Litoranea

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e delineato l’esatto tracciato della strada; successivamente al rilievo altimetrico, si costruirono i piani rialzati in terra. I dicioccatori attraversarono il bosco utilizzando scuri, fiamme e anche esplosivi per liberare il suolo dal groviglio di tenaci radici che sorreggevano le enormi querce. Inoltre, sul terreno giacevano ancora gli alberi di alto fusto abbattuti durante la I Guerra Mondiale e poi non più utilizzati: con la fine del conflitto il prezzo del legname era sceso così i tronchi furono abbandonati sul luogo e lasciati imputridire. Oltrepassato il vecchio casale, si scendeva al guado attraverso Rio Martino. L’antichissimo canale pre-romano, all’epoca intasato dagli interramenti e dalla vegetazione accumulati nel corso dei secoli, era soltanto una lunga piscina, dove le acque ristagnavano per tutto l’anno. Per attraversarlo, senza rimanere impantanati nel fango, bisognava farsi guidare dai butteri del luogo, soprattutto nei periodi piovosi.

106 | NUMERO ZERO | 03.2014

Dopo il guado di Casal dei Pini, il futuro tracciato della Strada Litoranea lasciava il bosco ceduo per inoltrarsi nella macchia bassa, nei pressi Bella Farnia. Da qui in poi, il terreno diveniva sabbioso e la carraia, battuta dal passaggio del bestiame nel tempo, era tanto incassata sotto piano di campagna che sembrava un largo fossato. Il passaggio era comunque più agevole d’inverno, poiché il terreno bagnato e compatto offriva un appoggio solido alle vetture, mentre durante la buona stagione le ruote sprofondavano nella sabbia rovente, costringendo i viaggiatori a difficili manovre di spinta. Durante gli anni 1930 e 1931, gli operai del Cantiere di Casal dei Pini, al lavoro per costruire la Strada Litoranea, avanzavano nella Selva di Terracina, superando i profondi valloni del Rio di Nocchia, del Fosso di S. Giuseppe e del Fosso di Capodomo, che ora scorrono dal bosco di Cerasella (Selva di Circe), nei pressi delle

località Sacramento e Sant’Andrea, verso il litorale. Nel frattempo, un altro Reparto aveva iniziato i lavori per il tratto di Litoranea che, dal Circeo in direzione nord, attraversa le odierne frazioni di Mezzomonte e Molella. In tutta la zona sono stati rinvenuti reperti archeologici di epoca romana, lungo la Litoranea si trova anche la cosiddetta Fonte di Locullo e, poco distante, i resti della famosa Villa dell’imperatore Domiziano. I due tronchi dei nuovi rialzati stradali furono uniti nell’ottobre del 1931, vicino a Sabaudia, determinando un ampliamento dell’attività del Consorzio di Bonifica a partire dall’anno successivo. Dopo l’Appia e la Mediana, un’altra via attraversava da nord a sud l’Agro Pontino: la nuova Strada Litoranea, correndo a pochi chilometri dalla linea di costa, separata dal mare solo da laghi, pantani e dune, collegava ora il promontorio del Circeo alla valle del fiume Astura, unendo i vari borghi costruiti lungo il suo percorso.


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