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58 nutrizione naturale depres_Layout 2 06/12/16 11.38 Pagina 15

Come difendere la flora intestinale Per rendere più efficaci gli integratori a base di fermenti lattici in questa stagione così delicata per l’intestino, vale la pena di seguire una cura sinergica. Per prima cosa, è consigliabile rimuovere le tossine a livello della mucosa intestinale eseguendo la pulizia del tubo digerente per 5-7 giorni. Allo scopo è d’aiuto un gel orale a base di silicio, che favorisce in sicurezza l’eliminazione delle sostanze tossiche, operando un’efficace azione di drenaggio del tratto digerente. Il secondo passo è riparare la mucosa intestinale per rigenerare le cellule epiteliali e garantire la sua integrità. Si assicurano, in questo modo, le funzioni di assorbimento selettivo, di barriera e di controllo dell’equilibrio. Un supporto è il colostro bovino, ricco di immunoglobuline e di fattori di rigenerazione. Va assunto per 2-3 settimane. Solo a questo punto entrano in gioco i batteri probiotici, da assumere per 2 settimane. I migliori integratori contengono ceppi di Lattobacilli e Bifidobatteri di efficacia controllata, microincapsulati e capaci di giungere inalterati all’intestino, dove aumentano l’effetto “barriera” della mucosa e favoriscono l’assorbimento di principi nutritivi, fra cui calcio e magnesio.

e suggestioni della stagione favoriscono tranquillità e capacità di contemplazione. Chi è più sensibile ai mutamenti stagionali può però provare stati d’animo negativi: apatia, umore nero e sentimenti di chiusura aprono la strada alla depressione. È opportuno sapere che anche la dieta aiuta a prevenirla.

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Il cibo come balsamo dell’anima Le moderne neuroscienze hanno dimostrato che la base biochimica di molti neurotrasmettitori è influenzata da ciò che mangiamo, confermando alcuni principi della tradizione orientale, che da millenni attribuisce al cibo una funzione centrale per il benessere psichico.

Che cibo e psiche siano strettamente collegati, del resto, è esperienza comune. Consumare pasti ben curati, gradevoli, equilibrati, meglio ancora se in piacevole compagnia, dona un profondo benessere.

L’effetto dei principi nutritivi Ma non è solo una questione di atmosfera e convivialità, che pure hanno il loro peso. Gli scienziati attribuiscono i legami fra dieta e umore anche ai principi nutritivi presenti nel cibo. Si è visto, per esempio, che la diffusione dei prodotti industriali ha aumentato il consumo di grassi saturi, per lo più raffinati e scadenti, quindi privi di sostanze protettive, riducendo l’apporto di acidi grassi omega 3, importanti per l’equilibrio del sistema nervoso. Questa tendenza può avere ripercussioni negative sull’umore e sulle capacità intellettuali.

La questione carboidrati Anche la concentrazione di carboidrati ha un ruolo decisivo sullo stato d’animo. La loro assunzione, infatti, innalza la serotonina, neurotrasmettitore che ha un effetto anti-ansia, allevia la depressione e contribuisce a regolare l’appetito. La sua produzione è favorita anche dall’esposizione alla luce naturale. Non a caso, proprio in autunno, quando le giornate si accorciano, spesso aumenta il desiderio di mangiare dolci. Una scelta che, però, dona un benessere solo momentaneo: i picchi di insulina che ne conseguono sbilanciano la concentrazione di zucchero nel sangue, alterando, così, il metabolismo cerebrale e il livello di serotonina. Il risultato è un umore altalenante accompagnato, sovente, da attacchi di fame irresistibili, che favoriscono l’aumento del peso.

Quante proteine? Non troppe, né poche Quanto alle proteine, i cibi di origine animale che ne sono ricchi contengono molto triptofano, aminoacido precursore della serotonina. Tuttavia, gli altri aminoacidi presenti in quantità elevate ne contrastano l’ingresso nel cervello, rallentando di conseguenza la sintesi del prezioso neurotrasmettitore. Inoltre, un menu troppo ricco di proteine, può favorire l’aumento di noradrenalina, favorendo stress e ansia. Va poi aggiunto che la carne rossa apre la strada all’accumulo di acido urico nel sangue che predispone ad aggressività e nervosismo. D’altra parte, la carenza di proteine può ridurre eccessivamente la sintesi di noradrenalina, causando

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