La chiesetta si presenta oggi in stile neogotico con soffitto a volte, un rosone e preziosi affreschi sulle pareti interne.
Una località energetica in cui fare una sosta La chiesetta di S. Valentino sopra Siusi allo Sciliar è un gioiello storico-artistico.
Un affresco del 15° sec. sulle mura esterne raffigura la Madonna sul trono con il Bambino Gesù.
L La località, su cui sorge la chiesetta, è straordinaria: lo si avverte immediatamente. Circondata da prati verdi, schiude un panorama mozzafiato sulle bianche rocce dolomitiche di Punta Santner e Punta Euringer e sul sottostante paese di Siusi allo Sciliar. Dal fitto bosco antistante, invece, emergono i resti delle rovine di Castel Salego e Castelvecchio, un tempo dimora dei signori di Salego e del nobile cavaliere Oswald von Wolkenstein, le cui eccellenti doti di bardo e diplomatico erano note molto oltre i confini regionali. Infine, lo sguardo s’adagia sulla conca bolzanina, fino ai ghiacciai del principale crinale alpino all‘orizzonte.
Saghe e leggende. Sulla collina della chiesetta aleggiano numerose storie. Josef Fulterer nel suo volume “Sagen vom Schlern” (Saghe dello Sciliar, ndt), ad esempio, racconta quella di una campana d’oro, trovata da un agricoltore rastrellando il terreno nella località di S. Valentino. Con l’aiuto dei vicini, la dissotterrò insieme a incantevoli stoviglie. Doveva trattarsi di reperti di un’antica città scomparsa ed, effettivamente, le campane di S. Valentino fanno miracoli ancora oggi: suonate sotto minaccia
di un temporale, evitano spesso disgrazie. Un’altra leggenda narra che una terribile frana, staccatasi dal Monte Bullaccia, avrebbe seppellito la “città” di Siusi.
Primi insediamenti. Reperti archeologici testimoniano che i dintorni erano popolati già nell’età del bronzo: l’antistante Runggeck accoglieva un luogo di sacrificio e culto d’epoca preistorica, non lontano dal quale sono stati portati alla luce resti di mura che lasciano supporre l’esistenza di un antico insediamento umano. Secondo gli archeologi, sotto i prati intorno alla chiesetta di S. Valentino si potrebbero trovare ulteriori tracce di uno stanziamento preistorico. È probabile che questa casa di Dio sia stata edificata come simbolo della fede cristiana su un luogo di sacrificio “pagano”.
Cenni storici. La chiesetta è stata menzionata per la prima volta in alcuni documenti per una donazione del 1244 d.C., dove si fa espressamente riferimento alla chiesa “sulla montagna di S. Valentino”. Oggi, di quest’antica struttura resta la torre romanica, che svetta con due serie di finestre a tutto »
Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier
Estate | ALPE 41