A.S.D. FALCHI LECCO - L’ALMANACCO 2021: 20 ANNI DI FALCHI

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A.S.D. FALCHI LECCO - L’ALMANACCO 2021: 20 ANNI DI FALCHI

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LA MIA STRALIVIGNO GRANFONDO - LA FAUSTO COPPI LECCO APRICA - TRAVERSATA OROBICA VANONI, L’ ESSENZA DELLA CORSA IN MONTAGNA ALTURA ESTIVA CAMPIONATI EUROPEI DI SKYRUNNING 20 ANNI DI FALCHI

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I PRESIDENTI

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Saluti e Ringraziamenti La più ricca collezione per l’outdoor la trovi solo da DF SPORT SPECIALIST

E anche la tredicesima edizione del nostro Almanacco sportivo giunge al termine, speriamo che sia stato di Vostro gradimento. Ci rivediamo nel 2022.

©️ Marco Milani - Grigna Meridionale o Grignetta (2177 m)

Daniel Antonioli, Testimonial DF Sport Specialist Credit Jose Miguel Munoze.

Gli atleti dell’A.S.D. Falchi Lecco

Le foto, dove non specificato, sono state tratte

Meme Sinoni, Angelo Testa, Maurizio Torri, Giorgio

dal sito www.asfalchi.it, dalle raccolte private di

Valsecchi, Davide Vaninetti, Fabio Vedovatti, Sara

atleti e simpatizzanti dell’A.S.D. Falchi Lecco e

Zaccagni e Lucia Zani, che ringraziamo.

di

Ci scusiamo per eventuali involontarie imprecisioni,

Lecconotizie.com,

Sportdimontagna.com,

Corsainmontagna.it e Podisti.net, oltre che di

omissioni e dimenticanze.

fotografi professionisti e non come:

Ci impegniamo tutti i giorni per migliorare la qualità dei nostri prodotti, ideare collezioni etiche e rinnovare i nostri punti vendita, per assicurare al cliente un ambiente sicuro e un’esperienza di acquisto sempre più attenta e personalizzata. La nostra crescita è fondata sui prestigiosi marchi trattati, sulla vastità dell’assortimento e nell’offrire il miglior rapporto qualità/prezzo.

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Domenico Arrigo, Valentina Celeste, Ermanno Fanti,

Un grazie in particolare va a tutti coloro che hanno

Davide Ferrari, Davide Fiorelli, Roberto Ganassa,

contribuito non solo con articoli e foto ma anche con

Stefano Grigiotti, Marco Gulberti, Infinity Photography,

idee, consigli e proposte per la stesura dell’Almanacco.

Francesc Lladó Riba, Alberto Locatelli, Gianluigi

Ringraziamo tutta la Famiglia Morganti, in particolare

Maggioni, Sandro Marongiu, Giacomo Meneghello,

Sandro e Francesca, e la Kapriol per il grande supporto

Jose Miguel Muñoz, Marco Pugliese, Jordi Saragossa,

e per l’affetto che vengono rinnovati anno dopo anno.

Finito di stampare nel dicembre 2021. Grafica, impaginazione e disegni a cura di Andrea Grilli - andrea.giroll@gmail.com con il supporto creativo di


2021

L ’ A L M ANAC C O A.S.D. FALCHI LECCO SOMMARIO Lettera di Sandro e Francesca 03 Parola al Presidente 04 Team 2021 06 2021 Si riparte 14 Vanoni, l’essenza della corsa in montagna 20 L’angolo del fisioterapista 26 La mia Stralivigno 28 Granfondo - La Fausto Coppi 32 Lecco Aprica - Traversata Orobica 34

36 Le montagne da una nuova prospettiva 38 Altura estiva 52 L’angolo del preparatore 60 Dove osano i Falchi 64 Campionati Europei di Skyrunning 72 20 anni di Falchi 88 Lieti eventi 89 Saluti e Ringraziamenti

L’ALMANACCO 2021

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A.S.D. FALCHI LECCO


Lettera di Sandro e Francesca CARISSIMI, un altro anno è passato e cosa dire ora ai miei Falchi? Quando Adelfio mi disse che conosceva una bella squadra che faceva qualche corsetta in montagna tanto per sgranchirsi le gambe, non avrei mai pensato ad uno squadrone pigliatutto. Il lunedì scorrendo i giornali poche volte non appaiono i Falchi. Meglio di così?!

i più “piccoli” e bisognosi... e a fare del nostro meglio per costruire un mondo all’altezza dei sogni di tutti i nostri giovani, dei nostri piccoli falchetti e falchette e di tutti quelli che verranno!

Però, al di là dei risultati, quello che mi rende molto contento è l’entusiasmo e l’allegria che corre fra di Voi. Nessun risentimento, ma al massimo una pacca sulle spalle consolatoria e un “Vedrai che la prossima andrà meglio”. Io mi scuso se non riesco ad essere presente alle varie gare, ma purtroppo gli 81 si fanno sentire!

Mi piace pensare che sia anche questo il senso del Natale. E a questo punto non posso che chiudere augurando a tutti Voi e ai Vostri cari un sereno S. Natale e un fantastico anno nuovo!

Alè Falchi! Lasciatemi a questo punto sfogare per la contentezza per Un abbraccio la nascita del mio bisnipotino Lorenzo. Voi mi direte “cosa Sandro, Francesca c’entra coi Falchi?”. Beh, qualche annetto ancora e poi mi e Famiglia direte… un paio di scarpe e comincerà a volare! Devo dirvi che sono stato contento quando sono diventato papà, ma PS: Grazie a tutti per il meraviglioso zaino che non vediamo l’ora di provare con il nostro “piccolo” (ormai siamo sui 9 kg)! Nonno bis sono rimbambito del tutto. Lorenzo ama stare all’aria aperta ed ha subito apprezzato la Quando qualche giorno fa Richi mi ha detto super contento di montagna (a 1 mese e mezzo aveva già superato i suoi primi essere anche lui in procinto di diventare papà, ho potuto capire 2000 m sul Col Pradat) e io finalmente ho la giusta zavorra fino in fondo l’entusiasmo che si era sprigionato in lui. Che poi per costringere Francesco a rallentare il passo! è la gioia della vita che continua e della speranza per il futuro che rinnova le nostre energie e il nostro impegno ad aiutare Franci

L’ALMANACCO 2021

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Parola al presidente Di Mauro Esposito

Carissimi Falchi, Dopo quasi due anni dalla pandemia, con grande entusiasmo e il cuore pieno di speranza stiamo finalmente ripartendo e ricominciando a vivere. Anche il mondo della corsa è in gran fermento e durante questo anno che volge al termine molte gare si sono potute disputare. Siamo finalmente tornati a gareggiare e a ritrovarci per un pranzo o una cena dopo la gara, uno dei momenti di condivisione più belli. Dobbiamo solo avere ancora solo un po’ di pazienza e torneremo anche a festeggiare degnamente il terzo tempo. Possiamo essere soddisfatti del bilancio della stagione sportiva sotto il profilo dei risultati individuali e di società e del livello delle gare svolte. Alcuni di voi hanno avuto l’opportunità di poter gareggiare all’estero e di poter confrontarsi con atleti di alto livello. Questo porta ad un’evoluzione e una maturazione sportiva oltre che personale. Quest’anno abbiamo festeggiato un avvenimento molto importante per noi Falchi: il ventesimo di fondazione! Le divise dal 2001 ad oggi, esposte in occasione della festa testimoniano il tempo passato. È stato molto emozionante rivedere i vecchi compagni di gare con cui abbiamo iniziato a correre e quanti ricordi che si sono fatti vivi! Sembra ieri, e invece è passato quasi un quarto di secolo da quando abbiamo “messo su famiglia”. Si, perché siamo una piccola famiglia in quanto ci conosciamo tutti e molti di noi, oltre alla corsa condividono anche altri aspetti della vita. Auguro a tutti un sereno Natale e un Buon 2022, con la speranza di ripartire più uniti e forti che mai. 4

A.S.D. FALCHI LECCO


Trofeo Vanoni 2021


La squadra

A.S.D. FALCHI LECCO TEAM 2021


NEW

A lippi Gab riel e 2021

Beria Paolo 2012

Bisogno Carlo 2015

Ceraudo Andrea 2014

D’Am bros io Brun o 2001

Andreotti Davide

Ar de si En ric o

Bern asco ni Serg io

B e rto ld i ni Ta d d e o

2017

2010

Bon ano mi Pao lo 201 4

Cort i Gian luca 2012

Del Lung o Stef ano 2017

20 01

2012

Br am bil la Da nil o 20 18

Cri ppa Ale ssa ndr o 200 3

Del Pero Luca 2019

Ard izzo ia Fed eric a 2018

Biassoni Andrea 2013

Cappell o Antonio 2001

Cru cife ro Ant one lla 2016

Driza Dritan 2017

Belt rami Lore nzo 2018

Biffi Mattia 2017

Casa ti Stef ano 2013

D’Amato Massimili ano 2015

Espo sito Mau ro 2001

L’ALMANACCO 2021

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Faru m i Fab riz io 2011

Fili gur a Ale ssa ndr o 200 5

Fumagalli Emilio 2013

Gallo Vito 2016

Gh isl an zo ni Da vid e 20 12

NEW

Ghislanzo ni Riccardo 2001

Lafran coni Marco 2013

Ma uri Luc a 200 6

Pereg o David e 2019

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A.S.D. FALCHI LECCO

Gilard i Simon e 2021

Locatelli Silvia 2018

M azzoleni Enrico 2006

Picco Alice 2017

Gir ola Gio na 201 6

Lucernini Gianmaria 2014

Grilli Andrea 2012

Maggioni Gianluca 2003

Nicoletti Marcello

Noia Enrico

Piloni Michele

Pizzagalli Claudio

2019

2019

2016

2001

Lafran coni Luca 2016

Main etti Gian luca 2003

Pagano ni Gianluc a 2001

Pr os erp io Ca rlo 20 17


C

Radaelli Eros 2013

Simo netta Franc esco 2006

Tavola Marco 2001

Ratti Carlo 2001

Reda elli Stef ano 2018

Spreafico M atteo

Sprea fico Nicola

Tizzon i Micae la

Turrisi Simone

2005

2013

2011

2019

Ronc alet ti Robe rto 2013

Simo nett a Cost anti no 2006

Stefanoni Alessio

Ta vo la Gi ov an ni

Ugolini Filippo

Valsec chi Miche le

2013

2016

20 12

2016

L’ALMANACCO 2021

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I Migliori Risultati

U

Tipo Gara

Gara

Risultati Falchi

07/02/2021

Pico Event Racer Trail - Ubiale Clanezzo (LC)

Trail

Brambilla

27/03/2021

EcoTrail Florence - Firenze (FI)

Trail

Perego (Prova 18 km)

18/04/2021

Milano & Monza Run Free

Mezza maratona

Perego

01/05/2021

Ubiale Mountain Run - Ubiale Clanezzo (BG)

Trail

Brambilla

02/05/2021

Scarpa d'Oro Half Marathon - Vigevano (PV)

Mezza maratona

Perego

15/05/2021

4 Passi Trail Version - Sondalo (SO)

Trail

Beltrami

23/05/2021

Esino Skyrace - Esino Lario (LC)

Skyrace

Del Pero, 4° Brambilla

23/05/2021

Esino Sprint Skyrace - Esino Lario (LC)

Skyrace

2° Turrisi - Arrigoni (ex aequo)

23/05/2021

Monza-Montevecchia Eco Trail

Trail a coppie

1° Beltrami - Perego

30/05/2021

Amalfi Positano UltraTrail - Amalfi (NA)

Trail

1° Del Pero (Trail degli Dei - 17 km), 3° Brambilla (Trail delle Sirene - 35 km)

03/07/2021

Bernina Ultraks - Steinbock Trail - Pontresina (SVIZZERA)

Trail

1° Beltrami

04/07/2021

K2 Valtellina Extreme Vertical Race

Vertical

3° Del Pero

04/07/2021

Moggio-Artavaggio - Moggio (LC)

Corsa in montagna

3° L. Lafranconi

11/07/2021

Pizzo Stella SkyMarathon - Fraciscio (SO)

Skyrace

1° Beltrami

17/07/2021

Engadina Ultra Trail - Trail 16 km - SVIZZERA

Trail

1° Turrisi

18/07/2021

Aosta-Becca di Nona - Aosta (AO)

Vertical

2° Del Pero

24/07/2021

Verano a tutta birra - Verano Brianza (MB)

Corsa su strada

2° Perego

29/08/2021

StraPagnano - Pagnano di Merate (LC)

Corsa in montagna

1° Perego - Bilora - Beltrami (1^ squadra mista) 5° Basile - Radaelli - Bonanomi (2^ squadra mista)

25/09/2021

Trail Grigne Sud Sprint - Mandello del Lario (LC)

Trail

1° Beltrami, 2° Bonanomi, 3° Gilardi, 5° Ugolini

02/10/2021

Marathon Trail del Lago di Como - Como (CO)

Trail

1° Alippi

02/10/2021

VK70 OSA Vertical Kilometer - Valmadrera (LC)

Vertical

2° Del Pero

02/10/2021

StraBresso - Bresso (MI)

Corsa su strada

2° Beria

03/10/2021

Orsa Pravello Trail - Saprio (VA)

Trail

3° Ugolini (Triassic Trail 30 km)

09/10/2021

Barabina Run - Valmadrera (LC)

Corsa in montagna

1° Beltrami

10/10/2021

Staffetta DF Sport Specialist - Pasturo (LC)

Staffetta MTB/corsa in montagna

1° Radaelli - Del Pero (staffetta maschile), Alippi - Rusconi (staffetta mista), 5° Ugolini - Castelnuovo (staffetta mista) 1° Del Pero (miglior tempo frazione RUN)

07/11/2021

Maggianico - Camposecco (Lecco)

Corsa in montagna

1° Brambilla - L. Lafranconi (ex aequo), 5° Gilardi

07/11/2021

Bregagno Skyrace - Pianello del Lario (CO)

Skyrace

1° Del Pero

07/11/2021

PolimiRun Winter - Lecco (LC)

Corsa su strada

3° Turrisi

20/11/2021

Valtellina Wine Trail - Sondrio (SO)

Trail

5° Brambilla (42 km), 3° Beltrami (21 km)

28/11/2021

Pegarun Trail - Ubiale Clanezzo (BG)

Trail

3° Brambilla 1° Brambilla Circuito Lombardia Mountain Run CSEN Outdoor

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A.S.D. FALCHI LECCO

Del Pero


Gare di livello nazionale, internazionale e ultra

Tipo Gara

Gara

Data 07/02/2020

Cross Parco delle Cave - Brescia (BS)

20/02/2021

SkySnow Schia Monte Caio - Schia Tizzano Val Parma (PR)

Risultati Falchi

Campionato di Società Regionale Cross 1^ prova

16° Del Pero, 25° Beltrami, 40° Perego, 6° posto di società Categoria PM/SM

Coppa Italia FISky SkySnow 1^ prova

2° Del Pero

Campionato di Società Regionale Cross 2^ prova

19° Del Pero, 27° Beltrami, 30° Bonanomi, 41° Perego, 79° Radaelli, 115° Ugolini, 5° posto di società Categoria PM/SM

28/02/2021

Cross della Bosca - Morbegno (SO)

Febbraio 2021

Campionato di Società di Cross della Lombardia

Cross

7° posto di società Categoria PM/SM

21/03/2021

Cross del Campaccio - San Giorgio su Legnano (MI)

Corsa campestre internazionale

27° Del Pero, 36° Perego, 75° Gilardi

17/04/2021

SkySnow Sella Nevea - Sella Nevea (UD)

Coppa Italia FISky SkySnow 3^ prova

3° Del Pero, 22° Brambilla

Febbraio-aprile 2021

Coppa Italia FISky SkySnow

SkySnow

2° Del Pero

25/04/2021

Villacidro Skyrace - Villacidro (VS)

Coppa Italia FISky Skyrunning 1^ prova

1° Del Pero

01/05/2021

Ferriere Classic Ring - Ferriere (PC)

"UltraTrail

12° Alippi (6h57')

22/05/2021

Paratico Tricolore (10 km) - Paratico (BS)

(54 km - 3100 m D+)"

143° Bertoldini (cat. SM40)

28/05/2021

Positano Agerola Vertical - Agerola (NA)

30/05/2021

2° Brambilla Campionato Italiano di Corsa su Strada Master 3° Del Pero 33° Radaelli, 47° L. Bertoldini, Campionato Italiano FISky di Vertical Kilometer Lafranconi, 172° 12° posto di società (< 2000 m) Categoria PM/SM

Chiese Run - Roncone (TN)

Campionati Italiani di Corsa in Montagna 1^ prova

9° Brambilla - Radaelli Beltrami 26° Bonanomi - Gilardi - L. Lafranconi 7° posto nella classifica per società

Corsa in montagna a staffetta

8° Del Pero (2° italiano), 24° Ugolini, 30° Gilardi

Skyrunner World Series

5° Radaelli

Grignetta Vertical - Piani Resinelli (LC)

Skyrace

2° Del Pero, 4° Brambilla, 7° Radaelli, 10° Bonanomi

09/07/2021

Campionati Mondiali di Skyrunning - Vall de Boí (SPAGNA)

Coppa Italia FISky Skyrunning 2^ prova

15° Del Pero (Nazionale FISky)

11/07/2021

Campionati Mondiali di Skyrunning - Vall de Boí (SPAGNA)

Vertical Kilometer

13° Brambilla (Nazionale FISky)

09-11/07/2021

Campionati Mondiali di Skyrunning - Vall de Boí (SPAGNA)

SkyMarathon

2° posto Nazionale FISky nella classifica generale per Nazioni

06/06/2021

Campionato Italiano di Corsa in Montagna a Staffetta - Lanzada

19/06/2021

Livigno SkyMarathon

19/06/2021

Livigno SkyTrail

26/06/2021

(SO)

L’ALMANACCO 2021

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Gare di livello nazionale, internazionale e ultra

Tipo Gara

Gara

Data

UltraTrail (56 km - 3800 m D+)

Risultati Falchi 254° Bertoldini (12h24’)

24/07/2021

Orobie Skyraid

25/07/2021

Skyrace Comapedrosa - La Massana (ANDORRA) Skyrunner World

14/08/2021

Cortenova-Pian delle Betulle - Cortenova (LC)

Campionati Italiani di Corsa in Montagna - 2^ prova

38° Brambilla, 127° D. Ghislanzoni

Maggio - Agosto 2021

Campionato Italiano di Società di Corsa in Montagna (SEN/PRO maschile)

Corsa in montagna

13° posto

20/08/2021

Matterhorn Ultraks Extreme - Zermatt (SVIZZERA)

Skyrunner World Series

7° Del Pero, 9° Beltrami

05/09/2021

International Rosetta Skyrace - Rasura (SO)

Campionato Italiano FISky di Skyrace

Del Pero, 7° Beltrami (5° italiano), 30° Driza 11^ Picco (F)

Trofeo Nasego - Casto (BS)

Campionato Italiano di Corsa in Montagna di Lunghe Distanze e prova Mountain Running World Cup

23° Radaelli (13° italiano), 79° Bonanomi (46° italiano) 8° posto nella classifica per società

Corsa in montagna

13° posto

05/09/2021

Grand Prix di Società di Corsa in Montagna Maschile (Campionati Italiani Individuale, Maggio - Settembre 2021 a Staffetta, Lunghe Distanze e Chilometro Verticale)

Series

5° Del Pero, 22° Beltrami, 31° Bonanomi

Del Pero, 14° Gilardi, 24° Brambilla, 29° Alippi, 31° Ugolini, 62° Valsecchi

19/09/2021

Grigne SkyMarathon - Trofeo Davide Invernizzi Skyrunner World Series - Pasturo (LC)

10/10/2021

Kilometro Verticale Chiavenna-Lagùnc Chiavenna (SO)

Mountain Running World Cup

24/10/2021

Trofeo Vanoni - Morbegno (SO)

Corsa in Montagna a staffetta internazionale

30/10/2021

Limone Skyrunning Xtreme - Limone sul Garda Skyrunner World Series (BS)

Aprile - Ottobre 2021

Skyrunner World Series

Skyrunning

Aprile - Ottobre 2021

Coppa Italia FISky Skyrunning

Skyrunning

Del Pero (Nazionale FISky)

20/11/2021

Campionati Europei di Skyrunning - São Pedro do Sul (PORTOGALLO)

Skyrunning

5° Del Pero (Nazionale FISky)

19,20/11/2021

Campionati Europei di Skyrunning - São Pedro do Sul (PORTOGALLO)

Skyrunning

posto Nazionale FISky nella classifica generale per Nazioni

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A.S.D. FALCHI LECCO

127° Del Lungo Del Pero - Antonioli - Beltrami 17° Bonanomi - Radaelli - Perego 24° Turrisi - Ugolini - Gilardi 30° L. Lafranconi - C. Simonetta - Nicoletti 37^ Crucifero (F) 13° Del Pero, 68° Alippi, 98° Ugolini, 145° Bonanomi 51^ Crucifero (F) 5° Del Pero (2° italiano)


L’ALMANACCO 2021

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2021 SI RIPARTE

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A.S.D. FALCHI LECCO


L’ALMANACCO 2021

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L’ALMANACCO L’ALMANACCO 2021 2021

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L’ALMANACCO L’ALMANACCO2021 2021

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A

U rticoli

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Vanoni, l’essenza della corsa in montagna

Di Sergio Bernasconi L’ALMANACCO 2021

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Vanoni, l’essenza della corsa in montagna

Chi si presenta al “Vanoni” deve essere in forma, corre per sé stesso ma in modo principale per la sua squadra, qui non si va per far presenza o per finirla, bisogna dare il meglio dal primo all’ultimo metro . Questa gara è l’essenza della corsa in montagna, si parte di spinta per il primo km, poi salita ripida ciottolata che se non la si prende in maniera giusta rischi di indurirti subito le gambe e ti giochi il tutto, poi spiana un poco con la carrozzabile verso il Passo San Marco, un taglio nel bosco duro da prendere con le molle, si prende poi la mulattiera in salita ma dove si può spingere se uno ne ha e può fare la differenza, dopo lo scollinamento sempre contornati da ali di folla che ti incitano gridando a perdifiato il tuo nome, un tratto in piano dove si raggiunge la frazione sovrastante Morbegno e da lì inizia la discesa a perdifiato , nel bosco, piena di curve e quasi mai lineare, devi spingere e frenare , ci sono salti, non sei mai tranquillo fino all’ultimo km dove L’ALMANACCO 2021

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A

U rticoli

hai le gambe di legno ma devi spingere al massimo perché lì si che puoi andare, ne devi avere ancora, c’è la discesa a favore senza curve e l’ultimo tratto in piano, senti le grida dello speaker e se sei in prima o seconda frazione percepisci la tensione del tuo compagno di squadra che ti aspetta impaziente guardando il cronometro e sperando che arrivi il prima possibile, poi tocca a lui il giro dantesco che ti darà sempre soddisfazione perché nel tuo piccolo tu sai che hai dato il massimo di quello che potevi , di solito arrivi con la bava alla bocca, il cuore fuori giri , ti lasci andare in terra per recuperare le energie spese. Per i Falchi, soprattutto per la squadra A, Morbegno è sempre stato il banco di prova dove scontrarsi con le altre staffette migliori d’Italia e d’ Europa in generale. Ci siamo sempre comportati dignitosamente e con grandi risultati. Nel 2021 è arrivato un meritatissimo terzo posto, non era mai successo.

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A.S.D. FALCHI LECCO


Vanoni, l’essenza della corsa in montagna

Luca, Daniel e Lorenzo hanno fatto una gara strepitosa, sono riusciti a battere i tempi dei mitici Carlo, Silvio e Enrico, i nostri mostri sacri. Ho vissuto la gara da spettatore, sinceramente non ero pronto per mettermi ai nastri di partenza ma non potevo mancare alla kermesse, il “Vanoni” ti rimane nel sangue. Ho vissuto dei bei momenti incitando i nostri ragazzi, nessuno escluso, anche lo spettatore li ha il suo perchè. C’ero quando avevano corso Carlo, Silvio ed Enrico, all’epoca non facevo ancora parte dei Falchi, avevo corso per un’ altra squadra

della mia zona , nonostante siano passati anni mi ricordo benissimo quella gara e quanto erano andati forte quei ragazzi. Sono contento di esserci stato anche questa volta ad assistere al nuovo record dei nostri atleti e spero in cuor mio che questo crono si possa ancora abbattere e scalare un altro gradino del podio fino a raggiungere la prima posizione assoluta, sarà anche difficile ma nulla è impossibile... Forza Falchi sempre e comunque.

L’ALMANACCO 2021

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A

U rticoli v

Prima frazione

Di Luca Del Pero

Una volta saputo che anche i miei compagni di viaggio Daniel e Lorenzo non avevano tutta quella gran voglia di andare in Francia per correre la tappa delle Skyrunner World Series, abbiamo pensato che sarebbe stato bello fare la squadra e correre il mitico Vanoni, già corso nel 2019 e che mi aveva lasciato stregato per il concentrato di emozioni provate. Quest’anno, nonostante la corsa in montagna classica non sia propriamente la mia disciplina prediletta e praticamente non l’avessi per nulla preparata, una volta sentito lo start tutti i pensieri sono svaniti e l’agonismo puro ha pervaso il mio corpo. Dopo una partenza a fuoco in cui son rimasto leggermente attardato, ho imposto il mio ritmo riuscendo a guadagnare due/tre posizioni nella seconda metà della salita ed altrettante in discesa, arrivando a battere il cinque a Daniel in 5^ posizione assieme al francese Fine e abbassando il tempo, di due anni fa, di circa un minuto.

Seconda frazione

v

Di Daniel Antonioli

Aspettando Luca al cambio l’agitazione era a mille. Eppure è da vent’anni che gareggio, dovrei essere abituato... Ma quando si corre in tre è diverso. Ci tenevo così tanto a correre il Trofeo Vanoni con Luca e Lorenzo che nei giorni precedenti avevo raccontato loro che la Skyrace des Matheysins, in concomitanza, non era una bella gara e che il viaggio in Francia era lungo. La verità è che sapevo che loro erano in forma e che correndo assieme questa gara storica avremmo potuto ottenere un piazzamento importante. Della serie “se non puoi battere il nemico, alleati con lui”. Infatti Luca non ha deluso le aspettative e mi ha dato il cambio appaiato alla staffetta francese, quella che poi ha vinto. Io ho provato a tenere il passo del francese Cachard, lo avevo battuto poche settimane prima alla Comapedrosa Skyrace, ma qui era tutta un altra gara e dopo pochi minuti nella sua scia ho capito che se avessi continuato con quel ritmo sarei saltato in aria. Continuando del mio passo ho così sorpassato l’U.S. Malonno ma sono stato a mia volta raggiunto dallo staffettista della Gran Bretagna, che stringendo i denti sono riuscito a tenere fino al cambio in via Vanoni. Quinta piazza mantenuta... Soddisfatto della mia prova e contento di essere ancora in gara, anche perchè sapevo che Lorenzo aveva le doti per fare un gran numero. Ma lascio raccontare a lui com’è andata.

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Terza frazione

Di Lorenzo Beltrami

Se mi chiedeste quale gara mi fa venire i brividi dalla testa ai piedi risponderei il Vanoni. La terna è quella giusta, l’intesa e l’amicizia che guida questa gara ci sono, quindi via... la mia frazione è stata per me adrenalina. Partito 5°insieme al frazionista inglese ho lasciato fare il passo fino al “tempietto”, qui le persone vanno come i treni sempre e c’è poco da fare i galletti pensavo; ma col cavolo.. io ci ho provato! Non ho risparmiato niente su tutta la salita, le gambe giravano e il cuore pure! Ho raggiunto lo sloveno e abbiamo iniziato la discesa a tutta. Non riesco a superarlo tra le viette di Arzo né nei primi tornanti, la strada è stretta e sto perdendo tempo. Arrangio un sorpasso azzardato e mi butto fino a Morbegno! È stata un’emozione grandissima condivisa con i compagni di team e di squadra, pura gioia che solo una gara come questa può regalare! 24

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Vanoni

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G N I N N U R TRAIL VS MA RA TH ON

Dr. Alessio Stefanon

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TRAIL RUNNING VS MARATHON Di seguito vorrei riportare sia la mia esperienza clinica da fisioterapista che da corridore di entrambe le discipline. La corsa in montagna negli ultimi anni ha subito un’importante crescita sia nella sfera amatoriale che agonistica professionistica e semi-professionistica. La corsa su strada, che nella maratona riscopre la sua massima espressione, ha delle radici sicuramente più profonde e lontane. Da un punto di vista clinico trovo interessante analizzare la frequenza di infortunio nelle due differenti discipline rapportate alle caratteristiche allenanti. In passato si riteneva che la discesa rappresentasse una componente traumatica importante, quando invece si è poi scoperto che il lavoro eccentrico espresso nella corsa in discesa rappresenta un elemento allenante anche per i podisti che gareggiano esclusivamente su strada. 26

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L’angolo del fisioterapista Le due caratteristiche principali che differenziano i due gesti atletici sono: variabilità del gesto componente propriocettiva Per quanto riguarda la variabilità del gesto nella maratona riscontriamo passo, cadenza, direzione, lunghezze muscolari e angoli articolari molto più costanti e ripetuti nel tempo, i quali possono rappresentare un fattore di alto rischio per insorgenza di infortuni. Un consiglio semplice, forse banale, ma molto efficace per fare della sana prevenzione? Usate più di un paio di scarpe. Possibilmente di modelli diversi, così da limitare le componenti ripetitive del gesto praticato su strada.

come la componente attentiva che, esprimendosi attraverso la sostanza reticolare, permette una maggiore attivazione del core (dettaglio da non sottovalutare assolutamente); Cosa posso fare dunque io? Semplice e pratico anche qui. Allenare l’equilibrio con qualche esercizio che si può trasformare in un gioco, puntando sempre a questo obiettivo: non deve mai diventare FACILE. Ad esempio, l’utilizzo di una bolla propriocettiva (o Bosu, o Medusa) in carico su una gamba. Per poi diventare un esercizio di equilibrio mentre si gioca con una pallina da tennis contro il muro, è già un’ottima cosa. La vista inoltre, parte della sfera propriocettiva, viene coinvolta in maniera differente: mentre nella corsa su strada lo sguardo è rivolto più in profondità sul piano orizzontale, nel trail è Nella corsa in montagna invece il sentiero spesso irregolare, altamente più stimolato e richiede un maggior contributo ad cambi di pendenza e alternanza di corsa e passo concedono ogni passo, in quanto il terreno irregolare necessita di continui un gesto molto più variabile in tutte le caratteristiche sopra adattamenti posturali. elencate. Quanto descritto non ha l’intento di sbilanciarsi su quale delle Anche la componente propriocettiva che svolge un ruolo chiave due discipline possa essere la meno traumatica sul lungo periodo, in fase preventiva, riabilitativa e di riatletizzazione, si esprime in quanto piuttosto descrivere le differenti caratteristiche affinché maniera differente nelle due specialità. possano essere degli elementi utili nella pratica alla prevenzione. Nella corsa su strada viene sicuramente meno stimolata così

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La mia Stralivigno Di Andrea Grilli

Questa è la mia prima gara dopo l’incidente, è come se non ne avessi mai fatta una. Son teso come una corda di violino. Per prepararla son tornato ai miei soliti allenamenti, al mattino presto, sfruttando la frescura dell’alba e sfiorando la fine della notte, pescando i primi raggi di sole. Passo la notte del giorno prima a guardare per aria. Il programma è fare la gara con il mio amico Menny che mi ha supportato durante tutto questo periodo, accompagnandomi a corricchiare sul pistino a Lecco. La scaletta è chiara: partenza da casa a Lecco ore 8:00 con destinazione Livigno. Durante tutto il viaggio in macchina la mia testa è persa nella previsione della competizione. Sono asociale, non partecipo a nessun discorso, son già in clima gara. Finalmente arriviamo a Livigno, prendiamo il pacco gara con il pettorale e cerchiamo un posto in cui pranzare. Io resto bello schiscio, pasta in bianco. Con estrema invidia le mogli si gustano i piatti tipici della Valtellina e sbevacchiano 28

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La mia Stralivigno

birrette. Mi rifarò (almeno così penso). Ci rechiamo in zona partenza, siamo in 3 a fare la gara: io, Menny e il mitico Cesare, esperto delle Ultra Trail, questa per lui è un defaticamento. Solo 21km. Per me è come scalare l’Everest senza ossigeno, all’indietro. Breve riscaldamento e siamo pronti, tutti in posizione di partenza. Countdown dello speaker e si parte! C’è un gran marasma, gente che crea grupponi, schiaccio il piede ad un cadavere che ballonza. Il tutto su pista ciclopedonale, per ora in piano, per me è un’agonia. Cerco di tenere un buon ritmo, ma è infinita. Raggiungo Menny, facciamo un bel pezzo insieme. Finalmente inizia lo sterrato e si sale. Adoro la salita. Comincio a superare qualcuno, come se fossi in discesa e recupero qualche

posizione. Mi sento bene. Finita la salitella, si scende sempre su sterrato bello battuto. Pensavo che avrei potuto avere dei problemi in discesa, invece… tutto regolare. Intravedo il segnale del 14°km sui 21 totali, mi sento molto bene! Intanto mi giro a cercare il mio compagno di viaggio, probabilmente è subito dietro. Mi sparo un gellino per recuperare qualche energia, al primo ristoro scolo mezza bottiglietta d’acqua, poi un bel bicchiere di sali. Intanto vedo gente demolita (DEMOLITA) e proseguo. Altra salitella piuttosto impegnativa, non riesco a farla correndo perché c’è una coda di gente, quindi procedo a passo svelto. Ingaggio un concorrente poco più avanti, sto per prenderlo… ma si ferma lui, è secco. Bona, giù a tutta. Siamo ormai al termine. Ho quasi raggiunto il pezzo finale, l’arrivo è ancora su pista ciclopedonale.

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Sento gli spettatori che esultano nel vederci, poi ad un tratto ecco la mia signora! È benzina sul fuoco, vado a tutta! Poi subito dopo, becco anche Ugo che incita. Altra benzina. Fiamme sul finale, è come se fossi andato a 3/km. Taglio il traguardo! Per me è una vittoria. Una festa indescrivibile. Mi sdraio a terra, anche perché fatico a stare in piedi. Si avvicinano i miei amici Falchi! Selfie rigoroso, mi fanno i complimenti come se l’avessi vinta! Le mie gambe son di gesso, non mi alzo più! Raggiungo Ramona e il resto della combricola, altra festa! E sono solo arrivato 334°su 437. Poco dopo arriva anche Menny che prima della partenza mi aveva chiesto di non staccarlo più di 10 minuti e infatti così è stato, 10 minuti esatti! Visto che l’anno scorso sono rimasto 2 mesi in coma e subito dopo in carrozzina, direi che per me è stato un gran successo finirla! Per via del Covid niente docce, quindi per ora ci si arrangia con le salviettine, poi cena, che mi godrò solo in parte perché, impegnato a non schiattare all’arrivo, mi ero sdraiato in terra a riprendere

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La mia Stralivigno

energie e mi sa che ho preso freddo, salutando il pavimento a modo mio. Ma l’appetito si fa vivo a fine cena, mi gusto un minestorone di verdura come se fosse la cosa più buona del mondo! Questa giornata resterà indelebile nella mia testa: non importa cosa ti è successo, importa come reagisci e affronti la tua vita. Con grinta e determinazione puoi fare qualsiasi cosa. Il motto rimane sempre quello: NON SI MOLLA UN CAXXO

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Granfondo - La Fausto Coppi Di Michele Valsecchi

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Da qualche anno mi piace alternare la corsa in montagna con un’altra mia passione: la bicicletta. Così quando Mattia all’inizio del 2020 mi ha proposto di partecipare alla granfondo Fausto Coppi con lui, ho accettato subito molto volentieri. Purtroppo però è arrivata la pandemia, e abbiamo dovuto abbandonare l’idea di prendere parte a questa bellissima manifestazione. Tutto rimandato quindi all’edizione del 2021, che fortunatamente è stata confermata per domenica 27 giugno. La granfondo Fausto Coppi si snoda attraverso un percorso di 177 km con partenza ed arrivo da piazza Galimberti di Cuneo, ha un dislivello di circa 4000 metri distribuito su quattro salite: il Santuario di Valmala, la Piatta Soprana, il Colle Fauniera e la Madonna del colletto. La parte sicuramente più suggestiva del percorso è la salita del Colle Fauniera, che partendo da Pradleves, porta ad un bellissimo valico alpino che collega la Val Grano con la Valle Stura. Questa salita è famosa tra gli appassionati

di ciclismo, nonostante sia stata scalata una sola volta nell’edizione giro d’Italia del 1999, nella tappa Bra-Borgo San Dalmazzo. In quell’occasione Marco Pantani scattò in salita, conquistando al termine della tappa la maglia rosa, fino a quel giorno sulle spalle di Laurent Jalabert. Questa tappa è spesso ricordata anche per la discesa di Paolo Savoldelli dal colle Fauniera, in cui impressionò tutti per la sua guida spericolata tra gli stretti tornanti che portano a Demonte. Grazie a quella prestazione degna del miglior Valentino Rossi, Savoldelli riuscì a staccare tutti gli avversari e ad accumulare un vantaggio che gli permise di tagliare per primo il traguardo di tappa. A partire da quel giorno, grazie a quella mitica discesa, Savoldelli venne soprannominato “Il Falco”. Tornando a noi, dopo aver trascorso una primavera a pedalare in vista del nostro appuntamento, arriva finalmente il weekend della gara. La partenza con Matti è fissata per la tarda mattinata di sabato, il giorno prima


Granfondo - La Fausto Coppi

della granfondo, e dopo una sosta ad Arborio per mangiare un buonissimo risotto, arriviamo a Cuneo nel primo pomeriggio. Il tempo vola: tra ritiro del pacco gara e sistemazione dei bagagli in quello che sarà il nostro alloggio per una notte, in un attimo ci troviamo seduti al bar per l’aperitivo serale, preoccupati per la faticaccia che ci toccherà il giorno successivo. Dopo cena, ci trasferiamo a guardare la partita dell’Italia, che affronta l’Austria ai quarti di Euro 2020. Nonostante ci facciano soffrire, gli azzurri ci regalano una bellissima vittoria! Soddisfatti, andiamo a letto, ma dobbiamo fare i conti con i festeggiamenti fino a notte inoltrata, che uniti alla nostra preoccupazione, non ci fanno dormire. La mattina successiva ci svegliamo alle 6, colazione veloce, e inforcate le nostre specialissime, ci dirigiamo alla griglia di partenza della granfondo. La piazza è già colma di ciclisti, circa 2000 appassionati che aspettano di affrontare il percorso. Dopo alcuni discorsi di rito da parte degli organizzatori, alle 7 in punto la granfondo finalmente parte! La giornata è ottima, splende un bellissimo sole, e la prima parte del percorso, con le salite del Santuario di Valmala e di Piatta Soprana passano in un battibaleno. Quando però finalmente arriviamo all’inizio della Val Grano e capiamo che ormai la fatica sta cominciando a farsi sentire, è il momento di affrontare la salita

del Colle Fauniera! L’ascesa, dopo un fondovalle con pendenze ingannevolmente dolci, diventa un muro che sembra non finire mai. Poi però finalmente, dopo circa un’oretta, arriviamo al Santuario di Castelmagno, dove la salita si fa meno cattiva e il panorama si apre in un bellissimo scenario alpino. La salita prosegue e pian piano arriviamo in cima al Colle dove si trova un monumento dedicato a Marco Pantani. Rifornimento abbondante, selfie di rito, e poi finalmente inizia la tanto agognata discesa che si rileva essere davvero molto divertente, ma che noi affrontiamo con prudenza. Arrivati nel fondovalle ormai sentiamo che il traguardo non è più così lontano. Affrontiamo l’ultimo tratto di saliscendi, e dopo aver lasciato alle spalle anche l’ultima salita della Madonna del Colletto, troviamo un gruppetto di concorrenti, con cui percorriamo gli ultimi 20 km, arrivando a Cuneo in piazza Galimberti. Finalmente dopo circa 7 ore e mezza la nostra fatica è finita! Ritirata la medaglia di finisher, l’unica a cui possiamo puntare, finalmente ci rinfreschiamo con una buona birra gelata e soddisfatti ripercorriamo la bellissima giornata trascorsa insieme. Sicuramente una stupenda avventura da ripetere! L’ALMANACCO 2021

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Lecco Aprica - Traversata Orobica Di Alessio Stefanoni

Mai avevo attraversato le Orobie Bergamasche. Una serie di motivi, in primis la logistica, che ci obbliga a passare da Bergamo o dalla Valtellina, mi ha sempre frenato, preferendo le montagne di casa. Quale miglior occasione per battezzare le Orobie dunque, se non un classico collegamento da casa mia, a Lecco, alla casetta dei miei genitori in Aprica?

Abbandono il mezzo al suo destino (un gregario attrezzato, è già in marcia [Ndr, papà Antonello]) e parto in direzione Passo di Sodadura. Da qui, una sgroppata fino al passo Baciamorti, e poi giù fino a Cassiglio. A Piazza Brembana, mi fermo a bere un caffè, e mi raggiunge il mio gregario in biciletta (che avevo rimesso in carica al Sassi-Castelli). Inizia ora la parte più tosta per la prima giornata, una bella salita di 9km fino a Come sempre, il viaggio parte da molto lontano. Prima nella testa, poi cartina alla Roncobello e poi ancora su, fino al passo di Mezzana. Da qui, accompagnato da bellissimi e curiosissimi camosci, corro fino al Rifugio Laghi Gemelli. mano, si inizia a pianificare. Dove passare, quando partire, dove dormire? Alla fine, decido di unire l’utile al dilettevole e trovo un collegamento fatto Il giorno seguente parto alle 7:00 in punto e mi appresto a seguire il percorso che, apposta per divertirmi. poche settimane dopo, sarà il palcoscenico della Orobie Skyraid. Passo dapprima per il rifugio Calvi, poi, dopo il passo di Valsecca, arrivo per un caffè al Rifugio Partenza in Bici elettrica da Lecco, il 1° luglio alle 6.00. In poco più di 1 ora, VOLO Baroni. Da qui, decido di puntare al passo del Simal, nonostante non sia ancora fino ad 1 km dal rifugio Sassi Castelli, ai piani di Artavaggio… poi la batteria fa libero da neve. Vengo ripagato da paesaggi fantastici, in assoluta solitudine ma con moltissimi Stambecchi sulla via. cilecca e l’ultimo km la spingo di buona lena. Scendo poi tramite numerose catene, fino al Lago di Coca e vedo poco più in basso

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Lecco Aprica – Traversata Orobica l’omonimo rifugio, al cospetto del Re delle Orobie, che purtroppo non si fa mai vedere, nascosto dalle nuvole. È quindi la volta del Rifugio Curò e del Lago del Barbellino. Con un ultimo sforzo, supero quota 100 km e arrivo al Rifugio del Barbellino, situato pochi km sopra. Riposo qui e la mattina seguente parto di buona lena per affrontare l’ultima salita. Dal rifugio al Passo di Pila, sono circa 400m di dislivello, ma i 3500 del giorno prima si fanno sentire! Fortunatamente, appena scollino, mi trovo davanti alla Val Belviso, proprio alle porte di Aprica. In un paio d’ore copro i 18km di discesa che mi separano dalla statale che sale al Passo di Aprica. Qui, attraverso con grande gioia l’abitato passando trionfante sotto l’arco posto in cima al passo, tra gli sguardi perplessi dei villeggianti. Inizio la discesa nella Val Camonica e arrivo, battendo sul tempo Marta e Matilde che erano partite da Lecco quella mattina, per una manciata di minuti. Un viaggio meravigliosamente solitario, immerso in sentieri impervi e non sempre battuti, ma circondato da una bellezza indescrivibile. Poco più di 130km con circa 7500m di dislivello. Non molto per gli ultra maratoneti, ma sicuramente, il modo migliore, a mio parere, di godersi 3 giorni di “stacco” dalla città.

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Le montagne da una nuova prospettiva Di Enrico Noia

Quest’anno niente racconti romantici di prime gare o natura. E la sensazione di essere lì sospeso è qualcosa di unico. di personali, ma racconterò in breve quella che è stata la mia esperienza finora nel mondo dell’aviazione. Nei prossimi mesi continuerò con il mio addestramento, che dopo la parte teorica (decisamente la più complessa) adesso si compone della sola parte di volo per Ho iniziato nel 2019 un corso per diventare pilota di linea e, dopo un anno e mezzo arrivare a maturare circa 200 ore di volo. di lezioni per conseguire gli esami teorici, ad aprile 2021 ho iniziato finalmente a In tutto questo di certo non farò mancare la corsa, che ho dovuto abbandonare volare. nel 2020 e primi mesi del 2021 a causa di qualche chilo di troppo post-lockdown. Il classico sogno che qualcuno ha da bambino, voler prendere i comandi di un Ma adesso sono ritornato a pieno regime anche con gli allenamenti, pronto a ritornare sulla scena agonistica nell’inverno magari per provare a rifinire un po’ il aereo e portarlo su nel cielo per osservare dall’alto tutto ciò che ci circonda. personale sulla mezza maratona. E potevano forse mancare le montagne? Ovviamente no! Ho avuto modo quest’estate di girare gran parte del Nord Italia e non mi sono fatto mancare un Per concludere, la strada per arrivare agli aerei di linea è ancora lunga, ma auguro giro sulle nostre amate Grigne. Sicuramente è meno faticoso rispetto ad arrivarci al me del futuro di continuare a volare con l’entusiasmo e la passione. che stanno di corsa, però non per questo meno emozionante. Essere lì in aria a poche centinaia contraddistinguendo questo mio periodo di addestramento. di metri dalla vetta, ti fa sempre sentire quel senso di impotenza davanti alla 36

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Le montagne da una nuova prospettiva

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Altura estiva

Di Ugo, Lorenz, Turro, Biso, Eros, Ste e Simo

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Altura estiva

Di Stefano Del Lungo

Il falco, nonostante sia un animale poderoso e instancabile, ad un certo punto deve pur fermarsi a riposare. Ecco, il Falco (atleta dell’ASD) ha le stesse caratteristiche. Ma non riposa MAI! Neanche in vacanza. Ed è così che, come ogni anno, anche quest’estate decidiamo di fare un bel gruppo vacanza. Come consueto, il disaccatto è immancabile: in tempo zero siamo a metà luglio e non abbiamo la minima idea di chi saremo, dove andremo, cosa faremo. Le proposte variano dal classicissimo Livigno a un’esotica Tenerife. Ma è da una brillante intuizione del buon Lorenzo che si delinea in modo chiaro la meta: Valle d’Aosta, patria delle vette più alte e spettacolari, da tutti noi poco visitata. Si mette in moto la Ugolini Viaggi: prima ancora di conoscere il numero

dei partecipanti, l’appartamento viene prenotato. Vengono seguiti i punti fermi che contraddistinguono ogni nostra avventura: prezzo pericolosamente basso, location assolutamente sconosciuta, nome accattivante. Saremo ospiti per una settimana nel paese di Doues, in Valpelline, di una simpatica signora di nome Bruna (che in un primo momento ci regalerà prezzemolo, ma alla fine ci segnalerà come bad guests). La casa è da 5. Ovviamente noi siamo 6: Io, Ugo, Eros, Simo Gila, Turro e Lorenzo. La signora ci dice che non c’è problema se ci arrangiamo da soli: benissimo, si aggiunge anche Biso, 7. Siamo pronti, ho giusto il tempo di procurarmi una scavigliata fotonica una settimana prima della partenza, giocandomi la possibilità di correre con gli altri. Poco male, porterò la bici per far fatica in modi alternativi. In realtà la porteremo tutti, chi da strada, chi MTB, sia mai che qualcuno voglia riposare.

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Di Stefano Del Lungo

7 Agosto

Partenza: 2 macchine, 5 persone, 5 bici + bagagli + spesa. Capiamo subito che non ci staremo mai, sopratutto perché nella spesa mi era sembrato fondamentale includere 2 angurie, ovviamente il più grandi possibile. Con enorme maestria carichiamo tutto, grazie anche alla nuova auto 7 posti di Ugo che in breve tempo diventerà il pullmino societario. Biso e Lorenz arriveranno con un giorno di ritardo, sempre che riescano a partire, siamo molto scettici riguardo le loro modalità organizzative e tempistiche. Ci smentiranno. Va tutto molto bene, viaggio rapido, casa molto grande e ben organizzata, ampio giardino.

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Purtroppo piove, ma le previsioni mettono bello per tutta la settimana; ci suscita soltanto molta perplessità il fatto che irrighino abbondantemente i pascoli mentre diluvia. Boh, usi locali. Bando alle ciance, andiamo subito in quella che si presuppone sia la miglior latteria della valle. Lo è , quindi facciamo razzia di fontina, caprini, salsicce varie, suscitando un certo scalpore e con la promessa che ci rivedranno spesso. Gli altri vanno a fare una corsetta tranquilla che ormai è sera. La corsetta non sarà tranquilla, la cena neanche.


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Di Simone Turrisi

8 Agosto

Il sole torna a splendere su Doues e le nuvole lasciano spazio ad un paesaggio davvero unico, che possiamo ammirare dalla terrazza della nostra reggia. Pascoli erbosi di colore verde brillante (evidentemente la cura pioggia + irrigazione funziona) circondati da vette maestose (sì, a fine vacanza le avremo conquistate tutte). Il risveglio non è stato dei migliori, un pò di bruciore e pesantezza di stomaco. Forse ieri sera abbiamo esagerato con le quantità industriali di pasta aglio, olio e peperoncino e fontine. Ma bando alle ciance...è tempo di correre! La sera prima, tra un bicchiere di prosecco e l’altro, siamo riusciti anche a progettare, con l’aiuto del fedele compagno Strava®, un bellissimo itinerario ad anello che circumnaviga la Valpelline, che ho caricato e custodito con cura sul mio Garmin. Uno, Doues, tres...si parte! Ci aspetta subito un tratto ripido di salita su asfalto, per poi entrare nel bosco (chiaramente ancora in salita, a Doues non esiste la pianura). Il collinare “tranquillo” di ieri sera con media di 3’40”/km dettato dal generale Barba inizia a farsi sentire nelle gambe. Ad un certo punto la traccia GPS diventa poco chiara sulla mappa e sbagliamo qualche deviazione di troppo. Mannaggia alla tecnologia, affidiamoci al buon senso! Risultato: dispersi in mezzo ai prati. Per fortuna che almeno oggi gli irrigatori non funzionano, d’altronde c’è il sole! Dopo vari tentativi di ritrovare il sentiero giungiamo ad una graziosa baita dove un local sulla settantina ci indica quella che sarà la nostra meta: il Monte Saron, 2681 metri. Il signore ci tiene a precisare che si tratta di una salita molto impegnativa e stima un tempo di percorrenza di almeno 2 ore. Ugo la prende sul personale…”Signore, ma lo sa che siamo Falchi noi eh?”. Bene, 45 minuti ed eravamo in cima. Riusciamo comunque a completare il nostro giro con un percorso ad anello, ovviamente lasciando spazio al nostro intuito da giovani marmotte. Dei 18 km complessivi, abbiamo seguito la traccia per i primi 3 km. Non male! Rientriamo a casa nel pomeriggio inoltrato e con una fame esagerata. Lanciamo quella che sarà la nuova frontiera della ristorazione e che sarà il nostro cavallo di battaglia durante questa vacanza: il temutissimo “pranzo-no-stop”. Il concetto è molto semplice, basta sedersi al tavolo e non alzarsi fino a quando qualsiasi forma di cibo disponibile non sia stata consumata. Ed ecco che in un attimo furono le 22 e quindi l’ora di andare a dormire. Ci attenderà una nuova ed impegnativa giornata, in cui dovremo preoccuparci sul come smaltire tutto ciò che abbiamo ingerito il giorno precedente, per poi ricominciare. L’ALMANACCO 2021

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Di Simone Gilardi

9 Agosto

Al gruppo si aggiungono anche Lorenz e Biso... solita sveglia, mai troppo presto, colazione abbondante con litrate di yogurt. Finalmente ci si accatta, cosa molto difficile ogni mattina… Io, Turro, Biso, Eros, Lorenz e Ugo al volante della sua fiammante sette posti si parte in direzione Glacier. Ste monta in sella della sua Piton ci saluta e parte per un giro in bici! Obiettivo della giornata raggiungere il col de la Balmè, situato ai piedi di un ghiacciaio a quota 3000m. Piccolo particolare: itinerario pianificato da Lorenzo! Io ignaro della situazione mi gaso all’idea di raggiungere i 3000 m, altri, conoscendolo meglio, iniziano a preoccuparsi, non per i km che avremmo dovuto affrontare, quanto per i fuori traccia che avremmo potuto fare... vista la sua spericolatezza. Arrivati alla partenza abbandoniamo le quattro ruote e scaldiamo le gambe! Selfie di rito del social man Ugo e si parte… Ovviamente in salita! Dopo circa due ore, attraverso sentieri, boschi, laghi e fiumi, raggiungiamo il bivacco Regondi - Gavazzi. Fino a qui percorso rispettato e nessuna ravanata! Si riparte, il terreno cambia e la nostra traccia va a sparire, ci sono solo sassi e neanche tanto stabili. Visto il tipo di fondo e la traccia poco segnata alcuni di noi decidono di cambiare rotta! Mi fido di Lorenz e nel giro di poco ci ritroviamo a correre tra sassi e nevai; nonostante qualche incertezza sulla direzione si prosegue. Senza neanche accorgerci, dal camminare su due piedi siamo passati “all’arrampicata” tra sassi “friabbbili” e zoccoli di gnu! Ora capisco i dubbi dei miei saggi compagni che hanno cambiato percorso! 42

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Anche se una sana ravanata ogni tanto ci sta! Finalmente ai piedi del ghiacciaio sono convinto di aver raggiunto la meta. Ma… dopo uno sguardo in giro, l’occhio di FALCO capta una cima accanto a noi, è impossibile resistere alla voglia di conquistarla! Unico dettaglio il ghiacciaio da attraversare per raggiungerla. Dotati di poca attrezzatura ma tanta “ignoranza” non ci pensiamo molto e iniziamo a far amicizia con neve e piedi gelati! Primo ostacolo superato, ci resta la salita tra rocce, neve e ghiaccio per arrivare alla croce. Con un po’ d’istinto animalesco raggiungiamo l’obiettivo: Mont Gelè a quota 3518 m. Ovviamente il nome non è casuale vista la temperatura percepita. Cambiamo la nostra magliettina, indicata per escursioni di questo tipo, e optiamo per scendere il più velocemente possibile. Dopo la corsa, la camminata, l’arrampicata e un approccio all’alpinismo non possiamo che tentare una sciata in discesa libera.


Altura estiva ATTENZIONE: COLPO DI SCENA! Si intravede una sagoma... dato l’equipaggiamento smart di cui è dotato non può che essere uno di noi. Ugo c’è ed è determinato a raggiungere la cima essendo arrivato fino a qui! Io e Lorenz, nell’attesa del ritorno di Ugo dalla conquista della vetta, per non stare mai fermi, raggiungiamo la sorella minore della cima appena raggiunta… il sole inizia ad abbandonarci, cala su di noi l’ombra ma non quella del ritorno del nostro compagno... Iniziano i primi scalpitii del capo gita quando finalmente non si vede ma si sente in lontananza Filippo vocalist Ugolini. Anche sopra i 3000 metri è riuscito ad attaccare bottone con l’unica altra persona presente.

Per non farci mancare nulla i miei due compagni, dopo qualche “amorevole” insulto decidono di intavolare un dissing sull’altruismo in quota! Che grande idea… ci voleva proprio! Superato anche questo ostacolo riprendiamo la discesa ma ovviamente non facendo mai la stessa strada dell’andata. Provati dalla sfacchinata raggiungiamo finalmente tutto il resto del gruppo che ci attende con birre Gelè al chiosco. Adesso ci aspetta un importante rituale: tutti al tavolo in terrazza, birre alla mano, cibo di ogni genere e via così fino a notte fonda! La tecnica Falco per il recupero delle energie.

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Di Filippo Ugolini

10 Agosto

Tra il pranzo e la cena del giorno prima, che secondo la regola della vacanza potevano distare massimo un’oretta, io Turro Simo e Ste partiamo alla ricerca di altro cibo, e proviamo ad andare ad esplorare la costa opposta della valle Valpelline rispetto a Doues, precisamente a Roisan, dove si vocifera ci sia Despar megafornito. Risultato: alimentari mezzo abbandonato con 4 cose in croce ma l’importante era che ci fosse un bar semi-abusivo e che ci facesse 4 spritzzettoni con tanto di patatine olive e tartine… mica di morir di fame! Si sa che con uno spritz in corpo si ragiona meglio e si manifestano brillanti idee come provare a vedere su Strava® che giro di 25 km ci fosse da quelle parti. Poi perchè non salvarlo così da svegliarsi il giorno dopo e mettersi in macchina (io Turro e Simo) convinti di avvicinarci in macchina ad un posto lì sopra per fare un defa e trovarsi invece dall’altra parte esattamente davanti al Despar, per un giro sconosciuto?! Quindi la mattina del 10, dopo aver fatto una colazione da 2000 kcal e le gambe demolite dal giro del giorno prima, ci ritroviamo a salire in corsetta leggera verso una cima (che non so). Piano piano il morale però si solleva: il paesaggio è maestoso alternandosi da percorsi single-track nel bosco in salita e tratti aperti con

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Altura estiva

fiumi e alpeggi; tempertura ottimale: fresca, ma non troppo. Le gambe sembrano smollarsi a tutti e tre, infatti si prosegue per almeno una decina di km sempre in salita non troppo dura e riuscendo a correrla tutta. Io, seppure ci sia temperatura ottimale, non mi limito a sudare e in un battibaleno, sotto gli occhi sbigottiti di Simo, incomincio a gocciolare pure dai pantaloncini, ma Turro non si allarma e rassicura Simo sul fatto che sia una mia “peculiarità”. Circa a 300 metri dalla vetta, che finalmente inizia ad intravedersi, l’ambiente muta di nuovo e si trasforma in una simil-Grignetta con tratti di ghiaioni e balzi esposti. In un attimo siamo in cima al Mont Mary, come ci svela una targhetta e due signori esperti del posto ci spiegano il percorso alternativo da poter fare per non ripercorrere lo stesso, sia mai! Dalla cima del Mont Mary a 2814 s.l.m ci spostiamo ad un’altra cima poco dietro, la Becca di Viou a 2856 s.l.m., dove c’è un’altra vista spettacolare verso la valle sottostante e verso tutte le cime che si

erano già fatte e tutte le altre che erano lì ad aspettarci. Magnifico! La nitidezza della giornata ci permette di fantasticare su tutte le cime lontane che si vedono. Dopo una veloce rifocillata con barrettina e sorso d’acqua, incominciamo la discesa tutta molto corribile e chiudiamo un alto anello, ricongiungendoci a circa metà del sentiero fatto in salita “Eh no! Proviamo ad andare di qui che secondo me sbuchiamo al Despar”. Risultato: prendiamo un sentiero che scende a tornanti, ma scende troppo, dove caccc… Sbuchiamo finalmente in un paesino e controlliamo su Maps: siamo “solo” a 5 km dalla macchina, 5 km di pianura sotto il sole ormai caldo e senza più una lacrima di acqua. AIUTO MAMMA. Col coltello fra i denti riusciamo a trascinarci alla macchina e chiudere il nostro giro defaticante di 25 km con 2’060 d+. Ok, ora andiamo a mangiare e bere birra e ripetere fino ad addormentarci! In quello non ci batte nessuno!

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U rticoli

Di Lorenzo Beltrami

11 Agosto È la mattina del mio compleanno e la mia voglia irrefrenabile e poco condivisa di dormire, condita con il mio poco autocontrollo nei minuti appena successivi al mio risveglio, scoraggiano i miei compagni a svegliarmi e mi fanno aprire gli occhi a mattina inoltrata. Apro la finestra e la ciurma è già in sella… sono nella mer**! Mi metto in bocca tutto il possibile e mi cambio… in pratica sono passati 5 minuti da quando ho aperto gli occhi e sono in sella a far bagarre con Eros! La direzione è il rifugio Champillon dove ci aspetta il nostro pranzo, 11 km con 850d+ che percorriamo chi con la mtb, chi con la bici da strada e un ultimo tratto di corsa. Il percorso è molto bello su un’asfaltata a tornanti che si snoda solitaria tra pascoli, boschetti ed irrigatori (che in valle d’Aosta funzionano SEMPRE, anche se piove, e irrigano prati, strade e passanti). Arrivati a destinazione, ovviamente finiti dalla salita a tutta, ci attende una vista spettacolare su tutta la vallata e i monti intorno. Iniziamo a bere qualcosa nell’attesa di Biso che, in preda all’agonismo, sfida i turisti verso un passo sopra al rifugio. Una volta tornato, finalmente sazio di dislivello, iniziamo a mangiare… cibo tipico e abbondante: polenta, coniglio, polli e bacinelle a non finire (zuppe della valpelline). Il pranzo finisce con “qualche” giro di amari in cui ci viene propinata pure della vodka alla fragola, e partiamo verso casa chi tra i sentieri scoscesi a cercare il muro più pendente, chi a cercare la scia e la velocità più alta per strada; ma tutti sicuramente PIENI. Una volta a casa ci lanciamo, di nuovo, indomabili, alla ricerca di cibo nei dintorni; perché di funghi noi non ci si stanca mai.. poi in realtà abbiamo trovato una carta di credito e ci siamo accontentati. La cena non devo nemmeno spiegarvela credo... caviale e champagne? No meglio, risotto porcini e finferli by Gila. 46

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Altura estiva

Di Bisogno Carlo

12 agosto

Dovrebbe essere stato Einstein a dire che in montagna gli orologi scorrono più velocemente che in pianura, sta di fatto che nessun fisico quantistico potrebbe spiegare come mai sia volato così velocemente il tempo nella terra di Doues, ma la dura realtà è che siamo arrivati già al 5* giorno di questa stupenda vacanza. Il giorno che per me è stato il più mistico e duro tra tutti, ma andiamo con ordine. La sveglia è fissata alle 9:00, orario relativamente “presto” se considerato che la sera prima abbiamo festeggiato il compleanno del compagno di camerata Lorenz, ma per un montanaro (come Tu lettore che stai leggendo) relativamente “tardi” se considerato che si voleva affrontare un bel 3000, precisamente la BECCA di NONA. Dopo una buona e generosa colazione ci infiliamo nel Bus-Touran con l’occorrente per affrontare quest’escursione di alta montagna: k-way, qualche gel, una t-shirt di cambio e una flask da mezzo litro riempito a metà. Infatti per evitare di aggiungere peso al mio peso (già più che abbondante) decido (poiché la valle di Doues spruzzava acqua da tutte le parti) di riempire la flask ogni qual volta che si trovava una fontana: pessima decisione. infatti saliti in macchina cambiamo subito valle….a mia grande sorpresa si va in direzione Pila. Arrivati a una frazione di Aosta i più allenati e meno infortunati tra noi scendono e partono correndo nell’insegna di entrare in classifica di Strava sul sentiero di gara che da Aosta porta in cima. In macchina rimaniamo io e Ste (lui era l’infortunato, indovinate chi era il meno allenato!). Ci avviciniamo più possibile alla nostra prima destinazione: Pila. Con tanta energia in corpo e zuccheri nel sangue anche io e il mio socio lasciamo l’auto e ci avventuriamo nella ricerca del sentiero, puntualmente sbagliamo subito e per evitare di perdere quota decidiamo di salire, dritto per dritto, dalla pista di sci. Dopo la prima salita la differenza di classe tra i due inizia a mostrarsi prepotente: Ste che mi parlava corricchiando in salita, io con bocca spalancata che rispondevo a monosillabi. Arrivati a un alpeggio imbocchiamo un traverso che ci porta a un’altra valle, descrivere la notevole bellezza che mi circondava è impossibile, mi sentivo immerso da un energia che solo l’ambiente circostante ti può regalare, quindi incurante della mia scarsa autonomia schiaccio a fondo l’acceleratore. Arrivato alla bocca della Valle intravedo i segnavia che indicavano che ero nella direzione giusta e mi assaporo il momento: cime impetuose cercavano di coprire il cielo terso a 360 gradi, un fiume tagliava la valle a metà, vacche rompevano

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U rticoli il silenzio con i loro campanacci e io che mi sentivo ebbro di tutto questo a tal punto che incurante della fontana che mi stava accanto decido che era l’ora di affrontare la salita che mi porta alla vetta, 1000 metri di dislivello, con qualche goccia di acqua di scorta. La salita, lo sappiamo tutti, è faticosa, ma quella che ho affrontato è stata una prova di coraggio, dove ho scoperto la forma dei miei pensieri. Ad 1/3 della salita mi superano i ragazzi che erano partiti da Aosta, provo inutilmente a starli dietro, mi staccano dopo neanche un metro. A metà salita, rivolta esclusivamente a sud, finisco qualsiasi cosa: gellino, pastiglie e la poca acqua che avevo e inizio a fare quello che non si dovrebbe mai fare: fermarmi a prendere fiato. Ogni volta che mi fermavo, quando decidevo di ripartire ero più affaticato di prima e la mia mente incominciava a pensare e sentire cose strane, arrivati a un certo punto ho deciso di abdicare la salita. Ma proprio quando ero sul punto di fare dietrofront ricevo una chiamata, erano i miei Amici che mi stavano aspettando in vetta, mi faccio convincere a non mollare e riesco finalmente a raggiungerli. In vetta mi aspettava un vero e proprio coro da stadio per i miei ultimi sforzi in salita. Grazie Ragazzi! Tempo di qualche foto ed è già ora di scendere. La fatica in discesa non si fa sentire, ma arrivato di nuovo in valle (dove ho prosciugato il primo torrente incontrato) capisco che la forza di gravità mi aveva dato una mano, ma che ora sul piano chiedeva pegno... i tratti in piano mi sembravano in salita e quelli in salita muri da scalare. Ma anche lì i miei compagni sono venuti a darmi manforte, aspettandomi mi han lasciato avanti a “tirar il gruppo” e attraverso la favola del bastone e della carota siamo giunti tutti insieme alla macchina. Poi il resto è storia, nel senso che ero talmente cotto che non ricordo come sono arrivato a casa, cosa abbiamo fatto poi e a che ora sono andato a letto. Ricordo solo che non ci sono voluti tempi quantistici per riuscire ad addormentarmi. Buona No……..

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Altura estiva

Di Eros Radaelli

13 agosto

L’orso Biso perde il pelo ma non il vizio e anche l’ultima mattina ci sveglia con la sua grazia e leggiadria nel muoversi alla ricerca di cibo. A causa dei vari impegni siamo tutti costretti ad anticipare il rientro in patria, sfrutteranno l’ultima notte nella casa vacanze Paolino ed Elisa che dovrebbero raggiungerci in mattinata. Dico dovrebbero perché come è noto a tutti, il buon Paolino è sempre molto imprevedibile. Obiettivo di oggi: far riposare le gambe indolenzite fin dal primo giorno così io, Simo Gila, Elisa, Ste e Biso optiamo per una scampagnata nei boschi in cerca di funghi mentre gli altri andranno a correre sui sentieri della Valpelline. Finita la colazione ci addentriamo nel bosco che ormai conosciamo come le nostre tasche e dopo pochi passi eccolo là: un porcino! Falso allarme il fungo purtroppo era matto. Biso alla sola parola porcino mi guarda come è solito fare con aria di sfida e senza aprir bocca parte come una scheggia su per il bosco con pendenza pari al vertical di Fully scatenando il vero fungiatt che è in lui. Nel giro di qualche centesimo di secondo fa perdere completamente le sue tracce e nell’aria ora riecheggia solamente un suono: “Èroooss cadavereee”. Si è fatta l’ora di pranzo ma di porcini neanche l’ombra, sconsolati decidiamo quindi di rientrare. La fortuna oggi non era dalla nostra parte ma bensì da quella di Paolino e Lorenzo che, zitti zitti, sono riusciti a portare a casa più funghi di noi. La vacanza è giunta al termine, con le nostre doti da divoratori professionisti svuotiamo la dispensa e dopo aver pulito grossolanamente (forse anche troppo) l’appartamento, carichiamo i mezzi e ci prepariamo per partire. L’ALMANACCO 2021

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U rticoli del

o l o g L’an e r o t a r a p pre iu arong M o r o Sand atletic e r o t a r Prepa

Anche quest’anno se ne sta andando, pur con qualche restrizione si può dire che tutto sommato è stato abbastanza regolare in quanto molte gare si sono comunque disputate e, se un anno se ne va, un altro è alle porte ed è con molto piacere che colgo l’invito di scrivere qualcosa per “L’angolo del preparatore” dell’Almanacco dei Falchi Lecco. Di cosa si potrebbe scrivere? Quali dritte potrei darvi? Della corsa in montagna, la corsa che piace a voi, penso che sia io a dover imparare e quindi mi limito ad osservare quello che fate. E allora? Allora, perché non pensare alla preparazione invernale? Ci sono le campestri e, secondo me, anche per chi pratica la corsa in montagna, può essere un ottimo diversivo per tenersi

in allenamento e non dover ricominciare da capo quando in primavera vi ributterete a capofitto sui sentieri tra i nostri monti e anche in giro per il mondo come ultimamente stanno facendo alcuni di voi. Per chi, magari, non vuole sporcarsi le scarpe col fango e invece vorrebbe fare qualche corsa su strada, nessun problema: la preparazione per chi parteciperà ai cross di 10 km o ad una mezza maratona non è che si differenzia poi così tanto e allora…. siete pronti ad iniziare? Innanzitutto quali sono i lavori da non trascurare sia che si voglia partecipare alle campestri, o che si voglia prepararsi per le gare su strada o, semplicemente, il vostro pensiero sia già rivolto alle

o pionat m a c l e osì ova d sono c nda pr o n c o e s n a alchi arà l ipare che i F partec o, ci s i e o l b t g b s e u i l r v t gno, ita e 30 di ca, po il 5 giu ola sal lassifi na, il s ) c a i G i m B d d e ( i r i a a bizion che a P zzanig igliarv a, prov m s a o n a G n d g e o a a h fi c t c a n i mm e mon sse an che d vi co progra , ma, n no ave iziare tto an n orsa in a e i u c n n c , i i m i l a r h i a s d e e g d u p l lun ul Fida poi q e disc , mi Prima un po’ rosso s salita are? Se anoni soluto è p l s V a i o l A a c o c u t e e o r t e f e m r t n o f o Tr tras on pa la for segna italia se… la uindi l’ultim lla nel erché n l e q p e a u , , h i i c q a v s , n n e e a a ta, a impr prov lont i Alli staffet prima ndida ondial e a a l l m p l o s i a e n a e a d r i cce). e anch la vost pionato ital apo (Le casion C c o l o d e n d n a i d liano tato l cam e ricor ne Gag sono s ione a o z i i a C z p a i ! c a n e desti a pen la part ente l embre, t m t a e r s u 5 c del 2 vale si la data o i r a d calen

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L’angolo del preparatore E poi i circuiti: il podista non usa solo le gambe per correre e quindi è importante sviluppare in armonia tutto il corpo, addominali, Prima di iniziare vi confido che a Premana, il 30 di luglio, ci sarà braccia, schiena. la seconda prova del campionato italiano Assoluto Fidal di corsa in montagna, prova di sola salita, e visto che i Falchi non La corsa media è fondamentale, questa è l’amalgama di tutti sono così lontani, perché non partecipare? Se poi qualcuno gli altri allenamenti, quindi corsa media a ritmi uniforme, corsa avesse anche ambizioni di classifica, potrebbe partecipare media a blocchi, corsa collinare. anche alla prima prova, quella nella formula salita e discesa, in programma a Gazzaniga (BG) il 5 giugno, e ricordando la vostra I fartlek (corsa con variazioni di ritmo) e qua ci si può sbizzarrire splendida impresa all’ultimo Trofeo Vanoni, mi permetto anche di all’infinito, non fossilizziamoci sempre sulle stesse distanze ma consigliarvi la partecipazione al campionato italiano a staffetta, corriamo a piacimento e a sensazione (se possibile) la corsa in anche se… la trasferta è un po’ lunghina, ma, ne vale sicuramente mezzo alla natura con variazioni di ritmo: è quella che vi darà le la pena! Ci sono stato in occasione dei mondiali Allievi, quindi maggiori soddisfazioni (corro forte da qui a quella pianta, a quel segnate col rosso sul calendario la data del 25 settembre, sasso, poi recupero e poi aumento di nuovo e così via). destinazione Gagliano del Capo (Lecce). E le ripetute? Certo, se voglio partecipare a qualche competizione Ed ora possiamo passare all’angolo del tecnico. Allora, come detto ci vogliono anche quelle e allora si faranno anche ripetute poco sopra, pensiamo alla stagione invernale in cui si costruisce la abbastanza veloci, ma importantissime per voi saranno quelle in cilindrata del motore per la prossima stagione. Per chi vorrà fare cui, alle ripetute, magari un po’ meno spinte, farete seguire un anche le campestri ed essere competitivo, sicuramente verranno recupero di qualità. Che cosa vuol dire? In parole povere che se fate un 1000 di ripetuta a 3’ e pensate di recuperare 3’ da fermo, inserirti dei lavori di qualità. per qualificarlo non ci sarà bisogno di farlo in 2’50” ma vi basterà La preparazione invernale si contraddistingue dalle precedenti farlo anche a 3’10” ma con un recupero di 500/1000m a 3’30”/km fasi di preparazione perché dobbiamo inserire un numero (i più bravi anche meno). considerevole di chilometri per costruire una buona base, questo tipo di preparazione verrà fatta anche se si voglia partecipare Dai che vi starò annoiando e allora vi posto una tabella con tutte alle gare di corsa campestre, che andranno valutate e fatte con queste indicazioni, trasformate in numeri. parsimonia, una ogni tanto per non perdere l’agonismo, ma Mettiamo 4 allenamenti, poi chi vuole farne di più se la aggiusta magari con un’uscita in bici o qualche camminata in montagna. l’obiettivo principale sarà quello di mettere “fieno in cascina”. Quindi si farà una programmazione che comprende dei fondi Buon allenamento! lunghi a ritmi blandi, sarebbe utile farli nel corso dei mesi di dicembre e di gennaio, magari inserire dei lunghissimi, uno ogni 15 giorni andrebbe più che bene. gare in montagna del 2022?

Non dovranno mancare gli allenamenti di forza… Come? Sicuramente con allenamenti in salita, scatti corsi sempre in ampiezza… Su quali distanze? Io direi un po’ tutte, salite corte, medie, lunghe e cronoscalate.

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PRIMA SETTIMANA

100m in salita x 10 volte 60’ di corsa + recupero ritorno alla in partenza di corsetta allunghi 6 progressione di 15” lenta, dopo le salite fare un 2000m a ritmo corsa circa media

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12km di corsa media 60’ di corsa + a blocchi (3 medio 1 in allunghi 6 recupero 2 medio 1 progressione di 15” recupero 2 medio 1 circa recupero 2 medio)

Giro in bici o in montagna

SECONDA SETTIMANA 60’ di corsa + 6 allunghi in progressione di 15” Circuiti di forza circa

2000x5 rec. 500m corsa

90’ di corsa lunga

TERZA SETTIMANA 60’ di corsa + 1000 x 8 rec. 500m di 6 allunghi in progressione di corsa 15” circa

10km di corsa media a ritmo uniforme

Cronoscalata lunga Giro in bici salita 5/6km

QUARTA SETTIMANA Fartlek 1’ forte e 1’ di recupero/2’ forte e 2’ di recupero/ 3’ forte e 3’ di recupero per un totale di 30’/40’

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12km di corsa media a blocchi (3 medio 1 recupero 3 medio 1 recupero 2 medio 1 recupero 1 forte)

100’ corsa lunga


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60’ di corsa ( ogni 10’ fare un allungo di 30”)

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QUINTA SETTIMANA

Circuiti di forza

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10km di media a uniforme

corsa ritmo

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70’ di corsa ( ogni 10’ fare Giro in bici o in un allungo di montagna 30”)

SESTA SETTIMANA

+ corsa di 60’ Fartlek 30’ alternando 6 in allunghi 1’ forte a 1’ di progressione di 15” recupero circa

12km di corsa media a blocchi (4 medio 1 recupero 3 medio 1 recupero 1 medio 1 recupero 1 forte)

100’ corsa lunga

SETTIMA SETTIMANA

a z r o F 50/10 0/150 /100/ 50 in salita per 3 serie, 50’ di corsa ( ogni 10’ recupero ritorno alla fare un allungo di partenza in corsetta 30”) (dopo ogni serie fare 6’ di variazioni 1’/1’)

1000 rec. 2’ corsa + 500 rec. 3’ corsa x 4/5 serie (totale 6km/7,5km)

10km di corsa media a ritmo uniforme

OTTAVA SETTIMANA

60’ di corsa + 6 allunghi in progressione di 15” Circuiti di forza circa

500 Fartlek 60’ di corsa + 6 allunghi in Cronoscalata m forte / 250 progressione di 15” circa 8/10km x recupero progressione di 15” circa 7/8km

lunga

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Dove osano i Falchi

Di Dario Scaccabarozzi

Quelli che vincono in gara e nella vita, quelli che, dai forse è davvero anche perché sono così, pieni di mille cose, prima per gli altri e poi per se stessi, che possono fare bisboccia con un amico che era caduto in montagna (la luce dopo 23 giorni di coma) come Andrea Grilli e invece è ancora qui con loro, che può gioire e tornare perfino a correre. Si sono ritrovati tutti per festeggiare il loro ventesimo anniversario, data ufficiale di fondazione a Mandello del Lario (LC) il 9 aprile 2001. Con qualche mese di ritardo solo perché sono scrupolosi, tanto che bisogna esibire il green pass per accedere anche se siamo all’aperto.

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Dove osano i Falchi

E davvero l’intenzione di chi scrive era di farlo seriamente da presunto cronista. Le interviste al pres. Mauro Esposito (dal 2012) e di chi l’ha preceduto (dal 2006) Riccardo Ghislanzoni giacciono nel registratore. Che volete che vi dica, parole belle, nel loro spirito anzitutto di amicizia. Non le riascolto, ma erano quasi commossi pensando al passato e sognanti, in un sabato sera da luna splendente in uno scenario da togliere il fiato sulle colline della Cascina Don Guanella, riferendo che tra gli obiettivi ci sono quelli di portare in vetta chi non può farlo da solo o di crescere un settore giovanile con i figli dei Falchi. Poi ti siedi vicino al fondatore Brunetto D’Ambrosio “Io ho acceso la miccia, voi siete il carburante” e al primo presidente effettivo Tita Lizzoli “avevo un altro impegno, ma non ho potuto mancare”, che ha preso il posto del primo nominale e fra i fondatori Fabio Fulconis e non puoi che lasciarti solo contagiare dall’atmosfera. Di sorrisi, allegria, voglia di esserci e ricordarsi, con tanti amici sfidati sui campi di gara che sono qui, a celebrarli. Paolo Gotti con la moglie Lisa Buzzoni, il grande Paolino Colombo, Fabio Bonfanti, quelli dell’Osa, della

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U rticoli

Sev, del Team Pasturo e della 2Slow. Scherzo con lo storico capitano Carlo Ratti: “Mi sembrate tranquilli stasera, quasi istituzionali”. E il momento delle premiazioni, dopo il discorso di un emozionato pres. pur sbeffeggiato da qualche guastatore, come i due animatori Paolino Bonanomi e Filippo Ugolini, quasi lo confermano.

La rimpatriata è dei vecchi Falchi, oltre ai soci fondatori fra cui c’è anche Alessandro Lollini e Loris Ragni. Con Esposito, Ghislanzoni, Paganoni, Marco Tavola, Enrico Ardesi, Daniele Gaddi, Silvio Gatti e Claudio Pizzagalli. Ma alla fine, quando vedi un presidente vestito da brazilian life guard, gli eterni ragazzi tentare di guidare una bici che gira al contrario e quattro malcapitati sfidarsi a bandiera vestiti come potete osservare Si premia Brunetto e la mitica famiglia Morganti (alla quarta nelle foto, sei costretto alla resa. generazione) del patron Sandro della Kapriol che condivide i valori E allora, semplicemente, avanti così, sempre sulle vette. di questa società prima di tutto improntati alla solidarietà, come era nello spirito dell’anima nobile di Adelfio Spreafico. Là, dove osano i Falchi.

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Dove osano i Falchi

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Campionati Europei di Skyrunning Di Luca Del Pero

Sabato 20 novembre si sono svolti a São Pedro do Sul, in Portogallo, i Campionati Europei di Skyrunning. Questa volta, per evitare il madornale errore commesso ai Mondiali in Spagna di luglio (perdemmo l’aereo il giorno prima della gara, arrivando così a destinazione solamente 3 ore prima dello start…) il CT Mattioli e il presidente della FISky Fabio Meraldi hanno pensato bene di muoversi con anticipo, partendo il mercoledì mattina. Nonostante sia ancora notte, l’aeroporto brulica già di persone che, come formichine, si muovono freneticamente per andare chissà dove. Passiamo indenni il check-in e così in perfetto orario siamo a bordo dell’aereo. La destinazione è relativamente vicina e dopo 2h e 10’ atterriamo a Porto. Qui noleggiamo 3 auto e per le 11:00 raggiungiamo l’hotel. Penso bene di scegliere Daniel come compagno di stanza che so essere simile a me per carattere ed abitudini. Dopo pranzo, facciamo un salto alla Lidl per comprare qualcosa da stuzzicare in camera, riposiamo un paio di orette per cercare di rimetterci in sesto dopo la levataccia ed il viaggio e poi usciamo a fare una sgambata, occasione per cominciare ad esplorare i dintorni. L’indomani, in mattinata, decidiamo assieme a Ghiano e a “Minox” Minoggio di andare a provare una parte di percorso. Partenza e arrivo distano una quindicina di minuti dall’albergo, in un posto abbastanza desolato e fuori 64

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Campionati Europei di Skyrunning

dal mondo; ci arriviamo incredibilmente quasi senza sbagliare strada, notiamo subito le fettucce ma non riusciamo a capire se quella è l’ultima discesa o la prima salita. Accorre in nostro aiuto uno degli organizzatori: quella è difatti proprio la prima delle 7 salite che ci aspettano. Indossiamo le scarpette, ci cambiamo e partiamo di corsa. L’ambiente non è sicuramente quello delle nostre Alpi, le montagne sono delle grandi colline (1000/1200 m massimo), le cui sommità sono per la gran parte attraversate da filari di pale eoliche; ci rendiamo subito conto che il percorso non è esattamente una passeggiata, e la prima ascesa sarà proprio quella più corribile. Venerdì, giorno pregara, passa tranquillo. Al mattino andiamo con gli amici svizzeri a fare un giretto alla fine dell’ultima salita senza trovare tuttavia il percorso esatto. In alto tira un vento assai fastidioso, si sta bene con la giacca nonostante il sole sia alto in cielo e scaldi. L’ALMANACCO 2021

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Nel pomeriggio andiamo a fare una corsetta in ciclabile, a ritmo davvero tranquillo e alla sera, come ad ogni pasto, ci sfondiamo al buffet dell’hotel (d’altronde i 34 km non si correranno da soli). La sera prepariamo tutto il necessario per l’indomani, il materiale obbligatorio prevede k-way, cellulare, frontale (Minox mi convince a portare la mini-torcia da 1 euro acquistata al pomeriggio dal cinese…) e 1 litro d’acqua (su tutto il percorso ci saranno solo 3 ristori, uno ogni 8km circa). La sveglia è puntata per le 5:00 e così alle 22:30 stiamo già dormendo. Fortunatamente il letto è comodo e tutte le notti mi 66

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son fatto delle grandi dormite, al contrario della maggior parte delle altre volte in cui dormo fuori casa. Il giorno dopo, il fastidioso suono proveniente dal cellulare rompe puntualmente il silenzio della stanza e, come degli zombie, ci portiamo nel salone per fare colazione; con le pance piene torniamo in camera, diamo un’ultima controllata a tutto ciò che dobbiamo portare e riposiamo ancora un’oretta sul letto. Arriviamo alla partenza proprio nel momento in cui sta sorgendo il sole: il paesaggio illuminato dai primi raggi del sole devo dire che non è niente male, respiro a pieni polmoni. Intanto la frizzante


Campionati Europei di Skyrunning brezza fa vacillare la mia idea di partire in canotta. L’atmosfera è davvero fantastica, non sono per nulla in ansia ed anzi ridiamo e scherziamo tra di noi come fosse una delle solite gare. Vediamo arrivare Stian Angermund (norvegese, pluricampione di skyrunning) che ci saluta simpaticamente com’è sua abitudine, facciamo 10’ di riscaldamento e ci allineiamo sotto l’arco dello start. Pronti, via, si parte, 100m di discesa su strada asfaltata e svolta secca a sinistra per imboccare la salita. Il sentiero si stringe subito obbligandoci a procedere in fila indiana. Io decido di non seguire il gruppetto di 7/8 di testa, ma di salire al mio passo, così mi lascio sfilare leggermente; questa tattica si rivela corretta perché poi, nella seconda parte di discesa più tecnica, riesco a rientrare da solo, per poi staccarmi nuovamente sulla seguente salita, ma avendo sempre a vista i primi. Quasi in cima mi passa Stian (partito pure lui molto tranquillo) al doppio della velocità, non provo nemmeno a tenerlo perché in pochissimo riesce a ricucire il gap e a portarsi sul gruppetto di testa. La discesa è abbastanza sconnessa e “tecnica”, bisogna guardare bene dove appoggiare i piedi, ma mi sento a mio agio e provo a spingere un po’, così riesco a raggiungere dapprima due spagnoli, poi Minoggio, Delorenzi e pure Stian. Mi ritrovo a questo punto in terza posizione! Davanti, a vista, ci sono Daniel Antonioli e Zaid Ait Malek. Nella successiva salita ci ricompattiamo e resta davanti, staccato, solo, Zaid. Intanto c’è gente che ha già perso il conto del numero di salite fatte; procediamo camminando perché è veramente dura e spesso ci tocca ricorrere anche all’uso delle mani per aiutarci. Cerco di mangiare e bere ad intervalli regolari, cosa non facilissima perché il tracciato non lascia tanti spazi dove poter tirare il fiato. Si forma un nuovo gruppetto con i due iberici, lo svizzero del Canton Ticino ed io. Riusciamo pure a fare battute e a sparare cazzate, in questo modo il tempo sembra passare più velocemente. Attraversiamo un paesino di 30 anime disperso nel nulla, evitando di passare sopra il cadavere di una capra che giace sul sentiero. Nella penultima discesa (la più brutta, tipo 3km di sterratone) vediamo Daniel che purtroppo si ferma due o tre volte con problemi di stomaco, ma poi riparte come nulla fosse e non riusciamo a raggiungerlo. Passiamo l’ultimo ristoro (ubicato all’interno di un edificio) dove non faccio nemmeno sosta (in compenso mi fermo poco più avanti per bisogni fisiologici) e andiamo ad imboccare, non prima di aver sbagliato ancora una volta strada, l’ultima fatidica salita, intorno al km 25. Eravamo stati avvisati dai nostri compagni di squadra che avevano corso il giorno prima la SkyUltra di 65 km che sarebbe stata la più dura e in effetti è proprio così, è praticamente un vertical e la stanchezza accumulata è già tanta, nemmeno ci provo a correrla, così comincio subito a camminare. L’ALMANACCO 2021

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U rticoli Sebbene mi sembri di esser letteralmente piantato, vedo che gli altri sono messi addirittura peggio di me e così cominciano a staccarsi, dapprima il Delo, poi Daniel e poco dopo lo spagnolo Cabello. Mi ritrovo in questo modo 5°, nella mia testa comincia a frullare il pensiero che forse la Top five è davvero alla mia portata e inizio così a crederci per davvero. Il caldo ora si fa sentire, il sole batte sulla nuca, bevo, mangio un ultimo gel e poi cerco di aumentare il ritmo. Mi dà una bella carica in cima alla salita vedere e sentire il super tifo di Collé, Giuditta, Arrigoni, Carrara e Montani, che mi dicono di crederci davvero e che ho Zaid davanti a soli due minuti. Finalmente il supplizio di quella ascesa termina, guardandomi indietro vedo di esser riuscito a scavare un buon distacco e ciò mi dà una bella iniezione di fiducia, nonostante cominci ad essere maledettamente stanco. La discesa penso sia peggio della salita, mi volto indietro ogni 300m pensando di veder apparire gli inseguitori da un momento all’altro, ma ancora niente. Arrivato in basso ecco la parte peggiore: mancano 5 km di strade bianche e sentieri corribili, tutti su e giù; per fortuna le gambe collaborano ancora, così continuo sempre guardandomi alle spalle ogni due per tre. Arrivo sul tratto che avevamo provato due giorni prima, è bello sapere ciò che mi aspetta, ma quei due km sembrano davvero interminabili. Spunto di nuovo sulla strada asfaltata, 200m di salita davvero simpatica e finalmente eccolo, il traguardo, che oltrepasso dopo quattro ore e un minuto, a 18’ dal vincitore Stian Angermund. All’arrivo mi congratulo con chi mi ha preceduto e soprattutto con Minox, è un grande, è arrivato a soli 2’ dal norvegese, ma dice di non esser contento, pensava che sarebbe riuscito a raggiungerlo. Io sono super contento (e super stanco), penso che oggi più di così non potessi fare, soprattutto pensando alla bassa motivazione con cui ero arrivato qui, dopo una lunghissima stagione con 29 gare e un tracciato che pensavo essere troppo duro per me. Penso che questo 5° posto sia un’ottima conclusione di questo fantastico 2021, solo 4 vittorie, ma tantissimi piazzamenti in gare più o meno importanti, tantissime nuove, meravigliose esperienze e tanta consapevolezza in più per il futuro. È passata una sola settimana, eppure penso già alla prossima stagione e alle prossime avventure. La voglia di correre è tanta, ma ora mi godo un po’ di meritato riposo per ripartire al meglio.

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U rticoli

Vent’anni di Falchi Di Riccardo Ghislanzoni

già blasonata Maggianico-Camposecco. Il buon Paga pensava pure di vincerla, nonostante gli scarponi ai piedi: “Sono di Maggianico, vincerò poi io...”. E invece si imbatte in un mondo tutto nuovo, fatto sì di agonismo ma anche e soprattutto di tanta passione. Sull’onda dell’entusiasmo, nel giugno del 1998 Carlo e Gian sono al via, insieme a Marco “Tebol” Tavola, della mitica Monza-Resegone, gara notturna a squadre, dal centro di Monza alla Capanna Monza, alle pendici del Resegone. Il colore delle maglie è il giallo, quello del GAM, Gruppo Alpinistico Maggianichese, di cui Paga è il presidente e che, come dice il nome stesso, fino ad allora si era dedicato più che altro ad “imprese alpinistiche”. La “Monza” è e sarà un po’ una gara simbolo poiché attirerà verso la corsa anche due giovani “atleti” di Ballabio: i cugini Mauro Esposito e Ricky Ghislanzoni. Per loro c’è l’esordio nelle gare alla Bongio Trip 1998, quando la formula era ancora quella della cronoscalata. Edizione vinta, tra le Novembre 1997: il primo seme viene gettato o la prima pietra viene donne, da Rosita Rota Gelpi e da un giovanissimo Marco De Gasperi posata, fate voi. I due maggianichesi Gianluca Paganoni e Carlo in 12’30”, migliorando di pochi decimi il record di un certo Tita Lizzoli, Ratti partecipano alla loro prima gara di corsa, la “gara di casa”, la forte atleta la cui attività è stata stroncata da un terribile incidente I Falchi hanno superato di slancio la maggiore età e quest’anno hanno festeggiato con orgoglio i primi 20 anni della propria storia! Anche se difficile, cerchiamo di riassumere le tappe più significative del nostro percorso attraverso le immagini. Un’occasione per ripescare dai cassetti dei ricordi le foto di qualche anno fa, quando le foto ancora si stampavano partendo dai negativi e non erano ancora una “fredda” combinazione di pixel da guardare sullo schermo di un PC, di un tablet o di uno smartphone, in effimere Stories di Instagram o su altri social media... Abbiamo ripescato anche tra i vecchi ritagli di giornale i primi frammenti del nostro passato sportivo! Ma per lasciare più spazio possibile alle foto, cercheremo di limitare le parole e di utilizzarle solo come una sottile traccia di collegamento tra le varie istantanee.

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Vent’anni di Falchi

alla fine del 1997. E proprio il Tita entrerà nei Falchi in qualità di presidente qualche anno dopo... Il 1999 è caratterizzato sempre dal giallo, questa volta accompagnato dal nero: sono i colori sociali del GSA Corno Marco Italia, in cui approdano gli atleti del GAM. E il gruppo di amici con la passione della corsa e della montagna cresce mese dopo mese: Lele Gaddi, Loris Ragni, Claudio Pizzagalli, Silvietto Gatti, Brunetto D’Ambrosio, Enrico Ardesi… Nel 2001 finisce l’idillio con Corno ed ecco che, grazie all’impulso decisivo di Bruno, il 9 aprile 2001 nasce a Mandello l’ASSOCIAZIONE SPORTIVA FALCHI formata da questo gruppo di giovani che fa della corsa un’occasione di divertimento e di festa. L’AS FALCHI si mette subito in luce con buoni risultati. All’inizio si corre nelle tante gare in montagna della zona e nelle skyrace (dal Trofeo Kima al Giir di Mont, dal Trofeo 4 Luglio al Trofeo Scaccabarozzi). Ci sono anche delle puntate all’estero per i simpatici ma irriverenti Falchi (sì, la “carriola” spinta da Mauro nella piazza di Zegama, nel cuore dei Paesi Baschi, è il leggendario skyrunner Bruno Brunod!!!). Ci sono nel corso dei primi anni di storia tante prestigiose vittorie e ottimi piazzamenti in gare di livello anche internazionale.

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U rticoli Come non citare la vittoria mano nella mano di Ratti e Ardesi alla 1^ edizione della Skyrace Ortles-Cevedale (2006) o la vittoria dei fratelli Nino&Franz Simonetta insieme a Colnaghi alla Monza-Resegone (2007), oltre alle ottime prestazioni in occasione delle prestigiose staffette autunnali valtellinesi: il Trofeo Marmitte dei Giganti e il Trofeo Vanoni. Non si contano poi le innumerevoli vittorie individuali e di squadra nelle gare in montagna a Lecco e dintorni. Un gruppo che viene aiutato a crescere anche grazie a due persone davvero eccezionali: Adelfio Spreafico e Sandro Morganti. Persone dai profondi valori, dal grande altruismo e da una generosità sconfinata. Ma i Falchi crescono anche numericamente, sempre però appoggiandosi sulle solide basi dell’amicizia e della passione per la fatica. Le piccole e grandi imprese diventano allora tante, impossibile raccontarle tutte. Nel frattempo, nel giugno del 2006, Carlo Ratti fa sbarcare sul web il sito www.asfalchi.it dove poter raccogliere i racconti e le foto delle nostre gare. Alla fine del 2007 inauguriamo la nostra sede, elemento fondamentale per la continua crescita del gruppo. Per alcuni Falchi ci sono anche tante soddisfazioni nei trail e nelle “ultra”, per altri c’è la soddisfazione di indossare la canotta azzurra della Nazionale agli Europei di Corsa in Montagna Master, per altri ancora c’è l’onore di salire sul podio nel Campionato Italiano Skyrace a staffetta. Nel 2009 decidiamo di raccogliere i racconti delle nostre gare e delle nostre passioni in un Almanacco cartaceo. L’idea piace e raccoglie tante adesioni. L’iniziativa viene poi riproposta annualmente. Nell’aprile 2010 c’è la prima edizione della gara in memoria di un amico che non c’è più: nasce il Trofeo Adelfio Spreafico. Il 2011 è l’anno del primo decennale dalla nascita del gruppo. Per festeggiare l’evento viene organizzata la prima gita sociale: destinazione

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Val Pusteria, per correre la Corsa delle Tre Cime di Lavaredo. Nel 2012 prende forma l’idea del falco Sergio Bernasconi: percorrere l’intero periplo del Lago di Como attraverso i sentieri esistenti. Nasce così il Giro Montano del Lario, una staffetta no-stop di Falchi e simpatizzanti, lungo i 250 km e 12000 m D+ del percorso. Il meteo

sfavorevole impone qualche modifica del tracciato ma il Giro viene portato a termine. Il 2013 è caratterizzato da tante iniziative. Il Giro Montano del Lario viene completato no-stop sul percorso ufficiale: 256 km, 13600 m D+, in 42h15’! Viene poi proposto il primo Campionato Sociale del gruppo,

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con 10 prove e che vede la vittoria di Capitan Ratti e di Annalisa Ongania. A settembre va in scena la prima edizione del Chilometro Verticale del Magnodeno e a ottobre c’è la prima Giornata con gli amici dell’Associazione La Goccia. La meta della gita sociale del 2014 è Alleghe (BL) per correre la TransCivetta mentre nel 2015 si va all’Alpe di Siusi.

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Nel 2016 la Camminata del Sorriso con gli amici de La Goccia ha come meta l’Alpe Coa. Viene riproposto il GML, sempre a staffetta, coinvolgendo anche i gruppi dell’Aries Como e dei Muscoli del Lario. Il 2017 si festeggia il 90° del nostro sponsor Kapriol e l’evento viene celebrato con una nuova divisa. Il gruppo aumenta, i nostri giovani cominciano a farsi notare nelle corse in montagne e nelle skyrace, sulle orme degli atleti con più esperienza.


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Il 2019 è caratterizzato dalla partecipazione di Danilo Brambilla al Circuito Mondiale delle Skyrunner World Series. Torna la gita sociale, con destinazione Isola del Giglio, fortemente voluta dal grande Sandro Morganti e organizzata sotto la rodata guida di Filippo Ugolini. Il 2020 verrà ricordato come l’anno del coronavirus, il Covid-19. Noi Falchi lo ricorderemo come l’anno del recupero di Andrea Grilli, dopo il grosso spavento che ci ha fatto prendere alla fine del 2019. Il 2020 è anche l’anno della convocazione nella Nazionale Italiana di Skyrunning dei Falchi Danilo Brambilla e Luca Del Pero. È l’anno in cui

Luca e Lorenzo Beltrami entrano a far parte del Team Scarpa guidato dal campionissimo Marco De Gasperi. Il 2020 è la rampa di lancio per un 2021 davvero indimenticabile, come potrete leggere attraverso le pagine di questo Almanacco. Un 2021 che ha regalato grandi soddisfazioni al nostro gruppo con 20 anni di storia alle spalle! Lo sguardo è già rivolto al futuro con un gruppo entusiasta e pronto a scrivere nuove pagine indimenticabili partendo sempre dai valori dell’amicizia e dell’allegria che sempre ci hanno caratterizzato!

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E anche la tredicesima edizione del nostro Almanacco sportivo giunge al termine, speriamo che sia stato di Vostro gradimento. Ci rivediamo nel 2022.

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Gli atleti dell’A.S.D. Falchi Lecco

Le foto, dove non specificato, sono state tratte

Meme Sinoni, Angelo Testa, Maurizio Torri, Giorgio

dal sito www.asfalchi.it, dalle raccolte private di

Valsecchi, Davide Vaninetti, Fabio Vedovatti, Sara

atleti e simpatizzanti dell’A.S.D. Falchi Lecco e

Zaccagni e Lucia Zani, che ringraziamo.

di

Lecconotizie.com,

Sportdimontagna.com,

Corsainmontagna.it e Podisti.net, oltre che di

Ci scusiamo per eventuali involontarie imprecisioni, omissioni e dimenticanze.

fotografi professionisti e non come:

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Un grazie in particolare va a tutti coloro che hanno

Davide Ferrari, Davide Fiorelli, Roberto Ganassa,

contribuito non solo con articoli e foto ma anche con

Stefano Grigiotti, Marco Gulberti, Infinity Photography,

idee, consigli e proposte per la stesura dell’Almanacco.

Francesc Lladó Riba, Alberto Locatelli, Gianluigi

Ringraziamo tutta la Famiglia Morganti, in particolare

Maggioni, Sandro Marongiu, Giacomo Meneghello,

Sandro e Francesca, e la Kapriol per il grande supporto

Jose Miguel Muñoz, Marco Pugliese, Jordi Saragossa,

e per l’affetto che vengono rinnovati anno dopo anno.

Finito di stampare nel dicembre 2021. Grafica, impaginazione e disegni a cura di Andrea Grilli - andrea.giroll@gmail.com con il supporto creativo di


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