Numero 75

Page 1


LA DOMUS MEDICA

DEL TERZO

MILLENNIO

IN QUESTO NUMERO

Biostimolazione e rigenerazione cutanea

Approfondimento sull’effetto Tyndall dopo impianto di filler a base di acido ialuronico

Diagnostica clinico-strumentale nella Medicina della Longevità

La forma perfetta? Inizia dalla tavola

L’ecografia del volto nella Medicina Estetica avanzata

Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 7071 del 05/12/2000

Direttore responsabile: Marco Montanari

Coordinamento scientifico:

Bruno Giacomo Carrari, Maurzio Cavallini, Domenico D’Angelo, Alessandro Frullini, Salvatore Fundarò, Federica Lerro, Fabio Marini, Giorgio Maullu, Paola Molinari, Antonio Monti, Franco Paolini, Maurizio Priori.

Hanno collaborato:

Lucia Calvisi, Simone Cameli, Maurizio Cavallini, Attilio Cavezzi, Sara Cavezzi, Roberto Colucci, Alessandro Frullini, Salvatore Fundarò, Dora Intagliata, Ivano Luppino, Giorgio Maullu, Paola Molinari, Vittorio Puntoni, Simone Ugo Urso, Massimiliano Vandi

Segreteria di redazione: VALET s.r.l.

Via dei Fornaciai 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 - Fax 051.32.68.40 - segreteria@valet.it - www.valet.it

Immagine & comunicazione: Elisa Fantini - elisa.fantini@valet.it

Realizzazione grafica: Matteo Nuti - matteo.nuti@valet.it

Stampa:

Poligrafici il Borgo s.r.l. - Via del Litografo, 6 - Bologna

È vietata la riproduzione, totale o parziale, di ogni contenuto di questa pubblicazione senza esplicita autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questo periodico sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelli delle imprese alle quali appartengono, dell’editore e delle istituzioni. Nulla intende rappresentare un consiglio o una raccomandazione su cure e metodiche; l’editore non da garanzie sui protocolli terapeutici citati e non riconosce alcuna responsabilità su eventuali danneggiamenti causati da nozioni riportate sulla rivista. La rivista è spedita in abbonamento postale. I dati anagrafici dei soggetti interessati alla spedizione della presente rivista provengono da elenchi pubblici e vengono trattati in conformità a quanto previsto dal “Codice Privacy” (GDPR. 2016/679). Le finalità del trattamento riguardano la spedizione in abbonamento postale della presente rivista, di altre pubblicazioni, invio di cataloghi ed eventuali altre comunicazioni inerenti le attività promosse dal titolare del trattamento. L’interessato può in qualsiasi momento richiedere informazione sul trattamento dei propri dati, ottenere modifiche od opporsi in tutto o in parte, facendone richiesta via fax, lettera o e-mail, al titolare del trattamento. II titolare del trattamento è VALET S.r.l. - Via dei Fomaciai, 29/b40129 Bologna (BO). Alla data della presente pubblicazione, il Responsabile del trattamento è il Sig. Daniele Morini. L’informativa integrale, completa di finalità, modalità del trattamento, diritti dell’interessato e soggetti a cui potrebbero essere comunicati i dati, è consultabile sul sito www.valet.it alla sezione Privacy.

Diffusione Nazionale: Medici specialisti in: anestesia e rianimazione, angiologia e flebologia, chirurgia generale, chirurgia plastica, dermatologia, dietologia, endocrinologia, fisiatria, malattie reumatiche, medicina sportiva e patologia vascolare, centri di medicina e chirurgia estetica, estetica medica, medici di base, studi privati di agopuntura e mesoterapia, infermieri professionali, ambulatori di chiroterapia, fisioterapia, fisiokinesiterapia e massaggi, centri estetici, poliambulatori, case di cura e cliniche private, direttori sanitari: A.S.L., ospedali, stabilimenti termali, associazioni e istituzioni sanitarie, istituti scientifici e di ricerca, docenti e corsisti Divisione Didattica VALET: CPMA

Coordinatrice

La biostimolazione cutanea è un insieme di procedure mediche che mirano a migliorare la qualità della pelle attraverso l’attivazione dei meccanismi biologici di rigenerazione. Non si tratta di “riempire” o “modellare” , ma di riattivare cellule già presenti, in particolare i fibroblasti, per favorire la produzione endogena di collagene, elastina, acido ialuronico e fattori antiossidanti.

I PRINCIPALI FATTORI

BIOSTIMOLANTI

Sono numerosi i principi attivi utilizzati nella pratica clinica per indurre la biostimolazione.

Questi i più utilizzati:

ƒ Acido ialuronico libero (non reticolato): molecola fondamentale per l’idratazione e il turgore cutaneo. La sua somministrazione in forma libera stimola i fibroblasti attraverso meccanismi meccanorecettoriali e favorisce un ambiente dermico ottimale alla rigenerazione [1-7]

ƒ Aminoacidi: glicina, prolina, lisina, valina, arginina e altri, sono precursori fondamentali per la sintesi del collagene. La loro presenza nei cocktail biostimolanti promuove un’attività anabolica nei fibroblasti.

ƒ Vitamine (in particolare A, C ed E): svolgono una funzione antiossidante e coenzimatica nei processi di sintesi proteica. La vitamina C, ad esempio, è nota per il suo ruolo chiave nell’idrossilazione del collagene [2]

ƒ Fattori di crescita (EGF, FGF, TGF- β , IGF-1): quando veicolati in modo controllato e sicuro, possono indurre una rigenerazione dermica profonda e duratura.

ƒ Polinucleotidi (PDRN): derivati del DNA, hanno un effetto rigenerante e anti-infiammatorio docu-

BIOSTIMOLAZIONE

E RIGENERAZIONE CUTANEA

La Medicina Estetica contemporanea sta vivendo una profonda trasformazione, guidata da un rinnovato interesse verso trattamenti che non si limitano a “correggere” i segni del tempo, ma che mirano a stimolare i processi fisiologici di rigenerazione cutanea

mentato. Agiscono come scavenger dei radicali liberi e attivano i recettori purinergici cellulari [3] .

ƒ Esosomi: li nomino, ma ancora la loro efficacia e soprattutto la loro sicurezza non sono validate scientificamente.

Molte aziende del settore sono in grado di creare un cocktail di elementi e principi attivi che verranno somministrati con protocolli validati e personalizzati dal medico durante la visita secondo le specifiche esigenze e del paziente. A onor del vero, non sempre viene riattivato il meccanismo di riparazione dell’organismo: a volte i farmaci o dispositivi medici svolgono un’azione di “rimpiazzo” degli elementi perduti dal paziente che magari non è più in grado di produrli autonomamente, per età e fattori intrinseci, per difetti metabolici, per vizi ambientali o per errori nello stile di vita. In questo caso, allora, otteniamo comunque un risultato estetico biologicamen-

te corretto, ma per un fenomeno di supplementazione e non solo di attivazione.

TECNICHE DI SOMMINISTRAZIONE

L’efficacia della biostimolazione, oltre alla corretta individuazione dei principi attivi più indicati per le esigenze del paziente, è fortemente legata alle tecniche di somministrazione.

Le principali includono: ƒ Infiltrazione intradermica (microiniezioni multiple con ago): tecnica classica, alcuni la definiscono mesoterapia, efficace per distribuire il principio attivo nel derma superficiale. Può essere manuale o automatizzata. La tecnica a microponfi con microago, in particolare, è indicata per aree specifiche (peri-oculare, peri-buccale) e ottimizza la localizzazione del principio attivo molto superficialmente, anche dove lo spessore di epidermide e derma è particolarmente ridotto.

ƒ Infiltrazione subdermica (somministrazione mediante microcannula con tecnica a ventaglio antero-retrograda o retrograda): la tecnica con cannula non permette di infiltrare direttamente epidermide e derma, e non è quindi sovrapponibile alla precedente per efficacia, ma ugualmente viene utilizzata perché permette un’ottima compliance del paziente in quanto rapida, poco traumatica, adatta ad aree vaste del volto e del collo.

ƒ Microneedling, laser frazionato: tramite la creazione di microcanali nella pelle, consentono la penetrazione transdermica dei principi attivi. Hanno il vantaggio di stimolare meccanicamente la rigenerazione.

corso teorico-pratico

BIOSTIMOLAZIONE CUTANEA PER LA PREVENZIONE

E IL TRATTAMENTO DELL’AGING E DEGLI INESTETISMI

CUTANEI

Obiettivo del corso L’invecchiamento cutaneo è un lento processo che consegue a fattori intrinseci di ordine genetico e ormonale (cronoinvecchiamento) ed estrinseci dovuti all’esposizione continua a radiazioni UV e a tossici ambientali che provocano stress ossidativo (fotoinvecchiamento). Dal punto di vista macroscopico la cute perde elasticità, compattezza, isotropia, mentre dal punto di vista istologico molteplici sono i rimaneggiamenti che avvengono a carico dei vari strati epidermici e del sottocute. Numerosi trattamenti medico estetici sono finalizzati a contrastare i segni cutanei dell’aging e tra questi la biostimolazione è una delle procedure universalmente più utilizzate. Il suo fine ultimo è quello di prevenire e migliorare i segni dell’aging attraverso l’apporto di molecole costitutive del derma o di molecole che stimolino il trofismo delle cellule cutanee. Scopo del corso è quello di illustrare la metodica, i principi attivi che possono essere utilizzati, i protocolli di trattamento per i vari distretti e per le diverse indicazioni.

DIDATTICA A CURA DI: Dr.ssa Paola Molinari

Dr.ssa Maria Cristina D’Aloiso

DATA DEL CORSO: Contatta la Segreteria

CREDITI ECM: 12 crediti (previa compilazione del test)

RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI

CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna 051.6388334/051.320170 - www.valet.it - info@valet.it

Veicolazione transdermica (eletstimolano la permeabilità cutanea in modo non invasivo, Non è efficace per l’acido ialuronico, che a causa della dimensione eccessivamente elevata delle molecole non può passare la barriera cutanea, nemmeno con questi metodi di sommi-

anche defi-

“Biostimolazione senza aghi”, sono particolarmente graditi per la loro efficacia e tollerabilità, ideali per pazienti con bassa tolleranza alle iniezioni. Uniscono fattore fisico e chimico nel perseguire il

a biostimolazione è un approccio fondato su evidenze scientifiche e compatibile con una Medicina Estetica sostenibile, capace di accompagnare il paziente in un percorso di miglioramento fisiologico e duraturo

L’obiettivo non è cambiare, ma conservare al meglio le proprie potenzialità biologiche, riducendo il più possibile la produzione di radicali liberi e neutralizzandone l’aggres-

Come medico estetico orientato a un’estetica naturale e funzionalmente rigenerativa, ritengo che la biostimolazione rappresenti uno strumento cardine per rispettare i tempi biologici della pelle, evitando l’effetto artefatto o eccessivamente trasformativo che spesso deriva da trattamenti più aggressivi o non idonei alla fisiologia cutanea: la rigenerazione non è solo estetica, ma deve comportare una riattivazione della vitalità tissutale.

Ulteriore valore aggiunto è la perfetta possibilità d’integrazione di questa tecnica con altre procedure e terapie medico estetiche, ovviamente inserendola in un corretto stile di vita. ◼

RIFERIMENTI

1. Sundaram H et al. “Dermal fillers: A review of current agents.” Plast Reconstr Surg. 2010;125(5):2140-2147.

2. Casabona G. Aesthetic Mesotherapy: Medical and Aesthetic Treatments for Aging Skin and Cellulite. Springer, 2018.

3. Humbert PG, et al. “Topical ascorbic acid on photoaged skin: clinical, topographical and ultrastructural evaluation.” Dermatology. 2003;207(3): 255–260.

4. Pickart L, Margolina A. “GHK-Cu may prevent oxidative stress in skin by regulating expression of antioxidant genes.” Oxid Med Cell Longev. 2018;2018: 4735751.

5. Aust MC, et al. “Percutaneous collagen induction therapy: An alternative treatment for scars, wrinkles, and skin laxity.” Plast Reconstr Surg. 2008;121(4):1421–1429.

6. Kim JY, et al. “Polydeoxyribonucleotide exerts skin regenerative effects via fibroblast activation and extracellular matrix remodeling.” Int J Mol Sci. 2016;17(9): 1614.

7. D’Aloiso, https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jocd.12984

ATELIER BIOSTIMOLAZIONE — RESOCONTO FINALE

Expert Training Course | 8 Maggio 2025 Scuola Valet CPMA – Direzione Scientifica: Prof.ssa Paola Molinari

Si è svolto l’8 Maggio 2025 l’Atelier Biostimolazione – Expert Training Course, una giornata formativa di altissimo livello dedicata all’approfondimento teoricopratico della medicina rigenerativa e delle più attuali tecniche di biostimolazione cutanea.

Sotto la guida esperta delle tutor Dott.ssa Cristina D’Aloiso, Dott.ssa Vittoria Neri e Dott.ssa Ilaria Zollino, e con la direzione scientifica della Dott.ssa Paola Molinari, il corso ha offerto ai partecipanti un percorso formativo intenso e mirato, capace di coniugare aggiornamento teorico e competenza pratica. Il training si è aperto con un excursus dettagliato sulle tecniche in uso, sui principali materiali e principi attivi impiegati nella Medicina Estetica rigenerativa, con particolare riferimento ai protocolli più efficaci per il miglioramento della qualità cutanea e la prevenzione dell’invecchiamento. Su paziente si è determinato l’assessment e il processo con il quale il medico è in grado di definire quale sia il trattamento di scelta per un determinato paziente. A seguire, i docenti hanno effettuato una dimostrazione live, mostrando in vivo le varie tecniche.

La parte pratica, cuore dell’atelier, ha rappresentato un momento cruciale: i discenti, affiancati passo dopo passo dalle tutor, hanno potuto esercitarsi nella somministrazione di biostimolanti prima su manichino, poi su modella, acquisendo maggiore sicurezza e padronanza dei protocolli applicabili nella loro pratica clinica quotidiana. Il format si è rivelato estremamente efficace, rispondendo alle esigenze di formazione avanzata dei medici in estetica. È stato concepito come un upgrade formativo rispetto alle tradizionali Masterclass, e si inserisce come completamento dei percorsi quadriennali offerti dalla Scuola Valet CPMA.

L’alto livello di soddisfazione espresso dai partecipanti e la forte richiesta di approfondimento sul tema rendono altamente probabile una ripetizione del corso nelle prossime edizioni, a completamento di quello della scuola. L’Atelier Biostimolazione si conferma così come un nel settore della Medicina Estetica rigenerativa.

Per maggiori informazioni e aggiornamenti sui prossimi appuntamenti: www.valet.it

MEDICINA ESTETICA

GIL LASER ER:YAG 2940 SMOOTH® NEL RIMODELLAMENTO CUTANEO

Per lungo tempo si è ritenuto che il fibroblasta si attivasse solo in risposta a un processo di guarigione tessutale e un intero settore industriale ha rivolto l’attenzione su questa cellula fibrosa scegliendola come produttore del collagene, tralasciando tutto il resto.

li studi più recenti dimostrano che i cambiamenti operativi nella gestione laser del fotoinvecchiamento seguono le ultime scoperte in ambito biochimico. Il moderno paradigma sembra essere dipendente da un iniziale processo flogistico dopo impatto laser con innalzamento della quota citochinica epidermica, rimodellamento cutaneo per induzione di metalloproteinasi e una fase finale di sovraregolazione del collagene. Oggi si sa che la luce coerente determina attivazione dei dialoghi cellulari attraverso modulazione dei GF (Growth Factors), veri direttori degli scambi metabolici intercellulari in termini di proliferazione e differenziazione. L’ambizione operativa prevede, in questo senso, la riduzione della flogosi operatoria e l’aumento dei GF antifibrotici, quali TGFβ1 e TGFβ2, che risultano diminuiti nell’elastosi. Il TGFβ modula la riepitelizzazione e il deposito di nuovo collagene nella ECM (matrice extra cellulare). Certa risulta essere anche la capacità della luce laser nel produrre collagene di tipo I, III, VII.Gli effetti molecolari dei trattamenti laser ablativi su cheratinociti e fibroblasti non sono ancora completamente compresi ma è risaputo che per un ottimale processo di inversione del fotodanneggiamento cutaneo non è più necessario indurre una profonda ablazione cutanea. Gli studi concordano nel sostenere che

un simile risultato può essere ottenuto con specifici laser operanti con adeguata attività in termini di fluenza e durata di impulso.

L’APPROCCIO

CONSIGLIATO

Semplificando, l’approccio più recente e consolidato al trattamento del fotoringiovanimento propone un intervento superficiale per il miglioramento della texture epidermica cui va associato il dislocamento di sufficiente energia laser nel derma papillare, a livello della Zona di Grenz (170-230 μm) e per la formazione di nuovo collagene. Il laser Fotona Er:YAG 2940, già provvisto di una appendice tecnica VSP (Variable Square Pulse ) che sviluppa il rilascio energetico secondo un’onda quadra, mantenendo costante quindi l’energia di impatto e capace di variare l’ampiezza di esercizio tra 100 e 1500 μsec, possiede un’elevata affinità per l’acqua tessutale e ciò lo pone a un livello superiore nel resurfacing cutaneo. Il passaggio evolutivo successivo alla terza generazione con la funzione ASP (Adaptive Structured Pulse) si concentra sull’adattamento dinamico e non statico degli impulsi laser all’interazione tessuto-laser, valorizzando il rapporto tessuto-laser a ogni impulso. Questo significa che forma e durata dell’impulso laser vengono ottimizzate in tempo reale per migliorare l’efficacia del tratta-

mento. Si assisterà a una migliore penetrazione laser utile per l’induzione collagenica, riducendo al minimo il danno termico ai tessuti circostanti con minori effetti indesiderati e aumentando il comfort del paziente. In sostanza, ASP permette un approccio più preciso e personalizzato alla fotobiomodulazione, portando a risultati migliori in applicazioni come il ringiovanimento cutaneo.

RISPOSTA INFIAMMATORIA REATTIVA

Questa sorgente laser così costruita può essere adoperata al di sotto della soglia di ablazione (2J/cm2), cosa non possibile con laser CO2, determinando un’mpercettibile ablazione epidermica, che rasenta il non-ablativo, con un contemporaneo aumento della temperatura nel derma papillare e successivo stimolo fibroblastico. Un laser con tali possibilità, provoca un razionale danneggiamento termico del tessuto al fine di indurre una risposta infiammatoria reattiva, che si traduce in un aumento della capacità biosintetica dei fibroblasti e di altre cellule, ricostruendo un ambiente fisiologico ottimale, aumento dell’attività cellulare, dell’idratazione e sintesi di collagene ed elastina. Più recentemente, la modalità Smooth® (Fig. 1) ha rappresentato il raggiungimento di potenzialità prima impensabili. Fotona Smooth® utilizza un approccio termico pulsante per indurre la rigenerazione dei tessuti senza evidenti lesioni epiteliali. L’emissione in modalità Smooth® consiste in sei impulsi laser di 600 μsec, temporalmente distanziati (0,3-0,45 ms) all’interno di una durata complessiva regolabile di 125-650 ms. La struttura della modalità Smooth® è progettata per prevenire l’accumulo di temperatura in superficie e per ottenere un

Fig. 1: grafico della modalità Smooth®

riscaldamento omogeneo all’interno di uno strato superficiale del tessuto trattato spesso diverse centinaia di micron, nel pieno rispetto del TRT (Tempo di Rilassamento Termico) cutaneo.

PIENO CONSENSO

La fluenza di esercizio cumulativa, compresa tra 3 e 6 J/cm2, e la frequenza di ripetizione della raffica (cioè dei macro impulsi Smooth®), possono essere impostate dal medico. Le applicazioni nella pratica quotidiana del laser Fotona Er:YAG 2940 in modalità Smooth® sono ampie e possono riscuotere consenso negli operatori e nei pazienti. La considerazione per i primi di un’ottimale conoscenza delle interazioni laser-tessuto è ovvia e sempre auspicabile. I pazienti, soprattutto i meno avvezzi all’uso di riempitivi o altre metodiche più aggressive, potranno trovare giovamento nella gestione del loro fotoinvecchiamento stante l’assoluta mancanza di dolore, alterazione della superficie cutanea e sequele tali da determinare allontanamento dal sociale.

La Smooth® therapy con i laser Fotona realizza ottimi miglioramenti del quadro di fotoageing del distretto del

corpo e collo viso (Figg. 2-3) in termini di compattamento e miglioramento della superficie epidermica. ◼

Figg. 2-3: visibili miglioramenti nel corpo, viso e collo, grazie ai laser Fotona

Dr. Alessandro Frullini

ANGIOLOGIA & FLEBOLOGIA

Specialista in Chirurgia Vascolare

Presidente Onorario AFI

Figline e Incisa in Val D’Arno (FI)

Resp. Modulo Angiologico CPMA VALET - Bologna

La popolazione italiana sta invecchiando e l’aspettativa di vita è cresciuta in modo sostanziale negli ultimi decenni, arrivando nel 2024 a quasi 86 anni. L’ulcera venosa è un’affezione relativamente frequente, ma la sua incidenza sale insieme all’aumentare dell’età.

Questo significa che rappresenterà, oltre che un problema clinico, sempre più un problema sociale ed economico (Fig. 1). Il trattamento dell’ulcera venosa può essere distinto in due percorsi differenti: quello flebologico e quello più propriamente vulnologico. Infatti, quando un paziente sviluppa un’ulcera venosa, il riferimento più comune è quello dei servizi distrettuali, dove il caso viene gestito dal personale infermieristico. Purtroppo, solo raramente viene coinvolto un flebologo e ancor meno frequentemente viene effettuata un’appropriata diagnostica ecocolordoppler.

Pur rilevando che ci sono esempi molto virtuosi in certe realtà, in una significativa percentuale dei casi questo “percorso vulnologico” non porta alla guarigione in tempi rapidi.

INQUADRARE IL PAZIENTE

Al contrario, in ambito flebologico le cose possono andare diversamente. Infatti, in questo caso lo studio del circolo venoso viene sempre effettuato e il paziente viene correttamente inquadrato, evidenziando gli eventuali reflussi.

Alcuni studi hanno chiaramente dimostrato come i tempi di guarigione (e le percentuali di recidiva) sono estremamente ridotti se si effettua una precoce abolizione dei reflussi tronculari e si sottopone il paziente a un’adeguata terapia compressiva (e sottolineo adeguata, perché i bendaggi devono essere efficaci per portare a un risultato).

IL MODERNO TRATTAMENTO DELL’ULCERA VENOSA

Con l’aumento dell’aspettativa di vita, questa affezione è diventata relativamente frequente: per questo è utile saperla affrontare

In questo ambito, la scleroterapia si sta affermando come uno dei trat tamenti più utilizzati: si tratta in ge nere di pazienti anziani, con molte comorbilità e poco propensi a tratta menti più invasivi.

La scleroterapia con schiuma per mette in questi pazienti la rapida abolizione dei tratti di vena refluenti in un setting completamente am bulatoriale, senza necessità di ane stesia e con l’immediato ritorno alle proprie attività.

I risultati sono eccellenti e anche l’e ventualità di una recidiva a distanza di anni può assumere meno signifi cato in pazienti molto anziani, an che perché intanto si è conseguita la guarigione dell’ulcera.

Quindi, una valutazione flebologica si rende sempre necessaria di fronte a un’ulcera venosa che, proprio per le sue caratteristiche, ha bisogno di un vero trattamento eziologico per conseguire la guarigione. Solo in caso di ulcere refrattarie a un cor-

Fig. 1: esiti da ulcera venosa

retto trattamento si può ipotizzare la presenza di un’ulcera difficile, da indirizzare nei centri specializzati. ◼

corsi teorico-pratici

INSUFFICIENZA VENOSA (propedeutico a Scleroterapia delle Varici)

DIDATTICA A CURA DI: Dr. Alessandro Frullini

DATE DEL CORSO: 12-13 Settembre 2025

CREDITI ECM: 22,3 crediti (previa compilazione del test)

SCLEROTERAPIA DELLE VARICI ED ESAME ECO-COLOR-DOPPLER

DIDATTICA A CURA DI: Dr. Alessandro Frullini

Dr. Mario Forzanini

DATE DEL CORSO: 10-11 | 24-25 Ottobre 2025

CREDITI ECM: 42,8 crediti (previa compilazione del test)

RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI

SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna 051.6388334/051.320170 - www.valet.it - info@valet.it

VAI AL SITO

TECNOLOGIA BREEZE: IL NUOVO VOLTO DEL LASER MEDICALE

Xlase Plus Breeze è l’evoluzione laser con raffreddamento ad aria a 10°C, pensata per trattamenti più sicuri, tollerabili ed efficaci anche nei mesi più caldi e su pelli sensibili

Nel mondo della Medicina Estetica, dove precisione e sicurezza devono convivere con il comfort del paziente, nasce Xlase Plus Breeze, l’ultima evoluzione della piattaforma laser Xlase Plus. Il nuovo sistema si distingue per l’integrazione della tecnologia Breeze, un innovativo raffreddamento ad aria a 10 [°C] che amplia le possibilità cliniche e migliora la tollerabilità del trattamento in ogni stagione.

UN’ARIA NUOVA

PER TRATTAMENTI PIÙ

SICURI

Breeze è un sistema di raffreddamento intelligente che genera un flusso d’aria continua e controllata a 10 [°C] direttamente sull’area trattata. A differenza dei raffreddamenti a contatto, Breeze non richiede pressione o applicazioni meccaniche, preservando così la trasparenza ottica del tessuto e garantendo una maggiore selettività nell’assorbimento dell’energia.

Il risultato è una gestione termica più uniforme, delicata e sicura, ideale anche nelle zone sensibili o vascolarizzate. Il flusso convettivo d’aria riduce il discomfort termico senza interferire con il bersaglio biologico, offrendo sedute più tollerabili per il paziente e più fluide per l’operatore. Il sistema si dimostra particolarmente utile nei trattamenti su cute reattiva, aree delicate e durante l’estate, quando la gestione del calore diventa strategica.

VERSATILITÀ E MODULARITÀ

Xlase Plus Breeze si fonda su una piattaforma modulare, progettata per ospitare manipoli intercambiabili con diverse lunghezze d’onda, in grado di rispondere a numerose indicazioni cliniche su viso e corpo.

La tecnologia consente di intervenire su fototipi differenti, anche in periodi dell’anno critici, adattandosi facilmente alla pratica ambulatoriale moderna.

Tra le applicazioni principali troviamo:

ƒ Rimozione tatuaggi e iperpigmentazioni. Il modulo Q-Switched 1064/532 [nm] consente di eliminare pigmenti scuri e colorati con maggiore tollerabilità, grazie alla riduzione del calore percepito indotta dal Breeze.

ƒ Carbon Peel “Hollywood Glow” . Un trattamento sempre più richiesto per levigare, purificare e illuminare il viso. Il raffreddamento continuo migliora l’esperienza anche su pelle sensibile o arrossata.

ƒ Trattamento di lesioni vascolari. Con la tecnologia SLP 532/1064 [nm], Breeze garantisce un raffreddamento uniforme senza vasocostrizione eccessiva, mantenendo un’efficace fotocoagulazione selettiva dei vasi.

ƒ Resurfacing frazionato con Er: YAG 2940 [nm]. Per stimolare il rinnovamento epidermico e la produzione di nuovo collagene con comfort elevato e downtime minimo.

ƒ Protocolli combinati come il 3D che associano Nd: YAG 1064 [nm] per il rimodellamentofavorisce l’esecuzione -

COMFORT IN TUTTE LE STAGIONI Uno dei vantaggi più evidenti della tecnologia Breeze è la possibilità di lavorare anche nei mesi estivi e su pelli moderatamente esposte al sole, sempre nel rispetto delle indicazioni cliniche. Il controllo termico localizzato riduce il rischio di effetti collaterali e consente una gestione più flessibile dei piani terapeutici, soprattutto in ambulatori ad alta rotazione.

MAGGIORE SICUREZZA E COMFORT PER OGNI PAZIENTE Uno degli aspetti più innovativi e rilevanti della tecnologia Breeze è la sua capacità di innalzare in modo significativo gli standard di sicurezza e comfort, indipendentemente dal tipo di pelle o dalla stagione. Il raffreddamento ad aria a 10 [°C] non solo migliora la tollerabilità dei trattamenti più intensivi, ma contribuisce anche a minimizzare il rischio di effetti collaterali termici, come eritemi persistenti o iperpigmentazioni post-infiammatorie.

In particolare, Breeze consente:

ƒ Un controllo più preciso della temperatura cutanea, utile nei trattamenti su pelli sensibili o con patologie vascolari.

ƒ Una riduzione del dolore percepito, evitando l’uso di anestetici topici o sistemi più complessi e potenzialmente fastidiosi.

ƒ Una maggiore compliance per il paziente, che vive il trattamento come un’esperienza più confortevole, anche in sedute combinate o prolungate.

Per l’operatore, questo si traduce in una maggiore sicurezza operativa, con parametri termici più stabili e prevedibili, e una migliore aderenza ai protocolli clinici anche nei pazienti più delicati. Breeze non è solo un

plus tecnologico, ma una risposta concreta alle esigenze di una Medicina Estetica sempre più orientata alla personalizzazione, alla sicurezza e al benessere reale del paziente.

UNA PIATTAFORMA PENSATA

PER LA PRATICA AMBULATORIALE

Xlase Plus Breeze si propone come una soluzione completa per i professionisti che desiderano:

ƒ Ampliare il ventaglio di trattamenti laser.

ƒ Migliorare l’esperienza del paziente attraverso una gestione termica avanzata.

ƒ Disporre di una piattaforma personalizzabile con manipoli e moduli integrabili.

ƒ Affidarsi a una tecnologia progettata, ingegnerizzata e prodotta in Italia, con certificazioni internazionali e supporto costante.

CONCLUSIONE

Xlase Plus Breeze si inserisce in un mercato sempre più orientato alla performance e alla sicurezza, senza rinunciare al benessere del paziente. Con la sua modularità, l’ampio spettro applicativo e la gestione intelligente della temperatura, rap -

presenta un’evoluzione tecnologica concreta per l’ambulatorio medico moderno, in grado di combinare ef ficacia clinica e qualità percepita.

PER INFORMAZIONI

Biotec Italia Medical biotecitaliamedical www.biotecitalia.com medicaldivision@biotecitalia.com

Dr.ssa Lucia Calvisi

MEDICINA ESTETICA

Specialista in Dermatologia e Venereologia - Cagliari

Membro del Comitato Scientifico SIES

Docente CPMA - VALET - Bologna

SKIN QUALITY: UN APPROCCIO OLISTICO E PERSONALIZZATO PER UNA PELLE PIÙ SANA E PIÙ BELLA

Il protocollo R-ENERGY combina due prodotti a base di acido ialuronico per una strategia su misura che favorisce idratazione, luminosità e tonicità della pelle. Un modello basato su evidenze cliniche e pratica quotidiana

Avere una pelle radiosa è oggi una delle principali richieste da parte dei pazienti in Medicina Estetica. Il 94% delle persone desidera migliorare la pelle del viso per donarle un aspetto luminoso e sano, mentre il 65% ritiene che l’aspetto fisico incida sul successo professionale: dati che confermano quanto la percezione della propria immagine e il benessere psicologico e sociale siano strettamente collegati. Una preoccupazione che è trasversale a tutte le età anche se, naturalmente, l’aging è uno dei fattori che più incidono. In questo contesto, il concetto di skin quality si è evoluto fino a includere un insieme di parametri che vanno oltre la semplice assenza di rughe, coinvolgendo tono, elasticità, compattezza e omogeneità della grana, oltre a pigmentazione e luminosità.

Ma c’è un altro aspetto molto importante da considerare: la skin quality non è solo una questione meramente estetica, ma anche funzionale. Si tratta di nutrire la pelle dall’interno, stimolando la produzione di elementi come collagene, elastina e acido ialuronico endogeni (che sappiamo rallentare a partire dai 28-30 anni).

E una pelle già idratata e vitale sarà più ricettiva anche rispetto ad altri trattamenti (ad esempio filler o tossina botulinica), che dureranno di più nel tempo e richiederanno magari meno sessioni e più rapidità nel riprendersi dopo laser o peeling.

LE GIUSTE RISPOSTE

Dare le giuste risposte a questa complessità non è semplice. È necessario un approccio olistico e personalizzato, in grado di intervenire su più livelli e con strumenti diversificati: un concetto riassumibile con la formula “ATP” (Anatomia & Assessment, Tecnica, Prodotto).

Nella mia esperienza clinica come dermatologa, trovo un valido alleato nell’utilizzo dei filler dermici a base di acido ialuronico, e in particolare nel protocollo R-ENERGY sviluppato da Teoxane. R-ENERGY prevede l’impiego sinergico di due formulazioni specifiche di acido ialuronico: RHA® 1 e Redensity 1

Il primo, semi cross-linkato con tecnologia PNT (Preserved Network Technology) ad altissimo peso molecolare, offre supporto dinamico ai tessuti e migliora l’elasticità della pelle. Il secondo, non cross-linkato, è un “skin booster” ricco di nutrienti e progettato per stimolare la produzione

di collagene, migliorare l’idratazione e uniformare la texture cutanea. Studi in vivo suggeriscono che Redensity 1 stimoli la produzione di collagene I e IV, migliorando tonicità e luminosità, mentre RHA® 1 contribuisce alla modulazione dell’elastina e al ripristino dell’idratazione dermica con una risposta infiammatoria contenuta. La possibilità di utilizzare due prodotti diversi ma complementari è a mio avviso un punto di forza del protocollo, perché permette di calibrare al meglio il trattamento in base alle caratteristiche del paziente: nei più giovani agirà in ottica preventiva, valorizzando la bellezza dell’età, mentre per le donne più mature e che si avvicinano alla menopausa, per cui una skincare adeguata è fondamentale ma non basta, dà la possibilità di intervenire in modo più sofisticato nella prima seduta e di procedere con un ottimo mantenimento nel tempo.

TRE STRADE DA PERCORRERE Ecco quindi che per il protocollo R-ENERGY sono stati individuati e sistematizzati tre percorsi, a seconda di diversi casi che si possono presentare.

R-START è indicato per i pazienti giovani e mira alla prevenzione e all’effetto “glow”, nel quadro del concetto di “pre-juvenation”

R-ACTIVATION si rivolge a pazienti con primi segni di cedimento e perdita di luminosità: è un trattamento ad azione “light filler” che riduce la rugosità superficiale e ha un moderato effetto “tightening”.

R-GENERATION punta invece a un’azione “light lift”, con l’obiettivo di

compattare e rivitalizzare una pelle segnata da cronoaging e fotoaging. I protocolli si possono effettuare con diverse tecniche di iniezione (ago o cannula) e differenti quantità di prodotto, in sessioni distanziate di tre o quattro settimane.

Il tutto con ampie possibilità per il medico iniettore di personalizzare ulteriormente il trattamento in base alle esigenze riscontrate. I tre percorsi sopra descritti, infatti, sono da intendersi come linee guida, che possono adattarsi con grande flessibilità sia al quadro di partenza dei pazienti, sia all’evoluzione clinica che si osserva fra una sessione e l’altra, a seconda di come reagisce la pelle trattata.

OTTIMI RISULTATI

I risultati sono estremamente soddisfacenti. In uno studio clinico presentato all’AMWC 2025 , due pazienti trattate su viso e collo con questa metodologia hanno riportato miglioramenti evidenti nella compattezza, tonicità e idratazione della pelle, con effetti gratificanti e stabili nel tempo (apprezzabili già dopo 30 giorni e mantenuti nel tempo).

Altro plus di R-ENERGY è che si tratta di un trattamento “semplice” da ricevere per il paziente, perché può essere praticato nel massimo comfort e con effetti indesiderati ridotti in maniera significativa.

La possibilità di agire anche tramite cannula permette di essere ancora meno traumatici sulla pelle, minimizzando gli effetti come gonfiori e piccoli lividi che possono manifestarsi in questi casi.

Da questo punto di vista, R-ENERGY si completa con l’uso domiciliare di dermocosmetici sviluppati per aiutare ulteriormente la pelle a riprendersi velocemente dopo il trattamento iniettivo e a prolungarne gli effetti. Per esempio, l’utilizzo di RHA® Vit C

Serum con vitamina C stabilizzata migliora uniformità e radiosità della pelle, Perfect Skin Refiner con acido glicolico favorisce il rinnovamento cutaneo notturno, e Advanced Filler con peptidi anti-aging ha un’azione idratante e levigante. L’integrazione fra il trattamento eseguito dallo specialista e la routine cosmetica

Dr.ssa Lucia Calvisi Dr.ssa Lucia Calvisi

Trattamento con il protocollo R-ENERGY (2 sessioni distanziate di 4 settimane) prima e a 60 giorni

domiciliare rappresenta l’ultimo grande punto di forza del metodo R-ENERGY, perché rappresenta un continuum terapeutico che accompagna il paziente anche fuori dallo studio medico.

In questo modo si chiude il cerchio e prendersi cura della propria pelle diventa una scelta consapevole e da vivere ogni giorno. ◼

PER INFORMAZIONI

teoxaneitalia teoxane_italia www.teoxane.it

Dr.ssa Lucia Calvisi Dr.ssa Lucia Calvisi

VALET TRAINING CENTER - BOLOGNA

MEDICINA ESTETICA

Dr. Salvatore “Piero” Fundarò

Specialista in Chirurgia Generale, Chirurgia Plastica - Modena e Bologna

Membro del Comitato Scientifico SIES

Docente CPMA - VALET - Bologna

L’Effetto Tyndall, spesso chiamato anche scattering di Rayleigh dai fisici, è un fenomeno ottico che descrive la tonalità bluastra visibile nella pelle, causata da un posizionamento troppo superficiale del filler a base di acido ialuronico (HA). Prende il nome dal fisico irlandese John Tyndall, che lo descrisse per primo. Il principio e il meccanismo alla base dell’Effetto Tyndall consiste nel fatto che diverse lunghezze d’onda della luce si disperdono in modo diverso a seconda delle dimensioni della sostanza che incontrano. La luce visibile ha infatti lunghezze d’onda comprese tra circa 380 e 750 nanometri (nm) (Tabella).

DIVERSE LUNGHEZZE D’ONDA DELLA LUCE

Colore Lunghezza d’onda (nm)

Violetto 380–450

Blu 450–495

Verde 495–570

Giallo 570–590

Arancione 590–620

Rosso 620–750

VINCE IL BLU

La dispersione della luce è il fenomeno per cui la velocità della luce cambia al variare della lunghezza d’onda quando passa attraverso un mezzo (come vetro, acqua o gel trasparente). Quindi la luce blu (450-495 nm) si disperde circa 10 volte di più della luce rossa (620–750 nm) quando attraversa un mezzo trasparente. Se il mezzo è composto da piccole particelle, come del caso del filler, il raggio di luce attraversa il mezzo e quando incontra le particelle di dimensioni paragonabili alla lunghezza d’onda

SULL’EFFETTO TYNDALL DOPO IMPIANTO

DI FILLER

A BASE DI ACIDO IALURONICO

Un fenomeno ottico che descrive la tonalità bluastra visibile nella pelle, causata da un posizionamento troppo superficiale del filler a base di acido ialuronico (HA)

della luce, si verifica la diffusione della luce, deviandola in diverse direzioni e rendendo visibile il percorso del raggio. In molti casi, la luce diffusa appare di colore blu, poiché le lunghezze d’onda più corte (blu) sono più efficientemente disperse rispetto a quelle più lunghe (rosse) (Fig. 1). Per questo motivo, una quantità di HA sotto la pelle disperde maggiormente la luce a lunghezza d’onda più corta, dando origine a una discromia bluastra. Una maggiore quantità di piccole particelle all’interno di una sostanza comporta una maggiore dispersione e una discromia più evidente. Questo rende l’Effetto Tyndall più comune con i filler dermici più particolati o bifasici, se iniettati in modo errato.

LA SCOPERTA DELLE CAUSE

Le cause e i fattori di rischio sono molteplici ed è bene analizzarli, in modo da evitare specifici errori che possono aumentare l’incidenza di questa complicanza.

1. Posizionamento troppo superficiale. È sicuramente la causa principale. Il filler HA dovrebbe essere iniettato nel derma medio-profondo o nel piano subdermico. Solo in casi di filler con particelle particolarmente piccole e basso G’ possono, se necessario, essere iniettati nel derma superficiale, sempre in modica quantità. I filler bifasici sono maggiormente soggetti a questo fenomeno, pertanto quando si inietta un filler di tale tipologia è bene assicurarsi un impianto sufficientemente profondo. Tale accorgimento è da tenersi soprattutto in aree cute e sottocute sottile.

2. Iniezione di grandi boli di filler. L’iniezione di grandi quantità di filler può aumentare il rischio, poiché un volume maggiore di HA rende la rifrazione della luce più significativa. Tale tipologia di inoculo deve essere eseguita solo nei piani anatomici profondi.

Fig. 1: effetto Tyndall. La soluzione colloidale, con particelle disperse, devia la luce che diventa visibile

3. Tipo di filler. I filler HA particolati con dimensioni di particelle maggiori sono più inclini a causare l’Effetto Tyndall quando iniettati in modo non corretto ed eccessivamente superficiale.

4. Area di iniezione. L’effetto Tyndall è più probabile che si verifichi in aree con pelle sottile. Le zone ad alto rischio includono il solco lacrimale (tear trough) (Fig. 2), le linee periorali e perioculari, ma può essere osservato anche nei solchi nasolabiali (Fig. 3). I pazienti con cute chiara sono maggiormente soggetti a tale tipo di complicanza e vanno trattati con particolare attenzione.

COME TRATTARLO

L’effetto Tyndall si manifesta solitamente come una discromia bluastra o blu-grigiastra. Può essere confuso con un livido lieve ma profondo, ma a differenza dei lividi non si risolve in pochi giorni. Spesso, l’area può essere leggermente sollevata o grumosa a causa del posizionamento superficiale del filler. La discromia può essere lieve e difficile da vedere in condizioni di scarsa illuminazione. Può essere visibile immediatamente dopo il trattamento o apparire dopo pochi giorni. Saltuariamente può manifestarsi dopo un periodo abbastanza prolungato, a seguito della progressiva superficializzazione del filler. Se non trattato, può durare per mesi o

addirittura anni. In caso di insorgenza dell’effetto Tyndall dopo impianto di filler a base di acido ialuronico, il suo trattamento mira a dissolvere o rimuovere il filler e può includere diverse opzioni terapeutiche. Sicuramente la prima scelta consiste nell’utilizzo della Ialuronidasi (HYAL), che è da considerarsi il cardine del trattamento dell’effetto Tyndal. Essa è infatti un enzima proteico che farmacologicamente è in grado di rompere il legame acetilglucosaminico e glucuronico della catena glucidica che costituisce l’acido ialuronico.

In questo modo è in grado di accelerare la degradazione del filler a base di HA e ridurre rapidamente la quantità di filler presente nei tessuti. È importante iniettare la ialuronidasi nell’ambito dei tessuti che manifestano la modifica di colore e, con un massaggio delicato, facilitare la diffusione e incentivare la sua funzione idrolitica enzimatica. Le dosi non sono standardizzate, ma si suggeriscono 15-50 UI per un buon risultato. Per aree più piccole (meno di 2,5 mm), si usano 10-20 U in una singola iniezione. Per aree da 2,5 mm a 1 cm, si usano 2-4 punti di iniezione con 1020 U per punti. Per i filler bifasici, si possono usare quantità inferiori di ialuronidasi rispetto a quanto indicato invece per filler monofasici, a più elevato grado di modificazione (degree of modification).

Solitamente la ialuronidasi può eliminare l’Effetto Tyndall entro pochi giorni e in caso di persistenza si può ripetere il trattamento fino a raggiungere il risultato voluto.

LE ALTERNATIVE

Alternativamente all’utilizzo della ialuronidasi, si può optare per un atteggiamento più attendistico consigliando un massaggio deciso e ripetuto per giorni, che può essere sufficiente per appiattire e disperdere il filler in eccesso o troppo superficiale.

Fig. 2: effetto Tyndall, a sinistra, nel tear trough.
Fig. 3: effetto Tyndall, a sinistra, nel solco naso-labiale.

Tale manovra è più efficace se attuata non appena l’effetto viene notato. L’efficacia di tale approccio è sicuramente inferiore rispetto all’inoculo di ialuronidasi. Altri autori suggeriscono, in caso di effetto Tyndall correlato a eccessivo accumulo di filler, l’evacuazione del filler tramite la creazione di foro d’uscita un ago da 18G e la semplice spremitura del filler. La terapia laser (laser Nd:YAG, Q-switched a 1064nm) viene suggerita per ridurre l’effetto Tyndall, sebbene il meccanismo d’azione non sia chiaro e siano necessari ulteriori riscontri scientifici. In caso di rifiuto di qualsiasi trattamento, il camouflage con trucco può essere utilizzato per coprire la discromia.

INESTETISMI DEL VOLTO: FILLER CORSO BASE

corsi teorico-pratici

Obiettivo del corso

Introdurre ai concetti ed alle applicazioni di base del trattamento con filler di rughe e solchi del volto. Particolare attenzione viene rivolta allo studio e alla conoscenza dell’anatomia della cute, dei diversi tipi di filler presenti sul mercato, delle tecniche di impianto ed alla gestione di eventuali complicanze. Grazie ai supporti video ed alla sessione pratica dei docenti su pazienti, il discente al termine del corso sarà in grado di eseguire il trattamento base.

DIDATTICA A CURA DI: Dr. Salvatore “Piero” Fundarò

DATE DEL CORSO: 12 Settembre 2025

CREDITI ECM: 6 crediti (previa compilazione del test)

INESTETISMI DEL VOLTO: FILLER CORSO AVANZATO

Obiettivo del corso

Il corso ha la finalità di approfondire le molteplici applicazioni dei filler di diverso grado di densità; con riferimento all’utilizzo dei filler nel trattamento dell’ipoplasia labiale, della regione zigomatico-malare e mentale. Saranno esposte le tecniche avanzate nel trattamento del dismorfismo lieve del naso e dell’invecchiamento del dorso delle mani. Il corsista, grazie ai supporti video e della sessione pratica dei docenti su pazienti, sarà, al termine del corso, in grado di utilizzare un’ampia gamma di filler.

LA SCELTA PRIMARIA

Riteniamo che il trattamento con HYAL sia la scelta primaria e maggiormente supportata dalla letteratura. I trattamenti alternativi hanno un valore prevalentemente aneddotico e poco supportato da evidenze scientifiche. L’esecuzione di alcuni accorgimenti tecnici possono facilitare la prevenzione dell’insorgenza dell’effetto Tyndall. In primo luogo la valutazione dello spessore della cute del paziente è essenziale per individuare qui soggetti che hanno una cute eccessivamente sottile e che sono, pertanto, ad alto rischio di effetto Tyndall nelle aree a maggiore rischio. È importante rispettare la corretta profondità d’inoculo nelle specifiche aree d’inoculo. Sicuramente in zone ad altro rischio, come il solco lacrimale, è necessario inietta-

DIDATTICA A CURA DI: Dr. Salvatore “Piero” Fundarò

DATE DEL CORSO: 3 Ottobre 2025

CREDITI ECM: 6 crediti (previa compilazione del test)

RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI

SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna 051.6388334/051.0216405/051.320170 - www.valet.it - info@valet.it

re preperiosteo e sottomuscolare per evitare la superficializzazione del filer e la sua visibilità. Le quantità iniettate devono essere sempre limitate, evitando il rilascio di grossi boli di filler nelle aree a rischio o quando si inietta superficialmente. È bene ricordare che l’informazione specifica sul rischio di sviluppare l’Effetto Tyndall deve fare sempre parte del consenso informato al trattamento con filler. ◼

RIFERIMENTI

1. Rootman DB, Lin JL, Goldberg R. Does the Tyndall effect describe the blue hue periodically observed in subdermal hyaluronic acid gel placement? Ophthal.

2. Plast Reconstr Surg. 2014; 30(6):524-527 Sundaram H. Curing the blues: resolution of the Tyndall effect through removal of a misplaced NASHA filler with hyaluronidase. Practical Derm. 2009:28–30.

3. Hirsch RJ, Narurkar V, Carruthers J. Management of injected hyaluronic acid induced Tyndall effect. Lasers Surg Med. 2006;38(3):202–204.

4. Cavallini M, Gazzola R, Metalla M, Vaienti L: The Role of Hyaluronidase in the Treatment of Complications From Hyaluronic Acid Dermal Fillers. Aesthetic Surgery Journal 33(8) 1167–1174.

5. Toyota T, Umezu M, Oikawa N, Sanoyama R, et al. Diabetic scleredema. Tohoku J Exp Med 1983;141:457–61.

6. Popkin RJ. The use of hyaluronidase by iontophoresis in the treatment of generalized scleroderma. J Invest Dermatol 1951;16:97–102.

7. Schwartz MS. Use of hyaluronidase by iontophoresis in treatment of lymphedema. AMA Arch Intern Med 1955;95:662–8.

8. Nilesh NG, Gold MH. Injection for the resolution of keloids and hypertrophic scars. J Clin Aesthet Dermatol 2014;7:31–4.)

9. Cho SB, Lee SJ, Kang JM, et al. Effective treatment of an injected hyaluronic acid-induced Tyndall effect with a 1064nm Q-switched Nd:YAG laser. Clin Exp Dermatol. 200;34(5):637–638.

Dr. Attilio Cavezzi

Specialista in Chirurgia Vascolare - San Benedetto del Tronto (AP)

Docente CPMA-VALET

con Simone Cameli, Sara Cavezzi e Roberto Colucci

Eurocenter Venalinfa - San Benedetto del Tronto (AP)

Nel contesto della medicina moderna, la longevità sana non rappresenta più soltanto un’aspirazione generica, bensì un obiettivo clinico misurabile, perseguibile mediante un approccio diagnostico integrato, sistemico e predittivo. L’invecchiamento biologico, sebbene intrinsecamente legato al tempo cronologico, può procedere con velocità differenti nei vari individui, a seconda della predisposizione genetica e soprattutto della fenomenologia epigenetica che interagisce con il singolo individuo nel corso della sua vita. Sono infatti alimentazione, stile di vita (sonno, attività fisica ed esposizione alla luce solare in primis), stato psico-sociale, gestione dello stress cronico e relativa resilienza psico-fisica (tipici del paradigma psiconeurobiologico), ed esposizione ad inquinanti a condizionare in modo preponderante i processi di senescenza cellulare.

In questo scenario, il concetto emergente dell’inflammaging si impone come chiave interpretativa essenziale per modulare l’approccio diagnostico; come delineato da Franceschi e Campisi [1], l’inflammaging descrive un persistente stato infiammatorio cellulare di basso grado che accompagna l’invecchiamento, caratterizzato da una produzione continua ma contenuta di citochine pro-infiammatorie, chemiochine e altri mediatori molecolari. Questa risposta infiammatoria, apparentemente paradossale per un sistema immunitario in declino funzionale, si rivela un importante mediatore di patologie, agendo come substrato fisiopatologico comune alle molteplici malattie croniche degenerative (diabesità, patologie cardio-cerebrovascolari, neurodegenerazioni, neoplasie, malattie

CLINICO-STRUMENTALE

NELLA MEDICINA DELLA LONGEVITÀ

Un insieme di dati anamnestici, clinici e strumentali di fondamentale importanza per ottimizare l’approccio terapeutico anti-aging

autoimmunitarie, ecc.) e ai fenomeni degenerativi dell’invecchiamento quali, ad esempio, sarcopenia e disabilità.

I PROCESSI DEGENERATIVI

PIÙ

COMUNI

Tra i processi degenerativi tipici della senescenza cellulare, che sono quindi alla base dell’infllammaging, quelli più congruamente indagabili nella medicina della longevità con metodiche diagnostiche clinico-strumentali sono: la degenerazione mitocondriale, lo stress ossidativo, il dismetabolismo glicidico-insulinico (e relativa glicazione dei tessuti) e lipidico, l’endocrino/ immuno-senescenza, lo squilibrio del microbiota, l’iperattivazione dell’asse dello stress e lo stato della resilienza psico-fisica del soggetto, i processi metilativi e quelli legati ai “danni” di DNA e RNA.

L’approccio clinico iniziale si basa sulla classica raccolta di dati anamnestici, fra cui molto importanti quelli riguardanti l’alimentazione e lo stile

di vita, includendo fumo e sonno in primis; l’anamnesi patologica mira a conoscere le malattie pregresse e gli interventi chirurgici eseguiti, nonchè le malattie croniche degenerarive in essere e quella farmacologica risulta fondamentale nell’ottica dell’eccesso di assunzione di farmaci (soprattutto negli ultra-settantenni), farmaci spesso carichi di effetti collaterali. Si è soliti poi affiancare in casi selettivi un questionario psico-fisico generale (quale lo short-form 12), soprattutto per monitorare gli interventi terapeutici. I dati clinico-strumentali principali a un primo approccio sono rappresentati da altezza e peso (e indice di massa corporea) che, se eccessivamente elevato o ridotto, correla moltissimo con la mortalità, come da molteplici studi epidemiologici, circonferenze corporee (addominale in primis per il suo alto valore predittivo in termini di mortalità), pressione arteriosa e frequenza cardiaca, nonché saturimetria periferica.

Tra gli esami strumentali, spiccano per importanza quelli bioumorali, che mirano a una valutazione generale ematica (emocromo), del metabolismo (profilo lipidico-glicidico) e della funzionalità epato-renale, nonché gli indici di flogosi sistemici, su tutti PCR, VES e ferritina. Circa il metabolismo glicidico, risulta di fondamentale importanza l’emoglobina glicata (molto più affidabile della glicemia) e l’insulinemia basale (quando indicato aggiungendo la curva da carico glicemica/insulinemica).

Oltre ai tradizionali parametri lipidici, alcuni marcatori più specifici e predittivi riflettono meglio la qualità delle particelle lipidiche e la loro interazione con l’endotelio. Uno di questi è il rapporto trigliceridi/HDL, che ha dimostrato un’elevata capacità predittiva di insulino-resistenza (al pari dei test di cui sopra), disfunzione endoteliale e sindrome metabolica, tutti fattori acceleranti l’invecchiamento biologico.

Valori elevati di questo rapporto sono stati associati a un aumentato rischio di aterosclerosi subclinica e correlano con un’aumentata presenza di LDL piccole e dense che tendono a ossidarsi (le LDL ossidate), particolarmente aterogene [2] e anch’esse dosabili in laboratori specifici.

IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Anche la determinazione della Lipoproteina(a), geneticamente determinata e altamente aterotrombotica, gioca un ruolo cruciale in casi specifici: livelli elevati sono associati infatti a un rischio maggiore di infiammazione endoteliale, stenosi aortica e infarto del miocardio prematuro, indipendentemente da altri parametri lipidici [3]. Un ulteriore affinamento diagnostico si ottiene mediante il dosaggio delle Apolipoproteine B (ApoB), rappresentante diretto del numero di particelle aterogene circolanti che indicano un rischio cardiovascolare aumentato significativamente [4]. Infine, l’ossidazione delle LDL costituisce un evento chiave nella patogenesi dell’aterosclerosi. Le LDL ossidate attivano le cellule endoteliali, promuovono la formazione delle cellule schiumose, innescando una cascata infiammatoria che accelera il deterioramento cardiovascolare.

La combinazione di questi indici poco conosciuti risulta così molto più utile in ambito di medicina preventiva cardiovascolare, già in fase preclinica [5]

Tra gli esami bioumorali più interessanti ricordiamo i markers dello stress ossidativo (D-rom su tutti) e della metilazione (omocisteinemia in primis), unitamente ad altri esami quali vitamina D, cortisolo salivare mattutino e pre-cena quale marker ottimale della gestione dello stress cronico, con eventuale dosaggio di prolattina in casi specifici di squilibrio evidente del sistema psiconeurobiologico (o psiconeuroendocrinoimmunitario – PNEI).

Data l’importanza della funzionalità mitocondriale, ricordiamo accanto ai d-ROMs il lattato venoso basale, così come tra i test di secondo livello riveste una sua importanza il rapporto omega 6/omega 3, oggi ben lontano dal valore ideale di 3 a 1 a causa dell’abbondanza dei cibi e dei fattori generalmente pro-infiammatori nella vita quotidiana. Infine giova ricordare quanto sia importante conoscere lo stato del microbioma e l’eventualità di una sindrome dell’intestino permeabile (molto più frequente di quanto si pensi), per cui sono consi-

gliabili in molti pazienti esami quali il test disbiosi, la calprotectina fecale e il test della zonulina sierica (o fecale).

L’ANALISI DELL’IMMUNITÀ

Un discorso specifico è poi rappresentato dalle indagini bioumorali di secondo livello per il quadro disimmunitario-infiammatorio sistemico. Le disimmunità sono oggettivamente in aumento, per l’influsso di vaccinazioni e squilibri metabolico-comportamentali ed inquinanti vari, ragion per cui risulta spesso necessario conoscere il valore di immunoglobuline, ANA, ENA e C3 e C4. Più specificamente, è possibile anche eseguire un’analisi delle interleuchine, cellule NK, linfociti T e parametri vitaminicoormonali (es. vitamina D, DHEA-S), insieme all’attività del sistema del complemento, fondamentale nell’immunità innata [6]; il tutto porta di fatto a definire meglio un profilo di immunosenescenza utile per mirare poi interventi personalizzati e per il monitoraggio del rischio infiammatorio cronico e vascolare.

La interleuchina-6 (IL-6) e il tumor necrosis factor-alpha (TNF-α) rappresentano citochine centrali nel processo di inflammaging.

A questo proposito, studi osservazionali e meta-analitici dimostrano in modo consistente che livelli elevati di IL-6 e TNF-α sono associati non solo a declino della forza muscolare e di funzionalità multi-organo, ma anche a un aumento del rischio di mortalità in popolazioni anziane [7]

INDAGINI STRUMENTALI

In ambito di medicina della longevità si utilizzano poi molteplici indagini strumentali, ciascuna con un suo significato specifico, di cui abbiamo già in parte discusso in un articolo in questa rivista [8]; lo studio del sistema nervoso autonomo (SNA) sta assumendo sempre più un ruolo fondamentale, data l’importanza della resilienza psico-fisica per la longevità umana, e quindi del disequilibrio del sistema PNEI alla base di molteplici malattie croniche e di un invecchiamento non in salute. Il test dell’analisi della variabilità della frequenza cardiaca (heart rate variability in inglese, HRV) risulta così di fondamentale ausilio in moltissimi pazienti affetti da patologie croniche degenerative o interessati a una vita longeva e nel benessere psico-fisico.

L’esame HRV analizza l’equilibrio tra tono simpatico e parasimpatico, e la variabilità della frequenza cardiaca risulta significativamente ridotta nei soggetti anziani fragili e in coloro che presentano elevati livelli di inflammaging. Molteplici studi hanno dimostrato che una bassa HRV predice un incremento della mortalità per tutte le cause, oltre a riflettere uno stato di stress cronico e un’alterazione della resilienza psico-fisica. L’analisi dell’HRV diviene così non solo un esame fondamentale per la diagnostica della salute cardiovascolare, ma fornisce dati estremamente affidabili per il monitoraggio dell’invecchiamento sistemico e di sue eventuali terapie.

La bioimpedenziometria emerge come tecnica diagnostica valida e poco invasiva per l’analisi della massa magra e grassa, del contenuto idrico intra/ extra-cellulare (correlato allo stato infiammatorio globale dell’individuo) e della qualità muscolare. In popolazioni geriatriche la biompedenziometria si è dimostrata uno strumento affidabile per la diagnosi di sarcopenia, fornen-

MEDICINA INTEGRATA DELLA LONGEVITÀ

Obiettivo del corso

corso teorico-pratico

Acquisire le nozioni di base sui meccanismi dell ́invecchiamento e delle patologie croniche degenerative, sulle possibilità dei provvedimenti della medicina integrata e sulle relative nuove frontiere diagnostico-terapeutiche.

DIDATTICA A CURA DI: Dr. Attilio Cavezzi

DATA DEL CORSO: 13 Dicembre 2025

CREDITI ECM: 8 crediti (previa compilazione del test)

RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI

SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna 051.6388334/051.0216405/051.320170 - www.valet.it - info@valet.it

do anche parametri come l’angolo di fase, un indicatore prognostico di integrità cellulare e stato nutrizionale utilissimo per quantificare le condizioni biologiche generali del soggetto e monitorare i pazienti nel tempo [9]

Considerando che la prima causa di mortalità è la patologia cardiovascolare, esami come l’eco-color-Doppler dei vasi arteriosi periferici e una specifica diagnostica clinico-strumentale cardiologica (includente l’ecocardiogramma) dovrebbero completare il flusso diagnostico volto a conoscere lo stato di invecchiamento del soggetto. A livello vascolare, l’ecocolorDoppler costituisce uno strumento fondamentale per la valutazione dell’età arteriosa e della salute endoteliale; la misurazione dello spessore intima-media e di altri parametri, così come l’evidenza di eventuali placche, consentono una stima indiretta ma clinicamente rilevante dell’elasticità vascolare e soprattutto del grado di aterosclerosi. Il ruolo della visita dermatologicamedica estetica e di procedure investigative strumentali annesse appare comunque interessante per approfondire quegli aspetti diagnostici che caratterizzano l’invecchiamento di cute e mucose, così da poter poi mirare meglio gli interventi terapeutici (integratori, topici, terapie endovenose, terapie biofisiche, ecc.).

L’IMPORTANZA DELLA MCO È opportuno considerare anche indagini di secondo livello, che approfondiscono ulteriormente il quadro diagnostico. Tra queste, la microscopia in campo oscuro (MCO) rappresenta uno strumento di interesse crescente,

in particolare nell’ambito della valutazione ematica qualitativa mirata allo stato metabolico e di senescenza cellulare del soggetto

La MCO, sebbene non sostitutiva degli esami ematochimici di routine, si configura come una tecnica di analisi morfo-funzionale in tempo reale del sangue periferico, utile per identifi-

care anomalie nella morfologia eritrocitaria/leucocitaria, tendenze alla coagulazione intravascolare, aggregazione piastrinica precoce e fenomeni di rouleaux , che possono riflettere stati infiammatori cronici, disfunzione endoteliale o disbiosi intestinale. La presenza di eritrociti deformati, microaggregati, fibrina non polimerizzata o corpi mobili extracellulari può

essere interpretata come indicatore di uno stato di stress ossidativo e infiammazione sistemica, compatibile con il quadro dell’inflammaging [10]. In contesti selezionati, la MCO può fornire indizi diagnostici su ipercoagulabilità subclinica, disidratazione cellulare, alterazioni del metabolismo lipidico e sovraccarico tossinico, contribuendo alla valutazione integrata in ambito di medicina della longevità, anche in ottica di controllo di interventi terapeutici nel tempo.

La MCO si propone dunque come strumento diagnostico complementare, capace di offrire una visione dinamica e “in diretta” del microambiente ematico e delle sue alterazioni precoci, spesso invisibili agli esami standard. La sua capacità di leggere l’interazione tra globuli rossi, piastrine, proteine plasmatiche e metaboliti si sposa perfettamente con il principio informazionale della medicina della longevità: più precocemente si identificano i segnali deboli del disordine biologico, più efficacemente si può intervenire con azioni mirate e personalizzate.

In conclusione, la diagnostica nella medicina della longevità si configura oggi come un sofisticato sistema informativo multi-livello, capace di integrare segnali molecolari, cellulari, funzionali, psico-sociali e comportamentali in un’unica cornice clinica.

Questa strategia consente di identificare precocemente le traiettorie di declino biologico, di quantificare i rischi personalizzati e di orientare interventi preventivi e terapeutici ad alta specificità, aprendo così la strada a un invecchiamento attivo, resiliente e consapevolmente gestito. ◼

RIFERIMENTI

1. Franceschi C, Campisi J. Chronic inflammation (inflammaging) and its potential contribution to age-associated diseases. J Gerontol A Biol Sci Med Sci. 2014;69(Suppl 1):S4–S9. doi:10.1093/gerona/glu057.

2. da Luz PL, Favarato D, Faria-Neto JR, Lemos P, Chagas AC. High ratio of triglycerides to HDL-cholesterol predicts extensive coronary disease. Clin Cardiol. 2008;31(12):552–56. doi:10.1002/clc.20263.

3. Thanassoulis G, Campbell CY, Owens DS, et al. Genetic associations with valvular calcification and aortic stenosis. N Engl J Med. 2013;368(6):503-12. doi:10.1056/ NEJMoa1109034.

4. Sniderman AD, St-Pierre AC, Cantin B, Dagenais GR, Després JP, Lamarche B. Concordance/discordance between apolipoprotein B and LDL cholesterol. JAMA. 2003;290(7):919-924. doi:10.1001/jama.290.7.919.

5. Holvoet P, Lee DH, Steffes M, Gross M, Jacobs DR Jr. Associa-

tion between circulating oxidized low-density lipoprotein and incidence of the metabolic syndrome. JAMA. 2008;299(19):2287–2293. doi:10.1001/jama.299.19.2287.

6. Ricklin D, Hajishengallis G, Yang K, Lambris JD. Complement: a key system for immune surveillance and homeostasis. Nat Immunol. 2010;11(9):785–97. doi:10.1038/ ni.1923.

7. Huang Y, Zhang Y, Deng T, et al. Association between systemic inflammation and sarcopenia in older adults: a systematic review and meta-analysis. BMC Geriatr. 2021;21(1):658. doi:10.1186/ s12877-021-02638-y.

8. Cavezzi A, Bianchini M, Colucci, Cavezzi S, Cameli S L’analisi della variabilità della frequenza cardiaca (HRV) L’ambulatorio Medico, 2025, 73: 48-50 https://issuu.com/ambulatorio-medico/docs/am_gennaio_25.

9. Buch A, Carmeli E, Boker LK, et al. Bioimpedance phase angle predicts functional decline and mortality in older adults. Nutr Diabetes. 2022;12(1):1-10. doi:10.1038/ s41387-022-00191-5.

10. Bertini G. Microscopia in campo oscuro: implicazioni cliniche e metodologiche nella diagnostica biologica del sangue periferico. Medicina Biologica. 2020;44(3):129–38.

Immagini MCO pre e post trattamento

Partecipare alla scuola di Bologna vuol dire entrare a far parte di un gruppo, vuol dire crescere professionalmente insieme, ma anche imparare a lavorare da soli con punti di riferimento di altissimo livello provenienti da tutta Italia.

La Scuola quadriennale di Medicina e Chirurgia Estetica di Bologna, per questo, offre numerosi moduli didattici, composti da corsi monotematici teorico-pratici (anche frequentabili singolarmente) di immediato apprendimento, con Docenti che trasmetteranno nozioni tecniche, indicazioni, capacità di inquadramento, sicurezza.

I moduli, incentrati su grandi aree tematiche, permettono di acquisire una completa preparazione sull’argomento, mentre i singoli corsi si concentrano su specifiche tecniche e trattamenti più nel dettaglio, come filler iniettabili, tossina botulinica, applicazione di tecnologie. In tutti, la parte pratica, quella che si impara rubando con gli occhi: i Docenti mostreranno dal vivo o con filmati quanto hanno illustrato in teoria.

L’obiettivo è infatti quello di formare futuri colleghi e di fornire basi soprattutto pratiche per iniziare subito a esercitare.

UNA SCUOLA

SOLIDA CON OLTRE 40 ANNI DI ESPERIENZA

Il Training Center VALET, con la propria Scuola di Medicina Estetica CPMA, Centro Postuniversitario della Medicina Ambulatoriale si basa su radici profonde, frutto di oltre 40 anni di attività nel settore. Questa consolidata esperienza rappresenta una garanzia di qualità e autorevolezza per i professionisti che scelgono di intraprendere il percorso formativo.

QUALI SONO I PUNTI DI FORZA DEL VALET TRAINING CENTER

FORMAZIONE VALET:

L’ECCELLENZA È IL NOSTRO OBIETTIVO

La proposta formativa VALET è studiata per accompagnare i partecipanti verso il raggiungimento dell’eccellenza. Attraverso un’analisi approfondita dello sviluppo della Medicina Estetica, i corsi teorico-pratici offrono una preparazione altamente specializzata, fondata sulla supervisione e sulla collaborazione di un team di docenti dal profilo scientifico riconosciuto.

CONDIVISIONE

DELLA CULTURA DELLA MEDICINA ESTETICA

La Scuola VALET è orientata alla diffusione della cultura della Medicina Estetica. A completamento della formazione, i partecipanti hanno la possibilità di assistere a comunicazioni di ricerche e studi clinici presentati in congressi scientifici e workshop, per mantenere un costante aggiornamento sulle più recenti innovazioni del settore.

FLESSIBILITÀ E PRATICITÀ AL SERVIZIO DELL’ALLIEVO

La Scuola VALET offre la massima libertà di formazione, con la possibilità di scegliere tra moduli tematici e corsi monotematici, in base alle proprie esigenze di tempo e disponibilità. Ogni percorso prevede una combinazione di lezioni teoriche e sessioni pratiche, per un apprendimento immediato e concreto delle tecniche.

UN TEAM DIDATTICO DI ECCELLENZA

L’equipe didattica della Scuola VALET è composta da professionisti di prestigio, selezionati dal Comitato Scientifico per garantire un’esperienza formativa di alto livello. Inoltre, il percorso è riconosciuto con Crediti ECM per la formazione continua in Medicina.

PERCHÉ AVVICINARSI ALLA MEDICINA ESTETICA

La Medicina Estetica rappresenta un ambito in continua espansione, con una domanda in costante aumento da parte dei pazienti. Formarsi in questo campo permette ai medici di ampliare significativamente il proprio portafoglio di servizi, offrendo trattamenti innovativi, altamente richiesti e con un elevata opportunità di crescita economica della professione.

AGGIORNAMENTO CONTINUO E APPROCCIO INNOVATIVO

I corsi VALET si contraddistinguono per un approccio estremamente pratico e innovativo, che consente di rimanere costantemente aggiornati sulle ultime tendenze e tecnologie del settore. Ciò garantisce ai medici una preparazione all’avanguardia, in grado di soddisfare le esigenze più moderne dei pazienti.

Prof.ssa Paola Molinari
Direttore Scuola CPMA - VALET

Centro Post-Universitario Medicina Ambulatoriale

SUPPORTO E COLLABORAZIONE DI UN TEAM DI ESPERTI

La Scuola VALET mette a disposizione dei partecipanti un team di docenti altamente qualificati, composto da medici e ricercatori di fama nazionale ed internazionale. Questo supporto garantisce un percorso di apprendimento completo e di elevata qualità, favorendo lo sviluppo di competenze nel settore.

In sintesi, un percorso formativo presso la Scuola VALET rappresenta un investimento strategico per i medici, che potranno ampliare le proprie opportunità professionali, diversificare i propri servizi e acquisire un riconoscimento distintivo nel mercato della Medicina Estetica.

Da più di 40 anni, una didattica chiara che ha permesso a migliaia di medici di mantenersi aggiornati grazie a docenti selezionati e a strumenti d’insegnamento e di comunicazione moderni.

Dal 2009, la Scuola di Medicina e Chirurgia Estetica è diventata “Quadriennale”, strutturata quindi in 4 moduli didattici tematici composti da 200 ore cadauno, a loro volta composti da corsi monotematici teorico-pratici, di immediato apprendimento.

Il discente può decidere di frequentare l’intero modulo tematico oppure il singolo corso monotematico

Il diploma quadriennale di frequenza alla Scuola di Medicina e Chirurgia Estetica viene rilasciato al conseguimento dei quattro moduli didattici:

„ Modulo VISO base

„ Modulo VISO avanzato

„ Modulo CORPO base

„ Modulo CORPO avanzato

Per gli iscritti ai Moduli è prevista l’iscrizione gratuita alla SIES (Società Italiana di Medicina e Chirurgia Estetica) della durata di un anno solare.

DEDUCIBILITÀ FISCALE: COSTO D’ISCRIZIONE E SPESE FORMATIVE

La fatturazione avviene all’iscritto o alla ragione sociale indicata all’atto dell’iscrizione. Il costo d’iscrizione può essere totalmente dedotto ai sensi dell’art. 9 della L.81/2017 (parte del Jobs Act per gli Autonomi). Sarà possibile dedurre anche le spese di viaggio e soggiorno sostenute per poter partecipare al corso di formazione professionale.

SCANSIONA IL

per scoprire i programmi della Scuola, dei Moduli e dei Corsi Monotematici

VALET - provider standard ECM 1328

Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna 051 63.88.334 | 051 32.01.70 info@valet.it www.valet.it

Associata a: Centro Post-Universitario Medicina Ambulatoriale Seguici!

Dr. Maurizio Cavallini

MEDICINA ESTETICA

Specialista in Chirurgia Plastica, Ricistruttiva ed Estetica - Milano

Presidente Agorà (Società Italiana di Medicina a indirizzo estetico)

Docente CPMA - VALET - Bologna

L’approccio correttivo estetico effettuato sul viso viene normalmente eseguito guardando e osservando il paziente in posizione frontale, ma raramente sia il medico che il paziente sono abituati a valutare l’estetica facciale anche nelle sue dimensioni dei profili. Anzitutto dobbiamo considerare le proporzione delle 3 diverse unità estetiche del viso. Questo, infatti, viene universalmente suddiviso in 3 aree separate, che si caratterizzano per diversità di spessore della cute, presenza e distribuzione del tessuto adiposo sottocutaneo, attività musco

LA DEFINIZIONE DEI PROFILI

NELL’ESTETICA DEL VISO

Come migliorare le proporzioni del viso

dall’attaccatura dei capelli alla base delle sopracciglia, il terzo medio dalle sopracciglia alla base del naso e infine il terzo inferiore quello che si delinea fra la base della columella sino alla punta del mento. La valutazione del profilo laterale non permette solo la valutazione delle proporzioni delle tre unità estetiche, ma anche le proiezioni volumetriche che ciascuna area esprime nella definizione dei lineamenti del viso. Infatti, nella valutazione di profilo bisogna anche considerare particolari regole di proporzioni e di angolature che forni

to: in particolare, a partire dall’alto e a scendere verso il basso, l’angolo fronto-nasale che dovrebbe essere di 12-14 gradi, l’angolo labio-columellare, che nell’uomo deve essere di circa 90 gradi e nella donna di 100 gradi circa, l’angolo naso mentale che dovrebbe essere di circa 130 gradi, e infine l’angolo cervico-mentoniero che dovrebbe rispettare un’angolatura di circa 85-90 gradi (Fig. 1).

LE NOVITÀ

La Medicina Estetica, grazie anche all’introduzione di nuovi prodotti, nuove tecniche e nuovi apparecchi elettromedicali, permette al medico possibili interventi di profiloplastiche mediche che si avvalgono di procedure utili a ristabilire una soddisfacente armonia, e fra queste in particolare le procedure che includono l’uso di filler (soprattutto con acido jaluronico cross linkato volumizzanti), tossina botulinica tipo A, fili di sostegno, iniettabili lipolitici e ristrutturanti ed energy base devices (come laser, ultrasuoni, radiofrequenza, ecc).

OSSERVARE GLI ANGOLI

Se consideriamo una mappa facciale di profili partendo dalla porzione craniale a scendere, valutando la fronte e le sue proporzioni di angolatura (che dovrebbe essere di 12-14 gradi), questa può essere interessata da una variazione della normale rotondità di curvatura e variazione di angolatura, con presenza nella porzione media o medio-inferiore di un solco corrispondente a depressione ossea; in questo caso si può intervenire con l’uso di acido jaluronico che, attraverso infiltrazioni eseguite con 5 o 6 piccoli boli (0,1 ml ciascuno) o in alternativa con cannula con 2 accessi laterali (spesso rappresenta una tecnica un po’ più

Fig. 1: angolature del volto, da valutare prima del trattamento

complessa e dolorosa), può riempire la solcatura interessata. Scendendo verso il basso, un’area di strategica importanza è rappresentata dal naso che, essendo in posizione centrale nel viso, ha un ruolo molto importante nell’estetica frontale e di cui spesso viene richiesta una correzione per migliorare il profilo e l’armoniosità (correggere il gibbo: definire la punta e rialzare la base del naso). Prima di procedere con una possibile correzione, è sempre necessario osservare gli angoli che caratterizzano la piramide nasale, osservando prima di tutto l’angolo fronto nasale e poi quello nasolabiale. Normalmente, quest’ultimo nella donna dovrebbe essere di circa 100 gradi, mentre nell’uomo di circa 90; la non rispondenza a queste proporzione, porta rispettivamente a un naso a sella o un naso “cadente” , con un’evidente alterazione di armoniosità e di bellezza del profilo nasale. Una procedura iniettiva di profiloplastica medica (chiamata rinofiller) consente un riequilibrio del profilo nasale volto a modificare la forma e le proporzioni della piramide nasale. La selezione della paziente, in questi casi, è molto importante e prevede un’attenta analisi delle strutture ossee e cartilaginee e della dinamica di posizione

statica e dinamica della punta nasale, soprattutto per quest’ultima da valutare durante il sorriso, dove si deve valutare se la punta cade o meno durante il movimento: in questo caso è ovvio che vi è anche il coinvolgimento del muscolo depressore del setto, che spinge la punta a ruotare e abbassarsi con ulteriore aggravamento dell’inestetismo. Se si decide in base a queste valutazioni che la paziente è una buona candidata, si può procedere con una profiloplastica che prenda in considerazione l’eventuale riempimento della depressione craniale con acido jaluronico inserito con ago perpendicolare a piccoli quantitativi (0,1 ml) in profondità sul piano sopra periosteo, che rappresenta un piano più sicuro per l’anatomia vascolare del naso. Questa manovra iniettiva corregge la parte alta della piramide nasale mascherando l’eventuale gibbosità del dorso e/o l’eccessiva concavità dell’angolo nasale superiore. Se si vuole intervenire per la correzione della punta, ci possono essere due opzioni di scelta di procedura che a volte possono anche essere combinate: o con acido jaluronico, se si vuole dare sostegno alla punta con iniezione alla base della columella per dare sostegno e supporto, oppure se la punta ha una caduta durante il sorriso per causa di coinvolgimento muscolare si può utilizzare tossina botulinica tipo A (ricordando che è un trattamento off label e che può dare, in caso di tecnica scorretta, alcuni effetti collaterali temporanei, fra cui asimmetrie del labbro superiore e incontinenza labiale): questo approccio permette di agire sul muscolo depressore del setto mediante infiltrazione alla base delle columelle con poche unità (2 in genere), che permette un rialzo della punta stessa laddove nel sorriso la punta tenda a cadere.

POSSIBILI COMPLICANZE

Si ricorda che il trattamento correttivo del profilo del naso rappresenta un trattamento cui possono corrispondere possibili complicanze, fra le quali si segnalano necrosi del dorso nasale (Fig. 2) o della zona glabellare o la più temuta compressione o embolizzazione retrograda sanguigna arteriosa, che nei casi gravi e rari può anche

condurre a disturbi visivi o addirittura cecità. Per tale motivo le regole tecniche e manuali di buona e adeguata correzione da un punto di vista procedurale devono tenere in conto uso del prodotto di acido jaluronico adeguato (corretta concentrazione, reologia e grado di cross linkaggio), quantità da iniettare (piccoli boli da 0,1 ml circa), sede di profondità corretta (profonda sopraperiostea, che rappresenta un piano più sicuro dal punto di vista vascolare) e corretta conoscenza dell’anatomia, sapendo che i vasi del naso scorrono per lo più nel piano sottocutaneo e con sempre una costanza di decorso. È sempre importante avere a disposizione le jaluronidasi per poter porre rimedio immediatamente a questi inconvenienti, che rappresentano un’urgenza di trattamento, dovendoli eseguire nel più breve tempo possibile rispetto al momento dell’infiltrazione e dell’evidenza della complicanza segnalata da dolore e cambiamenti di colore della cute. Nel caso di presunta compressione e/o embolizzazione, bisogna ricorrere a massive infiltrazioni nel punti di iniezione con alte dosi di jaluronidasi (nei protocolli internazionali si indica una dose iniziale di 500 unità, valutando i possibili miglioramenti nella prima ora e quindi provvedendo in caso di necessità a una seconda o terza iniezione a distanza di circa un’ora, e comunque sino a risoluzione della complicanza ).

LABBRA E MENTO

Dopo aver considerato per le labbra non solo la loro forma generale (a cuore, a nastro, a ellissi, rotonde), ma anche i loro gradi di proiezione e proporzione, considerando che il labbro superiore deve rappresentare circa 1/3 del totale e l’inferiore circa 2/3, spesso è necessario o richiesto di valutare una modificazione delle proiezioni di profili delle labbra. A questo fine, tracciando una linea chiamata di Steiner (che congiunge la base della columella al punto più estremo di proiezione della punta del mento) o di Rickets (dalla punta del naso alla punta del mento), dovremmo valutare una protrusione di profilo del labbro superiore di circa 1-2 mm rispetto al labbro inferiore. Se tale proiezione

Fig. 2: necrosi del dorso nasale

di profilo non rispecchia queste proporzioni, è possibile eseguire una profilo plastica labiale sia del volume che delle proporzioni con acido jaluronico cross linkato con diverse tecniche (da scegliere in base al caso specifico). Scendendo cranialmente al mento, la sua scarsa proiezione data da un’ipoplasia della porzione sinfisaria dell’osso mandibolare e/o accompagnata da un’iperattività del muscolo mentale, sono le condizioni che danno indicazione a un possibile trattamento di profiloplastica. Queste condizioni portano a un mento “sfuggente” e alla visibilità estetica di un inestetismo chiamato a “buccia d’arancia” o a “pallina da golf” del mento (Fig. 3), con evidenti alterazioni di proporzione ed estetica del mento. Per i motivi sovraesposti, il ribilanciamento del mento può essere eseguito con filler volumizzanti a bolo nella regione centrale del mento (a singolo punto nella parte mediana per la donna per dare maggiore triangolarizzazione, e in 2 punti a 5 mm dalla linea mediana per l’uomo per dare una forma del mento più quadrata e mascolina), accompagnato o meno a seconda dei casi di trattamento dinamico (da considerare sempre off label e con più alti rischi di effetti collaterali, in particolare per il coinvolgimento del labbro inferiore) con tossina botulinica tipo A nel muscolo mentale che mira a due risultati: da una parte, ridurre l’azione di spinta del muscolo mentale verso l’indietro, riducendo ulteriormente la sua proiezione; dall’altro, correggere il classico aspetto a buccia d’arancia del mento.

L’AREA SOTTO MENTONIERA

Nel completare il quadro di definizione dei profili del terzo inferiore, dobbiamo anche fare un riferimento alla regione sotto mentoniera, che crea uno stacco fra area propriamente del viso e area del collo e che viene delimitata da un angolo detto cervico mentoniero la cui misurazione si aggira fra i 85 e 90 gradi. La presenza di lassità cutanea data dal fenomeno gravitario e dalla presenza di grasso sotto il mento può portare a una perdita di definizione del profilo sotto mentoniero con un aspetto goffo, cadente e appesantito. A seconda della maggior componente adiposa o cuta-

corso teorico-pratico

TECNICHE AMBULATORIALI DI DEFINIZIONE MEDICA

DEL PROFILO DEL VOLTO

Obiettivo del corso

Alla scoperta delle nuove frontiere della Profilometria. Quello che fino a ieri era possibile solo grazie alla chirurgia, oggi è alla portata di chirurghi e medici estetici. Tecniche di utilizzo comune nell’ambito ambulatoriale, quali Filler, Tossina botulinica e Fili, saranno protagonisti del corso dove verranno definiti gli ambiti delle singole metodiche e le applicazioni sinergiche per ampliare le vostre competenze e soddisfare le aspettative dei vostri pazienti.

DIDATTICA A CURA DI: Dr. Maurizio Cavallini

DATA DEL CORSO: 25 Ottobre 2025

CREDITI ECM: 6 crediti (previa compilazione del test)

RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI

SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna

nea sono diversi i possibili trattamen ti che aiutano a rimettere in ordine quest’area: fra i tanti, nella mia perso nale esperienza faccio riferimento per la definizione del grasso alle infiltrazione con agenti lipolitici, iniettabili, in più sedute distanziate di 2-4 settimane e che comprendono l’uso da una parte di sodio desossicolato, una sostanza simile agli acidi biliari che è in grado di creare un’adipocitolisi (cioè una rottura della membra citoplasmatica delle cellule adipose, che vengono distrutte con meccanismo chimico ), oppure alla novità recente di uso di enzimi, in particolare di lipasi che sono gli enzimi deputati in modo fisiologico alla distruzione delle cellule grasse. Gli effetti di questi infiltrazioni sono visibili dopo qualche settimana e comportano immediatamente dopo il trattamento qualche effetto collaterale tipo edema sotto mentoniero.

Nel caso sia necessario intervenire pattare la pelle e dare una definizio ne cutanea più adeguata, è possibile intervenire con tecniche di endolaser o endo radiofrequenza, che comportano l’inserimento mini invasivo di fibre ottiche alla punta delle quali avviene un’emissione di laser (in particolare laser a lunghezza d’onda 1470, che comporta un massimo assorbimento per l’acqua ma anche per il grasso, capace così a seconda dell’inclinazione più superficiale o profonda della fibra di trattare la cute o il grasso sottocutaneo) oppure di un’energia a radiofrequenza, che per il riscaldamento indotto provoca una contrazione dei setti sottocutanei cui segue una progressiva messa in tensione della cute in un tempo variabile di qualche settimana post trattamento. ◼

Fig. 3: mento a “buccia d’arancia“ o “pallina da golf“, prima e dopo

EXPERT TRAINING: UN’OPPORTUNITÀ UNICA DI CRESCITA PROFESSIONALE

Gli Expert Training organizzati dalla Scuola Valet CPMA sotto la direzione scientifica della Dott.ssa Paola Molinari sono ormai diventati un punto di riferimento nella formazione avanzata per i professionisti del settore estetico

Ecco un breve resoconto di alcune edizioni già svolte e le prossime date da non perdere.

LE LABBRA

1 GIUGNO 2024

L’1 giugno 2024 si è svolto il corso “Expert Training – Le Labbra”, una giornata intensa di aggiornamento teorico e pratico che ha visto la partecipazione di vari esperti di alto profilo del settore, come i medici estetici Lucia Calvisi, Dora Intagliata, Teresa Lacava, Mario Marra, Paola Molinari e Simone Ugo Urso. Durante l’evento, i partecipanti hanno approfondito l’anatomia delle labbra, le correlazioni ecografiche e le tecniche iniettive avanzate, con trattamenti live su paziente e una sessione pratica su manichino. Il corso si è concentrato su tecniche di modellamento volumetrico e correzione dei contorni labiali, con particolare attenzione all’uso di filler dermici specifici per ottenere un risultato armonioso. È stato trattato anche l’approccio combinato, che integra l’uso di botulino per il trattamento delle rughe periorali e della cornice labiale e del DAO (depressore dell’angolo della bocca), e del trattamento del gummy smile. I partecipanti hanno potuto osservare come il trattamento del solco nasolabiale, la creazione di un arco di Cupido ben definito, l’aumento della proiezione del labbro superiore o inferiore e soprattutto l’armonizzazione delle labbra con il resto del volto possano migliorare significativamente l’estetica di insieme. La partecipazione e il feedback sono stati entusiastici, tanto da spingere la Scuola Valet a riproporre l’evento il 18 ottobre 2025, offrendo ad altri professionisti l’opportunità di accrescere le proprie competenze in un campo tanto affascinante quanto delicato.

IL TERZO MEDIO E I VOLUMI

26 OTTOBRE 2024

Il 26 ottobre 2024, i partecipanti all’ Terzo Medio e i Volumi” hanno approfondito le tecniche volumetriche avanzate. La formazione, guidata dalla Dott. Paola Molinari e dagli esperti dott. Vittorio Quercia, dott. ssa Teresa Lacava, e dott.ssa Francesca Nocetti, ha trattato l’anatomia e le correlazioni ecografiche, per poi passare a sessioni pratiche live e su manichino. Particolare attenzione è stata dedicata alla restituzione dei volumi perduti, con il trattamento del complesso zigomatico malare e delle guance tramite filler a base di acido ialuronico. È stato trattato anche l’uso di tecniche di lifting volumetrico non chirurgico, per ripristinare una silhouette facciale giovane senza ricorrere a interventi invasivi. Durante le sessioni pratiche, i partecipanti hanno appreso come distribuire correttamente il prodotto per ottenere un effetto naturale, enfatizzando il profilo e bilanciando le proporzioni facciali. Vista la rilevanza dell’argomento e il successo della precedente edizione, la successiva è già fissata per il 13 dicembre 2025.

LA JAWLINE E IL COLLO

22 NOVEMBRE 2024

Il 22 novembre 2024 è stato il turno dell’”Expert Training – La Jawline e il Collo”, che ha messo in luce l’importanza di trattamenti personalizzati in queste aree anatomiche. La formazione teorica, sotto la guida dei dottori Paola Molinari, Carlotta Bortoletti, Teresa Lacava, Renato Muccioli Casadei e il supporto della Dott.ssa Vittoria Neri, ha incluso un approfondimento sull’anatomia e le tecniche di trattamento.

COMING NEXT...

Di seguito, i prossimi appuntamenti da non perdere. Per i programmi e le iscrizioni, vai alla pagina dedicata: www.valet.it/expert-trainings.html

+ HANDS ON

+ HANDS ON

+ HANDS ON

Il focus principale è stato sulle tecniche avanzate di con touring della mandibola e definizione della linea della mascella, per restituire un aspetto più scolpito.

È stato inoltre trattato il collo tramite l’uso di filler per migliorare la definizione del profilo e correggere l’aspetto

I partecipanti hanno potuto osservare in diretta, in trattamenti live, le strategie per migliorare con la Medicina Estetica l’aspetto di “doppi menti” e migliorare la qualità della pelle con l’uso di micro cannule e tecniche di iniezione superficiale. Anche in questo caso, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di approfondire quanto appreso grazie a sessioni pratiche in laboratorio.

La giornata ha avuto un ottimo riscontro e il corso sarà riproposto il 21 novembre 2025.

MEDICINA ESTETICA

LABORATOIRES FILORGA

Ricerca & Sviluppo

SKIN QUALITY & SKIN LONGEVITY: LA SKINCARE D’AVANGUARDIA DI FILORGA

La longevità non è più un concetto astratto, ma una prospettiva concreta che coinvolge ogni aspetto della nostra vita, pelle compresa

Vivere a lungo e in salute significa anche preservare nel tempo la qualità e la bellezza dell’organo che più di ogni altro riflette il nostro benessere: la pelle. È su questo principio che Filorga – primo laboratorio francese di Medicina Estetica fondato nel 1978 – oggi Maison di Alta Cosmetica leader dell’anti-età in Italia [1], sin dalle proprie origini ha abbracciato una visione pionieristica dello skincare: sostenere la Skin Longevity attraverso l’ottimizzazione della Skin Quality. Non è solo una questione estetica: una pelle elastica, compatta e luminosa non solo appare giovane, ma è anche più resiliente allo stress ambientale, all’ossidazione e all’invecchiamento cellulare. La Skin Longevity è la capacità della pelle di mantenere nel tempo freschezza, luminosità e elasticità. La skin quality è la forma intuitiva e visibile della longevità cutanea e si evidenzia attraverso l’osservazione e l’analisi dei parametri di qualità della pelle. Filorga offre alla pelle attivi ad azione rivitalizzante, capaci di favorire la qualità cutanea e di supportare la longevità in bellezza

NCEF: IL BLEND POLIRIVITALIZZANTE

L’NCEF (New Cellular Encapsulated Factors ) è il complesso unico di Filorga ispirato alla biorivitalizzazione in Medicina Estetica. Una combinazione dei 10 attivi più efficaci e concentrati: ergotioneina e vitamina E, potenti antiossidanti contro lo stress ossidativo, coenzima NAD e vitamina B3 per favorire il rinnovamento cellulare, amminoacidi e minerali per rinforzare la struttura cutanea e acido ialuronico a basso peso molecolare per un’idratazione intensa e profonda. Questi attivi sono incapsulati in microsfere multilamellari biomimetiche più piccole delle cellule cutanee che vei-

colano gli ingredienti nei diversi strati della pelle, assicurandone un rilascio graduale, mirato e profondo. Il risultato è un’azione rivitalizzante completa, in grado di favorire i naturali meccanismi di riparazione, difesa e rigenerazione cutanea a favore di skin quality e skin longevity. L’NCEF è al cuore della linea NCEF-REVITALIZE, ultimo traguardo formulistico del brand. Il protagonista della gamma, NCEF-REVITALIZE SERUM, ha ottenuto risultati di efficacia clinicamente dimostrati nel potenziare i benefici di un protocollo di iniezioni rivitalizzanti relativamente ai parametri di compattezza, elasticità e tonicità [2]. Questo siero rappresenta il punto d’incontro perfetto tra il trattamento domiciliare e i trattamenti professionali eseguiti in studio medico. Filorga crede in un approccio sinergico che combina procedure estetiche e skincare, per aiutare a ottenere risultati di comprovata efficacia.

Tra prevenzione e mantenimento, i cosmetici del marchio rispondono alla crescente attenzione verso la salute della pelle come parte integrante del benessere generale. Grazie a un solido know-how scientifico e a un’innata

vocazione alla ricerca, Filorga continua a innovare la Skincare con soluzioni ispirate alla Medicina Estetica e validate da rigorose evidenze cliniche. ◼

RIFERIMENTI

1. Fonte Pharmatrend Dati farmacia, parafarmacia, Corner GDO, Online IQVIA 12/2024, vendite valore nel mercato antiage.

2. Studio clinico comparativo tra 3 gruppi di 25 donne (Fototipo I-IV - pelle caucasica): il 1° gruppo si è sottoposto a un protocollo di 3 iniezioni rivitalizzanti ogni 3 settimane, il 2° gruppo si è sottoposto a un protocollo di 3 iniezioni rivitalizzanti ogni 3 settimane e ha applicato il siero FILORGA NCEF-REVITALIZE due volte al giorno dopo 48 ore dall’iniezione, il 3° gruppo ha applicato il siero FILORGA NCEFREVITALIZE due volte al giorno. Dopo 9 settimane, il gruppo che ha applicato il siero in combinazione con il protocollo di mesoterapia, per i parametri di elasticità, compattezza e tonicità ha ottenuto risultati migliori rispetto al gruppo che si è sottoposto al solo protocollo di mesoterapia.

Dr.ssa Dora Intagliata

Medicina e Chirurgia Estetica

Dietologia e Nutrizione

Member of American Academy of Aesthetic and Antiaging Medicine

Rappresentante Regionale SIES Sicilia

Docente CPMA-VALET

Dopo il grande successo delle scorse edizioni, che hanno visto una partecipazione entusiasta e un interesse sempre crescente, prende il via il nuovo anno formativo dedicato alle tecniche per il trattamento del corpo. I corsi, caratterizzati da un approccio pratico e dalla possibilità di osservare in diretta lo svolgimento delle tecniche, rappresentano un’occasione imperdibile per medici e professionisti che desiderano aggiornarsi e perfezionarsi in un settore in continua evoluzione.

POSSIBILITÀ DI SCELTA

Il programma si distingue per la varietà e il rigore scientifico degli argomenti trattati, offrendo un percorso completo e multidisciplinare, che spazia dalla fisiologia della nutrizione alla gestione pratica delle tecniche più innovative per il rimodellamento corporeo. Dai principi fondamentali di dietologia e nutrizione clinica, che rappresentano la base per un approccio integrato e consapevole al benessere del paziente, si passa all’analisi delle aree più sfidanti come braccia, trocanteri e interno coscia, con strategie specifiche per affrontare l’adipe localizzato e la lassità cutanea.

TECNICHE DI ULTIMA GENERAZIONE

Particolare attenzione è riservata alle tecniche iniettive e strumentali di ultima generazione, come la carbossiterapia e l’intralipoterapia, trattate con un taglio pratico e operativo che permette ai partecipanti di osservare in diretta lo svolgimento delle procedure, affinando la manualità e la capacità di personalizzare i protocolli terapeutici. Il percorso include anche moduli fondamentali dedicati alla patologia vascolare degli arti inferiori,

NUOVO ANNO FORMATIVO

Un viaggio pratico e interattivo alla scoperta delle tecniche corpo più avanzate

con focus su diagnostica ecocolordoppler e terapia sclerosante, e corsi dedicati ai principi e alle applicazioni del laser, strumenti sempre più centrali nella pratica ambulatoriale quotidiana. Non mancano momenti di aggiornamento e confronto, come il Sies Day, che riuniscono esperti e colleghi per discutere le novità scientifiche e condividere esperienze cliniche, creando un ambiente di scambio e crescita continua. A completare l’offerta formativa, corsi mirati sul marketing ambulatoriale e sulla medicina integrata della longevità, per una visione olistica che va oltre il trattamento estetico e abbraccia la salute e la prevenzione a lungo termine.

Modulo CORPO base

-

Braccia, Trocantere, Interno coscia e Ginocchio. Dall’adipe localizzato alla lassità cutanea

La patologia vascolare degli arti Inferiori: diagnosi e cura dell’insufficienza venosa. Corso pratico sulla diagnostica con ecocolordoppler e terapia sclerosante

La visita di medicina estetica: dalla diagnosi al protocollo di cura. Semeiotica clinica e strumentale. Analisi composizione corporea (propedeutico a PEFS e adiposità localizzata)

Carbossiterapia: il gas remodeling per il trattamento di cellulite e adiposità localizzata. Cenni protocolli terapeutici e applicazioni

PEFS e adiposità localizzata: corso teorico-pratico e tutoring per il trattamento dei dismorfismi corporei

DOCENTI ESPERTI, DISCENTI PREPARATI

Questo nuovo anno formativo rappresenta un’opportunità concreta di aggiornamento e perfezionamento professionale, grazie a un programma che unisce teoria, pratica e innovazione, supportato da docenti di comprovata esperienza e da un approccio interattivo che privilegia la partecipazione attiva e la condivisione delle competenze. Un’occasione per crescere, confrontarsi e portare nella pratica quotidiana tecniche e conoscenze sempre più evolute, all’insegna dell’eccellenza e della centralità del paziente. Questo nuovo anno sarà un’opportunità preziosa per approfondire le conoscenze, confrontarsi con altri colleghi e offrire ai propri pazienti trattamenti sempre più sicuri, efficaci e innovativi. ◼

Modulo CORPO avanzato

OMRON HEALTHCARE

Ricerca & Sviluppo

CARDIOLOGIA

RISCHIO SILENTE, STRUMENTI PIÙ INTELLIGENTI

La fibrillazione atriale e l’ipertensione spesso non vengono rilevate. ECG domestici come OMRON e Kardia aiutano i medici a prevenire l’ictus con dati chiari e pazienti coinvolti

Ogni giorno, i medici di base sono chiamati a gestire una sorprendente varietà di esigenze dei pazienti. In mezzo a tali richieste, si nasconde una minaccia silenziosa e costante: il rischio che non vediamo. Rischi che possono evolvere silenziosamente in un ictus che cambia la vita. Parliamo di ipertensione non controllata e fibrillazione atriale (AFib), due condizioni che colpiscono milioni di persone senza che ne siano consapevoli. È questo il paradosso al centro della medicina preventiva moderna: il rischio di ictus può passare inosservato, anche dopo una visita, nonostante ogni sforzo, se non impariamo ad ascoltare in modo nuovo. La Società Europea di Cardiologia riconosce questa realtà. Le linee guida del 2024 sottolineano che la fibrillazione atriale è spesso sottodiagnosticata, soprattutto nei pazienti di età pari o superiore a 65 anni o in presenza di comorbidità come ipertensione, diabete o scompenso cardiaco [1]. Di conseguenza, il quadro è chiaro. Ma la domanda rimane: come possono

GLI STRUMENTI GIUSTI

Il monitoraggio ECG domiciliare utilizza strumenti clinicamente validati, la cui importanza cresce costantemente nella pratica medica quotidiana. E nelle mani del paziente giusto possono trasformare il rischio silente in informazioni chiare. OMRON Complete è un esempio pionieristico, in quanto consente ai pazienti di controllare l’AFib mentre misurano la pressione sanguigna, rilevando così due principali fattori di rischio per l’ictus in un unico semplice passaggio.

NON È SOLO COMODO.

È CLINICAMENTE AFFIDABILE.

In uno studio che ha confrontato il dispositivo OMRON Complete con gli ECG a 12 derivazioni interpretati dai medici, l’algoritmo automatico di rilevamento della fibrillazione atriale ha raggiunto una sensibilità del 100% e una specificità dell’86%, un livello di accuratezza diagnostica notevole per un dispositivo destinato all’uso domestico [2]. Nel frattempo, per i pazienti che necessitano di una flessibi

ECG compatti e portatili forniscono rispettivamente letture a una e sei derivazioni. L’1L è particolarmente indicato per controlli rapidi quotidiani del ritmo cardiaco, mentre il 6L permette un’interpretazione ECG più dettagliata, ideale per pazienti con anamnesi cardiaca complessa o per il monitoraggio post-evento. Entrambi i dispositivi sono progettati per un facile utilizzo, anche per le persone più anziane. In un ampio studio di screening condotto nel contesto reale, il 98% dei pazienti over 75 ha trovato facile da usare un ECG portatile a singola derivazione simile, e il 93% ha dichiarato di sentirsi sicuro nella gestione autonoma della tecnologia [3]. Tale sicurezza è importante, perché quando i pazienti sono disposti e in grado di prendersi cura del proprio monitoraggio, i medici di base ottengono ciò che storicamente è sempre mancato loro: la possibilità di capire cosa accade tra una visita e l’altra.

PAZIENTI A RISCHIO: CHI DOVREBBE MONITORARSI DA CASA?

rima di tutto, dipende dall’età. Le linee guida ESC raccomandano lo screening per l’AFib nei pazienti di età pari o superiore a 65 anni, sulla base del forte aumento della prevalenza e del rischio di ictus in questa popolazione. Ma quando l’età si combina con altre condizioni, come l’ipertensione, il rischio accelera e il monitoraggio domestico può offrire il massimo beneficio [1]

Le comorbidità principali includono: Ipertensione: un fattore di rischio indipendente sia per l’AFib che per l’ictus. Gli studi suggeriscono che fino all’80% dei pazienti con AFib soffre anche di ipertensione, e la combinazione aumenta significativamente il rischio tromboembolico [2].

ƒ Diabete di tipo 2: un altro fattore di rischio chiave. I pazienti diabetici presentano un’incidenza più elevata di AFib e risultati peggiori quando insorge.

ƒ Obesità e sindrome metabolica: collegate non solo a un aumento del rischio di AFib, ma anche a una progressione più rapida da AFib parossistica ad AFib persistente.

ƒ Insufficienza cardiaca: i pazienti con disfunzione ventricolare sinistra o compromissione diastolica sono particolarmente vulnerabili alle aritmie e alle loro conseguenze.

I DATI GIUSTI AL MOMENTO

GIUSTO: COSA OTTENGONO

I MEDICI DI BASE

Diciamolo chiaramente: l’ultima cosa che la maggior parte dei medici di base desidera è avere più dati. Ma in questo caso è diverso. Perché i dati dell’ECG e della pressione arteriosa rilevati a domicilio non aumentano solo la quantità, ma soprattutto la chiarezza.

Utilizzati correttamente, questi dispositivi aiutano i medici di base a:

ƒ Identificare nuovi pazienti a rischio di ictus: in particolare quelli asintomatici o con sintomi intermittenti.

ƒ Gestire l’ipertensione in modo più efficace: il monitoraggio PA domestico resta un pilastro del controllo a lungo termine della pressione arteriosa e, se combinato con i dati del ritmo cardiaco, può guidare verso trattamenti più mirati.

ƒ Supportare le decisioni sulla terapia anticoagulante: la conferma di episodi di fibrillazione atriale fornisce le evidenze necessarie per iniziare il trattamento.

ƒ Ridurre i rinvii o gli accertamenti non necessari: letture ad alta specificità provenienti da dispositivi validati aiutano a evitare falsi positivi e a ridurre l’ansia dei pazienti [2]

ƒ Migliorare il coinvolgimento dei pazienti: Quando i pazienti portano con sé i propri dati, si aprono conversazioni più significative e aumenta la motivazione a cambiare stile di vita.

FONDAMENTALE IL DIALOGO

Ma il cambiamento più significativo potrebbe non risiedere nella diagnosi, bensì nel dialogo. La decisione condivisa è oggi al centro delle cure basate sulle linee guida. Ma questo richiede una comprensione condivisa. L’ECG domestico crea il ponte necessario. Quando i pazienti possono vedere chiaramente i risultati del proprio rit mo cardiaco, quando hanno registrato un’anomalia, quando hanno percepito il momento e l’hanno catturato, il loro coinvolgimento cambia. Passano da destinatari passivi delle cure a partner attivi nella prevenzione. Dispositivi quali OMRON Complete, 1L e KardiaMobile 6L porto per questo dialogo, responsabi lizzano i pazient e creano nuove oppor tunità di formazione sulla prevenzione dell’ictus, nonché sulla gestione dello stile di vita cardiovascolare.

AIUTARE I PAZIENTI

A RIMANERE UN PASSO AVANTI Non puoi essere con i tuoi pazienti 24 ore al giorno. Ma gli strumenti giusti possono. Dispositivi quali OMRON Complete, KardiaMobile 1L e KardiaMobile 6L offrono ai medici di base un’opportunità unica per colmare il divario tra ciò che sperano di individuare e ciò che effettivamente vedono. Unendo il monitoraggio del ritmo e quello della pressione arteriosa, la consapevolezza del paziente e la fiducia clinica, si ottengono una prevenzione proattiva e una rassicurazione in tempo reale. E tutto questo avviene in modo da supportare le cure basate sulle linee guida, le conversazioni incentrate sul paziente e interventi tempestivi. Perché, in definitiva, anticipare il rischio di ictus non è una questione di tecnologia fine a se stessa. Si tratta di dare ai pazienti il potere di proteggersi, sotto la tua guida, anche quando non sei con loro. ◼

RIFERIMENTI

1. Van, I.C, et al. (2024). 2024 ESC Guidelines for the management of atrial fibrillation. EHJ, 45(36).

2. Senoo, K. et al. (2020). Diagnostic Value of Atrial Fibrillation by Built-in Electrocardiogram Technology. Circulation reports, 2(7), pp. 345–350.

3. Wong, K.C, et al. (2024). A randomized controlled implementation study. EJPV, 31(18), pp.2104–2114.

Rileva precocemente la FA

Aiuta i tuoi pazienti a ridurre il rischio di ictus

Rilevare la FA precocemente può ridurre il rischio di ictus del 66%1 con un trattamento tempestivo. Aiuta i tuoi pazienti a rimanere un passo avanti con un dispositivo ECG affidabile per uso domestico.

1. Lei N, Ket al. Hybrid Decision Support to Monitor Atrial Fibrillation for Stroke Prevention. Int J Environ Res Public Health. 2021 Jan 19;18(2):813.

DIETOTERAPIA

Prof. Giorgio Maullu

Specialista in Scienza dell’Alimentazione - Sassari

Coordinatore e Docente Master

di II Livello Università di Sassari - Membro CRISMENC

Coordinatore regionale SIES Sardegna

Docente CPMA - VALET - Bologna

La connessione interpersonale dell’uomo e le comunicazioni fra tutte le aree geografiche del mondo, hanno permesso di avere uno sviluppo tecnologico e industriale che ha coinvolto in maniera importante anche il cibo in senso lato. Infatti oggi è molto facile ottenere e consumare cibi che provengono da tutte le parti del mondo, estremamente differenti e diversi tra loro. Ovviamente questo ha un valore economico estremamente importante, ma anche una ripercussione biologica a livello dell’organismo altrettanto importante, e non sempre positivo.

QUALITÀ E SAPORE

Infatti, tutti i processi per la preparazione e conservazione degli alimenti incidono in maniera importante sulla qualità e sul sapore degli stessi alimenti. Le sostanze che si aggiungono per impedirne il deterioramento e migliorarne l’aspetto estetico per aumentare la vendibilità, di fatto adulterano la struttura chimica e organolettica del cibo. Per questo l’organismo, durante i normali processi digestivi, trova strutture chimiche alterate e rese differenti, e molto spesso non ha gli enzimi giusti e pertanto non riesce più a eliminare le eventuali scorie residue, o peggio trasformarle completamente. Questo grosso problema viene tamponato dall’organismo, costringendo alcuni organi, fegato e tessuto adiposo, a diventare organi di deposito. Un fatto emblematico fu uno studio condotto nel Regno Unito a cavallo degli anni 80/90 riguardo alla concentrazione di steatosi epatica in ragazzi adolescenti che per un decennio avevano frequentemente ingerito cibi fritti consumati nelle catene Fast-Food . Il risultato fu che a distanza di 25/20 anni quei ragaz-

LA FORMA PERFETTA? INIZIA DALLA TAVOLA

Oggi è semplice ottenere e consumare cibi che provengono da tutte le parti del mondo, ma non sempre la cosa è positiva...

zi divenuti adulti e cambiando modalità alimentare, si portavano dietro una percentuale di grassi saturi idrogenati e non metabolizzati, che variava tra il 20 ed il 30%. Questo in quanto il nostro organismo non possiede gli enzimi per eliminare i legami chimici adulterati chimicamente degli acidi grassi durante certe procedure di friggitura.

MOLTEPLICI PROBLEMI

Ovviamente questo non è il solo problema. L’uso indiscriminato di antibiotici, attività lavorative particolarmente gravose, riduzione drastica della capacità motoria, assunzione di alcool e di super alcolici in costante aumento, determinano un’alterazione profonda e sostanziale della flora microbica intestinale (il microbiota). Questa grave situazione a livello intestinale si manifesta poi a livello sistemico con implicazioni che possono aggravare malattie metaboliche in aumento su tutta la popolazione terreste, prime tra tutte, nel mondo occidentale, Diabete e Sindrome Plurimetaboli ca. Partendo da un concetto cardine, si è sempre affermato che il cibo è la “benzina” del nostro organismo, e pertanto questa benzina dovreb be essere la più pulita possibile per avere la maggior efficien za energetica e la minore quantità di scorie.

La Valet CPMA di Bologna, da oltre 40 anni, permette di affinare e migliorare le proprie competenze sanitarie nella Medicina Estetica, con le tecniche più attuali e le tecnologie più evolute, e quindi anche nel campo del la nutrizione offre la possibili tà di affrontare un percorso di

crescita operativo nel settore della nutrizione clinica con una particolare sensibilità rivolta all’estetica. La Scuola infatti si prende cura di non tralasciare mai nessun aspetto della pratica clinica.

CONOSCERE

GLI ALIMENTI

Il percorso formativo si compone di una parte dedicata alla conoscenza degli alimenti, alla loro composizione, metabolizzazione, proprietà biochimiche e plastiche. Un’altra parte dedicata all’analisi della composizione corporea e alla valutazione dell’aspetto metabolico clinico del paziente e dello studio del Microbiota. Razionale e corretta applicazione di una terapia dietetica, personalizzata e mirata alla risoluzione del problema principale (perdita di peso), ma che deve avere anche una valenza estetica al fine di migliorare il risultato e l’autostima del paziente. Infatti la nutrizione clinica non è la somministrazione di una tabella con una riduzione gramata di alimenti e con una lunga

Essa si inserisce in un complesso rapporto tra la sfera emozionale e la sfera fisica e pertanto ha necessità di essere approfondita in tutti i suoi aspetti. Spesso, quando si effettuano dei percorsi dietetici e non si tiene conto della qualità del cibo, ma solo del suo valore calorico, il risultato è scarso o non mantenuto sufficientemente a lungo perché non si agisce sulla modificazione dello stile di vita.

STRUMENTI E ATTIVITÀ FISICA

Con l’impiego di strumenti diagnostici non invasivi quali l’impedenziometria e l’adipometria, si valuterà la composizione corporea al fine di capire lo stato di partenza e le modificazioni strutturali dell’organismo durante la terapia. Conoscere e quantificare la massa e qualità del tessuto muscolare, suddivisione del tessuto adiposo nei vari comparti, permettono, oltre che seguire la eventuale perdita ponderale in maniera corretta, anche di associare le strategie terapeutiche più idonee al supporto della cute nella variazione della silouette. Un altro importante e fondamentale aspetto sarà dedicato all’attività fisica, intesa non come aspetto ludico o gratificante, importante per il proprio benessere psico-fisico, ma soprattutto come mezzo per mantenere l’efficienza muscolo-tendinea e di conseguenza la capacità metabolica dell’organismo. In appena 50 anni di “progresso” , il mondo occidentale ha ridotto di oltre il 30 % della capacità motoria nello svolgimento delle proprie attività quotidiane. Questa grande e importante riduzione di movimento ha determinato più di tutte le altre motivazioni sopra esposte l’aumento ponderale negli adulti e peggio nei bambini.

Questo percorso formativo è dedicato ai medici che vogliono essere un punto di riferimento per i propri pazienti a 360 gradi, garantendo per essi non solo le tecniche più avanzate o le tecnologie più evolute, ma anche e soprattutto pren-

PRINCIPI DI DIETOLOGIA (propedeutico a obesità)

corsi teorico-pratici

Dalla fisiologia della nutrizione alla prescrizione dietoterapica. Pratica su casi clinici

Obiettivo del corso

Fornire una preparazione completa nel campo della Scienza dell’Alimentazione, dalle nozioni di biochimica e di fisiologia della nutrizione alla digestione, assorbimento, trasporto e trasformazioni biochimiche dei nutrienti energetici, con particolare attenzione al reale fabbisogno energetico (basale e di riposo; di utilizzazione degli alimenti; di svolgimento delle comuni attività di vita, professionali e sportive), fino ad arrivare alla personalizzazione della dieta.

DIDATTICA A CURA DI: Prof. Giorgio Maullu

DATE DEL CORSO: 26-27 Settembre 2025

CREDITI ECM: 22 crediti (previa compilazione del test)

OBESITÀ: STRUMENTI DI VALUTAZIONE E PROTOCOLLI DIETOTERAPICI

Obiettivo del corso

Far acquisire ai corsisti le conoscenze teorico-applicative di base per formulare diete personalizzate nei confronti di pazienti in eccesso ponderale.

DIDATTICA A CURA DI: Prof. Giorgio Maullu

DATE DEL CORSO: 24-25 Ottobre 2025

CREDITI ECM: 22 crediti (previa compilazione del test)

RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI

SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna 051.6388334/051.0216405/051.320170 - www.valet.it - info@valet.it

dendosi cura del loro stile di vita, modificandolo negli aspetti meno corretti, al fine di migliorare la loro qualità di vita in tutte le espressioni della vita stessa. Capire che mangiare bene è il primo atto di amore verso se stessi, permette di riordinare il proprio io a riprendere un percorso virtuoso che deve essere gratificante e consapevolmente efficace.

L’impiego di scorciatoie determina sempre il fallimento di qualunque strategia terapeutica, se non vi è un coinvolgimento globale, paziente, medico, attività terapeutica. Questo semplice triangolo equilatero è la sola strada per ottenere un risultato stabile nel tempo ed estremamente soddisfacente per il medico e il paziente. ◼

Dr. Simone Ugo Urso

Specialista in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso, Medico Estetico - Bologna

Fondatore Eco109 Face Ultrasonography - Ricerca e Formazione

Docente CPMA VALET - Bologna

La Medicina Estetica contemporanea si trova oggi al centro di una profonda evoluzione: il crescente utilizzo di filler dermici, tossina botulinica e trattamenti iniettabili ha reso indispensabile una formazione altamente specializzata per garantire risultati efficaci e soprattutto sicuri. In questo scenario, l’ecografia ad alta frequenza del volto rappresenta lo strumento più innovativo e risolutivo a disposizione del medico estetico, capace di trasformare l’approccio clinico in una vera Medicina Estetica di precisione. Per rispondere a questa esigenza nasce il corso avanzato di ecografia del volto, ideato dal gruppo scientifico Eco 109 – di cui sono fondatore – e organizzato in collaborazione con la scuola di formazione post universitaria Valet - CPMA di Bologna. È stato il primo corso interamente pratico in Italia nel suo genere e rimane tuttora l’unico a fornire una formazione immersiva, tecnica e

L’ECOGRAFIA DEL VOLTO NELLA MEDICINA ESTETICA AVANZATA

Diagnosi, trattamento e gestione delle complicanze

applicata, interamente dedicata alla gestione reale del paziente estetico con ecografia.

L’IMPORTANZA DELL’ECOGRAFIA Il programma è rivolto a medici e odontoiatri che possiedano una conoscenza di base della metodica e desiderino acquisire strumenti avanzati per affrontare con competenza ogni fase del trattamento estetico: valutazione, esecuzione e gestione delle complicanze. L’ecografia consente di studiare con altissima definizione l’anatomia stratificata del volto, di mappare i muscoli mimici prima di trattamenti con tossina botulinica e di riconoscere e classificare i filler già presenti, siano essi riassorbibili come l’acido ialuronico, oppure i depositi residui come l’idrossiapatite di calcio, l’acido polilattico e i depositi permanenti come i metacrilati o l’olio di silicone. L’uso eco-assistito (e in alcuni casi ecoguidato, concetto chiave del corso) permette di valuta-

re i tessuti prima, durante e dopo l’iniezione. Questo approccio migliora la sicurezza, la precisione del gesto tecnico e la qualità dei risultati, evitando errori di piano, sovrapposizioni o infiltrazioni nei compartimenti sbagliati. L’ecografia diventa così il vero alleato del medico iniettore, soprattutto nella neuromodulazione guidata, ovvero nella localizzazione dei punti motori per una tossina botulinica più mirata, più efficace e con minori dosi.

LE DUE TECNICHE FONDAMENTALI

Ampio spazio viene dedicato alla gestione delle complicanze tardive, oggi in aumento secondo le più recenti review internazionali. I casi di biofilm batterici, noduli freddi o caldi, sindrome ASIA e granulomi da filler permanenti richiedono un inquadramento diagnostico attento e una strategia terapeutica multimodale. Le due tecniche fondamentali insegnate nel corso sono:

ƒ Trattamento farmacologico ecoguidato con ialuronidasi galenica di grado farmaceutico, da somministrare in modo selettivo, mirato e a basso dosaggio, secondo il protocollo pubblicato per la gestione delle complicanze vascolari e infiammatorie (Urso et al., 2024).

ƒ ILT – Intralesional Laser Treatment: metodica innovativa e minimamente invasiva, che sfrutta fibre ottiche da 200-400 micron collegate a laser a diodo (808 e 1470 nm). L’ILT consente la disgregazione controllata di noduli formati da filler densi o permanenti, anche in assenza di risposta alla ialuronidasi (Dell’Avanzato & Urso, ELEA Series, 2024).

Particolare attenzione è dedicata anche alla gestione delle complicanze acute vascolari, tra le più drammatiche ma potenzialmente reversibili se

Tecnica ecoguidata di precisione di ILT (Intra Lesional Treatment) per la frammentazione di un filler permanente

riconosciute e trattate precocemente. L’ecografia si conferma uno strumento salvavita, utile per mappare i distretti a rischio (naso, tempie, glabella) prima dell’iniezione e per monitorare in tempo reale la distribuzione della ialuronidasi in caso di occlusione arteriosa.

PADRONEGGIARE L’ECOGRAFIA

L’intero impianto didattico del corso si fonda sull’evidenza che un medico estetico moderno deve padroneggiare l’ecografia, non solo per intervenire sulle complicanze, ma soprattutto per prevenirle. Questo significa evitare filler in piani errati, riconoscere materiali precedenti nascosti e agire sempre con consapevolezza e controllo visivo.

ECOGRAFIA DEL VOLTO IN MEDICINA ESTETICA

Corso Avanzato

Obiettivo del corso

Il corso avanzato di Ecografia del Volto è riservato a professionisti che abbiano già frequentato il corso base. Durante il corso saranno effettuate, da parte dei partecipanti, prove pratiche su simulatori sotto la guida del docente. In questo modo il partecipante avrà modo di prendere dimestichezza con la tecnica ecografica per poter utilizzare la stessa nel proprio ambulatorio.

Il corso, data la sua natura essenzialmente pratica, è riservato ad un numero massimo di 12 partecipanti.

DIDATTICA A CURA DI: Dr.ssa Paola Molinari - Dr. Simone Ugo Urso

Dr. Salvatore Fundarò

DATE DEL CORSO: 5 Dicembre 2025

CREDITI ECM: 12,2 crediti (previa compilazione del test)

RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI

SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna 051.6388334/051.320170 - www.valet.it - info@valet.it

Tecnica ecoguidata di precisione per somministrazione di Ialuronidasi galenica all’interno di un deposito di acido Ialuronico intra SMAS

Tecnica ecoguidata di precisione per somministrazione di tossina botulinica all’interno del muscolo depressore della bocca (DAO)

In un contesto in cui la domanda di procedure mininvasive cresce al ritmo del +9% annuo fino al 2035 (dati di mercato), l’ecografia rappresenta la chiave per offrire Medicina Estetica di altissima qualità, efficienza e sicurezza. In conclusione, il gruppo scientifico Eco 109 Face Ultrasonography si impegna quotidianamente nella formazione clinica, etica e avanzata dei medici estetici italiani e internazionali, promuovendo un nuovo paradigma basato su studio anatomico, consapevolezza tecnica e aggiornamento costante. Per noi, “Check first – Inject smartly” non è solo un motto. È una filosofia professionale. ◼

E. Calabria, A. Franceschelli, B. Genovese, P. Molinari, G. Mosti, M. Piludu, S. U. Urso, M. Zuccaro

MARKETING

Docente CPMA VALET - Bologna

Ogni medico, nella sua attività quotidiana, utilizza strumenti relazionali fondamentali come la comunicazione, che tuttavia spesso non viene valorizzata come meriterebbe. L’attenzione si concentra prevalentemente sugli aspetti clinici e sui trattamenti. Tutto questo è assolutamente corretto, ma oggi più che mai è evidente come la comunicazione sia parte integrante della relazione con il paziente. Il modo in cui ci si rivolge all’altro, si costruisce una relazione o si trasmette la propria presenza – anche online – influisce profondamente sull’esperienza di chi sta cercando un professionista della salute. A volte, è proprio un messaggio digitale a rappresentare il primo contatto tra paziente e medico, e questo può generare (o meno) un senso di fiducia e prossimità reciproca. Non parliamo solo di contenuti informativi. Parliamo della qualità della relazione, della prossimità emotiva e, soprattutto, di fiducia. Proprio per questo motivo, quest’ultima può essere considerata la base su cui si fonda ogni relazione terapeutica.

FIDUCIA: UN PROCESSO PSICOLOGICO E RELAZIONALE

In psicologia, la fiducia non è un sentimento spontaneo, ma un processo che si sviluppa nel tempo, attraverso interazioni coerenti, segnali di affidabilità, di attenzione e di presenza. Nel contesto sanitario, questo processo inizia fin dal primo contatto: dal modo in cui il professionista si presenta, comunica, accoglie. Il paziente osserva, ascolta, percepisce. E da questi segnali costruisce, interiormente, un’immagine del professionista con cui si sta relazionando. La fiducia prende forma quando c’è coerenza tra ciò che viene comunicato e ciò che viene effettivamente offerto.

RELAZIONE E FIDUCIA: UN VALORE AGGIUNTO IN MEDICINA ESTETICA

Al di là delle competenze mediche, che restano fondamentali, è essenziale costruire una buona relazione terapeutica

Se questo allineamento viene a mancare, si genera una dissonanza che può limitare – o addirittura compromettere – la relazione. È per questo che oggi si parla sempre più di “esperienza relazionale” anche nel contesto medico. Il paziente, oltre alla competenza clinica, ha un bisogno prioritario: sentirsi al sicuro. E questa sicurezza nasce anche (e soprattutto) da una comunicazione attenta, coerente e umana.

EMPATIA: COMPRENDERE PRIMA DI INTERVENIRE

In ambito comunicativo e relazionale, l’empatia costituisce una risorsa fondamentale che contribuisce alla qualità della relazione. Non si limita semplicemente alla capacità di comprendere il punto di vista dell’altra persona, ma si basa su una connessione autentica con il suo mondo emotivo, che si realizza attraverso gesti di attenzione, ascolto e accoglienza. Quando una persona si sente veramente compresa, tende ad aprirsi maggiormente, ad avere un rapporto più collaborativo e a costruire

BREVE BIO

Dott. Massimiliano Vandi Psicologo con esperienza in Psicologia del Lavoro, delle Relazioni e della Comunicazione. Si occupa di relazione medico-paziente e affianca professionisti della salute nello sviluppo di competenze relazionali e organizzative, integrando psicologia e strumenti comunicativi orientati alla cura.

L’empatia, pertanto, non è soltanto una qualità umana, ma una competenza fondamentale per chi lavora in contesti comunicativi complessi, come ad esempio quello della Medicina Estetica. Nel rapporto con il paziente, ciò che quest’ultimo cerca non è soltanto una risposta o una soluzione alla propria necessità, ma anche una forma di accoglienza emotiva: il bisogno di sentirsi riconosciuto e valorizzato all’interno della relazione.

IL VALORE

DELLA COMUNICAZIONE

NELLA MEDICINA ESTETICA

Nel campo della Medicina Estetica, tutti questi aspetti assumono un significato ancora più profondo. Il paziente non si rivolge al professionista per un’urgenza clinica, ma per un’esigenza che coinvolge aspetti profondamente legati alla propria identità, immagine e autopercezione. È una scelta che nasce da dinamiche interiori complesse, che toccano bisogni di riconoscimento, desideri legati alla dimensione sociale e una ricerca di equilibrio tra l’aspetto esteriore e il vissuto personale. Pertanto, la decisione di affidarsi a un medico estetico non è mai solo tecnica o razionale, ma coinvolge in modo significativo la sfera emotiva e relazionale. Per questo motivo, nella Medicina Estetica la comunicazione non può limitarsi alla presentazione del “prima e dopo” .

Dott. Massimiliano Vandi psicologo con esperienza in Psicologia del Lavoro, delle Relazioni e della Comunicazione

Deve essere profondamente rispettosa, relazionale, consapevole dell’identità emotiva che ogni richiesta porta con sé. Un paziente che si affida a un medico estetico cerca sì competenza, ma sceglie anche in base alla capacità del professionista di comprenderlo, ascoltarlo e accoglierlo. E questa capacità si esprime:

ƒ nella comunicazione;

ƒ nel tono di voce;

ƒ nelle parole utilizzate;

ƒ nel modo in cui si pongono domande e si gestiscono dubbi;

ƒ nella chiarezza con cui si educa il paziente e si costruisce un percorso condiviso.

Tutto questo non ha solo un valore tecnico, ma relazionale e simbolico: permette di creare un senso di vicinanza e alleanza fin dal primo incontro.

CENTRALITÀ DEL PAZIENTE E VALORE DELLA RELAZIONE

Nella Medicina Estetica, ogni parola ha un peso. Ogni messaggio, verbale o non verbale, può generare alleanza o creare distanza. Considerare il paziente come persona – e non come “caso

MARKETING AMBULATORIALE

Obiettivo del corso

Offrire un percorso per acquisire maggiore consapevolezza dei principi chiave della comunicazione, migliorare l’efficacia delle proprie tecniche di consulto ed aumentare la soddisfazione dei pazienti. La partecipazione al Workshop darà la possibilità di:

• Condividere scenari recenti, evoluzione ed opportunità del mercato della Medicina Estetica

• Ottimizzare la comunicazione esterna per aumentare i contatti con nuovi pazienti

• Massimizzare l’esperienza positiva dei pazienti che entrano in contatto con lo studio medico

• Migliorare la fidelizzazione dei pazienti dello studio.

DIDATTICA A CURA DI: Dott. Massimiliano Vandi

DATA DEL CORSO: 12 Dicembre 2025

CREDITI ECM: 4 crediti (previa compilazione del test)

RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI

SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna 051.6388334/051.320170 - www.valet.it - info@valet.it

estetico” – è la chiave per costruire una relazione duratura, soddisfacente e orientata alla collaborazione. Una relazione così impostata, permette anche di affrontare meglio eventuali criticità o momenti delicati del percorso. Comunicare in modo relazionale non significa esporsi eccessivamente,

ma scegliere con cura un linguaggio umano, competente, rispettoso della sensibilità dell’altro. Significa educare, accompagnare, comprendere. E significa soprattutto creare le condizioni affinché il paziente si senta parte attiva di un percorso, non semplice destinatario di un trattamento. ◼

ESOSOMI AUTOLOGHI INIETTABILI

Sistema di foto-termo-biostimolazione per mezzo di tre programmi predefiniti che utilizzano un'ampia gamma di temperature e lunghezze d'onda laser

Migliora i prodotti plasmaderivati migliorandone la funzionalità delle piastrine e potenziando ATP

Promuove il metabolismo cellulare per ottenere risultati superiori con una terapia cellulare rigenerativa potenziata

Induce il rilascio di esosomi, aumentando il potere rigenerativo di qualsiasi prodotto autologo: PRP, Cellule Adipose, Tessuto Dermico etc

Medical Aesthetics

Associazione Flebologica Italiana

Prof.ssa Paola Molinari

Specialista in Chirurgia Generale, Medico Estetico - Modena

Coordinatrice del Comitato Scientifico SIES e Direttore Scuola CPMA VALET - Bologna

LIL PAZIENTE DI MEDICINA ESTETICA IN UN AMBULATORIO SICURO

Indicazioni e protocolli, dispositivi e farmaci essenziali per la sicurezza del paziente

a Medicina Estetica è comunemente percepita come un settore a basso rischio grazie alla natura miniinvasiva della maggior parte delle procedure. Tuttavia, interventi come l’iniezione di filler, l’utilizzo della tossina botulinica, i peeling chimici o le microchirurgie ambulatoriali possono causare complicanze gravi, ed esistono anche complicanze generiche a cui essere preparati. L’allestimento di un ambulatorio adeguato e la preparazione ad affrontare le emergenze rappresentano un obbligo etico, legale e professionale: ho cercato di schematizzare e riassumere i punti salienti e le norme generali da rispettare, anche se l’allestimento e i requisiti strutturali degli studi medici dipendono dalle indicazioni di ogni regione.

RISCHI REALI IN PROCEDURE MINIMALLY INVASIVE

1.1. Complicanze Improvvise e Gravi

ƒ Anafilassi.

ƒ Occlusioni vascolari.

ƒ Crisi ipertensiva o bradicardia severa.

ƒ Reazioni vaso-vagali.

ƒ Aritmie, sincope o arresto cardiaco.

ƒ Crisi respiratorie da broncospasmo o edema laringeo.

ƒ Shock ipovolemico.

1.2. La crisi vagale

La crisi vagale rappresenta una delle emergenze più comuni in ambito ambulatoriale. Si manifesta con ipotensione, bradicardia, nausea, sudorazione fredda e sincope. Le cause principali includono:

ƒ Dolore acuto.

ƒ Stress emotivo intenso.

ƒ Ortostatismo prolungato. Un pronto riconoscimento e trattamento con posizione antishock, ossigenoterapia e supporto psicologico sono essenziali.

LA PREPARAZIONE COME PILASTRO DELLA SICUREZZA

2.1. Protocolli Operativi

Ogni struttura deve disporre di protocolli scritti per la gestione delle emergenze, comprensibili e condivisi con tutto il personale. Nella scheda, un esempio di protocollo operativo per la gestione delle emergenze vascolari o anafilattiche.

2.2. Formazione Regolare

ƒ Simulazioni di emergenza.

ƒ Aggiornamenti su farmacologia d’urgenza.

ƒ Addestramento all’utilizzo di dispositivi salvavita.

2.3. Dotazione Essenziale

ƒ Kit farmaci d’urgenza completo.

ƒ Dispositivi medici salvavita (DAE, ossigeno).

ƒ Strumenti di monitoraggio (sfigmomanometro, saturimetro).

ELENCO DEI FARMACI ESSENZIALI IN AMBULATORIO (salvo diverse indicazioni da regolamento regionale)

3.1. Emergenze Anafilattiche e Allergiche

Farmaco

Indicazioni principali

Adrenalina IM Primo intervento in caso di anafilassi.

Corticosteroidi

Prevenzione reazioni ritardate, riduzione dell’infiammazione.

Antistaminici Controllo orticaria, prurito, edema.

3.2. Emergenze Vascolari

Farmaco

Indicazioni principali

Ialuronidasi Trattamento occlusioni vascolari da filler.

Aspirina

Antitrombotico in casi sospetti di ischemia.

3.3. Emergenze Cardiovascolari

Farmaco Indicazioni principali

Nitroglicerina Crisi ipertensive, angina.

Atropina Bradicardia severa.

Amiodarone Aritmie ventricolari gravi.

3.4. Emergenze Respiratorie

Farmaco Indicazioni principali

Salbutamolo Broncospasmo acuto, crisi asmatica.

Ossigeno Ipossia, anafilassi, eventi cardiovascolari.

3.5. Soluzioni per Stabilizzazione Emodinamica

Farmaco Indicazioni principali

Soluzione fisiologica Reidratazione, shock ipovolemico.

Ringer lattato

Volume replacement in condizioni critiche.

4. Dispositivi Salvavita e Monitoraggio

Dispositivo Funzione

Defibrillatore DAE

Sfigmomanometro e stetoscopio

Kit ossigenoterapia

Saturimetro

Materiale d’infusione

Gestione arresto cardiaco con guida vocale.

Monitoraggio PA, segni vitali.

Trattamento crisi respiratorie (bombola, maschere, cannule).

Monitoraggio della saturazione d’ossigeno.

Ago cannula, deflussori, lacci emostatici.

PIANIFICAZIONE, CONSERVAZIONE E ACCESSIBILITÀ

5.1. Conservazione

ƒ Temperatura controllata (es. frigo farmaci).

ƒ Assenza di umidità e luce diretta.

ƒ Contenitori etichettati e accessibili.

5.2. Controllo Periodico

ƒ Verifica scadenze farmaci.

ƒ Verifica funzionamento dispositivi (batterie DAE, pressione bombole).

ƒ Check mensile della checklist di emergenza.

RUOLI

E RESPONSABILITÀ IN EMERGENZA

Figura Compiti principali

Medico responsabile Guida clinica, somministrazione farmaci, diagnosi e trattamento.

Assistente sanitario

Receptionist/ segretario

Monitoraggio parametri, supporto nell’uso dei dispositivi, allerta al 118 o 112 a seconda dele regioni.

Gestione documentazione, chiamata ai soccorsi, supporto nella logistica emergenziale.

LA CATENA DELL’EMERGENZA

1. Riconoscimento precoce dei sintomi.

2. Attivazione del protocollo interno.

3. Somministrazione immediata dei farmaci.

4. Chiamata al 118/112, se necessario.

5. Stabilizzazione e documentazione clinica.

TAKE-HOME MESSAGES

ƒ La sicurezza del paziente è direttamente proporzionale al livello di preparazione del team e dell’ambulatorio.

ƒ I farmaci salvavita e i dispositivi medici devono essere sempre disponibili, funzionanti e aggiornati.

ƒ La formazione continua è imprescindibile per affrontare con lucidità ogni tipo di emergenza.

ƒ Ogni membro del team deve conoscere il proprio ruolo e la catena dell’intervento. ◼

RIFERIMENTI

1. Signorini M. et al. “Hyaluronidase Use in Aesthetic Practice: Expert Consensus”. Aesthet Surg J. 2021.

2. Heydenrych I. et al. “Emergency Management in Aesthetic Clinics”. J Clin Aesthet Dermatol, 2018.

3. Accordo Stato-Regioni 7 Febbraio 2013 – Requisiti strutturali degli studi medici.

4. American Heart Association. Basic Life Support Guidelines, 2020.

5. Molinari P. et al. “The use of Hyaluronidase in Hyaluronic acid filler complications: an Italian consensus statement”. Aesthetic Surgery Journal JOJ Dermatol and Cosmet. 2025; 6(5): 555696.

Protocollo Operativo - Gestione emergenze vascolari e reazione anafilattica

Occlusione Vascolare da Filler

Interrompere immediatamente l’iniezione.

Valutare presenza di sbiancamento, dolore intenso, e successivamente di livedo, vescicole cutanee, necrosi.

Iniettare ialuronidasi a concentrazione elevata (es. 1500 UI in più sessioni successive) nella zona interessata, o inferiore se sotto controllo ecografico (es. 150 UI) secondo protocolli. Massaggiare delicatamente l’area per favorire la diffusione. Applicare impacchi caldi.

Somministrare ASA (Aspirina) se indicato.

Monitorare evoluzione clinica, ripetendo procedura ogni ora. Considerare consulto urgente.

Anafilassi - Gestione Immediata

Interrompere immediatamente la procedura o la somministrazione del farmaco.

Chiamare il numero di emergenza (112 o 118).

Monitorare parametri vitali. Preparare per eventuale RCP.

Somministrare adrenalina IM (0,3-0,5 mg in adulti) nella faccia anterolaterale della coscia o nella laterale del braccio.

Posizionare il paziente in Trendelenburg (gambe sollevate).

Somministrare ossigeno ad alto flusso.

Somministrare corticosteroidi EV (es. metilprednisolone) e antistaminici.

EVENTO FORMATIVO ITINERANTE

Cerchi una tecnologia esclusiva, versatile, semplice da utilizzare, mini-invasiva per una importante azione liftante e rimodellante su viso e corpo?

Scopri ATTIVA S.I.H. Technology* durante i nostri eventi formativi itineranti, NON MANCARE!

Firenze 22 Settembre 2025

Palermo 26 Settembre 2025

Napoli 30 Settembre 2025

Bari 16 Ottobre 2025

Torino 27 Ottobre 2025

Roma 15 Novembre 2025

Milano 28 Novembre 2025

Evento Gratuito rivolto ai Professionisti di Medicina e Chirurgia Estetica

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Numero 75 by L'Ambulatorio Medico - Issuu