Mensile Fiamme Gialle Febbraio 2013

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Fiamme Gialle PERIODICO MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA - A.N.F.I.

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Anno XXVIII - N. 2 Febbraio 2013

DECISIONEM MAGNI MOMENTI PRO ECCLESIAE VITAE... “Una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa”


Sommario Febbraio 2013

IN COPERTINA

“Fiamme Gialle” Proprietario ed Editore: ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA

LA PRESIDENZA NAZIONALE DELL'A.N.F.I., LA DIREZIONE, LA REDAZIONE E L 'AMMINISTRAZIONE DI “FIAMME GIALLE” FORMULANO AI SOCI ED AI LORO FAMILIARI I PIÙ VIVI AUGURI DI....

Direttore Responsabile Giovanni Verdicchio Vice Direttore Umberto Fava Redattori Gaetano Guglielmi - Antonio Malizia Coordinatore Giuseppe Ruggieri Responsabile Amministrativo Angelo Maenza

UNA DECISIONE DI GRANDE IMPORTANZA PER LA VITA DELLA CHIESA Sua Santità Benedetto XVI ha annunciato a sorpresa, intorno alle ore 11,40 di lunedì 11 febbraio 2013, al Collegio cardinalizio, la rinuncia al ministero petrino....

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Segretario Amministrativo Marino Orfei Addetto alla Segreteria Amministrativa Berardo Evangelista - Alfonso Lancia

21 L’Angolo della Salute

Le malattie sessualmente trasmesse Prof. Luigi Valenzano

Stampa PintoGraf - Via Menaica,37 - Roma

La squadra di calcio...

La rinuncia al Ministero di Vescovo di Roma

di Salvatore Duca

Finanziere e Patriota... di Carlo Cesare Montani

di Umberto Fava

5 Al Quirinale

Perchè la Memoria? Perchè Ricordare?

24 Ruolo d’Onore La normativa vigente...

a cura di Antonio Piga

a cura di Giovanni Verdicchio

11 Giorno del Ricordo

In Memoria delle Vittime delle Foibe dell’Esodo Giuliano-Dalmata e delle Vicende del Confine Orientale a cura di Antonio Malizia

13 Avvicendamento

Il Generale di Corpo d’Armata Emilio Spaziante Nuovo Comandante in Seconda della Guardia di Finanza di Umberto Fava

16 Taccuino 18 Ambiente

Progetto Grafico e Impaginazione Claudio Coco

22 Ricordi

3 Eventi

di Giuseppe Giuliani

26 Convenzioni 27-38 Vita Associativa...

Convenzione Telefonia Mobile con la Wind...

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- Vita nelle Sezioni a cura di A. Malizia - Benemerenza a cura di A. Malizia - Nella nostra famiglia a cura di G. Guglielmi - Tristia a cura di G. Guglielmi - Recensioni a cura di A. Malizia

39 La Sezione del mese... 40 XIX Raduno Nazionale A.N.F.I. Liguria - Albenga

di Antonio Marino

Chi porrà fine alla devastazione del Bel Paese? a cura del dr. Marco Duspiva

Comitato di Redazione Umberto Fava - Mauro Santonastaso - Antonio Zampelli - Giuseppe Ruggieri - Romano Bacci - Salvatore Bevilacqua - Michele Gianfrancesco - Mauro Giannini - Anselmo Giusti

Toscana - Chianciano Terme

di Claudio Coco

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EVENTI

LA RINUNCIA AL MINISTERO DI VESCOVO DI ROMA di

ua Santità Benedetto XVI ha annunciato a sorpresa, intorno alle ore 11,40 di lunedì 11 febbraio 2013, al Collegio cardinalizio, la rinuncia al ministero petrino a partire dalle ore 20 del 28 febbraio, data e ora dalle quali la Santa Sede sarà considerata “vacante” e potrà essere convocato il nuovo Conclave. La notizia, che ha immediatamente fatto il giro dei media mondiali, è stata comunicata dal Papa durante il Concistoro ordinario pubblico nel quale dovevano essere trattate le Cause di canonizzazione di un gruppo di martiri e di due religiose. Tra i motivi principali della scelta di Benedetto XVI, come si evince dal suo discorso, di seguito riportato, è la

S

Umberto Fava

constatazione che le sue “forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. “Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le 3

opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20, la sede di Roma, la sede di San


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Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.” Una decisione storica che incide profondamente sull’idea sacrale del papato e che non si verificava da molti secoli (1294, Papa Celestino V e nel 1415 Gregorio XII). “Nel mondo di oggi per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi in me è diminuito”. Una semplice ed umile motivazione che richiama alla mente analoghe affermazioni di Terenzio, Seneca, Cicerone ed altri “senectus ipsa est morbus” (la vecchiaia stessa è una malattia) e che, alla luce di un’altra affermazione “il vero discepolo non serve se stesso o il pubblico ma il suo Signore nella semplicità e nella generosità”, esprimono l’Alto spessore del gesto di Benedetto XVI e richiamano i valori veri del Cristianesimo: l’elemosina, la preghiera, il digiuno. Lo Spirito Santo, sotto le volte della Cappella Sistina, illuminerà i Cardinali e saprà additare ad Essi il successore di Pietro, sul quale graverà l’oneroso compito di farli rivivere in tutta la loro essenza. la strenua lotta del Papa contro la pedofilia

visita pastorale del Papa al carcere di Rebibbia

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AL QUIRINALE PERCHÈ LA MEMORIA? PERCHÈ RICORDARE? a cura di

Il

27 gennaio 2013, in tutta l'Italia, è stato solennemente celebrato il “Giorno della Memoria”, istituito con legge n. 211 del 20 luglio 2000, per ricordare la data (27 gennaio 1945) della rimozione dei cancelli di Auschwitz, commemorare la “SHOAH” ed i “Giusti” che, a rischio della propria vita, si opposero a quel folle progetto di genocidio, salvando i perseguitati dalla morte o proteggendoli in condizioni molto difficili. La cerimonia più significativa si è svolta il 29 gennaio 2013 al Palazzo del Quirinale, con la partecipazione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L'evento è stato condotto dal Direttore Ferruccio de Bortoli, Presidente della Fon-

Giovanni Verdicchio

dazione Memoriale della Shoah di Milano, che nell'introduzione ha riferito dell'inaugurazione (la domenica precedente) del “Memoriale della Shoah”, presso il Binario 21 della Stazione di Milano, ed ha fatto le seguenti considerazioni: ““Perché la memoria. Perché la memoria? Perché ricordare? Ce lo domandiamo spesso. Anche dopo la più grande delle tragedie la vita continua. E guardare avanti è un obbligo, una necessità. La civiltà del diritto non prescinde dall'oblio, ma non per i reati di genocidio. La Shoah è la tragedia. L'unico progetto tentato finora, concepito nel cuore dell'Europa più civile e colta, con lo scopo di eliminare un intero popolo. Non ha eguali, ma non si può dire che semplicemente per questo non possa ripetersi. 5

La memoria è un dovere morale, un impegno civile. Se rituale è inutile. Se strumentale, persino pericolosa. Se scolora nella banalità allontana la percezione del dolore, l'immensità del sacrificio, la forza dirompente di quei corpi senza carne, di quei volti muti e sofferenti, eppure così dignitosi. La memoria autentica scongiura la formazione di un vuoto alle nostre spalle. Attenua quella comprensibile tendenza alla rimozione del passato che toglie gradatamente senso agli avvenimenti, spingendoli nel pozzo della storia fino a confonderli con tanti altri. Il ricordo è un esercizio salutare: apre la mente e i cuori, ci fa guardare all'attualità con meno pregiudizi e minori ambiguità. Il ricordo è protezione dalle suggestioni ideologiche, dalle onda-


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te di odio e sospetti. La memoria è il vaccino culturale che ci rende immuni dai batteri dell'antisemitismo e del razzismo. Purtroppo ancora diffusi in un mondo nel quale c'è ancora chi nega il diritto ad esistere di Israele e persino lo stesso Olocausto. Chi ha conoscenza critica della storia trova più facilmente il buon senso e la saggezza della quotidianità; non fatica a comprendere o ad accettare chi ha etnia o religione diversa dalla sua. Chi ha buona memoria è un cittadino migliore. Un educatore più attento. Quest'anno la Giornata della Memoria cade nel settantesimo anniversario delle leggi razziali italiane che, come ha ricordato il Presidente Napolitano, prepararono l'Olocausto anche in Italia e suscitarono orrore negli italiani rimasti consapevoli dei grandi valori della nostra tradizione civile e culturale. “Per la minoranza ebraica italiana – scrisse De Felice – la persecuzione fu tanto più quanto più inaspettata”. “Come faccio a spiegare ai miei bambini – ricordò Memo Bemporad – che non possono più andare a scuola con i loro amici? Ci ho provato, ma alle loro domande non so che cosa rispondere”. Furono poche le domande e pochi i dubbi allora. L'orrore e la tragedia erano già seminascosti nel tranquillo autunno di un'Italia ancora serena e ignara del proprio destino. Era un venerdì di metà novembre del 1938, quando sulla prima pagina dei giornali apparve l'annuncio dell'approvazione delle leggi per la difesa della razza. Nello stesso giorno, in un piccolo riquadro c'era la notizia dell'assegnazione del Nobel per la Fisica a Enrico Fermi, che lo ritirò e non tornò più in Italia. Non tornarono più anche molti ebrei milanesi. Ma non tornarono più da Auschwitz. Erano partiti, in più di 600, dai sotterranei della Stazione Centrale. Una mattina fredda e nebbiosa del 30 gennaio del 1944, in una Milano tranquilla e ancora addormentata. In dicembre dallo stesso binario ne erano partiti altri 250 e molti da lì furono deportati e uccisi fino al maggio del 1944. In quei sotterranei sorgerà il Memoriale della Shoah. Per ricordarsi di ricordare””. La dedica della cerimonia al 70° anniversario della rivolta del ghetto ebraico di Varsavia, in Polonia, si è espressa con la proiezione di alcune scene del film "In Darkness" della regista polacca Agnieszka Holland. E' quindi intervenuto il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Ita-

liane, Renzo Gattegna, il quale ha pronunciato il seguente discorso: ““Illustre e caro Presidente Napolitano, illustri autorità, cari amici, carissimi ragazzi, è sempre emozionante prendere la parola qui, nel Palazzo del Quirinale, per la cerimonia ufficiale del Giorno della Memoria, che è ormai un appuntamento pubblico molto significativo per le Istituzioni, per i cittadini, per tutto il Paese. Quest'anno, caro Presidente Napolitano, c'è una ragione in più per essere emozionati, sapendo che si sta avvicinando la conclusione del Suo settennato. Voglio, pertanto, esprimerLe la stima e l'apprezzamento di tutte le comunità ebraiche italiane per aver dato solennità e ufficialità a questo momento, per aver voluto rinsaldare la consuetudine di ricordare il Giorno della Memoria in questo Palazzo, nella casa di tutti gli italiani. Sono segnali importanti, dai quali sono derivate indicazioni chiare sulla sensibilità con cui applicare la legge istitutiva, per trasmettere ai giovani la Memoria della Shoah e gli insegnamenti di storia e di vita che si possono trarre dallo studio e dall'approfondimento delle tragiche vicende di quegli anni. Come sempre, abbiamo messo al centro del nostro impegno i giovani, il mondo della scuola, l'educazione, il loro futuro: quindi il futuro del nostro Paese. Alcune delle iniziative promosse cominciano a dare i primi frutti. Pochi giorni fa ero ad Auschwitz-Birkenau, con il Ministro Francesco Profumo e con il Ministro Paola Severino, due rappresentanti delle istituzioni e due persone con le quali abbiamo stabilito un rapporto di collaborazione, di stima e di amicizia che ha reso più efficace la pianificazione e la realizzazione del lavoro in comune. Con noi erano presenti alcuni testimoni, e 130 ragazzi in viaggio di studio nei luoghi dello sterminio nazista. Alcuni di quei ragazzi sono qui oggi tra noi e ascolteremo le loro riflessioni. Quest'anno ricorre il settantesimo anniversario della rivolta nel ghetto di Varsavia, l'eroico tentativo di resistenza messo in atto da gruppi di giovani ebrei, asserragliati in poche vie chiuse da un muro di cinta, che nel 1940 erano arrivate a contenere, in condizioni disumane, mezzo milione di persone. Nell'aprile del 1943, quando la popolazione del ghetto, decimata dalle deportazioni, dalle malattie e dalla mancanza di mezzi di sussistenza era ridotta a 70.000 persone, di fronte ad un nuovo tentativo di compiere un'ultima e definitiva deporta6

zione di massa, i combattenti insorsero eroicamente contro un nemico cinico, brutale e dotato di una schiacciante superiorità di uomini e di mezzi, al quale opposero per oltre un mese una tenace resistenza. Gli ebrei, privati di ogni diritto, anche di quello di vivere, vittime predestinate della “Soluzione finale”, tentarono, quando fu possibile, di combattere, anche senza alcuna speranza di salvezza. La loro scelta fu di morire in modo diverso da quello che era stato pianificato dai carnefici, combattendo. Ha scritto Marek Edelman, uno dei capi della rivolta del ghetto di Varsavia e fra i pochissimi sopravvissuti: “Il 10 maggio 1943 finisce la storia drammatica degli ebrei di Varsavia. Il luogo in cui sorgeva il ghetto è ridotto ad una montagna di macerie alta due piani. Coloro che sono caduti hanno compiuto il loro dovere fino in fondo, fino all'ultima goccia di sangue. Sangue che è stato assorbito dalla terra stessa del ghetto di Varsavia. Noi, che siamo sopravvissuti, lasciamo a voi il compito di non far morire la loro memoria”. Rivolte ebraiche avvennero perfino nei campi di sterminio, portate avanti da prigionieri stremati, privati di tutto, ma non della volontà di resistere. Un'altra vicenda che pienamente si intreccia con i destini della nostra identità, e che


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smentisce il luogo comune che gli ebrei abbiano subito passivamente le persecuzioni e lo sterminio, è quella della Brigata Ebraica, che si rese protagonista di uno dei momenti più significativi dell'azione di affrancamento dell'Italia dal giogo fascista e nazista. Questo corpo straordinario, formato da oltre settemila volontari provenienti da molti Paesi, si rivelò decisivo per la liberazione di vaste aree, in particolare dell'Emilia e della Romagna, nei dintorni di Imola e di Ravenna. Attraversando il fiume Serio, realizzarono il primo sfondamento della Linea Gotica, che costrinse i fascisti e i nazisti alla ritirata; molti di loro furono poi artefici dell'indipenden-za dello Stato di Israele. I caduti della Brigata Ebraica sono tumulati nel cimitero di Piangipane nei pressi di Ravenna. Ancora oggi ci giungono notizie di episodi di razzismo, di intolleranza, di pregiudizio, di antisemitismo sia nella nostra Italia che in Europa. Sappiamo che stanno rinascendo gruppi, movimenti e partiti, che hanno il neofascismo e il negazionismo come parte integrante del loro programma. Pensiamo con preoccupazione all'Ungheria e alla Grecia, dove questi gruppi stanno conquistando consensi e riconoscimenti. E' la prova che bisogna restare in guardia. A voi, ragazzi, raccomando: non ignorate

anche i più piccoli segnali, non volgete lo sguardo dall'altra parte, se vi capita di assistere a soprusi e ingiustizie. Per concludere vorrei ricordare che la Resistenza non si fa soltanto con le armi, ma anche con la cultura e con la corretta conoscenza dei fatti storici. Cosa significa “resistere” ce lo dimostra anche la tenacia di Rita Levi Montalcini che ci ha lasciati da poco. All'epoca della legislazione antiebraica non rinunciò a portare avanti i suoi esperimenti nel laboratorio clandestino allestito in un paese dell'Astigiano dove aveva trovato rifugio. Rita ci lascia in eredità un bene prezioso: il coraggio delle idee, la forza di saperle portare avanti nel tempo, oltre qualsiasi ostacolo. Cari ragazzi, siate sempre ambasciatori di libertà e di speranza. A Lei, Presidente, rivolgo un affettuoso saluto e un sincero ringraziamento per quanto ha fatto e continuerà a fare per la Memoria, e per il futuro del nostro Paese””. Le testimonianze di alcuni studenti delle scuole che hanno partecipato ai Viaggi della Memoria, sono state introdotte dalla proiezione di un filmato di Rai educational realizzato con gli studenti dell'Istituto di cinematografia Roberto Rossellini sul racconto di Sami Modiano, deportato nel campo di sterminio, ai ragazzi presenti ad Auschwitz.

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Ha preso quindi la parola il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Francesco Profumo: ““Signor Presidente della Repubblica, Gentili autorità, Cari docenti e studenti, Cari amici della comunità ebraica, ogni anno il “Giorno della Memoria” è, per tutti noi e per Voi ragazzi in particolare, un incontro con la Storia, ma soprattutto uno strumento di testimonianza per il futuro. La Shoah rappresenta uno spartiacque nelle vicende umane, segnando per sempre un “prima” e un “dopo”. Un tarlo insinuato nelle coscienze, ingannate da folli ideologie che, anziché guardare alla vita, progettavano lo sterminio dell'uomo contro l'uomo. Vegliare affinché quel tarlo non si diffonda mai più non è solo un dovere verso il popolo ebraico, della cui sofferenza purtroppo fu responsabile anche una parte fondamentale del nostro Paese, ma è un imperativo morale per l'intera umanità. Da qui, dalle celebrazioni che si tengono ogni 27 gennaio nel Palazzo del Quirinale – e tutti noi La ringraziamo, Signor Presidente, per la partecipazione e l'affetto dimostrati in questi anni nell'ospitarle – il mondo della scuola, gli studenti, gli insegnanti, i genitori, si incamminano insieme nel percorso di costruzione di un'etica civile rinnovata. Nella maturazione di un concetto di Bene Comune che resta il fondamento di una società più giusta che, nel Terzo millennio, si declina attraverso la promozione del rispetto dell'altro, la valorizzazione della dignità umana, e ovviamente la presa di posizione chiara contro ogni negazionismo o, peggio, indifferenza. Presenziare in qualità di Ministro dell'Istruzione alla giornata di oggi ha per me un significato storico e personale di ancora maggiore rilievo e partecipazione. Capita, infatti, a conclusione di un impegno di governo di grande intensità emotiva, che coincide anche col termine dello splendido settennato del Presidente della Repubblica. In questo anno e mezzo abbiamo incontrato insieme centinaia di studenti, raccogliendo le loro riflessioni, parole e aspirazioni. Da ministro, con l'aiuto delle tante professionalità del ministero che ringrazio personalmente, abbiamo visitato molte scuole, da Nord a Sud, viaggiato all'estero. E personalmente porterò sempre con me gli sguardi, le domande, la voglia di futuro e speranza dei nostri ragazzi. Le esperienze vissute insieme durante i viaggi al ghetto di Cracovia e al campo di sterminio di AuschwitzBirkenau, nel 2012 e pochi giorni fa, come


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la visita al museo della Shoah Yad Vashem lo scorso settembre, rimarranno nella nostra mente e nel nostro cuore per il valore e la forza delle testimonianze. Tredici anni fa la didattica della Shoah entrava nelle scuole, e da allora un crescendo di iniziative permette di coinvolgere ogni anno oltre mille scuole e decine di migliaia di studenti. Un seme della conoscenza e del rispetto che da allora è stato sparso da più di 100.000 ragazzi. Con questi numeri, l'Italia si segnala tra i Paesi più attivi in Europa nei progetti didattici che coinvolgono scuole e studenti, oltre ad essere tra i pochi Paesi al mondo a vantare un master universitario in didattica della Shoah. Quest'anno, con il protocollo d'intesa firmato con l'Ucei e con il Presidente Renzo

Gattegna – che ringrazio personalmente per il proficuo lavoro portato avanti insieme – il “Viaggio della Memoria” diventa parte del percorso formativo e scolastico di ciascuno studente, così come lo sono già il concorso “I giovani ricordano la Shoah”, il “viaggio allo “Yad Vashem” organizzato con lo Stato d'Israele. Non c'è luogo più idoneo della scuola per trasmettere alle nuove generazioni l'importanza della Memoria, e per curare l'infezione dell'odio, dell'indifferenza e della viltà, che non sono scomparsi neppure nella nostra Europa. Siamo chiamati a vigilare costantemente, perché – come scriveva Primo Levi – Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell'aria. La peste si è spenta, ma l'infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo”. Ne è stata drammatica testimonianza il massacro alla scuola ebraica di Tolosa, nella vicina Francia, che lo scorso anno ci ha riportato alla mente l'attentato alla sinagoga di Roma del 1982. E altre manifestazioni di violenza in molte parti del Continente. Se i nostri ragazzi e le nostre ragazze diventeranno ottimi professionisti, ma scadenti cittadini, avremo fallito la nostra missione di educatori. La crescita della consapevolezza negli studenti passa inevitabilmente attraverso la formazione costante degli insegnanti, che al pari delle famiglie compartecipano allo sviluppo delle qualità intellettuali, culturali e umane dei nostri giovani. Per questo agli insegnanti, al personale scolastico e ai genitori voglio esprimere la mia più sincera gratitudine per il coinvolgimento entusiastico alle iniziative che riguardano la Shoah. Si tratta di tanti piccoli tasselli che si uniscono ogni giorno aiutandoci a costruire un'etica civile più forte, e una cittadinanza inclusiva e matura per il futuro. Perché, come diceva Italo Calvino “la storia è fatta di piccoli gesti anonimi… e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano”. Care ragazze e ragazzi e cari insegnanti, la scuola deve essere il terreno in grado di far fruttare le competenze acquisite. Ma deve anche dare concretezza ai valori e alla consapevolezza che, come popolo, ci intrecciano al caleidoscopio di vicende umane che uniscono italiani, europei e gli altri cittadini del mondo. Il male commesso ai danni del popolo ebraico non potrà essere sanato dalla celebrazione annuale del 27 gennaio. Giorno per giorno sarà necessario il nostro impegno, affinché la testimonianza diventi azione concreta in difesa delle 8

vittime dell'intolleranza e della barbarie. “Mai più” è il monito che tutti dobbiamo levare a tutela di ogni forma di violenza e discriminazione. Signor Presidente, desidero cogliere questa occasione così solenne per ringraziarLa, personalmente e a nome delle scuole d'Italia, per la vicinanza, il sostengo e la guida che ci ha offerto in questi anni difficili, richiamandoci costantemente alla realizzazione di un domani migliore e alla conoscenza vitale della Storia e della memoria. Beni di tutti, da conoscere, da difendere, da amare. Ma soprattutto da vivere in prima persona. Grazie””. Dopo l'intervento del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Francesco Profumo, si è svolta la premiazione delle scuole vincitrici della XI edizione del concorso "I giovani ricordano la Shoah". Al termine, il Presidente Napolitano ha pronunciato il seguente discorso commemorativo. ““Rendo ancora omaggio agli ex internati e deportati, vittime e testimoni dell'orrore dei campi in Germania, cui abbiamo appena conferito la Medaglia d'onore. A conclusione di questa cerimonia, ancora una volta così significativa e coinvolgente per l'intensità della riflessione e per la ricchezza di voci cui ogni anno dà spazio qui in Quirinale, vorrei dire brevi parole, anche - in qualche modo - di bilancio. Caro Presidente Gattegna, può immaginare come io condivida la sua emozione nell'accomiatarci dopo sette anni, per quel che mi riguarda almeno nelle funzioni di Presidente della Repubblica. Con lei, d'altronde, abbiamo condiviso sempre sentimenti e pensieri celebrando il Giorno della Memoria. E' stato questo tra gli impegni ricorrenti con cui mi sono maggiormente identificato, dal punto di vista non solo istituzionale ma personale, in senso storico e morale. Ringrazio anche il ministro Profumo per aver sottolineato il contributo di impulso e sostegno che è stato da me rivolto in particolare al mondo della scuola. Vedete, credo che possiamo, tutti insieme, esprimere soddisfazione per il cammino percorso e i risultati raggiunti in questi anni nel coltivare la memoria della Shoah, nel diffonderne l'esercizio attivo e consapevole, nel farne sprigionare - in tutta la loro straordinaria molteplicità e ricchezza - insegnamenti e messaggi essenziali non solo per la comprensione della storia ma per la costruzione del futuro. L'esempio più eloquente ce l'offre la scuola.


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Abbiamo ascoltato dal ministro cifre e fatti che testimoniano quale estensione e quali diverse concrete espressioni abbia assunto un impegno di conoscenza e di partecipazione sui temi della Shoah, ormai divenuto parte integrante del percorso scolastico e di formazione civile degli studenti in ogni parte d'Italia. Ma meritano egualmente di essere valorizzate tutte le iniziative che hanno rispecchiato un'accresciuta sensibilità delle istituzioni, della società civile, dei cittadini. Ringrazio il dottor De Bortoli per averci presentato l'appena aperto Memoriale della Shoah presso quel Binario 21 della stazione di Milano centrale la cui visita, qualche anno fa, mi è rimasta fortemente impressa. Egli ha avuto ragione di richiamarci nello stesso tempo alla necessità di tenere alta la guardia, di vigilare e reagire contro persistenti e nuove insidie di negazionismo e revisionismo magari canalizzate attraverso la Rete. E anche di evocare un fenomeno che rischiamo di sottovalutare, e che invece si lega, come grave fattore inquinante, a vicende e processi politici in atto non solo nel Medio Oriente: il fenomeno cioè dell'antisemitismo come dimensione del fondamentalismo islamico. Da noi, in Italia, propagande aberranti si traducono in diverse città in fatti di violenza e contestazione eversiva da parte di gruppi organizzati : come quelli su cui è intervenuta, nei giorni scorsi, con provvedimenti motivati, la Procura della Repubblica di Napoli. C'è da interrogarsi con sgomento sia sul circolare, tra giovani e giovanissimi, di una miserabile paccottiglia ideologica apertamente neonazista, sia sul fondersi di violenze di diversa matrice, da quella del fanatismo calcistico a quella del razzismo ancora una volta innanzitutto antiebraico. Abbiamo letto perfino di progetti che a Napoli si sarebbero ventilati di distruzione di un negozio ebreo, o di aggressione e stupro di una studentessa ebrea. Mostruosità anche se solo enunciate, che sollecitano la più dura risposta dello Stato e la più forte mobilitazione di energie nelle scuole, nella politica, nell'informazione, a sostegno degli ideali democratici. C'è da fare della memoria della Shoah l'asse di una chiarificazione costante e diffusa e di una battaglia ideale e politica non di parte, che vadano al di là degli stessi confini storici della persecuzione, fino allo sterminio, contro gli ebrei (e anche, non dimentichiamolo, contro i Rom e i Sinti). E non solo perché razzismo e xenofobia

hanno molteplici bersagli, che fanno tutt'uno con quello posto al centro del criminale disegno hitleriano. Ma perché sono in giuoco valori supremi, che nei ghetti di Cracovia, Lodz o Varsavia - protagonista quest'ultimo della storica rivolta di 70 anni fa - e nei lager di Auschwitz-Birkenau, o Dachau, sono stati calpestati come in nessuna costruzione di pensiero si era prima immaginato potesse catastroficamente accadere : valori di civiltà e umanità senza frontiere di luogo e di tempo, che si chiamano rispetto della dignità della persona, che abbiamo vista invece ridotta a brandello umano, a sopravvivenza nel terrore fino alla soppressione più brutale. Ma torno alle mie parole iniziali di bilancio per mettere ancora in luce quel che nel concreto siamo riusciti nel nostro paese a realizzare in questi anni di sempre più larga, partecipata e creativa consapevolezza dell'aberrazione introdotta anche in Italia dal fascismo con l'antisemitismo. Attraverso, ad esempio, la scoperta, per tanti delle generazioni più giovani, e quindi la denuncia dell'infamia delle leggi razziali del 1938, di cui Benedetto Croce - che abbiamo di recente commemorato a 60 anni dalla scomparsa - scrisse allora, collocandole tra "gli atroci delitti" che il fascismo stava perpetrando: "la fredda spoliazione e persecuzione", furono le sue parole, "degli ebrei nostri concittadini, che per l'Italia lavoravano e l'Italia amavano né più né meno di ogni altro di noi". Di quelle leggi, di quel clima fu vittima, in quanto stroncata nelle sue possibilità di lavoro scientifico e quindi costretta a lasciare l'Italia, la nostra grande Rita Levi Montalcini, cui rivolgo anch'io un pensiero triste e commosso a breve distanza di tempo dalla sua scomparsa. Ma non è solo per le infamie del fascismo che l'Italia è presente nella ricostruzione storica cui ci sollecita la memoria della Shoah nel Giorno della Memoria. E' presente in senso positivo e in piena luce per tutte le forme di solidarietà che vennero dagli italiani verso gli ebrei perseguitati e braccati dai nazisti durante l'occupazione tedesca da Roma in su. E' presente con gli italiani che hanno meritato il riconoscimento di Israele col titolo di "Giusti tra le Nazioni". E' presente con storie straordinarie, assai poco note, come quella - raccontata in un libro biografico apparso in italiano, con grande ritardo, solo l'anno scorso - della vita di pensiero e di azione di Enzo Sereni, trasferitosi poco più che ventenne in Eretz Israel, fattosi pioniere e messagge9

ro nel mondo del futuro Stato di Israele, partito nel marzo 1944 per Bari nell'Italia già liberata e di lì fattosi paracadutare al Nord, dove fu catturato dai tedeschi e dopo mesi di terribili ed eroiche prove deportato e ucciso a Dachau. Ma chiudo ora questa lunga digressione di carattere storico, che rimanda all'impegno sviluppato e da sviluppare per comprendere i termini di quei decenni "di ferro e di fuoco" del secolo che conobbe la barbarie della persecuzione antiebraica e della Shoah; e vengo a più brevi parole di bilancio in s e n s o p i ù p r o p r i a m e n t e p o l i t i co dell'impegno che ho condiviso con voi. Ritengo di poter dire che si sono in questi anni consolidati - nella coscienza democratica del nostro paese - alcuni fondamentali punti fermi. Innanzitutto, rifiuto intransigente e totale dell'antisemitismo in ogni suo travestimento ideologico come l'antisionismo: perché in giuoco non è solo il rispetto della religione, della tradizione storica, della cultura ebraica, ma insieme con esso, inscindibilmente, il riconoscimento delle ragioni spirituali e storiche della nascita dello Stato di Israele, e quindi del suo diritto all'esistenza e alla sicurezza. Se questo è il punto fermo da non mettere mai in forse, ne discende l'altro, della distinzione da non annebbiare, tra solidarietà - da un lato - con la causa dello Stato di Israele contro ogni propaganda e minaccia di distruzione, comprese quelle che vengono dalla dirigenza iraniana, e dall'altro lato - libertà di giudizio su linee di condotta e concrete evoluzioni delle forze politiche che sono chiamate via via a governare Israele. Giudizi critici che d'altronde si esprimono liberamente nel dibattito politico e di opinione in seno a Israele, non possono essere considerati ostili purché formulati con il rispetto dovuto a ogni governo legittimo di qualsiasi paese amico. L'essenziale è che essi non sfocino in posizioni equivoche circa la natura e il futuro di Israele come Stato, circa il suo ruolo indipendente nella regione mediorientale e nella comunità internazionale. E' alla luce di questa distinzione che l'Italia e l'Europa possono e debbono fare la loro parte perché si apra la strada della pace in Medioriente, con la soluzione del conflitto israelo-palestinese sulla base della collaborazione tra due popoli e due Stati. "Israele" - ha detto di recente Shimon Peres - "non ha un'opzione migliore, diversa dalla soluzione dei due Stati" .... I negoziati con i pale-


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stinesi (dopo il voto all'ONU) si sono fatti "forse non più complicati, in ogni caso più necessari". Voglio qui condividere più in generale, ancora una volta, la visione che ha ispirato e continua a ispirare il mio collega Presidente israeliano, uomo che da decenni conosco da vicino, stimo e considero un autentico amico. Condivido la sua visione e la sua fiducia. A tutti gli amici israeliani desidero dire: i "punti fermi" che ho ritenuto di poter ricordare come ormai consolidati nell'opinione e nella consapevolezza politica del paese, non conosceranno alcun affievolimento nel prossimo futuro; la loro continuità è garantita, anche nel naturale succedersi, come in ogni paese democratico, delle maggioranze parlamentari e dei governi. Infine, rinnovo un caloroso apprezzamento alle ragazze e ai ragazzi, e nel loro insieme agli Istituti Scolastici, che si sono distinti nel concorso "I giovani ricordano la Shoah". Negli interventi degli studenti qui abbiamo sentito vibrare le corde dell'emozione più sentita e profonda. E in generale per quel che, come ho detto, siamo riusciti a costruire sul terreno di una più ampia e partecipata presa di coscienza del significato della Shoah, e della lezione da trarne, dobbiamo molto a voi, dobbiamo molto alle generazioni più giovani, per come si sono venute impegnando con mente aperta, nuove sensibilità e confortante maturità. E dunque, Grazie. E arrivederci””. Erano presenti il Presidente del Senato della Repubblica, Renato Schifani, il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, i Ministri degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, della Giustizia, Paola Severino, della Difesa, Giampaolo Di Paola, della Cooperazione Internazionale e Integrazione, Andrea Riccardi, il Giudice della Corte Costituzionale, Alessandro Criscuolo, il Presidente del COPASIR, Massimo D'Alema, il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, rappresentanti delle Associazioni degli ex internati e deportati, della Comunità ebraica e autorità politiche, civili e militari. Hanno partecipato alla cerimonia gli insigniti, ex deportati e internati nei lager nazisti, a cui precedentemente il Capo dello Stato, nella Sala della Serra con il Ministro Riccardi, aveva consegnato le medaglie d'onore (legge 27.12.2006 n. 296).

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, premia i bambini che hanno partecipato al concorso “I giovani ricordano la Shoah”

NELLA CASERMA SANTE LARIA RICORDATI I MILITARI DELLA GUARDIA DI FINANZA CHE SI PRODIGARONO A FAVORE DEGLI EBREI PERSEGUITATI. Il 28 gennaio 2013, nella Caserma “Sante Laria” il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Saverio Capolupo, con il Comandante in Seconda, Gen. C.A. Daniele Caprino, l'Ispettore per i Reparti di Istruzione, Gen. C.A. Vito Bardi e il Capo di Stato Maggiore del Comando Generale, Gen. D. Luciano Carta ed altre personalità, hanno onorato degnamente tutti i militari della Guardia di Finanza, Caduti nell'adempimento del loro dovere per salvaguardare la vita di Ebrei perseguitati, ed in particolare i cinque finanzieri che sono stati ritenuti “Giusti tra le Nazioni”, i cui nomi sono scolpiti nel Museo della Rimembranza, per la conservazione della Memoria dell’Olocausto. Il Comandante Generale ha deposto una corona d’alloro al Monumento ai Caduti nel Sacello del Museo Storico. Un picchetto d’onore e il silenzio d’ordinanza hanno reso più emozionante l’avvenimento. Successivamente è stata deposta solennemente una corona d’alloro alla Lapide scoperta, nel Piazzale Dobrej, con i nomi dei cinque “Giusti tra le Nazioni”. Alla cerimonia hanno partecipato rappresentanze della Comunità Ebraica di Roma e alti Ufficiali del Corpo fra cui il Presidente del Museo Storico, Gen. 10

C.A. Luciano Luciani ed il Presidente Nazionale dell'A.N.F.I., Gen. C.A. Giovanni Verdicchio.


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GIORNO DEL RICORDO IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLE FOIBE DELL’ESODO GIULIANO-DALMATA E DELLE VICENDE DEL CONFINE ORIENTALE a cura di

11 febbraio 2013, presso il Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha avuto luogo la cerimonia del “Giorno del Ricordo”. Dopo gli interventi del Presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Lucio Toth, del docente di Scienze sociali e politiche dell'Università di Milano, Paolo Segatti, e del Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, il Capo dello Stato, coadiuvato dal Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo, ha premiato le scuole vincitrici del concorso "Confine Orientale. Cultura e vita materiale tra la terra e il mare Adriatico orientale: i mestieri e la loro impronta nelle arti figu-

L’

A. Malizia

rative e nella letteratura". E' stato inoltre consegnato il diploma per il primo premio delle Olimpiadi di Italiano - sezione Licei italiani all'estero - alla studentessa della scuola di Fiume, Ana Šverko (nella foto). Il Presidente Napolitano ha quindi pronunciato il suo indirizzo di saluto: “”Rivolgo innanzitutto il mio saluto come sempre affettuoso e rispettoso ai rappresentanti delle famiglie delle vittime e dei profughi e delle loro rispettive associazioni. Rendo omaggio a quanti hanno ricevuto questa mattina il meritato riconoscimento dei diplomi e delle medaglie commemorative del Giorno del Ricordo. E mi complimento ancora con gli insegnanti e i ragazzi 11

che hanno vinto il concorso indetto dal Ministero dell'Istruzione e dall'Associazione degli Istriani, dei Fiumani e dei Dalmati. Debbo innanzitutto viva riconoscenza all'on. Lucio Toth, per aver ripercorso con assoluta puntualità e completezza il cammino che abbiamo insieme percorso in questi sette anni - celebrando "il Giorno del Ricordo" - per rendere giustizia agli italiani che furono vittime innocenti - in forme barbariche raccapriccianti, quelle che si riassumono nell'incancellabile parola "foibe" di un moto di odio, di cieca vendetta, di violenza prevaricatrice, che segnò la conclusione sanguinosa della seconda guerra mondiale lungo il confine orientale della nostra patria. E a cui si congiunse la tragica odissea dell'esodo di centinaia di migliaia


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di istriani, fiumani e dalmati dalle terre loro e dei loro avi. Si, è vero, è stato necessario partire da un impegno di verità, contro ogni reticenza ideologica o rimozione opportunistica, per poter arrivare alla riconciliazione. Ha detto bene il ministro Terzi : "Il dramma delle foibe e degli esuli non è più rimosso, ed è sempre meno oggetto di faziose strumentalizzazioni". E sulla base di un discorso di verità sulle sofferenze degli italiani e sulle brutalità delle più spietate fazioni titine - discorso che all'inizio, ricorderete, ci procurò qualche reazione polemica sull'altra sponda dell'Adriatico, ma poi si è imposto anche perché intrecciato con una nostra severa riflessione sulle colpe del fascismo - è stato quindi, sulla base di un discorso di verità, che si è potuto raggiungere il traguardo della riconciliazione, cioè del reciproco riconoscimento con le autorità e le opinioni pubbliche slovene e croate, e del comune impegno per un mare di pace in un’Europa di pace. Un impegno che superi ogni residuo o nuovo motivo di frizione e affronti problemi rimasti ancora insoluti. Questo riavvicinamento e questo incontro, di cui oggi possiamo compiacerci, sono stati resi possibili anche dal cambiamento del tempo storico: perché i due presidenti con i quali a Trieste rendevo omaggio al monumento dedicato all'esodo degli italiani, non portavano sulle loro spalle nessuna responsabilità per le degenerazioni del comunismo jugoslavo, compiutesi quando non erano nemmeno nati e con la cui eredità storica avevano rotto operando per la costruzione di una democrazia di ispirazione europea nella nuova Slovenia e nella nuova Croazia. Il cammino di cui ha parlato Lucio Toth lo abbiamo fatto in tanti e attraverso diversi canali, tra i quali primeggia la scuola. Ringrazio lui e ringrazio il ministro Terzi per aver messo in luce l'impulso e il contributo che fu da me dato in questi sette anni, ma ho solo interpretato il mio dovere e seguito il mio sentimento. E ora non ho davvero nulla da aggiungere agli interventi che hanno preceduto questo mio saluto; tra essi la relazione del prof. Segatti ha messo molto bene l'accento sul valore, negato nel passato e più che mai da valorizzare oggi, del pluralismo etnico e linguistico, il cui rispetto è condizione di una pacifica convivenza, culturalmente e umanamente più ricca. Concludendo, voglio tuttavia rendere esplicita una domanda che magari ser-

peggia: ma non abbiamo ormai detto tutto su vicende di 70 anni fa? Ha senso ritornarci sopra ad ogni ricorrenza del Giorno del Ricordo? Ebbene, si, ha senso, dobbiamo rispondere. Ha senso per essere vicini a chi visse quella tragedia e ne può dare ancora testimonianza, per essere vicini ai loro figli e ai loro nipoti. Riconciliazione non significa rinuncia alla memoria e alla solidarietà. E ha senso perché quanto più i giovani, i ragazzi di oggi, si compenetrano con ogni passaggio importante, con ogni squarcio doloroso della nostra storia di italiani - e penso anche alle prossime celebrazioni della prima guerra mondiale - tanto più potrà rinsaldarsi la nostra coesione nazionale e insieme con essa rafforzarsi la nostra voce in Europa””. Ha fatto seguito un concerto dell'orches-

tra d'archi del Conservatorio "Giuseppe Tartini" di Trieste. In precedenza il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Peluffo, assistito dal Presidente della Commissione incaricata dell'esame delle domande per la concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati, Gen. C.A. Giorgio Cornacchione, aveva consegnato i diplomi e delle medaglie commemorative del Giorno del Ricordo ai familiari delle vittime delle foibe. Erano presenti alla cerimonia il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, il Vice Presidente del Senato, Emma Bonino, il Giudice della Corte Costituzionale, Luigi Mazzella, rappresentanti del Parlamento, autorità ed esponenti delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati.

Il Comandante Generale della Guardia di Finanza depone una corona d'alloro al Sacrario del Corpo in occasione del Giorno del Ricordo L'11 febbraio 2013, nella Caserma “Sante Laria”, il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Saverio Capolupo, con i Comandanti in Seconda, Gen. C.A. Daniele Caprino (uscente), e Gen. C.A. Emilio Spaziante (subentrante), l'Ispettore per i Reparti di Istruzione, Gen. C.A. Vito Bardi e il Capo di Stato Maggiore del Comando Generale, Gen. D. Luciano Carta ed altre personalità, ha deposto una corona d'alloro al Sacrario del Corpo in occasione del Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle “Foibe”, dell'esodo “Giuliano-Dalmata” e delle vicende del confine orientale. Alla cerimonia hanno partecipato il Presidente del Museo Storico, Gen. C.A. Luciano Luciani ed il Presidente Nazionale dell'A.N.F.I., Gen. C.A. Giovanni Verdicchio.

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AVVICENDAMENTO IL GENERALE DI CORPO D’ARMATA EMILIO SPAZIANTE NUOVO COMANDANTE IN SECONDA DELLA GUARDIA DI FINANZA di

giorno 11 febbraio 2013, ha avuto luogo, a Roma, nella Caserma “Piave” del Comando Generale, l’avvicendamento, nella carica di Comandante in Seconda della Guardia di Finanza, tra il Generale di Corpo d’Armata Daniele Caprino ed il Generale di Corpo d’Armata Emilio Spaziante. Alla cerimonia, presieduta dal Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d’Armata Saverio Capolupo, hanno partecipato i Generali di Corpo d’Armata del Corpo, oltre a

Il

Umberto Fava

numerosi Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Finanzieri del Comando Generale. Per l’A.N.F.I. era presente il Presidente Nazionale Gen. C.A. Giovanni Verdicchio. Ha preso la parola il Generale Daniele Caprino che ha pronunciato il seguente discorso: “Signor Comandante Generale, 13

Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Finanzieri, Allievi, al termine del mandato di Comandante in Seconda della Guardia di Finanza, incarico che ho avuto il privilegio e l'onore di ricoprire nell'ultimo anno della mia carriera militare, lascio contemporaneamente il servizio attivo. Chi come me ha indossato l'uniforme per oltre 47 anni, dei quali quasi 45 nel Corpo, non può non affrontare con intima emozione questo particolare momento che conclude un percorso umano e professionale ricco di tante soddisfazioni e gratificazioni, vissuto con impegno, coerenza e passione.


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Un saluto beneaugurante all' Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia, custode delle tradizioni e dei valori che uniscono tutte le Fiamme Gialle in servizio e in congedo, e agli eletti negli Organi della Rappresentanza Militare, auspicando un sempre più proficuo impegno a favore degli appartenenti al Corpo. Infine, in questo momento particolare della mia vita, momento vissuto con profonda intensità, desidero rivolgere il mio più sincero e affettuoso saluto a tutti i Finanzieri di ogni grado e specialità che prestano giornalmente, con fedeltà e onore ma anche con tanti sacrifici, il loro difficile servizio a tutela della legalità e dei cittadini: ad essi ed ai loro familiari i miei migliori auguri di tanta serenità e di ogni meritato bene. A tutti, di cuore, buona fortuna! Viva la Guardia di Finanza! Viva l'Italia! “

Lascio il servizio orgoglioso per la meravigliosa esperienza, unica e straordinaria, vissuta con la piena consapevolezza di aver tenuto sempre fede al Giuramento prestato: servire il mio Paese, lo Stato e le Istituzioni senza riserve, senza compromessi, con trasparenza e dignità. Desidero indirizzare un pensiero di profonda gratitudine e sincera riconoscenza a quanti, Superiori, Colleghi e Collaboratori, hanno

in tutti questi anni condiviso con me i sacrifici e le gioie del servizio e l'amore per la Guardia di Finanza: ad essi va il mio affettuoso pensiero ed il ringraziamento per il sostegno offertomi in ogni circostanza. Mi inchino riverente alla gloriosa Bandiera del Corpo e rivolgo un pensiero commosso alla memoria di tutti i Caduti che, in guerra e in pace, hanno onorato il Giuramento sino all'estremo sacrificio. 14

Avvenuto lo scambio di posto, il Generale Emilio Spaziante ha tenuto il seguente intervento: “Signor Comandante Generale, Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati, Finanzieri, Allievi, assumo, con grande orgoglio, la carica di Comandante in Seconda della Guardia di Finanza. Come Finanziere, questo momento costituisce occasione di viva gratificazione e di legittimo orgoglio. Il sentimento di intima soddisfazione per il traguardo raggiunto, si unisce alla piena consapevolezza della grande responsabilità e dell'impegno che oggi assumo e che onorerò attingendo a tutte le mie energie, operando con grande umiltà ed assoluta dedizione nell'esclusivo interesse della nostra Istituzione. Mosso da questi propositi offro sin d'ora la mia incondizionata collaborazione al Comandante Generale, Generale di Corpo d'Armata Saverio Capolupo, nei cui confronti nutro una profonda stima fortificata da tanti anni di conoscenza reciproca. Un riverente e commosso omaggio rivolgo alla gloriosa Bandiera di Guerra della Guardia di Finanza e ai nostri Militari caduti nell'adempimento del dovere. Saluto con animo grato l'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia, da sempre interprete dell'intimo sentimento di appartenenza e del più profondo spirito di


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Corpo che unisce tutte le Fiamme Gialle, in servizio e in congedo. Un pensiero riconoscente indirizzo agli Organi della Rappresentanza Militare per il ruolo importante sempre assicurato nel promuovere interventi a favore del nostro personale. Al Generale di Corpo d'Armata Daniele Caprino, dal quale oggi ricevo le consegne, l'auspicio più sincero che ad una carriera esemplare al servizio del Corpo faccia seguito, anche per l'avvenire, ogni ulteriore e meritata soddisfazione. A Voi tutti, Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati, Finanzieri, Allievi, che ogni giorno dedicate le migliori energie nell'assolvimento dell'oneroso e impegnativo compito assegnatovi, rinnovo l'invito a portare sempre con orgoglio e fierezza le "fiamme gialle" e a continuare ad operare con senso del dovere, professionalità e passione per il bene del nostro Paese. Viva la Guardia di Finanza! Viva l'Italia! “ Il Generale Capolupo ha espresso, a nome proprio e di tutta la Guardia di Finanza, i più sentiti ringraziamenti per l’opera prestata dal Generale Caprino, che lascia il servizio attivo al termine del suo mandato, dopo oltre 47 anni, ed ha rivolto al nuovo Comandante in Seconda, il Generale Spaziante, un caloroso a u g u r i o d i “ b u o n l avo ro” p e r l’importante incarico che andrà a ricoprire. Al Gen. C.A. Daniele Caprino “Fiamme Gialle” formula l’augurio di un futuro sereno e ricco di soddisfazioni. Al Gen. C.A. Emilio Spaziante l’auspicio,

CURRICULUM VITAE Il Generale di Corpo d'Armata Emilio SPAZIANTE è nato il 14 maggio 1952 a Caserta e si è arruolato nella Guardia di Finanza il 2 ottobre 1970. E' laureato in Giurisprudenza ed in Scienze della Sicurezza Economico Finanziaria ed ha conseguito il Master in "Diritto Tributario dell'Impresa" presso l'Università Bocconi di Milano. Durante la carriera ha ricoperto incarichi di prestigio, tra i quali Capo del II Reparto del Comando Generale, Comandante Regionale della Lombardia, Capo di Stato Maggiore del Comando Generale, Vice Direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Comandante del Comando Interregionale dell'Italia Centrale e del Comando Aeronavale Centrale. Ha svolto attività di insegnamento presso la Scuola di Polizia Tributaria del Corpo ed è stato docente di materie giuridiche presso l'Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola Sottufficiali e presso l'Istituto Superiore di Polizia ed ha scritto numerosi articoli per riviste specializzate in materia fiscale. E' stato componente del Comitato di Redazione della "Rivista della Guardia di Finanza", della Commissione Consultiva per la riscossione operante presso l'Agenzia delle Entrate e del Comitato di Sicurezza Finanziaria. E' insignito delle seguenti onorificenze: Medaglia Militare d'Oro al merito di lungo comando di Reparto, Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica ltaliana, Medaglia d'Argento al merito della Croce Rossa Italiana, Medaglia delle Nazioni Unite per il servizio presso la Missione in Kosovo, Medaglia in relazione all'Operazione nei Balcani, Stemma di Scandeberg con relativa Aquila d'Oro della Repubblica di Albania, Silver Afghan Border Police Badge da parte della Polizia di Frontiera afgana, Medaglia per il servizio reso con la NATO in relazione all'Operazione "Operation ISAF in Afghanistan", Medaglia U.S.-Army per l'opera di supporto alla Missione "ISAF" in Afghanistan, Croce commemorativa per l'attività di mantenimento della sicurezza internazionale nell'ambito della partecipazione alla missione International Security Assistance Force (I.S.A.F.) in Afghanistan e attestazione di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione Civile per il seguente evento: Sisma in Abruzzo del 6 aprile 2009, D.P.C.M. del 6 aprile 2009. Dall'11 febbraio 2013 è Comandante in Seconda della Guardia di Finanza. che è certezza, di contribuire, in stretta comunione d’intenti con il Comandante Generale, a riaffermare i valori di una Isti-

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tuzione che, soprattutto nell’attuale momento storico è fondamentale per il progresso civile ed economico dell’Italia.


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TACCUINO di

La

Giuseppe Giuliani

MEMORIA

Io ho trascorso gli anni della guerra tra Napoli e Torre Annunziata. A Napoli, abitavamo in un quartiere lontano dagli obiettivi strategici del porto e della allora zona industriale di San Giovanni ma tutte le notti dovevamo andare al ricovero antiaereo, perché suonava l'allarme. Poi si scoprì che era soltanto un ricognitore britannico, ma naturalmente nessuno poteva saperlo, per cui si generava il panico. Poi arrivarono i bombardamenti veri e propri, che ci colsero soprattutto a Torre Annunziata, dove abitavamo in una caserma dei Carabinieri che faceva parte dello Spolettificio dell'Esercito, dunque, un obiettivo militare. La notte, nel ricovero, sentivamo i fischi che le bombe provocavano, cadendo, per lo spostamento dell'aria. Guardavamo il soffitto e speravamo che non ci crollasse addosso. Quando la bomba deflagrava, voleva dire che, per quella volta, ci eravamo salvati. La situazione era diventata di estremo pericolo, per cui sfollammo in un paesino della pianura, Palma Campania, dove – assente mio padre – mi ritrovai a fare da capofamiglia a tredici anni. Poiché i rubinetti dell'acquedotto erano a secco, guidavo ogni giorno mia sorella e gli allora due fratelli (un altro si sarebbe aggiunto proprio a Palma Campania) a riempire bottiglie ed altri contenitori alla fontanella della piazza. Un giorno tardammo sull'orario di questo rifornimento, perché avevamo invitato a pranzo un seminarista nostro amico, anche lui sfollato. Proprio mentre eravamo ancora a tavola, successe il finimondo. Aerei, non si è mai saputo se dei tedeschi in ritirata o degli alleati in avanzata, bombardarono quel piccolo borgo, del tutto insignificante ai fini militari ed una bomba aveva distrutto proprio la fontanella della piazza, dove noi quattro ragazzi ci saremmo dovuti trovare. Abbandonammo quindi la nostra casa che stava nel centro del paese e ci incamminammo verso la campagna, senza una meta, quando un sottufficiale dei Carabinieri – che ci cono-

Torre Annunziata - Napoli

sceva e che aveva mandato altrove la sua famiglia – ci consegnò le chiavi di casa sua e se ne andò ad alloggiare in caserma. Così, avemmo un tetto ma non il pane che io, capofamiglia di fatto, dovevo andare a procurare. Essendomi giunte delle strane “voci”, quando ero per strada e sentivo rumore di motori, che non potevano che essere militari essendo totalmente assente la motorizzazione civile, fingevo di zoppicare. Intendevo sottrarmi alle razzie che le “voci” a me giunte attribuivano ai tedeschi. Poi un giorno i tedeschi si materializzarono effettivamente proprio in casa e si fecero strada prendendo a calci la porta d'ingresso e puntandomi un mitra sul petto. Ma quando videro mia madre a letto con un neonato accanto se ne andarono. Come Dio volle, quando i tedeschi si erano già ritirati da un pezzo, arrivarono gli alleati e noi potemmo tornare nella nostra casa di Torre Annunziata ma una sera, mentre eravamo a cena, fummo sbalzati per terra, nel mentre tutte le finestre ed i balconi si spalancavano con violenza. Era scoppiato un treno carico di munizioni in transito nel porto cittadino. Pur trascurando, per brevità, tante altre cose, ritenevo, considerata l'età di allora, di aver pagato un tributo piuttosto pesante alla guerra. 16

Ma ho poi appreso che c'erano stati miei coetanei che ben più gravi difficoltà avevano dovuto affrontare. Difficoltà? Ma che dico, addirittura la morte. E non per la caduta di bombe o altri accidenti legati alla guerra, ma per la loro razza. Sami Modiano, mio coetaneo, è uno di questi. A otto anni, venne espulso dalla scuola perché ebreo. Poi venne caricato con padre e sorella – la madre, per sua fortuna, era già morta per cause naturali – su un fetido carro bestiame e trasportato in Polonia, campo di sterminio. Poiché era ritenuto idoneo al lavoro, sopravvisse per un po' ma poi era giunta la sua ora. Doveva andare a “fare la doccia”, l'eufemismo col quale i carcerieri facevano spogliare i carcerati, per immetterli nelle camere a gas. Senonché proprio quel giorno occorreva scaricare un treno di patate e bisognava fare presto perché il binario doveva essere occupato da un treno carico di ebrei che era in attesa. Così Sami fu dirottato dalla doccia alle patate. Ora ha scritto un libro “Per questo ho vissuto. La mia vita ad AuschwitzBirkenau e altri esili”, la cui lettura fa accapponare la pelle. Ma ci sono tanti altri libri dedicati ai medesimi fatti, per cui una persona “normale” potrebbe ritenere l'argomento più che esaurito. E inve-


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ce, no. E invece accade che a Napoli – che non è, o non è più, quella città baciata dal mare e dal sole, dove si canta al suono del mandolino, ma è diventata qualcosa di molto complicato e perverso – vengano beccate persone che, come se nulla fosse accaduto, coltivano l'odio contro gli ebrei, che si dicono sicure che le camere a gas non siano mai esistite e che non ci sia mai stata nessuna deportazione. E tutto questo alla vigilia del 27 gennaio, quando in tutto il mondo si celebra la “Giornata della memoria”. Il gip le ha spedite in galera anche per episodi di violenza fisica, ma il punto non è questo. Il punto è che non è la storia la maestra della vita, come dicevano i latini. Se così fosse, dopo la seconda guerra mondiale, con il suo carico di milioni di morti, non ci sarebbero state più guerre. E invece, ce ne sono state e ce ne sono, in giro per il mondo, ed altre covano sotto la cenere. Se la storia avesse insegnato qualcosa, non ci sarebbe più nel mondo una sola persona disposta a torcere un capello ad un'altra per motivi di razza o di religione. E, invece, non è così. Gli ebrei continuano ad essere perseguitati, così, del resto, come i cristiani. E' la ragione che è stata cancellata dalla nostra vita, se vi ha veramente mai avuto ingresso, e la memoria è diventata soltanto un affare di vecchi. (Da Bollettino tributario d'informazioni, n. 3 del 2013)

NA GIORNATA SPECIALE: 17 MARZO Pur nelle convulse fasi della fine anticipata della legislatura, il Parlamento ha trovato il modo di approvare una legge che era stata proposta da due donne parlamentari: Paola Frassinetti, del Popolo della libertà, e Maria Coscia, del Partito democratico. La legge istituisce la “Giornata dell'Unità, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera”, che sarà celebrata il 17 marzo, in ricordo della nascita del Regno d'Italia, proclamata nel 1861. Risale infatti a tale data la promulgazione di una legge approvata plebiscitariamente dal Parlamento, composta di un solo articolo: “Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d'Italia” La legge ebbe il numero 4671 e fu pubblicata nella Gazzetta n. 68 del giorno successivo. In un comunicato del governo si legge che “il 17 marzo è una data dal forte valore simbolico per l'Italia e rappresenta il punto

U

di arrivo nel percorso dell'unificazione nazionale e, al tempo stesso, il punto di partenza del cammino verso il completamento dell'unificazione del Paese”. Il 17 marzo sarà solo una solennità civile, dunque senza chiusura di negozi o riduzione di orari in uffici o scuole. Le nuove disposizioni sono state accolte da consensi unanimi da parte di tutte le forze politiche, eccezion fatta per la Lega Nord che, in questa materia, rema controcorrente. Un punto sul quale però le critiche sono state più estese è stato sull'Inno di Mameli, che ora dovrà essere studiato anche a scuola. Non perché non si sia d'accordo sulla necessità che l'inno nazionale sia cantato nelle manifestazioni ufficiali – come si fa con la Marsigliese o col “Dio salvi la regina” britannico - ma perché la musica e le parole non trovano generale gradimento. Al proposito, bisognerebbe ricordare che, alla proclamazione della Repubblica, quello di Mameli venne indicato come inno provvisorio, in sostituzione della Marcia reale, in attesa di trovare una soluzione definitiva, magari con una nuova composizione. Ma si sa come vanno le cose in Italia, dove, come diceva un famoso scrittore, non v'è nulla di più definitivo del provvisorio. Sono passati gli anni e del nuovo inno non s'è avuta notizia. Inoltre, l'Inno di Mameli ha cominciato ad essere “sponsorizzato” da autorità indiscusse, come il Presidente Pertini. Certo, anche a me – ma credo a tutti – piace più, musicalmente, il “Va pensiero” di Giuseppe Verdi, tanto gradito alla Lega. Ma oramai Mameli è entrato nelle nostre abitudini, ci abbiamo fatto l'orecchio e non serve più, a mio modesto avviso, perdersi in chiacchiere. C'è una frase idiomatica inglese che può tradursi più o meno così: “Giusto o sbagliato, è il mio Paese”. Applicandola all'inno nazionale si potrebbe dire: “Bello o brutto, è il mio inno”. 17

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ORTE DI UN SAGRESTANO

Penso che nessun lettore di questa Rivista ignori il nome di Giovannino Guareschi e dei due personaggi da lui creati: Don Camillo e Peppone. Questi nomi hanno fatto il giro del mondo, non solo per i libri ma anche per i film che ne sono stati tratti. Forse non tutti ricordano l'episodio di Caterina, la maestrina di tutti per moltissimi anni, la quale, in procinto di morire, chiamò al suo capezzale il sindaco Peppone e gli manifestò il desiderio che la sua bara venisse avvolta nel tricolore con la croce sabauda. In una memorabile seduta del Consiglio comunale, i cui membri manifestavano ostilità al rispetto della volontà della maestrina, Peppone si alzò in piedi, batté i pugni sul tavolo e disse che il Consiglio comunale andava bene ma che nel paese di Brescello comandavano i comunisti, di cui lui era il capo, ed in tale veste decideva che la maestrina avrebbe avuto il funerale che desiderava. E così avvenne. Qualche mese fa è morto il sagrestano della Chiesa di Brescello, quella dove c'era il Cristo che parlava a Don Camillo. Vittorio Gianelli, questo era il suo nome, di 78 anni, aveva espresso lo stesso desiderio della maestra Caterina. E' stato accontentato e sono certo che Giovannino, lassù, avrà sorriso sotto i baffi.


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AMBIENTE

CHI PORRA' FINE ALLA DEVASTAZIONE DEL BEL PAESE? a cura del dr.

era una volta il Bel Paese. L'Italia, nonostante sia una delle Nazioni più belle del pianeta, ricca di testimonianze storiche e artistiche (il 30% del patrimonio mondiale dei beni culturali risiede nella nostra Patria), di tradizioni secolari, baciata da un clima ottimale e invidiabile che offre tali e tante opportunità da poter riuscire a compensare, se solo si volesse, col turismo e l'agroalimentare ciò che ci manca come ricchezza in termini di materie prime nel sottosuolo, non gode purtroppo di una classe politica e dirigente degna di questo nome, che sappia valorizzare al meglio le sue grandi potenzialità. In qualsiasi altro Paese governato in senso etico e nell'interesse nazionale non si sarebbe mai sconvolto il territorio

C’

Marco Duspiva

mandando in malora una delle migliori leggi che si siano mai prodotte, quella famosa Legge Urbanistica varata nel 1942 con la quale, tra le altre, si imponeva un Piano Regolatore per ogni Comune d'Italia. In Italia questo è successo, facendo prendere il sopravvento all'abusivismo edilizio, al saccheggio del territorio per fini speculativi, al dissesto idrogeologico e all'inquinamento di fiumi, laghi e mari. Sulle pagine del Corriere della Sera del 21 gennaio 2013 Stefano Rodi scriveva: «produciamo cemento come nessun altro: una media di 565 chilogrammi per cittadino, di fronte a una media europea di 404. Per «vantare» questo primato ci servono quantità mostruose di sabbia, ghiaia e pietrisco, i cosiddetti «materiali inerti» con cui 18

si realizza il cemento. Quindi scaviamo come talpe instancabili, deturpando il territorio: nel 2010 c'erano 5.736 cave attive e 13 mila dismesse, che al di là dell'ufficialità salivano a un numero non quantificabile, visto che molte Regioni italiane non le cens i s c o n o n e m m e n o, c o m e r i s u l t a dall'ultimo studio sull’attività estrattiva di Legambiente. Le imprese del settore, vendendo sabbia e ghiaia, ricavano circa 1 miliardo e 115 milioni di euro all'anno, mentre nelle casse pubbliche, in cambio delle concessioni per le cave, entrano meno di 45 milioni. Sembra «materiale inerte» anche lo Stato, visto che la tassazione media sull'attività estrattiva è all'incirca del 4% e ci sono regioni come Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, dove si cava senza pagare un euro. In


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Inghilterra, tanto per fare un esempio, si paga il 20%». L'Istat denuncia che in soli 15 anni è stata cementificata un'area agricola grande come Lazio e Abruzzo e la Sau (Superficie agricola utilizzata) in Italia si è ridotta di 3 milioni e 663 mila ettari: un assurdo, se si pensa che il turismo, l'agroalimentare e il paesaggio sono la grandiosa ricchezza che potrebbe far vivere milioni di persone nel benessere. E di scempio pianificato parla anche l'archeologo e storico dell'arte Salvatore Settis, autore di Paesaggio, Costituzione e cemento, nel quale profetizza: «Vedremo boschi, prati e campagne arretrare davanti all'invasione di mesti condomini, vedremo coste luminosissime e verdissime colline divorate da case incongrue e palazzi senz'anima. Vedremo quello che fu il Bel Paese sommerso da inesorabili colate di cemento». Ma come si fa ad essere talmente scellerati? Ma dove è finito l'amor patrio, in base al quale chiunque governi in Italia lo dovrebbe fare alla stregua di un padre o di una madre di famiglia? Ma la devastazione cementificante si avvale anche di altri numeri, a cominciare dall'inutilità di molte edificazioni, se è vero che, sempre secondo gli ultimi dati dell'Istat, nel decennio 2001-2011, a fronte di un incremento della popolazione stimato in un milione di nuclei famigliari, sono stati costruiti 1 milione e 571 mila nuovi alloggi residenziali. «Se affacciandosi dalla finestra si vedono solo muri e strade, invece di piante e prati, si ha una sensazione di sradicamento», afferma Roberto Mazza, professore di psicologia dello sviluppo e di metodologia del servizio sociale all'Università di Pisa. «La sensazione è quella dello sradicamento: non ci si riconosce più nel panorama e l'ambiente che ci circonda assume

toni ostili. In questo contesto anche la vicinanza di altre persone è soltanto fisica, ma priva di contenuto emotivo, priva di quel legame umano rappresentato da valori comuni». Su questi temi il prof. Mazza, assieme all'epidemiologa Silvia Minozzi, ha scritto un libro, Psico(pato)logia del paesaggio. Disagio ambientale e degrado psicologico nel quale si evidenziano anche le ripercussioni sulla salute che coinvolgono intere aree urbane degradate nell'edilizia quanto nella devastazione dell'ambiente circostante: «Patologie come schizofrenia, o disturbi come anoressia, bulimia o depressione si manifestano con frequenza molto maggiore in aree ad alta densità di urbanizzazione. Per esempio un'analisi condotta su dieci recenti studi compiuti in Europa e negli Usa evidenzia che l'incidenza della schizofrenia è più che doppia nelle aree urbane rispetto a quelle rurali». Ma i paradossi non finiscono qui, purtroppo. In un Paese avvinto dalla logica del consumismo gli appetiti divorano ogni cosa, anche il patrio suolo. Si costruisce, si abbandona e si costruisce di nuovo altrove. Non c'è una logica concreta del recupero edilizio che coinvolga tanto le norme urbanistiche quanto il riciclo degli inerti, procedendo a demolizioni e progressive ricostruzioni che abbiano il fine ultimo di preservare e riqualificare il tessuto urbano, ma anche di offrire condizioni di vivibilità migliori. «Per scavare e devastare di meno un sistema esiste - scrive ancora Stefano Rodi -, e negli altri Paesi europei lo si utilizza: si recuperano i materiali dalle costruzioni e dalle demolizioni, piccoli o enormi che siano. Nei Paesi Bassi il quantitativo di materiale edile riciclato è del 95,1%, in Danimarca il 94,9%, in Belgio il 90%, in Germania l'86,3%. Noi chiudiamo la classifica con un

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misero 10% (dati Eurostat e Ispra), mentre va a finire nelle discariche o negli inceneritori il restante 90%, con tutti i costi ambientali ed economici che questo comporta. Per spiegare questo comportamento anomalo va detto che in Danimarca, per esempio, buttare materiale edile in una discarica costa una tassa circa cinque volte più alta di quella che si paga in Italia. Da noi, in più, a incentivare l'«usa e getta» c'è anche l'ampia offerta delle convenienti discariche abusive nelle mani della malavita, e quindi è tutta una ruota che gira, dalla parte sbagliata». In un dossier congiunto realizzato da Fai e Wwf, risulta che dagli anni Cinquanta a oggi si sono registrati 4,6 milioni di abusi edilizi: 75 mila all'anno, 207 al giorno. «Ma - scrive ancora Stefano Rodi sul Corriere della Sera del 21 gennaio 2013 - al di là degli abusi alla legge, sono quelli alla logica e all'estetica che fanno venire i brividi. Come i due nuovi borghi residenziali, alberghi, parcheggio da 800 posti auto, cinque piscine, undici bar e altrettanti ristoranti, 97 posti barca che stanno sorgendo nella baia di Sistiana, a 20 chilometri da Trieste, e che occuperanno l'intero piccolo golfo lasciato vuoto da una cava abbandonata. In più, a rendere inguardabile questo orizzonte costellato di gru, c'è anche il fatto che si continuano a costruire case destinate a restare in gran parte vuote. In totale sono 5 milioni e 320 mila gli alloggi dove non abita nessuno: quasi 250 mila solo a Roma. Ma anche nelle ricche province del Nord, la situazione non è diversa: in quella di Bergamo le case disabitate sono circa 100 mila, a Brescia città 82 mila». Altre statistiche rivelano una verità sconvolgente: l'Italia, che ha la minore crescita demografica del continente, ha il record per il maggiore consumo di suolo. «Dal 1950 - scrive Sergio Rizzo sul Corriere della Sera del 29 ottobre 2012 - la popolazione è aumentata del 28 per cento, mentre la cementificazione è progredita del 166 per cento. Ogni giorno, informa uno studio dell'Istituto superiore per la ricerca ambientale, vanno in fumo cento ettari, ovvero dieci metri quadrati al secondo. In un solo anno il cemento impermeabilizza una superficie pari al doppio della città di Milano. A scapito, sì, del nostro meraviglioso paesaggio, dell'ambiente, delle risorse turistiche e dell'assetto idrogeologico, ma anche dell'agricoltura, cui sono stati sottratti in quarant'anni cinque milioni di ettari, facendo dell'Italia una


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nazione in fortissimo deficit alimentare: se fossimo costretti per qualche ragione a chiudere improvvisamente le frontiere non avremmo di che sfamare un quarto della popolazione. E le palazzine orrende che dilagano nelle periferie e nelle campagne, restando spesso senza acquirenti né occupanti, non si possono certo mangiare. I numeri dicono, ancora, che il 7,3 per cento del territorio italiano, una superficie grande come la Toscana, è ormai cementificato. Per giunta sono dati vecchi di due anni: di questo passo avremmo già quasi doppiato la media europea di consumo del suolo, pari al 4,3 per cento. L'offensiva è particolarmente violenta al Nord. Il 16,4 per cento della pianura padana, una delle aree agricole un tempo più vaste e produttive del continente, è coperta da costruzioni. La Provincia più cementificata d'Italia è Monza, dove il 54 per cento del territorio è artificiale. Segue quella di Napoli, con il 43 per cento. Ma subito dietro c'è Milano, con il 37 per cento: quasi il doppio rispetto a Roma, attestata sul 20. E poi Varese (29), Trieste (28), Padova (23), Como (19), Treviso (19), Prato (18)… ». In un altro dossier del 2011 sul mercato edilizio italiano, firmato dalla Commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera, «tre anni di mercato in flessione hanno prodotto il dato allarmante di uno stock di “giacenze” che si attesta attorno ai 120 mila alloggi invenduti. Nel 1965 per

acquistare una abitazione semicentrale di una grande città servivano 3,4 annualità di reddito di una famiglia a reddito medio, mentre nel 2008 tali annualità sono diventate nove». Come a dire: si costruisce ma non si compra più. A parere di Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. «Malgrado milioni di case costruite negli ultimi due decenni c'è una grave emergenza abitativa nelle città. Proprio la crisi deve portare a un cambiamento, ora le priorità devono essere lo stop al consumo di suolo e gli investimenti nelle aree urbane, dove demolire e ricostruire per dare case a chi ne ha veramente bisogno e con consumi energetici azzerati, dove portare tram e metropolitane, e per mettere in sicurezza il territorio». Il disinteresse della politica per una sana e rigorosa urbanistica crea le premesse del disordine edilizio e dell'abusivismo verso i quali, se non si oppone l'etica della buona gestione del territorio ci pensa la natura a ribellarsi. In modo devastante, con frane, smottamenti, esondazioni. Tanto per fare un esempio tra i più emblematici per i disastri avvenuti negli ultimi anni, secondo la Protezione civile, il 98% dei Comuni della Liguria (232 su 235) «presenta un'elevata criticità idrogeologica» e «155 mila persone vivono o lavorano in aree considerate pericolose». In conclusione, ciò che necessita è una edilizia di qualità, il che non preclude che si

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possa continuare a investire e costruire, ma occorre farlo con criterio e con onestà, senza divorare altri milioni di ettari di campagna italiana, ma approfittando delle circostanze che possono favorevolmente facilitare lo scopo. Un esempio su tutti: chi metterà in salvo le 600.000 persone che, a vario titolo, popolano le pendici del Vesuvio quando si risveglierà dal suo torpore?


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SALUTE

igiene ed attenzione, dalla promiscuità, dal rilassamento dei costumi, dal basso tenore socio-economico, possono storicamente presentare un loro incremento o una ripresa in rapporto a vari fattori di emergenza e a diversi momenti storici. Intendo riferirmi a guerre, migrazioni, crisi economiche, permanenza coatta in comunità chiuse quali carceri, campi di concentramento …, aumento della proLE MALATTIE SESSUALMENTE stituzione, sbandamenti individuali e collettivi, scorrette abitudini (abuso di TRASMESSE (MST) alcool, dipendenza da droghe …). Pertanto le MST sono oggi diventate, i intendono con questo nome oltre che un pericolo personale, anche tutte le infezioni che un qualunque un grande problema di sanità pubblica individuo può assumere o tra- che, per i ben noti fenomeni della globasmettere in occasione di contatti o rap- lizzazione, tende ad assumere sempre porti sessuali di qualsiasi tipo o genere. più dimensioni planetarie ed un contiIn un recente passato, ed in parte ancora nuo, incontrollato aumento. E per comoggi, vengono pertanto dette anche “ma- plicare ancor di più il problema, esse lattie veneree” in quanto Venere nel sono inoltre condizionate da gravi commondo pagano era universalmente con- plicanze, da un'elevata diffusione anche siderata la divinità preposta ai diversi pro- nelle donne, con possibilità di trasmisblemi dell'amore e quindi anche alle sue sione alla prole, e negli adolescenti- giorelative malattie. La loro origine si perde vani adulti. Inoltre la presenza di una nella notte dei tempi: ne troviamo trac- MST può creare una porta di accesso ad cia negli antichi testi e nella storia di altre infezioni, e la compresenza di più quasi tutti i popoli antichi, spesso condi- MST contemporanee ed in nefasto influzionata da vere e proprie epidemie di e n z a m e n t o r e c i p r o c o, a g g r a v a queste infezioni sessualmente trasmes- l'espressione clinica ed il decorso delle se. A metà del secolo scorso, la scoperta stesse. Sul piano comportamentale ed di sulfamidici ed antibiotici, sempre più individuale, risultano sempre più periconuovi ed efficaci, aveva fatto sperare in losi i rapporti sessuali non protetti, speuna possibile eradicazione completa cie se con un elevato numero di partner delle MST. Ma, a cavallo tra il vecchio ed il nuovo millennio, abbiamo inaspettatamente registrato una ripresa mondiale di queste malattie, sia di quelle “tradizionali” dette anche di “prima generazione”(sifilide; blenorragia o gonorrea, comunemente conosciuta come scolo; ulcera venerea e linfogranuloma inguinale), sia di quelle “di seconda generazione” (herpes genitale; condilomi da HPV; mollusco contagioso; uretriti; vaginiti e pelvi-peritoniti, anche da Chlamidiae, Micoplasmi, richomonas, ecc.; malattia da HIV-AIDS; epatiti B e C; scabbia e ftiriasi pubica, le cosiddette piattole). Inoltre, poiché sono favorite dalla scarsa Prof. Luigi Valenzano, Consulente in Dermatologia presso il Poliambulatorio FAF di Roma, diretto dal Dott. Riccardo Piccinni

S

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conosciuti occasionalmente o superficialmente o addirittura incontrati in rete (Internet), le modalità rischiose dello scambio di coppie e/o dei rapporti di gruppo, la deprecabile moda del cosiddetto “turismo sessuale”, il sempre più frequente ricorso a farmaci o droghe stimolanti l'attività sessuale o che alterano lo stato di vigilanza. La dimensione attuale del problema scaturisce dai dati del WHO (World Health Organization) che stima la presenza di 350 milioni di nuovi casi di MST ogni anno nel Mondo, così ripartiti: 50 milioni nel Sud-Est asiatico, 18 milioni nell'Asia centrale, 65 milioni nell'Africa sud- sahariana, 18 milioni nell'Europa dell'Est, 16 milioni nella nostra civilissima Europa occidentale ! Si calcola che ogni giorno del Mondo circa 1 milione di persone viene colpito da una MST e che in Europa queste infezioni risultano seconde solo a quelle respiratorie. Di fronte a tutte queste considerazioni, si dimostra sempre più indispensabile un comportamento vigile e responsabile del singolo individuo nell'esercizio della propria sessualità e nel rispetto del partner. Auspicabile un sempre maggior coinvolgimento delle Autorità politico-sanitarie e dei diversi Specialisti che, ciascuno nella propria branca, deve fare opera di educazione sanitaria, di prevenzione, nonché di diagnosi e cura precoce ed appropriata.

dal sito internet: http://wellthiness.wordpress.com

L’Angolo della


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RICORDI LA SQUADRA DI CALCIO DELLA GUARDIA DI FINANZA di

Colonnello mi riceve nel suo ufficio e senza indugiare in preamboli entra subito nel merito della convocazione: Duca, se la sente? E sicuro che potremo fare una bella figura? Con altrettanta concisione rispondo con la tipica parola del gergo militare che riassume obbedienza, partecipazione, assenso. Sissignore. E così fu decisa la partecipazione della rappresentativa dei finanzieri della Legione di Udine al torneo di calcio indetto dal Presidio Militare della città tra le squadre dei vari Corpi presenti alla sede. Le perplessità del Colonnello erano comunque più che fondate. A quel tempo nella città friulana per la usa prossimità con il confine orientale, quello meno protetto dalla cerchia delle Alpi per la modesta altezza delle cime e la presenza di ampi e comodi varchi, erano dislocate unità di quasi tutte le forze armate. Alpini, carristi, artiglieri, e così via. Ciascuno di questi reparti, potendo scegliere tra centinaia di ragazzi per l'obbligatorietà del servizio di leva allora in vigore, era in grado di selezionare squadre veramente agguerrite, utilizzando elementi che già nella vita civile giocavano a calcio a buon livello. E la Guardia di Finanza? Chi avrebbe potuto mettere in campo per contrastare la presumibile superiorità di compagini composte da elementi mediamente giovani? Il fatto che il comandante della Legione si fosse rivolto al capitano Salvatore Duca non era però affatto casuale. Gli era giunta voce che quel giovane ufficiale in servizio a Trieste aveva messo su una squadra di calcio di finanzieri organizzando partite amichevoli contro le più svariate rappresentative locali. Una squadra del tutto anomala perché i suoi componenti prestavano servizio in vari reparti disseminati in tutto il Friuli – Venezia Giulia, per cui la loro presenza era quanto mai aleatoria. Ciò comportava evidenti svantaggi, ma c'erano anche aspetti positivi, quale quello di potere visionare e provare sul campo un gran numero di elementi. Con qualche gradi-

Salvatore Duca

Il

Torre Annunziata - Napoli

ta sorpresa, come quella volta che avevo scoperto un “libero” (a quel tempo era di moda) in un militare veramente forte ma che non sapeva neppure lui di poter fornire un rendimento ancora più elevato in un ruolo nel quale non era mai stato impiegato. Avuta via libera, ci diamo una certa organizzazione, limitando la rosa ad una ventina di elementi e fissando per gli allenamenti un campo nei pressi di Monfalcone, località facilmente raggiungibile anche da quelli più lontani. Di fatto ero l'allenatore, ma tale termine quanto mai impegnativo non fu mai pronunciato perché non previsto dai regolamenti militari e anche perché, a ben vedere, non avevo alcuna competenza ufficialmente certificata. Si preferì più modestamente chiamarmi “conduttore”. Per la verità non ero del tutto sprovveduto. Da ragazzo avevo giocato, sia pure a livelli non eccelsi, e poi mi ero trasformato in uno spettatore assiduo, osservando quello che succedeva sui campi di calcio più con spirito critico che con l'atteggiamento passionale tipico del tifoso. Davanti alla televisione, ad esempio, era ed è ancora mia abitudine togliere l'audio per formarmi un'opinione personale delle fasi di gioco senza farmi influenzare dai commenti dei cronisti. 22

Dopo una solenne cerimonia di inaugurazione (schieramenti, discorsi, fanfare, eccetera) il torneo finalmente ebbe inizio. Vi parteciparono otto squadre, con girone all'italiana di sola andata, per un totale di sette giornate, due a settimana. Pronti, via. Ed ecco le sorprese. Prima sorpresa: la squadra della Guardia di Finanza si dimostrò subito forte. Altra sorpresa: nessuna rivale fu in grado di rappresentare un vero ostacolo. Sorpresa finale: vinse il torneo con sette vittorie su sette partite. La cerimonia di premiazione fu un evento che non potrò mai dimenticare. Il Colonnello era al settimo cielo, i protagonisti erano ovviamente entusiasti, e io mi sentivo appagato e orgoglioso come poche altre volte nella mia vita. Da praticante non avevo raggiunto grandi traguardi, ma da “conduttore” qualche cosa di buono avevo combinato! Gli organizzatori da parte loro, a parte i discorsi ufficiali e le congratulazioni di rito, non nascosero un certo senso di delusione nel dovere premiare quale vincitrice una squadra alla quale non davano in partenza molto credito perché composta da gente di età media più elevata la cui efficienza dal punto di vista militare era a loro avviso quanto mai discutibile. Tante volte, ricordando quegli avveni-


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menti, mi sono chiesto i motivi del successo, e ogni volta sono giunto alla medesima conclusione. Non si trattò solo di superiorità tecnica nei confronti degli avversari. Questi erano più giovani e più veloci, ma non potevano avere quello che avevano i miei ragazzi. Attaccamento ai colori, spirito di Corpo, uniformità di idee e comportamenti derivanti dal fatto di svolgere quotidianamente lo stesso lavoro, affrontare gli stessi problemi, condividere gli stessi rischi. Quello che in estrema sintesi si può definire spirito di squadra. Che ti fa sentire ingranaggio di

un meccanismo più complesso, nel quale ognuno si pone nei confronti del compagno come mittente e destinatario dello stesso messaggio, e dove la solidarietà e l'affiatamento comportano una migliore comprensione e una più veloce intuizione di quanto avviene intorno, una maggiore consapevolezza delle possibilità proprie e altrui, una totale dispon i b i l i t à a l l ' a i u to re c i p ro co f i n o all'esaurimento delle forze. Tutto ciò, in definitiva, per cui una vera squadra esprime valori che superano la semplice somma delle qualità tecniche dei singoli

componenti. Quella squadra riscosse altri successi, vincendo tra l'altro per due anni consecutivi il Trofeo internazionale Monte Forno, istituito per rinsaldare i vincoli di amicizia tra i militari di guardia attorno al triplice confine Italia – Austria – Jugoslavia, ma nel mio ricordo la vittoria nel torneo del Presidio di Udine è rimasta unica e irripetibile, anche e soprattutto per i valori morali che vennero alla luce in quel mese scarso trascorso assieme ai “ragazzi”. In qualunque parte d'Italia adesso voi siate, sento il dovere di dirvi ancora una volta grazie.

FINANZIERE E PATRIOTA ANGELINO UNALI COMPIE 89 ANNI di

Maggio 1945: l'Europa festeggiava una pace raggiunta dopo enormi sacrifici e guardava con ritrovate speranze a d u n a n u ova stagione di progresso civile e morale. Non altrettanto accadeva nella Venezia Giulia ed a Trieste, condannate a subire una nuova ondata di violenza, che avrebbe fatto versare ulteriori fiumi di sangue innocente. Nella città di San Giusto, l'arrivo delle bande di Tito ebbe effetti non diversi da quanto era già accaduto in Dalmazia e si sarebbe ripetuto in Istria ed a Fiume. La Guardia di Finanza, che aveva scritto una pagina importante nella lotta di liberazione, avrebbe avuto diritto, a più forte ragione, ad un trattamento onorevole anche da parte dei nuovi occupatori. Non fu così: anzi, molti finanzieri, con specifico riguardo a quelli della Caserma di Campo Marzio, ma non solo, pagarono la grave colpa di essere italiani con un destino atroce: la foiba, od i campi di sterminio della Jugoslavia. Angiolino Unali, che oggi compie felicemente 89 anni, fu testimone diretto dei fatti e vide la colonna dei commilitoni, ormai prigionieri, che sarebbero stati infoibati a Basovizza, sul Carso triestino, dove la “pietas” del Corpo e la volontà dell'Associazione hanno eretto a

Carlo Cesare Montani

perenne memoria un Cippo, ed una lapide coi Nomi di tutti i Caduti. Il bravo finanziere cagliaritano riuscì a salvarsi dall'eccidio perché sul momento non si trovava in caserma, ed ha conservato il ricordo di giorni davvero plumbei, impegnandosi in una vita di testimonianze e di nostalgie, con lo scopo di non dimenticare quei patrioti, i loro valori, e naturalmente, la barbarie di un assassinio tanto efferato. Al pari di lui, molti Caduti erano sardi ed avevano abbracciato il servizio con la dedizione e l'entusiasmo che fanno parte delle tradizioni civili e militari dell'Isola. Ecco un buon motivo in più che suffraga l'affetto di Angiolino per il suo Capitano scomparso a Basovizza e per tutte le altre Vittime, il suo ritorno in un commosso e reverente pellegrinaggio, la sua presenza alle manifestazioni celebrative, per lui non certo formali. Oggi siamo noi ad abbracciare Angiolino ed a ringraziarlo

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per il contributo di fede e di verità che ha dato in questi suoi primi 89 anni, non senza un augurio sincero e cordiale, esteso a tutti coloro che, nella Guardia e fuori, gli hanno consentito di valorizzare e perpetuare la sua importante testimonianza: “ad majora” ! La memoria della foiba, delle iniquità che vi furono consumate e del sacrificio davvero “gratuito” delle Vittime, unitamente all'impegno perché simili efferatezze siano per sempre esorcizzate assieme alle loro barbare motivazioni, sono un patrimonio che Angiolino ha contribuito a valorizzare in maniera significativa: da una parte, con la morte nel cuore, ma dall'altra, con la certezza di gettare un seme di conoscenza civile che non mancherà di dare frutti rigogliosi. Con questo ringraziamento e con questo abbraccio ci uniamo ad Angiolino nel suo grido di allora e di sempre: viva l'Italia !


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RUOLO D’ONORE LA NORMATIVA VIGENTE SULLA PROMOZIONE NEL RUOLO D’ONORE a cura di

lla Presidenza Nazionale dell'A.N.F.I. pervengono molte richieste di notizie relative all'iscrizione nel Ruolo d'Onore, nonché quesiti riguardanti l'interpretazione e/o l'applicazione delle varie leggi che regolano la materia.

A

Al fine di fornire il dovuto riscontro, si ritiene opportuno richiamare l'attenzione degli interessati sui seguenti elementi indispensabili per conseguire l'iscrizione nel ruolo d'onore: a) collocamento in congedo assoluto per infermità. L'infermità viene accertata con un provvedimento medico-legale della Commissione Medica Ospedaliera, con giudizio di "permanente inidoneità al servizio incondizionato nella Guardia di Finanza e da collocare in congedo assoluto dal...." Tale giudizio è indispensabile anche quando trattasi di inidoneità nella posizione del congedo (ausiliaria, riserva, complemento e riserva di complemento, per gli ufficiali; ausiliaria, riserva e complemento, per i sottufficiali; congedo illimitato per gli appuntati e finanzieri). Deve trattarsi, di congedo assoluto per

Antonio Piga

motivi di salute e non congedo assoluto per limiti di età. L' infermità da ascriversi in una delle otto categorie previste dalla Tab. A annessa alla legge 10 agosto 1950, n. 648 e successive modificazioni. b) Invalidità le mutilazioni o invalidità dovute al servizio e per cause di esso debbono dar luogo ad un decreto di pensione privilegiata vitalizia. Tanto premesso, si trascrivono le fonti normative che regolano l'iscrizione e l'avanzamento nel Ruolo d'Onore dei militari del Corpo. Ispettori e Sovrintendenti Per tale personale le disposizioni di riferimento sono contenute nei seguenti provvedimenti: Ÿ la Legge 31 luglio 1954, n. 599 - estesa alla Guardia di Finanza con l'art. 1 della Legge 17 aprile 1957, n. 260 -, che all'art. 92 prevede l'iscrizione d'ufficio nel Ruolo d'Onore; Ÿ la Legge 22 novembre 1973, n. 872, che disciplina l'avanzamento degli aventi titolo iscritti nel Ruolo d'Onore; i quali possono conseguire fino ad un massimo di quattro promozioni nel medesimo Ruolo. Appuntati e Finanzieri. Il personale in argomento ha beneficiato delle medesime disposizioni previste per le altre categorie attraverso l'emanazione della Legge 24 gennaio 1986, n. 17 e successive modificazioni, con la quale si è regolata: Ÿ l'iscrizione d'ufficio nel Ruolo d'Onore degli Appuntati e Finanzieri, in analogia a quanto previsto per le altre categorie di personale; Ÿ la progressione di carriera, anche ai gradi di Sottufficiale (ora Ispettore e/o Sovrintendente) del medesimo personale, il quale può conseguire fino ad un massimo di quattro promozioni nel medesimo Ruolo. Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Finanzieri. 24

Normativa comune a tutte le categorie è costituita dalla Legge 27 febbraio 1989, n. 79, che regola la possibilità di trattenere o richiamare in servizio il personale del Corpo iscritto nel Ruolo d'Onore e decorato al Valor Militare o Civile, semprechè lo stesso non abbia superato il limite di età, stabilito per il grado rivestito, ai fini della cessazione dal servizio permanente. A tale possibilità si affiancano i previsti avanzamenti al grado superiore, che si verificano ogni quinquennio. Specifica forma di iscrizione nel Ruolo d'Onore è stata altresì prevista per una peculiare fascia di personale, in possesso di un trattamento pensionistico Torre Annunziata privile- Napoli giato vitalizio particolarmente significativo (stante il grado delle sofferte infermità altamente invalidanti), dalla Legge 5 marzo 1973, n. 29, estesa alla Guardia di Finanza con Legge 26 novembre 1975, n. 623. Ai sensi di tali norme, infatti, è possibile che siano iscritti nel Ruolo d'Onore e promossi direttamente al grado di Maresciallo Maggiore, anche i grandi invalidi per servizio del Corpo, individuati tra gli appartenenti ai Ruoli Ispettori, Sovrintendenti (ovvero personale del preesistente Ruolo Sottufficiali), Appuntati e Finanzieri. Tale nomina, come già detto, laddove la decorrenza sia successiva al 1° settembre 1995, avverrà al grado di Maresciallo Aiutante. Procedura per l'iscrizione e l'avanzamento nel Ruolo d'Onore. Come già evidenziato, a prescindere dal grado rivestito, nel Ruolo d'Onore sono iscritti d'ufficio (ai sensi delle rispettive leggi di cui è stato fatto cenno), tutti gli Ispettori, i Sovrintendenti e gli Appuntati e Finanzieri, collocati in congedo assoluto per infermità dipendente da causa di servizio, (risultante da apposito verbale della competente Commissione Medica Ospedaliera), ed in possesso della pensione privilegiata vitalizia, riferita ad una


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delle otto categorie previste dalla tabella A annessa alla suddetta Legge n. 648/1950 e successive modificazioni. La procedura di avanzamento nel suddetto Ruolo, ai sensi delle menzionate leggi, viene attivata sempre d'ufficio ed ha luogo "ad anzianità" prescindendo dal requisito dell'idoneità fisica e previa valutazione di ciascun interessato da parte degli Organi competenti ad esprimere i giudizi di avanzamento per ciascuna categoria di personale.Sono conseguibili fino ad un massimo di quattro promozioni, così articolate: Ÿ primo avanzamento al grado superiore rispetto a quello di iscrizione nel Ruolo d'Onore, dopo aver compiuto complessivamente cinque anni di anzianità nel grado rivestito ed almeno un anno di permanenza nel Ruolo d'Onore, all'uopo conteggiando sia il periodo maturato in servizio che quello successivo maturato nel nuovo Ruolo; Ÿ secondo avanzamento dopo ulteriori cinque anni di permanenza nel Ruolo, ovvero al maturare di una anzianità minima di dieci anni cumulativamente nel grado rivestito ed in quello precedente, con almeno sei anni di permanenza nel Ruolo; Ÿ terzo avanzamento dopo cinque anni di permanenza nel Ruolo, successivi al secondo avanzamento; Ÿ quarto avanzamento limitato ai titolari di pensione privilegiata vitalizia di prima categoria di cui alla tabella A, annessa alla suddetta Legge n. 648/1950 e successive modificazioni, che fruiscano di assegno di superinvalidità. Ciò, a condizione che gli interessati abbiano maturato ulteriori cinque anni di permanenza nel Ruolo dalla terza promozione. L'iscrizione ed i successivi avanzamenti nel Ruolo d'Onore saranno oggetto di debita variazione matricolare. Istruttoria relativa al personale Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Finanzieri. L'iscrizione nel predetto Ruolo viene disposta d'ufficio, con l'emissione di uno specifico provvedimento, con decorrenza dalla data di emanazione di quello concessivo del trattamento pensionistico privilegiato vitalizio. Qualora la data di emanazione del provvedimento concessivo di pensione privi-

legiata vitalizia sia antecedente alla data di collocamento in congedo assoluto, l'iscrizione avverrà con decorrenza da tale ultima data. Il personale posto in congedo assoluto per infermità dipendente da causa di servizio successivamente alla data del congedo (ma non oltre la data del congedo assoluto per età) potrà richiedere tale beneficio con una domanda al Comando Reparto Tecnico Logistico Amministrativo che custodisce il suo fascicolo personale, corredando la stessa del verbale medico rilasciato dalla Commissione Medica Ospedaliera giudicante e del decreto di pensione privilegiata vitalizia, se in proprio possesso. La procedura di avanzamento nel Ruolo d'Onore viene attivata esclusivamente d'ufficio, con il conferimento dell'incarico ai competenti Comandi Re.T.L.A. di far redigere specifici documenti matricolari nei confronti degli interessati, che hanno maturato l'anzianità necessaria per rivestire il grado superiore nel medesimo Ruolo. Nomina a Sottotenente del ruolo d'Onore dei Marescialli Maggiori iscritti nel medesimo Ruolo. La legge 22 novembre 1973 n.872, regola, tra l'altro, anche l'avanzamento dei Marescialli Maggiori appartenenti al Ruolo d'Onore al grado di Sottotenente. Condizione essenziale richiesta dalla norma è che i medesimi Sottufficiali siano beneficiari di pensione privilegiata di prima, seconda o terza categoria, ovvero siano decorati al Valor Militare o promossi per merito di guerra e che non abbiano già ottenuto il numero massimo di promozioni previste nel Ruolo d'Onore(fino a quattro e non oltre il grado di Capitano). A differenza delle procedure di avanzamento relative al personale Sottufficiali, che non riveste il grado apicale - ed appartenente al Ruolo "Appuntati e Finanzieri", la peculiare forma di avanzamento di cui trattasi può essere attivata esclusivamente "a domanda", da parte di ciascun Sottufficiale interessato, corredata del decreto di pensione privilegiata vitalizia (che è rilasciato dall'INPS ex INPDAP competente per il luogo di residenza). Avanzamento degli ufficiali del ruolo d'onore. L'avanzamento nel ruolo d'onore regolato dalla legge 12 novembre 1955, n. 25

1137, art. 120, sostituita dalla legge 16 ottobre 1964, n. 1148. Gli ufficiali iscritti nel ruolo d'onore possono conseguire avanzamento al grado superiore a quello col quale vi furono iscritti dopo aver compiuto cinque anni di anzianità di grado ed almeno un anno di permanenza in detto ruolo oppure nel caso di richiamo in servizio ai sensi dell'art. 116 della legge 10 aprile 1954, n. 113, dopo almeno un anno di servizio. Gli stessi ufficiali possono conseguire una seconda promozione: a) dopo altri cinque anni di permanenza nel ruolo; b) ovvero quando abbiano maturato una anzianità complessiva minima di 10 anni cumulativamente nell'attuale grado ed in quello precedente, ed almeno 6 anni di permanenza nel ruolo; c) ovvero, nel caso di richiamo in servizio ai sensi dell'art. 116 della citata legge 10 aprile 1954, n. 113, dopo un anno di servizio dalla data del precedente avanzamento. Gli ufficiali che abbiano conseguito la promozione ai sensi del comma precedente, possono conseguire una terza promozione allorché, successivamente alla data della seconda promozione, maturino le condizioni di cui alle lettere a) e c) del comma stesso. Possono conseguire una quarta promozione gli ufficiali che siano titolari di pensione di prima categoria di cui alla tabella A annessa alla legge 10 agosto 1950, n. 648, e che fruiscano di assegno di superinvalidità, allorché si verifichino per essi, dopo la terza promozione, le condizioni di cui alle stesse lettere a) e c). Gli ufficiali di cui ai commi precedenti non possono conseguire avanzamento oltre il grado massimo previsto per il ruolo dal quale provengono. Peraltro, gli ufficiali provenienti dal ruolo di complemento possono, in deroga all'art. 112, conseguire avanzamento ai sensi del precedente articolo sino la grado di colonnello, purché non superino il grado medesimo previsto per il corrispondente ruolo del servizio permanente effettivo. L'avanzamento ha luogo ad anzianità, senza che occorra determinare l'aliquota di ruolo e prescindendo dal requisito dell'idoneità fisica.


CONVENZIONI

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CONVENZIONE TELEFONIA MOBILE CON WIND PER TUTTI I SOCI DELL’A.N.F.I.

All Inclusive Business SMART

La IT CORPORATE s.n.c. di Benevento (via XXIV Maggio, 22), ha comunicato alla Presidenza Nazionale di aver ottenuto, dalla Wind Telecom u n i c a z i o n i S . p. A . , particolari condizioni R I S E R VAT E a i S o c i d e l l 'A . N . F. I . e l o r o familiari.

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Alla nuova convenzione, che non sostituisce, ma si aggiunge a quelle esistenti, si potrà aderire inviando, via fax o email, completata in ogni sua parte, l’apposita PROPOSTA DI CONTRATTO alla IT CORPORATE s.n.c ( VEDESI INFO) unitamente a copia di un proprio documento di riconoscimento.

All Inclusive Business UNLIMITED

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I Soci interessati potranno richiedere copia della c i t a t a p ro p o s t a a l l a Sezione di appartenenza o rilevarla dal sito internet www.assofinanzieri.it sub menù “agevolazioni e convenzioni”.

I.T. CORPORATE Tel. 082 447629 - 0824 316747 - 0824 43104

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Riportiamo, a lato, le tre opzioni di contratto, ricordando che i prezzi sono I.V.A. esclusa e che le tariffe applicate al superamento della soglia relativa alle proposte “Business SMART e Business SILVER” sono: chiamate voce verso cellulari e fissi nazionali, 15 cent/min - SMS, 10 cent/sms.


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ROMA-1/NORD

a cura di A. Malizia

Durante una recente visita al Comando Regionale Lazio, il Comandante Generale del Corpo, Gen. C.A. Saverio Capolupo, ha incontrato una delegazione della locale Sezione A.N.F.I. presieduta dal Gen. B. Bernardo Musumeci.

SIRACUSA

PRESIDENZA NAZIONALE

Presso un noto locale di Siracusa, si è svolto un conviviale, organizzato dal Presidente della Sezione, M.M.m. Cav. Greco Raffaele, a cui ha partecipato con entusiasmo il Consigliere Nazionale per la Sicilia S.Ten. Giuseppe Culò, numerosi soci della Sezione tra cui l'ex Consigliere Nazionale, S.Ten. Ignazio Romano.

Incontro conviviale del personale della Presidenza Nazionale dell'A.N.F.I., presso un noto ristorante di Lariano (RM), alla presenza del Presidente Nazionale, Gen. C.A. Giovanni Verdicchio e del Segretario Generale, Ten. Col. Giuseppe Ruggieri.

ATLETI FIAMME GIALLE

MACERATA

Inaugurata, a Bellegra (RM), il 20 ottobre 2012, la “Stele Atleti Fiamme Gialle”. Realizzata dal M.O. Maurizio Elviretti, ex Atleta Marciatore del sodalizio Giallo Verde, deceduto qualche mese prima. Alla cerimonia erano presenti i familiari, Sig.ra Mariangela ed i figli Vincenzo e Fabio, il Presidente della Sezione A.N.F.I. Atleti Fiamme Gialle, Mar. A. Cav. Paolo Grecucci, ed il Gen. Gianni Gola già Comandante del Centro Sportivo.

Alcuni soci della Sezione, unitamente al presidente, S.Ten. Ivano Pandolfi e a militari in servizio e rispettivi familiari del Comando Provinciale di Macerata, hanno partecipato alla visita guidata nelle località storiche e artistiche della città di San Severino Marche (MC) .

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BORGO VALSUGANA

AGRIGENTO

Il 18 dicembre u.s., il Gen. C.A. Pasquale Debidda, Comandante Interregionale per l'Italia Nord-Orientale, ha fatto visita alla locale Tenenza ed alla Sezione A.N.F.I., dove è stato accolto dal Presidente, M.M. Giuseppe Mascotto e da alcuni soci.

Riunione conviviale di fine anno dei soci della Sezione, presieduta dal V.Brig. Cav. Roberto Ferro, durante la quale sono stati consegnati numerosi riconoscimenti. Gradito ospite il Consigliere Nazionale, S.Ten. Giuseppe Culò.

CROTONE

RAVENNA

Il 16 gennaio 2013, ha avuto luogo una cerimonia commemorativa, in onore dell'App. Francesco Pirillo, a cui è intitolata la locale caserma del Corpo. Hanno partecipato: il Comandante Provinciale, Ten. Col. Marmo Teodosio, una rappresentanza dei soci con il Presidente, Brig. Sergio de Benedetto, e la famiglia dell'App. Pirillo.

Il 9 dicembre 2012, i soci e familiari della Sezione, presieduta dall'App. sc. UPG Sisinnio Aresti, si sono incontrati per il tradizionale scambio di auguri presso un noto ristorante di Ravenna. Gradito ospite il Comandante della 1^ Compagnia, Cap. Giuseppe Furno.

DONGO

TRICASE

La Sezione A.N.F.I., con la collaborazione della Sig.ra Domenica Gobba, ha raccolto una somma di denaro che è stata consegnata, il 23 gennaio 2013, a due famiglie del Comune di mIrandola (MO) colpite dal terremoto del maggio 2012.

Incontro conviviale dei soci della Sezione, organizzato dal Presidente, Cav. Gaetano Calabrese, presso un noto ristorante del luogo, con la gradita partecipazione di un gruppo di soci della Sezione di Leverano.

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POTENZA

Il 9 dicembre u.s. il Presidente della Sezione A.N.F.I., M.C. Cav. Paolo Rocco Telesca ha organizzato il tradizionale pranzo di fine anno. All'evento è intervenuto anche il Consigliere Regionale On. Rocco Vita, nipote del defunto Gen. Felice Vita a cui è intitolata la Sezione ( a sinistra). Il 17 dicembre u.s. il Comandante Interregionale dell'Italia Meridionale, Gen. C. A. Domenico Achille, unitamente al Prefetto di Potenza, dr. Antonio Nunziante, ha fatto visita al Comando Regionale Basilicata. L' A.N.F.I era rappresentata dal Presidente della Sezione, M.C. Cav. Paolo Rocco Telesca, dal Vicepresidente Brig. c. Vincenzo Santarsiero e dal socio M.A. Antonio Fillitto (a destra).

IMOLA

PERUGIA

Il 16 dicembre u.s., Soci e familiari della Sezione, presieduta dal M.A. Nicola Belardo, si sono ritrovati, con grande entusiasmo, per il tradizionale pranzo dove si sono scambiati gli auguri per le festività Natalizie.

S. Messa in suffragio dei defunti della Sezione, presso il Santuario di Rivotorto di Assisi (PG), alla presenza del Comandante Regionale, Gen. Zaccagnini, del Comandante Provinciale, Col. Tuzi, del Procuratore Capo della Repubblica, Dr. Fumu, del Presidente della Sezione, M.M.a. Giovanni Pani, e di numerosi soci.

TRAPANI

LUINO

Convivio di fine anno dei soci della Sezione, presieduta dal Brig. Canio Di Pierro. Graditi ospiti il Comandante Provinciale, Col. t. ST Pietro Calabrese ed il Consigliere Nazionale, S.Ten. Giuseppe Culò.

Tradizionale incontro natalizio per i soci della Sezione A.N.F.I. di Luino, organizzato dal Presidente, M.A. Francesco Leugio. Al centro della foto il Comandante della Tenenza, Ten, Potenza, il Presidente della Sezione ed il Consiglio Direttivo. 29


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AVELLINO

Il folto gruppo dei soci della Sezione, con alfiere e bandiera, che hanno partecipato alla celebrazione del 4 novembre 2012, Festa dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate, con la deposizione di una corona al monumento ai Caduti della Città (a sinistra). L'11 dicembre 2012, la rappresentativa della Sezione, presieduta dal M.M.A. Michele Golia, unitamente al personale in servizio, ha partecipato alla S. Messa di Natale, officiata dal Mons. Marino, Vescovo della diocesi di Avellino (a destra).

L’AQUILA

MANFREDONIA

Il 6 dicembre u.s., una delegazione della Sezione, composta dal Presidente, M.A. Domenico Del Pinto e dal Vicepresidente, Brig. c. Osvaldo Fontana, è stata ricevuta dal nuovo Prefetto di L'Aquila, Dott. Francesco Alecci.

Il Gen. D. Franco Patroni, Comandante Regionale del Corpo, durante la sua visita al Comando Provinciale di Foggia, ha incontrato la rappresentanza della Sezione ANFI di Manfredonia, guidata dal Presidente, Brig. Leonardo Giampietro.

MEDIO CAMPIDANO

ASTI

Su invito del Sindaco di Villacidro, una rappresentanza della locale Sezione, con alfiere e bandiera, ha partecipato alla celebrazione della giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate

Genetliaco del V.Brig. Pasqualino D'Arino, classe 1926. Il Comandante Provinciale di Asti, Col. Antonio Borgia, ed il Presidente della Sezione, Brig. C. Michele Marchese, hanno incontrato il predetto formulandogli le più affettuose felicitazioni per l'importante traguardo raggiunto.

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PADOVA ED ESTE

Il 14 dicembre 2012, è stata celebrata la S. Messa di Natale, officiata dal Cappellano Militare, don Claudio, unitamente ai reparti del Corpo ed alle Sezioni di Padova ed Este. Erano presenti il Comandante Provinciale, Col. t.ST Guido Zelano ed i Presidenti delle Sezioni di Padova ed Este, M.M.A. Cav. Orazio Longo e Sten. Marino Mori (a sinistra). Il 16 dicembre u.s., durante la riunione conviviale della Sezione di Padova, presso un noto ristorante della città , sono stati consegnati gli attestati di benemerenza ed un diploma di merito ai soci (a destra).

RIMINI

Il 20 novembre u.s. il Comandante Regionale, Gen. D. Mario D'Alonzo, accompagnato dal Col. Mario Venceslai, ha fatto visita alla Sezione A.N.F.I. di Rimini, accolto dal Presidente della Sezione, Lgt. Remo D'alonzo che ha donato all'alto ufficiale una targa ricordo (foto a sinistra). Il 4 dicembre u.s., il Comandante Interregionale per l'Italia Centro-Settentrionale, Gen. C.A. Michele Adinolfi, accompagnato dal Comandante Provinciale, Col. Venceslai, ha visitato la Sezione A.N.F.I. di Rimini, dove ad accoglierlo vi era il Presidente, Lgt. Remo D'Alonzo che ha donato, all'ospite, una targa ricordo della visita (a destra).

MODENA

LODI

Il 2 dicembre u.s., la Sezione presieduta dal Lgt. Cav. Cristiano Ceci, ha programmato il pranzo di fine anno a cui hanno partecipato 250 persone. Graditi ospiti il Comandante Provinciale di Modena, Col. Michele Pallini ed il Consigliere Nazionale A.N.F.I., M.M.A. Comm. Ermanno Gelsi.

Soci e familiari della Sezione hanno partecipato alla S. Messa in suffragio dei Caduti ed al convivio di fine anno, organizzato dal Presidente Sten. Domenico Magliocca. Ospiti il Comandante del Nucleo pt, Ten.Col. Giampaolo Lo Turco ed il Consigliere Nazionale Cap. Urbano Saba.

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AOSTA

GENOVA Il 17 gennaio 2013, il Consigliere Nazionale per la Liguria, Ten. Col. Antonio Marino, e Mons. Giovanni Denegri, 2° Cappellano Militare Capo, hanno fatto visita di cortesia al S.Ten. Cav. Primo Bolzoni, socio della Sezione di Genova, che il 13 febbraio p.v. compirà 101 anni. Accolti dalle due figlie, Gabriella ed Angela, hanno portato il saluto dell’Associazione ed il conforto di una preghiera, recitata da tutti i presenti. Il Consigliere Nazionale ha donato una targa ricordo al S. Ten. Bolzoni.

Il 16 dicembre 2012 la Sezione A.N.F.I. ha organizzato il pranzo sociale di fine anno per lo scambio di auguri. Ha partecipato il Dott. Davide Machado, con consorte, nipote del Col. Ottavio Berard, a cui è intitolata la Sezione A.N.F.I. di Aosta, il quale ha ringraziato per l'invito ricevuto.

FROSINONE

UDINE

I Soci della Sezione di Frosinone, presieduta dal Ten. Col. Silvio Turriziani, si sono riuniti in occasione dello scambio di auguri per le festività natalizie. Nell'occasione è stata celebrata una S. Messa in onore dei Soci deceduti nel 2012.

Il 5 Gennaio 2013, presso la Sala Convegno adiacente la sede della Sezione ANFI di Udine, il Presidente M.A.c.s. Guido Bianchi unitamente al Direttivo, hanno organizzato la festa della “Befana”, nelle vesti della Sig.ra “Giovanna”, consorte del socio S.Ten. Pietro Buonincontri che ha distribuito regali a tutti i bambini.

EBOLI

ROVERETO

Incontro conviviale dei Soci della Sezione, presieduta dal Col. Giovanni Vecchio, in occasione delle festività natalizie. Nella foto i soci al termine della S. Messa presso il Santuario di S. Gerardo Maiella.

Il 30 settembre u.s., la Sezione di Rovereto, presieduta dal Lgt. Cav. Donato Cillis, ha organizzato una gita sociale/culturale, di una giornata, per visitare le bellezze dell'antico maniero di Castel Thun ubicato nel Comune di Vigo di Ton (TN).

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BENEMERENZA

a cura di

A. Malizia

Bolzano

Mestre-Venezia

Durante la riunione conviviale di fine anno Ă stato consegnato, a cura del Presidente della Sezione, M.A. Antonangelo Murgia, al Comandante Provinciale, Col t. ST Giovanni Avitabile, il Diploma di Socio Onorario dell'A.N.F.I..

Cerimonia di consegna degli attestati di benemerenza, alla presenza del Comandante Interregionale per l'Italia Nord-Orientale, Gen. C.A. Pasquale Debidda e del Presidente della Sezione App. Comm. Gaetano Fasulo.

San Severo

Sassari

Consegnati, a cura del Comandante della Compagnia e del Sindaco, i diplomi di merito al M.A. Michele Palumbo ed al Brig. c. Matteo Moscarella. Erano presenti il Presidente della Sezione, Cav. Luigi Iagulli ed alcuni soci.

Durante il convivio di fine anno, organizzato dal Presidente della Sezione, M.M. Giovanni Ragnedda, sono stati consegnati dal Comandante Provinciale, Col. Corrado Pillitteri, tre attestati di benemerenza ad altrettanti soci della Sezione.

Varese

Pavia

Consegna degli attestati di benemerenza ai soci della Sezione. Nella foto: S.Ten. Fabrizio Rotoli, M.C. Luigi Tomassini, M.M.A. Vincenzo Ingallina, Presidente della Sezione, ora deceduto, Brig. Nicola Pascazio e M.M.A. Nevio Landi.

Alla presenza del Comandante Provinciale Col. Domenico Grimaldi, del Presidente della Sezione, Brig. c. Salvatore Puntara, e di numerosi soci, è stata consegnato al S.Ten Antonio Alberti il Diploma di Presidente Onorario di Sezione.

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a cura di G. Guglielmi

M.M.A. Saverio Fedele, socio della Sezione di Genova, e consorte Sig.ra Maria Luisa Cavagnaro;

SOCI CHE SI FANNO ONORE Monia PALMIERI Lions Premio Donna Talento

M.M.A. Walter Francesconi, socio della Sezione di Bologna, e consorte Sig.ra Carla Malvini;

La Sig.ra Monia Palmieri, socia benemerita dell'A.N.F.I., conosciuta nell'ambito del nostro sodalizio perché presentatrice di numerose manifestazioni sia della Guardia di Finanza che dell'ANFI, ha condotto alcuni concerti della Banda Musicale del Corpo trasmessi su Rai 1 e, per ultimo, ricordiamo la presentazione del concerto della Banda della Guardia di Finanza, in occasione del XVIII Raduno Nazionale A.N.F.I. svoltosi dal 29 settembre al 2 ottobre 2011 ad Andria. La Sig.ra Palmieri il 19 gennaio 2013, ha ricevuto il “Lions Premio Donna Talento”, per le sue doti di presentatrice, conduttrice televisiva e Direttrice Artistica di eventi, manifestazione culturale che si è svolta presso il Teatro Paisiello di Lecce, con il patrocinio della Regione Puglia, Provincia di Lecce e Comune di Lecce. PROMOZIONI

M.M.A. Romano Luparini, socio della Sezione di Asti, e consorte Sig.ra Piercarla Zallio; Sig. Antonino Mancuso, socio simpatizzante della Sezione di Monza; Fin. Igino Murru, socio della Sezione di Oristano, e consorte Sig.ra Olga Volpe; App.m. Carlo Pesce, Consigliere della Sezione di Ischia, e consorte Sig.ra Giovanna Trani; M.M.A. Ermanno Ravaglia, socio della Sezione di Bologna, e consorte Sig.ra Bruna Monti; M.O. Benito Rossi, Presidente della Sezione di Rovigo, e consorte Sig.ra Franca Forzan. Brig.c. Santino Cocco, socio della Sezione di Bergamo; NOZZE D’ARGENTO

Il seguente militare in congedo è stato promosso al grado superiore nel ruolo della Riserva di Complemento: A Sottotenente: M.A. Fabrizio Bortolotti, socio della Sezione di Torino. I seguenti militari in congedo sono stati promossi al grado superiore nel ruolo di Complemento:

Brig.c. Nicola Pizzardo, socio della Sezione di Albenga.

NOZZE D’ORO I seguenti soci hanno festeggiato il loro 50° anniversario di matrimonio:

Il seguente socio ha festeggiato il 25° anniversario di matrimonio: Sig. Piero Ebbero, socio simpatizzante della Sezione di Alcamo, e consorte Signora Anna Maria Amato.

NOZZE

Fin. Ido Bertolai, socio fondatore della Sezione di Piombino, e consorte Sig.ra Maris Capecchi;

I seguenti soci o loro familiari hanno contratto matrimonio:

M.M.A. Giuseppe Colaceci, Sindaco effettivo della Sezione di Nettuno-Anzio, e consorte Sig.ra Maria Coriddi;

Sig.na Nadia Calabrese, figlia del Brig.c. Cav. Gaetano, Presidente della Sezione di Tricase, con il Sig. Antonio Quarta;

A Maresciallo di Complemento: Brig. Fausto Pandolfi, socio della Sezione di Albenga;

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Dott.ssa Pasquina Fracchiolla, figlia del Brig.c. Francesco, socio della Sezione di Molfetta, con l'Ing. Vincenzo Ienottico;

Luigi Rizzello, socio della Sezione di Gallipoli, e della consorte Sig.ra Anna, socia benemerita della stessa Sezione;

Sig.na Jessica Parasiliti, figlia del M.llo Sebastiano, socio della Sezione di Catania, con il M.llo CC Giuseppe Palmieri;

Filippo, nipote del Fin. Salvatore Ventrone, socio della Sezione di Luino, e della consorte Sig.ra Domenica Milazzo;

Arch. Giuseppe Squarise, nipote del M.M.A. Salvatore Squarise, socio della Sezione di Padova, con la Dott.ssa Giorgia Bolzan;

Gabriele, nipote del M.c.m. Giovanni Di Mariano, Consigliere della Sezione di Palermo;

Dott.ssa Francesca Barbara Viola, figlia del M.A.c.s. Pasquale, socio della Sezione di Modugno, con il Sig. Nicola Rifino. CULLE Sono nati: Alberto, nipote del Fin.m. Antonino Sciarrino, socio della Sezione di Marsala, e della consorte Sig.ra Leda Cornello; Alice, nipote del M.c. Nicola Montepulciano, Presidente della Sezione di Augusta; Alessandro, nipote del Brig.c. Gianfranco Novello, socio della Sezione di Torino; Andrea, nipote del M.c. Cav. Egidio Calabrese, socio della Sezione di Gorizia, e dell'App. Stefano in servizio nel Corpo; Anna, nipote del Brig. Maurizio Artoni, Consigliere della Sezione di Mantova, e della consorte Sig.ra Alba Pigozzi; Annalisa, nipote del Brig. Nicola Giannico, socio della Sezione di Chieti, e della consorte Sig.ra Elisa; Domenico Marco, nipote del Brig. Domenico Facciolo, socio della Sezione di Mazara del Vallo, e della consorte Sig.ra Maria Pipitone; Elena, figlia del M.c.m. Enzo Genovese, in servizio nel Corpo, e nipote del M.M. Marcello Piras, socio della Sezione di Cagliari, e della consorte Sig.ra Rita Sarritzo; Elia e Francesco, nipoti del Brig.c. Roberto Pallari, socio della Sezione di Siena, e della consorte Sig.ra Ernestina Fedeli; Elisa, figlia dell'App. Alessandro Greco, in servizio nel Corpo e nipote del M.a.m.

Gabriele, figlio dell'App. Gianluca Grimaldi, in servizio nel Corpo, e nipote del Brig.c. Gerardo Petagna, socio della Sezione di Acqui Terme; Giada, figlia del Sig. Claudio Bompasso, socio simpatizzante della Sezione di Palermo, e nipote del Brig.c. Moreno Scatizza, socio della stessa Sezione; Giada, nipote del Brig.c. Domenico De Luca, socio della Sezione di Cassino, e della consorte Sig.ra Maria D'Aguanno; Gioele, nipote del M.c. Federico Marchioro, Presidente della Sezione di Tarvisio, e della consorte Sig.ra Miriam Biatel; Laerte, nipote, del Brig.c. Antonino Ponzio, socio della Sezione di Civitavecchia, e della consorte Sig.ra Vita Galuppo;

ti, socio della Sezione di Grosseto; Michela, nipote del Fin. Pasquale Russo, socio della Sezione di Isernia.

LAUREE Si sono laureati i seguenti soci o loro familiari: Sig. Giuseppe Casilli, figlio del M.a. Salvatore, socio della Sezione di Messina, in “Odontoiatria”; Sig. Francesco Cecconata, figlio del M.M. Vilmo, socio della Sezione di Roma 3/Est, in “Ingegneria Informatica”; Sig.na Annalisa D'Avenia, nipote del Brig.c. Armando Grieco, socio della Sezione di Lecco, in “Economia e Commercio”; Sig. Vincenzo Fracchiolla, figlio del Brig.c. Francesco, socio della Sezione di Molfetta, in “Scienze Pischiatriche; Sig. Massimo Malpasso, figlio del Brig.c. Francesco, socio della Sezione di Lesina, in “Economia Aziendale”;

Leonardo, nipote del Fin. Ernesto Stirone, socio della Sezione di Torino;

Sig.ri Andrea e Simona Manai, figli del Brig. Giovanni, socio della Sezione di Olgiate Comasco, in “Scienze Economiche” e “Giurisprudenza”;

Lorenzo, figlio del M.M. Fabrizio Di Giannantonio, in servizio nel Corpo, e della Sig.ra Marlene e nipote del M.c. Angelosante, socio della Sezione di Teramo;

Sig. Valerio Antonio Montepulciano, nipote del M.c. Nicola, Presidente della Sezione di Augusta, in “Economia e Commercio”;

Luigi, nipote del M.M.a Adolfo Benetollo, socio della Sezione di Tirano;

Sig.na Tiziana Pecorella, figlia del Brig.c. Mario, socio della Sezione di Sciacca, in “Tecniche di Radiologia e Radioterapia”;

Martina, nipote del Fin. Ugo Aquilino, socio della Sezione di Vasto, e della consorte Sig.ra Lina Pagano; Massimo, figlio del Col. Salvatore Paladini, Com.te Prov.le della Guardia di Finanza di Sondrio, e nipote del M.M.a. Antonio socio della Sezione di Civitavecchia e del Brig. Mariano Magi, socio della Sezione di Imperia; Mia, nipote del Lgt. Nicola Solimando, socio della Sezione di Ancona; Michael, nipote del Lgt. Marcello Mazzet35

Sig.na Vanessa Piras, figlia del Brig. Luigi, Presidente Consiglio dei Sindaci della Sezione di Carbonia, in “Odontoiatria”; Sig.na Laura Restifo, nipote del Fin. Vincenzo Caruso, socio della Sezione di Catania, in “Scienze Politiche”. “Fiamme Gialle” formula infiniti e fervidi auguri di ogni bene e felicità ai neo-promossi, ai coniugi che hanno festeggiato le nozze d'oro, d’argento, ai neo sposi, ai neonati ed ai neo laureati.


FiammeGialle / Febbraio 2013

TRISTIA IN RICORDO DELL'APPUNTATO ANGELO DELL'ELCE D'ANGELO, UNO DEI “RAGAZZI DI GERMASINO-GARZENO ANNI 60“ Il 6 dicembre 2012 hai intrapreso il viaggio lungo il sentiero che porta ognuno di noi alla meta ultima della vita. Era l'inverno del 1965 forse gennaio dal Baitone tornavamo al Giovo. Aveva nevicato ininterrottamente per giorni, la neve era ancora troppo fresca ed il tempo ancora incerto ma era doverosa una ricognizione dei sentieri più trafficati dai contrabbandieri. Ci avviammo lungo la vecchia strada militare e dopo un paio d'ore decidemmo di rientrare in Distaccamento perché non c'erano tracce del passaggio di spalloni. Per il rientro prevalse il tuo buon senso nel voler utilizzare la “cordata”, anche se più difficile e faticosa ma era il percorso meno rischioso.Nell'attraversare la gola, più a valle, ancora una volta la tua prudenza consigliò di transitare uno alla volta per non correre eccessivi rischi; per primo passò Blitz il pastore tedesco di cui eri il conduttore e che ubbidiva unicamente ai

tuoi comandi, il quale saltellando ed affondando quasi completamente nella neve fece una prima traccia per la traversata. Pochi passi e poi improvvisamente mi sono trovato a faccia in giù nella neve con la sensazione di essere travolto e di scivolare. Senza rendermi conto devo aver annaspato, tentato di aggrapparmi a tutto ciò che capitava fintanto che ho percepito di essermi fermato: solo allora ho rivolto lo sguardo verso la valle ed ho visto alcuni alberi travolti e sparire nel baratro sottostante tra un polverone di neve; ero fuori dalla slavina. Dall'altra parte della gola, man mano che il polverone si diradava, ho visto te immobile in piedi che ridevi una risata forte, isterica, che li per li se fossi stato più vicino avrei zittito con un pugno sul naso. Solo allora agitando le mani verso di te mi sono reso conto di averle ferite. Siamo rientrati al Giovo ma mai a nessuno abbiamo raccontato l'accaduto. Arrivederci Angelo.

- Elidio IN RICORDO DEL BRIGADIERE GIOVANNI LA VENTURA

App. Renato BERTI, socio della Sezione di Bologna, l'11.10.2012;

La Sig.ra Patrizia Marrani, consorte del Brig. Giovanni La Ventura, deceduto il7 agosto 2011 dopo otto mesi di sofferenza, ha voluto ringraziare la Sezione ANFI di Rimini e il personale della Guardia di Finanza della stessa sede che sono stati vicini a lei e alle sue figlie Nikita e Nausika nel momento più doloroso della loro vita.

Fin. Amedeo BESSI, socio della Sezione di Piacenza, il 25.12.2012;

SONO

DECEDUTI INOLTRE I SEGUENTI

SOCI O LORO FAMILIARI:

M.O. Salvatore ADAMO, socio della Sezione di Roma 1/Nord, il 17.12.2012; Cav. Pasquale BALZOLA, socio simpatizzante della Sezione di Albenga, il 2.1.2013; Brig. Giovanni BELLELLI, socio della Sezione di Mantova, il 29.12.2012; Fin. Orlando BERNARDINI, socio della Sezione di Bologna, l'1.12.2012;

a cura di

Gaetano Guglielmi

della Sezione di Bolzano, il 6.12.2012; Sig.ra Antonia CARTELLA', madre della Dott.ssa Angela Cannizzaro, socia simpatizzante e madrina della bandiera della Sezione di Salò, l'1.12.2012; App. Augusto CASADEI, di anni 91, socio della Sezione di Forlì, il 5.12.2012; Sten. Emilio CHIERCHIA, fratello del Gen.B. Giuseppe, socio della Sezione di Palermo, l'1.1.2013; Fin. Luigi CICCHINI, di anni 91, socio onorario, fondatore e presidente della Sezione di Vasto per oltre 30 anni, il 28.12.2012; App. Luigi CONTI, di anni 82, socio della Sezione di Rimini, il 10.12.2012; M.A. Alberto CORRADO, socio della Sezione di Monza, il 4.12.2012; App. Domenico CUCCI, di anni 74, socio della Sezione di L'Aquila, il 12.12.2012; Sig. Giovanni CURADINI, socio della Sezione di Pontremoli, il 9.1.2013; Brig.C. Francesco D'AMBROSIO, socio della Sezione di Angri, il 16.1.2013;

Sig.ra Letizia BONVICINI, consorte del Fin. Roberto Salvetti, socio della Sezione di Ivrea, il 9.1.2013;

Brig. Gino DECESARI, socio della Sezione di Albenga, il 21.1.2013;

Sig.ra Laura BOSCHI, consorte del M.o. Vincenzo Somma, socio della Sezione di Livorno, il 7.11.2012;

Sig.ra Carmen DELFANTE, consorte del Vbrig. Santi Giusti, socio della Sezione di Pavia, il 15.12.2012;

Sig.ra Marta Antonietta CADENAZZI, consorte del Col. Vittorio Botta, socio sostenitore della Sezione di Vicenza, il 5.01.2013;

Sig.ra Antonietta DE MEO, sorella del Vbrig. Francesco, socio della Sezione di Mazara del Vallo, il 10.1.2013;

Brig. Marco CARBONE, fratello del M.a. Nicola, socio della Sezione di Napoli, recentemente; M.C. Alessandro CARDELLI, socio della Sezione di Savona, il 15.1.2013; App. Sandro CARLONI, di anni 59, socio 36

App. Giuliano DE SIMEI, socio della Sezione di Ancona, il 30.11.2012; Sig.ra Maria DICHIARO, madre del Brig. Riccardo Baldassarre, socio della Sezione di Prato, il 17.12.2012; Fin. Cesare DIOLI, di anni 90, socio della Sezione di Sondrio, il 14.1.2013;


FiammeGialle / Febbraio 2013

M.M.a. Annibale FADDA, socio della Sezione di Salerno, recentemente; Fin. Franco FOGLI, socio della Sezione di Pontedera, il 31.12.2012; Sig.ra Franca GHIZZONI, consorte del Gen.B. Roberto Bovi, socio della Sezione di Velletri, il 15.11.2012; M.C. Ezio GOLINO, socio della Sezione di Belluno, il 21.12.2012; Brig. Giuseppe GRAZIANO, socio della Sezione di Mantova, il 27.12.2012; Brig.C. Luigi GRECO, socio della Sezione di Genova, il 23.1.2013; Sig. Carmelo GUGLIOTTA, socio simpatizzante della Sezione di Messina, il 3.1.2013;

M.M. Adelmo MELEGA, di anni 100, socio della Sezione di Firenze, il 18.12.2012;

Sig.ra Vincenza TODARO, madre del M.A.c.s. Lorenzo Bulgarella, socio della Sezione di Trapani, il 19.10.2012;

Sig.ra Luigina MEROLA, madre del M.a. Gerardo Infante, Consigliere della Sezione di Portoferraio, il 10.1.2013;

App. Pasquale TOMMASONE, di anni 85, socio della Sezione di Cassino, il 18.1.2013;

Sig.ra Primavera MONTINARI, consorte del M.M.a.c.s. Dario Fogli, socio della Sezione di Pisa, il 6.10.2012;

Sig. Giulio TOPPETTA, fratello dell'App. Marcello, Sindaco effettivo della Sezione di Ceprano, il 31.12.2012;

Brig. Carlo MOSCARDINI, socio della Sezione di Firenze, il 18.12.2012;

Sig. Antonio TORSELLO, padre del Sig. Otello, socio simpatizzante della Sezione di Gallipoli, il 29.12.2012;

Sig.ra Angela NICOLETTI, madre del Sig. Paolo Mulè, socio simpatizzante della Sezione di Agrigento, il 21.1.2013; Brig. Giampaolo ORRU', socio della Sezione di Catania, il 22.12.2012;

M.O. Lodovico TRIMELONI, socio della Sezione di Predazzo, il 4.1.2013; Sig.ra Maria TRINCO, consorte del Fin. Oscar Puato, Sindaco effettivo della Sezione di Este, il 12.1.2013;

Sig.ra Laura PARRELLA, consorte del Brig.c. Umberto Carbone, socio della Sezione di Prato, il 29.12.2012;

Brig. Giuseppe VACATELLO, socio della Sezione di Gallarate, il 23.12.2012;

Sig.ra Rosaria SAMMALI, madre del Brig.c. Antonio Loreto Andrioli, socio della Sezione di Pescara, l'11.11.2012;

Sig.ra Rosa VAZZANA, madre del Brig.c. Giuseppe Fallanga, socio della Sezione di Rimini, il 28.11.2012;

App. Dante LAZZARI, socio della Sezione di Bologna, il 29.11.2012;

Sig.ra Teresa SCOCCIMARRO, madre del Lgt. Francesco Valenziano, Vice Presidente della Sezione di Trani, il 2.1.2013;

Sig. Calogero VENEZIA, padre del M.llo Gaspare, socio della Sezione di Mazara del Vallo, il 21.10.2012;

Sig. Francesco LEDDA, fratello del Sig. Ettore, socio simpatizzante della Sezione di Sassari, il 6.1.2013;

Sig. Pasquale SERRAINO, padre del Brig. Salvatore, socio della Sezione di Fano, il 30.11.2012;

Sig.ra Maria Antonia VINCENTI, madre dell'App. Salvatore Donateo, socio della Sezione di Gallipoli, il 31.12.2012;

App. Giorgio LOLLI, socio della Sezione di Ravenna, il 4.5.2012;

Sig. Nazareno SPOLVERINI, padre del Lgt. Cav. Ermanno, Vicepresidente della Sezione di Iglesias, il 10.12.2012;

App. Letterio VISALLI, socio della Sezione di Bolzano, il 12.11.2012;

S i g. Fr a n c o I AC U Z ZO , f r a t e l l o dell'App.sc. Alberto, socio della Sezione di Cividale del Friuli, il 18.11.2012; M.M.m. Cav. Ciro IORIO, Presidente Onorario della Sezione di Vibo Valentia, il 2.1.2013;

M.C. Oreste LOMI, socio della Sezione di Livorno, il 16.12.2012; App. Giuseppe LOMGOBARDI, socio della Sezione di Bagheria, il 4.12.2012; App. Antonio LUCCHESE, socio della Sezione di Busto Arsizio, il 14.1.2013; Sig.ra Concettina MARCELLINO, ved. Scandura, socia della Sezione di Busto Arsizio, il 27.12.2012; Sig.ra Marcella MARCHETTI, consorte dell'App. Michele Mancini, socio della Sezione di Roma 1/Nord, il 15.1.2013; Brig. Davide MATURI, socio della Sezione di Lecce, il 20.12.2012;

M.M.A. Evaristo STRAZZERI, socio della Sezione di Milano, il 2.1.2013; Sig.ra Genoveffa TAMBURRI, madre del Sig. Giovanni Tamburri, socio simpatizzante della Sezione di Isernia, il 30.12.2012; Sig.ra Gabriella TENNI, vedova Nieddu, socia della Sezione di Tirano, l'1.12.2012; Sig. Sebastiano TIBALDI, socio simpatizzante della Sezione di Torino, il 5.1.2013; Sig.ra Marinella TIBERI, madre del Sten. Luciano Di Giacomo, socio della Sezione di Pescara, il 19.10.2012; 37

Sig. Giuseppe VOCALE, fratello del Brig.c. Angelo, socio della Sezione di Bologna, il 21.10.2012; App. Gino ZANDONELLA DALL'AQUILA, socio della Sezione di S. Stefano di Cadore, il 13.12.2012; Sig.ra Luigia ZAZZI, consorte dell'App. Mirino Maffesoni, socio della Sezione di Tirano, il 28.10.2012; Sten. Luigi ZEDDA, socio della Sezione di Monza, l'8.4.2012.

Ai familiari degli Estinti il nostro sentito cordoglio


FiammeGialle / Febbraio 2013

RECENSIONI a cura di

Antonio Malizia

LA SEZIONE A.N.F.I. DI MONDOVÌ PROPONE DUE PUBBLICAZIONI

ACQUARELLI D'EMOZIONI Di Vito Montalbò, ed. Ennepilibri, pag. 100 - €. 14,50.

LA PROVINCIA DI MONDOVÌ NELLA SECONDA METÀ DEL '700 di Ettore Fili, edizione Araba Fenice.

Un piacevole e completo affresco storico del Monregalese settecentesco che rispecchia la voluminosa ed originale documentazione socio-politica ed economica d'epoca, spesso ignorata, che l'autore ha ricavato e contestualizzato da manoscritti originali. Come quelli degli Intendenti Corvesy (1753) e Serra (1792) o delle testimonianze oculari di prima mano del barone Borsarelli (1797) e del canonico

Grassi (1796), fino alle inedite corrispondenze dei Governatori di Mondovì e Provincia e di tanti funzionari regi del periodo. Il volume di 480 pagine, pubblicato da Araba Fenice entro il mese di dicembre 2012, è corredato di un ricchissimo corpo di note, documenti d'epoca ed indici che porranno il lettore in grado di orientarsi nel variegato quadro della società e degli avvenimento di quel tempo.

UN RACCONTO D'ALTRI TEMPI: LA LEGIONE TRUPPE LEGGERE, IL GENERALE DELLERA Torre Annunziata - Napoli

E MONDOVÌ - Il volume sarà pubblicato nel periodo aprile-maggio 2013

sabaudo, si sacrificarono per la loro terra, talora fino alla morte, con lucido spirito di dedizione e di servizi. Ne emerge un inaspettato e coinvolgente affresco che partendo dalla fondazione, l'ordinamento e l'armamento della Legione Truppe Leggere (Corpo militare preunitario, specificamente istituito per la difesa militare ed economica delle frontiere, a cui fa ascendere le proprie radici la Guardia di Finanza).

Un'opera scritta a più mani dalla Sezione dell'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia di Mondovì (edizioni Araba Fenice), con l'assistenza del Dr. Ettore Fili, studioso di storia locale e militare. Il libro, per gli appartenenti al Corpo, e non solo, si rivela come una coinvolgente narrazione - basata principalmente su autorevoli fonti originali e d'epoca capace di suscitare, ancor oggi, un senso di rispettosa memoria verso i tanti che, militando sotto le insegne del Piemonte

I Soci dell’A.N.F.I. e gli appartenenti alla Guardia di Finanza, interessati, possono prenotare l'acquisto dei volumi direttamente presso la Sezione A.N.F.I. di Mondovì, segreteria@anfimondovi.it al prezzo speciale: - La Provincia di Mondovì nella seconda parte del '700 - €. 20,00 invece di €. 25,00; - Un racconto d'altri tempi – La Legione Truppe Leggere, il Generale Dellera e Mondovì - €. 16,00 invece di €. 20,00. All’importo vanno aggiunte le spese di spedizione

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L'Autore, nativo di Polignano a Mare, all'età di 19 anni si arruola nel Corpo della Guardia di Finanza, dove ha prestato servizio fino al 2010. Nel 1986, si sposa con Maria Vincenza Grasso, a cui è fortemente legato e che ritiene essere la sua musa ispiratrice di molti suoi brani e poesie. Nel 1998, dopo aver aperto un blog personale su internet, riceve un vero colpo di fulmine, la passione per la scrittura, che da allora, coltiva con successo. Acquarelli d'emozioni è un libro composto da poesie e racconti brevi, scritti con uno stile particolare, che richiama alla mente testi di un'epoca ormai trascorsa. Il sentimento dell'amore è un tema che ricorre spesso e viene dipinto, usando le tonalità del romanticismo, utilizzando “pennellate” soffici e delicate. Notevole intensità, rivestono gli omaggi a Giulietta e Romeo, Don Chisciotte e Cirano di Bergerac, tre miti della lettura, che incarnano la vera essenza d'un romanticismo d'altri tempi. L'Autore ama definire i suoi brani come emozioni che si limita a cogliere dentro di sé e che veste con l'abito da sera.


FiammeGialle / Febbraio 2013

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LA SEZIONE DEL MESE...

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LIGURIA - ALBENGA

immagine tratta dal sito: http://liguriamarina.blogspot.it

di Antonio Marino

a Sezione ANFI di Albenga (SV) è stata istituita il 7 agosto 1997, per iniziativa del M.m.a. Antonio Lamarca, che la presiede ininterrottamente da allora, il quale volle riunire un nutrito numero di finanzieri in congedo, residenti sul territorio, non ancora iscritti all'Associazione, anche in ragione delle difficoltà logistiche, dovute alla distanza da altre limitrofe Sezioni. L'attuale sede, inaugurata l'8 ottobre 2006, è allocata in uno stabile di grandi dimensioni (oltre 300 mq. coperti e più di 500 mq con giardino e parcheggio) ove, nell'occasione, fu eretto un monumento in onore del Generale di Corpo d'Armata Pasquale Calabrese, al quale è intitolata la Sezione, già Vice Presidente Nazionale dell'ANFI dal1982 al 1985, decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare, di tre Croci di Guerra, della Medaglia Commemorativa per le operazioni militari in Africa Orientale e del Distintivo della Guerra di Liberazione, oltre che di varie onorificenze, tra cui la Medaglia Mauriziana e quella di Commendatore O.M.R.I.. Sin dall'inizio, la Sezione ha intrapreso numerose iniziative, coinvolgendo l'Amministrazione Comunale, gli Enti pubblici e privati, le diverse Associazioni di volontariato e quanti operano in loco in tale settore. Si è dotata di tutte le autorizzazioni amministrative per la gestione della som-

L

ministrazione di alimenti e bevande in un modesto e piccolo bar interno, ad uso esclusivo dei Soci che frequentano la Sezione, al fine di poter favorire la loro socializzazione, anche attraverso giochi, manifestazioni ricreative, serate danzanti, corsi di varia natura, ecc.. Ha collaborato, con il Comune di Albenga (SV) e con il comitato promotore ed organizzatore, alla manifestazione per lo scambio culturale tra quest’ultimo ed il Comune di Villalba (CL), gemellato. Organizza, all'interno della Sezione:

Ÿcorsi di ballo per dilettanti, di scuola di musica, di apprendimento alla chitarra e di alfabetizzazione e conoscenza per l'uso del PC ed Internet, ecc., tenuti da insegnanti esterni abilitati; Ÿfeste, in occasione di ricorrenze tipo Carnevale, Capodanno, Festa del Corpo ecc., ed, a richiesta, per festeggiare Battesimi, 1A Comunione, Cresime, Compleanni, Onomastici, ecc., con la partecipazione dei Soci e loro famigliari, per i figli di colleghi in servizio e figli e/o nipoti di associati. In collaborazione con la locale Amministrazione, in anni passati, ha assicurato, sia pure per periodi non continuativi, il servizio di vigilanza agli ingressi delle diverse scuole cittadine, sia per la sicurezza stradale che per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ha partecipato al Raduno Nazionale ANFI di Fiuggi (FR), a quello organizzato dall'ASSOARMA a Torino, ai due pellegrinaggi interregionali ANFI (Liguria, Piemonte e Toscana), organizzati dal Consigliere Nazionale per la Liguria, al Santuario della Madonna della Guardia di Genova/Ceranesi e ad altre importanti manifestazioni cittadine e regionali. Ha da sempre partecipato alla raccolta di denaro per la Giornata Missionaria, voluta ed organizzata da Monsignor Giovanni Denegri, 2° Cappellano Militare Capo del Comando Regionale Liguria Guardia di Finanza e ad altre analoghe iniziative indette dalla Presidenza Nazionale ANFI, da Parrocchie e da altre Associazioni di assistenza e di volontariato del territorio.

Cerimonia di inaugurazione della Sezione ANFI di Albenga

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COMUNE DI CHIANCIANO TERME

PROVINCIA DI SIENA

Chiesa della Madonna della Rosa Sarcofago etrusco conservato presso il Museo Archeologico delle Acque

Monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale

La torre dell’orologio

CHIANCIANO TERME

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RADUNO NAZIONALE Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia

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Settembre 2013


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