tesina

Page 1

MIGRAZIONI CAUSATE DAI TOTALITARISMI E DALLA SECONDA GUERRA E LE LORO INFLUENZE SUGLI AMBIENTI CULTURALI AMERICANI


«Lontano lontano come un cieco m’hanno portato per mano» Giuseppe Ungaretti

Abstract

arte: Alexandre Fonseca

In this globalized world, distances are shortened and international travels and migrations become more and more frequent; but rarely or never do we stop to think about how such migrations can affect Culture. This work's purpose is exactly this: to analyze how international migrations affect the cultural environment as well as intellectuals. Since many intellectuals have migrated throughout history, the period chosen was that of the recent totalitarian regimes and World War II, because of the diversification and high number of migrations, but also because of the proximity with our times. The method chosen was the exemplification one: five different case stories - the migrations of the Jewish scientists that participated in the Manhattan Project; German philosopher Marcuse; Brazilian writer Clarice Lispector; Italian poet Giuseppe Ungaretti and Russian-English writer Vladimir Nabokov - on which migrations have had different impacts showing us that the contact between intellectuals from two or more different cultures always produces modifications in a cultural environment or, at least, in the works of the person that migrated.


Indice

Abstract............................................................2 Introduzione.......................................................4 La Germania nazista: un esempio di antisemitismo...........5 Il contributo ebreo al progetto Manhattan....................8 Come funziona una bomba atomica?.............................10 Vladimir Nabokov - a great writer in his second language.12 Marcuse e il ‘68..................................................14 Giuseppe Ungaretti e il Brasile................................16 A heranca ucraniana de Clarice Lispector....................18 Conclusione.......................................................21 Allegati...........................................................22 Riferimenti bibliografici......................................27

MIGRAZIONI

3


Introduzione

Introduzione

L

e migrazioni consistono in spostamenti temporanei o permanenti di intere popolazioni o di singoli individui. Esse sono comunissime sin dal sorgere delle prime specie, furono e sono fino ad oggi di fondamentale importanza per l’evoluzione delle specie e per le mutazioni genetiche. Infatti, quando una popolazione migra verso un’altra avente frequenze geniche (cioè le frequenze con cui appaiono determinate combinazioni di alleli nei geni) diverse dalle sue, la frequenza genica della popolazione mista risultante avrà un valore intermedio tra quello della popolazione originale e quello della popolazione donatrice. Per l’uomo, che ha una forte tendenza a spostarsi, le migrazioni ebbero ed hanno fino ad oggi grande importanza sia dal punto di vista genetico che da quello culturale. L’impatto causato dalle migrazioni sui diversi ambienti culturali, però, non può essere calcolato precisamente quanto quello causato sulla frequenza genica delle popolazioni. Sono frequenti gli studi sulle cause e conseguenze politiche, storiche, sociali ed economiche delle migrazioni in una società, ma mancano analisi di questo genere dal punto di vista culturale. Infatti, il contatto tra diverse culture e mentalità può avere conseguenze di diverse misure e tipo, e conoscere queste possibilità ci rende più consapevoli dei meccanismi che regolano la mentalità umana e delle conseguenze che possono avere i nostri atteggiamenti. La conquista della Grecia da parte della repubblica romana e le conseguenti migrazioni di greci verso la penisola italica (ma anche i soggiorni di romani in Grecia), per esempio, fecero in modo che i romani entrassero a contatto con la cultura ellenica e ne assorbissero grande parte. La filosofia, la politica, la retorica, la scienza, l’edilizia greca furono in un primo momento imitate dai romani e ulteriormente modificate da loro. Su questo influsso significativo, Orazio disse che “La Grecia conquistata conquistò a sua volta il rozzo dominatore”. Infatti fino a quel momento i romani s’erano occupati di attività che avevano immediate applicazioni pratiche. La letteratura, il teatro, le arti figurative si affermarono a Roma dopo il contatto con la cultura greca.

4

MIGRAZIONI

Un altro esempio significativo è la caduta di Costantinopoli, che nel 1453 venne conquistata dai Turchi Ottomani. Il suo crollo provocò l’esodo di una grande quantità di filosofi, artisti, letterati e intellettuali greci. Molti di essi si rifugiarono in Italia, soprattutto a Firenze, e ciò provocò una forte diffusione di cultura greca e bizantina e, in un certo senso, una rinascita culturale che influenzò l’Umanesimo e il Rinascimento. Oggigiorno le migrazioni sono facilitate dalla tecnologia nell’area dei traspor ti e dalla globalizzazione e avvengono in maniera sempre più frequente. Perciò, la necessità di studiare il loro impatto sul piano culturale si fa ogni volta più grande. Questo lavoro si propone di studiare alcuni casi più recenti in cui la convivenza interculturale influenzò singoli intellettuali o interi ambienti culturali. Il periodo scelto è stato quello degli anni Trenta e Quaranta del Novecento, anni dei totalitarismi e della Seconda Guerra Mondiale. Da questo periodo ad oggi c’è il distacco temporale necessario ad uno studio storico dei fatti, il grande flusso migratorio avvenuto in questi anni fa in modo che sia possibile studiare diversi tipi di convivenza interculturale in diverse aree del sapere e l’inizio di globalizzazione presente in quell’epoca garantisce attualità a questo lavoro. Il metodo scelto è stato quello dell’esemplificazione, perché un'analisi generale delle migrazioni in quest'epoca potrebbe essere completa e profonda soltanto con molto più tempo e un numero molto maggiore di pagine a disposizione. Dato il contesto storico europeo, e mettendo a fuoco particolarmente quello della Germania nazista, si sono analizzati 5 casi di emigrazione di singoli individui dall’Europa in America: quello degli scienziati ebrei che parteciparono al progetto Manhattan; quello dello scrittore russo-americano Vladimir Nabokov; quello del filosofo della scuola di Francoforte Herbert Marcuse; quello del poeta Giuseppe Ungaretti e quello della scrittrice brasiliana di origini russe Clarice Lispector. I primi tre emigrarono negli USA, mentre gli ultimi due in Brasile. La loro analisi ci mostra come gli spostamenti abbiano un ruolo decisivo almeno per la vita di colui che migra e come, spesso, essi influiscano in campi più vasti, dalla letteratura di un Paese alla storia mondiale.


Capitolo di storia La Germania nazita: un esempio di antisemitismo

N

egli ultimi anni dell'Ottocento in Europa ci fu un ritorno dell'antisemitismo. Esso era in primo luogo dovuto al forte nazionalismo che dominava l'ideologia politica dell'epoca: gli ebrei servivano come capro espiatorio per spiegare le crisi economiche e i conseguenti disagi sociali. È interessante notare che lo stesso termine “antisemitismo” fu coniato in quegli anni da Wilhelm Marr, un nazionalista tedesco, come eufemismo della parola Judenhass, cioè odio verso gli ebrei. Nei primi anni del Novecento l'antisemitismo si era decisamente diffuso in numerose società europee, e partiti politici aperatamente razzisti non erano rari. Nella Germania del primo dopoguerra, la drammaticità della situazione economico-sociale provocò un'ulteriore inasprimento del sentimento di odio verso gli ebrei, da molti indicati come i principali colpevoli della grave crisi nazionale. Nel 1920, a Monaco, Hitler presentò i 25 punti del prog ramma nazista: sette di essi erano dichiaratamente razzisti: 4. Può essere cittadino dello Stato solo chi sia connazionale. Può essere connazionale solo chi sia di sangue tedesco, senza riguardo alla sua religione. Nessun ebreo può quindi essere connazionale . 5. Chi non è cittadino dello Stato deve poter vivere in Germania solo in veste di ospite e deve sottostare alla legislazione che regola il soggiorno degli stranieri. 6. Il diritto di influire sulla condotta e sulle leggi dello Stato può spettare solo al cittadino dello Stato. Per questo noi chiediamo che tutte le cariche pubbliche di qualsiasi genere, cioè del Reich, dei Länder o dei comuni, possano venir occupate solo da cittadini dello Stato. Noi lottiamo contro il parlamentarismo corruttore, contro l'attribuizione di cariche in base a considerazioni di partito, senza tener conto del carattere e della

capacità. 7. Noi chiediamo che lo Stato si impegni ad aver cura in primo luogo di assicurare lavoro e possibilità di esistenza ai cittadini dello Stato. Qualora non sia possibile nutrire la popolazione dello Stato, gli appartenenti ad altre nazionalità (cioè coloro che non sono cittadini dello Stato) dovranno venir espoulsi dal Reich. 8. Si dovrà impedire ogni nuova immigrazione di nontedeschi. Noi chiediamo che tutti i nontedeschi che sono immigrati in Germani dopo il 2 agosto 1914 vengano costretti a lasciare immediatamente il Reich. 23. Noi chiediamo la lotta legale contro le menzogne politiche consapevoli e contro la loro diffusione a mezzo della stampa. Per rendere possibile la creazione di una stampa tedesca, noi chiediamo a) che tutti i redattori e collaboratori di giornali pubblicati in lingua tedesca debbano essere connazionali. b) che i giornali non tedeschi debbano ottenere, per essere pubblicati, un'espressa autorizzazione dello Stato: e che non possano venir stampati in lingua tedesca. c) che ogni partecipazione o influenza finanziaria su giornali tedeschi di parti di non tedeschi venga vietata legalmente, e che la violazione di questa norma venga punita con la chiusura del giornale e con l'immediata espulsione dal Reich delle persone non tedesche implicate. I giornali che contrastano con l'interesse della comunità devono essere vietati. Noi chiediamo la lotta legale contro organizzazioni ar tistiche e letterar ie che esercitano un flusso disgregatore sulla nostra vita nazionale, e chiediamo la chiusura delle istituzioni che violano e principi sopra esposti. 24. Noi chiediamo la libertà di tutte le professioni religiose entro lo Stato, in

MIGRAZIONI

5


Capitolo di storia

quanto esse non minaccino la sua esistenza o non urtino contro la coscienza morale della razza germanica. Il Partito, come tale, difende la concezione di un cristianesimo positivo, senza legarsi confessionalmente a una determinata fede. Esso lotta contro lo spirito ebraico-materialista dentro di noi e fuori di noi, ed è convinto che un durevole risanamento del nostro popolo può avvenire soltanto dall'interno, sulla base del pr incipio: l'interesse comune deve prevalere sull'interesse privato.

'Legge per il rinnovo dell'amministrazione pubblica' (allegato 1): l'esclusione degli ebrei dagli incarichi pubblici, dall'avvocatura e dalle mutue. Erano da considerare ebrei tutti coloro che avevano almeno un genitore o un nonno ebreo. Padre, madre e nonni erano da considerarsi presunti ebrei qualora professassero la religione giudaica. A questa legge ne seguirono tante altre, rivolte a una progressiva sottomissione degli ebrei agli 'ariani', fino alla loro completa esclusione dalla società.

Nello stesso 1933, con l'ascesa al potere di Hitler, Il nazismo, perciò, è molti ebrei programmaticamente emig rarono dalla razzista: la società, Germania. Negli anni nell´ottica di Hitler, s u c c e s s i v i era formata da l'emigrazione si Vo l k s g e n o s s e n accentuò e arrivò (camerati della all'apice nel 1935, nazione – quelli che quando ci fu dovrebbero costituire un'accelerazione nel l a f u t u r a processo di Volksgemeinschaft, discriminazione degli cioè la “comunità ebrei: furono esclusi popolare” tedesca) e dall'esercito, negozi e «Gli ebrei non sono benvenuti» d a i ristoranti tedeschi Gemeinschaftsfremde (estranei alla 'comunità', furono obbligati ad esporre cartelli in cui si leggeva che non appartenevano alla nazione tedesca e “vietato l'ingresso agli ebrei”, fino a che, il 15 venivano, pertanto, emarginati. Sono essi: ebrei, settembre, furono promulgate le Leggi di zingari, omossessuali, portatori di handicap fisici o Norimberga, consistenti nella 'Legge di protezione mentali). Il razzismo fu forse uno degli elementi del sangue e dell'onore tedesco' (allegato 3) e dalla che contribuì all´adesione entusiasta di tante 'Legge sulla cittadinanza tedesca' (allegato 2). La persone al partito nazionalsocialista: in una società prima proibiva matrimoni misti tra ebrei e tedeschi, immersa in una profonda crisi economica, politica mentre la seconda garantiva diritti politici soltanto ed 'esistenziale', l´individuazione di un colpevole, ai cittadini del Reich, cioè agli ariani. di un nemico comune esterno alla nazione ariana, produce unione, ridesta l'orgoglio ferito, stimola Nel 1936, gli ebrei furono banditi da tutte le attiva partecipazione politica. professioni, negli anni sucessivi furono imposte tasse più pesanti per loro, proprio a causa della loro origine e, infine, furono completamente emarginati Nell'aprile 1933, due mesi dopo che Hindemburg dalla vita economica tedesca (allegato 4). aveva affidato a Hitler la formazione di un nuovo governo, ci fu un'azione di boicattaggio del commercio ebraico, organizzata da un comitato Sembra che l'intenzione fosse proprio quella di ottenere uno Stato judenfrei, cioè libero dagli ebrei, non ufficiale, seguita dalla prima legge razziale, la

6

MIGRAZIONI


Capitolo di storia

forzandoli ad emigrare attraverso leggi ogni volta più pesanti, che rendevano insostenibile la loro condizione di vita. Nel 1938, erano rimasti in Germania 350 mila dei 520 mila ebrei che lì vivevano prima dell'ascesa di Hitler al potere. Con l'annessione dell'Austria, però, altri 190 mila ebrei andarono sotto il controllo tedesco, e risultó chiara l´impossibilitá di fare in modo che tutti emigrassero. In quello stesso anno (1938) avenne il pogrom della Notte dei Cristalli (Reichspogromnacht), operato dai nazisti in rappresaglia agli ebrei, in seguito l'assassinato di un diplomatico tedesco a Parigi per mano di Herschel Grynszpan, un ebreo polacco nato in Germania. Furono uccise circa 400 persone, rase al suolo 267 sinagoghe e devastati 7500 negozi. Dopo questo episodio, 30 mila ebrei furono deportati nei campi di concentramento (che esistevano dal '33, ma non erano utilizzati frequentemente) e la “soluzione emigrazione” (conosciuta anche come “prima fase dell'Olocausto”) venne definitivamente abbandonata, dando origine a atrocità ancora maggiori nei confronti degli ebrei: prima la “ghetizzazione a oriente” (deportazione e concentramento in Polonia), poi lo sterminio in URSS e, dal 1942 in avanti, la “soluzione finale”: i campi di sterminio.

Tra il '33 e il '41, gli USA ricevettero 210 mila immigranti ebrei, nell'intero secolo furono cira 6 milioni. Queste migrazioni ebbero un profondo impatto sugli ambienti culturali degli USA e impatti minori su quelli degli altri Paesi delle Americhe. Allegati: 1) Legge per il rinnovo dell'amministrazione pubblica 2) Legge sulla cittadinanza tedesca – Norimberga 1935 3) Legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco

L'antisemitismo negli anni 30 non fu, però, caratteristico soltanto della Germania. In vari Stati europei si diffusero regìmi parafascisti (Spagna, Portogallo, Iugoslavia, Romania, Bulgaria, Grecia, Ungher ia...), ed essi tendenzialmente promulgarono leggi razziali: alcuni proprio perchè programmaticamente razzisti, altri invece per influsso del nazismo (come avenne anche nel caso dell'Italia: il fascismo non era originalmente razzista, ma promulgò leggi razziali dopo la sua alleanza col nazismo). Questo provocò un'immensa emigrazione di ebrei da questi Stati, rivolti soprattutto verso gli Stati Uniti, ma anche verso altri Stati delle Americhe.

MIGRAZIONI

7


Capitolo di fisica Il contributo ebreo al progetto Manhattan

N

egli anni 30, gli Stati Uniti ricevettero migliaia di immigrati dall'Europa, provenienti soprattutto dai Paesi in cui predominava un totalitarismo o un parafascismo. La maggior parte di questi era di origine giudaica e, tra il 1939 e il 1945, alcuni dei più grandi scienziati dell'epoca vissero per qualche periodo negli Stati Uniti. Einstein, Nobel della fisica nel 1921 per i suoi studi sull'effetto fotoelettrico (anche se la relatività speciale e quella generale sono le sue più famose e rivoluzionarie teorie) visse negli Stati Uniti dal 1933 fino alla sua morte, emigrato da Berlino con l'ascesa al potere di Hitler e la crescita del sentimento antiebraico in Germania. Enrico Fermi ci visse dal 1938, anno in cui vinse il Nobel della fisica per la dimostrazione dell'esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti dall'irraggiamento di neutroni, e per la scoperta delle reazioni nucleari. Niels Bohr, Nobel della fisica nel 1922 per i suoi studi sulla struttura dell'atomo, ci visse dal 1943 al 1945, dopo essersi rifugiato dal nazismo in Svezia a causa dell'invasione tedesca della Norvegia. Già dal 1939, però, fu a contatto con Einstein e altri scienziati che si trovavano in suolo americano. Leó Slizárd, l'ungherese che aveva concepito la possibilità di una reazione nucleare a catena, era fuggito dalla persecuzione nazista nel 1933, rifugiandosi a Londra. Nel 1938, però, si trasferì negli USA. Questi quattro emigrati furono di fondamentale importanza per la creazione della bomba nucleare e per il Progetto Manhattan. Nel 1915, la teoria della relatività generale di Einstein aveva scoperto la relazione tra energia e massa, che in forma matematica è: E=mc² (E: energia, m: massa e c: velocità della luce). Questa formula esplicita la grande quantità di energia

8 9

MIGRAZIONI

contenuta anche in piccole masse, giacchè l'energia corrisponde alla massa moltiplicata per il quadrato della velocità della luce, (300.000 km/s)². Già nel 1921, uno studente aveva detto ad Einstein che la sua teoria apriva possibilità per la costruzione di bombe assai potenti a partire da atomi, ma esso non diede grande importanza ai discorsi del giovane. Emigrato negli USA nel 1933, Einstein venne accolto con rispetto, ma anche con un'agitazione degna di un attore di Hollywood, un'icona pop, cosa poco comune per uno scienziato. Il fatto è che la sua personalità eccentrica e le sue teorie rivoluzionarie aprivano spazio a questo tipo di atteggiamento nei suoi confronti, e la cultura americana fece in modo che esso si intensificasse. Nel gennaio 1939, in una visita agli USA, Bohr divulgò i risultati di alcuni esperimenti realizzati in Germania da Otto Hahn, Fritz Strassman e Lise Meitner (anch'essa aveva origini ebraiche e dovette abbandonare le ricerche in Germania, nel '38, ed emigrare in Svezia). Essi, bombardando con neutroni un nucleo pesante di uranio, ottennero due nuclei di elementi che, sommati, avevano massa atomica inferiore a quella dell'uranio. La quantità di massa che si perde in questo processo, conclusero, si trasforma in energia: circa 200 milioni di elettronvolt per ogni atomo fissionato. Questa scoperta è alla base di tutti i futuri sviluppi di uso dell'energia atomica. Diventava più chiaro, giorno dopo giorno, che sarebbe possibile utilizzare questo processo di fissione per produrre enormi quantità di energia, anche sotto forma di una bomba. In quell'epoca, Leó Szilárd e Enrico Fermi erano professori e ricercatori dell'Università di Columbia, a Manhattan. L'ungherese, venuto a sapere dei risultati sperimentali ottenuti in Germania, capí che l'uranio potrebbe essere l'elemento utilizzato in una rezione nucleare in catena. Discutendone con l'amigo Eugene Wigner (anche lui fisico, di origine ebraica, ungherese), cominciò a preoccuparsi della possibilità che i tedeschi comprassero grandi quantità di uranio nel


Capitolo di fisica

Congo, all'epoca una colonia belga. Non sapeva, però, in quale modo fosse possibile avvertire i belgi. Einstein era amico personale della regina-madre del Belgio, e Szilárd e Wigner entrarono in contatto con lui per cercare di risolvere il problema. Einstein pensò di mandare una lettera a un ministro belga che conosceva, ma decisero di consultare il Dipartimento di Stato Americano: infatti, era meglio che tre rifugiati non scrivessero direttamente a un governo straniero, parlando di temi segreti di sicurezza. Dall'incontro dei 3 scienziati ebbe origine una lettera al presidente Roosevelt, firmata da Einstein e consegnatagli dall'economista Alexander Sachs. Essa avvertiva la possibilità di utilizzare l'uranio come fonte di energia, anche sotto forma di bomba, attraverso una reazione a catena; stimolava il presidente a prendere contatto con gli scienziati che stavano studiando queste possibilità e a finanziare i loro esperimenti e affermava che la Germania aveva smesso di vendere uranio dalle miniere in Cecoslovacchia, e questo potrebbe significare una presa di contatto da parte del governo tedesco con gli scienziati del Kaiser Wilhelm Institute, che stavano anch'essi realizzando esperimenti sulle reazioni a catena. Nello stesso giorno in cui ricevette la lettera, Roosevelt creò un comitato speciale, coodinato dal dr. Lyman Briggs (direttore del Bureau of Standards - il laboratorio nazionale di fisica), al quale par tecipavano Szilárd, Wigner e Teller. L'investimento nei mesi seguenti, però, fu di soli 6 mila dollari. Cinque mesi dopo la prima riunione del gruppo, nel marzo 1940, Einstein e Slizárd scrissero una lettera a Sachs (con l'intenzione che fosse letta dal presidente) avvertendo della necessità di stimolare al massimo le ricerche americane, visto che anche a Berlino si lavorava sulle rezioni a catena. Da questa lettera ebbe origine un nuovo comitato, organizzato da Sherman Miles, che ricevette fondi

rilevanti soltanto alla soglia dell'episodio di Pearl Harbor, nel '41, e iniziò il cosidetto Progetto Manhattan nell'estate del '42. Rober t Oppenheimer, americano di nascita, fu scelto per coordinare il gruppo di scienziati che si riunì segretamente a Los Alamos, nel New Mexico.Tra di essi, c'erano: Bohr, Chadwick, Bethe, Fermi, Teller, Feynmann, Anderson, Wigner, Rabi, Fermi, Emilio Segrè e Bruno Rossi. Anche von Neumann vi partecipò attivamente, risolvendo molti problemi matematici. In quello stesso anno, Fermì realizzò la prima fissione a catena dell'uranio, e ad ottobre ebbe inizio la costruzione del primo reattore nucleare, “la pila atomica”.Tre anni, due miliardi di anni e una guerra praticamente vinta dopo, due bombe nucleari esplodevano a Nagasaki ed Hiroshima. La velocità dello sviluppo delle conoscenze nell'area della fisica nucleare avvenuto tra la fine degli anni '30 e l'inizio degli anni '40 è sorprendente, e dovuto alla congiunzione di almeno tre fattori: A causa dell'ascensione di un governo fascista in Italia, di un parafascista in Ungheria e di quello nazista in Germania e, soprattutto, a causa delle leggi raziali imposte da questi Stati e dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, grande parte dell'èlite scientifica contemporanea emigrò verso gli USA. Eccezionalmente, la maggior parte dei scienziati di grande rilievo nell'ambito della fisica nucleare vennero a trovarsi nello stesso Paese, il che – anche prima dell'inizio del Progetto Manhattan – favorì la comunicazione e l'interscambio di idee fra di loro. Negli anni 10, Hollywood diventò il centro dell'industria cinematografica statunitense e il fenomeno del divismo iniziò a svilupparsi: sorsero i “divi”, personalità del cinema che diventavano oggetti d'amore e ammirazione, modelli con cui identificarsi, miti viventi. Queste persone avevano grande influsso sulla società civile e causavano molto agitazione attorno a sé. In analogia a questo

MIGRAZIONI

9


Capitolo di fisica Come funziona una bomba atomica? fenomeno tipico del cinema, la stampa americana diede, sin dal suo primo viaggio negli USA, grandissimo rilievo all'immagine di Einstein, facendo in modo che lui diventasse, per la società di massa, un'icona pop, come i grandi “divi” del cinema. Probabilmente, questa sua grande notorietà e ammirazione da parte della società non scientifica influenzò la buona accoglienza che Roosevelt ebbe nei confronti dei suoi consigli: di fatto, Einstein non era un esperto di fisica nucleare, ma fu a lui che gli esperti si rivolsero per scrivere una lettera al presidente. Infatti, un elemento di fiducia è necessario quando profughi decidono di mandare una lettera al presidente degli USA, e questo elemento fu la notorietà di Einstein. La maggior parte degli esperti di energia nucleare veniva da Paesi in cui dominavano il nazismo, il fascismo o un parafascismo. Erano stati direttamente colpiti dalle leggi razziali, giacchè molti di quelli che erano vivi a quell'epoca erano ebrei e conoscevano più da vicino gli orrori di questi regimi. Capivano meglio, quindi, la necessità di impedire a tutti i costi che essi vincessero la guerra, avevano più elementi per immaginare il mondo dopo la possibile vittoria dei Paesi dell'Intesa – e ne avevano paura, anche più di quanto ne avesse il resto del mondo. Quando si capì che una bomba di potere mai visto prima poteva essere ottenuta dalla fissione nucleare, questi scienziati capirono anc he c he sarebbe estremamente pericolosa nella mano dell'Intesa, ma anche che potrebbe svolgere un ruolo importante per gli Alleati. Ecco quindi che, iniziato il Progetto Manhattan, si dedicarono più che poterono ad ottenere la bomba prima dei tedeschi. È interessante sapere che, dopo la resa della Germania, nel maggio 1945, la maggior parte degli scienziati che avevano partecipato a questo progetto mutarono opinione e passarono ad essere contro l'utilizzazione delle bombe atomiche. Allegati: 4) Lettera di Einstein a Roosevelt 5) Lettera di Roosevelt ad Einstein

10

MIGRAZIONI

La bomba atomica è un di ordigno nucleare, il tipo di armi più potenti già inventate dall'essere umano. Viene detta anche bomba A e sfrutta, per l'esplosione, una reazione di fissione di uranio o di plutonio. Ha una potenza che va da 0,5 kilotoni a 1,5 megatoni, e livello critico attorno ai circa 10 megatoni (1 Mt equivale a 4,2 · 1015 J, cioè all'energia liberata dall'esplosione di un milione di tonnellate di tritolo). Il fondamento teorico della bomba atomica è la più famosa equazione di Einstein (e forse di tutta la fisica), l'equivalenza massa-energia E=mc² della teoria della relatività ristretta. Einstein non vide inizialmente applicazioni pratiche per la sua teoria, ma intuì che questa relazione tra massa ed energia poteva spiegare la radioattività – cioè l'emissione spontanea di energia di atomi di alcuni elementi – e che un fenomeno simile poteva stare alla base della luminosità delle stelle. Importante per l'ipotesi secondo cui si potrebbe costruire un'arma a partire da reazioni in catena all'interno di un nucleo atomico fu anche la scoperta del neutrone che, negli anni 30 e 40, portò l'italiano Enrico Fermi a fare ricerche e tentativi di crare un reattore nucleare. Andato a vivere negli USA, nel 1942 riuscì a costruire il primo reattore nucleare all'interno del Progetto Manhattan, che portò alla costruzione della prima bomba atomica nel 1944. La bomba atomica può essere costruita con atomi di qualsiasi elemento fissibile, e fino ad oggi soltanto l'isotopo U235 e il P239 si sono mostrati completamente adatti. Essa avviene attraverso il bombardamento di un neutrone in uno di questi elementi, producendo così U236 o P240. Questi isotopi sono, però, estremamente instabili, e in brevissimo tempo dopo la loro creazione si “spezzano” in due elementi più leggeri, lasciando altri 2 o 3 neutroni liberi per colpire un attomo prossimo dell'elemento fissile e liberando una grande quantità di energia (circa 211,5 MeV per ogni nucleo di uranio). Ovviamente, la somma dei neutroni e del numero numero atomico dei due


Capitolo di fisica atomi prodotti sarà uguale alla somma del numero atomico dell'atomo iniziale e del neutrone usato per il bombardamento. La massa risultante, però, è leggermente inferiore a quella iniziale, ed è appunto questa massa mancante che è stata trasformata in energia. Una reazione di fissione può essere, per esempio: 235U + n → 236U "instabile" → 144Ba + 89Kr + 3 n + 211,5 MeV

La quantità di energia liberata da questo tipo di reazione é molto maggiore di quella rilasciata da reazioni chimiche a parità di massa, perchè all'interno dei nuclei esiste un'interazione forte e, perciò, un legame di intensità molto maggiore che non quello che lega gli elettroni esterni di due atomi, ed è appunto parte dell'energia di questo legame che viene liberata dalla fissione. Un grammo di U335, per esempio, produce 8x1010J quando viene completamente fisso, energia ottenuta attraverso la combustione del carbone con masse di molto superiori, di circa 3 tonnellate. La bomba è costituita da un nocciolo in cui sta una quantità subcritica (cioè che n o n e s p l o d e espontaneamente) di uranio o plutonio, che devono essere costituiti almeno al 93% dai loro isotopi fissili. Questo nocciolo viene inserito in una specie di guscio, fatto di metallo pesante (come, per esempio, U238), detto “tampone” o “borraggio” (tamper), che trattiene il nocciolo il tempo sufficiente perchè avvenga la reazione di fissione (circa 1 microsecondo), il che è molto importante perchè si abbia un alto percentuale di materiale fisso.Viene a volte detto anche “riflettore”, g i a c c h è impedisce l'uscita dei neutroni liberi all'esterno,

evitando così la fine prematura della reazione a catena. Esistonoo due modi di detonare la bomba, che hanno entrambi l'obiettivo di trasformare la massa subcritica di isotopo radiottivo in massa critica o super-critica e dare inizio alla rezione di fissione a catena: Sistema a detonazione balistica o a “cannone” (gun-triggered fission bomb): il materiale fissile è diviso in due parti di massa subcritica, un “proiettile” e un “bersaglio”. Alcuni esplosivi semplici spingono il proiettile, che colpisce il bersaglio formando un'unica massa critica o super-critica. Può essere usato soltanto per la bomba a Uranio, come quella di Hiroshima, perchè la fissione avviene in modo indipendente dalla velocità dei neutroni che colpiscono gli atomi. - Sistema a implosione: è il più complicato, perché tutta la massa subcritica del materiale radioattivo è contenuta in una sola sfera, che viene circondata da esplosivi chimici che, una volta innescati, aumentando la pressione all'interno della sfera e comprimendo il materiale fissile, trasformano la massa subcritica in massa critica o supercritica. Entrambi i modelli contengono una sorgente di neutroni che dovranno iniziare la reazione a catena, posta al centro del nocciolo e attivata dall'esplosione chimica. Di solito è costituita da un contenitore di berillio 9 e di materiale radioattivo come il polonio 208 o 209, che emette radiazione alfa.

MIGRAZIONI

11


English chapter Vladimir Nabokov - a great writer in his second language Vladimir Vladimirovich Nabokov was born in Russia on April 22nd in St. Petersburg, to a wealthy and prominent noble family. He was the eldest of five children of Vladimir Dmitrievich Nabokov (a liberal politician, lawyer and journalist) and Elena Ivanovna Rukavishnikova. His childhood is mostly described as perfect, and was remarkable in some aspects. His household was trilingual (he grew up listening to people talk in Russian and English, so he was almost a natural bilingual, and learned French by the age of 5) and his family was famous for “its culture and commitment to public service”¹. He read Wells, Poe, Browning, Keats, Flaubert, Verlaine, Rimbaud, Tolstoy Chekhov, Sir Arthur Conan Doyle and JulesVerne. His father became a Secretary of the Russian Provisional Government with the February Revolution, but was arrested after the Bolshevik Revolution. The Nabokov had to leave Russia for exile in 1919, after the defeat of the White Army. They moved to Berlin, butVladimir entered Trinity College, in Cambridge, where he studied Slavic and Romance languages. He graduated in 1922, in the same year as his father was murdered by a Russian monarchist while trying to protect the real target, the leader of the Constitutional Democratic Partyin-exile. The death of his father influenced Nabokov's works, in which many characters faced violent and mysterious deaths. After the death ofVladimir Dmitrievich, Nabokov's mother and sister moved to Prague, but he remained in Berlin, where he survived giving English lessons, translating, besides also giving chess, tennis and boxing lessons. He also composed the first crossword puzzles in Russian. In Berlin he wrote his first 9 novels and poems, always in Russian, under the pen name of Vladimir Sirin, and dealt with themes such as death, the flow of time and the sense of loss. The intricate plot, the complex metaphors and the play of words (we should never forget that he was a brilliant chess player, and his novels are, for their readers, some

12

MIGRAZIONI

kind of challenge, just like playing chess) which characterized his later work are already present in these first novels. Although he became a recognized author in the émigré community, his books were forbidden or ignored in the Soviet Union. In 1924 he married Vera Evseyevna Slonim, a Jewish-Russian woman, and their only child, Dmitri, was born in 1934. Anti-Semitism was growing stronger and in 1936 Vera lost her job because of her origins and, in 1937, Hitler released the killer of Nabokov's father, who became secondin-command of the Russians émigré group. In the same year, the family migrated to Paris (and met James Joyce), where they stayed until 1940, when they migrated again this time to the USA running away from the advancing SS troops. They settled initially in Manhattan, but soon Nabokov became a resident lecturer in comparative literature of the Wellesley College. This job provided him free time for writing and to study lepidoptery, one of his greatest passions. In the following years, he worked in Cambridge and Cornell University. In 1945 he became a naturalized American citizen and never returned to Russia. He started writing in English with the novel “The real life of Sebastian Knight” (1940), and it's very interesting to notice that he will gain world recognition as a writer only in a foreign language. He also translated his first works into English, and the later novels into Russian. The first one, “Conclusive Evidence” (1955), was translated because Nabokov felt some imperfection in the English version – Nabokov thought that, instead of writing in English, he was translating his own memories from Russian to English, work that implicated the use of many verbs and many explanations for trying to make it clear, in another language, things that are already clear and obvious in Russia. After he translated it into Russian, he rewrote it in English, with the title of “Speak, Memory” (1966).


English chapter

This relation between Russian and English and Nabokov's frequent feeling of imperfection of the second language may be one of the reasons for his very detailed style of writing, worried about every minimum fact and every minimum description. Most of his originality lies in the different use he makes of the English language, not easily achieved by English native speakers. He claimed: "My private tragedy, which cannot, and indeed should not, be anybody's concern, is that I had to abandon my natural idiom, my untrammeled, rich, and infinitely docile Russian tongue for a second-rate brand of English, devoid of any of those apparatuses--the baffling mirror, the black velvet backdrop, the implied associations and traditions in which the native illusionist, fractails flying, can magically use to transcend the heritage in his own way.”² When an interviewer asked if he had any “conspicuous or secret flaw” as a writer, he answered: “The absence of a natural vocabulary. An odd thing to confess, but true. Of the two instruments in my possession, one – my native tongue – I can no longer use, and this not only because I lack a Russian audience, but also because the excitement of verbal adventure in the Russian medium has faded away gradually after I turned to English in 1940. My English, this second instrument I have always had, in however a stiffish, artificial thing, which may be all right for describing a sunset or an insect, but which cannot conceal poverty of syntax ad paucity of domestic diction when I need the shortest road between warehouse and a shop. An old RollsRoyce is not always preferable to a plain jeep”.³ His style is also characterized by individualism, complex and polemic plots, use of anagrams (such as “Vivian Darkbloom”, one of his characters, that is an anagram of “Vladimir Nabokov), word plays

(The final paragraph of the short story “The Vane Sisters” is an acrostic, in which the first letter of each word contains another message) and alliteration. He thought that literature should have a higher aesthetic enjoyment, obtainable by paying great attention to structure and style details. His most famous novel is “Lolita” (1955), the polemic book about Humbert Humbert, a medium-aged man, and his love for Lolita, a twelveyear girl. The profits of the book allowed Nabokov to stop teaching and to move in 1959 to Montreaux, in Switzerland, where he lived until his death in 1977. Nabokov playfulness and original use of the English language for description influenced many Englishnative writers, and continues to influence until today. Some of these are Martin Amis, John Updike, Thomas Pynchon, Michael Chabon and Jeffrey Eugenides.4 Although his style was more influenced by his being an expatriate than his themes, Nabokov is best known for his complex and polemic plots that shocked both the American and the international community. In Nabokov's case, migrating also helped give him international exposure and renown, and played an important part in world literature.

_______________________ ¹ http://www.randomhouse.com/features/nabokov/ biography.html ² NABOKOV, Vladimir – Lolita, pg. 317 ³ THE PARIS REVIEW - The art of fiction nº40, Vladimir Nabokov 4

WOOD, James: "Discussing Nabokov":

http://www.slate.com/id/2000072/entry/1002666/

MIGRAZIONI

13


Capitolo di filosofia

Marcuse e il ‘68

M

arcuse fu uno dei maggiori esponenti dell'Istituto per la Ricerca Sociale, detto informalmente “Scuola di Francoforte”, il nucleo della quale era formato da filosofi e sociologi Neomarxisti, in maggioranza di origine ebraica. Con l'avvento del nazismo, l'Istituto si trasferì in un primo momento a Ginevra, poi a Parigi e infine a New York, continuando le sue attività. Marcuse seguì l'Istituto, ma nel 1942 accettó, per ragioni finanziarie, un lavoro presso l'Office of Strategic Services (precursore della CIA). Successivamente, non accompagnò il ritorno dell'Istituto – e di Horkheimer, Adorno e Pollock - in Germania, ma la sua filosofia continuò comunque ad essere molto legata al loro pensiero. Lavorò all'Università di Columbia e a Harvard, poi fu professore alla Brandeis University e, dal 1965 in poi, alla San Diego University, in California. Nel 1955, Marcuse pubblicò uno dei suoi libri più famosi ed influenti: “Eros e civiltà”. Esso consiste fondamentalmente in un tentativo di mostrare come l'uomo può essere felice, nonostante la decadenza della società attuale. Il trattato parte dalla cosidetta “ultima teoria di Freud”, pubblicata nel libro “Elementi per una metapsicologia” (1915) e nell'“Aldilà del principio del piacere”, in cui Freud sostiene che la natura umana ha due pulsioni: Eros, che conduce l'uomo alla vita, e Thánatos, che lo conduce alla morte. La società nasce quando l'uomo contrappone alla piena espressione sia di Eros che di Thanatos (che, ovviamente, è problematica per la vita a contatto con altre persone) il principio della realtà. Essendo, però, elementi nati essenzialmente nel mondo interno di un individuo, le pulsioni non verranno mai estinte dal principio di realtà: esse s'appagano soltanto quando gli squilibri interni che le hanno generate vengono eliminati. La società, però, crea ostacoli all´espressione di queste pulsioni, facendo in modo che il superamento di tali ostacoli – che pure significherebbe soddisfazione delle pulsioni, e dunque piacere – generi, nell´individuo stesso, qualche forma di dispiacere. Questi ostacoli culturali costituiscono, per Freud, la repressione, che nasce al sorgere stesso della società: “la storia dell'uomo è la storia della sua repressione”, disse il padre della psicoanalisi. Il concetto di infelicità umana determinato dalla civiltà verrà lungamente analizzato da Marcuse.

14

MIGRAZIONI

Egli giungerá alla conclusione che il principio di realtà è costituito sia dalla repressione che dalla repressione addizionale, che è l'eccesso di repressione prodotto dalla società e reale causatore dell'infelicità umana. Il motivo della repressione addizionale può venire, secondo l´autore francofortino, eliminato. Infatti, la vita si trasforma in sofferenza quando abbiamo un impulso che non può essere soddisfatto. La società contemporanea impedisce la soddisfazione immediata degli impulsi e, per ottenere ciò che desideriamo, dobbiamo lavorare: fare, cioè, uno sforzo sgradevole che produrrá piacere soltanto alla fine, con l'ottenimento di ciò che desideriamo. Il principio di realtà è strettamente legato al sistema economico in cui si vive, e presenta diverse forme a seconda delle condizioni storiche. Nel mondo attuale, il principio di realtà è dato dal principio di prestazione, dice Marcuse: la società è pura e sfrenata competizione; ogni individuo deve cercare di essere sempre migliore degli altri, su vari aspetti, pur rimanendo nei limiti di sicurezza della società. La prestazione a un livello eccessivo può, però, portare all'ottenimento di tutti i desideri che stanno alla base della nostra sofferenza, il che non può essere accettato in questa società che nasce dalla repressione e sopravvive grazie ad essa. Questa è la contraddizione massima del mondo in cui viviamo: i suoi propri modelli di comportamento possono portare alla rottura degli stessi argini del sistema. La società industrializzata ha tecnologia sufficiente per per mettere l'eccesso di produzione (e non necessariamente di prestazione) che porta alla soddisfazione di tutti i bisogni materiali. L'eccesso di produzione, però, viene deviato perchè tutte le necessità di una popolazione non vengano mai completamente soddisfatte: la disponibilità di prodotti per soddisfare tutti i bisogni di una popolazione implicherebbe nell'abbassamento dei prezzi – semplice regola della domanda e dell'offerta – e ciò non è, ovviamente, voluto dai padroni dei mezzi di produzione. Si veda l'enorme disugualianza sociale, per esempio (qui in America molto più grave di quanto non lo sia in Europa), si veda la contraddizione tra la fame e la miseria dell'Africa Nera e i sussidi ai produttori agricoli europei (che arrivanno, a volte, ad essere costituiti dall'acquisto degli eccessi del prodotto da parte del governo e il loro bruciamento,


Capitolo di filosofia perchè i prezzi non diminuiscano). Nella nostra societá, quindi, convivono la possibilità di produrre per tutti e forme di controllo che impediscono la produzione per tutti. Grazie alle trasformazioni che ha subito il principio di realtà nel contesto delle nostre condizioni storiche, anche Eros si modifica: da impulso generico alla vita, passa ad essere impulso sessuale legato direttamente – e quasi solamente – agli organi genitali. Marcuse ha notato come le perversioni sessuali – indirettamente, e per il fatto stesso di essere considerate 'perversioni', cioé, sessualitá anormale – possano evidenziare questo restringersi della sessualità nel nostro mondo: infatti, se in una perversione è possibile sentire piacere in altre regioni del corpo che non in quelle ortodossamente legate alla sessualità, è perchè quelle regioni sono potenzialmente erotizzabili e noi, quindi, nella sessualitá 'normale', non utilizziamo pienamente il nostro corpo. Inoltre, la società ha ristretto Eros alla possibilità di riproduzione, mentre la possibilità di ottenere piacere in altre zone che non quelle legate direttamente alla riproduzione evidenzia che questo non è l'unico obiettivo di Eros. Sicuramente, eliminare la maggior parte della possibilità di piacere insita in noi ha danni che non possiamo calcolare. Se la società odierna è cosi repressiva, se le condizioni dell'uomo inserito in essa sono sempre di infelicità, come mai non percepiamo tutti questi elementi negativi? Secondo Marcuse, l'attenzione della popolazione viene sempre deviata verso un arcinemico sociale, di modo che la maggiore preoccupazione sia sempre quella di combattere un elemento esterno, lasciando poco spazio alla presa di coscienza sulla propria vita, sul proprio corpo, sulle relazioni tra l'individuo e il mondo. L'arcinemico sociale “è lo stesso Anticristo: sta sempre dappertutto; rappresenta forze occulte e sinistre; la sua onnipresenza esige la completa mobilizzazione”5. Basta pensare, per esempio, alle persecuzioni contro i comunisti degli anni 50 e 60. La felicità deve, in questo contesto, basarsi nelle regioni della coscienza che non sono state colpite dal principio di realtà: nella fantasia, elemento dominante nell'arte. Marcuse dirà, infatti, che l'arte è “il ritorno del represso” (è interessante la sua analisi dei miti di Orfeo e Narciso, in questo contesto). Allo stesso tempo in cui è libera, però, l'arte è anche alienata: è fondata sulla fantasia, ma la fantasia non può essere realizzata nel mondo in cui viviamo.

La vera felicità puó avvenire, secondo Marcuse, attraverso l'erotizzazione della vita: attraverso, quindi, la fine della riduzione di Eros agli organi genitali e il suo pieno inserimento negli elementi della vita quotidiana. Questo elimina la opposizione tra Eros e ragione, tra Eros e principio di realtà. Marcuse evidenzia tre forme di erotizzazione della vita e eliminazione delle cause di infelicità: Trasformare il lavoro in gioco e la produttività eccessiva in esibizione. - L'autosublimazione della ragione (per riconciliare Eros eThanatos). - La conquista del tempo (intesa soprattutto come svincolamento dalle tradizioni che reprimono). Questo fu il libro di Marcuse che più inflenzò i movimenti studenteschi del '68, soprattutto negli USA, anche se anche “L'uomo a una dimensione” fu importante per i sessantottini. Infatti, oltre a stimolare reazioni contro il sistema repressivo e generatore d'infelicità che è la società attuale, Marcuse vide negli emarginati e nei giovani (e non più nel proletariato) le principali forze capaci di cambiare la società, grazie alla loro maggiore possibilità di rifiutare completamente i modelli di vita e comportamento proposti, e di inserire l'utopia nella realtà. Lui rispecchiava i desideri di cambiamento dei giovani, il loro antiautoritarismo, e gettava le basi filosofiche per le lore contestazioni. Il fatto che Marcuse sia emigrato negli USA ha sicuramente aumentato la possibilità di acesso del grande pubblico alla sua opera e, perciò, il suo influsso sui movimenti studenteschi. Inoltre, egli influenzò molto la rivoluzione sessuale e la liberazione di Eros (intesa anche come liberazione della creatività) presente in tutti gli anni '60 – basta pensare al movimento hippie, per esempio (che, tra l'altro, è più forte negli USA che non nel resto del mondo). La sua presenza negli USA e il suo maggiore influsso su questo Paese può essere uno dei tanti motivi per cui le rivolte del '68, lì, sono state più pacifiche che non in Europa, più legate a Eros che non aThanatos, a contestazioni violente. ___________________________ s

MARCUSE, Herbert – Eros e civiltà

MIGRAZIONI

15


Capitolo di italiano Giuseppe Ungaretti e il Brasile

I

l caso di Ungaretti, in questo lavoro, è particolare: non aveva origini ebree, appoggiò il partito fascista ed ebbe persino un libro pubblicato con la prefazione di Mussolini. L'analisi dei motivi della sua migrazione in Brasile, però, è interessante. Nel 1936, il già rinomato poeta italiano viaggiò in Sudamerica per tenere una serie di lezioni su invito del Pen Club argentino e lì gli fu offerta la cattedra di letteratura italiana all'Università di San Paolo, che lui accettò e occupò dal 1937 al 1942. La cattedra era stata creata da poco tempo e Ungaretti fu professore in anni di grande entusiasmo. Al contrario di ciò che spesso succede quando stranieri arrivano in un Paese sconosciuto occupando una posizione di rispetto, Ungaretti non s'isolò nel cerchio degli intellettuali italiani che vivevano in quella città, ma cercó di penetrare il nuovo universo che gli si presentava davanti. Strinse amicizia con alcuni intellettuali brasiliani e frequentò molti dei suoi alunni ma, soprattutto, cercò di capire e conoscere la cultura brasiliana. Affermò che scrittori come Guimarães Rosa e Mário de Andrade erano dei geni, tradusse Murilo Mendes,Vinícius de Morais e de Andrade [in italiano si usano i cognomi] stesso (traduzioni pubblicate nella rivista L'Approdo e lette da lui, qui in Brasile, nel 1954), voleva conoscere in modo approfondito le sculture di Aleijadinho (desiderio che realizzò soltanto nel 1966). La cultura brasiliana, però, non segnerà in modo significativo la sua poesia. Gli anni vissuti qui in Brasile coincideranno con momenti emotivamente molto significativi: riceverà, nel '37, la notizia della morte di suo fratello e perderà, nel '39, suo figlio Antonietto, a causa di una appendicite mal curata. È qui in Brasile, quindi, che nascono i sentimenti, la sofferenza che saranno alla base – insieme allo sconvolgimento di fronte alla seconda guerra mondiale – di quello che è il più bello e profondo dei suoi libri: “Il Dolore”. Se il periodo brasiliano non ha, quindi, influenzato in grande misura la struttura della sua opera, ha però influenzato le motivazioni, le tematiche della sua poesia. Tra l'altro, alcune poesie del “Dolore” (tra cui

16

MIGRAZIONI

“Tutto ho perduto” e “Se tu mio fratello”) e di “Un grido e paesaggi” sono state scritte a San Paolo. Ungaretti è rimasto legato al Brasile – così come a tutti i Paesi in cui è vissuto (Italia, Francia, Egitto) – durante tutta la sua vita. In una prima stesura del poema “Mio fiume anche tu”, oltre ad aggiungere il Tevere (rappresentando Roma), all'elenco dei 4 fiumi rappresentanti i posti che l'hanno segnato e ai quali lui “appartiene” (descritti nella poesia “I Fiumi”: Nilo – Alessandria; Serchio – Lucca; Isonzo – fronte del Carso; Senna – Parigi), riconosce anche il Tietê, un fiume di San Paolo, come suo: Mescolato al Tietè di selve impervio Echeggianti al mio pianto più profondo, Ti collocasti allora al Serchio, al Nilo, Alla Senna, all'Isonzo chiaro accanto, Tevere, sacro fiume, tu, anche mio. Anche se la stesura definitiva della poesia non parla del Tietè, Ungaretti sicuramente si riconosce anche nelle sue acque. Il libro “Un grido e paesaggi” è forse, il più brasiliano dei suoi: il poema “Semantica” dialoga senza dubbio con la poesia “Pau-Brasil”¹, la poesia antropofagica brasiliana di Oswald de Andrade: in comune con essa ha il paesaggio autenticamente brasiliano e la ricerca di elementi tipicamente nazionali che stanno oltre la realtà borghese (che vuole imitare quella europea), la presenza di elementi della storia del paese e, in partiolare, il tema del “seringueiro” o del “seringal: i seringueiros sono, infatti, veramente brasiliani, in quanto legati profondamente alla terra del Paese e rappresentanti della classe più umile, che è rivalutata da Mário e Oswald de Andrade (principali esponenti del primo modernismo brasiliano) – e, in certo senso, rappresentata da essi, che criticano le enormi disuguaglianze sociali del Brasile e la situazione di estrema povertà e sofferenza della parte più umile della popolazione. Mário de Andrade ha due poemi in cui parla dei seringueiros (“Acalanto a um seringueiro” e “Descobrimento”), raccolti in “Dois poemas acreanos”.


Poesia Come dovunque in Amazzonia, qua L'angìco abbonda, e già scoprirsi vedi Alcuni piedi di sapindo Il libarò dei Guaranì; E, di rado, di qui o di là, I cautsciò si adunano in boschetti, Riposo all'ombra sospirata d'alberi Di fusto dritto ed alto, Di scorza come d'angue, Cari ai Cambebba. Di lontano li scorgi Mentre più torrido t'opprime il chiaro E più ti lega il tedio E gira moltitudine famelica Di moschine invisibili, Quando, di fitte foglie a tre per tre, Con lucicchio ti svelano verdissimo D'un subito le cupole e la stanza, Tremuli fino al suolo. Sai che vi dondola per te un'amaca. I tronchi ne feriscono e, col succo, Zufoli ed otri plasmano quegli Indi; Oggetti il cui destino conviviale Nel Settecento nominare fa A Portoghesi lepidi Seringueira, l'appiccicosa pianta, E dirne sostanza, Arcadi cocciuti, seringa, Chi la va raccogliendo, seringueiro, L'irriquieto boschetto, seringal, Con suoni ormai solo da clinica. Inoltre, il poema “Monologhetto” presenta due versi in portoghese: Ironia, ironia Era só o que dizia L'importanza di Ungaretti per il Brasile sta, però, soprattutto nel dialogo che si stabilisce tra letteratura e cultura italiana e brasiliana attraverso la sua figura. Egli fu un grande divulgatore della cultura europea – sia attivamente, nei rapporti che aveva con brasiliani, che passivamente, attraverso la curiosità provocata negli altri dalla sua presenza e dalla sua figura, senza dubbi molto marcante. Attraverso il contatto con Ungaretti si sono formati tre dei suoi grandi ammiratori che, fino ad oggi,

contribuiscono attraverso lezioni, saggi, traduzioni, conferenze, interviste per la divulgazione della sua poesia qui in Brasile – Aurora Bernardini, Lúcia Wataghin e Antônio Candido. Essi sono responsabili – insieme ad Haroldo de Campos, poeta del concretismo brasiliano e più grande traduttore di questo Paese – per l'unica edizione brasiliana di Ungaretti degna di rilievo: il libro “Daquela estrela à outra”. Esso consiste in un'edizione bilingue dell'Allegria e del Derniers Jours – tradotte da Haroldo de Campos – e di alcune poesie del Dolore – tradotte da Lúcia Wataghin. L'edizione è molto riuscita, sia per l'accuratezza delle traduzioni che per i 4 saggi che costituiscono la parte “teorica” de libro e familiarizzano il lettore brasiliano con la poesia e la figura di Ungaretti. Tornato in Italia, Ungaretti agì come divulgatore del Brasile e della sua poesia. Negli anni '50, partecipò a un programma radiofonico sull'ultimo Paese in cui era vissuto. Mantenne contatto con Murilo de Mendes, poeta brasiliano che in quegli anni abitava nella stessa città in cui Ungaretti era professore: Roma. Nel 1969, registrò con Vinícius de Moraes e Sergio Endrigo – poeta e musicista della “Bossa Nova”- il CD “La vita, amico, è l'arte dell'incontro”, in cui Vinícius e Endrigo suonavano versioni italiane delle musiche di Vinícius e Ungaretti, con la sua voce profonda, rauca, misteriosa, declamava traduzioni – sue – delle poesie di Vinícius. Con le traduzioni di Mário e Oswald de Andrade pubblicate nella rivista L'Approdo, Ungaretti intendeva riunire materiale per il libro sul Brasile che aveva in mente. È un peccato che non l'abbia mai scritto, però sicuramente contribuì molto nella divulgazione della cultura brasiliana in Italia e di quella italiana in Brasile. _____________________________ ¹La poesia “Pau-brasil” è un movimento del modernismo brasiliano che intende realizzare opere pienamente legate e inserite nella realtà nazionale, che non siano più – come in tutta la storia della letteratura brasiliana – copia dei modelli dei movimenti letterari europei.

CARPE DIEM MIGRAZIONI

17


Capítulo de português A herança ucraniana de Clarice Lispector

C

larice Lispector nasceu no interior da Ucrânia, em uma aldeia chamada Tchechelnik, que na época era parte da URSS, mas sempre evitou evidenciar as suas origens. Ela mesma disse, mais vezes, que chegou ao Brasil com apenas dois meses de idade, e é esta informação que vemos, até hoje, na maior parte dos livros didáticos, sites, matérias sobre Clarice. No entanto, ela chegou às Américas com mais de um ano de idade. Por quê, então, este mistério todo em relação às suas origens? Para enteder isso, é preciso saber um pouco da história da família Lispector, que se confunde com a história da Ucrânia das primeiras décadas do século XX. Tudo começou com o casamento arranjado entre um rapaz jovem, Pinkhas Lispector, de formação erudita, e uma moça rica, Mania Krimgold. Moravam em Teplyk, no sudoeste da Ucrânia, e mudaram-se para Savran, onde Pinkhas trabalhava como comerciante e onde nasceu Elisa Lispector, a primeira de três filhas. Com o início da Primeira Guerra Mundial, o caos tomou conta do país e Pinkhas teve de voltar à sua cidade natal, pois suas vendas pioraram. Embora a cidade estivesse muito distante do front, o Território de Assentamento (área da Rússia onde era permitida a permanência de judeus) viveu pogroms sanguinários. Com o início da guerra, começaram a circular diversos boatos de traições de judeus ao exército russo, e sua lealdade era sempre vista com desconfiança. Cerca de 600 mil judeus foram deportados e 200 mil civis judeus foram mortos (embora 600 mil judeus tenham servido na guerra, dos quais 100 mil morreram). ¹ Em janeiro de 1918, depois da Revolução Russa, a Ucrânia se tornou independente e, pouco depois, foi invadida pelos bolcheviques, que chegaram a ocupar Kiev, a capital. Pouco depois, a Rada – o governo revolucionário ucraniano – foi derrubada por um golpe que colocou o hetman Pavlo Skoropadskyi no poder e instaurou um governo-fantoche comandado pela Alemanha. Com o fim da guerra e a derrota da Alemanha, o governo do hetman se mostrou fraco e foi derrubado em uma guerra civil pelo Movimento

18

MIGRAZIONI

Nacional Ucraniano, comandado pelo jornalista Simão Pletura. Contemporaneamente, a Ucrânia foi novamente invadida por bolcheviques. O caos da invasão e da guerra civil (em que Pletora tinha pouco poder sobre os chefes e generais locais que, muitas vezes, se aproveitavam do próprio posto para saquear vilas), seguido pela guerra civil russa, foi prejudicial principalmente para os judeus. Nesta situação, o avô de Clarice foi assassinado e começou uma nova e sanguinária onda de pogroms. A Cruz Vermelha estima que tenham sido 40 mil os judeus mortos em pogroms até 1920. Pinkhas mudou-se, com sua família, para Haysyn, onde Mania, em um pogrom, foi violentada e contraiu sífilis. Tradições da época acreditavam que ter um filho curaria uma mulher da doença, e foi assim que nasceu Clarice Lispector. “Fui preparada para ser dada à luz de um modo tão bonito. Minha mãe já estava doente e, por uma superstição bastante espalhada, acreditava-se que ter um filho curava uma mulher de uma doença. Então fui deliberadamente criada: com amo e esperança. Só que não curei minha mãe. E sinto até hoje essa carga de culpa: fizeram-me para uma missão determinada e eu falhei. Como se contassem comigo nas trincheiras de uma guerra e eu tivesse desertado. Sei que meus pais me perdoaram eu ter nascido em vão e tê-los traído na grade esperança. Mas eu, eu não me perdoo. Quereria que simplesmente se tivesse feito um milagre: eu nascer e curar minha mãe.” ² Quando o Exército Vermelho ocupou a cidade e proibiu qualquer tipo de comércio, minando as já poucas possibilidades de sobrevivência da já faminta família Lispector, Pinkhas e Mania decidiram emigrar. A primeira tentativa falhou e eles se refugiaram em Tchechelnik, que foi pouco tempo depois invadida pelo Exército Vermelho e tomada por revoltas camponesas e consequentes repressões. Foi lá que, no dia 10 de dezembro de 1920, nasceu Chaya Pinkhasovna Lispector. A situação da família Lispector se fazia cada vez mais grave: Pinkhas


Capítulo de português

contraiu febre tifóide e Mania estava cada vez mais debilitada pela sífilis, todos passavam fome. Decidiram fazer uma nova tentativa de emigração, desta vez bem-sucedida, para a Romênia. De lá, vieram para o Brasil, onde se estabeleceram inicialmente em Maceió, na casa da irmã de Mania e de seu marido. Uma consequência da migração da família Lispector para o Brasil é a mudança de nome de todos os membros da família (com exceção de Tânia), para que pudessem ser melhor integrados à vida no novo país. O nome Chaya, que em hebraico quer dizer “vida”, durou pouco tempo, sendo logo substituído por Clarice. É interessante notar que na obra de Clarice a presença de “nomes ocultos” ou jogos de palavras é frequente, o que pode ser uma influência da sua própria mudança de nome. Um dos melhores críticos de Clarice disse: “Pode-se dizer que na obra de Clarice Lispector há um nome escondido ou que a obra é construída sobre o nome próprio disseminado e ocultado.” ³. Um exemplo, de tantos possíveis, pode ser: “Me dá vontade de falar errado. Asssim: Sued. Isso quer dizer Deus.”4 Tchechelnik, apesar da extrema pobreza, era uma cidadezinha extremamente mística, assim como toda a Podólia (província da Ucrânia). Foi lá que nasceu o movimento hassídico e, de alguma forma, Clarice consegue trazer o forte misticismo da sua região natal até o Brasil e é justamente dele, desta fé cega em algum elemento sobrenatural, que nascem as suas primeiras criações: quando pequena, em Recife (para onde sua família se mudou quando ela tinha 5 anos), encenava pequenas peças em que algum milagre curava sua mãe. O choque entre a cultura judia e leste-europeia e a cultura brasileira foi de fundamental importância para a construção de sua personalidade e de sua literatura. “Trouxe a ardente vocação religiosa daquela sociedade agonizante para um novo mundo, um mundo em que Deus estava morto. Como Kafka, ela se desesperou; mas, à diferença de Kafka, acabou, de

modo atormentado, bracejando em busca do Deus que a abandonara. Narrou sua busca em termos que, como os de Kafka, apontavam necessariamente para o mundo que ela deixara para trás, descrevendo a alma de uma mística judaica que sabe que Deus está morto, mas que, no tipo de paradoxo que perpassa toda a sua obra, está determinada a encontrá-Lo mesmo assim.” 5 À questão da linguagem e dos nomes mistura-se a questão mística e, muitas vezes, nas obras de Clarice (como em “A paixão segundo G.H.”), a experiência mística é justamente aquela de eliminar a linguagem que há em todo ser para, então, descobrir a sua essência, a sua realidade suprema. Um caso parecido é aquele de “Água-viva”, em que a narradora busca pelo It, uma espécie de ser último, único e absoluto, quase inominado e inominável quando chamado através do pronome neutro inglês. Apesar de todos estes aspectos da escrita de Clarice estarem relacionados com sua terra natal e a emigração de sua família, sem dúvida o tema mais importante é o da origem. O crítico Carlos Mendes de Souza disse: “A questão da origem é tão obsessiva que em torno dela pode dizer-se que se enreda toda a prosa da autora”6. Em muitos textos da autora, estão presentes os temas do nascimento, ou de ovos (em “A Hora da estrela, por exemplo”, os ovários secos de Macabéa são constantemente evidenciados pelo narrador). Além disso, está intrinsecamente ligada à questão da origem, tanto na literatura quanto na vida de Clarice, à questão da culpa: parece nunca ter se perdoado pela morte da mãe, que seu nascimento deveria ter evitado. Por isso, muito provavelmente, era tão discreta, tão misteriosa ao revelar suas condições e data precisa de nascimento. Sentia que era uma parte vergonhosa de sua vida, que deveria ser escondida. Chegou a anotar, quando estava morando fora do Brasil: “Eu estou voltando para o lugar de onde vim. O ideal seria ir até a cidadezinha na Rússia e nascer sob outas circunstâncias”. As obras literárias produzidas por Lispector são de uma originalidade única, poucas vezes vista no

MIGRAZIONI

19


Capítulo de português

Brasil, e não pode ser comparada à obra de nenhum outro autor brasileiro anterior a ela. Não se pode dizer, também, que tenha feito “seguidores”, pois nenhum outro escritor traz muitos elementos estilísticos e temáticos parecidos com os seus. Harold Bloom, porém, diz que de suma importância para a formação de um escritor e a conquista de sua liberdade interior é sofrer a angústia através da obra de outros autores. Neste sentido, a obra de Clarice é, sem dúvida, fundamental para alimentar novas gerações de escritores brasileiros e internacionais, além de já ter alimentado autores consagrados como Adélia Prado, Hilda Hilst, Lucinda Persona e, principalmente, João Gilberto Noll e Caio Fernando Abreu, de acordo com o crítico José Castello7. Caio, porém, parece ter sido mais diretamente influenciado pelo estilo literário de Clarice. Além de sua escrita essencialmente existencial e voltada para o mundo interior, da utilização do fluxo de consciência como forma expressiva dos seus personagens, críticos como Edgar Nolasco e Rodrigo de Costa Araújo dizem ser possível usar o termo “anti-epifania”, cunhado por Olga de Sá para estudar a literatura de Clarice, também para caracterizar a obra de Caio Fernando Abreu. De fato, assim como nas obras da autora, os textos de Caio, muitas vezes, revelam os personagens através de epifanias às avessas, epifanias do feio, do irônico, do repulsivo8. A migração de sua família para o Brasil com certeza influenciou o estilo e a formação do caráter de Clarice Lispector, mas também foi fundamental para a história da literatura brasileira: a obra de Clarice é completamente diferente de toda a literatura produzida no país antes de sua vinda e, mesmo que não tenha formado uma “escola de seguidores” do seu modo de escrever, ela formou escritores e inúmeros leitores através da angústia provocada pela sua obra.

20

MIGRAZIONI

___________________________ 1

NEUGROSCHEL, Joachim. Introdução a S. An-Ski, The enemy at His Pleasure: A Journey through the Jewish Pale of Settlement duringWorldWar I, op. it., ix-x. 2

LISPECTOR, Clarice. A descoberta do mundo, op. cit., pp.110-11; “Pertencer” [15 jun. 1968], in A descoberta do mundo, op. cit. 3

SOUZA, Carlos Mendes. Clarice Lispector, figuras da escrita, op. cit., p.457 4

LISPECTOR, Clarice. Um sopro de vida, op. cit., p.127

5

MOSER, Benjamin. Clarice,, pg.16-17

6

SOUZA, Carlos Mendes. Clarice Lispector, figuras da escrita. Minho: Universidade do Minho, Centro de Estudos Humanísticos, 2000, p. 163 7

C A S T E L L O, J o s é . C l a r i c e n o d e s e r t o : http://www.claricelispector.com.br/artigos_joseCastel o.aspx 8

ARAÚJO, Rodrigo de Costa. A escrita do corpo: a citacionalidade em Caio Fernando Abreu


Conclusione

Conclusione

I

Innanzitutto, devo dire che non avevo intenzione di incentrare questo lavoro sullo studio delle migrazioni degli ebrei. Quando ho scelto i casi più interessanti e diversi tra di loro da analizzare, però, i più numerosi erano sicuramente di ebrei o di persone legate ad ebrei e, in molti casi, erano anche i più significativi. Questo, ovviamente, non è un risultato sorprendente, giacché l'epoca scelta per il lavoro fu quella in cui gli ebrei soffrirono le maggiori persecuzioni della loro storia e, inoltre, la società ebraica è famosa per l'importanza che dà alla cultura e allo studio e per essere composta da un gran numero di intellettuali. Sorprendente, invece, è stato il risultato della ricerca sul progetto Manhattan. Non potevo immaginare che l'emigrazione di alcuni individui verso lo stesso Paese potesse avere avuto un importante ruolo nella costruzione della bomba atomica – responsabile, certo, per due delle più assurde tragedie dell'umanità, ma, dal punto della scienza, anche per uno dei più grandi e più rapidi sviluppi tecnologici mai visti. Dalla bomba atomica alla “semplice” divulgazione della letteratura italiana in Brasile: le migrazioni sicuramente influenzano i loro protagonisti e, spesso, anche l'ambiente in cui essi si vengono a trovare, ma le conseguenze di questi influssi sono assai diverse tra loro. Ho analizzato i casi delle migrazioni di alcuni singoli individui. Questo lavoro, però, non è finito: sicuramente si può dire ancora molto sui casi che ho scelto, ma anche su altri casi e, soprattutto, sulle “migrazioni di massa”. Se lo spostamento di poche persone, unito ad altri avvenimenti, può avere conseguenze così significative come una bomba atomica, che tipo di risultato può avere la globalizzazione e le migrazioni sempre più frequenti e numerose che essa genera? Credo che il tentativo di rispondere a questa domanda sia tra le più importanti riflessioni sul mondo contemporaneo.

MIGRAZIONI

21


Allegati 1) Legge per il rinnovo dell'amministrazione pubblica Articolo 1 1) Per rinnovare l'amministrazione pubblica e semplificarne la gestione, gli impiegati pubblici possono essere licenziati dal loro ufficio secondo le seguenti disposizioni, anche qualora non vi siano disposizioni la corrente legislazione. 2) Per l'applicabilità di questa legge sono considerati impiegati pubblici: pubblici ufficiali diretti ed indiretti del Reich, diretti ed indiretti dei Laender, pubblici ufficiali delle Amministrazioni locali e delle federazioni delle amministrazioni locali. Pubblici ufficiali delle corporazioni pubbliche, delle istituzioni e delle imprese di status equivalente ... Le disposizioni si applicano anche agli impiegati della assicurazione sociale che abbiano lo status di dipendenti pubblici.

Articolo 2 1) Gli impiegati pubblici che sino entrati in servizio dal 9 novembre 1918, senza possedere i requisiti o la consueta istruzione richiesta o altre qualifiche sono licenziati dal servizio. Il loro salario verrà corrisposto per i tre mesi successivi al licenziamento. 2) Tutti questi soggetti non potranno reclamare pensioni temporanee, pensioni intere o precedenti benefici, né

22

MIGRAZIONI

potranno mantenere la designazione del rango o del titolo, o indossare uniformi o emblemi.

Articolo 3 1) Gli impiegati pubblici che non siano di discendenza ariana verranno pensionati; qualora fossero pubblici ufficiali onorari verranno privati del loro status 2) Il paragrafo 1 non si applica agli impiegati pubblici in carica dal 1° agosto 1914, che abbiano combattuto al fronte per il Reich tedesco o per i suoi Alleati durante la Grande Guerra o cui genitori o figli siano caduti nella Grande Guerra. Ulteriori eccezioni possono essere consentite dal Ministro degli Interni del Reich in coordinamento con il Ministro della funzione pubblica interessata o con le più alte cariche connesse all'amministrazione in cui l'impiegato pubblico lavora.

Articolo 4 1) Gli impiegati pubblici le cui precedenti attività politiche non diano certezza che abbiano in ogni momento con tutte le loro forze al bene dello Stato nazionale, possono essere licenziati dal servizio.


Allegati 2) Legge sulla cittadinanza tedesca – Norimberga 1935

Il Parlamento del Reich all'unanimità ha approvato la seguente legge che così viene promulgata: I 1. Il suddito dello Stato è quella persona che gode della protezione del Reich tedesco e che in conseguenza di ciò ha specifici ordini verso di esso. 2. Lo status di suddito del Reich viene acquisito in accordo con i decreti del Reich e la Legge di Cittadinanza dello Stato. II 1. Un cittadino tedesco è un suddito dello Stato di sangue tedesco o affine, che dimostri con la sua condotta di voler servire fedelmente la Germania e il popolo t e d e s c o . 2. La Cittadinanza del Reich viene acquisita attraverso la concessione di un C e r t i f i c a t o S t a t a l e d i C i t t a d i n a n z a . 3. Il cittadino del Reich è l'unico detentore di tutti i diritti politici in accordo con l a L e g g e . III Il Ministro degli Interni del Reich, in coordinamento con il Vice Führer emanerà le ordinanze legali ed amministrative per implementare e completare questa legge.

Norimberga 15 settembre 1935, al Congresso del Partito della Libertà Il Führer cancelliere del Reich Adolf Hitler Il Ministro degli Interni del Reich Frick

MIGRAZIONI

23


Allegati 3) Legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco 15 settembre 1935

c o l o r i

Fermamente convinti che la purezza del

2. Agli ebrei è consentita l'esposizione

sangue tedesco sia essenziale per la

dei

futura esistenza del popolo tedesco,

questo diritto è tutelato dallo Stato.

ispirati

dalla a

futuro

nazione

Reichstag

ha

giudaici.

L'esercizio

di

irremovibile

determinazione della

colori

n a z i o n a l i .

salvaguardare

il

tedesca,

unanimamente

il

deciso

Articolo V 1.

Chi

violi

la

proibizione

di

cui

l'emanazione della seguente legge che

all'Articolo 1 sarà condannato ai lavori

viene così promulgata:

f

o

r

z

2.

Chi

violi

la

a

t

i

.

di

cui

condannato

al

proibizione

Articolo I

all'Articolo

2

1. I matrimoni tra ebrei e i cittadini di

carcere

o

ai

lavori

forzati.

sangue

3.

violi

quanto

stabilito

tedesco

e

apparentati

sono

Chi

sarà

a

dall'Articolo 3 o 4 sarà punito con un

dispetto della presente legge sono nulli

minimo di un anno di carcere o con una

anche quando fossero contratti senza

delle

proibiti.

I

l'intenzione 2.

Le

matrimoni

di

contratti

violare

procedure

la

precedenti

pene.

legge.

legali

per

l'annullamento possono essere iniziati

Articolo VI

soltanto

Il Ministro degli Interni del Reich in

dal

Pubblico

Ministero.

accordo con il Vice Führer e il Ministro della Giustizia del Reich emaneranno i

Articolo II Le

relazioni

sessuali

extraconiugali

regolamenti

legali

tra ebrei e cittadini di sangue tedesco e

richiesti

apparentati

rafforzamento

sono

proibite.

per

ed

amministrativi

l'attuazione della

ed

il

legge.

Articolo III Agli ebrei non è consentito di impiegare

Articolo VII

come

sangue

La legge diverrà effettiva il giorno

apparentate.

successivo alla sua promulgazione ad

domestiche

tedesco

cittadine

e

di

eccezione dell'Articolo 3 che diverrà effettivo entro e non oltre il 1° gennaio

Articolo IV 1.

Agli

ebrei

è

vietato

esporre

la

bandiera nazionale del Reich o i suoi

24

MIGRAZIONI

1936


Allegati Lettera di Einstein a Roossevelt

MIGRAZIONI

25


Allegati

26

MIGRAZIONI


Riferimenti bibliografici CAFORIO, Antonio; FERILLI, Aldo, Nuova Physica 2000. Vol. 3. 1. ed. Firenze: Le Monnier, 2005. CAMERA, Augusto; FABIETTI, Renato, Elementi di Storia: i primi quarant'anni del XX secolo. Vol. 3a. 4. ed. Ozzano Emilia: Zanichelli Editore, 2005. CAMERA, Augusto; FABIETTI, Renato, Elementi di Storia: la Seconda Guerra Mondiale, “Guerra Fredda” e “Zone Calde”, l'Italia repubblicana. Vol. 3b. 4. ed. Ozzano Emilia: Zanichelli Editore, 2005. CAMERA, Augusto; FABIETTI, Renato, Elementi di Storia: Predominio degli USA e sfascio dell'URSS, nuove realtà europee afroasiatiche e latino-americane. Vol. 3c. 4. ed. Ozzano Emilia: Zanichelli Editore, 2005. CIOFFI, Fabio; GALLO, Franco; LUPPI, Giorgio; VIGORELLI Amedeo; ZANETTE, Emilio, Il Testo Filosofico: storia della filosofia: autori, opere, problemi. vol. 3/2. 2. ed. S. Casciano Val di Pesa: Bruno Mondadori, 2004. DORIA, Francisco Antônio, Marcuse - vida e obra. José Álvaro Editor S.A., 1969. ISAACSON, Walter, Einstein - sua vida, seu universo. Cia. das Letras, 2007. MOSER, Benjamin, Clarice,, Cosac Naify, 2009. NABOKOV, Vladimir, Lolita. Cia. das Letras, 2007. UNGARETTI, Giuseppe, Vita d’un Uomo: tutte le poesie. Mondadori, 2000. UNGARETTI, Giuseppe, Razões de uma poesia. Edusp, 1994. UNGARETTI, Giuseppe, Invenção da poesia moderna. Editora Ática, 1996. UNGARETTI, Giuseppe; WATAGHIN, Lúcia (organização); CAMPOS, Haroldo de (tradução), Daquela estrela à outra. Ateliê Editorial, 2003. Siti internet consultati: www.google.com http://wikipedia.org http://www.marcuse.org/ http://www.loescher.it/ http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:GO2AY YYXgkUJ:www.unich.it/filosofia/didattica/aa20052006/online/g araventa/marcuse.ppt+repressione+addizionale&cd=2&hl=ptBR&ct=clnk&gl=br http://www.filosofico.net/ http://www.paolomalerba.it/politica/Testi/Scuofran.htm http://www.francoforte.it/ http://www.donatoromano.it/appunti/francoforte.htm

http://www.worldsocialism.org/ http://www.robertobartali.it/cap01.htm http://www.misteriditalia.it/il68/ http://www.inthesetimes.com/article/3805/in_defense_of_the_60 s/ http://www.la-mente.ch/atomo/bombafissione.html http://web.tiscalinet.it/appuntiericerche/Scienze/nucleare.HTML http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-515.htm http://nobelprize.org/ http://www.torinoscienza.it http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Bohr.html http://www.dima.unige.it/ http://www.escritorasyescrituras.com/ www.atomicarchive.com http://www.acceleratingfuture.com https://crfntserver1.crfusa.org/crf/crfdata/hdww2007/2702/EinsteinLetter1Large.jpg https://crfntserver1.crfusa.org/crf/crfdata/hdww2007/2702/EinsteinLetter2Large.jpg http://biografieonline.it/ http://books.google.com/ http://www.lostudio.org/ http://traspi.net/notizia.asp?idnotizia=8352 http://www.tesionline.it/ http://www.kirjasto.sci.fi/nabokov.htm http://rbth.ru/articles/2010/02/24/240210_nabokov.html http://www.theparisreview.org/media/4310_NABOKOV.pdf http://www.youtube.com/ http://www.randomhouse.com/features/nabokov/index.html http://mochileiroimpreciso.wordpress.com/2009/08/03/ii-demario-de-andrade/ http://www.pacc.ufrj.br/literaria/amazonia.html http://www.historiaecultura.pro.br/modernosdescobrimentos/desc /mario/damalocadotiete.htm http://www.lerotte.net/download/article/articolo-111.pdf http://www.italiaoggi.com.br/not07_0903/ital_not20030806b.ht m http://prope.unesp.br/xxi_cic/27_30778353800.pdf http://www.fw.uri.br/publicacoes/literaturaemdebate/artigos/n2 _4MURILO.pdf http://regisbonvicino.com.br/textcrit37ungaretti.htm http://www.sagarana.net/rivista/numero9/saggio1.html http://www.scielo.br/ http://www.lager.it/leggirazziali.html http://www.lasecondaguerramondiale.com/letture/leggi-razzialinaziste.html http://www.storiaxxisecolo.it/FASCISMO/fascismo18.htm http://www.corriere.it/politica/08_dicembre_17/pierluigi_battist a_i_silenzi_di_un_paese_intero_ec8f90fe-cc02-11dd-bd8600144f02aabc.shtml http://www.sindromedistendhal.com/giornodellamemoria/persecu zionebrei.htm http://www.worldlingo.com/ma/enwiki/it/History_of_the_Jews_in _the_United_States http://www.morasha.it/tesi/ppcd/index.html http://www.ushmm.org/wlc/it/article.php?ModuleId=10005462 http://guide.supereva.it/fisica_applicata/interventi/2000/09/11 405.shtml http://collettivamente.com/articolo/2372779.htm http://olo-dogma.myblog.it/archive/2009/11/03/mattognohilberg-e-la-politica-di-emigrazione-evacuazione.html http://ricordare.wordpress.com/perche-ricordare/061-brevestoria-dellantisemitismo/ http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/a/a084.htm http://www.olokaustos.org/

MIGRAZIONI

27


Amanda Bruno de Mello Tutor: Sandra Maria Silva Cavalcante Progetto Grafico: basato su quello della Rivista Culturale Carpe Diem, di Renato Araújo Fábio Coelho Impaginazione: Amanda Bruno Ringraziamenti Mamma, Equipe Carpe Diem (tutti voi, sempre), Sensei Cassiano Santos, Alessandro Trani, Maria de Lourdes Barreto Carneiro, Sandra Cavalcante, Giuseppe Ferraro, Alessio Gava, Marco Sbicego, Jeanclaude Arnod, Maria Chiara Algisi, Marcus Vinícius Leite, Marco Aurélio Vieira, Daniela Mendes, Luciano Sepulveda, Jaime Quintão, Lucia Ferrari, super M!, Giuseppe Ungaretti e Orazio. E-Mail: amanda.bruno.mello@gmail.com Lontano Lontano lontano come un cieco m’hanno portato per mano


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.