Mensile Fiamme Gialle Gennaio 2014

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Fiamme Gialle PERIODICO MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA - A.N.F.I.

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. C/RM/23/2012

Anno XXIX - N. 1 Gennaio 2014

www.assofinanzieri.it - E Mail: fiammegialle@assofinanzieri.it

Presentato il

CALENDARIO STORICO

“La Guardia di Finanza per l’Italia Libera”


IN COPERTINA

Sommario Gennaio 2014 HAI RINNOVATO LA QUOTA SOCIALE?

“Fiamme Gialle” Proprietario ed Editore: ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA

HO APPENA FATTO

Direttore Responsabile Giovanni Verdicchio Vice Direttore Umberto Fava Redattori Angelo Maenza - Gaetano Guglielmi - Antonio Malizia - Berardo Evangelista Coordinatore Giuseppe Ruggieri

Coco C .

Calendario Storico della Guardia di Finanza Il 25 novembre 2013 ha avuto luogo, presso il Salone d'Onore del Comando Generale, la presentazione del Calendario Storico – edizione 2014, dedicato a “La Guardia di Finanza per l'Italia libera – 1943/1954”. pag. 3

Responsabile Amministrativo Marino Orfei Addetto alla Segreteria Amministrativa Alfonso Lancia

16 Sport

Assegnati i premi “all’Atleta dell’Anno”, “alla Carriera” e ai Giovani Sportivi delle Fiamme Gialle

di Angelo Maenza

18 Ambiente

3 Calendario Storico

a cura del Dr. Marco Duspiva di Giovanni Verdicchio

6 Frammenti di Storia

20 L’Angolo della Salute La cute e le sue infezioni

Prof. Luigi Valenzano

La Resistenza dei reparti della Guardia di finanza oltremare di Luciano Luciani

22 Pensioni

L’ennesima riforma pensionistica...

12 Inaugurazioni

Le perequazioni previste per il 2014

I massimi vertici dell’ANFI presso la Scuola di Polizia Tributaria...

a cura di Claudio Coco

Il Presidente Nazionale, Gen. C.A. Giovanni Verdicchio, inaugura la Sezione ANFI di Diso (LE) di Lucio Valentini

14 Precetto di Natale

Celebrazione Eucaristica del Santo Natale... di Angelo Maenza

15 Fondazione A.N.F.I.

di Vincenzo Ruggieri

24-38 Vita Associativa

è a cura di...

pag. 24 pag. 25 pag. 26 pag. 33 pag. 34 pag. 36 pag. 38

- Notizia Varie - Fondo di Solidarietà - Vita nelle Sezioni - Benemerenza - Nella nostra famiglia - Tristia - Recensioni

di Umberto Fava

Marche - Ancona

Direzione, Redazione e Amministrazione Via Alberto Caroncini, 19 00197 Roma Tel. 06 80693830 - Fax 06 8084280 Cod.Fisc. 96153870587 Conto Corrente Postale IBAN IT11P 07601 03200 000065421000

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Antonio Casula Antonio Malizia

Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana

Antonio Malizia Gaetano Guglielmi Gaetano Guglielmi Claudio Coco

39 La Sezione del mese...

Aggiornamenti sul Progetto

Progetto Grafico e Impaginazione Claudio Coco Stampa PintoGraf - Via Menalca,37 - Roma

Aree protette e biodiversità in Italia

Presentato a Roma il Calendario Storico...

Comitato di Redazione Umberto Fava - Mauro Santonastaso - Antonio Zampelli - Giuseppe Ruggieri - Antonio Marino - Nicola De Marco - Virginio Schiavon

a cura di Lorenzo Tizzani

Iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione (R.O.C.) al n. 2294 il 28/09/2001

Sito internet: www.assofinanzieri.it e mail: fiammegialle@assofinanzieri.it Consegnato per la stampa: il 27 gennaio 2014


FiammeGialle / Gennaio 2014

CALENDARIO STORICO Presentato a Roma il Calendario Storico del Corpo - Edizione 2014 di

Il

25 novembre 2013 ha avuto luogo, presso il Salone d'Onore del Comando Generale, la presentazione del Calendario Storico – edizione 2014, dedicato a “La Guardia di Finanza per l'Italia libera – 1943/1954”. Il calendario, impreziosito dalle prefazioni del Dott. Fabrizio Saccomanni, Ministro dell'Economia e delle Finanze, e del Gen. C.A. Saverio Capolupo, Comandante Generale della Guardia di Finanza, ripercorre il contributo fornito dalle Fiamme Gialle nella Guerra di Liberazione e nella successiva fase di ricostruzione post-bellica. Si tratta di documenti originali ed immagini d'epoca che illustrano i momenti fondamentali della reazione contro gli occupanti nazisti, dell'attività partigiana e

Giovanni Verdicchio

della collaborazione con i Comitati di Liberazione Nazionale, dell'aiuto agli ebrei ed ai perseguitati politici, del sostegno alle popolazioni sul confine orientale vittime delle foibe, fino ad arrivare agli anni della rinascita economica e del ripristino della legalità. Hanno partecipato all'evento, condotto dalla giornalista Paola Saluzzi, il Ministro dell'Economia e delle Finanze ed il Comandante Generale del Corpo, oltre a pubblico, studenti e fiamme gialle di ogni età. Per l'A.N.F.I. erano presenti il Presidente Nazionale, Gen. C.A. Giovanni Verdicchio, ed il Vicepresidente Nazionale Vicario, Gen. C.A. Umberto Fava. Il Gen. C.A. Saverio Capolupo nella Sua introduzione al calendario storico si è così espresso: 3

“La liberazione del territorio nazionale dalla dittatura e dall'occupazione straniera, celebrata il 25 aprile di ogni anno, rappresenta un passaggio essenziale per l'affermazione dei princìpi di libertà, legalità e democrazia posti a fondamento della Carta costituzionale. Alla costruzione dell'Italia libera hanno contribuito, in modo determinante, interi Reparti e singoli militari della Guardia di Finanza i quali, anche a scapito della propria vita, si sono prodigati nel prestare soccorso ed aiuto alla popolazione civile in difficoltà e mobilitati per assicurare la difesa dell'ordine economico, messo in pericolo dal perdurare delle ostilità belliche. Per mantenere vivo il ricordo di quegli anni e testimoniare alle giovani generazioni lo spirito di sacrificio, la dedizione e l'amor patrio che hanno dimostrato i Finanzieri, si


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è ritenuto di dedicare l'edizione 2014 del Calendario Storico del Corpo al contributo fornito dalle Fiamme Gialle nella Guerra di Liberazione e nella successiva, delicata fase di ricostruzione economica e ripristino della legalità in un Paese martoriato dal conflitto mondiale. Nelle pagine che seguono risalta l'apporto decisivo della Guardia di Finanza attraverso un'emozionante narrazione dei più significativi atti eroici avvenuti durante gli scontri per la liberazione delle principali

città dell'Italia centro-settentrionale nonché delle azioni umanitarie compiute a favore dei perseguitati dai regimi dittatoriali. Anche nel Dopoguerra, il Corpo – nonostante la carenza di risorse umane, materiali e finanziarie – ha saputo svolgere un ruolo centrale nel ripristino del sistema fiscale e nell'attività di vigilanza dei più importanti settori economici, con il potenziamento del servizio di polizia tributaria investigativa, finalizzato a contrastare gli

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illeciti arricchimenti verificatisi durante la guerra, controllare gli approvvigionamenti e scoraggiare l'evasione fiscale, il contrabbando e la criminalità organizzata. A quella straordinaria capacità di adattamento alle nuove esigenze del Paese, mostrata nella fase della ricostruzione post-bellica, deve essere ispirato, ancora oggi, l'agire di ogni Finanziere, per combattere, in maniera sempre più efficace, le minacce alla sicurezza economicofinanziaria dello Stato, nella consapevolezza della rilevanza per i cittadini delle missioni istituzionali affidate al Corpo. Sarà possibile, in tal modo, affermare pienamente i valori di equità, solidarietà e giustizia per i quali hanno combattuto e sacrificato la vita tante Fiamme Gialle cui questa pubblicazione rende un doveroso omaggio”. Il Ministro Saccomanni si è così espresso: “Nell'introdurre questo Calendario Storico, è inevitabile il riferimento a uno dei periodi più difficili e incerti della storia del nostro Paese. Nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell'armistizio di Cassibile, il Paese si presentava diviso in due. Come ebbe a ricordare più volte il Presidente Carlo A. Ciampi, fu però in quel momento di collasso del sistema che gli italiani sep-


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pero, ritrovandosi soli davanti alla propria coscienza, reagire e combattere, superando la difficile prova di una Nazione che sentì di voler continuare a essere libera e unita, sotto nuove e democratiche istituzioni. Il sistema produttivo, che aveva significativamente sofferto durante i tre anni di conflitto, veniva ulteriormente indebolito da un'inflazione senza precedenti, frutto della decisione degli alleati di stampare cartamoneta in grandi quantità per finanziare il fabbisogno dell'apparato militare. Il fenomeno fu accentuato dal rapido sviluppo di un fiorente mercato clandestino dei beni di prima necessità, che risentiva di un'inefficace programmazione delle scorte e del razionamento. In un contesto caratterizzato da gravi criticità, il Corpo della Guardia di Finanza ha rappresentato un punto di riferimento per la collettività nazionale; ricordo in particolare il momento in cui interi Reparti e singoli Finanzieri decisero di unirsi e di partecipare attivamente alla Guerra di Liberazione, resistendo alle lusinghe della normalizzazione nazi-fascista. Si è trattato di un contributo di rilievo, che ci ha lasciato in memoria numerose azioni di valore, costate molto all'Istituzione in termini di sacrificio di vite umane.

Sfogliando le pagine di questo Calendario è possibile rivivere i principali episodi che hanno visto coinvolti i militari della Guardia di Finanza; dall'atto di proclamazione dell'armistizio, in un clima di inquietudine e tensione, al successivo, progressivo maturare del desiderio di riscatto del Paese, fino alla definitiva liberazione. L'Italia libera, che nel 1954 vedrà di nuovo ricompresa nei suoi confini la città di Trieste, deve molto alle Fiamme Gialle: la fase di ripresa economica e l'introduzione di un nuovo assetto del sistema tributario, teso a garantire una più equa distribuzione del prelievo rispetto al passato, sono state le prime sfide che il Corpo ha dovuto affrontare nell'immediato Dopoguerra. Il contrasto all'evasione fiscale è divenuto, in tal modo, un obiettivo prioritario; unitamente alla lotta al contrabbando e alle organizzazioni criminali, ha rappresentato un prezioso strumento di consolidamento delle finanze pubbliche e un contributo determinante per lo sviluppo del Paese. Oggi come ieri, è necessario che quest'azione di tutela della sicurezza economico-finanziaria, cui la Guardia di Finanza contribuisce in termini rilevanti, sia strumentale alla ricostruzione di un rapporto di fiducia tra lo Stato e i cittadini, 5

incardinato sulla consapevolezza del valore morale e sociale dell'obbligo tributario. Solo attraverso il sacrificio di ognuno, equamente distribuito in linea con il dettato costituzionale, sarà infatti possibile ripercorrere quella strada di crescita economica indispensabile per garantire il benessere comune e per riaffermare il ruolo centrale che il nostro Paese merita di interpretare sugli scenari internazionali”.


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FRAMMENTI DI STORIA La Resistenza dei reparti della Guardia di finanza oltremare L'epopea del VI battaglione mobilitato di

ichiarato l'armistizio, i reparti della Guardia di finanza che si trovavano fuori dei confini nazionali seguirono, in gran parte le sorti delle unità del R. Esercito delle quali facevano parte e fu così che 5000 militari del Corpo furono deportati nei lager tedeschi. Fece eccezione il IX battaglione che si trovava in Slovenia che riuscì ad aprirsi la strada e rientrare a Trieste combattendo sia contro i partigiani sia contro i tedeschi. Anche il battaglione stanziato a Nizza e sulla Costa Azzurra riuscì a marce forzate a rientrare a Cuneo ed i suoi componenti entrarono a far parte della legione di Torino. Invece, dell'altro reparto stanziato in Francia, il battaglione di Annemasse, solo pochi elementi riuscirono a riparare in Italia; una parte riuscì ad espatriare in Svizzera, mentre gli altri furono catturati dai tedeschi ed internati in Germania. In Albania, il III battaglione, che era stato abbandonato dal suo comandante che aveva scelto la strada della collaborazione con i nazifascisti, al comando interinale del capitano Angelo Di Petrillo partecipò al fianco della divisione Firenze alla resistenza armata contro i tedeschi. Dopo una serie di violenti combattimenti nella zona di Qafa Sthames e Kruja i resti del battaglione dovettero arrendersi per l'esaurimento delle munizioni e dovettero seguire gli altri battaglioni nell'internamento in Germania.1 In Grecia, il V e l'VIII battaglione furono disarmati dai tedeschi ad eccezione di pochi finanzieri che si aggregarono alle formazioni partigiane greche. Tra questi, il sottotenente Attilio Corrubia che si unì ad una banda di patrioti che agiva nel Peloponneso. Fu arrestato dai tedeschi in un ospedale da campo partigiano e al suo rifiuto di fornire indicazioni per l'arresto di altri partigiani fu impiccato nella piazza di Eljon il 23 gennaio 1944 con quattro resistenti greci, dopo essere stato torturato.2

Luciano Luciani

D

Quadro a del T. Col. A. Venturini raffigurante l'eroico sacrificio del Fin. Gori Lido - Medaglia d'Oro al Valor Militare “alla memoria”. Berane, 17-18 luglio 1941

Nel Dodecaneso i finanzieri facevano parte della compagnia di Rodi. I militari parteciparono alla difesa delle isole nei primi combattimenti con i tedeschi, che si risolsero con una tregua, che prevedeva per i militari del Corpo la continuazione dell'impegno nei servizi d'istituto. Nell'ottobre – novembre 1943, sbarcarono nelle isole piccoli contingenti di trup6

pe inglesi, che provocarono l'intervento massiccio di unità tedesche. I finanzieri furono coinvolti nei combattimenti assieme ai reparti dell'Esercito e della Marina, ma ogni resistenza fu vana ed i tedeschi assunsero il pieno controllo del Dodecaneso. I resti della compagnia riuscirono a ritirarsi assieme ai superstiti delle truppe inglesi e riparare sulla vicina


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costa turca, dalla quale, poi, poterono raggiungere la Palestina. La motovedetta Postiglioni, di stanza a Rodi, con un viaggio avventuroso, riuscì a sfuggire alla cattura ed a riparare a Haifa, ove continuò ad operare al servizio degli alleati fino al termine della guerra. Un importante apporto alla Resistenza fu fornito dal I a Cefalonia e Corfù, che per il suo comportamento fu decorato con la medaglia d'oro al Valor Militare e dal VI battaglione operante in Montenegro. Il VI battaglione era stato mobilitato il 21 aprile 1941 a Livorno, dalla legione di Firenze, al comando del tenente colonnello Amilcare Amoretti, nello stesso tempo del VII e dell'VIII, per effetto di disposizioni dello Stato Maggiore del R. Esercito del 6 aprile 1941, con il compito di presidiare i territori di nuova occupazione, al termine della guerra contro la Grecia.3 Il battaglione, affrettatamente costituito e privo di addestramento, fu trasferito a disposizione del Comando Superiore della R. Guardia di finanza dell'Albania per il presidio del Montenegro interno, con comando a Podgorica. Giunse a Durazzo il 10 maggio4 e, trasferito in zona operativa, venne articolato nelle compagnie di Podgorica, Bijelo Pollije, Plievija, Cettigne, Niksic e Antivari. A fine maggio 1941 il battaglione assunse la funzione di Comando Centrale RGF del Montenegro, alle dipendenze del Comando Superiore RGF dell'Albania. Il 13 luglio 1941 il VI battaglione, assieme al II 5 fu coinvolto nella rivolta del Montenegro. Il giorno successivo il reparto fu impegnato a Bucje, Monte Leperic, Bioce, Spuz, Viluse, Bresna, Grahovo, Savnik, Dulcigno, il 15 luglio a Moikovac ed i 16 luglio a Bjielo Poljie dove un piccolo reparto fu aggredito, ma riuscì a resistere fino al 20, quando fu sopraffatto solo perché colto di sorpresa da falsi parlamentari. Significativo fu il fatto d'arme nel quale fu coinvolto il capitano Bonomi comandante della compagnia di Niskic: veniva sorpreso da insorti in numero preponderante mentre si recava in autocarro per svincolare un reparto isolato: accettava il combattimento, ma dopo impari combattimento, circondato e ferito doveva arrendersi. Liberatosi fortunosamente riuscì a raggiungere il presidio di Danilovograd e qui ottenne volontariamente la rischiosa missione di prendere collegamento con Podgorica. Cadde nuova-

mente in mano ai partigiani, ma poté sfuggire alla fucilazione perché nel disorientamento prodotto dall'arrivo dei soccorsi ebbe l'occasione di nuovamente evadere. A Berane la popolazione insorse il 17 luglio. Dopo breve combattimento, il battaglione del R.Esercito di presidio si arrese ai partigiani. I militari del distaccamento del Corpo, 22 tra sottufficiali e finanzieri,7 poiché la loro caserma era indifendibile, si portarono d'iniziativa nella vicina caserma dei Carabinieri, per tentare una resistenza. Analogo proponimento, sembra, spinse i Carabinieri, tranne alcuni, a recarsi presso la caserma della Guardia di finanza, senza incontrare, peraltro le Fiamme Gialle. Così si creò la singolare situazione che nella caserma dei Carabinieri si vennero a trovare tutti i finanzieri con qualche carabiniere, mentre nella caserma abbandonata dai primi si vennero a trovare i secondi, che per l'inidoneità alla difesa dell'immobile, ben presto soccombettero. Uno dei due sottufficiali presenti prese il comando del reparto, composto da 22 Fiamme Gialle ed 8 carabinieri. L'edificio si trovava ai limiti dell'abitato ed essendo pressoché isolato si prestava ad essere difeso: gli italiani disponevano di discreto munizionamento per moschetto, di un sufficiente quantitativo di bombe a mano e dei fucili mitragliatori in dotazione ai carabinieri. L'attacco dei ribelli, in numero straordinariamente esuberante, non si fece attendere. Gli italiani si difesero con le unghie e con i denti per oltre 36 ore. Il numero dei feriti nel combattimento cresceva in continuazione, ma anche i militari colpiti continuavano a combattere. Il cerchio degli assalitori si stringeva sempre più, ma i difensori, nonostante diverse offerte di resa in cambio della vita non si davano per vinti. Nella mattina del 18 luglio gli assalitori riuscivano ad incendiare una abitazione limitrofa alla caserma e da questa il fuoco si propagò all'edificio ove finanzieri e carabinieri resistevano animosamente. Nella caserma i morti erano ormai diversi, come pure i feriti gravi, ma i superstiti continuavano a fare fuoco dai piani bassi non ancora avvolti dalle fiamme. I pochi superstiti decisero una sortita; prima però l'appuntato Francesco Meattini, già tre volte ferito, alto robusto, interamente bianco di capelli più 7

che non lo comportasse l'età, baciata la fotografia della moglie, riempitesi le tasche di bombe a mano e tolta la sicura, si gettò dal primo piano su un gruppo di rivoltosi che erano serrati sotto la caserma, cadendo in mezzo a loro e facendone strage.8 Contemporaneamente il finanziere Lido Gori, già in precedenza due volte ferito, postosi alla testa dei superstiti tentò la sortita e varcata la soglia dell'immobile, ormai ridotto ad un rudere fumante, armi in pugno si slanciò contro gli assalitori che lo uccisero mentre lanciava le bombe a mano.9 Sui 22 difensori si salvarono solo 7 finanzieri, tutti feriti, che furono presi prigionieri e liberati in seguito alla controffensiva degli italiani. Domata la ribellione, il VI battaglione riprese la sua attività volta al controllo del territorio ai fini sia militari sia fiscali, insidiato dalla guerriglia che si stava affermando nel Montenegro. Nel dicembre 1941 alcune centinaia di insorti attaccarono contemporaneamente la caserma del distaccamento di Bucje, composto da 21 finanzieri al comando di un sottufficiale ed il posto di vigilanza a qualche chilometro da quella località. Impegnati in due località, i finanzieri si divisero i compiti di sorveglianza, sicché 14 rimasero a presidio della caserma e 7 con due fucili mitragliatori a protezione del posto di vigilanza. Fu subito inviato un finanziere a chiedere soccorso a Plevlje, distante 27 chilometri, ove però il battaglione dell'Esercito era anch'esso impegnato e non poté aderire alla richiesta. Si combatté furiosamente ed ininterrottamente tutta la notte, ma alla mattina il modesto presidio iniziò ad accusare deficienza di munizioni. Furono respinte tre intimazioni di resa ed il combattimento continuò sino all'esaurimento delle munizioni. Solo per questa evenienza i finanzieri superstiti furono catturati (15 furono i caduti). Di essi tre riuscirono ad evadere ed uno, l'eroico comandante, fu ucciso per ritorsione. Durante l'estate 1943 il VI battaglione si trovò dislocato in parte nella zona presidiata dalla divisione Venezia, ed in parte nella zona di Pavlje, sede di una divisione alpina germanica. Dichiarato l'armistizio l'8 settembre 1943, i reparti combattenti delle Forze Armate dislocati oltre i confini nazionali


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si trovarono privi di direttive superiori e dovettero singolarmente decidere se accettare la resa richiesta dai tedeschi oppure rifiutarla esponendosi alle ritorsioni dell'ex alleato. Tra quelli che optarono per questa seconda opzione si annoverò anche il VI battaglione. Il comando ed una compagnia avevano sede a Berane, ove era stanziato il comando e parte delle truppe della divisione da montagna Venezia, della quale era titolate il generale Giovanni Battista Oxilia. La situazione politica a Berane, alla dichiarazione dell'armistizio, era particolarmente fluida. La popolazione era divisa tra i sostenitori dell'etnia mussulmana, le cui bande armate avevano sostenuto gli italiani contro serbi e croati, i nazionalisti cetnici, sostenitori della monarchia serba deposta dai tedeschi ed i comunisti jugoslavi che vedevano nel maresciallo Tito il simbolo dell'indipendenza e della successiva bolscevizzazione del Paese.11 Le prime avvisaglie che denotavano come gli italiani dovessero guardarsi sia dai tedeschi, sia dai loro nemici, gli insorti, si ebbe quando il distaccamento di Petnica, non lontano da Berane, nei pressi del confine tra Montenegro ed Albania, il 10 settembre fu richiamato alla sede del battaglione. Nel territorio di Petnica agiva una banda armata mussulmana, assoldata dalla divisione Venezia, che controllando il territorio indirettamente assicurava sicurezza al distaccamento. Fu formata una colonna al comando del capitano Leonida Bertè che si avviò verso Berane, ma poco dopo la partenza, mentre attraversava una gola tra i monti,

fu attaccata proprio dalla banda alla quale era maggiormente affidata la sua sicurezza. Il reparto reagì bravamente e resistette fino all'arrivo dei rinforzi che riuscirono a sbloccare la situazione. Altri distaccamenti del battaglione (Kolacin, Murina, Andrijevica e Bijelo Polije) furono ritirati a Berane senza subire perdite. Il 12 settembre affluì a Berane, con i finanzieri disarmati e talvolta spogliati dalle bande mussulmane, la 2^ compagnia del XV battaglione mobilitato, proveniente dall'Albania, che fu aggregata al VI battaglione. Ebbero sorte diverse le compagnie del reparto che non avevano sede a Berane, che furono tutte catturate dai tedeschi. Negli stessi giorni la divisione Venezia si accordò con i partigiani cetnici che istallarono il loro comando a Berane, mentre i tedeschi facevano pervenire ordini perentori al gen. Oxilia di portarsi con tutta la divisione nella zona da loro controllata, portando seco tutto l'armamento e l'equipaggiamento e minacciando di fucilare 10 soldati e l'ufficiale comandante per ogni fucile mancante. Lo stesso giorno il comandante della divisione tenne un consiglio di guerra con tutti i comandanti presenti alla sede, nel quale fu deciso di respingere l'ultimatum tedesco. La decisione di opporsi ai germanici fu poi condivisa dagli altri ufficiali e da tutti i militari interpellati al riguardo. Di conseguenza la divisione Venezia trasformò Berane in un campo trincerato. Fu anche realizzato un collegamento con l'Italia liberata, mettendo in efficienza una pista per l'atterraggio per aerei, che in misura modesta, riuscirono a rifor-

Berane - Montenegro. Parte della caserma più battuta dal fuoco nemico. (X) La finestra dalla quale l'eroico app.to Meattini Francesco si lanciava contro i ribelli con le mani piene di bombe

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nire il presidio.12 I tedeschi non tardarono ad organizzare un tentativo di portarsi a Berane che fu sventato con l'intervento di una unità italiana, supportata da bande cetniche. Ben presto si fecero vivi anche i partigiani comunisti, che tentarono di entrare a Berane, ma che furono anch'essi respinti dai cetnici. Allora emissari di Tito presero contatti con gli italiani per sondare le loro intenzioni e caldeggiare il loro passaggio dalla parte dei comunisti. Un ulteriore consiglio di guerra fu convocato, nel quale emerse la decisione di partecipare alla guerra contro i tedeschi con l'EPLJ (Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo), in quanto i cetnici non dimostravano un'efficienza tale da far prevedere una loro predominanza nei confronti delle truppe di Tito. Fu così che la notte sul 10 ottobre 1943 i cetnici, pressati dai partigiani, evacuarono Berane. Lo stesso giorno, verso le 14, le truppe partigiane, incolonnate e con bandiera in testa, entrarono in città al comando del generale Depcevic. La reazione tedesca non si fece attendere: organizzarono una colonna alla quale si unirono montenegrini mussulmani ed albanesi collaborazionisti, appoggiata dall'aviazione, che mosse verso il dispositivo di difesa dall'Albania. Furono subito rinforzati i capisaldi del campo trincerato nei punti minacciati, ove furono fatte affluire truppe partigiane jugoslave e due compagnie del VI battaglione.13 Qualche giorno dopo, la situazione della base di Berane divenne insostenibile, a causa della sproporzione di forze e dei continui, incontrastati, bombardamenti tedeschi. Fu quindi decisa l'evacuazione della città a partire dal 20 ottobre. Le due compagnie del Corpo costituirono l'avanguardia della divisione che mosse verso Vrulije, raggiunta il 30 ottobre. La divisione Venezia, in quei frangenti, non riuscì a tenersi compatta, a causa della dislocazione in aree montane prive di strade, per l'impossibilità di assicurare unitariamente i rifornimenti ai reparti per mancanza di mezzi di trasporto e soprattutto perché la nuova tattica operativa, era basata sulle tecniche di guerriglia, che richiedevano il frazionamento in piccole formazioni operanti con grande autonomia. Di conseguenza, in base ad accordi con il II Corpus dell'EPLJ la divisione Venezia decise di formare con i militari dipendenti delle brigate, sul tipo di quelle partigiane, indubbiamente mag-


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giormente atte al nuovo tipo di lotta. Poiché non tutti gli italiani erano idonei, per malattie, infermità od età, a far parte delle brigate, con i non idonei si formarono battaglioni lavoratori, impiegati sul vasto territorio, a seconda delle esigenze. Una delle brigate partigiane fu costituita con i più efficienti militari della Guardia di finanza e da altri elementi della divisione Venezia e fu posta al comando del capitano del Corpo Leonida Bertè. Un'altra aliquota di finanzieri fu assegnata ai battaglioni lavoratori ed i rimanenti, con il comando del VI battaglione costituirono il comando della base di Vrulije, che funzionò dal 31 ottobre al 23 novembre 1943. Poi, la base fu abbandonata ed i superstiti si trasferirono a Boljanici. Qui i finanzieri vennero disarmati ed assegnati a vari incarichi e reparti. Gli ufficiali, invece, passarono alla diretta dipendenza della divisione che intanto aveva assunto la denominazione di “Divisione italiana partigiana Garibaldi”. Ai primi di dicembre fu allestito a Plijeva un campo di aviazione, sul quale atterrarono aerei alleati che portavano rifornimenti per le truppe operanti e riportavano in Patria feriti ed ammalati. Il 5 dicembre i tedeschi, provenendo dall'Albania, attaccarono in forze, e la divisione Garibaldi fu costretta a ritirarsi verso l'interno della Jugoslavia, abbandonando tutto ciò che non era trasportabile. La situazione degli italiani, da allora, si aggravò ulteriormente per le perdite non ripianabili dei reparti combattenti in morti, feriti ed ammalati, essendo le cure problematiche per l'assoluta mancanza di materiali sanitari, per la scarsezza del cibo e del vestiario adeguato al rigido inverno, per le continue marce in territori inospitali, per le fucilazioni di ufficiali, che a giudizio degli slavi avevano trascorsi fascisti, per l'insicurezza dovuta alla necessità di combattere contemporaneamente tedeschi e bande cetniche, mussulmane ed ustascia ed infine per la sempre crescente obbligata sottomissione agli ordini dei comandi dell'EPLJ. Pur in queste difficili circostanze, i finanzieri strinsero i denti e sia nelle brigate combattenti, sia nei battaglioni lavoratori tennero un comportamento fiero e tennero alto l'onore del Corpo. Il tenente colonnello Amoretti, inabile per la lotta partigiana perché gravemente ammalato e ormai rimasto senza

comando di finanzieri, perché tutti erano stati assegnati alle brigate combattenti oppure ai battaglioni lavoratori, fu rimpatriato con un aereo alleato che aveva portato rifornimenti. Rimase in Montenegro il capitano Leonida Bertè del VI battaglione che il 27 ottobre 1943 fu nominato comandante della II brigata partigiana Garibaldi composta dai finanzieri superstiti ed integrata da militari della divisione Venezia. Il reparto aveva una forza iniziale di 1300 uomini ed era suddiviso in tre battaglioni ed una compagnia armi di accompagnamento. Il battesimo del fuoco si ebbe nella notte sull'8 novembre, quando la brigata, durante una marcia di trasferimento verso Brodarevo, fu impegnata in un rastrellamento di bande mussulmane filotedesche. Giunta a quella località, la brigata fu incaricata di accorrere in soccorso della V brigata Venezia, seriamente attaccata ed in parte distrutta nella zona di D. Straniani. Il paese fu raggiunto con una marcia notturna, combattendo contro bande mussulmane e ricuperando armi e materiali che erano stati catturati alla V brigata, i cui resti furono posti alle dipendenze del capitano Bertè. Il 10 novembre la brigata passò a far parte della divisione dell'EPLJ “Sangiaccato”, e partecipò all'attacco di Sienica, porta di accesso della Serbia, tenuta da ingenti forze tedesche e collaborazioniste. Questo fu il primo esperimento di guerra tradizionale che il comando partigiano organizzava, e fu anche l'ultimo, giacché fino ad allora l'impiego caratteristico di quei reparti era stato la guerriglia. Infatti, l'attacco condotto da numerose brigate partigiane, tra le quali la II Garibaldi, fallì nonostante l'eroismo degli attaccanti che subirono forti perdite, anche perché i tedeschi avevano fatto affluire con movimento aggirante forze consistenti da altri settori.14 Il cap. Bertè dovette quindi ritirarsi sotto la pressione avversaria e lo fece lentamente mantenendo il contatto con il nemico per consentire l'allestimento di una difesa su posizioni arretrate. Poiché alcune brigate italiane erano state gravemente provate, la divisione ordinò un rimaneggiamento, per effetto del quale la II brigata ebbe nuovi reparti organici in assegnazione. Nel reparto i finanzieri più validi furono inquadrati in una compagnia al comando del tenente Sobrero. La brigata si accampò a Cainice, una città 9

completamente distrutta, ove la sopravvivenza era difficoltosa. Fu necessario, per potersi alimentare, sacrificare i muli delle salmerie più provati. A fine novembre le brigate italiane furono ulteriormente rimaneggiate: tutti coloro che erano risultati non idonei alla guerra partigiana furono aggregati ai battaglioni lavoratori e la II e la III brigata si fusero in un reparto al comando del magg. Cesare Piva, del R.Esercito, con il cap. Bertè vicecomandante, composto da due battaglioni ed una compagnia armi di accompagnamento. I finanzieri continuarono ad essere inquadrati in una compagnia. Il 1° dicembre le brigate furono richiamate verso Pljeije sede del comando divisione Garibaldi e del II Corpus dell'EPLJ. Poco prima dell'arrivo a questa sede, il pomeriggio del 5 dicembre, mentre tutti sostavano a Rudo, 5 chilometri prima della meta, la colonna fu sorpresa, assieme ad altri militari non inquadrati, da carri armati tedeschi, piombati sul concentramento di partigiani che senza misure di sicurezza si trovavano in quel luogo. Nello scompiglio, i tedeschi fecero strage tra gli insorti. Fu ucciso anche il maggiore Piva, che con altri militari brigata si era inoltrato tra le colline a lato della strada ove si trovavano i carri. Si salvò il capitano Bertè con parte della brigata e con i superstiti si trincerò sulle colline retrostanti, in attesa dell'attacco della fanteria tedesca, che però non ci fu. Con faticose marce notturne, la brigata si spostò verso Meliak, ove il reparto rimase dal 6 dicembre, aggregando anche un battaglione di alpini che aveva preso contatti con il cap. Bertè. Fin dal primo momento si dimostrò arduo il problema del vettovagliamento: la zona era piuttosto povera ed era stata sfruttata in precedenza dai reparti partigiani, la popolazione non intendeva venire incontro alle truppe italiane, in parte perché di sentimenti cetnici ed in parte perché proprio in quella zona nostre truppe alpine avevano in precedenza eseguito dei rastrellamenti, con le conseguenze note e cioè villaggi bruciati, bestiame requisito, arresti, internamenti ecc.. E ciò non solo fu motivo di difficoltà nell'approvvigionamento dei viveri, ma costituì un pericolo per la sicurezza dei reparti stessi e obbligò ad aumentare le misure di sicurezza attorno ai villaggi in cui si accantonavano ed a costituire pat-


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tuglie consistenti per le ricognizioni. 15 Di questo stato di cose approfittavano i cetnici per fare una forte propaganda, onde rendere sempre più difficile la permanenza degli italiani nella zona. Le accuse ai comandi partigiani, contro i nostri erano cosa di ogni momento, fino al punto di simulare dei furti per accusare gli italiani. Oggetto di furto erano specialmente le patate ed allora fu predisposto un servizio di vigilanza ad ogni deposito di patate. I contatti continui tenuti con la IV brigata Sangiaccato, che si trovava a poche ore di marcia, il sistema di vigilanza adottato per prevenire furti ed altri incidenti, la denuncia di alcuni casi di simulazione di furti e la conoscenza che già aveva il comando partigiano della influenza cetnica nella zona, contribuì ad annullare l'efficacia sabotatrice della popolazione, anzi agevolò gli italiani, dando loro una certa libertà nelle requisizioni nella zona, considerata territorio nemico. Si era a dicembre inoltrato e in zona montana l'equipaggiamento dei militari lasciava a desiderare, specialmente le calzature; i servizi di vedetta e di pattuglia erano assorbenti considerato lo stato di allarme e quindi il vitto era assolutamente insufficiente.16 Il 18 dicembre si iniziò l'impiego dei vari reparti in azioni di guerriglia e di disturbo contro le truppe germaniche di Pljevlje, Bolianici ecc. e contro i villaggi cetnici posti al di là della rotabile di Pljevlje. Queste ultime azioni, quasi sempre concordate col comando partigiano, non avevano solo lo scopo di disturbare, ma anche quello di razziare vestiario ed altri viveri, per sopperire alle scarse riserve della zona. Dal 18 dicembre a tutto il mese di gennaio la terza brigata "Garibaldi" fu messa a dura prova. Numerosi i fatti d'armi ed i rastrellamenti, sempre vittoriosi per i reparti italiani. La resistenza opposta nei giorni 3 ed 8 gennaio dal II battaglione, contro l'attacco in forza di tedeschi e cetnici, ebbe dell'epico. Degna di particolare menzione la resistenza della compagnia Carabinieri, che ebbe in quei giorni numerosi morti e feriti. I tedeschi furono sempre respinti fin sotto i reticolati di Pljevlje. La Compagnia della R. Guardia di finanza, si distinse il 17 gennaio. Nei giorni precedenti a G. Orlie, ove la compagnia si trovava distaccata come punta avanzata dello schieramento, con un posto fisso

zioni e per le difficoltà di vita nelle quali si dibattevano. Alla metà di gennaio la brigata aveva già dato largo contributo di sangue e fra morti, feriti, ammalati, dispersi, i reparti si erano assottigliati. I superstiti, per quanto animati ancora da spirito combattivo, erano visibilmente stanchi, per cui fu inviata al comando della divisione "Garibaldi" una nuova relazione chiedendo per la brigata un breve periodo di riposo, per riequipaggiare la truppa e prepararla meglio per un futuro impiego. Il comando della divisione, che già aveva predisposto un avvicendamento fra le varie brigate, diede la preferenza alla III brigata che era stata più provata Il Capitano Leonida Bertè nel 1940 delle altre e per prima le concesse un sul Ceotina, era stata notata dagli ufficia- periodo di riposo da fruire nella zona di li una forte propaganda cetnica, fra la Moikovac. truppa, a mezzo di contadini che si reca- Il 28 gennaio, a scaglioni di battaglioni, la vano colà per vendere generi alimentari brigata cominciò il trasferimento che terminò il 1° febbraio. Il riposo durò ben ai militari.17 La posizione di G. Orlie era dominante e poco, perché il giorno 10 la brigata si prestava per la sistemazione a caposal- venne sciolta.19 do, cosa che fu attuata fin dai primi gior- Il comando della divisione, valutate le ni di permanenza in quel villaggio, di perdite della III brigata Garibaldi, decise modo che quando, nel pomeriggio del lo scioglimento del reparto e la distribu17 gennaio, un forte reparto di sciatori zione dei superstiti alle altre formazioni. tedeschi, munito di numerose mitraglia- Il cap. Bertè, con i finanzieri ancora effitrici, investì la località, sicuro di sopraffa- cienti, fu assegnato alla IV brigata, con re facilmente il piccolo presidio, ebbe la l'incarico di vicecomandante. sgradita sorpresa di trovare le armi pron- Il 22 febbraio 1944 la brigata iniziò il trate in postazione e malgrado la violenza sferimento verso la sede del III Corpus dell'attacco, durato circa tre ore, dovette dell'EPLJ, molto più a nord, con una marcia che si prevedeva di durata superiore ripiegare inseguito.18 Il L battaglione ed un battaglione parti- ad un mese. giano, doveva eseguire un'azione di sor- Fin dalla prima marcia si manifestarono presa oltre la rotabile e sostò la notte dal varie difficoltà: tappe lunghissime per 10 all'11 gennaio nel villaggio di Lesnica. cui si giungeva quasi sempre di notte e Al mattino dell'11 i due reparti si trovaro- chi ha marciato sulla neve sa quanto sia no circondati da forze tedesche e cetni- penoso camminare di notte, specialche ed esse erano penetrate tanto pro- mente se la pista presenta delle buche; fondamente che gran parte delle truppe sforzi enormi per arrivare alla meta perfu sorpresa negli accantonamenti e quel- ché i militari erano appesantiti da riserve le che, avendone avuto la possibilità, ten- di viveri, oltre che dall'equipaggiamento tarono di difendersi furono facilmente quasi al completo; i muli non tutti e non sopraffatte. Di tutto il battaglione ritor- sempre poterono raggiungere la tappa, narono 39 uomini, compreso il coman- per cui ben presto si cominciò ad eliminare il materiale meno necessario e, purdante e 4 ufficiali. Mentre la brigata combatteva nel Mon- troppo, presto furono spalleggiati anche tenegro settentrionale, erano stati persi i i mortai da 81, con quanta fatica è facile collegamenti con la divisione Garibaldi. supporre; ad ogni tappa rimaneva una Soltanto a fine dicembre 1943 il cap. aliquota di militari ammalati ed impossiBertè riuscì a far pervenire al gen. Oxilia bilitati a proseguire, senza tener conto la relazione sulle operazioni delle quali di quelli che si fermavano lungo il perera stato protagonista, alle quali l'alto corso, con grave rischio, perché in certi ufficiale rispondeva con una lettera elo- punti, verso ed oltre Celebic ad esempio, giativa, che ebbe l'effetto di risollevare il rimaner indietro significava perdere la morale depresso dei militari, per le priva- vita.20 10


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La marcia, inoltratosi il reparto in Bosnia, divenne molto dura. La regione era abitata da mussulmani ostili ai partigiani e si dovette avanzare sostenendo continue scaramucce con le bande collaborazioniste. Il 18 marzo la brigata iniziò un trasferimento che prevedeva 24 ore ininterrotte di cammino. Il reparto, a causa delle indicazioni errate sul percorso da compiere fornite dal commissario politico jugoslavo, si smarrì nei boschi e cadde in un'imboscata di tedeschi e cetnici e nei combattimenti successivi rimase semidistrutto. Dopo tre giorni di lotta, i superstiti, al comando del cap. Bertè, in quanto il comandante titolare risultò disperso, si riunirono ad un altro reparto di partigiani comunisti, con il quale sostennero altri duri scontri con tedeschi ed ustascia.21 Finalmente il 27 marzo i resti della brigata raggiunsero Vlasenica, sede del III Corpus. Qui fu deciso un ulteriore rimaneggiamento: con i militari efficienti della brigata fu costituito un battaglione, che venne destinato alla XII divisione dell'EPLJ, stanziata a Sebrenica. Poiché di norma un battaglione partigiano era comandato da un tenente, il Bertè rimase a disposizione del III Corpus. Rifuggendo dalla conseguente inattività, egli chiese, assieme ad altri ufficiali italiani, di raggiungere un'altra formazione della Garibaldi, impegnata in zona limitrofa. Furono tutti accontentati e si misero in marcia verso Tusla, ove giunsero 8 giorni

dopo. Da questa località dovettero proseguire verso ovest, ma la brigata partigiana della zona si trovava impegnata da un attacco in forze dei tedeschi e dei fiancheggiatori slavi. In pochi riuscirono a sfuggire ai rastrellamenti, e tra questi il capitano Bertè. I sopravvissuti, dopo altri giorni di peregrinazione nelle foreste, raggiunsero una zona nella quale la popolazione era favorevole ai partigiani e finalmente il 17 maggio 1944 riuscirono ad unirsi ad una brigata impegnata in una azione offensiva contro i germanici. Il capitano rimase aggregato ai partigiani fino al 2 luglio 1944, quando in un campo di aviazione allestito in quei giorni atterrarono due aerei inglesi da trasporto con i rifornimenti per gli insorti e per lo sgombero in Italia di feriti ed ammalati, tra i quali il capitano Bertè. Aveva così termine l'epopea del VI battaglione che aveva sostenuto cruenti combattimenti contro gli insorti in Montenegro, subendo gravi perdite, ma dando fulgidi esempi di eroismo, ricompensati con numerose decorazioni al valor militare ai singoli, tra le quali due medaglie d'oro alla memoria. Dopo l'8 settembre 1943, il VI battaglione aveva risposto convintamente alla chiamata del legittimo governo del Paese ed inquadrati nella divisione partigiana Garibaldi, combattendo contro i tedeschi, in condizioni ambientali e meteorologiche più che avverse, per giorni privi di vettovagliamento e sempre all'addiaccio, dava prova di costituire

una forte compagine in grado di gareggiare con le migliori formazioni dell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia, con le quali collaborò per nove lunghissimi mesi nella lotta contro i tedeschi ed i loro fiancheggiatori. Dal 1941 e fino al termine della guerra il VI battaglione perse in combattimento 153 uomini su una forza media di 500 finanzieri , dei quali 3 ufficiali, 22 sottufficiali e 118 appuntati e finanzieri caduti o dispersi. I militari del reparto conseguirono individualmente due medaglie d'oro, una medaglia d'argento, otto medaglie di bronzo e ventidue croci di guerra al Valor Militare. Lo splendido comportamento nelle operazioni belliche del battaglione meritò alla bandiera di guerra della Guardia di finanza una medaglia di bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: “Dislocato nel Montenegro si distingueva in numerose azioni belliche offrendo ripetute prove di fulgido eroismo. All'atto dell'armistizio, fedele alle tradizioni d'onore del Corpo, si schierava compatto contro il tedesco aggressore e, datosi alla montagna, si univa ad unità dell'invitta divisione Venezia battendosi in sanguinose lotte contro preponderanti forze, emergendo per spiccato ardore combattivo ed elevato spirito di abnegazione. Nobile esempio di salde virtù militari e fervida fede nei destini della Patria. Montenegro, 1941 – 1944.” D.P.R. 15 marzo 1950.

ribelli che avevano circondato la caserma ed incendiato fabbricati vicini, animava la difesa con il suo contegno freddo. Energico e risoluto. Ferito una prima volta, rifiutava ogni soccorso, continuando ad incitare i superstiti ed a sparare sugli assalitori. Ferito altre due volte, mentre la caserma era in fiamme ed i camerati quasi tutti caduti, persisteva tenacemente nell'impari lotta. Esaurite le cartucce, si raccoglieva un attimo per baciare la fotografia dei suoi cari, quindi, prese alcune bombe a mano e toltane la sicura, se le meteva nelle tasche e da una finestra saltava sugli avversari inferociti dall'asprezza della lotta, seminandovi, con il proprio sacrificio strage e distruzione. Fulgido esempio di sublime sacrificio. Berane (Montenegro), 17 -18 luglio 1941.” 9 - Anche al fin. Lido Gori fu conferita la medaglia d'oro al V.M. alla memoria con la seguente motivazione. “Al suo posto di combattimento in una casermetta assalita da preponderanti forze nemiche, accorreva tra i primi alla difesa. Ferito ad un braccio non desisteva dalla lotta e si portava nei punti da cui poteva meglio reagire. Ferito una seconda volta ad una gamba, in modo grave, non abbandonava il suo posto di combattimento, ed incitava i compagni alla resistenza. Ferito nuovamente al petto, quando molti dei suoi compagni erano caduti, e la caserma incendiata dal nemico era tutta un rogo e minacciava di crollare, esaurite le cartucce, in supremo sforzo affrontava

l'avversario con le bombe a mano. In quest'ultimo gesto una pallottola lo colpiva in fronte e ne troncava la giovane vita offerta in modo superbo alla Patria. Berane (Montenegro) 17 – 18 luglio 1941.” 10 - Il gen. Oxilia, nell'immediato dopoguerra, sarà nominato Comandante Generale della Guardia di finanza. 11 - ASMSGF, miscellanea, sezione 638, fascicolo n. 12, Relazione del ten. col. Amilcare Amoretti, comandante del VI battaglione, pag. 4. 12 - Ibidem, pag 5. 13 - Ibidem, pag. 6. 14 - ASMSGF, fondo Uga, sezione 638, fascicolo n. 100, Relazione del cap. Bertè, pag. 4. 15 - ASMSGF; Fondo UGA,sezione 638, fascicolo n. 100, Relazione sull'attività del cap. Bertè Leonida presso la divisione italiana partigiana Garibaldi, pag. 10. 16 - Ibidem, pag.11. 17 - Ibidem, pag 12. 18 - Si distinsero in quel fatto d'armi il comandante della compagnia, ten. G.B. Sobrero, i sottotenenti Valentino Ferrari e Giovanni Ciccone ed i brigadieri Volpe e Romani, tutti decorati al V.M. “sul campo”. 19 - Ibidem, pag. 14. 20 - Ibidem, pag. 16. 21 - Gli ustascia erano le milizie fasciste croate di Ante Pavelic, un fiancheggiatore dei tedeschi.

Note 1 - PP. Meccariello, La Guardia di finanza nella II guerra mondiale, cit, pag. 405. 2 - Alla memoria del l'ufficiale fu conferita la medaglia d'oro al Valor Militare con la seguente motivazione: “Aiutante maggiore di battaglione dislocato nel Peloponneso riusciva a sottrarsi all'atto dell'armistizio alla cattura delle truppe tedesche e si aggregava a banda partigiana greca seguendone la rischiosa attività. Catturato in seguito a delazione e sottoposto a sevizie, si rifiutava di fornire qualsiasi elemento che potesse giovare al nemico. Condannato a morte mediante impiccagione, affrontava la prova suprema con intrepida fierezza ed ardimentosa serenità. Grecia, settembre 1943 – gennaio 1944.” 3 - L. Palandri, La Guardia di finanza in Albania, cit., pag. 310. 4 - ASMSGF, Diario storico del VI battaglione, mese di maggio 5 - Cfr. precedente capitolo, paragrafo, nel quale sono narrate le vicende del II battaglione. 6 - ASMSGF, fondo UGA, sezione 638, fascicolo n. 100. 7 - Il comandante del reparto, ten. Emilio Calzetta, era stato catturato mentre si trovava al Presidio militare. 8 - All'app. Francesco Meattini fu conferita la medaglia d'oro al V.M. alla memoria con la seguente motivazione. “Capo squadra fucilieri di un distaccamento della R. Guardia di finanza aggredito da preponderanti bande

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INAUGURAZIONI I massimi vertici dell’A.N.F.I. presso la Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza all’Inaugurazione dell’Anno di Studi a cura di

11 novembre 2013, ad Ostia, presso la caserma “IV Novembre”, alla presenza del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Dott. Fabrizio Saccomanni e del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Saverio Capolupo, si è svolta la Cerimonia di Inaugurazione dell'Anno di Studi 2013/2014 della Scuola di Polizia Tributaria. Per l'A.N.F.I. erano presenti, tra gli altri, il Presidente Nazionale, Gen. C.A. Giovanni Verdicchio, il Vice Presidente Nazionale Vicario, Gen. C.A. Umberto Fava ed il Vice Segretario Generale, Gen. B. Angelo Maenza. A fare gli onori di casa il Comandante della Scuola, Generale di Brigata Gaetano Mastropierro che, nella propria relazione introduttiva, ha ripercorso le attività e le iniziative formative svolte nel corso dell'ultimo anno di studi e delineato le prospettive future, tra le quali particolare importanza ricoprirà il comparto della formazione a distanza, realizzata attraverso le tecniche dell'e-learning che possono far perno sulle più moderne tecnologie info-telematiche. Il Comandante Generale della Guardia di Finanza, nel corso del suo intervento, ha affermato come “dinanzi a scenari così

L’

Claudio Coco

articolati e fortemente variabili, l'operatore di polizia economico–finanziaria deve essere in grado di adeguarsi alla mutevole realtà, per coglierne i trend evolutivi, individuare i meccanismi che possono inquinare l'economia legale e ledere gli interessi della collettività ed assumere le conseguenti iniziative. Il Corpo è pienamente conscio dell'importanza degli sforzi da dedicare alla formazione del proprio personale, fattore fondamentale per generare il cambiamento e promuovere lo sviluppo”. Il Ministro dell'Economia e delle Finanze Dott. Fabrizio Saccomanni ha sottolineato, nel suo intervento, come "Il Corpo rappresenta una fondamentale risorsa al ser-

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vizio del Paese. Il Governo ripone ampia fiducia nelle vostre competenze ed energie investigative, maturate nel perseguimento della missione di polizia economicofinanziaria, in un momento in cui numerose sono le sfide per la vita economica e politica dell'Italia. L'amministrazione finanziaria e i contribuenti devono essere attori di un percorso comune, fondato sulla condivisione di valori quali la legalità, l'equità ed il rispetto delle regole. Un fisco equamente distribuito consentirà alla popolazione italiana di affrontare meglio il delicato snodo congiunturale che stiamo vivendo". Al termine della propria prolusione, il Ministro ha solennemente dichiarato aperto l'Anno di Studi 2013/2014.


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Il Presidente Nazionale, Gen. C.A. Giovanni Verdicchio, inaugura la Sezione A.N.F.I. di Diso (LE) di

Lucio Valentini

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abato 23 novembre 2013 in Diso, con il patrocinio del Comune e dell'unione dei comuni di Diso Andrano e Spongano, è stata inaugurata la Sezione A.N.F.I. - Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia - intitolata al Finanziere mare Vincenzo Coppola che ha perso la vita all'età di 25 anni per difendere la Patria. L'evento ha visto la presenza, in particolare, del Presidente Nazionale A.N.F.I., del Comandante Provinciale, dei Sindaci dell'Unione e di altri Comuni viciniori, di altre Autorità civili, religiose e militari, di una rappresentanza di alunni dell'Istituto Comprensivo di Diso nonché delle associazioni combattentistiche e non presenti sul territorio e delle Sezioni ANFI della Provincia di Lecce. La cerimonia ha preso il via alle ore 09,30 con lo scoprimento della targa ed il taglio del nastro tricolore, affidato alla Sig.ra Angela Rita Russo e la benedizione dei locali della Sezione da parte di Don Adelino Martella Parroco della Parrocchia “SS. Filippo e Giacomo di Diso. Alla presenza delle Autorità intervenute, tra cui il Segretario Generale dell'A.N.F.I., Ten. Col. Giuseppe Ruggieri, del Consigliere Nazionale per la Puglia e Basilicata, Fin. Antonio Fiore, dei soci della Sezione e dei loro familiari, il neo Presidente, Lgt. Lucio Valentini, che ha preso la parola per ringraziare tutti i convenuti della loro gradita partecipazione. E' seguita l'allocuzione del Sindaco del Comune di Diso, Avv. Antonella Carrozzo, del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Col. Vincenzo Di Rella, e del Presidente Nazionale, dell'ANFI Gen. C.A. Giovanni Verdicchio. Subito dopo, al seguito della banda musicale il corteo degli ospiti, dei soci e della cittadinanza, ha raggiunto Piazza Rimembranza per la deposizione di una corona d'alloro ai piedi del monumento ai caduti. Di seguito, presso la Chiesa Madre di Diso, è stata celebrata la Santa Messa officiata dal parroco Don Adelino Martella, al termine della quale è avvenuta la benedizione e la consegna del tricolore. La cerimonia si è conclusa con un “Vin D'honneur” presso la Sala Consiliare del Comune di Diso. 13


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PRECETTO DI NATALE Celebrazione Eucaristica del Santo Natale a Roma di

Angelo Maenza

Il

18 dicembre 2013, ha avuto luogo nel salone della caserma Sante Laria in Roma, addobbato per l'occorrenza con dei bellissimi fiori e con un pannello centrale dove veniva proiettata una bella immagine della natività' che riportava, in basso, le parole ”Buon Natale” e la scritta ” Vieni a visitarci, Signore, con la tua pace. La tua presenza ci riempirà di gioia”, la solenne celebrazione eucaristica, in occasione del Santo Natale, con la partecipazione di Autorità di vertice del Comando Generale e con l'intervento della Banda del Corpo, in misura ridotta, diretta dal Maestro T. Col. Leonardo Laserra Ingrosso, che ha animato i momenti salienti della cerimonia. A fianco dell'altare era posizionata una bellissima immagine della Madonna con davanti il Bambino Gesù e verso l'altare, su un piedistallo, brillava un ostensorio che, come annunciato dal Celebrante, conteneva una reliquia di San Matteo, protettore del Corpo della Guardia di Finanza, donata dal Vescovo di Bergamo al Cappellano dell'Accademia alla sede, la quale sarà custodita, in un'apposita teca, nella cappella del Comando Generale. L'evento è stato officiato, per sopravvenuta mo-mentanea impossibilità dell'Arcivescovo Ordinario Militare S.E. Mons. Santo Marcianò, dall'Ispettore, Cappellano Capo dell'Assistenza Spirituale del Comando Generale, Mons. Pietro Campominosi, coadiuvato dal Cappellano dell'Accade-mia di Castel Porziano, Padre Tommaso Chirizzi. Per sopravvenute esigenze operative del Comandante Generale, ha presenziato la cerimonia il Capo di Stato Maggiore, Gen. D. Luciano Carta, alla presenza dei rappresentanti di alcuni Comandi alla sede di Roma, degli Ufficiali dello Stato Maggiore, del Presidente del Museo Storico, Gen. C.A. Luciano Luciani, del Coordinatore del Poliambulatorio di Roma, Col.

med. dott. Riccardo Piccinni e da una foltissima rappresentanza di altri ufficiali, ispettori, sovrintendenti, appuntati e finanzieri in servizio ed in congedo. Per l'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia erano presenti, tra altri, il Presidente Nazionale, Gen. C.A. Giovanni Verdicchio, il Vice Presidente Nazionale Vicario, Gen. C.A. Umberto Fava e il Gen. B. Angelo Maenza, Vicesegretario Generale. All'inizio della Santa Messa, Mons. Campominosi nel portare il saluto del nuovo Arcivescovo, ha aggiunto, con visibile commozione, che l'odierna particolare celebrazione sarebbe stata l'ultima in quanto, nel prossimo autunno, per motivi di anagrafe, lascerà il servizio nel Corpo. Particolare e intensa di spiritualità è stata l'Omelia, tenuta per l'occasione, con evidente e comprensibile emozione, caratterizzata, tra l'altro, da elementi di riflessione su temi e valori importanti per la vita individuale e comunitaria e sviluppata, con invito a riflettere, in particolare su due elementi: “consapevolezza” e “vigilanza operosa”, con riferimento anche ad altri termini quali: maturità, equili14

brio, saggezza, superficialità, disattenzione, etc…. “La Bibbia ricorda più volte che la bocca manifesta ciò che sta nel cuore dell'uomo: da un cuore ricco di saggezza e consapevolezza scaturiranno parole sincere, rispettose e costruttive; da un cuore egoista e superficiale scaturiranno parole che ingannano, feriscono e dividono”. Ringraziamo il Celebrante per averci ulteriormente sensibilizzato sui concetti di “consapevolezza”, ”saggezza” e “vigilanza operosa”, in relazione ai quali , riteniamo di poter affermare, che trovano ampio spazio nel diuturno operare del personale del Corpo, in servizio ed in congedo, per conseguire , in tutti i livelli, le finalità Istituzionali. Al termine della cerimonia, Il Capo di Stato Maggiore, Gen. D. Luciano Carta, ha espresso gratitudine a Mons. Campominosi, anche per gli affettuosi sentimenti esternati, ed ha rivolto espressioni augurali per le festività natalizie a tutti i presenti e alle loro famiglie e un ringraziamento a tutto il personale per l'impegno profuso nel portare a termine le attività nel decorso anno.


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FONDAZIONE A.N.F.I. Aggiornamenti sul Progetto di

1. Il Consiglio Nazionale, nella seduta del 5/6 dicembre 2013, dopo un confronto appassionato, coinvolgente e costruttivo, al quale hanno contribuito tutti i componenti dell'Organo collegiale, ha approvato l'iter per procedere alla costituzione della Fondazione A.N.F.I. e le linee guida per la predisposizione dell'Atto Costitutivo e dello Statuto. In particolare è stato deciso : - denominazione: “Fondazione Associazione Finanzieri d'Italia”, con unico socio fondatore l'A.N.F.I. ; - raccolta dei fondi per la costituzione del patrimonio: sarà effettuata tra i soci, su base volontaria, tra le Sezioni, attingendo dalle proprie disponibilità finanziarie, e tra gli esterni all'Associazione con versamenti d'iniziativa; - struttura organizzativa articolata su: Consiglio Generale, Comitato di Gestione e Collegio dei Sindaci, con compiti analoghi a quelli previsti dallo Statuto A.N.F.I. per il Consiglio Nazionale, il Comitato Esecutivo Nazionale ed il Collegio dei Sindaci. Il Consiglio Generale sarà composto da 7 membri, di cui 4 nominati dal Consiglio Nazionale (Presidente e 3 membri) e 3 eletti, a livello nazionale, di cui 1 con residenza a Roma, 1 con residenza ricompresa nella circoscrizione dell'Italia Settentrionale ed 1 con residenza nella circoscrizione dell'Italia Centromeridionale. Il Comitato di Gestione sarà composto da 3 membri nominati dal Consiglio Generale. Tutti i componenti del Consiglio Generale e del Comitato di Gestione saranno scelti tra i soci A.N.F.I. che abbiano manifestata la loro disponibilità a ricoprire tali funzioni. I soci nominati ed eletti

Umberto Fava

dovranno essere in possesso dei requisiti di onorabilità e di professionalità, preliminarmente verificati dal Comitato Esecutivo Nazionale dell'A.N.F.I.. I membri del Collegio dei Sindaci (3 effettivi e 2 supplenti) saranno eletti, a livello nazionale, tra i soci che si candideranno a tale funzione e che siano in possesso dei requisiti di onorabilità e di professionalità nonché, possibilmente, dell'iscrizione nell'Elenco dei Revisori Contabili (obbligatoriamente per il Presidente). Il Consiglio Nazionale ha, altresì, deliberato di prevedere la figura di un Direttore/Segretario Generale. La durata delle cariche sociali della Fondazione sarà corrispondente a quella prevista per il mandato delle cariche sociali centrali dell'A.N.F.I.. 2. Il Consiglio Nazionale, ritenuto necessario approfondire le implicazioni sottese ad alcune tematiche, ha affidato ad un Gruppo di Lavoro, composto dal Gen. D. dott. Mauro Cappelli, dall'Avv. Giovanni Cinque (Proboviro) e dal dott. Pierfrancesco Lazzaro (Sindaco Effettivo), tutte personalità non facenti parte del Consiglio Nazionale, il compito di approfondire le seguenti tematiche e di proporre le soluzioni più idonee, anche alla luce delle eventuali implicazioni di ordine giuridico, economico e fiscale, connesse alla scelta che si intenderà operare, in merito a: - rappresentante legale della Fondazione; - periodico “Fiamme Gialle”; - finalità della Fondazione (devono essere in linea con quelle previste dallo Statuto); - Fondazione o Fondazione anche ONLUS.

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3. L'iter di sviluppo delle ulteriori incombenze prevede: - la predisposizione di una bozza di progetto, completa di Atto Costitutivo e di Statuto, a cura del Gruppo di Lavoro; - l'invio ai Consiglieri Nazionali del progetto redatto allo scopo di acquisire valutazioni, suggerimenti, modifiche e proposte formulate dai soci delle Sezioni, ricomprese nelle rispettive aree geografiche; - la rivisitazione del progetto, da parte del Gruppo di Lavoro, sulla base di quanto emergerà a seguito dell'attività di cui alla precedente alinea.; - l'approvazione definitiva, da parte del Consiglio Nazionale, entro il mese di marzo 2014 e gli adempimenti giuridico/burocratici per la redazione, con atto pubblico, dell'Atto Costitutivo e dello Statuto. 4. Le scelte operate dal Consiglio Nazionale, come può dedursi, sono state ispirate dalla necessità di coinvolgere, doverosamente ed utilmente, tutti i soci, presupposto indispensabile sia per realizzare la massima trasparenza del progetto sia per coinvolgere, in un'iniziativa complessa, tutti gli appartenenti all'A.N.F.I.. 5. Come più volte affermato, il buon esito era ed è affidato all'intima convinzione e volontà di ciascun socio di apprezzare e di condividere l'iniziativa e, conseguentemente, di sostenerla con un apporto finanziario che consenta di avere la disponibilità delle risorse finanziarie necessarie per costituire il patrimonio richiesto dalla normativa vigente ed il fondo di gestione, indispensabile per l'operatività della Fondazione e per i possibili sviluppi.


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SPORT Assegnati i Premi “all’Atleta dell’Anno”, “alla Carriera” e ai Giovani Sportivi delle Fiamme Gialle di

Piazza di Pietra a Roma, Il 17 dicembre 2013, nella splendida Sala del Tempio di Adriano, gremita da un folto pubblico, ha avuto luogo l'evento, di fine anno, organizzato dal Centro Sportivo Fiamme Gialle della Guardia di Finanza, al quale hanno partecipato, tra le numerose altre Autorità: il Comandante del Centro, Gen. B. Domenico Campione, l'Assessore Regionale allo Sport, Rita Visini e l'Assessore allo Sport di Roma Capitale, Luca Pancalli, insieme ai vertici del CONI: il Presidente Giovanni Malagò, il Vice Presidente Vicario Giorgio Scarso e il Vice Presidente Luciano Buonfiglio. Durante l'evento, magistralmente diretto dal Col. Vincenzo Parrinello, Comandante del Gruppo Polisportivo G.di

A

Angelo Maenza

F.,coadiuvato dal M.llo Silvia Iachini, oltre a presentare, anche con la proiezioni di emozionanti immagini, il tradizionale calendario da tavolo “Fiamme Gialle 2014”, con i mesi scanditi dalle foto dei protagonisti, è stata illustrata la prossima stagione agonistica estiva e invernale, particolarmente densa di appuntamenti importanti per i colori gialloverdi che culminerà, per le discipline invernali, con gli eventi delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi a Sochi (RUS). Momento clou dell'evento è stato la consegna dei premi “Atleta dell'Anno” e “Alla Carriera” Fiamme Gialle. Atlete dell'Anno sono state nominate Laura Milani ed Elisabetta Sancassani, per le medaglie d'oro vinte ai Campionati Europei Assoluti e ai Campionati Mon16

diali Assoluti di canottaggio nel “doppio pesi leggeri”. Il Premo alla Carriera è stato assegnato ad Alessio Sartori, plurimedagliato olimpico e mondiale (oro a Sidney 2000, bronzo ad Atene 2004 e argento Londra 2012, 3 ori, 3 argenti e un bronzo nelle varie edizioni dei Campionati Mondiali) e al responsabile della sezione sci fondo Giorgio Vanzetta, in virtù delle 5 partecipazioni alle Olimpiadi (dal 1980 al 1994) con 1 oro, 1 argento, 2 bronzi e ben 8 presenze ai Campionati Mondiali vincendo 2 argenti. Numerose le Autorità presenti, tra le quali il Senatore Gen. C.A. Luigi Ramponi, e i rappresentanti delle Istituzioni sportive delle Forze Armate e di Polizia e delle strutture scolastiche frequentati


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dai giovani atleti. Per l'A.N.F.I.,erano presenti il Vicesegretario Generale, Gen. B. Angelo Maenza, e il Vice Presidente della Sezione Roma 1/Nord, S.Ten. Antonio Morlando. La cerimonia è proseguita con la premiazione dei migliori atleti delle Sezioni Giovanili Fiamme Gialle che, durante la stagione agonistica, hanno conseguito risultati d'eccellenza in campo nazionale e internazionale. Tra i giovani campioni in passerella, appartenenti alle discipline di atletica leggera, nuoto, canottaggio, canoa, spiccano i nomi dei canottieri di Sabaudia Paolo Di Girolamo, campione del mondo pesi leggeri assoluti e under 23 e Claudia Destefani, bronzo ai campionati mondiali juniores. Il Generale Domenico Campione, nel suo intervento ha ripercorso la stagione 2013 e sottolinea il concetto di “Tradizione”. Inoltre ha voluto affermare come anche “la collaborazione con il mondo paralimpico abbia superato il concetto di integrazione e sia da considerarsi ormai una situazione di normalità”. Nel suo intervento il Presidente Malagò ha ringraziato sentitamente le Fiamme Gialle per il loro contributo sempre determinante per lo sport italiano, sottolineando inoltre che: “Il fatto che questo sodalizio attraverso le sezioni giovanili dia un contributo virtuoso senza depauperare le società sportive è un valore aggiunto”. Apprezzamento totale per il ruolo svolto dalle Fiamme Gialle in favore della comunità capitolina è stato espresso dall' Assessore Pancalli, il quale ha specificato che: “Sarò sempre un uomo di sport e anche per questo dico grazie al Centro Sportivo della Guardia di Finanza per la passione e per il contributo che date anche al mondo paralimpico e di cui sono sicuro vedremo sviluppi futuri”. Infine, l'Assessore Regionale Visini ha sottolineato che: “Questo è un periodo caratterizzato dal crollo dei valori, di cui i giovani sono i primi a soffrire. Lo sport aiuta a recuperare questi valori e per questo la Regione è intenzionata a collaborare fattivamente con le Fiamme Gialle e a realizzare insieme delle iniziative di cui potranno beneficiare i giovani laziali”. Le espressioni di unanime apprezzamento, rivolte al Corpo, per il qualificato e determinante contributo allo sport, nazionale e internazionale, trovano ulteriore conferma, nel particolare evento, nella partecipazione dei vertici del Coni,

sopra citati, e nella prestigiosa e totale presenza in platea dei massimi esponenti delle varie Federazioni: Giuseppe Abbagnale (Canottaggio), Alfio Giomi (Atletica), Paolo Barelli (Nuoto), Ernfried Obrist (Tiro a Segno), Domenico Falcone (FIJLKAM) e Francesco Ettorre (Vela). Presenti, oltre agli atleti premiati, anche molti campioni dello sport gialloverde, protagonisti del calendario 2014 tra cui: 17

Arianna Fontana (Short-track), Michela Ponza (Biathlon), Valerio Aspromonte e Irene Vecchi (Scherma), Simona La Mantia, Alessia Trost e Veronica Borsi (atletica), Tania Cagnotto (Tuffi), Romano Battisti e Francesco Fossi (Canottaggio), Marco De Nicolo e Niccolò Campriani (Tiro a segno), Assunta Galeone (Judo), Stefano Maniscalco (Karate), Diego Negri (Vela).


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AMBIENTE Aree Protette e Biodiversità in Italia a cura del

L'Ambiente-Italia rappresenta una grande e nuova risorsa per l'economia. È questo il messaggio scaturito a conclusione dei lavori della Conferenza nazionale “La Natura dell'Italia. Biodiversità e aree protette: la Green Economy per il rilancio del Paese”, svoltasi a Roma presso l'Università La Sapienza di Roma lo scorso 11 e 12 dicembre 2013.

ltre agli sterminati giacimenti culturali, che in qualsiasi altra Nazione al mondo rappresenterebbero il volano per eccellenza di una florida economia interna, l'Italia ha il più alto tasso di biodiversità in Europa. Abbiamo infatti ben 5.600 specie vegetali, pari al 50% delle specie europee, e oltre 57.000 specie animali, ovvero il 30% di quelle presenti nell'intero continente. In Italia ci sono 24 parchi nazionali, 134 parchi regionali, 30 aree marine protette. Se si aggiungono le riserve statali, regionali e le altre aree tutelate (per un totale di 871 aree protette) e gli oltre 2.500 siti della Rete Natura 2000, istituiti per le Direttive su habitat e uccelli, possiamo quantificare, al netto delle sovrapposizioni, in circa il 22% del territorio nazionale quello posto sotto tutela. In questo discreto tesoretto, i parchi nazionali coprono 14.656 kmq, ovvero il 4,8% del territorio nazionale (un'estensione di poco inferiore a quella dell'intera Calabria) mentre i parchi regionali - considerando tutte le aree e le riserve istituite con leggi regionali o comunque di competenza locale - arrivano a poco più di 17.000 kmq (pari al 5,7% del territorio nazionale, ossia, più o meno quanto il Lazio). Il 30% degli habitat naturali italiani (soprattutto gli ambienti umidi di palude,

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Dr. Marco Duspiva

costa e ripariali) è minacciato dalle attività dell'uomo, così come il 45% delle 1.265 specie di animali vertebrati presenti sul nostro territorio, il 15% delle piante superiori e il 40% di quelle inferiori. Il 15% del territorio nazionale è costituito da aree di interesse per la flora, mentre le aree di interesse per la fauna, arrivano a coprire addirittura il 46% del Paese. Le foreste si estendono sul 36% del territorio italiano: dal 1990 al 2008 i boschi sono aumentati di circa l'1,8%. In sostanza, le aree della biodiversità italiana sono molto più estese di quelle dei parchi, che rappresentano dei laboratori per la gestione ambientale e la conservazione. Un motivo in più per preservarle

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(soprattutto dalla piaga dell'abusivismo, contro il quale si dovrebbe essere energicamente decisi ad affrontarlo, procedendo a demolizioni obbligate) e lasciarle in eredità alle nuove generazioni che verranno. Tuttavia, la citazione di tutte queste percentuali, statistiche e propositi serve anche a far comprendere quante e quali ricchezze sono in dote l'Italia, la quale, se è povera di giacimenti minerari, ha nel patrimonio culturale e artistico (ben il 30% di quello riconosciuto su scala mondiale..) e in quello ambientale un equivalente in termini produttivi ed economici che può enormemente contribuire nella rigenerazione del malandato tessuto economico nazionale ed offrire


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nuove e insperate opportunità di lavoro e di benessere per migliaia di italiani. Acqua e aria pulite, cibo sano e di elevata qualità, varietà alimentare, pesce in abbondanza, impollinazione naturale, prevenzione delle frane alluvionali, barriere naturali antierosione, mitigazione del clima, farmaci fondamentali per curare gravi malattie: questo e molto altro è garantito da un alto livello di biodiversità, ossia dalla ricchezza nel numero di specie animali e vegetali ospitate sul nostro territorio nazionale. Tutti questi dati consentono all'Italia di detenere un patrimonio invidiabile: prima in Europa per diversità della vita, si trova al centro del Mediterraneo, inserita tra i 10 hotspot mondiali per la biodiversità. Esistono poi i cosiddetti servizi ecosistemici – ossia, quelli forniti gratuitamente dalla natura – e che contribuiscono a costo zero nella protezione del suolo dall'erosione, nella regolazione del clima, nel controllo dei gas inquinanti in atmosfera, e nella stessa produzione del cibo. Ma quanto valgono, in termini economici? Secondo gli economisti, soprattutto anglosassoni, il valore medio per ettaro di una palude è di circa 2.300 dollari l'anno, per funzioni naturali quali il

controllo delle inondazioni il filtraggio delle acque e il turismo. Le aree umide europee producono complessivamente oltre 300 milioni di dollari l'anno. Nel Mediterraneo, secondo il Blue Plan delle Nazioni Unite, gli ecosistemi di confine come i delta, le paludi costiere, le lagune, valgono 2,4 milioni di euro l'anno per chilometro quadrato. In Italia i benefici prodotti dai soli ecosistemi marini valgono ben 9 miliardi/euro l'anno, che farebbero la fortuna delle casse erariali. Ci sono poi le stime sui ritorni degli investimenti conseguenti la tutela degli ecosistemi. Secondo i dati Teeb (The Economics of Ecosystems and Biodiversity) i benefici economici netti assicurati in 40 anni dal restauro ambientale equivalgono: Ÿper un ettaro delle nostre foreste a 26.300 dollari (con un tasso di ritorno dell'investimento del 20%); Ÿper un ettaro di prateria a 22.600 dollari (con un tasso di ritorno dell'investimento del 79%); Ÿper un ettaro di fiume o di lago a 69.700 dollari (con un tasso di ritorno dell'investimento del 27%);

Lago di Carezza, Bolzano - Foto Coco Claudio 2010

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Ÿper un ettaro di zona umida dell'entroterra 171.300 dollari (con un tasso di ritorno dell'investimento del 12%); Ÿper un ettaro di coste a 935.000 dollari (con un tasso di ritorno dell'investimento dell'11%). Enormi benefici economici, quindi, che solo una preparata e sensibile classe dirigente politica e amministrativa potrebbe capitalizzare nell'interesse della Nazione e per il benessere dei suoi cittadini. Fondamentali anche le valutazioni legate alle politiche di difesa dell'atmosfera e di contenimento dei danni prodotti dal cambiamento climatico: le foreste danno un contributo importante in termini di assorbimento dei gas serra che destabilizzano il clima. E questo contributo aumenta con l'aumentare della biodiversità che rende più vitale l'ecosistema bosco: ogni ettaro di superficie boschiva nei parchi nazionali assorbe 5,1 tonnellate carbonio in più rispetto a un ettaro di foresta non protetta (la differenza al 2020 salirà a 6 tonnellate per ettaro). Nel complesso, l'attuale capacità di cattura delle emissioni di anidrite carbonica per il sistema dei parchi nazionali è di 6 milioni di tonnellate di carbonio all'anno (vale a dire il 6% dell'obiettivo che l'Italia si è impegnata a raggiungere firmando il protocollo di Kyoto). Infine, secondo i dati forniti da Unioncamere, nella “cassaforte verde” della natura protetta italiana sono presenti (statistiche del 2011/2012) oltre 756mila aziende (pari al 17% degli insediamenti produttivi nazionali) e sono stati attivati più di 82.000 posti di lavoro verde direttamente collegati all'attività dei parchi nazionali. Tali aziende – trainate da agricoltura, produzione agro-alimentare e turismo –crescono del doppio rispetto alle aree vicine, occupano il 10% in più di donne e di giovani, ed hanno una maggiore propensione sociale e cooperativa). L'economia dei parchi nazionali ha complessivamente numeri più bassi rispetto alla media italiana, che comprende nelle statistiche centri urbani e industriali. La ricchezza complessiva prodotta nel 2011 ammonta, infatti, a 34,6 mld di euro, ovvero il 3,2% di quella nazionale su un territorio che copre il 5% della Penisola. Si tratta di una media comunque superiore a quella di aree socio-economiche simili che, a parità di popolazione, si attesta al 2,6%.


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Prof. Luigi Valenzano, Consulente in Dermatologia presso il Poliambulatorio FAF di Roma, diretto dal Dott. Riccardo Piccinni

LA CUTE E LE SUE INFEZIONI a cute o pelle costituisce una barriera di difesa dalle aggressioni esterne e microbiche. E quindi è indispensabile preservarla e curarla al meglio perché da essa dipende anche la salute generale del nostro corpo. La cute dell'uomo, come d'altra parte quella di tutti i mammiferi, è un organo anatomicamente e fisiologicamente assai complesso e molto ben strutturato. Fra i tanti scopi a cui essa è deputata (funzione barriera, protettiva, immunologica, secretiva, termoregolativa, sensitiva e di assorbimento), quello sicuramente più essenziale e facilmente intuibile è la funzione di separazione fra il prezioso interno del soggetto, inteso nella sua globalità, ed il mondo esterno che aggressivamente ci circonda. Si comporta quindi come una “guaina” di protezione dell'organismo, vera e propria “barriera” nei confronti di agenti meccanici, fisici, chimici, ma anche e soprattutto infettivi (germi, miceti, virus etc.), sempre vigili e pronti ad attentare alla nostra salute. La pelle è l'organo più pesante (15/20kg) e più esteso (1,5/2 mq) del nostro organismo, ed è composto da tre strati: l'epidermide superficiale a contatto con l'ambiente, il derma strutturale e l'ipoderma, detto anche sottocutaneo o tessuto adiposo.

L

Al di sopra della pelle sana ed integra è variabilmente, ma costantemente, presente il cosiddetto “mantello idrolipidico”, un vero e proprio film costituito da un'emulsione di acqua (sudore) in olio (sebo), e nel cui contesto vivono abitualmente germi non dannosi, componenti della cosiddetta “flora microbica residente o stanziale”. Questi ultimi infatti sono detti “saprofiti”, ossia non patogeni, e quindi, lungi dall'essere pericolosi, sono invece nostri alleati, autentiche sentinelle atte a contrastare l'ingresso di germi aggressivi, ossia patogeni. Essi naturalmente svolgono la loro preziosa azione in collaborazione con complessi meccanismi immunologici, sia locali che generali, sulla cui complicata natura, efficacia e indispensabilità, non possiamo in questa sede approfondirci. Dobbiamo però ricordare che anche questa flora deve essere tenuta sotto controllo. Infatti il numero stesso dei saprofiti varia da poche centinaia per cm2 sulle superfici aride dell'avambraccio e della schiena, a 10.000 per cm2 sulle zone umide come le ascelle e l'inguine, più a rischio di attacchi esterni. Il controllo di tali microorganismi “benefici” è esercitato da diversi fattori: la limitata umidità

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della pelle, il pH acido, la temperatura superficiale, di solito inferiore a quella favorevole per molti patogeni, le secrezioni dell'epidermide (sebo, acidi grassi e urea), nonché la competizione fra le differenti specie della flora microbica. Quando le nostre barriere difensive vengono violate, si apre la strada ai nemici che possono penetrare e svolgere così la loro attività morbosa. Questi invasori, a seconda delle caratteristiche strutturali, modalità di penetrazione, fattori concomitanti, intrinseci ed estrinseci etc., determinano le diverse malattie cutanee, qui brevemente e succintamente descritte. Le infezioni cutanee possono interessare uno o più strati ed i relativi annessi. La cute può infettarsi principalmente attraverso due vie: dall'esterno, per una soluzione di continuo della cute, ovvero una perdita di integrità dell'epidermide; oppure dall'interno, per localizzazione nella cute di infezioni sistemiche. L'infezione può essere primitiva, ossia comparire su cute apparentemente sana, oppure secondaria, ossia su cute già lesionata o in rapporto con patologie preesistenti. Le infezioni possono essere provocate


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da batteri (streptococchi alfa, beta o gamma emolitici o stafilococchi), da gram negativi, da virus, da funghi (micosi) etc.. Per quanto riguarda quelle batteriche, esse possono essere causati da diversi germi (Strepto, stafilococchi etc.) e di conseguenza interessare differenti distretti cutanei. A seconda dello strato interessato, avremo diverse patologie. Schematicamente, sull'epidermide possono comparire le impetigini o piodermiti (cosiddette perché causate da germi produttori di pus), caratterizzate da manifestazioni vescicole-bollose o squamo-crostose a rapida crescita e con tendenza ad infettare le zone limitrofe, particolarmente frequenti nei mesi estivi e soprattutto nei bambini o nei soggetti più delicati. Se i germi penetrano più profondamente nel derma, si produrranno eritemi, edemi ed ulcerazioni a rapida evoluzione e con interessamento delle condizioni generali (febbre, brivido, malessere). Tali sono ad esempio l'erisipela, l'ectima, le ulcere etc.. Quando i germi si localizzano nei follicoli piliferi, avremo pustole, follicoliti, foruncoli, favi, idrosadeniti ed altre patologie di minor frequenza. La penetrazione anche nel grasso sottocutaneo provoca processi dermoipodermitici (detti panniculiti), e che, se profondi e/o suppurativi, prendono il nome di cellulite (da non confondere con il semplice ed antiestetico accumulo adiposo, comunemente, ma impropriamente, chiamato con lo stesso termine). Se il processo infettivo è ancor più profondo e grave, esteso cioè alle fasce muscolari, potremo avere fasciti o persino gangrene. Seppure raramente, i batteri possono localizzarsi in siti particolari, quali il condotto auricolare (otiti esterne), le estremità delle dita, in sede periungueale (patereccio periungueale o “giradito”), con intenso fastidio. Le infezioni cutanee virali sono numerosissime, e talvolta anche gravi. Fra queste ricordiamo il più frequente herpes simplex, tipiche bollicine brucianti, seguite da ulcerazioni e croste sulle labbra o in altri distretti, specie dopo un'intensa esposizione solare, nel corso di malattie febbrili, o comunque in occasione di un abbassamento delle difese immunitarie. Meno frequente l'herpes zoster, il temibile fuoco di Sant'Antonio sulla cute di soggetti anziani o debilitati. Le verruche

virali, comunemente dette “volgari” o “porri”, si osservano specie sui piedi e sulle mani di soggetti che frequentano piscine, palestre, spiagge etc. Le verruche piane, cosiddette perché più piccole e meno rilevate, anch'esse virali, prediligono la cute chiara e sottile di bambini o giovani adulti, e tendono a recidivare fastidiosamente anche dopo i trattamenti locali. Molto simili sono i molluschi contagiosi, sempre virali e con caratteristiche e problematiche analoghe a quelle delle verruche. Le più comuni infezioni da funghi, dette micosi, sono le dermatofitosi (le cosiddette “tigne” sul cuoio capelluto, ma non solo), la pitiriasi versicolore (volgarmente detto “fungo di mare”, sotto forma di anti estetiche macchie bianche o marroni sulle spalle e sul tronco) e le candidosi (che proliferano su cute e mucose, provocando quadri anche vistosi e pruriginosi). Quelli che interes-

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sano particolarmente la cute e i suoi annessi (capelli, unghie e ghiandole) sono i dermatofiti, che si nutrono di cheratina, componente essenziale della nostra pelle. Le micosi si trasmettono per contagio sia diretto che mediato, favorito dalla perdita dell'azione difensiva della barriera superficiale (specie se impropriamente detersa), nonché da sudore e macerazione, tipici degli ambienti caldo-umidi. La Candida, che è un lievito opportunista, ossia che approfitta di condizioni a lui favorevoli, predilige soprattutto le mucose orali e genitali, ma anche le pieghe cutanee e le unghie. Da tutto ciò si evince che una cute ben conservata e sana costituisce una difesa imprescindibile per la nostra salute locale e generale. Quindi, oltre che osservare appropriate norme igieniche, è indispensabile porre la massima attenzione alla qualità della vita nel suo complesso.


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PENSIONI L'Ennesima Riforma Pensionistica I Trattamenti Economici Fuori Misura L' incertezza lavorativa di oggi si trasformerà in povertà domani di

Il

Vincenzo Ruggieri

primo gennaio 2014 è entrata in vigore l'ennesima riforma pensionistica che prevede i nuovi requisiti per essere collocati in quiescenza. Sono requisiti fissati con la legge “Fornero” (più che legge Fornero la chiamerei legge Frankstein) che prende il nome dal ministro del Lavoro ai tempi del governo Monti. L'entrata in vigore della nuova legislazione ha costretto milioni di lavoratori a modificare le proprie aspettative. Si tratta di disposizioni più stringenti che aumentano l'età pensionabile: 66 anni e 3 mesi per lavoratori dipendenti e autonomi e per lavoratrici del settore pubblico, 63 anni e 9 mesi per lavoratrici del settore privato; 64 anni e 9 mesi per lavoratrici autonome. In merito alla pensione anticipata, per le persone in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, sono richiesti 42 anni e 6 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne. Si tratta di un impianto ritenuto valido dal punto di vista economico, ma insoddisfacente, anzi disastroso, dal punto di vista sociale anche alla luce della precarietà dal punto di vista lavorativo. Non è un caso che il recente rapporto dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) abbia fortemente criticato la situazione italiana. A detta dell'organismo internazionale, di cui fa parte anche l'Italia, “l'incertezza lavorativa di oggi si trasformerà in povertà domani”. Le proposte di rendere più flessibile il sistema previdenziale e di rivedere in maniera organica il mercato del lavoro perchè sono rimaste ferme per la mancanza della copertura finanziaria. Le misure inserite nella legge di stabilità non sembrano andare in questa direzione. La più rilevante è stata la perequazione delle pensioni: fino a tre volte il minimo viene garantita al 100%; per quelle

fino a quattro volte è pari al 95%. La quota di indicizzazione al costo della vita scende progressivamente con l'aumentare dell'importo mensile corrisposto. Previsto (sempre se lo permetterà la Consulta) il contributo di solidarietà per le pensioni d'oro: 6% per la parte eccedente i 90.168,26 euro annui; il 12% oltre i 128.811,80 euro; il 18% per la parte eccedente i 193.217,70 euro annui. Un granello di sabbia portato via dal Sahara. Per i trattamenti economici, che non ho difficoltà a definire “vergognosi”, è stato introdotto il divieto di cumulo per redditi da pensione e redditi da lavoro oltre la soglia di 303.000 euro l'anno. La novità è rappresentata dall'inclusione di chi percepisce vitalizi conseguenti a funzioni pubbliche elettive. In sostanza soggiacciono alla nuova disciplina anche i trattamenti economici degli organi costituzionali con autogoverno finanziario, parlamentari di entrambe le Camere e organi di governo delle Regioni. E' doveroso richiamare l'attenzione del lettore sulla cifra limite non cumulabile con altri redditi da lavoro o da pensione (con esclusione delle rendite immobiliari e finanziarie delle quali non se ne tien conto nel cumulo). Sono trattamenti oltre misura, direi scandalosi, dei quali i percettori dovrebbero vergognarsi. Invece si appellano ai diritti acquisiti senza tener conto degli equilibri di bilancio. Per i quali, non è un mistero, da anni si fa leva solo sulla previdenza sociale. Non può sfuggire a chi scrive che la cifra limite non cumulabile non è arrotondata alle “trecentomila”. Ma sono previsti anche i “rotti” di “tremila” euro. Un calcolo di cui il legislatore, non a caso, ne ha tenuto ben conto. Non ha voluto rinunciare, si fa per 22

dire, nemmeno alle briciole. Uno schiaffo alle vedove il cui cumulo con le pensioni di reversibilità è di 19mila euro. Salvo se il citato limite di € 303.000, sia valido e quindi estensibile anche per le pensioni di reversibilità di cui all'art. 1/42 della L. 335/1995 (Legge Dini). Infine, entrano in vigore, perché previste dalla precedente finanziaria l'aumento delle aliquote previdenziali a carico dei lavoratori autonomi: dal 20 al 22% quella del 2014; al 23,5% quella del 2015; al 24% quella del 2016. I lavoratori in esubero della pubblica


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difficile valutare le conseguenze di questa misura nel ragionamento più ampio della riforma delle pensioni. Il percorso che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe portare al cambiamento del sistema previdenziale appare comunque, ad avviso di chi scrive, di difficile soluzione. Tant'è che quei lavoratori, nonostante il compimento di 61 anni d'età e il raggiungimento di 35 anni di contributi, non sono andati in pensione ed hanno perso il lavoro a causa dell'introduzione della riforma Fornero che non ha tenuto conto della peculiarità di un numero elevatissimo di lavoratori creando una nuova categoria di disoccupati (esodati). Ancora una volta non si è voluto incidere sulle spese della politica, e per spese della politica intendo non solo i rimborsi

elettorali ma anche gli emolumenti dei politici, dei gran commis e dei relativi apparati, non compatibili con le risorse del bilancio dello Stato. Classificati “scandalosi” o “fuori misura”. Privi del più elementare senso del pudore, che avrebbe fatto impallidire un congolese, i politici tutti, sottolineo tutti, hanno inciso ancora una volta sulla previdenza dei comuni mortali e sul blocco delle perequazioni. Non a caso il Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno ha concluso: i sacrifici li facciano anche i politici. Un riferimento forte e chiaro ai trattamenti economici “fuori misura” Concludo con un aforisma di Albert Einstein: La differenza tra genialità e stupidità è che la genialità ha i suoi limiti.

Le perequazioni previste per il 2014 ell'intento di vanificare alcune perplessità si ritiene opportuno sintetizzare la normativa relativa alle perequazioni previste per il 2014, anche in considerazione che alcuni accorgimenti “fiscali”, (una sorta di pubblicità ingannevole o abuso della credulità popolare) adottati dall'Agenzia delle Entrate, potrebbe indurre il percettore a facili illusioni. Si ritiene pertanto doveroso riepilogare con “domestiche” espressioni gli aumenti effettivi che saranno concessi ai “comuni” pensionati:

N

- più 1,2% (100% dell'indice Istat) sulle pensioni d'importo mensile sino a 3 volte il minimo di dicembre 2013 (1.487 euro); amministrazione potranno andare in pensione con le regole precedenti a quelle stabilite con la riforma Fornero. A rendere noto tale possibilità è stato il Ministero della Funzione pubblica con un'apposita circolare emessa d'intesa con l'INPS e i ministeri del Lavoro e dell'Economia. Il provvedimento si inserisce nell'ambito della spending review del governo Monti, a cui si affiancano i decreti sulla decurtazione degli organici per 9 ministeri, 21 enti di ricerca, 20 enti pubblici non economici, 24 enti parco nazionali, INPS ed ENAC. Appare quindi

- più 1,08% (90% dell'indice) per quelle d'importo mensile compreso tra 3 e 4 volte il minimo (da 1.487 a 1.982 euro); - più 0,90% (75% dell'indice) per quelle d'importo mensile compreso tra 4 e 5 volte il minimo (da 1.982 a 2.478 euro); - più 0,60% (50% dell'indice) per quelle d'importo mensile compreso tra 5 e 6 volte (da 2.478 a 2.973 euro). Nessuna rivalutazione, infine, per le quote di trattamento d'importo superiore 2.973 euro. 23

Tuttavia, così come è stato illustrato lo scorso anno, gli importi delle pensioni relativi ai mesi di gennaio e febbraio, anche se superiori a € 2.973/00, risulteranno maggiori di quelli precedenti. Non facciamo illusioni. Per i pensionati con importi superiori a € 2.973/00, nessun aumento è stato concesso. L'aumento “virtuale” si riferisce alle omesse trattenute fiscali (qui l'abuso della credulità popolare) relative all'addizionale comunale e all'addizionale regionale. Le stesse saranno ripristinate, speriamo nella stessa misura, nel mese di marzo.


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NOTIZIE VARIE MINI-RADUNI PREDAZZO – PASSO ROLLE 19-20 E 21 SETTEMBRE 2014 Il Brig. C. Luigi Campomizzi, Consigliere della Sezione ANFI di Pescara ha inviato alla Redazione del Periodico una comunicazione riguardante l'indizione di un Mini raduno, dei frequentatori del 42° Corso “Le Tofane” (arruolamento 19721973), a Predazzo dal 19 al 21 settembre 2014 in occasione del 42° anniversario di arruolamento. Al raduno potranno intervenire tutti gli appartenenti alle tre gloriose Compagnia, 4^ Compagnia (La Vecia), 5^ Compagnia /Fil di Fer) e 6^ Compagnia (N Piota). Il programma delle giornate sarà stilato dal Presidente Organizzatore. Gli interessati potranno fornire la propria adesione, entro il 31 marzo 2014, contattando il Presidente organizzatore Alessandro Capace al seguente numero telefonico 393.0411954. Chi è iscritto su facebook può chiedere l'amicizia al suindicato Presidente per essere iscritto al raduno e compilare la scheda di adesione. FIS WORLD SKI CHAMPIONSHIP OF POLICE FORCES

Lo Sci Club Teamitalia è lieto di presentare anche per quest'anno la diciassettesima edizione dei Fis world Ski Campionships of Police Forces 2014, che avrà luogo a Sestriere (TO) dal 21 al 23 marzo 2014. Una manifestazione a carattere internazionale aperta alla partecipazione dei migliori giovani atleti dei Corpi di Polizia e dei Sci Club. Un impegno organizzativo importante e di grande valore testimoniato anche dalla presenza e dal supporto di RAI Sport che segue da anni la manifestazione diffondendo sia in chiaro che via satellite le fasi più emozionanti della competizione.

GIORNATA DEL DISABILE - Monza 1° Novembre 2013

Il 1° Novembre, come ogni anno, all'autodromo di Monza si è svolta la giornata del Disabile. L'autodromo ha ospitato alcune migliaia di disabili con le loro famiglie, anche i piloti hanno voluto dare tanta gioia e commozione ai presenti con la partecipazione di oltre 180 auto di tutte le case automobilistiche famose che in pista hanno fatto provare l'ebbrezza della velocità ai nostri figli disabili. Era presente anche la macchina della Guardia di Finanza della Compagnia di Monza con la presenza dei Colleghi, App. Notari Stefano e il Fin. Romano Cristiano, che hanno portato in pista anche le Gemelle Jessica e Sabrina Daversa, figlie del Consigliere Nazionale dell'Opera Caduti senza Croce e Socio dell'A.N.F.I. , Fin. Cav. Giuseppe Daversa. 24


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FONDO DI SOLIDARIETÀ

a cura di Antonio Casula

Situazione complessiva del fondo relativa all’anno 2013 CONSISTENZA INIZIALE AL 01 GENNAIO 2013 €. 14.834,60 (Vds. Fiamme Gialle n. 1/2013)

VERSAMENTI (dal 1° gennaio al 31 dicembre 2013)

dalle Sezioni di: - Bari

€.

500,00

- Ischia

€.

50,00

- Nettuno / Anzio

€.

140,00

- Olgiate Comasco

€.

200,00

- Parma

€.

300,00

- Pavia

€.

50,00

- Padova

€.

150,00

- Polignano a Mare

€.

327,00

- Roma / Lido di Ostia

€.

800,00

- Turi

€.

50,00

Totale €. 2.567,00

RIEPILOGO DISPONIBILITÀ Alla data del 1° Gennaio 2013 Dal 01 Gennaio al 31 Dicembre 2013 Interessi maturati anno 2013

€. 14.834,60 €. 3.672,00 19,87 €.

Totale Disponibilità

€. 18.526,47

da Altri: - Comune di Gaeta (LT) per il tramite della locale Sezione ANFI

€.

995,00

- Sig. Francesco Borghesano

€.

60,00

- Brig. C. Ignazio Rondi

€.

50,00

Totale €. 1.105,00

EROGAZIONE E SPESE ANNO 2013 Sussidi corrisposti Imposte e spese varie tenuta conto Totale Spese SALDO al 31 Dicembre 2013

TOTALE VERSAMENTI

€. 3.672,00

Il Comitato Esecutivo Nazionale, presieduto dal Presidente Nazionale, Gen. C.A. Giovanni Verdicchio, nell'anno 2013, esaminate le proposte pervenute dalle Sezioni a favore dei rispettivi soci in particolari condizioni di bisogno, ai sensi dell'art. 29, comma 3, lettera o) dello Statuto, attese le disposizioni contenute nelle circolari n. 1896 del 3 ottobre 2006 e n. 4189 del 30 novembre 2007, ha deliberato all'unanimità di concedere agli interessati (i cui nomi si omettono per motivi di riservatezza) sussidi per un totale complessivo di €. 3.000,00, che è stato ripartito tra 2 soci appartenenti alle Sezioni di Roma 1/Nord e Cervignano del Friuli. 25

€. €.

3.000,00 179,65

€. 3.179,65 €. 15.346,82

SI RAMMENTA che, per contribuire al Fondo di Solidarietà, i relativi versamenti volontari dovranno essere effettuati tramite: c.c. postale n. 85737468 intestato alla Presidenza Nazionale dell'A.N.F.I., Via Alberto Caroncini, 19 (00197) Roma, Codice IBAN: IT 91 T 07601 0320 0000085737468, con la causale: “contributo Fondo di Solidarietà”. La Presidenza Nazionale dell'A.N.F.I. ringrazia, sentitamente, le Sezioni e tutti coloro che, evidenziando elevata sensibilità verso la iniziativa, permetteranno di alleviare, con la loro preziosa offerta, le particolari condizioni di bisogno dei Soci meno fortunati.


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ROMA 1/NORD

a cura di A. Malizia

REGGIO CALABRIA

Nuovo Direttivo, 2013/2018, della Sezione: Presidente Gen. B. Bernardo Musumeci; Vicepresidente Ten. Antonio Morlando. Consiglieri: M.O. Antonio Amato, S.Ten. Giustino Caramanico, M.M.A.c.s. Beniamino De Rossi, Magg. Luca Leuci, M.M.A.c.s. Giacomo Lo Sardo, Magg. Francesco Mininni, S.Ten. Stefano Pinzarrone, Brig. C. Carmelo Privitera, M.M.A. Pasquale Verdoliva (in alto). Il 24 novembre 2013 un numeroso gruppo di soci della Sezione ha partecipato, con entusiasmo, alla gita a “Napoli e Mercatini”.

Il 23 ottobre 2013 il Comandante Provinciale di Reggio Calabria, Col. t. ST Alessandro Barbera, accompagnato dal Magg. Adriano Gelormini, ha fatto visita alla locale Sezione A.N.F.I.. Ad accoglierlo il Presidente, M.M.A. c.s. Carmelo Mandalari, e numerosi Soci.

PARMA

MATERA

Omaggio ai Caduti ed i Defunti del Corpo, reso dagli appartenenti alla Sezione, presso l'artistico Cippo dell'ANFI, opera dell'arch. Sergio Bertani e del socio mar. Ermes Cristofori, situato nel Cimitero monumentale della Villetta a Parma.

Una rappresentanza della Sezione, Presieduta dal Brig. C. Francesco Verrico, ha partecipato alla cerimonia commemorativa del 70° Anniversario dell'eccidio nazista del 21 settembre 1943 a Matera. 26


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SIENA

Incontro a Rapolano Terme, per i soci dell'A.N.F.I., organizzato dal Presidente della Sezione, Lgt. Cav. Uff. Pellegrino Federico, con la partecipazione di Autorità Civili e Militari tra cui: il Col. t. SFP Gianpaolo Mazza, Comandante Provinciale di Siena; il Mag. Antonio Cutillo del Comando Generale, figlio del socio Erasmo; il Vice Sindaco di Rapolano Terme Dott.ssa Antonella Sennati; la Prof.ssa Gabriella Ferranti - socio onorario - Sindaco di Chianciano Terme (SI).

NOVARA

LOCRI

Il 22 novembre 2013, il Gen. D. Carlo Ricozzi, Comandante Regionale Piemonte, ha visitato i Soci novaresi, ricevuto dal Presidente della Sezione, Cav. Vittorio Giancola, unitamente al Comandante Provinciale, Col. t ISSMI Giovanni Casadidio.

Il 4 novembre 2013 la Sezione, presieduta dal Brg. C. Giuseppe Laudani, ha partecipato alla cerimonia della festa delle Forze Armate svoltasi in Sant'Ilario dello Ionio (RC) alla presenza delle Autorità Civili, Militari ed Ecclesiastiche locali.

MENAGGIO

VELLETRI

Il 5 novembre 2013, in occasione del 53° anniversario della scomparsa dei Fin. mare Longo e Malerba, una rappresentanza della Sezione ha deposto una corona d'alloro presso la lapide posta sul lungolago di Bellagio.

Pranzo Sociale e scambio dí auguri per le festività Natalizie. Durante il convivio sono state consegnate, dal Presidente, M.M. Emilio De Bene, le tessere sociali a cinque nuovi soci della Sezione.

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ANDRIA

AOSTA

Il 23 dicembre 2013, il Comandante del Gruppo di Barletta, Colonnello t. ISSMI Giuseppe Antonio Cardellicchio, ed il Comandante della Tenenza di Andria, Tenente Antonio Casaluce, hanno fatto visita alla locale Sezione A.N.F.I. presieduta dal Brig. C. Riccardo Leonetti.

S. Messa di San Matteo, Patrono del Corpo, celebrata dal Cappellano Militare, Don Flavio Riva, presso la Cappella della Guardia di Finanza. Era presente il Comandante Regionale, Gen. B. Gustavo Ferrone e alcuni soci della Sezione A.N.F.I..

RIMINI

Il 1° dicembre 2013, presso un noto ristorante della città si è svolta una calorosa Festa Natalizia, organizzata dal Direttivo presieduto dal Lgt. Remo D'Alonzo. La cerimonia , è stata onorata dalle gradite presenze del Vicepresidente Nazionale A.N.F.I. Generale Mauro Santonastaso; del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Col. Mario Venceslai; del Mag. Mario Invincibile e del Ten. Salvatore D'Angelo rispettivamente in rappresentanza del Nucleo Polizia Tributaria e della Compagnia, nonché da una ampia partecipazione di associati, familiari ed amici. Nel corso della cerimonia il Gen. Santonastaso ha consegnato al Col. Mario Venceslai, il diploma di Socio Onorario dell'A.N.F.I..

IGLESIAS

ACIREALE

Una rappresentanza della Sezione, guidata dal Presidente, M.C. Antonio Meloni, ha partecipato alla cerimonia commemorativa della Festa dell'Unità d'Italia e della Giornata delle Forze Armate.

Rappresentanza della Sezione di Acireale ed il Comandante della locale Tenenza Guardia di Finanza, Ten. Eugenio Marmorale, in occasione della cerimonia del 4 novembre 2013, in piazza Garibaldi ad Acireale.

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CHIOGGIA E MESTRE

Domenica, 1° dicembre 2013, le Sezioni di Chioggia e di Ve – Mestre, dopo fruttuosi colloqui fra i direttivi delle due Sezioni presenziati dal comm. Gaetano Fasulo per Mestre e dal cav. Giovanni Fusco per Chioggia, il gemellaggio fra questi sodalizi. La cerimonia è avvenuta a Chioggia alla presenza del Sindaco Avv. Giuseppe Casson, del Gen. B. Marcello Ravaioli, Comandante Provinciale di Venezia, del Comandante della compagnia di Chioggia Cap. Francesco Mascia e del Comandante della sezione navale Lgt. Bartolomeo Regine. Nell'occasione sono stati raccolti € 417,00 che sono stati inviati alla Sezione ANFI di Olbia da devolvere ad alcuni colleghi bisognosi in relazione ai drammatici eventi che hanno colpito la Sardegna.

PRATICA DI MARE

Il 28 e 29 settembre 2013, a Caserta, ha avuto luogo la celebrazione del 65° Anniversario della locale Scuola Specialisti dell'A.M. e la 1^ adunata nazionale dello specialista, cui è stato invitato a partecipare tutto il personale formato da quell'Istituto, ivi compresi i militari specialisti delle altre FF.AA. e Corpi Armati dello Stato. Una rappresentanza della Guardia di Finanza ha partecipato all'evento, alla presenza di numeroso pubblico e di affezionati del settore, coordinandosi con la Sezione dell'A.N.F.I. di Pratica di Mare, che annovera un elevato numero di associati già frequentatori della Scuola Specialisti di Caserta.

VIBO VALENTIA

NETTUNO - ANZIO

Il Gen. C.A. Domenico Minervini, Comandante Interregionale per l'Italia Sud-Occidentale, durante la visita al Comando Provinciale di Crotone ha voluto incontrare i rappresentanti della locale Sezione presieduta dal Brig. Sergio de Benedetto.

Raccolta fondi per la ricerca sul cancro. La manifestazione " Cioccolatini" si è svolta presso il Centro Commerciale Anteo di Anzio, alla quale ha partecipato una rappresentanza di soci della Sezione di Nettuno- Anzio Presieduta dal Lgt. Rosario Peri.

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MONZA

ALATRI

Riunione conviviale di fine anno dei soci della Sezione, presieduta dal Ten. Col. Michele Buccella, alla quale ha partecipato, come gradito ospite, il Comandante del Gruppo di Monza, Col. t.ST Mario Salerno.

La Sezione di Alatri ha organizzato un pranzo per festeggiare il 90° compleanno del V.Brig. Giuseppe Di Castro. All'incontro era presente il comandante della Tenenza di Fiuggi, Ten. la Marta.

SCIACCA

DONGO

Su invito del Sindaco, Avv. Fabrizio Di Paolo, una delegazione della Sezione, presieduta dall'App. s. UPG Cav. Sante Cellamare ha partecipato alla cerimonia commemorativa del 4 novembre 2013.

Domenica 17 novembre 2013, presso la Chiesa S. Stefano in Dongo ha avuto luogo la S. Messa in ricordo dei Finanzieri Caduti in servizio nelle zone di confine Alto Lario e Ceresio da parte dei soci della Sezione, presieduta dal Brig. C. Cav. Saverio Mandriota.

MASSA E PONTREMOLI

MANFREDONIA

Le Sezioni di Massa e Pontremoli, con i relativi presidenti, M.A. Cav. Giuseppe Bellè e Fin. Ilario Carnesecca, hanno partecipato all'avvicendamento, alla sede di Massa, tra il Gen. B. Giuseppe Autuori, cedente, e il Col. Giovanni Fiumara, subentrante.

Il 10 agosto 2013, il Magg. Natalino Giordano, figlio del socio fondatore M.M. a. m. Antonino, ha contratto matrimonio con la Dott.ssa Pamela De Carlo. Il rito è stato officiato da Mons. Pietro Campominosi, Ispettore dell'Ordinariato Militare presso il Comando Generale.

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GENOVA

8 Dicembre 2013, giornata del tesseramento per i soci della Sezione, presieduta dal Cap. Carmine Miglino. Nell'occasione è stata celebrata una S. Messa a cura di Mons. Giovanni Denegri, alla quale ha partecipato il Consigliere Nazionale, Ten. Col. Antonio Marino ed il Col. t. SFP Maurizio Tolone C.S.M. del Comando Regionale (a sinistra). Consegnati i Diplomi ai frequentatori del 5° corso computer per i Soci della Sezione (a destra).

AGRIGENTO

Cerimonia di inaugurazione della sede del Gruppo di Protezione civile della Sezione A.N.F.I. di Agrigento, fortemente voluto dal Presidente, V.Brig. Cav. Roberto Ferro, dal Segretario, S.Ten. Cav. Giuseppe Roncade e dal Consigliere App. Cav. Sergio Tellurio. Erano presenti Autorità civili e militari, nonché i soci della Sezione di Agrigento, Sciacca, e del Gruppo della Protezione Civile della Sezione di Biancavilla (CT). Era presente, inoltre il Consigliere Nazionale per la Sicilia, S.Ten. Giuseppe Culò.

ROMA 2/OVEST

ROMA 3/EST

Gita socio-culturale dei Soci e familiari della Sezione A.N.F.I. di Roma2/Ovest, presieduta dal Col. Antonio Lancellotti, al Castello di Fumone (FR).

Il 16 novembre 2013 la Sezione ha organizzato una gita socio-culturale presso il parco museale di Piana delle Orme (Latina). Hanno partecipato numerosi soci e familiari che hanno potuto ammirare il percorso storico della bonifica pontina e del contesto bellico della 2° guerra mondiale. 31


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STRADELLA

VENTIMIGLIA

Il 15 settembre 2013, l'App. Aldo Forlani, ha compiuto 99 anni ed è stato festeggiato dai parenti ed amici. Nella foto, il festeggiato con il Presidente della Sezione, M.A. Cav. Stefano Pes, l'economo Brig. Umberto Saturno ed il Presidente della Sezione di Pavia, Brig. Salvatore Puntara.

S. Messa in occasione delle festività in onore di San Matteo, Patrono del Corpo. Soci e familiari, unitamente al Presidente, M.O. Ambrogio Porcheddu ed ai militari in servizio presso la locale Compagnia.

SAMMICHELE DI BARI

La Sezione di Sammichele di Bari, ad un anno dalla sua istituzione, ha voluto ricordare l'amico e collega Brig. Rocco Mallardi, organizzando il “1° Memorial di Calciotto” a lui intitolato. Il torneo, svoltosi il 13 dicembre 2013, ha visto primeggiare la squadra della Sezione capitanata dal Fin. Saverio Mallardi, figlio del de cuius, in servizio presso il Comando della Guardia di Finanza di Ostia Lido. A sinistra la Squadra della Sezione, vincitrice del torneo, a destra la consegna della coppa al capitano della squadra vincitrice, Fin. Saverio Mallardi, da parte della vedova Signora Mirella Mancino.

POLICORO

LESINA

Una rappresentanza della Sezione, presieduta dal M.O. Enrico Gnoni, ha partecipato, su invito dell'A.N.M.I., alla S. Messa, officiata da Don Antonio Mauri, in onore di Santa Barbara, Patrona dei Marinai.

Su invito del Sindaco di Lesina, Arch. Pasquale Tucci, una rappresentanza della locale Sezione A.N.F.I., presieduta dal M.M.A. c.s. Cav. Pasquale Lombardi, ha partecipato alla cerimonia commemorativa del 4 Novembre.

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BENEMERENZA

a cura di

A. Malizia

Torino

Mestre

Il 30 novembre 2013, sono stati consegnati gli attesati di Benemerenza ai soci ottantenni e le borse di studio ai laureati figli di soci. Ha partecipato alla cerimonia il Col. Marco Agarico del Comando Regionale di Torino.

Incontro Natalizio per Soci e familiari della Sezione presieduta dall'App. Comm. Gaetano Fasulo. Nell'occasione il Comandante Provinciale, Gen. B. Marcello Ravaioli, ha consegnato ai soci gli attestati di benemerenza.

Castiglione del Lago

Asti

Consegnato dal Presidente, Magg. Franco Lucin, l'attestato di Benemerenza al Fin. Walter Vecchi al termine del pranzo sociale in occasione del XIX° Raduno Nazionale ANFI. Con loro la "mascotte" della Sezione Lorenzo Cianella.

Durante il pranzo di fine anno è stato consegnato l'attestato di Benemerenza al M.M.a. Romano Luparini dal Comandante del Nucleo PT di Asti, Ten.Col. Domenico Oliveto e del Presidente della Sezione Brig.c. Michele Marchese.

La Spezia

Cannobio

Alla presenza del Comandante Provinciale, Col. t. ST Enrico Mion, sono stati consegnati gli attestati di benemerenza concessi a sei soci della Sezione presieduta dal M.A. c.s. Luciano Menini.

Il Presidente della Sezione, Lgt. Giommaria Angius, ha consegnato al Fin. Aldo Padulazzi, l'attestato di benemerenza concessogli dal Presidente Nazionale, Gen. C.A. Giovanni Verdicchio.

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a cura di G. Guglielmi

e consorte Sig.ra Gigliola Bianchi;

SOCI CHE SI FANNO ONORE

M.M.a.c.s. Antonio Landi, Pres.te della Sezione di Ferrara, e consorte Sig.ra Clara Boccati;

Ten. Col. Michele Buccella Il Presidente della Sezione ANFI di Monza, Ten. Col. Michele Buccella, dal 10 al 21 luglio 2013 ha percorso a piedi circa 300 chilometri, lungo il così detto "Cammino di Assisi"; percorso che offre incantevoli vedute e panorami di straordinaria bellezza. Il cammino inizia da Dovadola (Forlì) e si sviluppa lungo tutto l'Appennino ToscoUmbro-Romagnolo e l'intero Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, sino ad arrivare ad Assisi e più precisamente alla Basilica di San Francesco e alla Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola presso cui il nostro pellegrino ha ricevuto rispettivamente l'Assisiana ed il "Testimonium Viae Francisci", previa e s i b i z i o n e d e l l a " C re d e n z i a l e d e l Pellegrino", opportunamente timbrata lungo il percorso. E' un percorso molto faticoso e particolarmente impegnativo che il nostro Socio, fortemente motivato, ha brillantemente superato, "sfidando" il dato anagrafico (classe 1941) che certamente non è dalla sua parte....; lo stesso non è nuovo a queste avventure, già in passato

Fin. Aldo Padulazzi, Vicepresidente della Sezione di Cannobio, e consorte Sig.ra Liliane Lagarrigue; M.c. Mario Piermattei, socio della Sezione di Siena, e consorte Sig.ra Anna Alaroni; V.Brig. Aristodemo Sacripanti, socio della Sezione di Terni, e consorte Sig.ra Nervesa Tomassini; M.o. Luciano Scorcioni, socio della Sezione di Bari, e consorte Sig.ra Maria De Nicolò; Brig. Giovanni Stocchino, socio della Sezione di Savona, e consorte Sig.ra Maria Boi; era stato protagonista di due importanti pellegrinaggi: nel 2010 quello di Santiago di Compostella, percorrendo a piedi circa 900 kilometri; nel 2012 quello sulla "Via Francigena", percorrendo a piedi circa 1000 kilometri.

M.M.a. Luciano Zuliani, socio della Sezione di Udine, e consorte Sig.ra Paola Santin.

NOZZE D’ARGENTO Il seguente socio ha festeggiato il 25° anniversario di matrimonio: App.sc. Angelo Risini, socio della Sezione di Rimini, e consorte Sig.ra Secondina Fabbri.

M.M.a.c.s. Cav. Gerardo Catania, socio della Sezione di Firenze, e consorte Sig.ra GiovanI seguenti soci hanno festeggiato il loro 60° anni- na Santamaria; versario di matrimonio: M.M.a. Tommaso Credendino, socio della Sezione di Saronno, e consorte Sig.ra Maria M.c. Erio Guidetti, socio della Sezione di ToriRomano; no, e consorte Sig.ra Argentina Marchetti;

I seguenti soci o loro familiari hanno contratto matrimonio:

M.o. Antonio D'Aiello, socio della Sezione di Reggio Calabria, e consorte Sig.ra Giuseppa Pagliaro;

Sig.na Antonia Augelli, figlia del Cap. Michele, socio della Sezione di Lesina, con il Sig. Gabriele Apricena;

Brig. Domenico Di Gioia, socio della Sezione di Saronno, e consorte Sig.ra Virginia Camozzi;

M.o. Roberto Avarone, socio della Sezione di Napoli, figlio del Sten. Augusto, Presidente della stessa Sezione , con la Sig.na Lucia D'Angiò;

NOZZE DI DIAMANTE

App. Adriano Martelli, socio della Sezione di Massa e Carrara, e consorte Sig.ra Antonietta Riella.

NOZZE D’ORO

I seguenti soci hanno festeggiato il loro 50° anniversario di matrimonio: M.M.a. Michele Farina, socio della Sezione di Bra, e consorte Sig.ra Margherita Cagna; Sten. Giuseppe Amorese, socio della Sezione di Milano, e consorte Sig.ra Giuseppina M.M.a.c.s. Cav. Luigi Forcina, socio della Sezione di Messina, e consorte Sig.ra Pina D'Emilio; Loria; App. Domenico Campagnuolo, socio della Brig. Delio Grossi, socio della Sezione di Lugo, Sezione di Lodi, e consorte Sig.ra Rosa Crisci;

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NOZZE

Sig. Giuseppe Christian Carciotto, figlio del M.llo Sebastiano, socio della Sezione di Catania, con la Dott.ssa Marianna Grassia; Sig. Luca Criscitiello, figlio del Sig. Angelo, Sindaco supplente della Sezione di Avellino, con la Sig.na Nunziata Maria;


FiammeGialle / Gennaio 2014

Sig. Matteo Di Martino, figlio del Lgt. Raffaele, socio della Sezione di Bologna, con la Sig.na Elisa Zanasi; Dott.ssa Veneranda Foschi, figlia del fu M.M.a. Michele e nipote del Fin. Umberto Foschi, Segretario Economo della Sezione di Milano, con il Rag. Raffaele Garzia; Sig.na Daniela Lombardi, figlia del Brig.c. Angelo Sante, socio fondatore della Sezione di Lesina, con il Sig. Lucio Santarelli; Dott.ssa Roberta Masolli, figlia del M.a. Luigi, Vicepresidente della Sezione di Manfredonia, con il Dott. Venturino Decembrino; Sig.na Caterina Oddo, figlia del M.llo Salvatore, Consigliere della Sezione di Marsala, con il Sig. Antonio Ragona; Dott.ssa Giulia Pinton, nipote del Ten. Comm. Francesco Antonini, già Consigliere Nazionale e Presidente Onorario della Sezione di Novara, con il Dott. Marco Moschetti; Fin.sc. Giovanni Treglia in servizio nel Corpo, figlio del Lgt. Antonio, socio della Sezione di Formia, con la Sig.na Margherita L'Arco.

CULLE Sono nati: Alessandro, nipote del M.a. Vincenzo Muci, socio della Sezione di Lecce; Alice, nipote del Brig.c. Giuseppe De Vita, socio fondatore della Sezione di Manfredonia, e della consorte Sig.ra Antonietta La Torre; Andrea, nipote del Brig.c. Cav. Gaetano Calabrese, Presidente della Sezione di Tricase, e della consorte Sig.ra Dorotea Bellia; Aurora, nipote del Brig.c. Mario De Santis, socio della Sezione di Roma 1/Nord; Chiara e Francesca, nipotine dell'App. Upg. Cav. Antonio D'Antuono, già Vicepresidente della Sezione di Pescara, e della consorte Sig.ra Anna Michetti; Claudia, nipote del Brig. Giovanni Campanale, socio della Sezione di Bitonto; Elisa, nipote del M.M.a. Mauro Uccellari, socio della Sezione di Bologna, e della consorte Sig.ra Marta Lelli;

Felice Lorenzo, nipote del Brig.m. Vittorio Russo, socio della Sezione di Reggio Calabria; Filippo, nipote del Brig.c. Nunzio Colella, socio della Sezione di Ceprano, e della cosorte Sig.ra Marta Petrucci; Francesco, figlio dei coniugi Fin. Andrea Scorrano, socio della Sezione di Pescara, e Sig.ra Paola Di Tommaso; Francesco, nipote del Brig.c. Gaetano Amendolagine, socio della Sezione di Bitonto; Gabriele, nipote del Btig.c. Paolo Boi, Consigliere della Sezione di Formia, e della consorte Sig.ra Lucia Donaggio; Ginevra, nipote del Dott. Pierpaolo D'Angeli, socio simpatizzante della Sezione di Pesaro; Giorgia, nipote del Sig. Francesco Genetiempo, socio della Sezione di Pratica di Mare, e della consorte Sig.ra Concetta;

Mattia, nipote del M.M.a. Risolo Fernando, socio della Sezione di Bologna, e della consorte Sig.ra Pina Maggio; Mjia, nipote dell'App. Mario Catozzi, socio della Sezione di Cervignano del Friuli, e della consorte Sig.ra Alda Brigante; Nicolò, nipote dell'App.Upg. Enrico Zanetti, Segretario della Sezione di Cannobio, e della consorte Sig.ra Annamaria Bartolotti; Riccardo, nipote del Brig.c. Donato Ricciuti, Vicepresidente della Sezione di Vasto, e della consorte Sig.ra Silvana Formentin; Serena, nipote del Lgt. Gino Chiappini, Consigliere della Sezione di Formia, e della consorte Sig.ra Liliana Simone; Valentina, nipote dell'App. Giuseppe Pizzo, socio della Sezione di Cervignano del Friuli, e della consorte Sig.ra Silvia Tuniz;

Guglielmo, nipote del Col. Roberto Accili, socio della Sezione di Busto Arsizio;

Vincenzo, nipote del Brig.c. Vincenzo Rapone, socio della Sezione di Policoro, e della consorte Sig.ra Pina;

Iacopo, nipote del Brig.c. Giovanni Mangia, socio della Sezione di Piacenza, e della consorte Sig.ra Maria Rosa Bersani;

Vittoria Maria, nipote del Brig.c. Giovanni Puggioni, socio della Sezione di Castiglione del Lago.

Lara, nipote del Fin. Rag. Franco Ferrari, socio della Sezione di Olgiate Comasco, e della consorte Sig.ra Edera Faggetti;

LAUREE Si sono laureati i seguenti soci o familiari:

Leonardo, figlio dei coniugi M.c. Luca Frallicciardi e del M.o. Valentina Varricchio, in servizio nel Corpo, e soci della Sezione di Busto Arsizio;

Sig.na Martina Brazzo, figlia del Brig.c. Antonio, socio della Sezione di Padova, in “Storia dell'Arte”;

Leonardo, nipote del Fin. Gino Torricella, socio della Sezione di Vasto, e della consorte Sig.ra Nicoletta Lemme;

Lgt. Alessandro Casula, in servizio nel Corpo, figlio del M.llo Cav. Uff. Antonio Consigliere Nazionale ed Economo della Presidenza Nazionale, in “Giurisprudenza”;

Lorenzo Karol, nipote del del M.a.c.s. Salvatore Monteduro, socio della Sezione di Tricase, e della consorte Sig.ra Marcella Renna; Luigi e giorgio, nipotini del M.c. Michele Martinelli, socio della Sezione di Bitonto; Ludovica, nipote del Brig.c.m. Antonio Savio, socio della Sezione di Messina; Marco, figlio dell'App.sc. Andrea Antonio Zollino, in servizio presso la Presidenza Nazionale dell'Anfi, e nipote del Brig.c. Italo socio della Sezione di Bari;

Emma, nipote dell'App. Salvatore Murtas, socio della Sezione di Nuoro;

Martina, nipote del Brig.c.m. Tonino Fruilio, socio della Sezione di Nettuno, e della consorte Sig.ra Luciana Tolla;

Emma, nipote del Brig. Calogero Amico, Consigliere della Sezione di La Spezia, e della consorte Sig.ra Anella Ruocco;

Mattia, nipote del Brig. Aldino Luciano Pilo, socio della Sezione di Brunico, e della consorte Sig.ra Nadia Antelmi;

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Sig.na Marika D'Ambrosio, figlia del Brig.c. Cav. Pasquale, Vice Presidente della Sezione di Rieti, in “Scienze Politiche Relazioni Internazionali”; Sig.na Amalia Della Volpe, figlia del Lgt. Antonino, socio della Sezione di Napoli, in “Economia e Commercio” ; Sig.na Milena Di Bartolo, figlia del M.llo Francesco, socio della Sezione di Palermo, in “Scienze Pedagogiche”; Sig.na Maria Chiara Facchini, nipote del Brig. Gian Franco Iotti, Presidente onorario della Sezione di Carpi, in “Medicina”. “Fiamme Gialle” formula infiniti e fervidi auguri di ogni bene e felicità ai coniugi che hanno festeggiato le nozze di diamante, d’oro, ai neo sposi, ai neonati ed ai neo laureati.


FiammeGialle / Gennaio 2014

TRISTIA

a cura di

Gaetano Guglielmi

LA SCOMPARSA DEL GEN. C.A. LUCIANO PALANDRI Il 15 dicembre 2013 è venuto a mancare all'affetto dei propri cari il Gen. C.A. Luciano Palandri, 35° Comandante in Seconda del Corpo. Nato a Ferrania (SV) il 24 gennaio1923, diciottenne è entrato a far parte della Guardia di Finanza. Le tappe fondamentali della sua carriera sono le seguenti: sottotenente nel 1943, tenente nel 1945, capitano nel 1952, maggiore nel 1960, tenente colonnello nel 1965, colonnello nel 1970, Generale di Brigata nel 1977 e Generale di Divisione nel 1981. Laureato in Giurisprudenza ha conseguito il titolo della Scuola di Guerra dell'Esercito frequentando i corsi di Stato Maggiore dal 1955 al 1958. Il Generale Palandri ha partecipato alla Campagna di liberazione, nel 1945, Grand'Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, insignito della medaglia Mauriziana e della medaglia di benemerenza per aver partecipato nel 1951 alle operazioni di soccorso alle popolazioni del Polesine. Gli è stata attribuita, inoltre, la "Tiroler Adler in Gold" dal Lamdeshauptmann del Nord Tirolo in riconoscimento dell'attività ripetutamente e positivamente svolta per facilitare i rapporti di frontiera italo - austriaci. La mattina del 17 dicembre durante i funerali il figlio Enrico, ha letto un documento in onore del Padre, che riportiamo di seguito: Papà a vent'anni era a Ponte Chiasso e tra le decorazioni che a me sono più care c'è quella relativa a questo periodo in cui era con il Comitato di Liberazione Nazionale. Non voglio esagerarne l'importanza, Lui stesso era molto ironico su questa decorazione. Quello che ha vissuto allora era il crollo dell'Italia. La fine non solo dello Stato Italiano, ma del mondo dei padri, che si concludeva con la sconfitta. Si vide arrivare tra gli altri anche suo padre, mio nonno Enrico, che aveva combattuto e comandato tutta la vita, che gli disse: mi metto ai tuoi ordini, dicono che sei bravissimo. Credo che sia lì che lui ha imparato una cosa importante, che lo ha accompagnato per tutta la vita professionale: i poteri cambiano, l'unica cosa che ci può tenere in piedi è capire cos'è il nostro dovere, quale è il compito che ci è assegnato, un senso profondo di chi siamo e cosa stiamo facendo. I giovani di allora furono tutti, all'improvviso, protagonisti di una nuova Italia democratica. Si votava, per tutto. Per la Repubblica o la Monarchia, per i governi, le amministrazioni. A questa Italia che si ricostruiva ha dedicato il suo lavoro: non ci sono mai stati orari nel suo servizio. Il nostro Paese era spesso teatro di conflitti, minacciato da tentazioni golpiste e società segrete, erano gli anni della guerra fredda. La lucidità che si era forgiata in tempo di guerra gli ha consentito di tirare dritto, senza temere. Fidando nelle proprie abilità, che erano molte, sostenuto da un umanesimo cristiano molto preciso e piuttosto anticonformista. La lezione principale appresa in tempo di guerra e poi nella bella avventura che ha vissuto con mia madre, con noi sette figli, è stato di non drammatizzare di fronte alle difficoltà, che nella vita sono sempre tante. La vita è spesso tragica e balorda, ma Lui ha saputo duellare con lei in punta di fioretto, per novant'anni. Con un'eleganza nel modo di agire che non dipendeva certo dal prezzo di un vestito. Un eleganza di modi, una forza e un'efficacia nell'agire. Noi come ragazzi sapevamo che non eravamo ricchi, ma lui ci ha sempre fatto sentire i figli di un principe, dandoci un senso di noi, di cosa significhi essere “Palandri”, che è la sua più grande eredità e che abbiamo ritrovato nell'assisterlo negli ultimi mesi. Sorrideva di fronte agli ostacoli che lui incontrava e ci insegnava a superare nello stesso modo gli ostacoli che noi trovavamo. Ci incoraggiava a essere quello che eravamo, come mi ha detto nelle ultime settimane, il suo compito era “aiutare, favorire...” i figli, il risolversi delle situazioni critiche. Ma la sua qualità maggiore era più interiore e rigorosa. Fin da ragazzo era un lettore formidabile. Come Macchiavelli nella celebre lettera a Vettori, entrava nella corte degli uomini antiqui e domandava loro il perché delle azioni e loro, per la loro umanità, gli rispondevano. Non si stancava mai di ripensare le azioni degli uomini passati, i perché della storia, raccontare, partendo sempre dai Romani perché era da lì, nel suo sguardo, che cominciava la vicenda della nostra civiltà. E naturalmente le vicende biografiche sue e di suo padre, così interessanti. Grazie a queste letture libere ha incontrato il mondo che nasceva con i figli: ai valori maschili della vita militare nei tempi della guerra, tra cui era cresciuto, subentravano con gli anni di pace generazioni libertarie, che portavano i diritti delle donne, i diritti sul lavoro, diritti sempre più umani per gruppi sempre più numerosi di esseri umani, come avviene sempre nei periodi di pace: con Schengen l'apertura delle frontiere che in una prima parte della sua vita lui aveva dovuto proteggere. Sono stati anni impegnativi, dove molte cose le capiva meglio di noi, grazie all'esperienza nei servizi d'informazione, aveva ad esempio idee molto più chiare sulle forze terroristiche, che agivano negli anni '70 di quanto capissimo noi. Altre cose, com'era capitato a lui a Ponte Chiasso con suo padre, le coglievamo prima noi; e con noi lui ha sempre saputo crescere, aggiornandosi sul discorso politico italiano e le innovazioni tecnologiche della nostra epoca, apprezzando ugualmente la vita professionale delle figlie e dei figli, nuore e nipoti. Sono state però altre le cose più importanti in queste ultime settimane. Quelle in cui dopo aver scoperto di essere condannato dal cancro, ci ha guidati ad affrontare la sua morte senza paura, con il coraggio di un vero comandante. Con umorismo spesso, sempre con grande umanità, tanto che alla fine, quando sentendolo parlare nel bel toscano della sua giovinezza, ritrovando il ragazzo, che non era né generale né padre, ma il ragazzo che aveva dentro, che tutti abbiamo dentro, gli ho detto che era molto simpatico e che se fossimo stati a scuola insieme saremmo stati grandi amici, lui mi ha guardato sorridendo e mi ha detto: ma io e te lo siamo sempre stati. Spero che i miei fratelli sentano la stessa cosa e che i nostri figli, e i loro figli, abbiano la fortuna di vedere quello che lui ha mostrato a me quel giorno, la gioia della vicinanza con il padre che ha in realtà dissipato la tristezza per far posto al suo amore, alla sua personalità, alla passione per la vita che aveva lui, impegnata e bella, e il coraggio di essere quello che si è, e quindi di sorridere di fronte alla morte.

IN RICORDO DI UN CARISSIMO AMICO DON EDGARDO STELLIN Si è spento, all’alba del 10 novembre 2013, a seguito di una lunga malattia, a soli 66 anni, don Edgardo Stellin. Per anni cappellano della caserma della Guardia di Finanza di Rovigo. Ordinato sacerdote il 27 giugno 1970, era stato nominato cappellano a Canaro il 15 settembre 1970. Dall'aprile 1974, è stato a disposizione dell'ordinario militare per la funzione di cappellano militare. Agli inizi del 1975 è stato nominato vicerettore del collegio Angelo custode di Rovigo e cappellano militare addetto alla caserma Polesine. Il 6 aprile 1983 è quindi diventato assistente spirituale alla 14esima Legione della Guardia di Finanza ed il 30 luglio 1997 è stato nominato responsabile della zona pastorale di Bologna. Manifestiamo vivo cordoglio alla famiglia e un grazie particolare per tutto ciò che ci hai lasciato. Non ti dimenticheremo. Coco Claudio e Malizia Antonio - 5° Corso Monte Pal Piccolo, Rovigo 1986

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FiammeGialle / Gennaio 2014

SONO

DECEDUTI INOLTRE I SEGUENTI

SOCI O LORO FAMILIARI:

Sig.ra Nazarena ALIMENTI, sorella del M.M.a. Giuseppe, socio della Sezione di Fano, il 26.9.2013; M.M. dei Carabinieri Gerardo AMATO, fratello del M.o. Antonio, socio della Sezione di Roma 1/Nord: Fin. Bruno ANCILOTTO, socio della Sezione di Treviso, il 16.10.2013; Sig. Antonio ANDREOZZI, fratello dell'App. Erasmo, Sindaco effettivo della Sezione di Frosinone, il 28.9.2013; M.A. Aldo ANDRIOLO, socio della Sezione di Roma 3/Est, il 22.4.2013; M.M.a. Cav. Nicola ANTONACI, socio della Sezione di Pescara, l'11.9.2013; Sig.ra Margherita APERLO, madre del Sig. Bruno Bernardi, socio simpatizzante della Sezione di Torino, l'1.11.2013; Sig. Giuseppe ARESTI, fratello, dell'App.sc. Sisinnio, Presidente della Sezione di Ravenna, del Brig.c. Efisio, socio della Sezione di Villacidro e del Sig. Silvio, socio simpatizzante della Sezione di Bra, il 13.9.2013;

Sezione di Parma, il 2.9.2013;

deportato nei lager nazisti, il 19.10.2013;

M.C. Ugo BUSATO, di anni 76, socio della Sezione di Treviso, il 29.8.2013;

Sig.ra Maria Vincenza DI CESARE, sorella del Dott. Riccardo, socio simpatizzante della Sezione di Lesina, il 7.2.2013;

Sig.ra Carmina CANU, madre del M.M.a.c.s. Mario Cano, socio della Sezione di Formia, il 3.10.2013;

V.Brig. Attilio FANCOLI, di anni 90, socio della Sezione di Rovereto, il 17.9.2013;

M.A. Pasquale CAPRIOLI, di anni 82, socio della Sezione di Bari, il 18.10.2013;

Sig.ra Bianca FANTON, socia della Sezione di Mestre, il 6.10.2013;

S i g . r a Te r e s a C A P U TO , m a d r e dell'App.sc. Marcello Arnone, in servizio nel Corpo, socio della Sezione di Formia, il 7.10.2013;

App. Arnaldo FINI, di anni 73 socio della Sezione di La Spezia, l'8.11.2013;

App. Maurizio CARDELLINI, socio della Sezione di Macerata, il 31.8.2013; App. Carmine CARICASULO, di anni 82, socio della Sezione di Mirandola, il 13.9.2013; Sig.ra Marisa CASTELLACCI, consorte dell'App. Guido Tirelli, socio della Sezione di Carpi, il 4.8.2013; Sig.ra Lucia CASTELLANO, madre del Giudice Cap. Dott. Michele Nardelli, socio della Sezione di Lesina, l'11.9.2013; Brig.c. Franco CAU, socio della Sezione di Nuoro, il 5.6.2013;

Fin. Giovanni AVIZZANO, socio della Sezione di Domodossola, l'8.11.2013;

App.m. Antonino CAVALLARO, di anni 87, socio della Sezione di La Spezia, il 31.10.2013;

M.C. Eugenio BALDASSERONI, socio della Sezione di Lucca, il 22.10.2013;

App. Renato COLENGHI, Sindaco della Sezione di Brescia, il 23.10.2013;

Fin. Francesco BARBAGALLO, socio della Sezione di Como, l'8.11.2013;

Sig.ra Rita CONGIU, madre del Brig. Raimondo Demurtas, socio della Sezione di Porlezza, il 19.10.2013;

Sig. Emilio BARBAN, padre del Sig. Maurizio, socio della Sezione di Padova, il 21.10.2013; Brig. c. Pasquale BARBATO, Sindaco supplente della Sezione di Angri, il 25.10.2013; Sig. Massimo BARON, figlio del M.c. Angelo, socio della Sezione di Torino, il 24.8.2013; M.M.a.cs. Luigi BELLONE, socio della Sezione di Cuneo, il 3.11.2013; App. Domenico BERERDI, socio della Sezione di Milano, il 13.9.2013; Sig.ra Bertilla BIGARELLA, consorte del M.a. Giampietro Rossi, Vicepresidente della Sezione di Vicenza, il 26.9.2013; Sig.ra Luisa BONZI, sorella della Sig.na Augusta, socia simpatizzante della Sezione di Bologna, il 17.10.2013; Fin. Giuseppe BRUNETTI, socio della

App. Vittorio DANESE, di anni 69, socio della Sezione di Ferrara, il 22.9.2013; App.Upg. Francesco D'AMICO, socio della Sezione di Alghero, il 9.11.2013; Sig.ra Chiara D'ANDRIA, sorella del Sig. Giuseppe, Consigliere della Sezione di Taranto, il 10.9.2013; Sig. Mario D'ARRIGO, socio simpatizzante della Sezione di Catania, l'1.11.2013; S.Ten. Cataldo DELL'ANNA, socio della Sezione di Taranto, il 15.9.2013;

Sig.ra Stefania FLORIDI, madre dell'App. Tomaso Riccardini, socio della Sezione di Perugia, il 28.12.2012; App.Upg. Luigi FLORIS, socio della Sezione di Como, il 7.10.2013; M.M. Antonio FRAGASSI, Socio della Sezione di Pescara, il 20.10.2013; App. Giuseppe FULCO, socio della Sezione di Mestre, il 2.11.2013; Sig.ra Giuseppa FURNARI, madre del Brig.c. Giuseppe Laudani, Presidente della Sezione di Locri, e del Sig. Alfio, socio simpatizzante del Nucleo Anfi di Biancavilla, il 28.9.2013; Sig. Cesare GABRIELLI, socio della Sezione di Foligno, il 3.11.2013; App. Giovanni GATTI, socio della Sezione di Brescia, il 19.10.2013; Sig.ra Valentina GIACOMINI, consorte del Fin. Renzo Metti, Vicepresidente della Sezione di Stradella, il 5.11.2013; Fin. Ermanno GIANNELLI, di anni 69, Consigliere della Sezione di Chiavari, il 28.9.2013; Sig.ra Maria GIROLAMI, consorte del Sten. Gabriele Di Buò, socio della Sezione di San Benedetto del Tronto, il 15.10.2013; Sig.ra Daria GRASSANO, consorte del M.M.a. Ermanno Gelsi, Consigliere Nazionale ANFI e Presidente della Sezione di Bologna, il 26.12.2013; Sig. Francesco GRAZIOSO, di anni 41, figlio del Fin. Giovanbattista, socio della Sezione di Treviso, l'1.10.2013;

Sig.ra Gina D'ERAMO, consorte dell'App. Giulio Carpente, socio della Sezione di L'Aquila, il 30.9.2013;

Sig.ra Giuseppina INGLA, madre dell'App. Giuseppe Pizzo, socio della Sezione di Cervignano del Friuli, il 17.8.2013;

Brig. Pietro DE ANGELIS, socio della Sezione di Caserta, il 13.10.2013;

M.M.a. Benito LANDI, di anni 87, socio della Sezione di Ferrara, il 22.9.2013.

V.Brig. Alfonso DE NAPOLI, socio benemerito della Sezione di Latina, insignito della Medaglia d'Onore quale Finanziere

Ai familiari degli Estinti il nostro sentito cordoglio

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RECENSIONI “Il Canto della Quaglia – Predi Antiogu arrettori de Masuddas”. Adriano Siuni, Susil Edizioni, pagg. 238 €. 15,90.

a cura di Claudio Coco

“Il Tesoro di Sant'Ippazio”. Alberto Colangiulo, Lupo Editore, pagg. 190 €. 14,00. Alberto Colangiulo, vive a Tricase (Le). Laureato in filosofia e impiegato nel settore metalmeccanico. Sposato con tre figli. "Il tesoro di Sant'Ippazio" è il suo esordio letterario datato ottobre 2013. Nello stesso mese un suo racconto noir dal titolo "Con gli occhi pieni di mare" è stato selezionato per la seconda edizione dell'antologia "ITALIAN NOIR". L'Autore è figlio del M.M.A. Francesco Colangiulo, socio della Sezione A.N.F.I. di Tricase. Basso Salento, Prima metà degli anni '80. Notte dell'Assunta. Due ragazzini, inseparabili amici, approfittano della festa paesana per una piccante sortita, ma, inconsapevoli l'uno dell'altro, diventano testimoni del probabile omicidio del parroco. A condurre le indagini è il giovane maresciallo Gerardi che, da pochi mesi in servizio nel posto, si ritrova ad indagare fra le pieghe dei riti, delle superstizioni e dei segreti della piccola Comunità.

Il 28 novembre, in Cagliari, il Presidente della locale Sezione, Gen. B. dr. Adriano Siuni, ha presentato il suo libro “Il Canto della Quaglia”. Erano presenti il Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Cagliari, dr. Ettore Angioni, il Capo di Stato Maggiore del Comando Regionale G. di F., Col. ISSMI Alessandro Gallozzi, il Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria Col. t. ST Nicola De Benedictis e numerose altre Autorità. Adriano Siuni, nato a Masullas nel 1952 è laureato in Scienze dell'Economia e Servizi Giuridici. Per circa 41 anni ha prestato servizio nel Corpo della Guardia di Finanza. In un piccolo villaggio della Sardegna d'inizio ottocento oppresso dalle ingiustizie dei Governatori Sabaudi, un gruppo di giovani scapestrati decide di sfidare il canonico locale. La provocazione è temeraria. Ma il confronto - scontro diventa ancor più stimolante, quando l'autorità costitutiva va alla ricerca della verità. Nel Canto della quaglia, morale, favola e storia, si fondono perfettamente in una esilarante e grottesca vicenda, che mette a nudo le vicissitudini e le pochezze dell'animo umano.

“Il Cowboy di Calabria”. Angelo Pettofrezza, Lupo Editore, pagg. 170 €. 13,00. Presentato il libro del socio simpatizzante della Sezione di Leverano, Angelo Pettofrezza, commentato dalla dott.ssa Simona Cordella e dalla Prof.ssa Sandrina Schido, alla presenza del Presidente della Sezione, Brig. C. Elio Leo. L'Autore, nato nel 1947 a Copertino (Lecce) nel 1961 lascia Campobasso e si trasferisce in Germania con i suoi genitori. Sposato con tre figli ed ora pensionato. Bonn, anni Sessanta. Casa Italia è il centro di ritrovo di emigranti che, lontani da casa, possono qui parlare la lingua natía, conservare il legame con la Patria e svagarsi, ma anche contare sulla solidarietà e sull'aiuto di chi si è già perfettamente inserito nel contesto tedesco. E qui approda Salvatore, un giovane calabrese sprovveduto e pasticcione che, incapace di assimilarsi al nuovo mondo lavorativo, finisce - come tanti suoi connazionali - per campare ai margini della società di accoglienza. La sua insicurezza lo induce a vantare una inesistente relazione con la bella Giovanna, che lo ha seguito in Germania per sfuggire a un pesante clima familiare e costruire il proprio progetto di vita, e ad Angelo, figlio dei gestori di Casa Italia, pare davvero strano che lei abbia trovato qualcosa di interessante in quel compaesano sciocco. Ma l'ingenuo Cowboy di Calabria pare improvvisamente cambiare natura: la sua rozza semplicità vira verso l'inquietudine e la violenza, tanto da sconvolgere la sua coinquilina, costretta a cercare sostegno in Angelo per proteggersi e per comprendere in quali strani giri sia capitato l'amico. E mentre la storia di Salvatore corre sul filo del rasoio, tra i due giovani nasce un forte sentimento che la dolce determinazione di Giovanna trasforma nella prima profonda esperienza di vita di Angelo. Donatella Neri 38


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LA SEZIONE DEL MESE... MARCHE - ANCONA a cura di Lorenzo Tizzani

ncona, protesa verso il mare, sorge su un promontorio a forma di gomito, che protegge il più antico porto dell'Adriatico centrale. I greci di Siracusa che fondarono la città nel 387 a.c. notarono la forma di questo promontorio e per tale motivo chiamarono la nuova città “Ankon”, che in greco significa “gomito”. L'origine greca di Ancona è ricordata dall'epiteto con la quale è conosciuta “Città Dorica”. I cimeli del proprio Santo Patrono, San Ciriaco, cono custoditi nell'omonimo ed incantevole Duomo che domina la città dal promontorio, regalando ai suoi cittadini ed ai turisti che lo visitano, un indimenticabile e meraviglioso panorama. La città, capoluogo di regione, che conta oltre 100.000 abitanti, come è emerso dal censimento 2012, festeggia il 2400° anniversario della propria nascita. La locale Sezione A.N.F.I., che annovera 186 iscritti, già istituita nel 1929, sciolta nel 1936 e ricostituita nel 1959, ha festeggiato il 50° anniversario della sua fondazione nel 2009. E' presieduta, da circa un anno, dal Col. (aus) Lorenzo Tizzani, che ha incentivato i rapporti con il Corpo, le diverse Istituzioni presenti e la cittadinanza con alcune iniziative di volontariato, con la collaborazione del M.C. Adriano Lucaini, il Brig. C. Michele Angrisani ed il Lgt. Santo Saracino. L'attività esercitata è stata molto soddisfacente considerando i risultati raggiunti tra cui ricordiamo: visite ai soci ammalati ed anziani; incentivata la relazione con le Sezioni limitrofe tanto da costituire una nuova Associa- Foto 3 zione di volontariato denominata “Associazione Fiamme Gialle Marche”; la possibile costituzione di un Nucleo di Volontariato di Protezione Civile della Sezione. Numerose manifestazioni di vivo apprezzamento sono state inviate al Presidente della Sezione, dalle Autorità loca- Gen. C.A. Giovanni Verdicchio, il quale, li e dal Presidente Nazionale dell'A.N.F.I., ha espresso vivo compiacimento e since-

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Foto 1

ra gratitudine per la meritoria opera svolta dalla Foto 2 Sezione Dorica.


Il 31 marzo 2014 scadrà il termine ultimo per la registrazione nel programma informatico “ANAGRAFE dei SOCI” del RINNOVO DELLA QUOTA SOCIALE ANNUALE, scaduta il 31 dicembre 2013. Al fine di evitare la perdita della qualità di socio ed il conseguente mancato invio del Periodico, si invitano gli associati a formalizzare, al più presto, il rinnovo P R E S S O L A SEZIONE DI APPARTENENZA


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