N. 5 - Ottobre 2009 - Amici del Golfo - Salò

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Proposte & progetti

Una idrovia dal Garda a Mantova Quando i turisti si chiamavano Gonzaga...

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i torna a parlare, in previsione dell’Expo 2015, dell’idrovia LocarnoMilano-Venezia, un percorso che toccava le acque del lago Maggiore, quelle sublacuali del Ticino, dei navigli Grande e Pavese, per poi proseguire nel Po e nei canali della laguna veneziana. Mancano ancora due tratti per rendere completamente navigabile il percorso: quello del canale industriale che da Sesto Calende porta nel milanese e quello del naviglio Pavese che conduce dalla provincia di Milano a Pavia. È gia in appalto invece lo snodo tra Pavia e Cremona. Il collegamento aveva in origine ragioni esclusivamente commerciali; oggi il suo recupero potrebbe avere una valenza turistica, soprattutto in prospettiva della citata Esposizione Universale. In previsione della realizzazione della via d’acqua Locarono-Milano-Venezia, come non pensare al collegamento navigabile, attraverso il Mincio, del nostro lago con Mantova e Venezia? Da tempi immemorabili tutte le merci che venivano spedite a Venezia dalla Magnifica Patria (carta, refe, pesce, agrumi, ecc.) seguivano questo pecorso. È di 50 chilometri la distanza tra Peschiera e Mantova, con un dislivello di meno di 50 metri. Potrebbe essere la realizzazione di un grande sogno che aprirebbe il turismo del Garda a prospettive future inimmaginabili.

Contro uno scempio ecologico annunciato, raccoglieremo non 7.000 ma 70.000 firme.

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La Mori-Torbole minaccia il lago

iamo andati, qualche mese fa, l’amico Corradi ed io , a Villa Mirabella a Gardone Riviera, nuova prestigiosa sede della Comunità del Garda, per incontrare il Presidente Aventino Frau. Eravamo infatti molto preoccupati per le condizioni delle acque del Golfo, ma soprattutto per la demenziale ipotesi ventilata, di far confluire nel Garda, attraverso la galleria Mori Torbole, le acque dell’ Adige. L’idea maturata in ambienti mantovani e supportata dalla raccolta di 7.000 firme, dovrebbe consentire di mantenere il livello ottimale delle acque del lago, anche in concomitanza di lunghi periodi di siccità e garantire l’approvvigionamento delle acque di irrigazione. Sembra incredibile che ci sia qualcuno che possa avanzare una simile proposta, ma ancora più incredibile che qualcuno possa prenderla seriamente in considerazione. Le acque gelide e tutt’altro che cristalline dell’Adige finirebbero per provocare un danno ambientale irreversibile all’ecosistema del Garda, con ripercussioni catastrofiche all’economia turistica del nostro bacino. Inoltre, il livello del lago, tenuto volutamente alto per garantire tale approvvigionamento idrico, in caso di burrasca può provocare ingenti danni alla costa oltre a ridurre drasticamente, nel periodo della balneazione, le dimensioni delle spiagge tanto importanti per il turismo gardesano. L’agricoltura mantovana si preoccupi piuttosto di razionalizzare i propri sistemi di produzione e si abitui all’idea che l’acqua non è più un bene da scialacquare a vanvera. Il sistema di depurazione poi, di cui è dotato il nostro lago, che tante risorse e sacrifici è costato, verrebbe inevitabilmente vanificato. Forse sarebbe molto più saggio ripensare ai dispersivi sistemi di irrigazione attualmente usati e il cambio di culture o ipotizzare, se proprio, un collegamento Adige-Mincio a valle del Garda che non consideri il lago come una grande vasca di irrigazione. Come Amici del Golfo ci siamo dichiarati disponibili, qualora si presentasse la necessità, a raccogliere non solo 7.000 ma 70.000 firme per bloccare una tale eventualità.

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