Fase 1 // Dossier metaprogetto

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Dossier Metaprogetto

Corso di Laurea magistrale in Advanced Design dei servizi per l'ambiente costruito Laboratorio di Advanced Design 1B



Indice

1 2 3 4.1 4.2 5 6 7

Brief di partenza

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Strumenti

7

Luogo

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Fruizione degli spazi / Uso quotidiano

29

Fruizione degli spazi / Iniziative temporanee

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Utenti

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Casi studio

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Definizione del brief

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Brief

Sviluppare competenze specifiche nel design di sistemi, soluzioni e tecnologie per la città sostenibile, smart e resiliente tenendo in considerazione i cambiamenti in atto nella città contemporanea. Riqualificazione-rifunzionalizzazione di aree urbane degradate-dismesse con particolare attenzione alle tematiche della sostenibilità e dell’innovazione sociale.



Strumenti

L'analisi del contesto è stata svolta mediante vari strumenti volti ad approfondire la conoscenza dell'area progettuale osservandone gli spazi, gli utenti e i servizi coinvolti.


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Il luogo

Analisi dello stato attuale del contesto urbano e dei servizi offerti.


Zona universitaria

Diffusa nella città

La zona universitaria di Bologna è un concetto che tutti, cittadini e city users, hanno presente ma che definiscono in modo diverso in base alle loro esperienze. Diversamente dai comuni campus che hanno una struttura fisica ben definita e delimitata da confini, come fanno notare alcuni studenti stranieri che non trovano il cartello che segna l’inizio della zona universitaria, l’Università di Bologna è immersa nel tessuto cittadino, tra edifici civili e palazzi storici. Questo è un vantaggio per molti studenti che si trovano a contatto con il tessuto urbano, con tutti gli agi che ne conseguono, ma comporta anche numerosi problemi di convivenza con i residenti.

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A livello amministrativo si inserisce all’interno del quartire San Vitale, inoltre il PSC del Comune di Bologna definisce come quartiere universitario di via Zamboni, di ambito storico e specializzato, la parte nord di via Zamboni, dopo piazza Verdi fino a porta San Donato, tutto il complesso tra via Belmeloro e via San Giacomo e il complesso di Filippo Re fino ai viali.


A destra, il quartiere San Vitale Quartiere San Vitale Altri quartieri di Bologna

Sotto, il quartiere universitario di via Zamboni individuato nel PSC di Bologna. Quartiere universitario

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Zona universitaria

Diffusa nella città

Le definizioni amministrative vanno decisamente contro quella che è la percezione popolare della zona. Nelle interviste fatte agli utenti, le cui modalità saranno definite più avanti, è emerso che anche il concetto di zona universitaria è piuttosto vago: come si vede dalla mappa la tendenza è quella di definire zona universitaria solo via Zamboni e i palazzi che si affacciano su di essa ma le definizioni si espandono fino a comprendere via Mascarella e Strada Maggiore.

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È utile in questo caso confrontare la percezione degli studenti con l’effettiva presenza delle strutture universitarie.


A destra, studenti di fronte ad una delle sedi universitarie. Sotto, confronto tra la posizione delle strutture universitarie e quella che viene percepita come “zona universitaria�. Strutture universitarie Cuore della zona U

Margine della zona U

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Un teatro cittadino

Un focus storico per comprendere la percezione degli spazi della zona

Oggi ciò che contraddistingue la zona universitaria, di cui via Zamboni si fa arteria principale, è la convivenza tra studenti, giovani e cittadini residenti. Devono coesistere usi, bisogni, stili e rappresentazioni differenti e alle volte contrapposti. Si tratta di un rapporto complesso, caratterizzato da conflitti relativi a diverse tematiche: sicurezza, degrado degli spazi pubblici, disturbo nelle ore notturne, spaccio e atti di microcriminalità. L’elemento chiave che è allo stesso tempo motivo di ostilità e motivo di lustro cittadino è l’università: in questo modo potrà forse identificarsi nel motore di un processo di riqualificazione culturale per l’intera area.

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Per comprendere i meccanismi che stanno dietro la vita e le attività che si svolgono in zona universitaria e in particolare in piazza Verdi, abbiamo ritenuto opportuno un approfondimento storico sugli eventi che hanno caratterizzato questo luogo contribuendo a renderlo teatro di proteste che negli anni si sono evolute e trasformate. Piazza Verdi nasce come antico ampliamento di Strada San Donato (oggi via Zamboni). Dalla seconda metà del 1400 rappresentava la corte che divideva il Palazzo della famiglia gentilizia bolognese Bentivoglio e le scuderie della stessa: non era quindi considerata una vera e propria piazza. Nella primavera del 1507 la furia popolare nemica distrusse l’edificio, un mese intero di rivolta portarono alla demolizione totale del palazzo e alla fuga della nobile famiglia. Oggi sull’area dove si ergeva il palazzo si trova il Teatro Comunale, alla destra del quale corre la via del Guasto che ricorda, nel nome, le macerie della residenza bentivolesca; nell’area retrostante, in cui si trovava il giardino, sorge oggi il moderno Giardino del Guasto.


Movimenti stidenteschi a Bologna negli anni ‘70. Fonte La Repubblica.

A partire dal XIX secolo, quando via Zamboni diviene il fulcro dell’area universitaria, la piazza acquista indubbiamente più significato e valore. Nel ’77 emerge in modo radicale, attraverso le manifestazioni, gli scontri e le occupazioni, tale legame di appartenenza della piazza al mondo studentesco. Nella storia di questo luogo è possibile individuare un forte elemento di continuità: il ruolo della folla come attore. Inizialmente una folla che si rivolta. Se nel 1507 fu il popolo a demolire palazzo Bentivoglio, nel ’77 sono numerosissimi gli studenti che manifestano nello stesso luogo per rivendicare i loro diritti (la riforma Malfatti che limitava gli studenti nella decisione dei propri piani di studio). Tali proteste vedono protagonisti lavoratori precari con azioni provocatorie di stampo politico, studenti che occupano in pochi giorni tutti gli Atenei ed ergono barricate nelle strade attorno a via Zamboni. Le forze dell’ordine insorgono presto: con l’aiuto di autoblindati, bulldozer e idranti occupano militarmente

l’area universitaria. Il disordine però sfocia in seguito negli scontri più violenti che Bologna abbia conosciuto dopo il dopoguerra: morti, uso di armi da fuoco, lacrimogeni e bombe molotov per giorni. In seguito una folla che si riunisce. Nel 2013, dopo il corteo del Collettivo universitario autonomo (Cua), che ha visto notevoli momenti di tensione con le forze dell’ordine, i manifestanti piantano un “albero della libertà”, poi rimosso non senza polemiche dall’amministrazione comunale all’inizio di settembre. Nel giugno 2015 si tiene, sotto il titolo “Reunion”, il primo raduno mondiale dei laureati: tre giorni di incontri, dibattiti e mostre assieme a protagonisti della cultura e dell’impresa, che raccontano esperienze e saperi diversi. Si comprende dunque come questo spazio sia stato sempre caratterizzato da una complessità determinata dalla compresenza di molteplici attori e da eventi, a volte anche violenti, espressione di sentimenti collettivi di “disagio”, ma anche di riscatto, nel tentativo di rivalutare il luogo con la volontà di placare lo spirito inquieto di Piazza Verdi Verdi.

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Mobilità

Come ci si sposta all’interno della zona U?

La zona universitaria fa parte dell’area ZTL della città di Bologna ed è compresa tra via Belle Arti e l’area di via Belmeloro. In particolare viene identificata come zona U e l’ingresso alle auto è vietato 24 ore su 24, 7 giorni su 7, salvo alcune eccezioni: - veicoli dei residenti, anche temporanei, nelle strade della zona; - veicoli dei possessori di un parcheggio privato nella zona; - ciclomotori e motoveicoli dei domiciliati della zona; - veicoli di aziende ed enti autorizzati ZTL con sede nella zona; - veicoli degli accedenti agli alberghi, autorimesse e autofficine della zona; - veicoli elettrici ed ibridi (purchè funzionanti con motore elettrico); - veicoli dei medici autorizzati ZTL (e dei loro sostituti); - veicoli muniti di contrassegno invalidi. Le telecamere che sorvegliano l’accesso si trovano in via Belmeloro e in via Bertoni. Anche il servizio di carico/scarico è regolamentato a seconda del tipo di veicolo e deve essere effettuato durante precise fasce orarie. Nella zona U è inoltre interdetto il parcheggio a residenti di altre zone di Bologna. La navetta C è l’unico servizio di trasporto pubblico che serve l’area e nel weekend viene sostituita dalla navetta T.

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Per quanto riguarda lo spostamento in bici, la pista ciclabile percorre tutta via Zamboni, via de’ Castagnoli e via della Moline. Sono presenti inoltre due punti di distribuzione “Centro in bici”, il bike sharing di T’per, che mettono a disposizione un totale di 40 biciclette.


A destra, la postazione per il bike sharing Centro in bici, occupata anche da biciclette private. Sotto, la fermata della navetta C in piazza Verdi.

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Raccolta differenziata

Inclusa nel piano del quartiere San Vitale

Quello della raccolta dei rifiuti e della pulizia delle strade è un tema caldo in una zona densamente frequentata come questa. Spesso per favorire la pulizia e il decoro delle strade, alcune associazioni di residenti intraprendono su base volontaria attività di raccolta rifiuti e pulizia nella zona. La raccolta porta a porta nel centro storico è attiva per la carta e gli imballaggi in plastica, che vengono raccolti negli stessi giorni e orari. Nel quartiere San Vitale la raccolta è prevista nella notte del mercoledì ed è quindi necessario esporre i sacchetti in dotazione dalle ora 20 alle 22 del martedì. I cittadini hanno in dotazione una fornitura di sacchi azzurri per la carta e gialli per la plastica, ritirabili, una volta terminata la prima dotazione, presso la sedi di quartiere in vicolo Bolognetti, 2. In quest’area, come in tutto il centro storico, sono presenti anche delle isole ecologiche interrate per la raccolta di vetro e lattine e del rifiuto umido. Per migliorare il servizio è stato fornito uno “starter kit” composto da: una pattumella areata e i sacchi per l’organico, una “ecoborsa” in plastica pesante verde per portare vetro e lattine ed una “ecoborsina” ripiegabile per trasportare il sacchetto dell’organico. Allertando il gruppo Hera è inoltre possibile richiedere il prelievo dei rifiuti ingombranti di ogni tipologia presso il proprio domicilio.

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La pulizia ordinaria delle strade avviene il primo giovedì del mese da piazza Puntoni a piazza di porta S.Donato e da piazza Rossini a piazza Verdi, il primo venerdì del mese da piazza di porta Ravegnana a piazza Rossini.


A destra, sacchetti per la raccolta di carta e plastica lasciati per strada la sera della raccolta. Sotto, le isole interrate per la raccolta di vetro e rifiuti organici.

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Le strade nel weekend

Campane piene e rifiuti per terra

Durante il weekend la situazione non può essere considerata ordinaria. Il grande afflusso di giovani, studenti universitari e non solo, che dal giovedì al sabato sera raggiungono piazza Verdi e i locali limitrofi, porta la situazione all’estremo, richiedendo spesso interventi straordinari di pulizia e raccolta rifiuti. Bottiglie di vetro, bicchieri di plastica e altri rifiuti vengono, per motivi diversi, lasciati per terra a sporcare piazza Verdi e la zona di via Petroni. Le isole interrate si trovano tutte in punti poco strategici per chi frequenta la piazza, per questo sono state aggiunte delle campane per la raccolta del vetro che però si riempiono piuttosto velocemente.

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Nel 2015 uno studente ha provato, attraverso un esperimento sociale, ad aumentare il numero di cassonetti in cui raccogliere vetro ed altri rifiuti. Il risultato sulla pulizia della piazza durante il weekend è stato evidente. In questo modo si dimostra che la situazione della piazza non è soltanto un problema comportamentale di chi la frequenta.


A destra, i resti delle bottiglie di vetro e dei bicchieti di plastica del weekend davanti al teatro comunale. Sotto, la posizione delle isole ecologiche interrate per la raccolta di vetro e organico. Isole interrate

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Spazi verdi

Giardini e aree all’aperto

Notoriamente il centro storico di Bologna non ha molte aree verdi e, quando presenti, sono nascoste in cortili interni e giardini privati.

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Nel quartiere universitario sono presenti due giardini: il giardino del Guasto che, come vedremo, ha una storia molto travagliata, e il giardino di San Leonardo, adesso in gestione al Comitato Piazza Verdi. All’interno delle sedi universitarie e delle biblioteche ci sono molte corti interne spesso asfaltate. Anche le piazze, numerose nella zona, hanno poco verde e spesso non sono utilizzate come luoghi di condivisione.


A destra, il giardino del Guasto Sotto, spazi verdi e aperti nell’area Aree verdi Spazi aperti Corti interne alle strutture universitarie

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Spazi verdi

In senso orario: giardino del Guasto, largo Respighi, giardino di San Leonardo, spazi verdi del complesso Filippo Re.

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In senso orario: corte interna di una sede universitaria in via Zamboni, piazza Scaravilli, piazza Verdi, piazza Puntoni.

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Fruizione degli spazi Uso quotidiano

Dopo aver visto i contenuti della zona è utile comprendere quale uso viene fatto di queste aree e chi sono i principali attori che gravitano attorno alle attività del luogo.


Attori

Tante realtà diverse intervengono nell’area

La mappa utilizzata ha come oggetto il luogo di intervento nella sua interezza: al centro infatti poniamo la zona universitaria vissuta direttamente da studenti e residenti e animata dai commercianti che ogni giorno aprono le loro attività. Nello step successivo troviamo quegli attori che agiscono direttamente nell’area con attività e iniziative di vario genere: al primo posto troviamo l’Università, presenza preponderante nell’area, poi ci sono i collettivi autonomi e le associazioni studentesche che nello specifico agiscono in piazza Verdi e nelle facoltà di via Zamboni; infine troviamo le associazioni di residenti che in modi diversi cercano di mantenere un certo controllo dell’area. Il “Comitato Piazza Verdi” si occupa di interventi nell’ambito sociale (sicurezza dei cittadini, raccolta differenziata, cultura e lavoro) organizza direttamente o partecipa ad azioni mirate alla riqualificazione del territorio, a migliorare la qualità dell’ambiente e del vivere civile favorendo una maggiore armonia fra residenti e studenti e fra i cittadini e l’ambiente. L’associazione “Via Petroni e dintorni” ha come scopi il conseguimento di una civile ed equilibrata convivenza tra i cittadini e gli utenti delle strade ed inoltre il contrasto di ogni forma di degrado e di illegalità al fine di elevare la qualità di vita. Inoltre l’Associazione promuove ogni iniziativa culturale, di tempo libero e di coinvolgimento sociale.

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Nel cerchio più esterno troviamo invece quelle realtà le cui attività si riversano anche nella zona universitaria e i turisti che ancora non sono una presenza numerosa e stabile.


Sotto, mappatura degli attori. Attori che agiscono nel quotidiano RealtĂ attive nella zona RealtĂ che contribuiscono ai servizi nella zona

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Servizi presenti

Edifici e attività principalmente legati alla presenza di studenti

Come è facile immaginare, in un’area così caratterizzata dalla presenza dell’Università, esistono molti servizi legati proprio agli studenti. Nella zona però vivono molti cittadini che non fanno parte della comunità studentesca e che si vedono privati di molti servizi per loro importanti.

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Biblioteche, aule studio, copisterie e librerie soddisfano le necessità degli studenti che trovano anche molte attività per i loro momenti di pausa sia di giorno che di notte. Pochi sono invece i servizi, sia di prima necessità che accessori, pensati per i residenti.


Destra, un bar affacciato su piazza Verdi, spesso utilizzato come sala studio. Sotto, servizi dedicati agli studenti Copisterie Biblioteche e aule Mensa e punto ristoro Bar, punti vendita alimentari e street food Punti vendita ad alta affluenza

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Mappatura dei flussi

Nelle aree più critiche

La mappa dei flussi rappresenta, attraverso una grafica lineare, gli spostamenti delle persone in 3 momenti della giornata, scelti come i più significativi e rappresentativi della giornata intera. Il primo momento è quello della pausa pranzo in cui studenti e lavoratori escono dagli uffici e cercano un posto dove acquistare o consumare il proprio pranzo. I vortici, che rappresentano i luoghi dove le persone si soffermano, sono presenti quindi vicino ai locali, ai bar e alle mense, ma ci sono anche aree che spontaneamente diventano luogo dove sedersi su un gradino e trascorrere la pausa in compagnia. I flussi più lineari indicano invece lo scorrere delle persone, più evidenti nella mappa del tardo pomeriggio, dove gli studenti si riversano sulle strade per tornare a casa o fermarsi per un aperitivo.

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Questa situazione si intensifica progressivamente fino a tarda nottata, salvo un momento di stallo corrispondente alla cena. Le aree a vortice si riuniscono in pochi punti e il flusso di persone si concentra tra locali, pub e bar che prediligono un servizio “on the go”.


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Piazza Verdi

Trasformazioni durante la giornata

Piazza Verdi è stata attraversata per tutta la mattinata da un gran numero di studenti intenti a raggiungere le lezioni nelle proprie facoltà. In questa fase della giornata la piazza si torna a riempire di persone che per la pausa pranzo cercano un posto dove mangiare, o magari solo uno scalino dove sedersi all’aperto.

Questo è il momento aperitivi, la giornata lavorativa è ormai finita e la piazza si popola nuovamente di un gran numero di persone, la maggior parte studenti e giovani che si ritrovano e si fermano, l’area è più statica. Le persone si siedono anche in grandi cerchi per terra, la piazza da punto di passaggio diventa punto d’incontro.

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Anche a notte fonda la piazza è sempre popolata, c’è chi staziona e chi passeggia, ma le aree sono spontaneamente definite. Lungo le strade non più solo studenti, ma persone di ogni genere che raggiungono Piazza Verdi per incontrarsi, passeggiare e consumare qualcosa. In questo momento anche le attività illegali sono facilmente identificabili e presenti.


A destra, Piazza Verdi alle 18, molti studenti approfittano del sole per continuare a studiare all’aperto, qualcuno comincia a fare aperitivo. Sotto, confronto dei flussi nella piazza tra il giorno e la notte. Ore 12:00 Ore 24:00 I punti di maggiore aggregazione e intersezione tra flussi Le zone che rappresentano luoghi di sosta

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Problematiche delle diverse zone Osservazione diretta e raccolta di percezioni

Dall’osservazione dei flussi di persone durante la giornata abbiamo rilevato quali sono le zone meno frequentate, e quelle in cui il flusso necessita di essere diminuito. Le vie sono state divise in spazi percepiti come pericolosi, spazi di potenziale condivisione e aree sovraffollate. In particolare piazza Verdi e via Petroni rientrano nelle zone a flusso molto elevato causando numerosi problemi con gli abitanti dei palazzi limitrofi, le strade immediatamente parallele a via Petroni, come anche via del Guasto, sono invece percepite come anguste e buie e per questo non frequentate.

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Molte strade della zona risultano degradate o troppo buie per attirare pubblico e corrispondono, come si vede da un confronto con la mappa emozionale, con quelle che gli utenti definiscono come fastidiose o spaventose.


Destra, il muro di via del Guasto, una delle aree piĂš problematiche. Sotto, aree con problematiche diverse. Zone di disagio, scarsa illuminazione, percezione di pericolo Zone soggette a frequente sovraffollamento Spazi di aggregazione non valorizzati Zone verdi esistenti Spazi aperti di condivisione

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Il giardino del Guasto

Una risorsa verde abbandonata

Il giardino del Guasto è un giardino pubblico il cui nome del giardino deriva dall’essere stato costruito sulle macerie di un importante palazzo nobiliare, Palazzo Bentivoglio, distrutto nel 1507.

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Il giardino attuale, inaugurato nel 1975 su progetto dell’architetto Gennaro Filippini, risulta rialzato rispetto al livello stradale e si estende su una superficie di circa tremila metri quadri, di cui gran parte ricoperti di calcestruzzo. Progettato come campo gioco sperimentale per bambini, nella seconda metà degli anni ‘70, con il dilagare dell’uso di droghe, il giardino viene identificato dai cittadini come luogo destinato allo spaccio e quindi abbandonato. A partire dal 1998 grazie all’impegno di alcuni cittadini residenti, costituitisi in associazione, è stato riaperto al pubblico ma ancora oggi è possibile visitarlo soltanto in presenza di un incaricato dell’Associazione Giardino del Guasto. Ad oggi i suoi spazi risultano semi abbandonati e raramente aperti al pubblico. In estate vengono organizzate attività per i bambini che rendono il parco un po’ più vivibile. Persiste ancora la presenza di spacciatori e tossici che “al riparo” dal muro in calcestruzzo, portano avanti indisturbati i loro affari.


A destra, parte della struttura del giardino, vista dalla vasca, visibilmente rovinata. Sotto, giovani studenti in pausa, si vede il muretto in cemento che nasconde l’attività degli spacciatori.

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L’aula studio di via Petroni

Tanto spazio non utilizzato

L’aula studio di via Petroni, aperta tutti i giorni dalle 9 alle 23, attraversa il palazzo da parte a parte affacciandosi su via dei Bibiena.

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Con una capienza di 106 posti e completa di rete wifi, la sala è stata inaugurata nel 2012 con una cerimonia e un progetto che ha dato speranza a studenti e residenti. Oggi, quattro anni dopo l’inaugurazione, lo scenario che si prospetta è totalmente diverso. I due ingressi sono talmente coperti da locandine che impediscono di vedere all’interno: impossibile capire che si tratta di un’aula studio. Lo spazio è sporco, buio e le sedute (quelle ancora presenti)sono rovinate. Sono pochi gli studenti che utilizzano questo spazio così cupo per studiare.


A destra, la sala studio oggi. Nonostante sia un periodo di studio non c’è quasi nessuno e gli arredi sono visibilmente danneggiati. Sotto, l’inaugurazione della sala nel 2012. Da notare il confronto tra le porte sullo sfondo.

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Le corti interne

Un percorso tra le sedi fino in piazza Scaravilli

Entrando nella sede di scienze delle comunicazioni in via Zamboni 34 si accede ad una corte interna che si collega con quelle delle sedi vicine fino ad arrivare sul retro della biblioteca Bigiavi e in piazza Scaravilli.

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In generale le sedi universitarie del centro, con la loro aria seria e a volte trascurata, danno a chi non le frequenta quotidianamente, l’impressione di essere luoghi chiusi e non accessibili. Questa apparente inaccessibilitĂ contribuisce a tenere nascoste ai cittadini le corti interne. Il loro aspetto è spesso poco invitante: trasformate in parcheggi per professori, hanno la pavimentazione asfaltata e il poco verde rimasto necessita di maggiore manutenzione.


A destra, in rosso gli spazi aperti collegati tra loro. Sotto, la corte interna di via Zamboni 34.

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Largo Respighi

Lorem ipsum

Uscendo da piazza Verdi e dirigendosi verso via Belle Arti, si viene accolti da un altro spazio aperto che introduce via de’ Castagnoli, ma che tutti indentificano fin da subito come via delle Moline (nome che acquista in realtà solo dopo il primo isolato): largo Respighi. L’area è riconosciuta da molti degli utenti della zona universitaria come punto di aggregazione, specialmente per quanto riguarda la pausa pranzo grazie alla presenza delle numerose attività commerciali, come ITIT e La Gazzetta, che offrono ai loro clienti un servizio ibrido tra attività di ristorazione e aula studio/ spazio lavorativo utilizzabile durante l’arco di tutta la giornata. Tale spazio pubblico rappresenta però per molti anche un’area di forte degrado fisico, in quanto gli elementi di arredo urbano che erano stati progettati per rifornire la zona di sedute circolari non presentano più l’aspetto originario, ma consistono ormai solo più in strutture di metallo intervallate da piccole superfici in legno che hanno ormai perso lo scopo originario.

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La sensazione di disagio viene certamente marcata da due elementi fondamentali: il primo è l’affaccio della stessa area sul retro del Teatro comunale, luogo identificato dalla maggior parte degli attori notturni come toilette pubblica, mentre il secondo è un elemento protagonista nella stagione autunnale, poiché i Ginkgo Biloba che nei mesi più caldi forniscono una piacevole ombra a chi sosta nei pressi delle aiuole di largo Respighi, in questa stagione producono dei frutti dall’odore sgradevole, che non producono altro effetto se non quello di rendere la permanenza nell’area meno piacevole di quanto potrebbe essere.


A destra, Largo Respighi visto dall’ingresso del giardino del Guasto, sulla sinistra si vede il bagno pubblico da poco installato. Sotto, le sedute rovinate di Largo Respighi diventano parcheggi per le biciclette.

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Piazza Puntoni

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Piazza Vittorio Puntoni è un luogo che, pur trovandosi all’interno della zona universitaria ed in una posizione abbastanza centrale rispetto ai suoi poli principali, non viene considerato dalla maggior parte degli attori dell’area. Si tratta del luogo “chiave” che unisce le due arterie dell’area, Via Zamboni e Via Belle Arti, la cui superficie “a fiocco” ha una duplice funzione: nella parte pedonale immediatamente di fronte all’Accademia di Belle Arti è presente una zona di verde urbano, a ridosso della quale viene allestito tutti i martedì primaverili ed autunnali il Mercato del vintage di Piazza Puntoni, che contribuisce, se pur per un periodo limitato di tempo, a trasformarla in uno spazio dinamico del quartiere universitario sia per gli studenti che per i residenti e i turisti.

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Lo slargo che si trova a sud di via Zamboni è stato invece adibito a puntostazione del servizio di bike sharing offerto dal comune di Bologna, diviso dalla mensa universitaria, con la quale non intrattiene alcun tipo di comunicazione, per mezzo strada percorribile dalle automobili che li separa fisicamente e che ne rende difficile la fruizione da parte degli attori.


A destra, piazza Puntoni con le panchine che danno sulla strada e la postazione di bike sharing Sotto, la zona verde di piazza Puntoni che spesso appare troppo buia

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Giardino di San Leonardo

Uno spazio per la pausa pranzo

Ufficialmente nota come Giardino Belmeloro, l’area verde è frequentatissima dagli studenti, che da primavera ad autunno inoltrato ne affollano gli ampi tavoli e le panche per la pausa pranzo o per studiare all’aperto.

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Il piccolo parco sorge tra via San Leonardo e via Belmeloro, accanto alla sede della Johns Hopkins University di Bologna. Il Comitato Piazza Verdi ha in programma un mercatino di oggetti smarriti, donati dal Comune di Bologna, con cui la nuova gestione conta di finanziare la pulizia e la cura del piccolo giardino. Il comitato ha ottenuto a titolo gratuito la concessione per la gestione del giardino fino al 2018, garantendo la pulizia del giardino e la cura del verde.


Dettagli del giardino di San Leonardo.

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Fruizione degli spazi Iniziative temporanee

Gli eventi e le iniziative temporanee sono utili a ridare vita ad alcuni luoghi, far vedere qualcosa di nuovo e invogliano nuovo pubblico a frequentare alcuni spazi. Quali sono quelli che caratterizzano la zona U? A chi si rivolgono?


Tipologie di eventi e distribuzione durante l’anno

Gli eventi promossi tramite canali ufficiali sono iniziative culturali piuttosto istituzionali che faticano a trovare adesioni tra i più giovani. Un caso a parte sono le varie serate proposte dai locali che proseguono tutto l’anno durante il weekend. Motivo della mancanza di partecipazione è da ricercare nelle tematiche proposte e nelle modalità in cui vengono affrontate ma anche nei periodi di attivazioni di tali iniziative che corrispondono spesso con i periodi di esame o di pausa didattica. Per quanto riguarda la tipologia di iniziative, come si vede nella mappa dedicata, troviamo la rassegna del teatro comunale, all’interno del quale si svolgono anche altre saltuarie attività e il cheapfestival che promuove la street art come strumento di riqualificazione degli spazi.

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Nell’estate del 2016 Zambè ha permesso di utilizzare spazi aperti come piazza Verdi e piazza Scaravilli, per concerti, mercatini e talk. All’interno del giardino del Guasto invece l’associazione di genitori che lo gestisce ha organizzato una serie di attività dedicate ai bambini.


Distribuzione degli eventi e delle iniziative culturali nei vari mesi dell’anno.

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Utenti

Studenti, residenti e avventori piĂš o meno occasionali, sono spesso in conflitto tra loro e cercano di adattare la zona ognuno alle proprie esigenze. Senza nessun tipo di dialogo se non quello della protesta, questi tentativi di riappropriazione degli spazi non solo sono inefficaci ma anche nocivi. Per comprendere chi sono queste persone e come percepiscono la zona universitaria, abbiamo adottato strategie differenti in modo da raccogliere dati e informazioni diversificate ed avere uno sguardo ampio sulle varie tematiche che ci hanno permesso di definire degli utenti tipo, ognuno con le proprie peculiaritĂ .


Interviste

Comprendere le percezioni

Quello delle interviste è il primo metodo di ricerca sul campo che abbiamo portato avanti. Le domande sono state definite in base alle tematiche emerse durante la ricerca di contesto e rimangono spesso aperte all’interpretazione di chi viene intervistato in modo da non vincolarlo ad un certo tipo di risposta.

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Le interviste, svolte tutte nella zona d’interesse, avevano come intento iniziale quello di sentire pareri diversi da parte di studenti, residenti, passanti di vario tipo ed esercenti per comprendere come quegli spazi vengono vissuti e raccontati. Quello che è successo però ha modificato la nostra visione, contribuendo a creare il quadro di una situazione dove la comunicazione tra utenti diversi è davvero difficile: solo gli studenti e pochi giovani lavoratori di passaggio si sono fermati ad ascoltare le nostre brevissime domande, gli altri, e in particolar modo i residenti, si mostravano infastiditi e poco inclini alla collaborazione.


Chi è, quanti anni ha, cosa fa (se studia o lavora), dove vive?

Secondo te qual è la zona universitaria?

(spesso legata al tema della sicurezza): Frequenti la zona oltre l’orario di lezione/lavoro? Se si, perché? Se venisse a trovarti un amico, dove lo porteresti?

Conosci qualche iniziativa che si tiene in zona? Hai partecipato?

Come arrivi in zona? Se ci fosse una pista ciclabile, useresti la bici?

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Diario utente

Conoscere le abitudini

Il diario utente è un metodo per seguire da vicino alcune categorie di nostro interesse selezionate a priori in base ai temi da osservare. Questo strumento di ricerca necessita di un numero definito di utenti che per un prolungato periodo di tempo registrano le loro esperienze in riferimento a diversi input. Soprattutto in caso di studio su periodi molto lunghi, gli utenti devono essere in qualche modo fidelizzati e motivati a partecipare. In questo caso ci siamo affidati a presone di nostra conoscenza disposti ad aiutarci. Il diario può essere strutturato in modo da raccogliere dati e informazioni in base al tempo o agli input.

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Nel primo caso si definiscono dei momenti della giornata in cui l’utente deve registrare la sua situazione o dare una certa informazione, nel secondo si definiscono degli eventi da registrare, lasciando anche libero l’utente di notificare momenti particolarmente interessanti. Al termine del periodo di test è sempre utile creare un momento in cui in modo informale si chiariscono punti di interesse o non precisi del diario, raccogliendo anche le sensazioni finali. La visione dei diversi diari richiede tempo, ma produce sia dati di tipo quantitativo che qualitativo, che permettono però un’analisi più approfondita e mirata.


Lo strumento può essere un prodotto cartaceo, un blog aperto o un diario digitale. La necessità di avere uno strumento facile da utilizzare e che non comportasse all’utente un’attività diversa dal solito ci ha portato a scegliere di attivare un diario virtuale tramite whatsapp. Ognuno di noi si è prestato come diario utilizzando la chat come raccolta di testi, fotografie e messaggi audio. In questo modo l’utente ha continuato a svolgere le sue normali attività chattando con noi come poteva fare con chiunque altro.

Per non influenzare troppo la raccolta di suggestioni, l’interazione è stata minima, improntata solo a raccogliere particolari informazioni. La raccolta di informazioni è basata sugli input degli utenti: è stato chiesto loro di registrare le loro sensazioni in base alle varie situazioni che si trovano di fronte entrando in zona universitaria, momenti di pausa e considerazioni generali. Per integrare le informazioni a volte abbiamo fatto loro alcune domande più specifiche.

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Diario di Lorenzo

22 anni studente di lettere

Lorenzo: Attraverso la strada dopo le Due Torri e inizio a percorrere Via Zamboni. Questo primo tratto di strada non mi dispiace. A quest’ora, in particolare, non c’è tanta gente, è presto e gli unici ragazzi che ci sono sembrano essere studenti “seri”, perché si sono alzati presto e hanno un passo spedito per arrivare a lezione alle in orario. Da quando sono a Bologna c’è sempre un musicista sono a questa prima serie di portici: gli anni passati c’era un signore, suonava sul lato sinistro della strada; quest’anno, invece c’è un ragazzo sotto i portici a destra, è bravo, ma suona musica un po’ tenebrosa. Questa mattina c’è più gente del solito, ma la sensazione è quella di appartenere a qualcosa di più grande, che ci accomuna e ci “unisce”. Finito il primo portico, c’è un pezzo di strada che collega il portico successivo che non mi fa impazzire: La strada è stretta, ci sono macchine e i veicoli arrivano all’incrocio dalla parte della strada dove c’è il conservatorio a tutta velocità. Anche il portico che inizia subito dopo non è il massimo, soprattutto l’ultimo pezzo, dove all’altezza della mensa per i poveri ci sono durante il giorno, non ancora a quest’ora, dei tipi un po’ loschi che come avvoltoi di guardano dritto in faccia e magari ti chiedono se vuoi del fumo. Sono arrivato nella famigerata Piazza Verdi. Il cielo azzurro migliora un po’ l’atmosfera, ma è impossibile non sentire l’odore misto di piscio e prodotti che sono stati gettati durante la notte per disinfettare la piazza. Il bagnato per terra mette tanta tristezza, mi immagino che sensazioni può provare una coppia adulta a recarsi a teatro la sera. Io non ci verrei.

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Ci sono spesso dei piccoli cantieri sotto ai portici del teatro, penso lo facciano per tenere lontani i “punk a bestia”, ma non mi sembra la soluzione. L’odore è quasi insopportabile, i sensi sono molto attenti a quest’ora e ho fatto colazione da poco. A quest’ora i tipi loschi che sono


sempre appostati sotto ai portici all’incrocio con via del guasto, una delle vie più brutte di Bologna, non ci sono ancora e questo mi “tranquillizza” un po’. Tuttavia, entrare al numero 34 di Via Zamboni è quado un sollievo, è un edificio molto bello, tenuto bene e per la prima volta a quando ho messo piede nella zona di Piazza Verdi mi sento “a casa”, o meglio, penso che ne sia valsa la pena di svegliarmi presto per andare a lezione. Lorenzo: Sono quasi le undici e ho finito lezione. Il mercoledì ho altre due ore di lezione alle 15. Ora vado al numero 36 di via Zamboni a consultare alcuni testi per la tesi. Il 36 di Via Zamboni è la struttura più brutta di questa zona universitaria. In particolare, orribile, angosciante e disgustosa è la “zona relax” dove ci sono le macchinette che è la “zona canna”. Gli studenti che ci sono possono essere definiti così solo perché sono iscritti all’università. Penso sia difficile pensare a come uno possa fumarsi una o due canne e poi andare a studiare o andare a lezione. Inoltre, in quell’area ci sono sempre alcuni dei tipi loschi che si trovano sotto i portici vicino a Via del Guasto. Prendere una bottiglietta d’acqua è sempre imbarazzante. La biblioteca non è male, anche se è sempre molto affollata e anche lì ai tavoli sono spesso sedute persone che hanno poco a che fare con lo studio. Essendo le 11 ora via Zamboni è affollatissima e percorrere i 20 metri che separano il 34 dal 36 non è semplicissimo. Lorenzo: Dopo aver consultato i libri al 36 vado a cercare un altro testo al 32, Dipartimento di filologia classica e italianistica, bellissima struttura insieme al 34. I “punk a bestia” si sono svegliati e hanno occupato l’incrocio con via del Guasto, proprio accanto all’entrata del 32. Mi viene un po’ di volta stomaco. Lorenzo: In biblioteca c’è un convegno, quindi non posso prendere il libro. Allora, vado a San Giovanni in Monte dove alle 12 e 45 devo incontrare la correlatrice della mia tesi. Sono contento di andarci, mi piace molto quella zona e anche il Dipartimento di Storia, poiché rispecchiano proprio ciò che io penso quando immagino un’università: un luogo rispettabile, tenuto molto bene, ammirato dalla gente e dagli stessi studenti. Piazza Verdi ora è molto affollata e oltre ai punk a bestia sono usciti i tipi loschi, spacciatori e ladri di bici che hanno tutto tranne che una faccia rassicurante e cordiale. Passerò svelto e disinteressato per non attirare alcuno sguardo. Lorenzo: Mi sono dimenticato di parlare delle diverse persone che distribuiscono volantini a più non posso, primi tra tutti quelli del corso di memorizzazione veloce che ormai sono un’istituzione.

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Lorenzo: Torno in centro dopo aver mangiato a casa. Via Zamboni è fin dall’inizio molto più affollata di questa mattina. Piazza Verdi è piuttosto sporca, per terra è pieno di volantini, cartacce e coriandoli. La gente è che incontro è di tutti tipi, c’è perfino uno zombie. Una ragazza vestita da boy scout cammina barcollando e subito penso che sia ubriaca. Non appena la affianco vedo che ha un finto palo ficcato nella pancia, con la giacca squarciata e piena di sangue Lorenzo: Praticamente tutti i ragazzi davanti alle varie facoltà la guardavano stupefatti

Alice: Ciao! Grazie per i feedback di ieri! Oggi vai a lezione?

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Lorenzo: Ciao Alice! Oggi dovevamo avere lezione alle 17, ma il professore ci ha detto che ha avuto un imprevisto, quindi oggi non andiamo in centro


Lorenzo: L’imprevisto del professore si è prolungato fino a oggi, non abbiamo lezione

Alice: Ciao! Tanto per rimanere attivi nel weekend ti chiedo qualcosa: conosci le iniziative che si svolgono nella zona universitaria? (Istituzionali e spontanee) hai mai partecipato ad una di queste? Lorenzo: Vengo a conoscenza delle iniziative della zona universitaria prevalentemente attraverso i volantini appesi ai muri in facoltà Lorenzo: Ho partecipato a molte iniziative, la maggior parte delle quali istituzionali Lorenzo: Ovvero, seminari e convegni tenuti da miei professori o da professori invitati Lorenzo: Una volta, però, ho partecipato anche a un incontro organizzato dal Cua sul tema della Città e come relatore c’era Farinelli, Direttore del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione Lorenzo: Non ho mai partecipato, invece, a feste o aperitivi organizzati nella zona universitaria

Lorenzo: Lunedì 17 Ottobre. Lezione dalle 9.00 alle 11.00. Via Zamboni, come ogni mattina presto, non è molto trafficata e frequentata. Piazza Verdi a differenza degli altri giorni sembra un po’ meno bagnata e puzzolente, probabilmente perché la sera prima, essendo domenica, non c’è stato il casino delle sere precedenti. Dopo la lezione alle 11 le facoltà sono molto più frequentate, ma Piazza Verdi rimane un po’ vuota, forse a causa del tempo, forse a causa del lunedì mattina

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Alice: Ciao! Siccome l’esperienza del diario sta per finire ti chiedo se riesci tra oggi e domani a mandarmi foto dei posti in cui fai pausa (per un caffè, una sigaretta o qualsiasi altra cosa tra una lezione e l’altra o in pausa pranzo) e dirmi se vai lì perché ti piacciono o perché sei obbligato

Lorenzo: Cortile interno di via Zamboni 34. Nuova scoperta perché privilegio degli studenti della magistrale i cui corsi si svolgono qui. nel suo squallore è forse il luogo più curato, tranquillo e “serio” del dipartimento di filosofia e beni culturali. Mi piace

Lorenzo: questo è invece il cortile interno del 38... la differenza è subito evidente. Negli anni scorsi era il luogo dove abbiamo fatto più pause-sigaretta. Lorenzo: Sono in biblioteca al 38, la finestra dà su via Zamboni. I megafoni dell’ennesima manifestazione impediscono lo studio. Era un po’ che non studiavo qui, non ricordavo la confusione che non sempre, ma abbastanza spesso ostacola la normale vita universitaria.

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Diario di Pietro

22 anni studente di filosofia

LunedĂŹ 13, la tranquillitĂ del mattino in piazza Verdi

LunedĂŹ 13, i cestini della zona sono sempre pieni e inutilizzabili

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Domenica 16, non ci sono molte persone in piazza

Lunedì 17, le persone cominciano ad affollare la piazza per la pausa tra le lezioni

“Oggi sono stato in mensa, più cara rispetto alle altre, non ci andrò più anche se la qualità del cibo è buona”

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Mappa emozionale

Uno strumento di confronto

La mappa emozionale è uno strumento utile per il confronto con diversi livelli di indagine e ci aiuta a capire il motivo di molti comportamenti degli utenti.

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Quella che presentiamo è stata ricavata dal contributo diretto degli utenti che abbiamo intervistato nel luogo. In generale possiamo osservare una zona di fastidio, che copre le aree più affollate di piazza Verdi e via Petroni, circondata da tanti spot di luoghi piacevoli disseminati tutt’intorno. Questo è sintomatico della potenzialità di intervento nel luogo e ci aiuta ad individuare quelle che saranno le zone interessanti dal punto di vista progettuale. Le zone identificate come pericolose sono di numero minore in quanto gli intervistati hanno dichiarato che la sensazione non è quella di paura quanto piuttosto quella di disgusto.


Sotto, mappa emozionale ricvata dalle interviste sul luogo. Benessere Disagio, fastidio Paura

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Analisi SWOT

Comprendere rischi e potenzialità

L’analisi swot è uno strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), i punti di debolezza Weaknesses) , le opportunità (Opportunuties ) e le minacce (Threats). Per condurre questa analisi abbiamo considerato non solo il nostro punto di vista ma anche il punto di vista delle persone che vivono quei luoghi. L’analisi swot non solo è utile al fine di comprendere i punti di forza e visualizzare le debolezze e i rischi, ma anche a cogliere il massimo vantaggio dalle occasioni disponibili.

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Dall’osservazione della zona universitaria emerge che uno degli elementi chiave è la diversità. Ad un primo sguardo le necessità e gli interessi diversi dei molti utenti della zona possono apparire come una minaccia, per la difficoltà di venire incontro ai bisogni di tutti. Da un’analisi più approfondita però la diversità diventa un’opportunità da sfruttare per arricchire l’offerta di quegli spazi e avviare attività di collaborazione importanti.


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Personas

Lorenzo

Studente di lettere, 22 anni a Bologna da 4 anni

Vive a Bologna come fuorisede da quattro anni, frequenta la zona solo per andare alle lezioni. Oltre alle iniziative del suo corso di studi, che segue con interesse, fa parte anche di alcune associazioni di volontariato alle quali partecipa attivamente. Vado là solo per seguire le lezioni, il degrado che fa da contorno all’università mi fa venire il voltastomaco.

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Desideri

L’università dovrebbe essere più simile al complesso di San Giovanni in Monte: un luogo rispettabile, ben tenuto, ammirato dagli studenti e dalla gente.


Giulia

studente di giurisprudenza, 24 anni pendolare da 2 anni

Come pendolare percepisce Bologna per zone e la frequenta solo durante i giorni di lezione in determinati orari. Non avendo un punto d’appoggio vive molto anche la realtà esterna all’università frequentando bar, aule studio e quello che la zona offre per passare il tempo e studiare tra una lezione e l’altra. A volte mi costringo a fare dei giri più lunghi per raggiungere l’università o prendere il treno.

Desideri

Vorrebbe sentirsi più sicura quando percorre il tragitto dalla stazione all’Università e quando si trova fuori durante le pause.

Francesco Studente di storia, 26 anni pendolare

Vive poco fuori Bologna e con un autobus raggiunge velocemente via Zamboni. che frequenta anche al di fuori dell’orario delle lezioni.

Prendo spesso l’autobus per venire qua anche se non ho lezione, magari per un aperitivo.

Desideri

Quello della sporcizia è il problema principale ma è importante mantenere l’identità del luogo: i cassonetti non possono stare in mezzo alla piazza.

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Maria

pensionata, 70 anni residente nella zona

La signora Maria vive in via Petroni con il marito. La casa in cui abitano è della loro famiglia da moltissimo tempo e si sono legati in modo stretto alla zona.

Am’ per brisa possebbil, va bein che gliran dal giuvnazz e fan dal casein tot’ial sira. Me , quan’ glira cineina, alle dis era bell a let! Vorrebbe che la via sotto la sua finestra fosse più silenziosa e che il vicinato tornasse amichevole come quello di una volta.

Desideri

Tommaso

gestore di un locale di via Petroni, 40 anni

Il locale che gesisce da 10 anni è per lui una grande risorsa, e i disordini causati da chi non s a regolarsi gli causano molti problemi.

Io vendo anche alcolici, è il m io lavoro. Se poi gli studenti ne abusano non è colpa mia.

Desideri

Preferirebbe che fossero le forze dell’ordine ad intervenire in caso di disordini.

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Casi studio

Ricerca di casi studio di esperienze contestuali al brief di partenza. Non sono soluzioni definitive da prendere per intero ma suggestioni progettuali generate dallo studio dei dettagli di ogni singolo caso.


Casi studio

Linee guida di ricerca

Per una ricerca più mirata abbiamo selezionato i casi studio attraverso scelte di tipo pratico come ad esempio la facile adattabilità, servizi offerti e similitudini di realtà, schedandoli poi con parole chiave significative ed esplicative. Le schede si compongono di una breve descrizione del caso preso in esame con conseguente motivazione della scelta esplicitando infine sia la replicabilità che le criticità.

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Grazie ad una ricerca di tipo trasversale abbiamo raccolto esempi di rigenerazione urbana, iniziative culturali e partecipate, esempi di arredo urbano e rifunzionalizzazione di spazi pubblici disseminati in Italia e all’estero. In un secondo momento abbiamo osservato i casi di realtà interessanti già attive nel territorio bolognese. In particolare la ricerca si è soffermata sui progetti supportati da Incredibol e Carisbo che sostengono le imprese culturali e creative per lo sviluppo del territorio regionale. Queste ultime, ci sono state di grande aiuto , non solo per conoscere le realtà già attive sul campo ma anche per analizzare tutti quegli interventi che esistono e che funzionano.


Destra, progetto "esta es una plaza", workshop. Sotto, riqualificazione del centro storico di Vico con arredo urbano coprogettato.

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Campus di riferimento Esempi dal nord Europa

I campus del nord Europa presentano un panorama di innovazione e di attenzione ai bisogni degli studenti unico al mondo. In questi paesi il campus è inteso come comunità e non necessariamente come luogo delimitato, come avviene invece negli Stati Uniti.

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In questi casi a caratterizzare il campus universitario sono infatti le persone e i servizi, non solo le infrastrutture. L’attenzione si focalizza principalmente sulla dimensione del welfare allargandosi dai bisogni primari a quelli accessori che garantiscono un’esperienza universitaria positiva ed agevolata. Sono infatti disponibili servizi sanitari, per l’infanzia e di consulenza in generale. Anche l’ecologia è molto sentita in questo tipo di campus: gli edifici sono in gran parte riconvertiti per ridimensionare le emissioni, vengono studiati sistemi innovativi per rendere il campus sostenibile, con il supporto e la partecipazione della comunità studentesca.


Destra, complesso Filippo Re dell'universitĂ di Bologna. Sotto, vista della "Technische Universiteit Eindhoven"

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Definizione del brief


Brief e linee guida progettuali Definizione del brief

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L’obiettivo principale che il progetto si propone di soddisfare è quello di individuare spazi da convertire in aree di riferimento che veicolino l’identità della zona universitaria, fornendo servizi specifici rivolti agli studenti, ma anche aperti alla comunità e attenti ai suoi bisogni. Altro obiettivo è quello di incentivare l’utilizzo di nuovi percorsi al fine di decongestionare le zone sovraffollate per rivalutare la fruizione di tutte quelle zone che oggi vengo evitate dall’utenza.


Promuovere la sostenibilità ambientale

Preservare la diversità

Rispettare e trasmettere l’importanza del patrimonio storico e culturale presente nell’area

Tenere conto dell’evoluzione che l’area subisce durante le diverse fasce orarie e che quindi vede come protagonisti attori differenti con le necessità che ne derivano.

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Simona Colitti Alice Donferri Mitelli Matteo Gambini Maite Nannini Francesca Pullini Anna Solli Chiara Sponza



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