Sfogliabile lam76

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LA SALUTE NATURALE RACCONTATA DAGLI ESPERTI

è l’ora delle fragole

MAGAZINE

un toccasana per gotta e reumatismi

Periodico mensile ‑ Anno VIII, numero 76/2018 ‑ €

3,90

Poste Italiane - Sped. in A.P. DL 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, LO/MI Prima immissione: 20 giugno 2018

LUGLIO 2018

MAGAZINE

n. 76

PER dimagrire

neal barnard illustra il suo programma alimentare

Dossier

l’ayurveda in pratica

La grande tradizione indiana al servizio della nostra salute

miracle morning

il life coach Hal elrod ci spiega perché il mattino ha l’oro in bocca

LE PROPRIETà del bergamotto

abbassa il colesterolo e riduce lo stress

fermenti di lunga vita Fervida, una lezione che arriva dalla thailandia


Sommario

nutrizione naturale pag. 14 Incontro con Neal

Barnard: il benessere si trova a tavola

pag. 20 Fervida dalla Thailandia,

lunga fermentazione

il mondo delle erbe pag. 26 Bergamotto, usi e

costumi dell’oro verde

pag. 32 La cura delle fragole

andrebbe riscoperta

le altre medicine pag. 68 The Miracle morning:

Hal Elrod spiega il miracolo del mattino

pag. 72 E tu di quale loggia

sei? Consigli dalla Medicina tradizionale cinese

sulle ali di psiche pag. 10

Musica: i mantra che risvegliano la coscienza

NovitĂ erboristiche pag. 36

Mucuna: il fagiolo che migliora il Parkinson


pag. 48

dossier

L’ayurveda in pratica Esploriamo in India e in Italia ● Introduzione ● Incontro sulle strade di Goa, India ● La visita ayurvedica nel nostro paese ● Come si diventa medici e terapisti ayurvedici in Italia

rubriche

● Un altro tipo di massaggio

Il periscopio pag. 8

Aromaterapia Come fare un’acqua aromatica per l’Estate pag. 38

Ci salverà un fiore Agrimony Il fiore solare della pace, contro le inquietudini pag. 42

Scoperte in soffitta La proto-birra Kvass, per l’estate pag. 46

I nostri amici animali SOS allergie in cani e gatti, un aiuto dalla natura pag. 76

Prepariamolo in casa Creiamo un’area salva-api pag. 80

Le ricette del mese pag. 82

Libri pag. 84

Web trend Sei consigli per la stagione calda pag. 86

Scelti per voi pag. 89

Annunci olistici pag. 92

L’ultima domanda pag. 98


Nutrizione naturale

Programma Kickstart

Il benessere lo ritrovi a tavola In vista dell’estate, perdere qualche chilo non fa mai male. Affidiamoci però a chi ha davvero da proporre consigli autorevoli, efficaci e soprattutto salutari. Anita Prestinai

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iamo sempre stati contrari alle diete che promettono risultati miracolosi in pochi giorni. Ma se comportano un cambiamento radicale delle abitudini alimentari scorrette, garantendo un concreto miglioramento dello stato di salute e un dimagrimento graduale, siamo disposti a rivedere le nostre posizioni. E in effetti il ”Programma Kickstart” di Neal Barnard

ha tutte le carte in regola per imporsi tra le varie proposte dietetiche e lasciare un segno indelebile: oltre 500mila persone l’hanno seguito con risultati sorprendenti e, soprattutto, duraturi.

Neal Barnard sbarca in Italia

Abbiamo incontrato il famoso medico statunitense a Milano, durante la quinta edizione di “The Vegetarian Chance”, un festival di grande spessore dedicato quest’anno alla produzione alimentare sostenibile. Non è stato facile strapparlo alle grinfie delle sue tante ammiratrici, ma alla fine ce l’abbiamo fatta! Le risposte di Barnard alle nostre domande sono un’esclusiva per i lettori de L’altra medicina magazine. Scopriamo quindi dal suo ideatore qualche informazione in più sul Programma Kickstart, invitando chi volesse approfondire l’argomento a leggere il libro (vedi box a pagina 16). Dottor Barnard, dopo aver letto il suo libro le chiediamo: sono

davvero sufficienti tre settimane per cambiare radicalmente e in modo definitivo il nostro regime alimentare? Quello che ho scoperto interessandomi da decenni alla questione alimentare è che i cambiamenti a breve termine tendono a modificare le abitudini a lungo termine. Il primo passo è uscire dalla routine dietetica e imboccare una strada migliore. Rendendo questo cambiamento davvero piacevole – inserendo nella dieta nuovi cibi e mantenendo quelli “vecchi” preferiti, tra cui zuppa di minestrone e pasta e fagioli – si otterranno risultati positivi che forniranno la motivazione a continuare con entusiasmo. Vi racconto i dettagli di uno studio recente che abbiamo compiuto su 64 donne utilizzando l’approccio Kickstart. Non c’erano limiti di calorie, nessuna restrizione di carboidrati e non era richiesta attività fisica: l’obiettivo era esclusivamente il cambiamento nutrizionale. Siamo partiti con un periodo di tre settimane per fare abituare i partecipanti al nuovo modo di mangiare.

Chi è Neal Barnard Professore associato di Medicina presso la George Washington University, Neal Barnard è anche fondatore del Physicians Committee for Responsible Medicine, organizzazione non profit la cui mission è promuovere l’impronta della medicina preventiva e dell’efficacia della corretta alimentazione. I risultati delle sue ricerche sono stati pubblicati sulle principali riviste medico-scientifiche internazionali e sono stati citati dall’American Diabetes Association e dall’American Dietetic Association nelle loro linee guida ufficiali. In Italia per Edizioni Sonda sono usciti Super cibi per la mente (2013) e Curare il diabete senza farmaci (2015).

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Nutrizione naturale

IL LIBRO I libri di Neal Barnard, più che descritti o recensiti, andrebbero semplicemente letti! Contengono infatti preziosi consigli che sono davvero in grado di dare una risposta risolutiva alla nostra ricerca di benessere. In “Il programma Kickstart”, Barnard propone un programma alimentare rivoluzionario per riconquistare la forma fisica ideale in appena tre settimane, garantendo il dimagrimento e livelli più bassi di colesterolo, pressione arteriosa e glicemia. Come? Con una dieta al 100% vegetale, in grado di ridurre l’appetito (ma non le porzioni!), accelerare il metabolismo e proteggere il cuore. Con uno stile chiaro e diretto, Barnard spiega ai lettori come sostituire i prodotti di derivazione animale, ricchi di grassi e zuccheri, con verdure, frutta, legumi, cereali integrali; mangiare sano nelle occasioni mondane e in viaggio; migliorare la forma fisica, l’energia e il sonno; preparare pasti completi da un punto di vista nutrizionale. Il Programma Kickstart Il libro, inoltre, è arricchito da una sessantina di ricette, i consigli Neal D. Barnard per la spesa e le principali tecniche di cottura per mangiare con i Edizioni Sonda grassi giusti e tanto sapore. Pagine 328, 18 euro

Poi li abbiamo lasciati liberi di proseguire come meglio credevano. Durante le prime quattordici settimane, si è registrato un calo ponderale medio di sei chili. Ma il bello è venuto dopo: nei due anni successivi, abbiamo scoperto che, a differenza delle solite diete dimagranti a cui segue inevitabilmente il riacquisto del peso, queste donne erano più magre dopo un anno dall’inizio e ancor più magre l’anno successivo. In altre parole, la perdita di peso era diventata una strada a senso unico. Il Programma Kickstart si concentra su cambiamenti rapidi, divertenti ed efficaci, che spingono a continuare con il piano. Molte diete hanno come primo obiettivo la riduzione delle calorie; il programma Kickstart parte da altri presupposti. Ce li può illustrare? Invece di limitare le calorie, Kickstart incoraggia a concentrarsi sulla moltitudine di

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Prima di iniziare… “Se una persona assume farmaci, è gravemente in sovrappeso o ha un problema di salute, il mio primo consiglio, da medico, è quello di consultare… il proprio medico di fiducia”, ci ha detto Neal Barnard durante la nostra chiacchierata. “Bisogna farlo non perché iniziare il Programma Kickstart sia pericoloso, tutt’altro; abbracciare un regime alimentare come questo ha effetti importanti sulla salute. Anzi, così potenti che il medico dovrà magari cambiare terapia farmacologica, oppure modificare i dosaggi. Occhio anche all’attività fisica. Può capitare che un nuovo tipo di alimentazione faccia sentire così bene una persona, così carica di energie al punto da incrementare l’attività fisica: se conduci uno stile di vita sedentario, hai seri problemi di salute e troppi chili da smaltire ci vuole moderazione e un programma graduale.

possibilità vegetali per vedere quali ti piacciono di più e quali funzionano meglio per te. Vedrai quanto può essere facile e deliziosa una dieta a base di vegetali! Verdure, frutta, cereali e legumi sono naturalmente a basso contenuto di grassi. Quindi tendono a essere a basso contenuto di calorie. Un grammo di grasso – che si tratti di formaggio, carne od olio d’oliva – ha 9 calorie. Un grammo di carboidrati da patate, pane, fagioli e pasta ha solo 4 calorie. Le diete a base vegetale ti riempiono anche di fibre, un’altra ragione per cui sono così efficaci nel promuovere la perdita di peso. I nutrizionisti raccomandano di consumare 40 grammi di fibre al giorno, operazione facile quando si spostano verdure, frutta, cereali integrali e legumi al centro del piatto. Con pochissimi grassi e molte fibre, una dieta a base di vegetali soddisferà il tuo appetito molto prima che tu abbia esagerato con le calorie.

Qual è il ruolo del metabolismo nel calo ponderale in generale e, in particolare, nel Programma Kickstart? Ritorniamo allo studio di cui vi parlavo. I partecipanti erano donne che avevano lottato per anni con problemi di peso. Molte di loro sostenevano che il loro metabolismo fosse molto lento. Una mi ha detto: “Quando ero giovane, potevo mangiare qualsiasi cosa, ma oggi guadagno peso soltanto se il cibo lo guardo!”. Ed è vero: per molte persone, il metabolismo rallenta nel tempo. Lo sappiamo perché possiamo misurarlo, e così abbiamo fatto con i nostri volontari: si sono sdraiati su di un lettino, hanno respirato normalmente e, con uno strumento speciale, abbiamo monitorato l’ossigeno inspirato e l’anidride carbonica espulsa. Con un semplice calcolo matematico, siamo stati in grado di dire con precisione la rapidità con la quale ogni singola persona bruciava calorie.

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Nutrizione naturale

Diventiamo sempre di più! Conosci medici vegani, vegetariani oppure simpatizzanti? Invitali a iscriversi alla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, diretta dalla dottoressa Luciana Baroni (curatrice del libro di Barnard di cui scriviamo in questo articolo). Riceveranno in regalo il nuovissimo libro “Il PiattoVeg 50+”, che racchiude le linee guida per una dieta vegana lowfat. Lo scopo dell’iniziativa è quello di offrire a un numero sempre maggiore di medici le conoscenze sulle potenzialità dell’alimentazione basata sui vegetali nella prevenzione e nel trattamento di molte malattie, a vantaggio dei pazienti. E anche tu riceverai in regalo il libro! Per info e iscrizioni: www.scienzavegetariana.it Abbiamo rivalutato il nostro campione dopo quattordici settimane, delle quali le prime tre erano state rigorosamente “Kickstart”: niente carne, né latticini, né uova e pochissimi grassi. Ebbene, il loro metabolismo medio dopo un pasto era aumentato del 16 per cento rispetto a prima! Vuol dire che la combustione delle calorie funzionava meglio… Dopo ventun giorni, c’è il rischio di tornare a mangiare come prima oppure questo programma alimentare diventerà uno stile di vita continuativo? Il programma è chiamato Kickstart (trampolino) poiché si concentra su un’esperienza di immersione a brevissimo termine che ispira quasi sempre cambiamenti a lungo termine. Una volta che hai superato la sfida dei 21 giorni e hai visto

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quanto sia facile ottenere il controllo del tuo peso e della tua salute, probabilmente non vorrai tornare alle tue vecchie abitudini. Perché? Perché mangerai pasti deliziosi, non sarai mai affamato, e sembrerai fantastico!

Su quali patologie, acute e/o croniche, può essere efficace il Programma Kickstart? Una dieta vegana a basso contenuto di grassi può essere efficace nel trattamento del diabete di tipo 2, delle malattie cardiache, dell’emicrania e dei dolori mestruali; può anche ridurre gli stati depressivi e ansiogeni nonché migliorare la produttività. Nessuna paura: le diete vegane sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e possono fornire benefici per la salute e per la prevenzione di molte malattie. Una curiosità: come si è trovato in questi giorni in Italia? Ma soprattutto, che cosa ha mangiato di buono? Devo confessare che amavo già la cucina italiana prima del mio arrivo. È la migliore cucina del mondo! (per questa affermazione Neal Barnard ha abbandonato l’inglese e si è lanciato in italiano, ndr). Ed è così facile adattare la cucina italiana a un modo di pensare vegano. Zuppe, insalate di ogni genere, piatti di pasta… non hanno bisogno d’altro, nascono vegani così come sono. Non vedo l’ora di tornare in Italia e di provare nuove delizie!


Il mondo delle erbe

il fagiolo che migliora il

Parkinson D

ove non arrivano i soldi, a volte interviene miracolosamente la Natura, con la sua forza rigeneratrice e curativa. Ma non solo: ci vuole anche la passione dei ricercatori, che nella vicenda che stiamo per raccontarvi svolge un ruolo insostituibile.

Una malattia che predilige gli anziani

Parliamo di morbo di Parkinson, malattia neurodegenerativa di cui soffrono nel nostro Paese circa 250mila persone, nella stragrande maggioranza dai sessant’anni in avanti. Purtroppo non esiste la cura risolutiva, ma ci sono però trattamenti in grado di mitigarne i sintomi, che sono principalmente di tipo motorio e posturale. Il farmaco più efficace a disposizione è la levodopa; nonostante nel lungo termine si manifestino effetti collaterali che ne limitano i benefici, rimane a oggi la scelta terapeutica privilegiata dai neurologi.

Le terapie farmacologiche non sono per tutti

Questo nei Paesi con sistemi sanitari avanzati e condizioni economiche che permettano di sostenere i costi della terapia. E altrove? Come viene gestita una malattia a forte impatto come il Parkinson in aree geografiche disagiate? Prendiamo il Ghana: 27 milioni di abitanti e due neurologi; malati di Parkinson in preoccupante aumento;

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Mucuna pruriens è una pianta leguminosa ricca di levodopa. Il suo impiego è però da circoscrivere ai pazienti che non hanno accesso alle terapie farmacologiche. Anita Prestinai costo della terapia sui 60 dollari al mese, cifra inaccessibile per quasi tutti i pazienti. Sono numeri di una battaglia che sembrerebbe persa in partenza. Poi invece arriva la Fondazione Grigioni (vedi box nella pagina a lato) ed è l’inizio della svolta.

Un incredibile concentrato di levodopa

Sono più di dieci anni che i

neurologi della Fondazione Grigioni, coordinati dal professor Gianni Pezzoli, si interessano ai pazienti parkinsoniani in Africa. La situazione si rivela fin da subito molto importante: moltissimi malati di Parkinson non conoscono nemmeno l’esistenza della levodopa, e in ogni caso non se la potrebbero permettere. «Per noi occidentali, abituati a dare per scontato che un malato possa avere accesso alle terapie, doverci confrontare con la realtà


africana è stato un test di realtà», ci spiega il professor Pezzoli durante il congresso “Brain and Malnutrition”, svoltosi recentemente a Milano. «Abbiamo però trovato una soluzione che apre prospettive nuove e dai risultati sorprendenti».

È sufficiente una manciata di semi

La novità è rappresentata da un legume i cui semi contengono naturalmente elevati dosaggi di levodopa, sostanza che aumenta la concentrazione di dopamina nel cervello. Si tratta della Mucuna pruriens, pianta che cresce spontaneamente in molte aree tropicali. Da sempre utilizzata come fertilizzante del suolo, non era mai stata considerata un alimento e tantomeno un potenziale farmaco. «Abbiamo studiato varie specie, scoprendone una che contiene, in 36 semi, la quantità di levodopa necessaria per un giorno di trattamento», continua Pezzoli. «Il procedimento

Il risveglio di Robert De Niro Il personaggio di Leonard, paziente affetto da catatonia, rimarrà senza dubbio una delle interpretazioni più straordinarie e commoventi dell’attore statunitense. Il film “Risvegli”, datato 1990, racconta la storia del dottor Oliver Sacks e dei primi impieghi della levodopa in un ospedale del Bronx. Un capolavoro imperdibile.

Dalla parte del malato La Fondazione Grigioni, nata nel 1993 su iniziativa del professor Gianni Pezzoli, svolge un lavoro insostituibile nel campo della malattia di Parkinson. Tra i suoi principali obiettivi ci sono il sostegno alla ricerca scientifica, progetti internazionali e la presenza costante al fianco del malato. Per informazioni: www.parkinson.it

estrattivo è molto semplice: sono sufficienti una pentola e un macinino per ricavare dai fagioli un grammo e mezzo di polvere di Mucuna. È un dosaggio molto alto – 4-5 volte maggiore rispetto alle preparazioni farmaceutiche –, ma il motivo è presto detto: nel farmaco la levodopa è abbinata a un inibitore della sua degradazione; nella polvere di Mucuna non ci sono sostanze aggiunte».

I risultati sono eclatanti

Quali risultati sono stati ottenuti? «Oltre ogni aspettativa», dichiara con malcelata soddisfazione il professor Pezzoli. «In soggetti mai trattati con il farmaco, studi già conclusi e altri

ancora in corso evidenziano chiaramente come la Mucuna sia efficace sui sintomi della malattia di Parkinson e che la durata dell’effetto – dopo ogni assunzione – sia di circa quattro ore. Se consideriamo che il costo annuo del trattamento con Mucuna nei soggetti con Parkinson si aggira sui 12 dollari, possiamo finalmente dire che i pazienti che non hanno accesso alle terapie standard possono oggi contare su una valida alternativa. Il lavoro da fare è ancora tantissimo, ma la strada intrapresa è quella giusta».

Ma in Italia è un percorso impraticabile La domanda, a questo punto, sorge spontanea: perché non somministrare Mucuna pruriens anche in Italia al posto del farmaco? «Per svariati motivi», ci tiene a precisare il neurologo milanese. «La polvere andrebbe importata da Paesi lontani, con inevitabili problemi legati alla provenienza, alla qualità e alla conservazione. Acquistarla online, inoltre, sarebbe rischioso e i prezzi esorbitanti. Abbiamo il privilegio di vivere in una società che – con tutti i suoi limiti – fornisce gratuitamente le terapie ai propri malati. Rincuoriamoci sapendo che i pazienti africani con Parkinson possono oggi prendersi cura della loro malattia in modo efficace. Ai pazienti italiani, come medico e ricercatore, consiglio vivamente di proseguire con le terapie in corso».

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Dossier

L’Ayurveda in pratica Ecco cosa succede quando andiamo dal medico e dal terapista di questa grande tradizione indiana.

E

se volessimo intrattenere un percorso di medicina ayurvedica? Che cosa accade quando entriamo in questi ambienti? Partiamo dal basic. Lo abbiamo chiesto a un medico e a una terapista italiani,

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grandi conoscitori della medicina indiana, e a un professionista di tecniche di massaggi, da sempre esploratore sulle strade dell’India. Apriamo poi una parentesi sui requisiti necessari in Italia per svolgere la professione di medico e terapista ayurvedico.


SOMMARIO pag. 48 pag. 50

Introduzione Sulle strade di Goa, in India

pag. 56

La visita ayurvedica in Italia

pag. 62

Come si diventa medici e terapisti ayurvedici nel nostro paese

pag. 64

Fiori di ciliegio, il Sakura: emblema in Giappone della rinascente Primavera

Un altro tipo di massaggio

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Le altre medicine

The Miracle Morning T

he Miracle Morning nasce da una disperazione: Hal Elrod, 20 anni, un incidente quasi mortale che lo lascia semiparalizzato in un letto di ospedale. La fidanzata lo lascia, ha undici ossa fratturate e un danno cerebrale permanente. A quel punto scatta in lui una consapevolezza: non avrebbe sprecato il suo tempo rimuginando su quanto di terribile gli fosse accaduto ma lo avrebbe impiegato per raggiungere il suo pieno potenziale, partendo da ciò che aveva. Poi lo avrebbe insegnato agli altri.

Hal si rimette in piedi e studia

Fa grandi progressi, si rimette in piedi, torna a fare jogging e una mattina ha un’intuizione: creare una routine giornaliera di

sviluppo personale, una sorta di rituale del “successo” personale. Elrod analizza i fallimenti e il mancato raggiungimento dei propri obiettivi, poi allarga lo studio ad altri fattori comuni a tante persone come l’obesità, l’indebitamento, la depressione, l’uso massiccio di medicinali, le difficoltà relazionali… e giunge alla conclusione che l’obiettivo del suo metodo è “diventare la persona che devi essere per poter creare la vita che desideri”. Il cambio di paradigma è interessante: diventa la persona che saresti se la tua vita fosse già quella che sogni. Non credere che accada in un attimo, e impegnati con tutto te stesso a scardinare le vecchie abitudini.

Il miracolo del mattino

Elrod parte da se stesso, e poiché gli esercizi che faceva si svolgevano quotidianamente

prima dell’inizio “canonico” della giornata (secondo una media: alle 8 del mattino), chiamò il metodo The Miracle Morning. L’assunto di base è molto semplice: modificando il modo in cui ti svegli al mattino e occupi le prime ore della giornata, è possibile trasformare qualsiasi aspetto della tua vita raggiungendo il tuo pieno potenziale. Il tempo necessario? Circa 30 giorni. Sarà forse per questo che da un capo all’altro del mondo questa pratica si sia diffusa a macchia d’olio?

Molto si gioca nelle prime ore del mattino

La teoria della pratica di Elrod recita che “il modo in cui ci si sveglia ogni giorno e la routine mattutina che si segue, o l’assenza di essa, si ripercuotono sui livelli di successo che si

Il mattino ha l’oro in bocca, diceva un celebre film. In effetti, la vita può essere trasformata se ci mettiamo in azione prima delle 8. Parola di Hal Elrod. Elisabetta Garbarini 68


Lettura consigliata

The miracle morning Macro Edizioni Pagine 208, euro 14,50

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Le altre medicine

Quando manca il tempo

Life S.A.V.E.R.S. versione short in SEI minuti E se proprio un giorno non hai tempo, è stata studiata una versione ridotta della pratica, scandita in una sequenza di un minuto ciascuno per un totale di sei. Eccone un esempio: silenzio e gratitudine, affermazioni del giorno, visualizzazione, breve scrittura di ciò che volete durante quella giornata in termini di potenziale, lettura di una citazione o pagina del libro, qualche flessione o stiramento per muovere il corpo.

possono raggiungere. A questo aggiungiamo che, nonostante la quantità di sonno ottimale sia soggettiva, alcune ricerche della National Sleep Foundation hanno dimostrato che cicli di sonno prolungati (oltre le nove ore) sono spesso associati a una maggiore vulnerabilità alle malattie.

Avere uno scopo nella vita è la prima mossa

Molto spesso le persone non trovano uno scopo nel vivere. Solo un susseguirsi di cicli di 24 ore, l’uno in fila all’altro. Eppure – spiega Hal – sentire qual è il senso della propria vita e viverlo con costanza è annoverato tra i fattori di longevità, nonché tra i motivi che ci fanno alzare dal letto la mattina. Per chi brancola nel buio, il consiglio è di partire da piccole cose che piacciono: sorridere di più, passare più tempo con il proprio figlio, gli amici veri, coltivare dei fiori, e

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così via. L’importante è iniziare, come ci ricorda Lao Tsu: “Ogni lungo viaggio inizia sempre con un primo passo”.

alle vostre: sono pigre o con una ferrea disciplina? Votate al pessimismo o attente al bicchiere mezzo pieno?

Ma serve pur sempre un po’ di disciplina

Il dislivello di potenziale

Pensare in modo isolato rappresenta una delle maggiori cause di fallimento, sia che si tratti di perdere peso sia di scrivere un nuovo romanzo o cambiare un aspetto di sé. Ogni singolo pensiero, azione, emozione crea la persona che stiamo diventando: le conseguenze di “saltare” un appuntamento – pensando di poterlo recuperare il giorno dopo o dopo ancora – sono gigantesche poiché plasmano la nostra identità in un senso piuttosto che in un altro. Inoltre, alcune ricerche sostengono che tendiamo a diventare simili alla media delle cinque persone con cui trascorriamo più tempo. Pensate

Una parte estremamente importante del “Mattino miracoloso” è la gestione del dislivello di potenziale. Dove ci troviamo oggi? Chi siamo? Cosa abbiamo? E dove e chi vorremmo essere? Cosa vorremmo avere? Ecco, quello che sta nel mezzo è il dislivello. La maggior parte di noi tende a puntare l’attenzione su ciò che non ha o non è, in buona sostanza sulla mancanza. Ma, ci ricorda Elrod, il desiderio e la pratica di colmare quel dislivello sono proprio la spinta a compiere l’impresa, a patto che la prospettiva mentale sia pro-attiva e positiva (al bando l’inadeguatezza, la carenza, l’autocommiserazione). Iniziamo dai Live Savers, consiglia Hal.


Punti chiave della pratica

I Life S.A.V.E.R.S. Concretamente, quindi, che cosa possiamo fare tra le 5:00 e le 8:00 (o anche le 7:00) per colmare il dislivello di potenziale tra chi siamo e la persona che dovremmo essere per raggiungere i risultati prefissati? Hal Elrod individua sei pratiche salvavita – chiamate Life S.A.V.E.R.S. – che sviluppano varie parti di noi come quella fisica, emotiva, spirituale e intellettuale. Portate avanti con costanza danno risultati, come testimoniano le numerose persone che le hanno provate. Alcune premesse: l’ordine di esecuzione può variare a piacimento; il tempo da dedicare si può modificare ma solitamente in totale non meno di un’ora; la colazione è consigliata dopo la pratica. Ma, prima di iniziare, stabilisci chiaramente i tuoi obiettivi immediati e i tuoi sogni più importanti, anche quelli che hai accantonato o in cui non hai creduto. S.A.V.E.R.S. è un acronimo che ora spieghiamo.

S come Silenzio

Silenzio ma con uno scopo: può essere la meditazione nelle sue svariate forme, oppure la preghiera o pratiche di respirazione, solo per citarne alcune. L’obiettivo è alzarsi dal letto senza la frenesia e la mente già zeppa di pensieri su cosa dobbiamo fare, chi dobbiamo vedere, agenda e smartphone. O, al contrario, trascinandoci giù dal letto con una certa dose di pigrizia, sbadigli e sonnolenza prolungata. Il silenzio permette di essere centrati e consapevoli dei nostri intenti e obiettivi, su ciò che è davvero importante per noi. Riscopriamolo.

A come Affermazioni

Sappiamo che le parole creano immagini dentro di noi e muovono emozioni. Il dialogo interiore che portiamo avanti istante dopo istante è per lo più inconscio e scarsamente sotto il nostro controllo ma possiamo “progettare” un dialogo utile per i nostri fini: se ripetuto con costanza diventa un valido alleato nel processo di Miracle Morning. Unico avvertimento: indispensabile non ripetere a “pappardella” delle frasi ma sentirle dentro, sentire le emozioni. Solo così potranno davvero essere efficaci nel creare altri circuiti. Anche neuronali.

non attingere dalla scatola del passato, ma andare a creare un quadro con elementi nuovi. Stiamo sulla creazione come fosse un film, scena dopo scena. E, ripetiamola, sentiamola con il corpo, con le emozioni. Quanta gioia vi dà? Come vi sentite? Potete potenziare quella sensazione? Fatelo.

E come Esercizio

Considerato il caposaldo delle Life S.A.V.E.R.S., fa bene al corpo, all’umore, alla salute, e permette di iniziare la giornata con una buona dose di energia. Può essere running, tai chi, yoga, stretching, i 5 tibetani, tennis… ce n’è davvero per tutti i gusti.

R come Ricerca

L’accezione di ricerca è lettura: quella di libri che ci possono ispirare, di storie motivanti, di personaggi che possano spronarci. Il consiglio è 10 pagine ogni giorno perché, lo ripetiamo, la chiave è la costanza.

S come Scrittura

L’ideale è tenere un diario, un po’ come si faceva una volta, dove annotare i progressi, i momenti di fatica e i successi, le lezioni apprese, le intuizioni… I benefici della scrittura sono davvero molteplici: serve a mettere ordine, a dire tutto quello che pensiamo e proviamo. Nell’esercizio di scrittura si può inserire anche la pratica giornaliera della gratitudine: ci sono così tante cose di cui essere grati, basta solo accorgersene. Infine, dopo un abbondante lasso di tempo, possiamo fare un semplice schema dividendo la pagina a metà: lezioni apprese e nuovi impegni. Questo ci farà fare un ulteriore balzo in avanti. Parola di Hal...

Hal Elrod

V come Visualizzazione

Elrod, come moltissime altre persone, utilizza la meditazione creativa immaginando già il risultato che vuole ottenere. Ricordatevi che è importante

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Prepariamolo in casa

a cura della redazione

Creiamo un’area

salva-api Sono in grande sofferenza e questo non va bene per le api e per noi. Se le api scompaiono, è a rischio tutto l’ecosistema e anche noi esseri umani. Proviamo a fare qualcosa.

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ervono fiori perché da quelli le api prendono il loro pasto e possono vivere. Visto che le aree selvatiche stanno diminuendo, potremmo aiutarle nel nostro orto, giardino, terrazzo, balcone o davanzale. Sul balcone è molto semplice: basta seminare in vaso o acquistare i fiori già pronti, creando folte composizioni che siano una goduria anche per i nostri occhi.

Fiori nell’orto e nel giardino

In giardino potrete creare un’aiuola specifica per le api, oppure progettare delle bordure fatte con questi fiori amici degli insetti impollinatori. Il consiglio è disporre più aiuole in giardino, in modo da aumentare ancora di più la biodiversità. Nell’orto queste aiuole salva-api vi saranno utilissime. Oltre ad aumentare il rendimento delle orticole, ed eventualmente degli alberi da frutto, i fiori amici delle api renderanno bellissimo il vostro orto. Predisponiamo nella semina un’aiuola con i fiori in cima o sul fondo di ogni bancale dell’orto, sia esso tradizionale o sinergico. In alternativa, potrete pensare a delle bordure di fiori ed erbe aromatiche – che piacciono tanto alle api – da porre nelle aiuole dell’orto. Saranno utili anche per tenere lontani gli insetti nocivi. Considerando che moltissime erbe aromatiche utilizzate nella cucina italiana sono gradite alle api, in

La sostanza chimica che le stermina

Per andare direttamente al punto, dalle nostre parti e in tutto il mondo si vedono girare sempre meno api mellifere, cioè quelle che fanno il miele, grande lavoro che nessun altro sa fare. Né noi, né gli insetti: lo fanno solo le api. Tutti ora si chiedono come mai le api stiano scomparendo nel giro di pochi anni. E sono entrati sotto sorveglianza alcuni pesticidi, oggi molto utilizzati, della famiglia dei neonicotenoidi. L’Unione europea, tre mesi fa, ha bandito tre neonicotenoidi deleteri per la vita delle api. Questi insetti non trovano più l’orientamento per tornare all’alveare e fanno una brutta fine. Si sta parlando di un vero e proprio “collasso”. Tutto bene? Non sembra proprio, perché secondo Greenpeace andrebbero vietati tutti i neonicotenoidi, non solo quei tre. Il rischio è che vengano bellamente sostituiti da altra chimica, della stessa famiglia. E non cambia nulla. La Francia, grande produttrice di miele – ma meno di noi italiani – sta considerando di bandire tutti i neonicotenoidi. Alcuni Paesi europei si oppongono e altri no, la solita storia...

generale consigliamo di progettare una bella aiuola con tante piantine: Rosmarino, Lavanda, Salvia, Timo, Santoreggia, Cumino...

Altri fiori per aiutare le nostre amiche api

Tra i fiori tanto amati dalle api troviamo la Facelia, la

Niente api, poco cibo Si stima che tre quarti del cibo che mangiamo sia frutto del loro lavoro di impollinazione. Peperoni, zucchine, mandorle, pere, mele, fragole e ciliege hanno bisogno delle api per produrre i vegetali che mangiamo. Cifra esagerata? È vero che con le coltivazioni in serra l’apporto delle api sta diminuendo, ma restano fondamentali nella catena alimentare che porta i cibi sulle nostre tavole. E anche per conservare la biodiversità degli spazi selvatici, oggi pesantemente sotto attacco.

Calendula, la Veccia, la Lupinella, il Trifoglio Incarnato, il Trifoglio Alessandrino, il Trifoglio Resupinato, il Girasole, la Malva che cresce spontanea in molti campi e che possiamo facilmente “trapiantare” nel nostro fazzoletto di terra. E ancora il Tagete, il Meliloto officinale, la Borragine. Tra le erbe, quelle che più le api amano sono l’Erba medica, la Sulla, il Coriandolo, il Cumino, il fiore della Pastinaca, l’Aneto, il Rosmarino, il Timo, il Grano Saraceno, il Finocchio Annuale.

E lasciamole sul prato

Le api stanno bene quando c’è tanta vegetazione. Non entriamo nella compulsione del tagliaerbe: anche ortiche, trifogli ed erbe selvatiche hanno un ruolo nella vita di questi insetti.

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