Сказки

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La foresta incantata

P

iovve tutta la notte, un lungo,

che volare perché c’erano molti albe-

continuo, furioso temporale

ri vicini. Che fare? La vecchia ricorse

accompagnato da tuoni e ful-

nuovamente alle sue parole magiche:

mini. Né la Befana, né Saggia aveva-

“Acqua, acquetta venuta nel tempac-

no potuto chiudere occhio. Fecero

cio, fa’ che ogni goccia si trasformi in

una frugale colazione e furono pron-

ghiaccio!”

te a partire. La Befana aprì l’uscio e

Immediatamente furono circondate

sorprendentemente si accorse che la

da un grande lago ghiacciato. La Be-

casetta di legno sembrava galleggia-

fana mise i pattini ai piedi e, trascinandosi dietro Saggia, iniziò a patti-

re su un lago: aveva piovuto così tan-

nare e volteggiare allegramente:

to che la valle era invasa dall’acqua.

“Mi sembra di tornare giovane” dice-

Non potevano incamminarsi e nean-

va con una vocina ridente, correndo col vento nei capelli; anche Saggia si divertiva molto. Il topolino, uscito dalla tana con la sua famiglia, applaudiva

entusiasticamente.

Dopo

un’oretta di assoluta rilassatezza, la Befana si ricordò della loro missione: cercare e trovare la strada che conduceva a Baba Jagà. Si inoltrarono nella foresta. Il cammino era lento perché non potevano volare, o meglio, Saggia avrebbe voluto, ma la Befana non se la sentiva di rimanere aggrappata alla scopa mentre zigzagava tra gli alberi; oltretutto non v’erano sentieri, così come aveva predetto il topolino.

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