L'estetica delle informazioni

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L’estetica delle

Informazioni DALL’ INFOGRAPHICMANIA AL RAGIONARE SOCIAL

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COLOPHON

L’estetica delle

Tesi di Laurea Triennale Anno Accademico 2013/2014 Corso Progettazione Artistica per L'impresa Laureanda Alessandra Fanelli Relatore Stefano W. Pasquini

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Informazioni


Sommario

L’estetica delle Informazioni

INCIPIT

pag4-5

INFOGRAPHIC MANIA

pag6-11

L'ARTE FUNZIONALE

pag12-25 INFORMATION DESIGN 2.0

FRIDAY

Interattività

pag

26-34

IL SOTTILE CONFINE TRA VISUALIZZAZIONE E ARTE

pag

35-36 lavoro sopravvivenza personaggi viaggi Narratore

Libro

RAGIONARE SOCIAL

pag EPILOGO

pag40

37-39

BIBLIOGRAFIA

pag41 3


INCIPIT " Non bisogna credere che i confini i tra sedurre e informare sono rigidi: se per sedurre bisogna mettere in scena la bellezza persuasiva, le informazioni per essere affidabili devono mettere in scena l'autorevolezza".

CRITICA PORTATILE AL VISUAL DESIGN RICCARDO FALCINELLI 2013

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Lo scopo di questa tesi è di presentare l’infografica e di analizzare come il suo utilizzo cambi il modo di esporre un informazione. L’obiettivo è stato quello di riuscire ad avere una visione globale di questo strumento di comunicazione visiva e di cercare di capire perché il suo utilizzo attualmente, è di gran moda.Individuare i suoi punti di forza e gli aspetti contrastanti del suo utilizzo. Esaminare la contaminazione tecnologica a cui è sottoposto, per capirne gli scopi e le prospettive future. La tesi è divisa in alcuni capitoli che in blocco dovrebbero dare al lettore un´idea complessiva dell’Infografica. Poi addentrandoci si delineeranno diversi punti di vista riguardanti questo argomento. Siamo partiti da un’analisi del contesto socio culturale nel quale esso è inserito, esaminando attraverso alcuni suoi meccanismi il perché della sua

diffusione massiva. Ne abbiamo visualizzato gli aspetti critici del suo utilizzo e le conseguenze che porta un suo uso errato. In seguito il punto di vista si focalizza verso una concezione tecnica dello strumento, cercando di individuare una sua collocazione disciplinare nel vasto mondo del Design. Infine abbiamo esplorato come le nuove tecnologie stiano influenzando l’informazione e di come l’Infografica si sta adattando a questo cambiamento. L’infografica diventa interattiva e dinamica e in altri ambiti assume significati artistici. Questa trasformazione ha sottolineato il valore etico e sociale di questo mezzo di comunicazione visiva. Esploreremo un campo del design che mette in mostra il valore etico di questo strumento e di come un suo utilizzo consapevole possa portare l’informazione ad un livello successivo, più diretto e innovativo.

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La Società delle informazioni Tout a Court “Cosi come mettiamo il cibo nel nostro frigorifero mettiamo le informazioni nel nostro cervello”.

Con questa frase il sociologo Zygmut Bauman, durante la conferenza tenutasi nel 2013 per Meet the Media Guru, tocca uno dei punti chiave del discorso sul rapporto tra internet e il modo in cui ci approcciamo alle informazioni. Ecco dunque la panoramica che il sociologo propone dei profondi mutamenti che la rete e la tecnologia hanno apportato nella nostra vita. Con l’avvento di internet alla portata di tutti, la nostra esistenza si è divisa tra quella del mondo online e quella del mondo offline imponendoci i vivere allo stesso tempo in due differenti dimensioni. Le sue ricerche indicano

che l’utente medio passa

circa 7 ore e 20 minuti al giorno nel mondo online facendo switch-off tra un link e l’altro. Mentre i più multitasking passano all’incirca 9 ore e 20 minuti nel mondo online. In questo

contesto, anche i bambini incontrano Internet ormai già a 4 anni e crescono senza nemmeno poter immaginare che la connessione al Web possa non esserci. La rete ci offre inoltre una disponibilità quasi infinita di conoscenza e, per di più, ad una velocità praticamente immediata. Citando ancora Bauman,

“Con un click, Google ci presenta due milioni di risposte”. La riflessione può essere estesa alla nascita dei social network, che permettono la condivisione e la creazione di contenuti istantaneamente, creando uno scambio continuo e veloce di

flussi informativi a cui siamo sottoposti incessantemente. Questi che possono essere considerati alla prima lettura come dei vantaggi, portano tuttavia con sé cambiamenti nella nostra s oglia di attenzione e generano la diffusione dell’impazienza. Secondo il punto di vista del sociologo polacco, la nostra attenzione è infatti diventata fragile e incostante, allenata a navigare ma non a spingersi in profondità. Un esempio è rappresentato dai messaggi elettronici, che devono essere brevi e semplici in modo di comunicare il tutto prima che l’attenzione si esaurisca. Così dall’abitudine alla lettura lunga ed elaborata, siamo passati alla brevità delle mail, alla stringatezza degli sms, fino ai 140 caratteri di un tweet.

L’utente Nell’ era digitale, la velocità che caratterizza lo scambio incessante e continuo di informazioni tout court e la facilità con cui le riceviamo sono caratteristiche costanti della quotidianità. L’utente del mondo virtuale rispetto allo spettatore di un medium passivo e contemplativo come la televisione, instaura con il web un approccio di tipo “produttivo” rispetto al testo, un atteggiamento

non di elaborazione ma di costante ricerca. L’utente si presenta così, come un insieme di bisogni e abilità e disabilità cognitive, fisiche ed emotive che contribuiscono alla creazione di una nuova sensibilità di approccio ai contenuti, che ridefiniscono il modo di assimilare e creare dati in una frequenza rapida e continua. Siamo circondati da un flusso enorme di informazioni che

dobbiamo interpretare al fine di comprendere il mondo in cui viviamo. Considerando la complessa varietà di dati che galleggiano intorno a noi, a volte il miglior modo- o anche il solo - di comunicare è visivamente.

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L’ Infographicmania

INFOGRAFICA PER OGNI USO Chi si occupa di comunicazione e trasmissione di informazioni, come ad esempio le testate giornalistiche o un blogger, deve stravolgere continuamente il modo di operare adattandosi agli effetti collaterali generati dal mondo online: -L’affollamento continuo di informazioni; -La velocità con cui vengono create e condivise; -L’attenzione poco costante del Utente-lettore che è in continua modalità di ricerca. Gli esperti di informazione devono dunque riuscire a gestire la comunicabilità veicolando il messaggio in maniera rapida e accattivante su diversi tipi di piattaforme, digitali e non. Così, di qualsiasi genere essi siano, le informazioni sono compattate e confezionate in involucri sempre più affascinanti e facili da “spacchettare” per far sì che l’utente medio rivolga la sua attenzione ad esse.

Semplicità, interattività e dinamicità sono le parole chiave che devono prevalere, e che oggi più che mai diventano un esigenza per coinvolgere e veicolare l’utente nei contenuti. In questo contesto negli ultimi anni, per coinvolgere il pubblico online e offline, si è diffuso uno strumento di comunicazione visiva in grado di soddisfare, in parte, l’ esigenza di attrarre l’utente verso i contenuti :l’infografica.

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Questo strumento permette a chi la guarda, grazie ad una combinazione di testo e immagini, di ottenere rapidamente il succo essenziale contenuto nei dati raccolti. I grafici aiutano a rendere il tutto più facile, ma con le infografiche ogni elemento viene inserito in un contesto accattivante, capace di attirare l’attenzione grazie a giochi di linee, forme e colori.

Dal sito Wyzowl emergono dati interessanti che rivelano come solo il 10% delle persone ricorda le informazioni percepite con l’udito. La lettura si colloca poco più in alto raggiungendo una percentuale di circa il 20%. Circa l’80% delle persone, invece, ricorda perfettamente le informazioni visive e derivate dall’esperienza pratica. Fra i motivi di un così grande incremento delle informazioni visive rispetto alle altre, dobbiamo sicuramente considerare il fatto che le immagini vengono processate dal nostro cervello circa 60 mila volte più velocemente rispetto alle informazioni di tipo testuale. Nelle infografiche –questo è il punto fondamentale - il dato diventa facile da consultare, quasi divertente. Nonostante il loro utilizzo non fosse nuovo, le infografiche non sono un prodotto diretto del web, ma hanno invece una lunghissima storia. C’è

10% di cosa sentiamo

20% di cosa leggiamo

80% di cosa vediamo


chi fa risalire l’origine di questa pratica addirittura alle pitture rupestri di Lascaux (13mila-15mila A.C.). Le rappresentazioni di uomini e animali sono sistemate nello spazio in modo, sì artistico (qualunque cosa volesse dire a quell’epoca), ma anche e soprattutto informativo. Erano un modo per trasmettere notizie agli altri cacciatori, veri e propri flussi di dati su come e dove trovare le prede migliori. Li possiamo trovare anche tra i libri medievali che abbondano di diagrammi e schemi che fanno impallidire l’infografica più spregiudicata, fino libri del rinascimento che sono pieni di una miscellanea di sistemi grafici informare e spiegare. Internet ha semplicemente

contribuito alla loro crescente popolarità grazie alla condivisione virale di molte di esse. Oggi è scoppiata cosi una mania nell’utilizzo dell’infografica aperta a tutti. Le aziende ne fanno un gran utilizzo, dalla ricerca del candidato ideale, alla gestione aziendale di marketing; Anche il curriculum può essere sostituito dall’infografica, creando una panoramica veloce delle competenze e delle skills della persona. Dalle aziende alle associazioni, dalle istituzioni ai privati cittadini

chiunque può utilizzare questo strumento per qualsiasi tipo di utilità: sensibilizzare su un argomento, informare i consumatori su un prodotto, esporre curiosità, affiancare immagini a testi per migliorarne la loro spiegazione, aggiungendo così a qualsiasi informazione un livello più profondo di comprensione.

CONDIVISIONE

BOUTIQUE BARBIERE

AVVOCATO

EDICOLA

SEO

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L’ Infographicmania

L’INFOGRAFICA NEL DESIGN FAI DA TE

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Osservare i concetti e i fenomeni che caratterizzano il mondo attraverso le infografiche è diventato un vero e proprio trend. Nel 2013, anche il mercato delle start up italiane ha rivolto la sua attenzione su questo strumento, così è nato il primo social network che permette la condivisione esclusivamente di infografiche, Visiwa. Gestito da designer e rivolto a qualsiasi persona che voglia creare o pubblicare un infografica su qualsiasi argomento. Di giorno in giorno si moltiplicano i compiti che vengono affidati e gestiti dall’Infografica così che, nell’epoca del design “fai da te”, non potevano mancare siti che si occupano di spiegare che cosa è questo strumento e quali sono le regole per un infografica efficace, fino ad arrivare a come “utilizzare infografiche per spiegare l’utilizzo delle infografiche”. Inoltre si espandono servizi web gratuiti che permettono a chi non ha esperienza nel design della comunicazione, di realizzare in maniera facile ed intuitiva delle infografiche efficaci. Così come in altri campi, l’utilizzo di uno strumento tecnico senza basi teoriche, può portare ad un risultato non sempre conforme alle regole per la quale lo strumento è stato realizzato. Si creano così una serie di fraintendimenti riguardo all’utilizzo dell’infografica, mettendo in circolo contenuti non sempre realistici e di scarsa leggibilità.


IL MONDO ATTRAVERSO UN INFOGRAFICA Chi opera nel settore della Comunicazione dell’Informazione sa che ci troviamo di fronte ad una rivoluzione. Quando parliamo di infografica non ci troviamo di fronte ad una nuova tecnologia che diffonde il sapere, ma ci troviamo di fronte alla trasformazione del sapere in consumo. Qu l’incessante utilizzo dell’infografica solleva alcune questioni legate all’ecosistema delle informazioni e alla condivisione della conoscenza. In un articolo del 2012 Fabrizio Napoli definisce degli aspetti riguardanti l’utilizzo delle infografiche che oggi, a due anni di distanza, non possiamo sottovalutare. L’architetto delle informazioni afferma che le infografiche non possono prescindere da un set di: - Misure - Rilevazioni - Indici - Trend In realtà però molte infografiche che troviamo in rete hanno scarsa verificabilità delle fonti e anche quando vengono riportate, queste spesso sono poco autorevoli. In un mare di informazioni, non sempre attendibili, il rischio è l’inquinamento di

dati che creano di conseguenza una errata alterazione dei contenuti. Dato che la loro autorevolezza dovrebbe dipendere dai dati, l’uso dell’infografica mette in atto una promessa di oggettività a cui manca spesso l’oggetto stesso. Nonostante contenuti apparentemente neutri, le infografiche (come tutti gli artefici visivi che posseggono un “ideologia”) possono spostare l’equilibrio

disinformazione. Se l’inquinamento dei dati lascia in eredità al lettore informazioni errate la progettazione di un’infografica come puro strumento di design può provocare la perdita del valore del contenuto. Concentrare la progettazione sulle forme e i colori mettendo in secondo piano la comunicazione del contenuto può provocare la realizzazione di uno strumento puramente decorativo invece di uno informativo. Possiamo concludere che l’infografica è uno strumento che bisogna usare in un modo corretto e coscienzioso da menti esperte poiché così come è vero che l’infografica aumenta la visibilità di un argomento così è anche vero che può renderlo confuso e incomprensibile.

di un’esposizione. Accelerano ed enfatizzano il processo decisionale a svantaggio del momento discorsivo e interpretativo del contenuto. La semplificazione che induce questo strumento visivo rischia di far cadere il lettore nella trappola della

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L’Arte Funzionale “Per sfuggire al mondo non c’è niente di più sicuro dell’arte e niente è meglio dell’arte per tenersi in contatto con il mondo”. Johann Wolfgang Goethe Nell’aprile 2013 Alberto Cairo (giornalista, designer e docente di infografica e visualizzazione dell’informazione alla School of comunication della University of Miami) ha pubblicato un libro dal titolo “Arte Funzionale, infografica e visualizzazione delle forme”. Il concetto di “arte funzionale” crea nella sua lettura una crisi semantica della definizione di arte. Nel corso dei secoli il termine “arte” ha sempre assunto molteplici compiti ma è inconfutabile che tra i tanti aspetti e significati a cui sia stata affiancata, l’arte è sempre stata utilizzata per avere una funzione. Per capire come mai Cairo abbia usato questi termini si deve indagare su cosa si intende con la parola funzionale: “che risponde o tende a rispondere alla funzione cui è assegnato”. Non a caso tra i sinonimi di “funzionale” compare il termine “razionale”. Alberto Cairo spoglia la parola Arte di ogni ambiguità, affiancandola a un termine razionale e funzionale, riportando l’arte alla radice dei suoi primi utilizzi, l’arte come rappresentazione della realtà. Una rappresentazione che può essere intesa anche solo di

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una immagine mentale, che diviene o un’immagine concreta o un oggetto. L’arte dunque è divenuta un linguaggio per comunicare con gli altri, denso di contraddizioni e modi di concepire, al di fuori della razionalità oggettiva. A tal riguardo il critico giornalista Philippe Daverio afferma che “ l’ Arte oggi è definita tale in quanto al suo interno è carica di ambiguità, così da poter essere letta in

100 modi diversi”. L’Arte funzionale assume quindi lo scopo ben preciso di essere uno strumento che si ispira all’oggettività.

“Barcelonas natural wonder” Infografica Alberto Cairo


VERDERE L’INVISIBILE In questi ultimi anni la Triennale di Milano ha ospitato mostre ed eventi dedicate all’infografica e la visualizzazione dei dati. La più recente, intitolata le “Mappe del sapere”, è dedicata alle opere infografiche del Corriere della sera. La mostra mette in scena questi artifici visivi non considerandoli arte ma mezzi per vedere qualcosa di reale che non è percepibile direttamente ad occhio nudo, quasi invisibile. Parliamo quindi di qualcosa di reale e astratto allo stesso tempo, come ad esempio complessi fenomeni sociali, culturali ed economici. Le infografiche e le visualizzazioni, come uno obiettivo di una macchina fotografica, inquadrano un determinato contesto, mettendo a fuoco precise concezioni di realtà. Concezioni che ridefiniscono le nostre conoscenze che vanno dall’arte alla letteratura, dalla politica alla finanza.

Un esempio di visualizzazione presente nella mostra milanese è “La pittura di Pollock”, creata per i 100 anni dalla morte dell’artista esponente dell’Espressionismo astratto. In essa si analizzano i cinque colori più presenti nelle sue opere realizzate tra il 1942 e il 1953.Si evidenzia il fatto che con la maturità Pollock avrebbe privilegiato colori sempre più scuri.

Passando nel campo finanziario, una visualizzazione molto interessante è “I Tonfi dei mercati” dove vengono mostrate le bolle speculative più significative della storia e i meccanismi che le alimentano.

Un ottimo esempio di rappresentazione di un fenomeno sociale è l’infografica sulla “stabilità e alternanza dei governi”. Lo scopo primario è far capire la stabilità dei sistemi democratici nell’Europa Occidentale dopo il 1945 paragonando le differenti situazioni politiche di vari stati.

Questi esempi dimostrano come le infografiche e le visualizzazioni possano essere utilizzate in svariati campi di indagine, dalle droghe più commercializzate al lavoro minorile, dall’animale domestico preferito dagli italiani alla religione più professata in un paese. Argomenti di tendenza o contraddizioni del mondo in cui viviamo. Il mondo a portata di Infografica. In questo caso, il lavoro che fanno le infografiche e le visualizzazioni è di natura principalmente giornalistica ma l’aspetto che viene fuori dalla mostra è che si sta cercando di ridare una nuova vita a questi strumenti facendo coesistere al loro

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L’Arte Funzionale

interno due aspetti diversi: da un lato i dati, che vengono raccolti con metodo e rigore accentuando il lato oggettivo dell’informazione che si vuole dare, dall’altro il desiderio di mettere in scena “l’invisibile” dando attraverso il design un’ estetica e una narratività propria. Mescolando forme, colori e dati si dà vita ad una sintassi di forme geometriche che ricordano alcuni esperimenti pittorici e poetici dei protagonisti delle avanguardie del primo novecento. Queste forme quasi pittoriche tendono a catturare la curiosità dei lettori-utenti, anche quelli più distratti, suscitando un misto tra curiosità e disorientamento dando vita a scritture capaci di trascrivere visivamente e in maniera accattivante il pensiero e le conoscenze, conducendo il lettore tra adesione al presente e slancio visionario. Le infografiche e le visualizzazioni cosi come si presentano sono un esempio della moderna concezione di comunicazione, in cui tutto si può sintetizzare, razionalizzare, schematizzare.

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LE

INFOGRAFICHE E LE VISUALIZZAZIONI


Cairo riferendosi all’ Arte funzionale sottolinea due aspetti ben precisi della rappresentazione dei dati, due aspetti che fanno parte della stessa struttura informativa: “l’infografica” e la “visualizzazione dei dati”. L’infografica racconta le storie delineate da chi comunica mentre la visualizzazione aiuta il lettore a scoprirle per conto proprio. Cairo li definisce come estensioni artificiali per l’uomo. Strumenti non fisici che si sono perfezionati per superare i nostri pregiudizi, superare la pigrizia mentale rendendo più facile la vita alla gente, non solo per intrattenerla o per vendergli un’idea o un prodotto. Il principio che l’infografica e le visualizzazioni debbano essere considerate degli strumenti può essere utile, ma ha anche conseguenze che alcuni dei loro autori ignorano. La più importante è che li costringe a smettere di pensare che siano solo degli artisti, e li induce a comportarsi da artigiani. Dal punto di vista puramente tecnico con infografica intendiamo la parte della rappresentazione che utilizza grafici, mappe e diagrammi statistici. Mentre la visualizzazione offre gli strumenti visivi di cui il pubblico si può servire per esplorare e analizzare un insieme di dati. L’obiettivo principale di questi due aspetti, che esistono parallelamente, è fungere da strumento per gli occhi e per il cervello affinché riescano a percepire ciò che è al di là della loro portata naturale. In ogni infografica e in

ogni visualizzazione c’è una componente di presentazione e una di esplorazione che facilitano l’analisi di ciò che si vuole mostrare. Dietro alla realizzazione di un infografica ci sta un lungo processo che prevede, prima di poter procedere con la realizzazione grafica, la raccolta, l’analisi e l’organizzazione dei dati. Analizziamo singolarmente tutti i passi di questo processo: - I dati Si parte da un argomento, si cerca (o si riceve) un set di dati che può provenire da fonti diverse: fatti di cronaca, database, archivi, inchieste giornalistiche o ricerche scientifiche. -Raccolta Una volta individuati i dati devono essere raccolti in formati che possono esser letti facilmente, ad esempio tabelle o fogli di calcolo. -Pulizia I dati, inseriti in fogli di calcolo, vengono formattati e strutturati secondo uno stile. Si inizia a guardare i dati, e capire quale potrebbe essere il loro destino. -Relazioni Da soli i dati non dicono nulla, devono quindi essere inseriti in un contesto, messi in relazione. E’ necessaria a questo punto una selezione. Quali dati potranno essere rappresentati nella visualizzazione? - L’output I numeri e le informazioni vengono trasformate finalmente in forme grafiche. Tutti questi passaggi hanno un obiettivo in comune, la comprensibilità e la funzionalità.

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OPEN DATA E L’ARCHITETTURA

DELLE

INFORMAZIONI La necessità dell’ evoluzione tecnica di questi artifici visivi è strettamente collegata al continuo sviluppo del mondo eventualmente si limitano ad delle tecnologie. Le tecnologie obbligare di citare la fonte o che generano informazioni al rilascio delle modifiche allo producono enormi quantità di stesso modo. dati non tangibili, in cui al loro Rispetto a dieci anni interno custodiscono i fa, quando i dati GOVERNO meccanismi della erano scarsi nostra società e i sempre più complessa. L a continua

ENTI

espansione della rete e del suo utilizzo ha incrementato in modo quasi esponenziale la quantità di dati grezzi generati e scambiati tra gli utenti che popolano la rete. Un aspetto molto importante è la disponibilità gratuita di un enorme quantità di dati reperibili su internet, gli Open Data: tipologie di dati (di qualsiasi natura) liberamente accessibili a tutti, privi di brevetti o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione e le cui restrizioni di copyright

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di Ted conference, Richard Saul Wurman. Egli predisse che l’imminente esplosione dell’informazione avrebbe richiesto una nuova razza di professionisti addestrati ad organizzare i dati per produrne un senso. Wurman chiamava queste persone architetti dell’informazione.

CITTADINI

programmi costosi e difficili da usare, oggi la progettazione delle rappresentazioni grafiche non solo è più democratica ma abbiamo anche il potenziale per poterle utilizzare in maniera più intelligente. Già a partire dagli anni settanta, nonostante la quantità di dati prodotta fosse minima rispetto a quella che abbiamo oggi, il problema di gestire e rendere visibili le informazioni che ci circondano fu analizzato da un docente di architettura della Carolina del Nord e fondatore

TED CONFERENCE “ideas worth spreading” Il TED è stato fondato da Richard Saul Wurman e Harry Marks nel 1984 e si svolge con cadenza annuale dal 1990.


L’architettura delle informazioni è la

traduzione del termine inglese “information architecture”, ed è la struttura organizzativa logica e semantica delle informazioni, dei contenuti, dei processi e delle funzionalità di un sistema o ambiente informativo. In particolare uno degli aspetti fondamentali della disciplina è aiutare gli utenti a evitare l’ansia da informazioni e “il buco nero tra i dati e la conoscenza”. Ogni fenomeno può essere

Comunicatori

di sapere e di cosa fare in determinate situazioni. Non tutte le informazioni che recepiamo portano alla conoscenza, e non tutta la conoscenza si trasforma in saggezza. Quindi nel costruire un diagramma avremmo bisogno di un ordine superiore. Quando vediamo il mondo, inconsciamente imponiamo un organizzazione alle informazioni non strutturate che i nostri occhi raccolgono e trasmettono al cervello. Creando gerarchie. Non percepiamo tutto ciò che abbiamo davanti

Mondo esterno

Pubblico

Secondo livello di codifica INFORMAZIONE NON STRUTTURATA

DATI

Raccolta e filtraggio Primo livello di codifica

Comprensione approfondita e memorizzazione

INFORMAZIONE STRUTTURATA

CONOSCENZA

SAGGEZZA

Il pubblico decodifca ciò che viene presentato servendosi di ricordi ed esperienze

percepito e misurato e descritto come informazione. I dati sono documentazioni di osservazioni, e codificati in simboli (numeri e parole) che descrivono e rappresentano la realtà. Il consumo di informazione può produrre una maggiore consapevolezza da parte del pubblico se i suoi membri sono capaci di percepire i pattern e il significato dei dati. Non è un processo passivo, le persone leggono, ascoltano assimilano i contenuti associandoli ai propri ricordi e alle proprie esperienze. Raggiungiamo la saggezza solo quando arriviamo ad una comprensione profonda della conoscenza acquisita, quando le informazioni si fondono con l’esperienza pregressa in maniera tanto completa da migliorare la nostra capacità

contemporaneamente. Ad esempio, un entità in movimento attira l’attenzione più di quella statica, perché il movimento può segnalare una minaccia. Di conseguenza

Designer Dati

Codifica visuale-testuale

La forma viene adattata alla natura delle informazioni

Intuizioni sulle conoscenze dell’utente sull’argomento

che costituiscono la realtà. È’ questo ciò che intendiamo quando diciamo che una mente che capisce genera ordine” (What the technology Wants, Kevin Kelly, 2010) Il ruolo dunque di un architetto dell’informazione è di anticipare questo processo e generare ordine prima che il cervello lo faccia da solo. Oggi con il termine architetto delle informazioni possiamo indicare diverse professioni che agiscono in svariati ambiti lavorativi, lo può essere chi scrive un manuale tecnico, un softwarista, uno sviluppatore web, un wayfinding designer. Tutte queste professioni hanno in comune l’obiettivo di rendere il mondo più fruibile agli utenti. Infografica e visualizzazione dei dati sono degli aspetti incastonati nella disciplina dell’ architettura delle informazioni ma vengono incanalate attraverso “l’information design”.

Utente Decodifica

Comprensione

Conoscenze dell’utente sull’argomento e famliarità con le forme grafiche

elaboriamo la posizione e l’identità mobile prima di dare l’attenzione a qualsiasi altra cosa. Il nostro cervello da significato all’oggetto, anche se non siamo consapevoli di ciò. “Le menti sono modi molto evoluti di strutturare frammenti di informazione

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L’Arte Funzionale

L’INFORMATION DESIGN Per provare a capire cosa sia l’Information Design proviamo ad analizzare singolarmente il significato etimologico delle parole information e design. La parola information deriva dal verbo latino informare, cioè dare forma; mentre la parola design trova la sua origine nel mondo della produzione industriale di massa. Quindi una prima definizione di Information Design potrebbe essere “Dare forma alle informazioni prodotte in serie”. Richard Saul Wurman, oltre ad individuare la disciplina dell’architecture design, prova a dare una definizione g e n e r a l e sull’Information Design:

in Gran Bretagna, paese nel quale, negli anni Sessanta, viene fondata la Information Design Society, una società strettamente legata alla progettazione grafica. Poco più tardi, negli USA, il settore di studi dell’Information Design viene introdotto nell’ ambiente ingegneristico e assume così un aspetto mutevole che ha visto convivere al suo interno, da un lato l’impostazione artistica, focalizzata sulla resa visiva dei contenuti, dall’altro l’approccio scientifico, concentrato sulla gestione della conoscenza tramite l’impiego del linguaggio naturale.

O

ggi, sotto l’etichetta di Information Design si collocano numerose scuole e el suo modelli di pensiero l i b r o diversificati in Wurman ci quanto, oltre alla spiega come la progettazione grafica, progettazione “Information la disciplina si d e l l a design is the occupa anche della comprensione design of the p r o g e t t a z i o n e è una ricerca testuale; che consiste understanding…” del giusto appunto in una serie equilibrio tra (Information Anxiety, di tecniche finalizzate immagini e Richard Saul Wurman, ad analizzare, Doubleday, 1989) parole al fine organizzare ed di comunicare ordinare testi. con chiarezza informazioni L’Information Design risulta più o meno complesse a quindi, essere una disciplina chi deve comprenderle e dalla natura quanto mai usarle. L’Information Design complessa e dinamica, ha raggiunto il massimo caratterizzata dalla presenza sviluppo negli Stati Uniti ed e dai contributi di figure

N

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professionali diverse tra loro quali ingegneri, revisori tecnici, grafici, esperti di elaborazione dati, eccetera. Se l’Information Design nei paesi anglosassoni ha ormai assunto la dignità di una vera e propria disciplina autonoma, in Italia, con un po’ di (consueto) ritardo dovuto ad una lenta diffusione delle tecnologie informatiche, solo recentemente l’Information Design è diventato tema mainstream del dibattito sul design della comunicazione visiva. Gli operatori di comunicazione italiana si sono interessati a queste tematiche riscontrando problemi legati alla gestione dei flussi informativi poiché privi di strumenti propri per la loro elaborazione. Una delle prime figure a parlare dell’Information Design in Italia è stata la scienziata Graziella Tonfoni. Il suo approccio si basa sulla logica di una personalizzazione dell’intervento tesa a rafforzare le componenti culturali del contesto specifico in cui viene proposto. Egli spiega come le peculiarità tipiche di un contesto culturale devono assolutamente essere conservate, valorizzate e tramandate; la diffusione delle tecnologie, con la conseguente standardizzazione delle procedure, non deve arrivare a portare all’appiattimento delle possibilità comunicative. Tonfoni ci spinge a raggiungere come obiettivo quello di tutelare l’equilibrio dell’ambiente culturale con progetti ecocompatibili, ossia in armonia con il contesto socio- culturale considerato .


La linea di pensiero di moneta preziosissima Information Design di che possiamo usare per Tonfoni si propone misurare il successo di sul piano nazionale ciò che progettiamo. ed internazionale L’informazione come unica nel ha valore solo nel suo genere sia per momento in cui può gli strumenti che essere compresa. introduce nella Dati che non sono disciplina, sia per progettati con cura la solida base non sono metodologica informazione: Per Tonfoni l’informazione che offre anzi generano diviene una vera e propria proprio al fine e r r o r i , “costruzione”, in grado di sviluppare ritardi, costi di essere smontata in competenze e addizionali elementi di base per essere abilità adatte e tanta riprogettata, ricostruita ad affrontare frustrazione. e riconfigurata sulla base la complessità A riguardo di nuovi e specifici bisogni a t t u a l e analizziamo informativi. nel campo brevemente due aspetti dell’informazione e della intrinsechi del prodotto di comunicazione. Siamo in Information Design: “Il punto grado ora di aggiungere alla di vista” e “La deformazione definizione di I.D. di Wurman dei dati”. che la finalità dell’Information All’interno di un prodotto Design è quella di ottenere di Information Design è una comunicazione chiara e i n d i s p e n s a b i l e univoca dell’Informazione, conoscere il punto resa in modalità simbolica di vista. Bisogna e/o iconica, in campi di sapere chi sta applicazione illimitati, e con parlando di una una vocazione assolutamente d e t e r m i n a t a multidisciplinare. cosa. Perché è L’information Design è impossibile dire un processo che risiede o informare alla base di ogni forma senza operare di comunicazione. È’ delle scelte, paragonabile a quel processo senza forzare che inneschiamo in modo alcuni dati. Per quasi inconsapevole ogni esempio quando volta che cerchiamo di guardiamo una mappa organizzare i nostri pensieri del mondo occidentale, in parole per dobbiamo sapere che essa è comunicare un determinato il chiaro frutto di un punto di messaggio e renderlo chiaro, vista definito dalla mentalità utile per l’interlocutore. coloniale imperialistica L’obiettivo di una ottocentesca. Una mappa comunicazione efficace è concepita con l’Europa al supportare la comprensione di centro del mondo. chi riceve quella informazione. Per spiegare invece la E la comprensione è una deformazione di dati in

maniera dichiarata per dire cose impreviste faremo uso di Worldmapper, una mappa del mondo che è basata su un algoritmo che di volta in volta, a seconda dei dati inseriti cambia la forma dei continenti gonfiandoli e sgonfiandoli. Questo esempio ci mostra come deformando i dati in input possiamo modificare a nostro piacimento le informazioni che vogliamo far recepire all’utente.

esempio di “Worldmapper”

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L’Arte Funzionale

P

arlando di Scienza cognitiva la designer Morelli si riferisce alle recenti ricerche sul piano della percezione visiva umana, mostrate da Colin Ware nel suo libro “Visual thinking”. Colin Ware scrive che c’è in atto una rivoluzione nella comprensione della percezione umana, rivoluzione che lui chiama active vision. Per active vision si intende la capacità di uno strumento di graphic design di migliorare e supportare le nostre facoltà cognitive. Nonostante siamo in grado di formare immagini mentali nella nostra testa, in realtà le nostre performance migliorano quando queste immagini sono esterne, nel mondo lì fuori, su carta stampata o sul monitor di un computer. Dunque esempi come infografiche o illustrazioni tecniche hanno il potere di aiutarci a dare risposta a delle domande – visual queries - al fine di riuscire a raggiungere un obiettivo desiderato. l secondo elemento è l’empatia, cioè la facoltà di metterci nei panni dell’altro.Questo elemento ci viene in aiuto al fine di ricordare cosa vuol dire non sapere o non capire, a porci delle domande su cosa sia giusto fare affinché il lettore percepisca l’informazione così come noi vogliamo esporla. In questo modo possiamo concepire quale sia il modo migliore di guidare il nostro lettore, prendendolo per mano, affinché comprenda ed utilizzi l’informazione che vogliamo comunicare e spiegare. l terzo elemento è la bellezza, essa rimanda ad un tipo di concezione dell’estetica classica greca. La bellezza come inseparabile dal bene. Ciò che è bene è bello. Ciò che ci aiuta a comprendere può allo stesso tempo intrattenere, soddisfare i nostri sensi. Se la bellezza è conseguenza della chiarezza, essa può senza dubbio essere uno strumento importantissimo nella progettazione della comprensione. ’ultimo elemento è l’interesse. L’interesse può battere ogni legge di memorizzazione ed apprendimento. Wurman scrive che bambini che per nulla al mondo riescono a ricordare la capitale dell’Idaho, riescono invece a ricordare ed anche a scrivere correttamente la parola: supercalifragilistichespiralidoso, cantata nel film di Mary Poppins.

I Secondo quanto afferma Angela Morelli, ci devono essere 4 ingredienti essenziali per poter definire un prodotto di Information Design: Scienza cognitiva, Empatia, Bellezza, Interesse.

I

L

Riuscire a tener bene in mente questi quattro punti ci può aprire la strada per poter avere una concezione diversa ed interdisciplinare del modo di progettare. Si prende consapevolezza che le cose che progettiamo non sono rivolte a delle macchine, ma sono rivolte all’essere umano. Conoscendo come funzionano la mente umana e il cuore, e consapevoli che essi non posso essere due componenti divise della stessa macchina, si deve tornare a dare rilievo al ragionare con la bellezza, capire attraverso l’interesse e imparare attraverso le emozioni.

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VISUAL DESIGN L’Information Design è il risultato dell’unione di due processi: -L’organizzazione dei dati, contenuta nell’Architettura dell’informazione; -La riorganizzazione dei contenuti per la comunicazione dei dati attraverso i 4 punti identificati dalla Morelli Il prodotto di Information Design creato si andrà così ad aggiungere nella schiera di prodotti di Visual design. Per Visual Design s’intende oggi (rispetto al termine più generico di grafica, il cui significato tende ormai più verso l’ambito espressivo) la progettazione di artefatti comunicativi, in particolare di tipo visivo, svolta da operatori specializzati in presenza di precisi vincoli produttivi. Nel suo libro “Critica portatile al Visual design” Riccardo Falcinelli dà una definizione più specifica di cosa sia un artefatto visivo, ossia un artefatto comunicativo di tipo visivo è definito tale se è creato in sinestesia con gli altri sensi e in rapporto all’immaginazione. Conoscendo il mondo attraverso i sensi, l’unica cosa con cui abbiamo a che fare sono le forme; quello che chiamiamo contenuto è una costruzione mentale, un idea psicologica. In tutte le cose create per il Visual Design la forma non segue la funzione ma l’intenzione: informare,

ceci n est pas una pipe.

raccontare o sedurre gruppi di persone all’interno della società di massa. Ogni rappresentazione è qualcosa che si inserisce sensibilmente all’interno del nostro sguardo, ma pure qualcosa che finisce per abitare i nostri pensieri. In ogni artefatto di Visual Design, ci troviamo di fronte a codici distillati in millenni di convenzioni figurative e scrittorie. Nel corso dei secoli, secondo la cultura occidentale, scrittura e figure sono sempre state inserite in ambiti non comunicanti: -Le figure sono segni che vengono rapportati con le cose reali; -La scrittura è la trascrizione di un linguaggio verbale. Questa distinzione tra testo ed immagine non è una questione metafisica, ma un confine storico, frutto di precise concezioni filosofiche e tecnologiche. Le immagini non dicono più delle parole, né i testi possono render conto di tutto il comunicabile. Testi e immagini fanno e dicono cose diverse ma ciascuno svolge il suo compito. Le immagini mostrano, ma al di fuori di una precisa codificazione, non possono dire o negare altro, ciò è invece affidato al testo che aggiunge informazioni che un immagine da sola non può spiegare. Nei fatti è impossibile definire una sola

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L’Arte Funzionale

figura distinguendola da pura scrittura. Ad esempio la matematica impiega segni tipografici che sembrano figure e che invece sono simboli. Gli schemi e i diagrammi sembrano figure, ma sono anzitutto disposizioni di ragionamento, che specializzano il pensiero senza somigliare alla realtà visibile. Nella maggior parte delle scritture con cui abbiamo a che fare, la posizione dei segni ha un preciso significato. L’orario dei treni o gli scontrini del supermercato sono un pratico esempio di come la posizione veicola precisamente le informazioni. “Non si tratta di abbellire o di decorare, ma di dare forma coerente a discorsi, mettere il pensiero nello spazio rendendolo visibile”. R. Falcinelli Il fine a cui si tende è la comunicazione chiara, senza ambiguità. L’utilizzo di segni e di codici deve permetterci di comunicare limitando quanto più possibile i fraintendimenti. Il Visual design nella sua applicazione informativa, è diventata una chiave per contribuire a cambiare il mondo: ha reso spesso più comprensibili dati e fatti ed è riuscito a combinare funzioni (comunicazione, informazione e conoscenza) ed estrarre i punti di riferimento più avanzati e proporli come nuovi linguaggi condivisi del nostro tempo.

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SINSE MIA SINSEMIA Oggi risulta pressoché impossibile pensare un progetto grafico senza prevederne le declinazioni e gli sviluppi su carta, schermi, tablet … Sarebbe auspicabile che il concetto di sinsemia si espandesse accogliendo lo studio dell’interazione, sia tra caratteri alfanumerici e figure, che tra suoni, immagini, movimento e interattività. L’idea di sinsemia è estremamente i n t e r e s s a n t e perché potrebbe rappresentare una modo per “tenere tutto insieme”, tendendo verso una “regia unificata”. Molte pratiche del progetto di comunicazione visiva si specializzano solo su singoli media e stentano a reggere il confronto con la situazione attuale dove i segni di linguaggi differenti devono convivere.

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L’Arte Funzionale

Per Sinsemia si intende la disposizione deliberata e consapevole di elementi di scrittura nello spazio con lo scopo di comunicare, attraverso l’articolazione spaziale in modo ragionevolmente univoco e secondo la regolarità. Le convezioni millenarie che esistono nei codici scrittorie e comunicative trovano una nuova definizione rompendo quei confini tanto cari alla tradizione occidentale. La sinsemia diventa un passaggio obbligatorio per tutti i designer di oggi: information designer, architetti dell’informazione, grafici; ma anche giornalisti, editori, scrittori. I nostri spazi informativi sia digitali (siti web, e-book, applicazioni) sia fisici (città, negozi, musei) sono sempre più un insieme complesso di parole e immagini: parole da guardare e immagini da leggere. Da una parte, grazie alla internet delle cose, alla realtà aumentata e alla nuove frontiere delle arti performative, la parola invade sempre di più spazi fisici originariamente non suoi; dall’altra, un movimento uguale e contrario porta l’immagine e il segno grafico a invadere gli spazi propri della scrittura. Il risultato è una scrittura che si fa paesaggio, sintesi, trama e intrecci. Viviamo immersi in un mondo sinsemico anche se forse, proprio perché ci siamo dentro, non ce ne accorgiamo. Se il personal computer ha portato maggiore facilità di accesso alla progettazione grafica e alla produzione di testi complessi, paradossalmente ha però contribuito ad aumentare il solco fra “scrittura alfabetica” (il testo di parole) e “scrittura grafica” (il testo di immagini). I programmi di scrittura e quelli di grafica sono nettamente separati e riproducono un approccio mimetico al testo: scrittura sequenziale sul foglio di carta nel caso dei word-processor, e disegno su una superficie o elaborazione di immagini nel caso dei software di grafica. Le ultime frontiere del web e del digitale lasciano tuttavia intravedere nuove possibilità di ibridazione: videogame, e-book, riviste ed e-magazine progettati appositamente per i tablet, applicazioni come Prezi, sono un esempio di artefatti in cui la parola e l’immagine tornano a fondersi perfettamente, e in cui la dimensione spaziale (come gli elementi sono disposti nello spazio) riacquista un valore cruciale. Un esempio tutto italiano di approccio di sinsemia nel campo giornalistico utilizzando la potenza delle infografiche è il magazine “IL” del sole 24 ore. L’art director l’information designer Francesco Franchi è ideatore e curatore della rivista che ha portato in Italia la strada dell’infografica come nuovo modello comunicativo e nuovo modo di fare giornalismo. Il concetto di sinsemia si sta espandendo accogliendo lo studio dell’interazione, sia tra caratteri alfanumerici e figure, che tra suoni, immagini, movimento e interattività.

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Copertine "IL" realizzate dall'art director Francesco Franchi


"IL "Gennaio 2015, pag. 127

Infografica, del "il sole 24 ore di Francesco franchi

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Information design 2.0

FRIDAY

InterattivitĂ

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Information design 2.0 La cultura dell’infografica come mezzo di comunicazione ha assunto una straordinaria affinità con la concezione moderna di internet -per sua natura, internazionale e aperta a tutti. – Ma dalla loro concezione originaria, quella cartacea e statica, le infografiche hanno subito una serie di trasformazioni innovative, si sono evolute per seguire i cambiamenti della tecnologia e i supporti su cui vengono utilizzati. Ad oggi chi sceglie di utilizzare questo strumento di comunicazione visiva deve sapere come sta evolvendo il modo di concepire un infografica.

SEMPLICITÁ In un mondo sempre più complesso trovare la Semplicità è diventata una sfida per molti designer. L’obiettivo è rendere semplice ciò che è complesso e soprattutto farlo in modo inclusivo, consentendo l’accesso aperto al sapere e alla conoscenza rendendola alla portata di tutti. Uno dei primi a porsi il problema di una comunicazione della conoscenza a un pubblico non solo di esperti fu Otto Neurath, che negli anni venti del secolo scorso inventa un sistema basato su pittogrammi di nome Isotype (acronimo di International System of Typographic Picture Education), un nuovo sistema teorico per la visualizzazione di statistiche mediante immagini. I pittogrammi di Neurath si esprimono con una sintesi iconica oggettiva lasciando poco spazio per letture contraddittorie di simboli e informazioni. Tutto il superfluo è eliminato. Isotype pone vincoli di standardizzazione: -Ad ogni simbolo deve corrispondere un solo oggetto; -I diagrammi devono essere bidimensionali; - Il colore ha valore semantico. Insieme a Neurath, Gerd Arntz si occupò in seguito della perfezione delle figure, generando nuove strade visive e concettuali per l’Information Design. Crea un linguaggio iconico– sistematico impostato

con simbolici riferimenti a categorie e classi sociali, eventi e funzioni, oggetti, pratiche e processi. Pochi come loro hanno saputo generare un linguaggio pensato con consapevolezza ed efficiente per la società contemporanea. Il linguaggio di Neurath rappresenta il punto di svolta della Modernità, l’emergente sensibilità nei confronti della multiculturalità del design come servizio democratico, del carattere inclusivo e impegno universale. Un modo di considerare i gusti e la sensibilità delle masse, evitando di mettere in mostra il distacco della statistica e dell’eleganza fine a se stessa, trasmettendo un carattere coinvolgente e narrativo. L’intuizione di Neurath oggi, nel bel mezzo della globalizzazione, rivive costantemente in ogni ambito della comunicazione dell’informazione, dalla pubblicità all’informazione generalista o puramente giornalistica e scientifica. Il suo linguaggio iconico è diventato il pilastro del Visual design così come lo conosciamo. Precursore di tutte le generazioni di pittogrammi futuri. L’utilizzo di forme semplici, pochi colori essenziali con una forte valenza simbolica assume la prerogativa rispetto ad ogni altro tipo di rappresentazione.

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Information design 2.0

FLAT DESIGN

AIGA & The DOT sistema statunitense, designer Roger Cook & Don Shanosky, 1974 28

Le caratteristiche dell’Isotype sono facilmente riutilizzabili in un contesto odierno dove il supporto digitale è sempre più accessibile a tutti. Le metafore visive bidimensionali dell’Isotype si adattano facilmente al digitale perché veicolano poche informazioni visive lasciando spazio alle informazioni trasmesse nel contenuto. Il Flat Design può essere riconosciuto come un “figlio moderno” dell’Isotype poiché hanno molte caratteristiche comuni. Uno dei primi ad utilizzare il termine “flat design” è Allen Grinshtein di Layervault, che nell’articolo The Flat Design Era definisce il concetto di design onesto: “Designing honestly means recognizing that things you can do with screens and input devices can’t be done with physical objects… Designing for the web is the most rewarding when we can create solutions that are custom fit for the problem. We borrow metaphors from physical objects but we refrain from copying” Per Grinshtein il design è onesto quando riconosce la natura del dispositivo per il quale viene progettato, una natura bidimensionale e digitale, e che quindi non mira alla riproduzione di oggetti reali ma piuttosto usa delle metafore, li

FRIDAY


rielabora per creare soluzioni personalizzate. La traduzione letterale di flat design è “design piatto”. Si tratta infatti di un design semplice, che non utilizza effetti tridimensionali quali ombre, gradienti etc. Le immagini sono spesso minimali e c’è una chiara distinzione fra i piani, che non si intersecano mai. Il risultato è un’assoluta semplicità nella visualizzazione, che si traduce in una facilità di comprensione e di leggibilità da parte degli utenti/ spettatori. I principi che stanno alla base del flat design sono: Semplicità degli elementi Gli elementi sono estremamente semplici e sono quasi sempre separati tra di loro. Oltre a una chiara distinzione dei piani (testi, immagini e altri elementi grafici sono nettamente distinti) l’applicazione di effetti standard come ombre, sfumature, gradienti, trasparenze, viene quasi totalmente evitata. Attenzione al lettering Vista la semplicità che contraddistingue questo stile, la tipografia e la scelta del font sono estremamente importanti. Si prediligono generalmente font dal disegno semplice, senza grazie, usati nella loro declinazione bold. In questo modo assumono più facilmente una forte consistenza visiva e una maggiore leggibilità. Importanza ai colori Le palette dei colori utilizzati per il flat design sono solitamente più luminose e piene rispetto agli altri

approcci visivi. Le tonalità sono molto luminose e vibranti e non presentano sfumature di sorta. I colori primari e secondari sono i più utilizzati e c’è una particolare predilezione per i colori “retrò”. Approccio minimalistico Il flat design è semplice di natura e va da sé che funziona al meglio quando utilizzato con un approccio minimal ed essenziale. È bene evitare gli “effetti speciali”. Un semplice colore di sfondo con un testo è sufficiente.

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Information design 2.0

INTERATTIVITA’ I recenti sviluppi delle tecnologie hanno permesso nuove tipologie di rappresentazione delle informazioni più seducenti. Adesso per essere più efficaci, le infografiche devono avere un qualcosa in più, devono essere più accattivanti visivamente, devono essere in grado di narrare una storia, da qui l’esigenza di ridefinire l’infografica statica attraverso Animazione e Interattività. L’ esplorazione in maniera attiva dell’informazione, rispetto ad una passiva permette ai consumatori di controllare “l’esperienza informativa”. La flessibilità consentita dall’interazione consente ai consumatori di impostare il proprio ritmo con cui esplorare e scoprire le informazioni. Tutto questo non fa altro che aumentare l’impegno di chi le osserva e la credibilità dell’infografica stessa. È molto importante considerare questa dinamica in quanto suggerisce il profilo specifico dell’utente destinatario. Creare un artefatto interattivo in maniera da poter consentire l’organizzazione e la riorganizzazione interna dei dati può far diventare l’artefatto un prodotto evergreen.

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sono emerse solamente l’anno scorso. Questo processo è il risultato di diversi fattori quali: - Il responsive design; - Il miglioramento dei browser per l’accelerazione hardware ed un miglior supporto alle animazioni; - La maggiore varietà di opzioni a disposizione dei designer come ad esempio HTML5, CSS3, jQuery.

Esistono di

LE WEBGRAPHIC La parola “infografica interattiva” risulta un po’ riduttiva per spiegare l’innovazione che l’infografica sta avendo ed è per questo che è stato coniato un nuovo termine, le Webgraphic, ossia un prodotto basato sul web che utilizza funzioni integrate nella pagina di navigazione (ad esempio, mouse-over, clic, menu a tendina, caselle di controllo eccetera) e che permettono all’utente di interagire con l’interfaccia in modo da far emergere nuove informazioni/dati in modo tale da esplorare il contenuto. Ciò significa che, invece di essere una immagine statica, deve essere “embeddata” in una pagina web ed entrare a far parte del contenitore in cui verrà inserita. Il concetto di webgraphic si sarebbe potuto realizzare anche diversi anni fa, ma in realtà,

vari tipi infografiche interattive: - Scorrimento - Siti web che tramite lo scorrere verticalmente e orizzontalmente sono in grado di animare gli elementi grafici della pagina web. Contenuto dei dati User-driven -È possibile esplorare il set di dati e decidere come si desidera visualizzare i dati tramite la loro modifica o il loro filtraggio. - Animazione - Alcuni elementi possono essere animati, ma non l’intero infografica è animata. Multipagination -Ricorda una p r e s e n t a z i o n e - b yslide come quelli che vediamo in PowerPoint. Le infografiche statiche rispetto alla loro controparte interattiva, per essere assimilate hanno bisogno della concentrazione delle persone. Al contrario, il


filo narrativo di quelle interattive può indurre gli utenti attraverso una serie di passaggi, fornendo informazioni utili per aiutare lo spettatore a giungere ad una conclusione in completa autonomia.

"Main Street USA"

"Eastern Tennessee"

Main Street USA presenta fatti e statistiche con l'interattività a più elementi- multipagina, i contenuti e i dati userdriven presentati con una sottile di animazione. Questa infografica contiene molti aspetti diversi di informazioni.

ll Tennessee orientale è una “scrolling infografica” con una sottile animazione. Lo scorrimento rende il contenuto più accattivante come gli elementi, vale a dire il testo e lo sfondo, si muovono a velocità diversa quando il lettore scorrere l'infografica lentamente alcune immagini vengono rivelate. Dà ai lettori un'esperienza di lettura più coinvolgente, che a sua volta rende il contenuto più memorabile.

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Information design 2.0

Arnold Cark "Saving Challenge"

“La vostra dose quotidiana di acqua”

Arnold Clark utilizza una vistosa animazione. Esso offre agli utenti due opzioni per navigare in un infografica, che possono sia vederlo con scorrimento o toccare la freccia per sfogliare come accade in un multi-pagina infografica. Con l’animazione della fotografia in time-lapse e l'utilizzo efficace di supporti visivi animati, ha fatto sì che i dati si animino.

“La vostra dose quotidiana di acqua” è presentata in un contenuto animato comandato. Questo è un buon esempio che ci dimostra a volte come il contenuto è meglio progettato in una forma multi pagina. Inoltre, i lettori esplorarono le informazioni con un semplice passaggio del mouse sulle immagini, scoprendo il proprio comportamento del consumo di acqua. Le interazioni alterano e migliorano l'esperienza di lettura

“Beneath the Thinking Cap” “Beneath the Thinking Cap” è un infografica educativa che permette di esplorare e conoscere le funzioni cerebrali. Cliccando su varie parti del cervello si ottengono ulteriori dettagli. L'uso dei contenuti- dati userdriven, in questo contesto, arricchisce l'esperienza di apprendimento senza la distrazione di un enorme afflusso delle informazioni.

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DINAMICITÀ Nell’epoca del “video ergo sum” (siamo ciò che vediamo) il video, nonostante sia un mezzo passivo, ricopre un ruolo molto importante nel ciclo tecnologico-culturale contemporaneo grazie alla sua forma simbolica dominante. Esso veicola tutto ciò che è la cultura tout a court. Le Infografiche animate o meglio note come Motion Graphics, spostano all’interno del video tutte le regole dell’Information design creando una tipologia differente di video informativi. Basate sulla dinamicità delle forme semplici sono in grado di valorizzare la forza emozionale del contenuto. Le nuove sperimentazioni delle tecnologia audio e video giunte da oltre oceano, permettono di sviluppare nuovi metodi di creazione di contenuti informativi, utilizzando oggetti semplici come personaggi, scenette animate ed elementi grafici 2d.

MOTION GRAPHIC Grazie alla potenza di calcola raggiunta oggi giorno, i computer sono in grado di calcolare le trasformazioni di una immagine sempre più velocemente, rendendo così possibile creare degli effetti che diano l’illusione del movimento e della trasformazione, creandone una interpolazione. Il motion graphic si occupa di utilizzare queste tecniche per rendere dinamica la comunicazione. La forma più popolare di animazione è il keyframing, in cui le proprietà di un oggetto possono essere specificate in diversi istanti di tempo. Basta impostare una serie di fotogrammi chiave (key frame) in modo che le proprietà dell’oggetto possono essere modificati automaticamente (o interpolate) nei fotogrammi tra i fotogrammi chiave. La recente diffusione della

motion graphic si può spiegare anche attraverso la propagazione sempre più massiccia di software di animazione grafica e Video Editing come Adobe After Effect, Discreet Combustion e Apple Motion. I Motion graphic sono in continua evoluzione poiché all’interno del loro sviluppo si inseriscono elementi di tecnologia 3d, effetti speciali, e compositing. Dalla unione di questi elementi è possibile creare un animazione chiamata 2.5D. Il termine, usato soprattutto nella produzione dei videogiochi, è usato per descrivere proiezioni grafiche 2d utilizzate per simulare l’aspetto tridimensionale. Le motion graphics si integrano ottimamente con il web soprattutto se accompagnatida un efficace linea di storytelling. Il Motion Graphic permette al video di esprimere in una linea narrativa concetti complessi che richiederebbero ore per essere spiegati. La sua rapidità e la sua semplicità ci permette di ottenere un risultato dinamico e allo stesso tempo estremamente coinvolgente per lo spettatore.

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Information design 2.0

Questo video animato daL motion designer francese Gregory Jaillard spiega come l'associazione umanitaria La Chaine de Solidarites Internazionale opera in caso di Big crisi.

Questo video infografica stile classico spiega come si può fare la differenza e salvare una vita combattendo la Polmonite. Creato in occasione della giornata mondiale contro la Polmonite e la mortalità infantile.

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IL SOTTILE CONFINE TRA VISUALIZZAZIONE E ARTE Ci sono dei casi in cui le infografiche e le visualizzazioni diventano qualcosa di non definibile a primo sguardo. Qualcosa che sfocia in una concezione al confine tra visualizzazione e arte visiva. E il caso della curiosa artista-designer

Stefanie Posavec.

Le sue bellissime rappresentazioni grafiche possono essere considerate trasposizioni:

trasforma le parole della lingua in colori, linee e composizioni vivaci, allo scopo di condividere con altri il suo entusiasmo per la letteratura e portare l’attenzione sui libri più cari che ha. Il suo lavoro “Writing Without Words: Litery Organism” (2006), ha fatto molto parlare di se poiché l’idea dell’artista di “scrivere” un libro su di un poster tramite un infografica ha suscitato meraviglia e stupore nella gente. Affascinata dal

parallelismo tra la configurazione cellulare delle piante e la struttura dei libri ne ha creato una connessione. Con la disposizione circolare delle piante e delle linee ha cercato di riprodurre il ritmo del romanzo “Sulla strada”. La sua visualizzazione risulta pertanto una modo nuovo e originale di pensare ad un libro. Nel libro “L’arte funzionale, Infografica e visualizzazione delle informazioni”, l’autore Alberto Cairo fa un interessante intervista all’artista alla designer americana. Di seguito un interessante passaggio dove l’autrice spiega i motivi che l’hanno spinta alla realizzazione di questa opera. Cairo: Volevi raggiungere un obiettivo particolare con la tua visualizzazione, o desideravi solo creare un progetto artistico? Posavec: A essere sincera, il mio unico scopo era poter mettere tutto il libro sulla parete, forse solo con l’intento di suscitare meraviglia e stupore. Volevo che le persone vedessero Sulla

strada in un ‘altra luce. […] “Sulla strada” si legge come una poesia. Perciò la mia visualizzazione non è tanto un’analisi, ma un modo per indurre a pensare al libro in un’ottica diversa.

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Il sottile confine tra visualizzazione e arte

lavoro sopravvivenza personaggi viaggi Narratore

Libro

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RAGIONARE SOCIAL

Nel suo discorso a “Meet the media guru” Bahuman dopo un elenco di osservazioni del rapporto tra tecnologia e società, conclude il suo intervento lanciando un messaggio ben preciso:

“siamo in un mondo in cui Internet ci permette di entrare direttamente nella sfera pubblica, e avere un contatto con le istituzioni diretto. Viviamo all’interno di un Arena Pubblica (…) oggi tutti possiamo essere attori di noi stessi e siamo in un palco virtuale. Non dipendiamo più da un azienda o da un organizzazione. Questa energia che ci viene data nell’essere online deve essere incanalata per dare un senso alle idee e al contenuto del messaggio che noi possiamo facilmente condividere."

Meet the Media Guru il 9 ottobre 2013.

Ragionare in termini di Information Design riporta al centro dell’artefatto comunicativo il valore del contenuto, questo approccio rientra a pieno titolo nella innovazione sociale che si sta compiendo in questi anni anche nell’ambito del design. Il rapporto tra l’uomo e il mondo si svolge tutto nella corrispondenza funzionale esistente tra cultura e tecnologia. Entrambi contribuiscono a sollecitare la sfera sensoriale e a plasmare processi cognitivi. Assumere un atteggiamento funzionale tra questi due ambiti diventa essenziale a costruire i tratti dell’esperienza estetica. L’innovazione che sta ridisegnando il nostro sistema economico e il nostro futuro non è più prerogativa esclusiva di ingegneri, informatici e centri di ricerca. Oggi l’innovazione sta diventando un bene comune, accessibile, facile da utilizzare e da trasformare in strumenti di lavoro per tutti, anche per il settore culturale. Il mondo della cultura ha davanti a sé un’opportunità unica. Questa grande disponibilità di strumenti e di possibilità ha infatti bisogno di nuovi contesti, nuovi significati: ed è proprio la

cultura c h e ha l’innata capacità di immaginare nuovi utilizzi, di definire nuovi mondi e creare nuovo senso in questo scenario così ricco e complesso.

Oggi il fulcro non è più il come fare le cose, ma perché farle.

È qui che le potenzialità immense dell’Information Design (in gran parte da svelare) possono avere un ruolo fondamentale nella innovazione sociale, soprattutto in relazione alle implicazioni sociologiche che potrà avere nella diffusione massiva di informazioni complesse con l’obbiettivo di semplificarle, elevando sempre la conoscenza specifica e la consapevolezza degli utenti, attraverso la creazione di empatia tra la rappresentazione dei dati e coloro che li ricevono, rendendoli così accessibili a tutti. Contribuendo così alla nascita di una

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Ragionare social “cittadinanza illuminata, che è la vera base della democrazia”, ribadendo le parole dell’intervista a Michael Stoll (docente e collezionista) dal nome “L’importanza di essere assonometrici” (Domus 955, febbraio 2012).

"VIRTUAL WATER"

Abbiamo già parlato della information designer Angela Morelli (vedi cap. Information Design) e ora analizzeremo uno dei suoi lavori più famosi “The Global Water Footprint of Humanity”. Sviluppato durante il suo master alla St. Martins di Londra, Questo lo studio ha lo scopo di esempio di Information Design per due motivi: visualizzare l’impronta idrica di centotrentadue • Non si è trattato di un lavoro paesi individuando commissionato, ma piuttosto attraverso diagrammi, illustrazioni, immagini i ricercatori hanno iniziato a e parole, quale sia utilizzare le sue mappe proprio il vero impatto del consumo di acqua perché, per la prima volta, qualcuno a livello globale. La parola chiave era riuscito a visualizzare i dati diventa per lei rendendoli più comprensibili. “virtual water”: il termine coniato dal • Il suo impatto sociale; Ha portato professore Tony alla luce un problema che molta Allan per indicare il volume di acqua gente non conosceva e la reso facile e dolce utilizzato comprensibile. per realizzare un prodotto, sommando tutte le fasi della filiera. Si parla di acqua “virtuale” perché la maggior parte dell’acqua utilizzata per realizzare quel prodotto non è contenuta nello stesso, ma è stata consumata durante la sua produzione.

Questo è un perfetto

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Immagini tratte dal sito www.angelamorelli. com/water/

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EPILOGO L’evoluzione dell’information design e dei suoi strumenti sono strettamente legati alle esigenze degli utenti (quindi della società stessa) e le tecnologie più avanzate. Essi rispecchiano il nuovo modo di interpretare il futuro dove i confini tra le arti tecniche e le arti umanistiche si incontrano per dare vita ad un artefatto comunicativo informativo, creando prodotti che inducono alla consapevolezza e una nuova sensibilità sociale. Essere testimone di questi passaggi, soprattutto durante gli studi che sto eseguendo nel campo della progettazione multimediale, mi richiamano ad essere cosciente del fenomeno, e hanno portato a muovermi nella sensibilizzazione verso di esso, a capirne il valore. Mi sono resa conto che l’argomento in questione ha una portata non indifferente che investe campi dissimili fra loro e ogni argomento trattato apre una voragine esplorabile in maniera sempre più approfondita. Ogni cosa che ho raccolto dal mio cammino di studi e dal mio osservare ha fatto accrescere il mio senso critico verso tutto ciò che mi circonda, sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista etico. In questa tesi ho cercato di delineare degli espetti dell’information design che possano essere recepiti quotidianamente nei media più comuni, spero infine di aver concesso altri spunti alle riflessioni riguardanti questo argomento che è, senza dubbio, degno dell´interesse.

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BIBLIOGRAFIA Cairo Alberto, Arte Funzionale. Infografica e visualizzazione delle informazioni, 2013 Pearson Italia; Falcinelli Riccardo, Critica Portatile al Visual design, 2014 Einaudi Editore; I Corsivi, Data Journalism, Informazione e creatività, 2014 RCS Media Group S.p.a; Granata Paolo, Estetica e Media Approccio ecologico, 2009 Lupetti Editori. Pasca Vanni, Russo Dario, Corporate image. Un secolo di immagine coordinata, dall’AEG alla Nike, 2005 Lupetti Editori;

SITOGRAFIA www.meetthemediaguru.org www.aiga.org www.taschen.com www.wired.it www.wyzowl.com www.fabrizionapoli.it www.thefunctionalart.com www.triennale.org www.fnsi.it www.corriere.it www.parol.it www.aiapzine.aiap.it www.treccani.it www.lucarosati.it www.bloggokin.it www. webhouseit.com www.columnfivemedia.com www.piktochart.com www.wikipedia.org

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