele si è impegnato a realizzare, primariamente, una relazione significativa, costituita di tanti ingredienti, tra cui: l’ascolto, la disponibilità a capire, la passione e l’interesse a vivere una bella avventura educativa. I risultati sono stati sorprendenti: gli alunni hanno disegnato le tante forme di povertà presenti al mondo e si sono fatti portavoce dell’esperienza vissuta a casa, in famiglia, nei gruppi extrascolastici. L’apprendimento promosso in questo tipo di laboratorio, pur differenziandosi da quello didattico-tradizionale, ha favorito la crescita armonica dei bambini e ha rinsaldato il legame tra le varie agenzie educative. Desideriamo ringraziare di cuore

Don Michele Petruzzi spiega la giornata dei poveri ai bambini.

don Michele, la Dirigente Scolastica prof.ssa Demola, l’insegnante Pipoli, i genitori e gli alunni che hanno creduto nell’importanza del tema, nella sinergia costante degli educatori, nella possibilità di creare condizioni per una formazione per la vita. Siamo convinte che anche don Michele abbia in-segnato, cioè abbia lasciato un segno in tutti gli alunni, senza distinzione di condizioni fisiche, mentali, psico-mentali, culturali, sociali. La presenza dei poveri e la realtà universale della povertà interroga ogni uomo attraverso versanti diversi. Ciò che conta è scoprire il protagonismo storico dei poveri, non solo oggetto delle pratiche assistenziali, ma soggetti per la costruzione di un altro mondo possibile. Enza Giannuzzi e Lucrezia Ranieri

Aggiungi un posto a tavola L'esperienza della mensa Caritas a Polignano a Mare

U

na joint venture tra il Comune di Polignano, la Caritas zonale, l’istituto Albeghiero e l’associazione ristoratori di Polignano. L’obbiettivo è offrire un pasto caldo alla mensa sociale di via Luigi Sturzo ogni giovedì. L’interessante iniziativa, che coniuga formazione scolastica e solidarietà, è stata presentata martedì 4 dicembre alla presenza dei ragazzi e dei docenti dell’istituto Alberghiero di Polignano. Ma non si tratta di una novità vera e propria quanto l’ufficializzazione di una

Conferenza stampa di presentazione del progetto mensa caritas anno 24 • n. 1

rete della solidarietà già in atto. “Una rete molto forte” ha detto la preside Margherita Manghisi. “I ristoratori da sempre ci hanno dato una mano senza chiedere un centesimo – ha aggiunto l’arciprete Don Gaetano Luca – compresa la beneficenza dei nostri fornitori. I poveri sono i nostri principi e i ragazzi si adoperano con il cuore”. La mensa ospita ogni giorno circa 20 persone “sole”, dal lunedì al sabato festivi compresi. Altre 150 famiglie vengono assistite sul territorio grazie alla dispensa Caritas. Un servizio reso possibile da tanti volontari. “Li ringrazio tutti – ha detto l’assessore ai servizi sociali Doriana Stoppa – il momento del pasto è importante viverlo insieme a qualcuno, questo il risultato che cerchiamo”. La joint venture “è un successo per la scuola e per la società” ha invece dichiarato Fabio Locaputo responsabile alternanza scuola lavoro, “i ragazzi hanno una sensibilità verso i bisognosi molto elevata, non è solo quindi una esperienza”. Ogni giovedì ai fornelli della mensa si alterneranno vari ristoratori locali: “c’è bisogno di unione – ha detto Mimmo Scatigno neo presidente dell’associazione ristoratori – noi con impegno e carità diamo questo sostegno”. La preside Manghisi ha infine annunciato un altro progetto della solidarietà che vedrà impegnato l’Alberghiero. Contro lo spreco alimentare, grazie ad un accordo con i supermercati C7, saranno distribuiti alla Diocesi e ai bisognosi, provviste alimentari prossime alla scadenza. Roberto Centrone

9


VOCI DAL SEMINARIO

Avvento e Natale in due “Eccomi” Due giovani pronunciano il loro sì a Dio

U

n mese di grazia è stato quello di dicembre per la nostra diocesi che ha visto due giovani dire il proprio sì a Dio. Il 7 dicembre, nei primi vespri della solennità dell’Immacolata, nella Cattedrale di Conversano, il nostro Vescovo Giuseppe Favale ha ordinato presbitero don Francesco Ramunni che ha così raggiunto il culmine del suo cammino vocazionale, iniziato in prima media presso il seminario minore e che ha proseguito successivamente a Molfetta. Un cammino fatto di momenti di luce ma anche di salite che don Francesco ha affrontato con impegno grazie anche all’aiuto dei responsabili della sua formazione, mettendosi in gioco, crescendo alla sequela di Cristo, maturando umanamente e alimentando sempre più il suo desiderio vocazionale che ha nutrito sin da piccolo. In una cattedrale gremita, il vescovo Giuseppe ha sottolineato la bellezza di tale scelta che deve rafforzarsi con l’aiuto di Maria, che ha detto il suo “eccomi” a Colui che l’ha chiamata colmando la Sua vita di grazia. Attraverso l’impo-

Don Francesco Ramunni

10

sizione delle mani, la preghiera di ordinazione e l’unzione delle mani con il sacro Crisma, don Francesco è divenuto più unito a Cristo e dispensatore dei suoi misteri per l’edificazione del Regno e della Chiesa, del quale è diventato ministro. Importante per don Francesco è stato il sostegno della sua parrocchia “Maris Stella” di Conversano che l’ha sostenuto condividendo il suo desiderio divenuto realtà. Dopo l’esperienza diaconale presso la parrocchia de La Salette in Fasano, ora don Francesco è vicario parrocchiale presso la Chiesa Matrice di Noci oltre a svolgere il suo servizio come vicedirettore della pastorale giovanile. Il 28 dicembre, nella festa dei santi Innocenti Martiri, un altro evento ha arricchito la vita diocesana: l’accolito Mikael Virginio è stato ordinato diacono dal nostro Vescovo nella chiesa di S. Antonio di Padova in Polignano a Mare. Accompagnato dalla sua famiglia, dagli amici e dalla sua comunità di origine ovvero la Chiesa Matrice di Polignano, don Mikael ha pronunciato il suo sì denso di emozione ed entusiasmo davanti al Vescovo che, con l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione, ha accolto il suo sì a nome di tutta la Chiesa consegnandogli l’Evangeliario, simbolo del ministero diaconale a cui don Mikael è chiamato. Il percorso di Mikael, descritto nella presentazione pronunciata da don Gaetano, è stato un interrogarsi continuo sulla volontà di Dio e sul donarsi agli altri. Non ha mai smesso di cercare, di pregare, di confrontarsi con i formatori del seminario minore e del Pontificio Seminario Regionale di Molfetta dove ha vissuto in maniera intensa il suo discernimento, mettendosi in discussione e crescendo umanamente e spiritualmente. Come ha sottolineato il Vescovo nella sua omelia, don Mikael è chiamato al servizio e alla testimonianza attiva della Parola, incentrando la sua vita e il suo ministero su Cristo e sull’amore verso i fratelli, specialmente i più deboli e dimenticati. Dopo il suo cammino in seminario, da settembre don Mikael muove i suoi primi passi nel ministero presso la Cattedrale di Monopoli con discrezione e attenzione. Dobbiamo essere tutti grati al Signore per questi doni che ha fatto alla nostra diocesi che diviene sempre più ricca dal punto di vista vocazionale: tutto questo stimola ognuno di noi a ricercare con

Don Mikael Virginio

coraggio ed impegno la volontà di Dio nella propria vita, mettendoci alla sequela di Cristo e al servizio del prossimo. Claudio Console

VINCENZO ANNICCHIARICO

L’OMELIA NELL’ERA DIGITALE Presentazione di

S.E. Mons. Filippo Santoro Arcivescovo Metropolita di Taranto Introduzione di

don Franco Magnani Direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI

L’Autore ci fornisce in maniera sintetica ed efficace l’orizzonte complessivo e la chiave ermeneutica fondamentale per poter affrontare la singolare sfida pastorale posta oggi dall’omelia.

Edizioni VivereIn form.15 x 21 - pp.140 - € 12,00 ISBN 978-88-7263-594-0

anno 23 • n. 10


MEMORANDUM

RADIO AMICIZIA INBLU Potete ascoltarci in FM dalle diverse zone pastorali sintonizzandovi sulle seguenti frequenze: Conversano 100.800 Monopoli 96.900 - 90.200 Fasano e Cisternino 90.200 Rutigliano 88.300 Polignano 104.300 Alberobello 91.400 Noci 103.000 Da qualunque posto voi siate in diocesi, in Italia o nel mondo collegandovi al nostro sito internet all’indirizzo http://www.radioamicizia.com potrete ascoltare la diretta audio e scaricare i podcast dei vari programmi disponibili nell’apposita sezione.

Appuntamenti con “Vivere In” 6 gennaio 2019 Cenacolo “Redemptoris Mater” - Vivere In Insieme per la Befana - Condividendo in armonia il pranzo In comunione con la Caritas della parrocchia S. Maria Amalfitana - Monopoli

Aderendo all’invito del vescovo di fornire l’elenco dei sacerdoti ordinati in tutto il secolo 1900 si comunica che tutte le ordinazioni minori e maggiori sono state messe on line in ordine nominativo alfabetico e in ordine cronologico e si possono consultare e scaricare dal sito www.archiviodiocesano.info nella sezione multimedia.

Sabato 19 gennaio 2019 - ore 18,00 Sala Parrocchiale Parrocchia S. Antonio - Monopoli Premiazione XXIII Concorso di Presepe 2019 “In cammino con Gesù” allietata dal Concerto di Musica Sacra per voci e organo, guidata dal maestro Pierluigi Mazzoni Vivere In - C.da Piangevino 224/A - Tel. 080.6907012

Appuntamenti Gennaio 6 11,30

09,30 11,00

Il vescovo presiede il pontificale del giorno dell’Epifania Concattedrale, Monopoli Consegna degli attestati del Consultorio familiare diocesano Episcopio, Conversano Plenaria degli uffici di curia – Episcopio, Conversano Adorazione eucaristica vocazionale Seminario, Conversano Ritiro del clero – Abbazia Madonna della Scala, Noci Giornata degli educatori dei giovani Parrocchia S. Maria della Salette, Fasano 70° anniversario UNITALSI in diocesi – Concattedrale, Monopoli Open Day – Seminario, Conversano Consiglio Presbiterale – Episcopio, Conversano Cresime – Parrocchia S. Maria del Carmine, Conversano Giornata del Seminario – Alberobello e Cisternino Messa e marcia della pace – Parrocchia Matrice, Fasano Cresime – Parrocchia S. Antonio, Polignano a Mare

Febbraio 1 18,30 3 11,00

Messa con i consacrati e le consacrate – Cattedrale, Conversano Cresime – Parrocchia S. Maria del Carmine, Pezze di Greco

9

19,00

10

09,30 20,00

18 19

09,30 16,00

20 22 25 26 27

16,30 13,45 09,30 18,30

seguici su

Non è trascorso sotto silenzio nel 2018 il 200° anniversario della morte di Gennaro Carelli, vescovo di Conversano dal 1797 al 1818. Nato a Conversano il 3 maggio 1743, è stato il quarto conversanese a guidare la Chiesa di Conversano, dopo Antonio Domininardi nel 1423, Donato Acquaviva d’Aragona nel 1498, Michele Tarsia nel 1752; e dopo di lui sarà suo fratello Nicola nel 1820 il pastore della sua città e della diocesi. La ricorrenza è stata celebrata culturalmente con gl’interventi del vescovo Giuseppe Favale e del rettore del Seminario Roberto Massaro nella presentazione dello studio di Angelo Fanelli, La visita pastorale del vescovo Gennaro Carelli a Conversano nel 1803. Un vescovo tra rivoluzioni e restaurazione (Collana Crescanus 26).

anno 23 • n. 10

11



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.