ALPE Estate 2024

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ALPE

Alpe di Siusi Magazine

Parco Naturale Sciliar-Catinaccio

Dallo scetticismo all’entusiasmo

Il sambuco fa miracoli

Un arbusto dai poteri misteriosi

I segreti del luogo

Architettura tra tradizione e modernità

Estate 2024
CASTELROTTO · SIUSI ALLO SCILIAR · ALPE DI SIUSI · FIÈ ALLO SCILIAR · TIRES AL CATINACCIO

Editoriale & sommario

Gentili lettrici e lettori!

Arno Kompatscher, presidente della Giunta provinciale, racconta che i festeggiamenti per l’istituzione del primo parco naturale dell’Alto Adige nel 1974 sono stati alquanto modesti. All’epoca, gran parte della popolazione si sentì sopraffatta e considerava la tutela della natura imposta dalle autorità come una potenziale minaccia. La cover story narra l’evoluzione di tale progetto nei cinque decenni successivi. Il ritratto di Margareth Ploner, con il suo amore per le montagne e la sua sensibilità verso la tutela di natura e ambiente, vuole invece essere un monito e, al contempo, un appassionante resoconto.

Se avete voglia di una piacevole escursione nella nostra regione dolomitica, potete partire con ALPE in direzione dello Sciliar sul Sentiero geologico che conduce attraverso la storia dell’evoluzione terrestre e che rivela l’origine delle Dolomiti. Il Sentiero Gumperer, un percorso circolare di sei km progettato da bambini per bambini, garantisce una buona dose di avventura ed è consigliato alle famiglie. Lungo il cammino è possibile imbattersi anche in qual-

che cespuglio di sambuco, i cui rami sottili e flessibili sono protagonisti di innumerevoli storie, saghe, leggende e usanze.

Stefan Rier ci parla, invece, del progetto Messnerhaus e dei suoi ricordi d’infanzia diventati realtà, proseguendo così la nostra rubrica sull’architettura locale. Un gruppo di “creativi” dedicatisi all’arte ha individuato lo scenario ideale per una mostra in mezzo alla natura.

In questo numero estivo di ALPE, vi intratterremo nuovamente con testimonianze e notizie su Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Alpe di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio, un’area variegata proprio come la nostra community di fan. Come sempre, il piccolo opuscolo in appendice contiene preziosi consigli per il divertimento e lo shopping, nonché il calendario degli eventi per una meravigliosa vacanza nella regione dolomitica Alpe di Siusi.

Felici di avervi qui, vi auguriamo un soggiorno rilassante.

Helmut Mitterstieler

Presidente Alpe di Siusi Marketing e per le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Alpe di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio

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Alpe di Siusi: Carabinieri su due ruote

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I 50 anni del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio

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Parco Naturale: tutela di bellezza e varietà

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Arno Kompatscher e il “concetto di parco naturale”

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Amore per la montagna: Margareth Ploner di Tires

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Lungo il Sentiero geologico all’Alpe di Siusi

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Stefan Rier e uno dei suoi particolari progetti edili

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Escursione per famiglie: il Sentiero Gumperer

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Creatività e natura al Colle di Castelrotto

Pagina 40 Il sambuco

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Fiori di sambuco fritti

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Highlights estate 2024

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Anteprima inverno 2024/25

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Visto e sentito

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Foto: Helmuth Rier

In pattuglia

Il brigadiere capo Erhard Zemmer e la collega Sofia Tonazzi percorrono l’Alpe di Siusi in sella alle loro e-bike per controllare la zona e invitare i ciclisti all’attenzione e al rispetto degli altri, soprattutto sui sentieri più stretti: non tutti i tracciati, infatti, sono adatti alle biciclette, e non tutte le biciclette sono adatte alla montagna. Oltre a garantire la sicurezza, i Carabinieri sono anche attrezzati per il primo soccorso in caso di emergenza.

Testo:

Foto:

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Elisabeth Augustin Helmuth Rier
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Il 1° parco naturale dell’Alto Adige compie 50 anni

Il leggendario Rifugio Bolzano e la stella alpina simboleggiano la sfaccettata bellezza del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio.

In Alto Adige, il “concetto di parco naturale” mira a combinare in modo ottimale la tutela della natura e del paesaggio con uno sviluppo economico sostenibile. Nel Parco naturale Sciliar-Catinaccio, tale concetto è ormai consolidato da cinque decenni.

Lo Sciliar, un imponente massiccio montuoso con Punta Santner ed Euringer, è considerato il simbolo dell’Alto Adige. Ma anche il Catinaccio, con le sue innumerevoli torri e particolari formazioni rocciose, è conosciuto ben oltre i confini provinciali. Ai piedi del primo si estendono l’Alpe di Siusi, le foreste di Siusi, Fiè e Tires con la Valle di Ciamin, tutte comprese nel Parco naturale SciliarCatinaccio, nelle Dolomiti occidentali.

50 anni fa, il 16 settembre 1974, con un decreto del presidente della Giunta provinciale di Bolzano, furono gettate formalmente le basi per questo parco, il primo di sette. Non avendo idea degli effetti che questa decisione avrebbe comportato, la popolazione, costituita prevalentemente da contadini che, per molte generazioni, avevano coltivato la terra in modo tradizionale,

manifestò un certo scetticismo e percepì la designazione di un’area protetta come una sgradita imposizione. I residenti, ma soprattutto i proprietari di terreni e boschi, temevano potesse portare più svantaggi che vantaggi. Non c’è quindi da stupirsi, se, in occasione della cerimonia inaugurale, tenutasi ai piedi dello Sciliar, ci fosse “ben poco da festeggiare” (si veda al proposito l’intervista ad Arno Kompatscher, pag. 16).

“Noi agricoltori eravamo contrari all’idea del parco naturale”, ricorda Hans Federer, contadino di Maso Platzer a Fiè allo Sciliar oggi ottantaduenne, che all’epoca era membro del Consiglio comunale e che si rifiutó “di consentire a pochi fanatici naturalisti di dettare le regole”. “Era assolutamente inaccettabile che politici e funzionari troppo zelanti potessero dirci come gestire

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Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier
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boschi e prati”. I contadini, infatti, si opposero, ai sostenitori del parco naturale, intenti, secondo loro, solo a preservare le caratteristiche paesaggistico-naturali e culturali da tramandare alle generazioni future.

“Inizialmente, noi agricoltori eravamo contrari all’idea del parco naturale”.
Hans Federer

“Il Parco naturale Sciliar-Catinaccio costituisce un’area affascinante di enorme importanza geomorfologica e geologica, che vanta una flora ed una fauna uniche, con complessivamente ca. 4.600 taxa, spiega Enrico Brutti. “Un’area relativamente circoscritta custodisce straordinarie caratteristiche naturali ed importanti testimonianze storiche”. Ufficiale forestale, Brutti è responsabile

del parco dal 1993. Oltre a controllare lo sviluppo dell’area in qualità di funzionario dell’Ufficio Natura, dopo tutti questi anni, cerca ancora di convincere le persone dell’importanza della tutela della natura e di conciliare gli interessi della sua conservazione con quelli economici. L’approccio globale, rispetto alle varie questioni che gli vengono sottoposte, non tiene conto quindi solo del valore naturalistico, ma anche della necessità degli interventi dell’uomo, in funzione del mantenimento del quadro paesaggistico attuale, incluse quindi le forme di utilizzo tradizionali, da coniugare con le esigenze socioeconomiche della popolazione locale. “Affinché il concetto di parco naturale abbia veramente successo, dev’essere condiviso da tutta la popolazione locale”, sottolinea Brutti. Per questo, anche oggi, l’Ufficio Natura s’impegna costantemente nel rispondere a domande e dubbi nonché a fornire informazioni complete e concrete. Gli studi e le indagini che vengono regolarmente svolte, servono in ogni caso ad approfondire la conoscenza del potenziale paesaggistico, naturale e culturale del parco.

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“Prima della sua istituzione nel 1974, nessuno ci aveva informato ufficialmente sugli effetti che lo status di area protetta avrebbe avuto sulle nostre attività”, spiega Hans Federer. “Con la nostra veemente protesta di 50 anni fa, siamo sicuramente riusciti a far capire ai responsabili che la questione doveva essere affrontata in modo diverso, non certo presentandoci il fatto compiuto”. Questo contadino di Maso Platzer, un tempo accanito oppositore del parco naturale, è diventato un pre-

zioso membro del comitato di gestione del parco, in cui ha collaborato per oltre due decenni con grande dedizione. “Oggi, gran parte della popolazione è contenta dell’esistenza del parco naturale”, ammette Federer, ricordando un episodio risalente a mezzo secolo fa: “La designazione del parco naturale ha impedito una volta per tutte la realizzazione di un grosso progetto sui prati Tschurtschwiese, che andavano assolutamente protetti”.

“I residenti non ci considerano più come avversari, ma partner che, come loro, s’impegnano a mantenere la qualità della vita e l’attrattiva del territorio”, sottolinea Brutti. “La campagna informativa svolta dall’Ufficio Natura e dal personale locale, insieme ad una gestione mirata del parco, stanno dando i loro frutti”. Alla fine, come afferma quest’ufficiale forestale, i vantaggi superano gli svantaggi: le richieste di contributi per la tutela del paesaggio, ad esempio, hanno la priorità ed è indubbio che il “marchio” di Parco naturale / Patrimonio Mondiale UNESCO ha portato benefici economici, anche ai proprietari terrieri.

Catinaccio d’Antermoia, Denti di Terrarossa e altre torri rocciose fanno da sfondo all’Alpe di Siusi (foto a sx).

Ammalianti in ogni periodo dell’anno, Punta Santner ed Euringer sono visibili da lontano.

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Hans Federer, agricoltore del maso Platzer: da oppositore del parco naturale a prezioso sostenitore.

Oltre ad offrire ad abitanti e visitatori varie esperienze naturalistiche, la direzione del parco, di concerto con la Ripartizione Servizio forestale, si occupa della manutenzione e della cura dei sentieri. Anche i volontari, ingaggiati dalle associazioni turistiche, che raccolgono regolarmente i rifiuti lungo la rete sentieristica, sono un aiuto prezioso e indispensabile per mantenere i tragitti puliti.

Le mansioni di Egon Trocker, assistente per le aree protette, e della sua squadra, ben coordinata

e molto motivata, comprendono le migliorie e la conservazione di questi habitat particolarmente preziosi, sensibili e talvolta a rischio, facenti parte della Rete europea Natura 2000. Nel rapporto annuale del 2022, la direzione del parco ha affermato che “in media, durante l’estate sono stati impiegati sei addetti, coordinati da Egon Trocker, per un totale di 7.189 ore lavorative”. Brutti esprime parole di elogio nei confronti dei suoi collaboratori. Chiunque passeggi nel Parco naturale Sciliar-Catinaccio può constatare di persona l’eccellente

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manutenzione e la pulizia dei 170 km di sentieri escursionistici e della segnaletica. I compiti di tali operatori comprendono per esempio anche la riparazione degli abbeveratoi per il bestiame e delle sorgenti, la posa di condotte idriche, il ripristino e il rinverdimento delle aree di erosione e l’allestimento di percorsi tematici. Le sempre più evidenti conseguenze del cambiamento climatico, con violente piogge, frane e intense nevicate, stanno causando ingenti danni e costi elevati, oltre a richiedere interventi impegnativi.

L’idillio del parco naturale non è esposto solo agli eventi naturali. Enrico Brutti è scettico riguardo al crescente numero di visitatori. La designazione delle Dolomiti come Patrimonio Mondiale UNESCO nel 2009 ha accresciuto considerevolmente la notorietà di queste montagne in tutto il mondo. Le suggestive immagini sui social media hanno fatto il resto. Limitare l’accesso a turisti e sportivi è una questione complessa: “la natura è, e rimane un bene di tutti”, sottolinea Brutti, “ma la sua tutela e “l’invasione” di visitatori non sono in contrasto

Lo Sciliar (in primo piano) e il Catinaccio (sullo sfondo, a dx) fanno parte delle Dolomiti, patrimonio UNESCO.

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Un team forte: gli operatori del parco naturale Pablo Senoner, Robert Winkler, Armin Gasser, Simon Gamper, Werner Höllrigl, Manuel Mauroner, Urban Gamper, Isidor Resch, sotto la guida di Egon Trocker, assistente alle aree protette (secondo da dx), e di Enrico Brutti, responsabile del parco naturale (in prima linea). Sono assenti Franz Ploner e Manuel Mair.

50 anni

Parco naturale

SciliarCatinaccio

27/05–21/06/2024

Mostra itinerante

tra loro sempre conciliabili”. Per lui non c’è dubbio che, a distanza di 50 anni, siano necessarie nuove strategie e provvedimenti. “Proprio alla luce della sempre crescente pressione turistico-ricreativa, sarebbe opportuno, per esempio, adottare una zonizzazione all’interno del parco che punti ad valorizzare la vocazione intrinseca delle diverse aree del parco distinguendo quindi le zone sino a oggi meglio conservate e naturalmente preposte ad una tutela rigorosa per la salvaguardia di fauna ed habitat, da quelle destinate invece al mantenimento della “Kulturlandschaft” ovvero avvallando ed incentivando tutte le forme di utilizzo tradizionale del territorio; una terza categoria è rappresentata da quelle aree con una spiccata connotazione di tipo turistico – ricreativa ove si ritiene sia necessario un approccio diverso rispetto alla “tutela integrale” e che tenga effettivamente conto quindi dei fabbisogni di chi cerca svago e ricreazione, restando pur sempre nell’ambito degli obiettivi di conservazione dell’area protetta.

Secondo Brutti, in particolare le zone umide e i prati, ancora ben conservati, meriterebbero un’attenzione maggiore. Per la porzione di parco che ricade all’interno dell’Alpe di Siusi, così come da anni richiedono anche le associazioni ambientaliste, sarebbe necessario potersi concentrare con maggiore efficacia sulla tutela di questi habitat ed altre emergenze naturalistiche. In tal senso, senza dubbio Rete Natura 2000 è lo strumento più idoneo per giungere a risultati apprezzabili.

Se intende contrastare un’affluenza eccessiva nell’area protetta, il comitato di gestione - composto da rappresentanti dei comuni interessati, delle unioni agricoltori e delle singole ripartizioni dell’amministrazione provinciale, nonché da organizzazioni naturaliste e da esperti nel campo delle scienze naturali - dovrà occuparsi intensamente di protezione adottando nuove misure. Il concetto di “parco naturale” rimane quindi una sfida ed un’opportunità per le generazioni future. <

Siusi allo Sciliar

12/06/2024

Premiere del film con discussione collettiva Siusi allo Sciliar

24/06–19/07/2024

Mostra itinerante Castelrotto

03/07/2024

Presentazione del film Castelrotto

22/07–16/08/2024

Mostra itinerante

Fiè allo Sciliar

26/07/2024

Presentazione del film

Fiè allo Sciliar

19/08–20/09/2024

Mostra itinerante

Tires al Catinaccio

31/08/2024

Presentazione del film

Tires al Catinaccio

23/09–18/10/2024

Mostra itinerante

Alpe di Siusi

Manutenzione (p.e. del Sentiero dei tronchi da Fiè allo Sciliar allo Sciliar foto sopra) e informazione (p.e. nel centro visite) rientrano tra le principali mansioni dell’amministrazione del parco naturale.

Tutela di bellezza e varietà

Il Parco naturale dello Sciliar, la prima area protetta così designata in Alto Adige, è stato istituito il 16 settembre 1974.

Testo: Elisabeth Augustin

Foto: Helmuth Rier

Dal 1995, entra a far parte della rete europea Natura 2000, il cui obiettivo principale è la salvaguardia di habitat e specie selvatiche animali e vegetali. La base giuridica di questo progetto è costituita dalle direttive europee Habitat e Uccelli. La Provincia di Bolzano fa redigere i cosiddetti “piani di gestione”.

Nel luglio 2003, la Giunta provinciale accoglie la richiesta del Comune di Tires, ampliando il parco con un’area meritevole di tutela di ulteriori 946 ettari. L’iniziativa di questo comune, di oltre 20 anni fa, ha dimostrato come il concetto di parco naturale è un modello di successo, da tempo riconosciuto e sostenuto a livello locale. Così il Parco naturale dello Sciliar diventa il Parco naturale Sciliar-Catinaccio: con una superficie di quasi 73 km² compresa tra i comuni di Castelrotto, Fiè allo Sciliar e Tires, insieme alla Zona di Tutela Paesaggistica dell’Alpe di Siusi ed ai massicci dello Sciliar e del Catinaccio, forma ora un’unica entità.

Nell’estate del 2009, gli altoatesini hanno accolto con gioia la notizia che, per la loro bellezza paesaggistica e il significato geomorfologico e geologico, le Dolomiti sono state inserite nell’elenco del Patrimonio Mondiale UNESCO, comprendente straordinari beni naturali e cul-

turali attentamente selezionati, che rivestono particolare importanza per la comunità internazionale. Le Dolomiti, e quindi anche il Parco naturale Sciliar-Catinaccio, sono stati così insigniti del massimo riconoscimento possibile. Ciò si traduce anche in un obbligo e una responsabilità in tema di protezione e sviluppo sostenibile di questa meravigliosa regione alpina.

Il centro visite, ubicato nel cuore di Siusi, è stato inaugurato nel 2022 allo scopo di fornire informazioni chiare e sensibilizzare il pubblico sul valore di questo eccezionale patrimonio. Numerosi reperti e diverse installazioni, nonché mostre interattive temporanee e permanenti, illustrano la varietà geologica, la biodiversità, la flora, la fauna e la storia dell’area protetta. A disposizione dei visitatori ci sono anche i punti informativi presso il Laghetto di Fiè nonché presso la Segheria veneziana “Steger Säge” situata all’imbocco della Val Ciamin (Tires).

Gli altri parchi in Alto Adige sono il Parco naturale Gruppo di Tessa, il Parco naturale Puez-Odle, il Parco naturale Fanes-Senes-Braies, il Parco naturale Monte Corno, il Parco naturale Tre Cime, il Parco naturale Vedrette di RiesAurina e il Parco nazionale dello Stelvio. <

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15 anni di Patrimonio Mondiale UNESCO

Dal 2009 nove aree delle Dolomiti sono riconosciute come Patrimonio Mondiale UNESCO. Solamente beni naturali e culturali unici, dal valore eccezionale per l’intera umanità – in altre parole, beni di importanza universale – possono essere insigniti di questo titolo. L’iscrizione è quindi un grande onore per questa regione montuosa.

Con la loro bellezza paesaggistica e la loro eccezionale importanza geologica e geomorfologica, le Dolomiti possono vantare ben due caratteristiche di unicità.

Questa unicità deve essere radicata nelle coscienze di tutti noi, residenti e ospiti, anche a distanza di 15 anni dalla designazione, e riflettersi di conseguenza nella nostra vita quotidiana e nelle nostre continue interazioni con una natura ed un paesaggio decisamente eccezionali. Il riconoscimento è infatti anche un invito a trattare questa regione montuosa con attenzione e lungimiranza, preservandola per le generazioni future.

In Alto Adige i Parchi naturali Tre Cime, Fanes-Senes-Braies, Puez-Odle, Sciliar-Catinaccio nonché il massiccio del Latemar ed il Monumento naturale del Bletterbach fanno tutti parte delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO.

Dolomiti Patrimonio

Mondiale

UNESCO

1 Pelmo, Croda da Lago

2 Marmolada

3 Pale di San Martino, San Lucano Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine

4 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave

5 Dolomiti Settentrionali

6 Puez-Odle

7 Sciliar-Catinaccio, Latemar

8 Bletterbach

9 Dolomiti di Brenta

Foto: IDM/Harald Wisthaler
Madonna di Campiglio 9 Trento Bozen Bolzano Meran Merano 8 7 4 3 1 2 5 6 Brixen Bressanone Bruneck Brunico Belluno Tiers am Rosengarten Tires al Catinaccio Cavalese Canazei Alleghe Zoldo Agordo Fiera di Primiero Cimolais Longarone Ampezzo Auronzo Pieve di Cadore Cortina d’Ampezzo Toblach Dobbiaco St. Vigil S. Vigilio St. Ulrich Ortisei Corvara Völs am Schlern Fiè allo Sciliar Seis am Schlern Siusi allo Sciliar Kastelruth Castelrotto Feltre Pordenone Lienz Seiser Alm Alpe di Siusi Südtirol Trentino Belluno Udine Pordenone Estate | ALPE 15

Un tesoro dal valore inestimabile”

Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma di Bolzano e residente a Fiè allo Sciliar, è molto legato al Parco naturale Sciliar-Catinaccio.

In qualità di ex vicesindaco e sindaco di questa località, a partire dal 2000 è stato coinvolto nelle sue vicende ed è più che mai convinto del suo concetto ispiratore.

Intervista: Elisabeth Augustin

Foto: Helmuth Rier

ALPE: Trascorre il Suo tempo libero nel parco?

Arno Kompatscher: Durante l’infanzia, mi recavo spesso al Laghetto di Fiè per pattinare sul ghiaccio, in inverno, ed in estate, a nuotare. Attualmente, quando i miei impegni me lo consentono, amo farvi jogging la domenica mattina. Ciò mi permette di schiarirmi le idee e di godermi la splendida natura. Vivendo a Fiè, ogni tanto salgo anche sullo Sciliar e sul Monte Cavone: un paesaggio alpino così straordinario non si trova in nessun’altra parte del mondo.

Lei è nato nel 1971, il parco solo 3 anni dopo. Qual è il Suo legame personale con quest’area?

All’epoca il sindaco era mio padre Walter. Dai suoi racconti so che la

designazione del parco naturale ha suscitato tutt’altro che entusiasmo: i contadini e gran parte della popolazione erano contrari. Dopo la proclamazione - da parte del governatore Silvius Magnago - dello Sciliar come riserva naturale protetta, al Laghetto di Fiè si tenne una cerimonia per dichiarare formalmente l’area “parco naturale”. La banda che avrebbe dovuto suonare non si presentò e i contadini boicottarono l’evento. Solo mio padre, membro della banda, insieme ad altri tre o quattro musicisti, finì per suonare un brano con il suo flicorno. Che storia incredibile, non è vero? Fortunatamente, l’atteggiamento della popolazione è cambiato nel corso degli anni. Oggi tutti ne sono orgogliosi: la decisione è stata lungimirante e coraggiosa. La gioia è stata ancora più grande quando, nel 2003, il Parco naturale dello Sciliar è stato ampliato per includere il meraviglioso gioiello del Catinaccio.

Come ha vissuto personalmente lo sviluppo del parco naturale?

A mio avviso, è stato molto posi-

tivo. Lo Sciliar, il “sentiero dei tronchi” e molto altro hanno sempre fatto parte della mia vita. Da ragazzo, davo per scontata tutta questa bellezza e non sapevo che esistesse un retroscena giuridico, un decreto con funzione di tutela. Solo più tardi, quando sono entrato in politica, mi sono reso conto delle norme che disciplinano questo incredibile habitat e del conflitto tra protezione e sfruttamento.

La tutela sta diventando sempre più importante? Stiamo assistendo a un forte afflusso turistico. La domanda sorge spontanea: come va gestito? E in che modo possiamo arginarlo se diventa eccessivo? Quando ero sindaco di Fiè, p.e., il trasferimento del parcheggio del Laghetto di Fiè è stato un problema enorme, così come la limitazione dell’accesso al lago. Il parco naturale è parte della Rete Natura 2000 che ne protegge non solo la bellezza paesaggistica, ma soprattutto la biodiversità, cercando di evitare l’eccessivo sfruttamento, per esempio delle superfici destinate

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al pascolo. Anche le restrizioni al traffico ed alle vie d’accesso consentono lo sviluppo indisturbato della fauna selvatica.

Al contempo, il parco è un marchio di qualità che rende la regione più attraente, anche per i turisti. Ed è proprio questa la sfida: individuare un equilibrio tra questi due aspetti. È piacevole vivere il parco ed è un diritto goderne, ma senza danneggiarlo. Ritengo che, pur essendo riusciti a definire le linee guida in tal senso, le sfide rimangono, soprattutto perché la nostra regione è molto attraente. Vanno inoltre gestiti gli hotspot quando l’afflusso è particolarmente intenso: non si tratta di bandire le persone, ma di garan-

tire un’esperienza nella natura che, al contempo, non perda di vista la sua salvaguardia. La qualità della vita in Alto Adige è dovuta soprattutto al meraviglioso paesaggio naturale e antropizzato: è questo ciò che ci caratterizza. A mio avviso, gran parte delle persone ha compreso la fortuna di vivere in un’area protetta. Nel 2003 si è deciso di incorporare questo tema nel nome della nostra destinazione - “Fiè allo Sciliar – stazione climatica nel parco naturale” - con il chiaro obiettivo di attirare gli ospiti che apprezzano il relax nella natura, la tranquillità, il sano esercizio fisico, il piacere della vita alpina, un’adeguata sistemazione, un clima piacevole e uno scenario unico.

Qual è la Sua personale speranza per l’eredità che stiamo lasciando? A mio parere, il Parco naturale Sciliar-Catinaccio dovrebbe essere ampliato: Sassolungo e Sassopiatto non ne fanno parte, ma dovrebbero essere inclusi e sviluppare una filosofia simile, soprattutto nella delineazione dei percorsi turistici, che porterebbe al loro inserimento nel Patrimonio Mondiale UNESCO. Inoltre, vorrei accrescere ulteriormente la consapevolezza del valore del parco, per mettere maggiormente in risalto la sua tutela, piuttosto che il suo sfruttamento. <

Per Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano, la grande sfida consiste nel rafforzare il valore del parco naturale e nel focalizzare l’attenzione sulla sua tutela.

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L’intrepida

Una vita di alti e bassi, caratterizzata da amore per la propria terra, tutela della natura, sport, lavoro, politica ed una grande passione per la montagna: Margareth Ploner è una pioniera, molto combattiva.

Testo: Katja Sanin, Elisabeth Augustin

Foto: Helmuth Rier

Vivere in base ai desideri degli altri non fa per lei, che considera la libertà e l’indipendenza come fattori irrinunciabili. Durante l’incontro, Margareth Ploner, sottolinea immediatamente l’importanza che ha per lei una vita “autodeterminata”. Oggi 75enne, oltre a guardare a un passato molto intenso, ha ancora numerosi progetti. In ciò che fa, vuole sempre trovare un senso. “Non si deve obbedire ciecamente, ma pensare con la propria testa”, afferma. Non è un caso che sia stata una pioniera in molti settori. Coraggio, fiducia in sé stessa, temerarietà, entusiasmo e un certo senso di ovvietà le hanno permesso di arrivare in alto, nel vero senso della parola.

Nata a Tires al Catinaccio nel dicembre 1948, ultima di tre sorelle, è cresciuta in un ambiente semplice ma stimolante. Il padre, sarto, condivideva con la moglie la passione per i costumi tradizionali, che poi fu trasmessa alla figlia. “Mia madre era una donna forte e determinata, in anticipo di 30 anni sui tempi”, racconta Margareth Ploner. “Per lei era molto importante che le sue ragazze imparassero un mestiere”. Il suo sogno sarebbe stato fare la hostess, ma i genitori non erano d’accordo, poiché all’epoca, le donne impiegate nel settore dei ser-

vizi, erano disapprovate. Così, optò per la formazione di paramedico a Merano. Dal 1969, per tre decenni, lavorò con grande dedizione e passione nel reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale di Bolzano, dove è ancora ricordata come una leggendaria infermiera, professione che lei stessa descrive ancora oggi come la “più soddisfacente”. Essendo mamma single dell’amata figlia Barbara, oggi dentista, Margareth decise di mettere da parte la carriera professionale, passando ad un ambulatorio privato.

La sua passione per la montagna è nata all’età di 16 anni, dopo aver partecipato ad un’escursione di tre giorni con la sorella e le amiche. Aveva, infatti, solo 17 anni quando scalò per la prima volta la Cima Catinaccio, indossando dei pantaloni da sci e gli scarponi in pelle della sorella. “Ho affrontato il tratto sul Messnerjoch con i calzini, perché gli scarponi erano troppo pesanti”, ricorda come se fosse ieri.

Se, durante la settimana, Margareth frequentava la scuola a Merano, nei weekend era in giro per le montagne. “Non ho mai avuto paura”, dichiara, “la mia fiducia e il mio entusiasmo non conoscevano confini”. Un piccolo diario escursionistico, redatto

Dai lanci mozzafiato con il paracadute alle scalate più ardite: Margareth Ploner è una vera pioniera.

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meticolosamente, è testimone di quel periodo intenso. Quando nel 1968, nel corso di una splendida giornata estiva, scalò insieme a un amico alpinista la Croda di Re Laurino sul Catinaccio, lungo la via Hocke-Buratti, e tornò a casa felice e orgogliosa a tarda sera, dopo che il buio era calato da un pezzo, lesse sul volto della madre un gran sollievo. Margareth scrisse nel suo diario: “Questo è stato e rimarrà il tour più bello della mia vita”. Nel corso degli anni, ne sono seguiti molti altri incredibilmente interessanti ed emozionanti, come racconta sfogliando il volumetto.

Nel 1965, venne fondato l’Alpenverein (club alpino, ndt) di Tires. Sebbene all’epoca le alpiniste fossero viste con diffidenza, Margareth si iscrisse con entusiasmo e fu la prima donna a dirigere per vent’anni la sezione altoatesina di Tires, a far parte del soccorso alpino dell’AVS a livello locale e provinciale e della Giunta comunale del suo paese. Per i 25 anni di servizio nel soccorso alpino, ottenne anche il distintivo con la parola “Frau” (signora, ndt) incisa sopra la parola “Mann” (uomo, ndt), di cui ancora va fiera.

Nel corso della sua attività politica e associativa a Tires ha ottenuto molti risultati, sebbene la sua determinazione le abbia causato qualche battuta

d’arresto e attacchi personali. Il suo particolare impegno a favore della tutela della natura e dell’ambiente, insieme alle idee visionarie e “non negoziabili” sulla sostenibilità, non sono sempre piaciute ai gruppi di interesse ed ai comitati con cui ha collaborato. “La salvaguardia del paesaggio merita maggiore attenzione”, afferma. Non sorprende dunque vederla raccogliere rifiuti durante i suoi tour nel parco naturale. Da molti anni Margareth Ploner è anche un importantissimo punto di riferimento per l’amministrazione del Parco naturale SciliarCatinaccio, che le deve molto. La sua gioia di vivere, invece, si manifesta quando canta: da cinque decenni è una componente entusiasta del coro Singkreis Runkelstein.

Spiccato spirito avventuriero. Sebbene la sua più grande passione sia rimasta la montagna, in estate e in inverno, negli anni ’70, ha seguito un

150 anni dalla prima scalata della Cima Catinaccio

La vetta più alta di questo massiccio dolomitico è il Catinaccio d’Antermoia (3.004 m). Tuttavia, la principale è la Cima Catinaccio, un po’ più bassa (2.981 m), ma particolarmente apprezzata dagli scalatori e conquistata per la prima volta 150 anni fa, il 31 agosto 1874, dai britannici Charles Comyns Tucker e T. H. Carson con la guida alpina Francois Devouassoud, che percorsero l’attuale via sul versante ovest e sulla cresta nord. La ricompensa è un magnifico panorama sulle numerose cime dolomitiche.

La particolarità del Catinaccio è la sua funzione di confine provinciale e linguistico, la cui “colonizzazione alpinistica” da est, è stata portata avanti dagli scalatori della Val di Fassa, mentre da ovest da quelli di Tires al Catinaccio. Il versante altoatesino fa parte dell’area protetta Parco naturale Sciliar-Catinaccio. (ks/ea)

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corso di paracadutismo, che ha praticato per dieci anni, compiendo circa 400 lanci. “Questo sport mi ha insegnato l’autodisciplina, l’ordine e l’affidabilità”, sottolinea Margareth. Non ha mai dimenticato il lancio in caduta libera, durante il quale il paracadute si è aperto troppo tardi, che le è quasi costato la vita. Per contro, il grave incidente, avvenuto nel 1975 durante una gara di slittino su pista naturale, ha avuto gravi conseguenze. All’epoca, un chirurgo svizzero fece l’impossibile per ridurre la frattura comminuta del metatarso, salvandole il piede con un innesto di ossa prelevate dal bacino. Un unico arto non sarebbe stato compatibile con la sua passione per la montagna e l’arrampicata.

Probabilmente il momento più difficile della sua vita è stato quando, a marzo 2020, a causa di una grave infezione da coronavirus è rimasta intubata per quattro settimane nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Bolzano, dove i medici hanno lottato per salvarle la vita. Ricordare questo periodo le fa ancora venire le lacrime agli occhi. Pur essendo forte e sicura di sé, Margareth è stata segnata da questa malattia per tre anni. Ma ha anche lottato per tornare alla sua esistenza movimentata, fedele al motto del poeta e filosofo libanese Khalil Gibran “La tempesta e la neve possono anche distruggere i fiori, ma non i loro semi”. Ora Margareth può tornare a vivere come ama di più, nella natura e tra le sue montagne. <

La sua montagnail Catinaccio con le sue straordinarie formazioni rocciose – ha un significato particolare per Margareth Ploner, che ama ricordare gli anni giovanili da alpinista.

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I luoghi preferiti di Margareth

Il Catinaccio

Nell’area rocciosa del Catinaccio, lontano dai sentieri affollati, Margareth si gode la straordinaria bellezza e la varietà della natura, meravigliandosi ogni volta della sua potenza.

Castel Prösels

Da molti anni, Margareth è attiva a titolo volontario nel Consiglio di amministrazione di Castel Prösels, responsabile della manutenzione, della cura e della protezione del complesso rinascimentale, costruito intorno al 1200 dai signori di Fiè e ampliato da Leonardo di Fiè nel 16° secolo.

Ai piedi della Croda del Maglio

Qui, in alcuni punti fiorisce il raponzolo di roccia, mentre la campanula, che raggiunge un’altezza compresa tra i 5 e i 15 cm, sboccia a luglio e agosto, affascinando particolarmente Margareth, amante dei fiori.

La casa di famiglia a Tires

Oltre a dare alle figlie un senso di sicurezza, i genitori di Margareth sono stati un vero grande esempio. In famiglia, condividevano gioie e dolori. La cura reciproca e l’impegno nella comunità paesana hanno lasciato il segno.

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Ritorno alla preistoria

Come in nessun altro luogo delle Dolomiti, lo sviluppo geologico della Valle di Rio Freddo è visibile lungo il sentiero che si snoda tra spazio e tempo.

Per quanto idilliaco possa sembrare il Rio Freddo, il 22 luglio 2022 – in seguito a una “bomba d’acqua” verificatasi tra le Punte Santner ed Euringer – si è improvvisamente trasformato in un fiume impetuoso che ha spazzato via tonnellate di roccia ed alberi, allagando come uno tsunami alcune aree di Siusi. Il sentiero, che costeggia il torrente da Bad

Sul sentiero naturalistico lungo il Rio Freddo si possono fare scoperte incredibili.

Ratzes nei pressi del paese, in direzione dell’Alpe e dello Sciliar, dà un’idea dell’indomita potenza della natura.

Chi percorre il cosiddetto “Sentiero geologico” nella Valle di Rio Freddo intraprende un viaggio nel tempo di 280 milioni di anni, un percorso di

Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

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L’origine delle Dolomiti è illustrata in modo suggestivo lungo il “Sentiero geologico”.

storia naturale che narra lo sviluppo delle Dolomiti, uno dei paesaggi alpini più suggestivi al mondo. Il profondo solco scavato dal torrente sotto lo Sciliar rivela la struttura stratificata di queste montagne, mentre dieci stazioni forniscono informazioni sulle caratteristiche geologiche. In sostanza, è sufficiente esplorare attentamente questa straordinaria area per incontrare rocce sedimentarie bianche e rosse, pietre vulcaniche, rosse formazioni di Werfen e conglomerati di Richthofen giallo-rossastri. Il tracciato, che costeggia cascate e colonne di lava fossilizzate, vanta una grande varietà di erbe officinali e fiori, come la salvia dei prati, la bocca del drago, l’eufrasia e la radichiella aranciata.

La flora ricca di specie e le originali formazioni rocciose rendono il Sentiero geologico dav-

vero unico. Il punto di partenza è Bagni di Razzes (fermata del bus-navetta n° 15). Dopo l’hotel attraversare un ponte di legno sul torrente Rio Freddo ed imboccare il sentiero lungo la gola e le suggestive cascate. Salire a Malga Prossliner, che sorge a 1.740 m nel cuore di rigogliosi alpeggi e offre una vista sul magnifico paesaggio circostante. Il tracciato prosegue e conduce al Rifugio Malghetta Sciliar, dove è possibile fare una sosta per rifocillarsi. Quindi si snoda lungo il ripido pendio nel bosco fino a Bagni di Razzes. Il Sentiero geologico è molto apprezzato anche dagli escursionisti che tornano a Siusi, dall’Alpe o dallo Sciliar. La lunghezza complessiva (seguendo il sentiero n. 1 e 1a) è pari a 9,5 km, con un dislivello di 600 m e si può percorrere in ca. 4 ore. Sono richiesti passo sicuro e una buona forma fisica. <

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Una sensazione di felicità tutta da vivere

La regione dolomitica Alpe di Siusi ha dato i natali a numerosi architetti che hanno attirato l’attenzione su di sé con progetti e prospettive particolari, come Stefan Rier di noa* - network of architecture. Nella seconda parte della rubrica di ALPE dedicata all’architettura, quest’ultimo ci parla del progetto Messnerhaus, la materializzazione di un ricordo d’infanzia.

Una volta riempito di fieno profumato, è possibile tuffarsi da un punto rialzato e atterrare dolcemente. Saltare, arrampicarsi, saltare, arrampicarsi e ancora saltare, per poi concludere con una “battaglia nel fieno”.’“Heihupfen”, come viene chiamato in Alto Adige, o “salto nel fieno” è un passatempo particolarmente amato, che riempie di gioia i bambini dei masi, i loro amici o i piccoli ospiti in vacanza.

Stefan Rier, co-fondatore dello studio di architettura e design noa* - network of architecture (Bolzano), nativo di Siusi allo Sciliar e appassionato di questa “disciplina”, giocava spesso nei fienili, tanto che ancora oggi associa molte emozioni positive a questi ricordi d’infanzia. L’architetto ha cercato di inserire queste sensazioni di felicità nel progetto Messnerhaus, che ha realizzato per sé e la famiglia nel centro di Siusi. “Forse, senza le mie esperienze infantili, non sarei mai arrivato a progettare questa casa”, afferma.

Costruita qualche anno fa al posto di un fabbricato abbandonato, dall’esterno appare come un tradizionale edificio alpino, mentre all’interno presenta un’anima permeabile e innovativa o, come afferma Stefan Rier: “Volevamo riprendere ed enfatizzare la tipologia del fienile, con l’obiettivo di integrarlo nell’estetica e nell’architettura del paese, caratterizzato da masi suddivisi in due edifici, l’abitazione e stalla”. La facciata è stata quindi progettata in

“Il modo in cui l’esterno della casa Messnerhaus si inserisce nello schema tradizionale e tipico del luogo può essere interpretato anche con ironia. Per questo, all’interno, ho deciso di rompere con la tradizione e di liberarmi da vincoli e modelli prestabiliti.”

Stefan Rier

modo tradizionale, con una struttura in legno su tutti i lati. “Ma l’integrazione nel tipico schema locale può anche essere vista con ironia, quasi come una parodia”, continua Rier. “Per questo ho deciso di rompere con la tradizione negli interni e liberarmi da vincoli e schemi fissi, anche per quanto riguarda l’uso dei materiali. L’ho fatto per guardare

Testo: Simone Treibenreif Foto: Helmuth Rier

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avanti – ma anche un po’ indietro, agli anni meravigliosi della mia infanzia”.

Il risultato è un concetto di open space estremo a tripla altezza, privo di soffitto continuo. Il piano terra accoglie un ampio ambiente aperto con tre diverse isole funzionali: l’“angolo delle conversazioni”, la zona pranzo e la cucina con un enorme blocco in bronzo naturale, rivestito ai lati da piastrelle in cotto di produzione artigianale. L’ambiente si sviluppa poi in verticale dove le classiche camere sono sostituite da “box flottanti”, collocati a diverse altezze e collegati tra loro da scale e passerelle. “Salendo, si ha la sensazione di scalare la cima di una montagna”, dichiara. Gli accessi non sono solo meri elementi di raccordo, ma offrono spazio ad altre funzionalità, come la biblioteca e i bagni con vasche e docce aperte (solo i servizi igienici non sono visibili).

LO STUDIO DI ARCHITETTURA

Insieme al pusterese Lukas Rungger (classe 1977), Stefan Rier (classe 1979), cresciuto a Siusi allo Sciliar, è socio fondatore dello studio di architettura e design noa* - network of architecture. Prima di aprire la sede di Bolzano nel 2010, i due avevano maturato quasi un decennio di esperienza in Italia e all’estero. È stato proprio grazie all’ultimo lavoro fuori dall’Alto Adige che si sono conosciuti: entrambi, infatti, hanno collaborato per diversi anni come project manager a Milano per il famoso architetto e designer Matteo Thun. A questo periodo risale anche l’inizio della loro amicizia. Solo più tardi hanno scoperto di avere alcune cose in comune, come, p.e., le origini del padre di Rungger, anch’egli originario di Siusi allo Sciliar. Quando, negli anni Novanta, Rier decise di occuparsi del progetto Messnerhaus (vedi cover story), di cui era anche il committente, chiese al suo unico collega altoatesino se volesse essere il suo “referente ufficiale”. Rungger accettò. Sebbene ci siano voluti alcuni anni prima della realizzazione di questo edificio, la cooperazione è sfociata in un altro progetto condiviso che, alla fine, ha portato alla fondazione di noa*. Walter Mulser, infatti, intendeva ampliare il suo hotel, il Valentinerhof a S. Valentino, sopra Siusi. Quando Rier si propose insieme a Rungger per la progettazione, Mulser accettò, a condizione che la commissione edilizia comunale approvasse la proposta al primo colpo. Così accadde e nacque noa* - network of architecture Oltre alla sede di Bolzano, lo studio vanta oggi filiali a Berlino, Milano e Torino con un team operante nei settori dell’architettura e dell’interior design, composto da circa 30 persone. Le attività si concentrano sull’industria alberghiera, ristorativa e turistica in generale. “Poiché la falegnameria dei miei genitori è attiva in questo settore da decenni, dopo gli studi ho potuto fare esperienza con vari architetti”, racconta Rier. “La specializzazione è stata - per così dire – un processo ‘naturale’”.

“L’intero edificio è progettato in modo da accrescere privacy e intimità proporzionalmente all’altezza”, spiega Rier. La struttura portante in legno, completamente a vista e alta 12 m, ha rappresentato una sfida dal punto di vista statico. Nel box più alto è collocata la sauna con vista su Punta Santner (2.414 m) e sul campanile della chiesa.

L’insolita disposizione delle camere è visibile anche dall’esterno e crea una sorta di contrasto con le facciate tradizionali; a nord - verso la strada principale - due box rivestiti in rame si scorgono dietro

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IL

NARRATORE - STEFAN RIERCI ILLUSTRA LA SUA VISIONE

DELL’ARCHITETTURA

“Noi di noa* - network of architecture cerchiamo sempre di capire la storia del luogo in cui lavoriamo e le emozioni associate del committente. Il nostro principio di base non è costruire edifici o pianificare funzioni, ma raccontare storie. Per questo, prima di iniziare a sviluppare i concetti, organizziamo con i clienti dei kick-off, che possono durare anche alcuni giorni, durante i quali osserviamo il luogo, approfondendone i dettagli. L’obiettivo è comprendere e conoscere l’ambiente, i committenti e la cultura che li circonda. Le sensazioni, che percepisco o vedo, assumono un ruolo importante nella progettazione. A volte giochiamo anche con le emozioni di chi poi utilizzerà l’edificio, come gli ospiti della struttura. Di recente, p.e., abbiamo progettato un hotel in cui la reception è ubicata al sesto piano, proprio nel sottotetto, dove già arrivarci è un’esperienza. Un altro esempio sono le saune che abbiamo realizzato in un altro albergo su una piattaforma fluttuante in acciaio, su cui sorgono svariate casette con tetti a capanna, che sporgono specularmente a testa in giù verso il terreno al livello inferiore. Ciò che in noa* assume un valore importante è l’analisi dei temi su una scala più ampia, p.e. introducendo in un progetto alberghiero anche un concetto per il trasporto”.

Il principio di Stefan Rier in veste di architetto non è costruire edifici o progettare funzionalità, ma raccontare storie.

la struttura in legno, creando un forte contrasto materico. A sud, invece, la vetrata è interrotta dal box della sauna.

Uno degli obiettivi del progetto di Rier, che questa modalità costruttiva ha reso possibile, era quello di massimizzare l’illuminazione naturale, sebbene il lato nord non abbia finestre (“A causa del traffico troppo intenso”, afferma Rier).

In discontinuità con l’esterno tradizionale, all’interno della casa Messnerhaus sono stati utilizzati materiali moderni, affiancati alle materie prime tipiche della zona, come legno e pietra, in parte dal design mediterraneo. “Il pavimento in resina sintetica, p.e., crea un’unità visiva al piano terra, in alternanza con la tonalità bruciata delle piastrelle blu mare, utilizzate anche per rivestire il blocco cucina”, spiega. L’ottone, invece, è stato inserito per dare vita ad accenti luminosi e caldi negli arredi e sul lungo bancone con piano cottura. “E la scala in ferro finemente forgiato ricorda le tradizionali grate arabe delle finestre e crea un gioco di luci insolito per un paesaggio alpino”.

Gli arredi sono stati realizzati su misura da aziende locali utilizzando, ove possibile, materiali regionali. “Insieme al legno, i tessuti giocano un ruolo importante nell’atmosfera quasi teatrale della casa: le tende di velluto blu incorniciano le camere e schiudono nuove prospettive”, dichiara Rier. “Abbiamo scelto tessuti decorativi anche per l’arredamento delle camere da letto, mentre la carta da parati blu crea una barriera fonoassorbente.”

Anche i riconoscimenti, tra cui l’Iconic Award per l’architettura innovativa dal German Design Council e il piazzamento tra i cinque finalisti nella categoria House del World Architecture Festival – WFA, che Rier ha ricevuto con il progetto Messnerhaus dimostrano che è riuscito a portare avanti il suo obiettivo a riprendere e cambiare la tradizione. <

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COMODAMENTE E IN MODO SOSTENIBILE NEL PARADISO ESCURSIONISTICO

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Graphik Foto: Helmuth Rier
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Un esperienza con tutti i sensi

Il Sentiero circolare Gumperer a Siusi allo Sciliar, allestito dai bambini per i bambini, è un percorso di sei chilometri relativamente facile che promette una miriade di emozioni.

Testo: Rosa Maria Erlacher

Foto: Helmuth Rier

In origine, il termine “gumpern”, derivante dal dialetto altoatesino, significava “andare al mercato e scambiare o barattare la merce”. Più tardi, veniva usato per descrivere il comportamento di chi trascorre il tempo in modo giocoso, svagato e senza stress: “ciondolare” diremmo noi. Chi, durante la propria infanzia non ricorda i momenti in cui, tutti presi dal gioco e incuranti dello scorrere del tempo, si lasciavano vagare i pensieri e, magari, si veniva rimproverati per un tale “bighellonare”? Eppure, anche questo è molto importante per lo sviluppo del bambino. E non fa male neppure agli adulti prendersi, di quando in quando, un po’ di tempo per scoprire qualcosa di nuovo, esplorando e assaporando la natura con tutti i sensi. Siusi allo Sciliar offre un’ottima opportunità in tal senso, grazie a un sentiero circolare che, passando per il mulino Malenger, attraversa prati e boschi al cospetto di magnifici panorami. In ciascuna delle cinque tappe,

Panorami suggestivi e divertenti scorci rendono l’escursione un’esperienza naturalistica.

gli adulti sono attesi da una panchina per una sosta, mentre i bambini possono lanciarsi in giocose ricerche.

Cinque stazioni esperienziali. Il Sentiero Gumperer è stato creato su iniziativa della scuola elementare di Siusi allo Sciliar e dell’Associazione Turistica locale. Le cinque stazioni sono state allestite dagli alunni stessi allo scopo di stimolare i visitatori giovani e meno giovani a sperimentare i dintorni con i cinque sensi, chiamati in causa lungo il percorso. Quali alberi e cespugli crescono nel fitto bosco? Come si chiama l’uccello che canta tra i rami di un latifoglia? Che profumo hanno fiori ed erbe ai margini del sentiero? Qual è il sapore delle more che crescono nel roveto sopra un vecchio muro di pietra? Com’è al tatto la superficie delle pietre coperte di muschio? Nelle stazioni, il contatto con la natura suscita numerose sensazioni. La prima tappa

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I bambini sono esperti nel plasmare il proprio ambiente.

è denominata “Una montagna di emozioni/Emozioni a fior di pelle” e la seconda “Vedo ciò che tu non vedi”: il compito è individuare sette campanili. La terza “Segui sempre il tuo naso” mette alla prova l’olfatto con alcuni sacchetti di erbe. Sorprende quindi una fontana, con acqua dello Sciliar per rinfrescarsi, in base al motto “Ho l’acquolina in bocca”. Anche l’ultima stazione è ricca di sorprese: “Fermati e ascolta/Dammi ascolto” e i bambini potranno udire in silenzio l’allegro cinguettio degli uccelli.

Ristoro lungo il percorso. La realizzazione del progetto è stata affidata all’Associazione Turistica Siusi allo Sciliar. Anno dopo anno, il personale addetto alla manutenzione garantisce la praticabilità del sentiero, anche dopo il maltempo, conservando le stazioni in buono stato. In assenza di pioggia, il tracciato circolare di circa sei chilometri può essere percorso senza problemi da inizio primavera ad autunno inoltrato, sebbene sia più piacevole nelle giornate fresche e limpide, mentre è sconsigliato in piena estate. Tuttavia, con acqua a sufficienza e qualche snack nello zaino per un simpatico picnic, adulti e bambini possono trascorrere momenti meravigliosi! “Naturalmente, vi raccomandiamo di portare con voi i rifiuti, così da mantenere pulito il nostro incantevole paesaggio”, ricordano le collaboratrici dell’Associazione Turistica Siusi allo Sciliar.

Il tempo di percorrenza di circa due ore e mezza è alla portata sia degli anziani che delle famiglie con bambini piccoli. Tuttavia, snodandosi attraverso il bosco, questo sentiero ben segnalato non è adatto alle carrozzine, perché talvolta stretto e un po’ ripido: pertanto, ai meno esperti è consigliabile l’utilizzo dei bastoncini da trekking e, in ogni caso, sono raccomandate calzature adeguate! Chi desidera però affrontarlo anche con i figli più piccoli, può noleggiare uno zaino portabimbo nei negozi di articoli sportivi presso la stazione a valle della cabinovia Alpe di Siusi.

Essendo il dislivello totale di soli 300 metri, quest’escursione è facile, oltre a essere costellata di punti di ristoro: per sicurezza, è oppor-

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Facile ed entusiasmante: il Sentiero Gumperer è un paradiso esplorativo per i bambini.

tuno verificare gli orari di apertura presso gli uffici turistici. In alternativa, è bene essere adeguatamente provvisti di cibo e bevande, poiché non è facile prevedere quanto intensivo sarà il “gumpern” e quanto a lungo si vorrà godere del meraviglioso paesaggio. Lungo il sentiero sorge anche la bottega di maso Furscher, che vende uova, frutta e ortaggi tutto l’anno.

Chi proviene da più lontano, può avvalersi dell’autobus di linea 170, che collega Bolzano a Castelrotto, o uno dei bus-navetta della regione dolomitica fino al punto di partenza, nel centro di Siusi allo Sciliar, di fronte all’ufficio turistico e all’Hotel Enzian. Da qui, si seguono le indicazioni in leggera discesa verso Sant’Osvaldo, per poi svoltare a sinistra sul sentiero 7a in fondo al paese, poco prima di

maso Peterlunger. Sotto maso Furscher, il percorso conduce al Karlottenkofel, un belvedere in mezzo al bosco con vista sulle imponenti pareti dello Sciliar e sulla foresta Hauenstein con le rovine di Castelvecchio e Salego. Se vi chiedete a cosa servano recinzioni e pali, pensate alla Cavalcata Oswald von Wolkenstein, che si svolge ogni anno e per la quale i partecipanti si allenano con i loro cavalli in questo luogo meraviglioso. Proseguite attraverso il bosco fino a maso Aussergost, prima a sinistra lungo la strada, poi a destra in discesa sempre nel bosco, seguendo le indicazioni. Rimanete ora sulla carreggiata asfaltata in direzione di Siusi fino a quando, davanti alla Chiesa di San Vigilio, il sentiero svolta lievemente in salita a sinistra verso il mulino Malenger per poi ritornare sul n. 7a fino al centro di Siusi. <

Punto di partenza: piazza del paese di Siusi

Durata: da 2 ore e ½ - 3 ore

Dislivello: 300 m

Lunghezza: 6 km

Stagione consigliata: primavera e autunno

Importante: Il sentiero non è adatto alle carrozzine. Verificare l’orario di apertura dei punti di ristoro. Le fermate degli autobus (autobus 177) lungo il percorso consentono di abbreviare l’escursione.

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Gli artisti sul Colle di Castelrotto: bambini della scuola materna locale, Gabriella Ploner, Willi Trenkwalder (lucertola e coronavirus), Anna Malfertheiner e Gerlinde Goller (dall’alto sinistra in basso destra)

Arte sotto lo Sciliar

Il complesso di Monte Calvario sul Colle, a Castelrotto, farà anche quest’estate da sfondo alla mostra “Arte sotto lo Sciliar”, un’interazione creativa tra arte e natura.

Dipingono, disegnano, fotografano, scolpiscono e si definiscono “creativi”: i membri dell’associazione “Arte sotto lo Sciliar” hanno trovato nello storico Monte Calvario a Castelrotto il palcoscenico ideale per un’esposizione a tu per tu con la natura.

“Siamo un gruppo di persone di età compresa tra i 18 e gli 80 anni che frequentano insieme corsi, mostre e musei, presentano le loro opere una volta all’anno in una galleria e ogni due anni sul Monte Calvario a Castelrotto”, spiega la presidente Evi Gasser, descrivendone le attività. Lei stessa è un’illustratrice di libri per bambini, oltre che artista entusiasta.

Testo: Barbara Pichler

Foto: Helmuth Rier

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“Regentor” di Martha Silbernagl e “Goethe” di Loretta Cavicchi

“Sono molte le personalità creative, ma non tutte hanno il coraggio di esporre il proprio lavoro in pubblico”, spiega Evi. “Noi le incoraggiamo e le sosteniamo”. Esibire la propria opera richiede una certa dose di coraggio. “Tutti gli appassionati di arte sono i benvenuti”, afferma Michaela Pallanch, co-fondatrice dell’associazione, che persegue una filosofia inspirata al motto dell’artista Josef Beuys: “Ciascuno di noi è un’artista”.

Arte e “Colle” Monte Calvario. Il Colle sorge nel centro di Castelrotto ed è raggiungibile in pochi minuti. Dopo i primi 100 m piuttosto ripidi, un sentiero circolare conduce alla Fontana del Giubileo dell’Imperatore e alla Cappella di Sant’Antonio, costeggiando altre cappelle barocche, con un’incantevole vista sull’imponente campanile e sullo Sciliar.

Questo percorso circolare, fiancheggiato da alberi e arbusti, è il luogo ideale per far divertire i bambini, ma anche per gli adulti in cerca di pace e tranquillità. Nel cuore di questo idillio, sono disseminate qui e là - a volte un po’ nascoste - le opere di questi “creativi”: una variopinta miscela di generi artistici, tra cui quadri, dipinti, sculture in legno e opere realizzate con “i rifiuti”. Michaela Pallanch ama riciclare, i suoi oggetti per il Monte Calvario sono sostenibili, in linea con lo spirito moderno. Delicate decorazioni penzolano dagli alberi, muovendosi nel vento caricature divertenti strappano un sorriso allo spettatore, mentre tracce misteriose conducono a opere nascoste. Le sculture in legno di Willy Trenkwalder sono colorate e insolite: quella del 2020, che ricorda il “coronavirus”, non è stata mai rimossa.

Queste realizzazioni sono umoristiche, talvolta critiche, sempre creative e, naturalmente, resistenti alle intemperie. Anche nel 2024, l’arte animerà il Monte Calvario per quattro mesi, da luglio a novembre. <

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Arte e “Colle” con opere di Jochen Gasser, Evi Gasser, Michaela Pallanch e Martha Silbernagl
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Dai fiori di sambuco si può estrarre il succo e dalle bacche si può ricavare la preziosa “Hollersulze”.

Il sambuco fa miracoli

Miti e verità su una pianta magica

Chi, in tarda primavera, si aggira con una certa attenzione nella natura, si imbatte inevitabilmente in questa pianta dal profumo ammaliante. Stiamo parlando del sambuco che, per alcune settimane all’anno, con la sua meravigliosa fragranza manifesta tutta la sua bellezza interiore. Altrimenti, appare modesto, timido e riservato, come se volesse rendersi invisibile, come se la massa che lo circonda lo mettesse a disagio. In realtà, prospera gioioso come un’erbaccia in quasi ogni giardino, accanto a fienili, muri di case e cimiteri e, naturalmente, nei grandi spazi aperti. Se si volesse definire questa specie arbustiva, tra le più comuni dell’Europa cen-

trale, solo sulla base della sua densità, si potrebbe affermare che, come tutto ciò che è disponibile in grandi quantitativi, sia priva di valore

Quando il sambuco fiorisce, il terreno non secca (adagio contadino)

Tuttavia, le apparenze ingannano: il sambuco è in realtà uno degli arbusti più pregiati. La sua diffusione, pertanto, è probabilmente espressione di una natura poco esigente e di una certa robu-

Testo: Sylvia Rier Foto: Helmuth Rier

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Dal germoglio al fiore, fino alla bacca: il sambuco è uno degli arbusti più pregiati dell’Europa centrale.

stezza, oltre che dell’apprezzamento di cui gode. E non a caso: secondo l’antica tradizione - scrive l’erborista Weidinger – “nel mondo vegetale non esiste nessun’altra pianta con così tanti poteri misteriosi” e – continua - dietro questa credenza popolare c’è sicuramente del vero. In effetti, il sambuco era considerato un’importante pianta officinale già nell’antichità, tanto che le sue bacche sono state rivenute tra il corredo funerario nelle tombe dell’Età della pietra. Ippocrate chiamava questo seducente arbusto estivo “armadietto dei medicinali”, ma anche Tommaso d’Aquino, Paracelso e Sebastian Kneipp erano convinti sostenitori delle sue proprietà.

Fiori e bacche erano usati in medicina e per la preparazione di cibi e bevande; il legno per gli strumenti musicali e i frutti per tingere cuoio, tessuti e capelli. In autunno, le bacche nere o rosse sono ancora oggi una ricca fonte di vitamina C e, per ricavarne il prezioso sciroppo, vengono cotte con un processo lungo e complesso, che dà origine a un miracoloso rimedio contro la tosse e i raffreddori; le infusioni di fiori bianco-crema d’inizio estate esercitano, invece, un effetto diaforetico, antitussivo e antinfiammatorio.

Quando il sambuco fiorisce, lo fanno anche la vite e l’amore.

Se entrambi sbocciano al chiaro di luna, sono forieri di fortuna e buon vino (adagio contadino).

Tuttavia, il grande rispetto per questa semplice pianta potrebbe essere ricondotto all’affascinante leggenda che narra del suo nome e di come sia diventato - ispirandosi vagamente a Ippocrate - l’“armadietto dei medicinali dei contadini che vivevano nei masi isolati”. Un tempo, il sambuco (in tedesco, Hollunder) si lamentò con Holla, una divinità precristiana, del fatto che, a differenza di altre piante, non fosse utile all’uomo. La dea, impietositasi, gli rispose:

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“E così ti ho chiamato ‘Hollerbusch’ (arbusto di Holla, ndt), proprio come me [...]. Visto che volevi essere utile alle persone, ho donato una miriade di proprietà curative alla tua corteccia, ai tuoi fiori e alle tue mille bacche”.

Tuttavia, scienziati e linguisti non concordano con questa narrazione poetica: preferiscono far risalire tale nome al suffisso germanico di albero “dr[a]”, anche “tar” (in inglese “tree”), ossia “albero protettivo”. Una graziosa variante, invece, unisce in modo pragmatico e saggio credenze popolari e scienza: secondo questa ipotesi, il nome del sambuco deriverebbe dall’antico alto tedesco Holuntar o Holun-tar che, guarda caso, significa “albero di Holla”.

Quando il sambuco fiorisce, le galline depongono meno uova (adagio contadino)

Il fatto che il sambuco abbia sempre avuto un ruolo importante nella vita delle popolazioni dell’Europa centrale è testimoniato anche dalle innumerevoli leggende e usanze che si sono sviluppate “sotto” i suoi rami sottili e flessibili. Una storia ricorrente è quella di una “donna potente” - forse Maria durante la fuga in Egitto, la dea Holle o Freya, la divinità norrena dell’amore - a cui i rami dell’arbusto offrirono rifugio e riparo. Solo pochi decenni fa, passando davanti a un sambuco, gli uomini si inchinavano in segno di reverenza.

In questo contesto, vale la pena ricordare che nei miti e nelle leggende la Signora Holle, di cui il sambuco è considerato l’arbusto sacro, è custode e portatrice di bambini non ancora nati. Nel corso dei secoli e delle generazioni nacque la leggenda dell’“albero della vita”, da cui le levatrici prelevavano i neonati “scuotendoli dai rami del sambuco”.

Davanti al sambuco è bene levarsi il cappello (usanza)

Lo stretto legame con questo “arbusto sacro” e la sua integrazione nella quotidianità contadina sono testimoniati anche dei loro numerosi adagi. Inoltre, da tempo immemorabile, il sambuco è stato popolarmente riconosciuto come la dimora degli spiriti buoni, che proteggono la natura e gli animali e tengono lontane dalle dimore e dai masi forze oscure, streghe, fuoco e fulmini. In effetti, era severamente vietato tagliarne o abbatterne un esemplare. Tuttavia, chi aveva necessità di farlo, doveva pronunciare particolari preghiere per chiedere perdono all’arbusto e ai suoi abitanti.

Appena fiorisce il sambuco, anche le viti fioriscono (adagio contadino)

Oggigiorno, le bacche di sambuco sono apprezzate solo in cucina. Chi non conosce, p.e., il meraviglioso sciroppo, di cui ogni famiglia vanta la propria ricetta gelosamente custodita? Non esiste una bevanda più dissetante e deliziosa! Il solo pensiero della sua raffinata e discreta dolcezza, combinata con la lieve acidità del limone, ha un effetto rinfrescante su corpo e mente provati dalla calura estiva. Ma i fiori possono dare vita a più di un “semplice” sciroppo, perché conferiscono un sapore deliziosamente etereo a liquori e champagne, senape, torte, gelatine, zuppe, mostarde e salse.

Oggi, tuttavia, il buon vecchio sambuco ha trovato la sua massima espressione nel popolarissimo “Hugo”: miscelato per la prima volta da Roland Gruber a Naturno nel 2005, il cocktail - un mix di sciroppo, Prosecco, menta fresca e acqua minerale - da gustare soprattutto come aperitivo, non ha conquistato solo il piccolo mondo altoatesino ed è la fresca e frizzante anticipazione di un’estate meravigliosa. <

Il sambuco è considerato un arbusto sacro, un albero della vita, un legno divino...

Estate | ALPE 43

Fiori di sambuco fritti

Il “Sambucus nigra”, conosciuto come sambuco, presenta fiori e bacche nere molto apprezzate e utilizzate per la preparazione dello sciroppo, di cui ogni famiglia altoatesina ne custodisce la ricetta segreta. I fiori fritti, invece, oggigiorno non compaiono spesso nei menù, pur venendo preparati in molti modi diversi. Affinché questa dolce prelibatezza non venga dimenticata, la redazione di ALPE vi svela la sua ricetta preferita.

INGREDIENTI

(per 4 persone)

16 fiori di sambuco

250 g di farina

200 ml di latte

8 cucchiai di acqua minerale

2 uova

30 g di zucchero

1 pizzico di sale

Olio vegetale o burro chiarificato per la frittura

Zucchero a velo

Ricetta: Barbara Pichler

Foto: Helmuth Rier

PREPARAZIONE

Scuotere con cura le infiorescenze, senza lavarle. Con uno sbattitore elettrico, mescolare in una ciotola uova, zucchero, latte, sale e acqua minerale. Aggiungere la farina e amalgamarla con cura così da formare una pastella. Lasciarla riposare per 30 min.

Scaldare il burro chiarificato o l’olio in una casseruola. La temperatura giusta si raggiunge quando, tenendo all’interno un cucchiaio di legno, si formano delle bollicine. Afferrando i fiori di sambuco per il gambo, immergerli con cura nella pastella. Friggere brevemente fino a doratura e scolare su carta da cucina. Spolverare con zucchero a velo e gustare subito.

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Respect the Dolomites

Sostenibilità e un rapporto responsabile con il nostro paesaggio naturale sono tra le cose più importanti. Come parte delle Dolomiti (Patrimonio Mondiale Unesco) e del Parco naturale Sciliar-Catinaccio ci sentiamo in dovere di fare la nostra parte. Il progetto “Rispetta la montagna” ha come obiettivo quello di far crescere in tutti la consapevolezza di quanto sia importante il rispetto dell’ambiente a partire dalla gestione dell’acqua e dei rifiuti.

L’acqua potabile della regione dolomitica

Pura. Naturale. Fresca. Preziosa.

Sapevate che… ... l’acqua del rubinetto nella regione dolomitica Alpe di Siusi è potabile e vanta un’eccellente qualità? Inoltre, ovunque, sono presenti fontanelle certificate e contrassegnate, alle quali potete attingere per riempire la vostra borraccia. L’acqua potabile è un bene limitato e prezioso: il suo attento utilizzo ne evita lo spreco.

Meno rifiuti, più natura

Less is more

Il nostro paesaggio alpino è un habitat molto sensibile. Per questo è particolarmente importante non abbandonare rifiuti, tanto più che le condizioni climatiche a quest’altitudine rallentano il processo di decomposizione. Per non parlare del fatto che alcuni materiali non sono biodegradabili. Il miglior rifiuto resta dunque quello non prodotto.

TEMPI DI DECOMPOSIZIONE

LATTINA

600 anni

BOTTIGLIA DI PLASTICA

500 anni

BUSTA DI PLASTICA

200 anni

FILTRO DELLA SIGARETTA 7 anni

BUCCIA DI BANANA 3 anni FECI 1 anni

FAZZOLETTO DI CARTA 5 anni

Tutte le informazioni su questo progetto sono disponibili al sito: www.seiseralm.it/respectthemountain

Estate | ALPE 45

Highlights estate 2024

7 maggio – 29 giugno 2024

ALPE DI SIUSI BALANCE

Quando la natura si ridesta, aumenta la voglia di attività all’aperto che spinge molte persone ad immergersi nell’aria primaverile. Con le esperienze „Balance” potrete fare il pieno di energia in mezzo alla natura. Un’escursione mattutina al Rifugio Monte Cavone, un bagno nel bosco, una visita guidata a una fattoria, yoga, la produzione di cosmetici naturali o l’intreccio del salice... Le esperienze Balance offrono movimento, benessere e relax per il corpo e la mente. www.seiseralm.it/balance

2 – 16 giugno 2024

FESTIVAL DEL GUSTO DOLOMITES

Gli appassionati di cucina altoatesina sono attesi dalla terza edizione del “Festival del gusto Dolomites”: in queste due settimane la regione dolomitica Alpe di Siusi si presenterà dal punto di vista gastronomico, durante il quale presso gli hotel e i ristoranti aderenti all’iniziativa sarà possibile gustare un’ampia scelta di piatti locali. Sarà l’evento “Bergler Harass - il picnic gourmet ai piedi del Catinaccio” a dare il via il 2 giugno 2024 al Festival del Gusto Dolomites. Il 8 giugno si terrà a Fié allo Sciliar la “Völser Dorfkuchl - Una delizia culinaria!”, un appuntamento imperdibile per tutti gli epicurei e i buongustai. www.seiseralm.it/settimaneculinarie

8 – 12 maggio 2024

SCHLERN MUSIC

Artisti eccezionali, palcoscenici pittoreschi, delizie culinarie: il festival Schlern Music, curato da Chiara Tonelli e Philipp von Steinaecker, invita il pubblico a vivere la musica da camera in un’atmosfera unica. Con Camilla Tilling, Andrea Obiso e tanti altri.

Estate 2024

L’ESTATE DI CASTEL PRÖSELS

Dal 1° maggio al 31 ottobre Castel Prösels, il più importante maniero del Tirolo risalente all’epoca di Massimiliano, è aperto alle visite guidate, che fanno luce sulla sua storia e su quella dei signori di Fiè, strettamente intrecciate l’una all’altra. Gli speciali tour per bambini accompagnati dalla Strega Martha consentono loro d’immergersi nel mondo delle leggende e di apprendere nozioni interessanti sull’arte curativa del passato; quelli in compagnia di Friedrich von Hauenstein, invece, aprono le porte al mondo di cavalieri, scudieri e nobildonne. Concerti, letture e proiezioni serali di film completano il programma culturale. Castel Prösels accoglie inoltre la prima “Escape Room” dell’Alto Adige. Bambini (a partire da 9 anni) accompagnati da genitori, giovani e adulti in gruppi di massimo cinque persone possono mettere alla prova fiuto, creatività, spirito di squadra, doti logico-matematiche ma, soprattutto, capacità di apprendimento e divertimento. E mentre i più piccini si divertono nel nuovo parco giochi, i genitori possono dedicarsi ai piaceri del palato nel giardino del castello. www.schloss-proesels.it

24, 25 e 26 maggio 2024

41A CAVALCATA OSWALD

VON WOLKENSTEIN

Un tuffo nell’atmosfera cavalleresca, tra stendardi e vessilli, lance puntate al vento e indomiti cavalieri pronti a sfidarsi in prove rocambolesche in sella ai loro destrieri. La Cavalcata Oswald von Wolkenstein è un mix di tradizione medievale, folclore e sport equestre, dedicata al celebre cantore e poeta del 14-15° secolo, in un percorso a tappe che ripercorre la sua vita leggendaria negli scenari incantati della regione dolomitica Alpe di Siusi. Il 24, 25 e 26 maggio 2024 la grande manifestazione torna tra le Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO), ai piedi dello Sciliar. A sfidarsi tra le incitazioni della folla, 36 squadre di cavalieri in abiti tradizionali che si destreggeranno in 4 tornei. La presentazione delle squadre e la grande festa si terranno nella località di Siusi allo Sciliar. www.ovwritt.com

14/15 giugno 2024

OPEN AIR DEI

KASTELRUTHER SPATZEN

Migliaia di fans sono attesi a Siusi allo Sciliar per applaudire i “Kastelruther Spatzen”, pronti a esibirsi su un palcoscenico a cielo aperto, con hit che vanno dal 1993 al 2021. Come ogni anno, parteciperanno all’evento anche gruppi musicali provenienti da vicino e da lontano.

Estate 2024

CENTRO VISITE

PARCO NATURALE

SCILIAR-CATINACCIO

Nel 2024 ricorre un anniversario speciale: il Parco naturale Sciliar-Catinaccio festeggia il suo 50° anniversario. In occasione di questo importante evento, il centro visite del parco naturale a Siusi allo Sciliar invita ad un affascinante viaggio attraverso i sette parchi naturali dell’Alto Adige. Potrete immergervi nella straordinaria biodiversità di queste aree protette, vivere la magia di questi paesaggi incantevoli e conoscere gli instancabili sforzi per preservare questi preziosi tesori naturali. La mostra speciale offre anche una panoramica sulla grande varietà di aree protette minori in Alto Adige, come i biotopi o i monumenti naturali, e infine affronta anche il tema di Natura 2000 e del Patrimonio mondiale UNESCO delle Dolomiti. parchi-naturali.provincia.bz.it

24 giugno – 9 settembre 2024

SUMMER CLASSICS DI SIUSI ALLO SCILIAR

Agli appassionati di musica classica, Siusi allo Sciliar propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti: artisti italiani con esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. I concerti hanno luogo il lunedì alle ore 21:00.

DATE

> 24 giugno 2024

> 1, 8 e 15 luglio 2024

> 19 e 26 agosto 2024

> 2 e 9 settembre 2024

Foto: SAM/Werner Dejori Foto: OvW-Ritt/Rotwild
Foto:
Schloss
Rier 46 ALPE | Estate
Prösels/Helmuth

1 luglio – 30 agosto 2024

ESTATE IN FAMIGLIA

In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bambini. In occasione del “Dolomiti Ranger” grandi e piccoli detective partono alla scoperta del Parco naturale Sciliar-Catinaccio, delle specie notturne e del mondo delle api, esplorando la foresta con tutti i loro sensi durante un mattino avventuroso. Chi invece preferisce conoscere da vicino la vita di un maso può partecipare al programma “Un universo in fattoria”, che consentirà di ammirare cavalli e pecore e di vedere come la farina viene trasformata in pane e il latte in formaggio. Le famiglie possono immergersi nel passato al museo della scuola di Tagusa.

Estate 2024

EVENTI GASTRONOMICI ALL’APERTO

Due straordinari appuntamenti open air dedicati ai buongustai, che rendono ancora più emozionante l’estate intorno al Catinaccio: il primo evento, previsto per il 2 giugno, sarà il Bergler Harass a Tires al Catinaccio, seguito dalla “Cena del Montanaro” il 18 luglio 2024, nota per la magnifica vista sul leggendario Catinaccio e per le sue raffinate specialità.

7 luglio 2024

11a MEZZA MARATONA ALPE DI SIUSI

Sono 21 i km della Mezza Maratona Alpe di Siusi, l’avvincente gara di corsa ad alta quota, che vede un massimo di 700 atleti e appassionati correre sui saliscendi dolomitici. Si tratta della decima edizione di un’entusiasmante sfida che, negli anni precedenti, ha attirato nella regione dolomitica Alpe di Siusi numerosi maratoneti e sportivi. In uno scenario davvero unico, il percorso si inerpica su un dislivello di 601 m, costeggiando Sciliar, Sassolungo, Sassopiatto e i Denti di Terra Rossa, fino al punto più alto, Punta d’Oro, a 2.050 m di altitudine. running.seiseralm.it

13 luglio 2024

7a SKY MARATHON CATINACCIO-SCILIAR

Tires al Catinaccio, incastonata nel magnifico scenario delle Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO), fa da sfondo alla Sky Marathon Catinaccio-Sciliar, una maratona alpina di 45 km con un dislivello di circa 3.000 m. Il percorso con partenza da Tires si snoda intorno al Catinaccio e, costeggiando lo Sciliar e Monte Cavone, fa ritorno al centro del paese. Il punto più in quota è Passo Principe, a 2.630 m di altitudine. www.skymarathontiers.it

7 settembre 2024

TRADIZIONALE MERCATO ANNUALE

Il 7 settembre a Compaccio sull’Alpe di Siusi viene organizzato il mercato tradizionale, allietato da musica dal vivo e vari stand che propongono i loro prodotti e diverse specialità gastronomiche.

Autunno 2024 TRANSUMANZE

Alla fine della stagione estiva si festeggia il ritorno a valle del bestiame, rallegrato da schioccatori di frusta, musica dal vivo e piatti tipici. La transumanza dall’Alpe di Siusi si terrà il 5 ottobre, quelle di Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio il 6 ottobre 2024.

11 - 13 ottobre 2024

FESTA DEI

KASTELRUTHER

SPATZEN

La tradizione ha un nome: “Kastelruther Spatzen”. Un’occasione per festeggiare alla grande, fra migliaia di fan radunati sotto il grande tendone di Castelrotto, immersi nello scenario delle Dolomiti. Un’emozione davvero senza eguali.

1 – 31 ottobre 2024

47a DISPENSA DI FIÈ A OTTOBRE

Da 47 anni, la Dispensa di Fiè è l’evento gastronomico autunnale per eccellenza nella regione dolomitica Alpe di Siusi. Ristoratori e albergatori di Fiè allo Sciliar invitano buongustai e appassionati di specialità tipiche a partecipare all’ottobre gastronomico. Questi artisti dei fornelli creano con raffinatezza pietanze originali al motto “Antiche ricette reinterpretate e servite con amore”. www.voelserkuchlkastl.com

2 settembre - 30 ottobre 2024

PIACERI AUTUNNALI IN MONTAGNA

L’autunno dorato nella regione dolomitica Alpe di Siusi ha in serbo un’atmosfera davvero particolare all’insegna dei tour guidati e della gastronomia nella natura. “Piaceri autunnali in montagna” offre un connubio di esperienze outdoor, magnifici paesaggi e momenti dedicati alle delizie del palato. Ne sono un esempio le escursioni guidate all’alba con prima colazione in rifugio, corsi di cucina e i tour gastronomici con degustazioni o all’insegna del “Törggelen”. www.seiseralm.it/autunnomontano

Foto: SAM/Armin Mayr
Foto:
TV Völs/Martin
Foto: Helmuth Rier Estate | ALPE 47
Kompatscher

Anteprima inverno 2024/25

Dicembre 2024

MAGIA NATALIZIA NELLA REGIONE DOLOMITICA

ALPE DI SIUSI

L’aroma di pan di zenzero, cannella e vin brulè segna il ritorno dell’Avvento alle falde dello Sciliar, durante il quale un’atmosfera particolarmente intima aleggia sulla regione dolomitica Alpe di Siusi con i suoi piccoli ma raffinati Mercatini di Natale. I produttori locali offrono artigianato artistico e articoli regionali, accompagnati da tipici canti e note natalizie e dalle specialità gastronomiche, che invitano a trascorrere qualche momento in compagnia.

Natale in montagna a Castelrotto

> 6/7/8 dicembre 2024

> 13/14/15 dicembre 2024

> 13/14 dicembre 2024: concerto di Natale dei Kastelruther Spatzen

> 20/21/22 dicembre 2024

> 24 dicembre 2024

> 26 dicembre 2024

Mercatino di Fiè “Aspettando il Natale”

> 7-8 dicembre 2024

> 14-15 dicembre 2024

> 21-22 dicembre 2024

> 28-29 dicembre 2024

Inverno “Bergler” a Tires al Catinaccio

> 8 dicembre 2024

> 21 dicembre 2024

> 28 dicembre 2024

Seis on Ice

Pattinaggio con piccolo mercatino di Natale e programma di intrattenimento natalizio per grandi e piccini.

> Inizio dicembre - metà gennaio

Inverno 2024/25

INVERNO A CASTEL PRÖSELS

Anche in inverno hanno luogo le visite guidate di Castel Prösels e, combinate con una suggestiva escursione, sono un’interessante alternativa allo sci. Dal 9 gennaio al 13 marzo 2025, ogni giovedì alle ore 15:00, il maniero si desta dal torpore invernale per dare il benvenuto ai suoi ospiti. Durante un tour guidato della durata di un’ora, i visitatori possono scoprire preziosi dettagli sulla sua storia e sui suoi antichi abitanti, oltre che ammirare tre esposizioni artistiche e una ricca collezione d’armi. Giovedì, Il 27/12/2024, 02/01/2025 e 06/03/2025 alle 15 si svolgeranno le “Giornate gastro-culturali invernali”, che riservano agli ospiti la possibilità di degustare gratuitamente (al termine della visita guidata) alcune tipiche specialità locali offerte dai produttori stessi presso gli stand nel cortile. www.schloss-proesels.it

Per le visite guidate invernali è necessaria l’iscrizione via mail all’indirizzo info@schloss-proesels.it entro le 12 del giorno dell’evento.

Inverno 2024/25

EVENTI OLTRE

LE PISTE

Alla scoperta della natura con tutti i sensi: Castelrotto organizza escursioni all’insegna delle leggende intorno allo Sciliar. Insieme alla contadina Maria Anna potete cucinare specialità pasquali.

A Siusi allo Sciliar è possibile scoprire la magia del crepuscolo, i segreti di un piatto tradizionale e della preparazione del pane tipico.

A Fiè allo Sciliar, invece, i buongustai possono partecipare a una sublime esperienza eno-gastronomica con il nome “In vino veritas” e a visite guidate nel Castel Prösels dedicate al gusto, alla storia e alla cultura.

A Tiers si scopre l’incontaminato paesaggio della Val Ciamin con le ciaspole, per poi gustare cibo regionale in una baita. Le escursioni sotto la luna piena attraverso l’Alpe di Siusi innevata conducono a un rifugio dove i partecipanti sono attesi da una cena tradizionale. Durante quattro escursioni guidate al mattino, potrete gustare una prima colazione con prodotti regionali in diverse baite sull’Alpe di Siusi. www.seiseralm.it/winteradventure

Foto: SAM/rotwild Foto: Schloss Prösels/Helmuth Rier Foto: Alpe/Helmuth Rier 48 ALPE | Estate

Inverno 2024/25

CENTRO VISITE DEL PARCO NATURALE SCILIAR-CATINACCIO

Mentre fuori la natura sta riposando, il Centro visite a Siusi allo Sciliar offre una panoramica della ricca flora e fauna del Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Quest’inverno è particolarmente dedicato al mondo perduto del supervulcano, che 280 milioni di anni fa, dominava il centro della attuale regione Trentino-Alto Adige. Il Centro visite è accessibile gratuitamente duranti gli orari di apertura. parchi-naturali.provincia.bz.it

Inverno 2024/25

DOLOMITI RANGER NEL PARCO NATURALE SCILIAR-CATINACCIO

Alla scoperta del mondo invernale di animali e streghe con tutta la famiglia! In compagnia di un ranger, le famiglie partiranno alla ricerca delle tracce di animali e, guidate da un esperto, scopriranno come la fauna si prepara all’inverno, ai vari fenomeni che lo caratterizzano e al freddo. Inoltre, esamineranno le caratteristiche della neve, avventurandosi nel bosco fino alla casa della Strega Martha che racconterà loro leggende e aneddoti sulle fattucchiere a maghi. www.seiseralm.it/dolomiti-ranger

Gennaio 2025

IL MATRIMONIO CONTADINO

A CASTELROTTO

Lo spettacolo in costume più affascinante dell’Alto Adige: si tratta della ricostruzione storica di un matrimonio contadino, così come lo si celebrava un tempo ai piedi dello Sciliar. Clou dello spettacolo è il corteo nuziale che, in costume tipico su slitte splendidamente addobbate e trainate dai cavalli, parte da S. Valentino per raggiungere il centro a Castelrotto, coinvolgendo i visitatori in un viaggio nel 19° secolo.

Gennaio 2025

ALTO ADIGE

MOONLIGHT CLASSIC ALPE DI SIUSI

Anche nel 2025, la Moonlight Classic offre a numerosi atleti e appassionati dello sci di fondo la possibilità di trascorrere momenti fantastici e di cimentarsi a livello internazionale in una competizione notturna, illuminata dalla luce delle fiaccole e al cospetto dello scenario mozzafiato del più vasto altipiano d’Europa. I tracciati ad anello di 30 e 15 km, con partenza e arrivo a Compatsch, devono essere percorsi esclusivamente in stile classico. Questo spettacolare evento prende il via alle ore 20:00. Prenotazione obbligatoria su www.moonlightclassic.info

Febbraio 2025

TRADIZIONALE

GARA DI SKIJÖRING

ALL‘ALPE DI SIUSI

Un’affascinante combinazione di sci e cavalli! Nello skijoring, gli sciatori sono trainati da cavalli su un percorso preparato e si cimentano in gare emozionanti. Un’esperienza spettacolare per i partecipanti e gli spettatori.

Marzo / aprile 2024

EARLY BIRD SKIING CON COLAZIONE

Divertimento all’alba sugli sci con colazione sull’Alpe di Siusi. Una volta alla settimana, un impianto di risalita a turno apre già alle ore 7:00 del mattino, consentendo di provare un’esperienza davvero unica: lasciare le prime tracce sulle piste appena battute e godersi la suggestiva atmosfera mattutina sull’altipiano più vasto d’Europa, accompagnati da esperti maestri di sci e dai loro preziosi consigli. Alle ore 9:00 è prevista una sosta al rifugio con ricca e deliziosa colazione a base di specialità altoatesine.

DATE

Mercoledì, 5 marzo 2025 Mercoledì, 12 marzo 2025 Mercoledì, 19 marzo 2025 Mercoledì, 26 marzo 2025 Mercoledì, 2 aprile 2025

8 marzo 2025

DOLOMITES

DIRNDL SKI DAY

L’8 marzo 2025, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, si svolgerà il Dolomites Dirndl Day sull’Alpe di Siusi. Questo divertente evento sportivo è riservato a solo donne dai 18 anni che possono partecipare in un team da due persone (amiche, sorelle, madri/ figlie). Si parte in “dirndl” (vestito tradizionale südtirolese). Parte del ricavato sarà devoluto all’organizzazione “Donne aiutano Donne”.

Marzo 2025

17° SWING ON SNOW WINTER MUSIC FESTIVAL

Sullo sfondo dello spettacolare paesaggio della regione dolomitica Alpe di Siusi, va in scena lo Swing on Snow, il travolgente evento che invita sciatori, snowboarder e amanti delle cime innevate a destreggiarsi tra la neve a ritmo di brani folk, rock ed eclettiche sperimentazioni musicali. Per 5 giorni, gruppi provenienti dall’intero arco alpino si alternano in concerti dirompenti tra le location più suggestive dell’altipiano più grande d’Europa, dando vita a concerti open air per la gioia dei visitatori. Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno sin dal mattino la stazione a valle della cabinovia e le piste dell’Alpe di Siusi, per poi spostarsi nei rifugi e nei ristoranti per il pranzo. La sera, i locali di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio accoglieranno invece i “concerti after-hour”. www.swingonsnow.com

Foto: Die Strottern Foto: Helmuth Rier Foto: Armin „Indio“ Mayr Estate | ALPE 49

Visto & sentito

Il #TeamSeiserAlm celebra una stagione trionfale. Lo slittinista Patrick Pigneter di Fiè ha dominato le gare di Coppa del Mondo, salendo sul podio ben 7 volte in altrettante gare. Le sue eccezionali prestazioni gli hanno garantito il 1° posto ai Campionati europei e la vittoria assoluta in Coppa del Mondo di slittino su pista naturale. Altrettanto sorprendente è stata la performance di Andrea Vötter di Fiè allo Sciliar nel doppio dello slittino su pista artificiale. Con 10 podi in 12 gare, si è assicurata la vittoria assoluta in Coppa del Mondo, conquistando anche la sfera di cristallo e argento sia nello sprint che nella disciplina classica. Inoltre, sempre nello sprint, si è aggiudicata anche il titolo di campionessa del mondo. Lo sciatore Florian Schieder di Castelrotto ha conquistato un emozionante secondo posto nella discesa libera sulla difficile Streif di Kitzbühel. In questa disciplina, si è inoltre aggiudicato il 4° posto a Wengen, piazzandosi per ben 5 volte tra i primi 15 nelle gare di discesa libera. Anche Raphael Mahlknecht, sciatore di telemark di Fiè allo Sciliar, ha dimostrato il suo grande talento, piazzandosi al 2° posto in Coppa del Mondo nello sprint di Carezza e Livigno, e conquistando così il 5° posto nella classifica sprint e il 6° in quella generale di Coppa del Mondo. Questi grandiosi risultati riflettono il duro allenamento, l’infaticabile impegno e il talento dei nostri atleti. Pieni di orgoglio, auguriamo loro una carriera ricca di successi.

WORKATION CASTELROTTO Il vostro office tra le Dolomiti

“Il mio ufficio è là dove c’è il mio notebook”. Perché allora non nel cuore di Castelrotto con vista sulle Dolomiti, dove vi attende il mix perfetto tra lavoro e vacanza? Dopotutto chi, durante le ferie, non ha mai controllato rapidamente le e-mail, riflettuto in santa pace su un progetto o partecipato a una videochiamata? Lo spazio di coworking SOSS - sempre pulito, silenzioso, discreto e dotato di attrezzature all’avanguardia - offre postazioni a un costo accessibile per tutte le esigenze: dal flex desk al private office, fino alla meeting room per otto persone con schermo da 55” e sistema per videoconferenze. La struttura è raggiungibile a piedi o in autobus, le cui fermate distano solo pochi minuti. Una volta terminate le vostre attività, potrete godervi la vita all’aria aperta e ripartire per un’avventura tra le Dolomiti. www.soss.bz.it

Traduzioni: Bonetti & Peroni. Pubblicità: Sabine

Direttore responsabile: Elisabeth

50 ALPE | Estate
COLOFONE ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. Editore: Alpe di Siusi Marketing, 39050 Fiè allo Sciliar, Via del Paese, 15, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, info@alpedisiusi.info, www.alpedisiusi.info. Augustin. Redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Sabine Funk, Annemarie Obexer, Barbara Pichler, Katja Sanin, Simone Treibenreif; Demetz, Christoph Trocker. Foto: Helmuth Rier. Impaginazione: Komma Graphik. Stampa: Litopat.
Rier Foto: Raiffeisenkasse Kastelruth
Foto: SAM/Helmuth
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