Tir - La rivista dell'autotrasporto

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Albo Nazionale degli Autotrasportatori

Mensile - Aprile 2021 - n. 236

#Trasporti #Innovazione #Rete

MINISTERO: LA NUOVA STRUTTURA DEL MIMS

PNRR: LA PAROLA ALL’AUTOTRASPORTO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma C/RM/30/2017

FONDI SANITARI: LA SALUTE AL PRIMO POSTO



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MASSIMO DE DONATO direttore responsabile

Donne e trasporti, un connubio possibile. Celebrata da poco la Giornata internazionale delle donne, sembra incredibile nel 2021 dover ribadire l’ovvio, ovvero che non esistono lavori tagliati su misura per un genere. Eppure ad oggi ci sono alcuni settori ancora quasi esclusivamente appannaggio degli uomini. E quello dei trasporti e della logistica è fra questi. Gli ultimi dati a disposizione del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, pubblicati pochi mesi fa, segnalano, infatti, un tasso di disparità di genere del 56,4% per quel che riguarda la forza lavoro del trasporto e magazzinaggio; disparità che sale in maniera esponenziale al 95,7% quando si tratta di trovare una donna alla guida di un mezzo pesante o anche di un convoglio ferroviario. Dal 2012, sono previsti sgravi e contributi governativi per quei settori in cui la disparità superi almeno il 25%. Ma il lavoro da fare è ancora più ampio, ed è innanzitutto culturale. È necessario creare le condizioni per non penalizzare la parte essenziale del nostro Paese e allo stesso tempo far comprendere che il lavoro nei trasporti, anche grazie alle nuove tecnologie, è sempre meno un’attività fisica e richiede sempre più una preparazione tecnica. Anche noi, nel nostro piccolo, diamo un contributo con una redazione composta in larga parte da giornaliste, a dimostrazione di come universo femminile e mondo dei trasporti siano più vicini di quel che si pensi. Come del resto testimoniato dalle migliaia di imprenditrici alla guida di aziende di trasporto.

EDITORIALE


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Politica PNRR: la parola all’autotrasporto Dagli incentivi per il rinnovo del parco veicolare al sostegno all’intermodalità: tutte le richieste delle associazioni di categoria in vista della presentazione del piano

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Sicurezza La nuova frontiera dei controlli La Polizia stradale ha introdotto una nuova tecnologia che permette di effettuare ispezioni a distanza sui veicoli in movimento, utilizzando uno strumento che interagisce con i tachigrafi

Fondi sanitari La salute al primo posto Il CCNL Logistica, Trasporto merci e Spedizioni prevede dei fondi sanitari integrativi che in questo periodo di Covid si sono attivati con prestazioni sanitarie aggiuntive

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Tecnica Peugeot: un esperto dell’ultimo miglio La casa del leone ha lanciato la versione 100% elettrica del suo e-Expert, disponibile in tre diverse lunghezze. La nostra prova su strada a Roma

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p.20 TIR - Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi - ANNO XX N° 236 - aprile 2021 Comitato Scientifico: Presidente Enrico Finocchi. Direzione-Redazione: Via C.B. Piazza, 8 - 00161 Roma Tel. 06 69308055 Direttore Responsabile: Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it Capo Redattore: Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it Redattori: Antonella Vicini vicini@rivistatir.it Ertilia Giordano giordano@rivistatir.it Grafica: Marco Banci Segreteria: Giuditta Lopardo segreteria@rivistatir.it


IN QUESTO NUMERO Confronto costante con il mondo dei trasporti Il ministro Giovannini ha invitato a una collaborazione in tutte le fasi di attuazione del PNRR. Chiesto un incontro anche su altre tematiche

Brennero: sospesi (per ora) i tamponi Dal 28 marzo il Tirolo è di nuovo aerea a rischio normale secondo la classificazione tedesca per quanto riguarda il Covid

ITS: una road map per i trasporti Il Comitato Trasporti Interni dell’UNECE ha aggiornato la propria strategia sugli ITS per il periodo 2021-2025: 18 i punti del programma

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Verso una logistica più efficiente Un più ampio uso della digitalizzazione e di ITS può consentire all’Italia di superare il gap con gli altri Paesi. Il PNRR può essere l’occasione giusta

A scuola di logistica Il piano del Governo prevede nuove risorse per gli Istituti tecnici superiori ad alta specializzazione: vediamo l’offerta formativa di quelli dedicati alla logistica e ai trasporti

Centro-Nord: cresce il gommamare, in calo la ferrovia Il rapporto “Corridoi ed efficienza logistica dei territori” di SRM e Contship, ha analizzato le aziende di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna

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Editoriale p.1 Infografica p.34

Albo p.4

Fisco p.40 Normative p.42

Scadenze p.47

Numeri p.48

CHIUSO IN REDAZIONE IL 26.3.2021 CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ HP 10 Srl - Tel 02.48.003.799 mirta.barbeschi@hp10.it Editore e Proprietario: Comitato Centrale per l’Albo Nazionale delle Persone Fisiche e Giuridiche che esercitano l’autotrasporto di cose per conto terzi Via Giuseppe Caraci 36 - 00157 Roma (RM) CF 97113700583 - REALIZZAZIONE e STAMPA Arti Grafiche Picene Srl Stabilimento Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma) Registrazione Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98

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ALBO

PATRIZIO RICCI Vicepresidente Comitato Centrale Albo

RIMANERE UNITI NELLE DIVERSITÀ Per sostenere le esigenze

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dell’autotrasporto è necessario lavorare in sinergia pur nelle differenze di vedute

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a pandemia, oltre alla tragica evidenza sanitaria, ha acuito le diversità sociali e stigmatizzato le differenze tra i comparti dell’autotrasporto. Vi sono settori che stanno sviluppando la loro attività economica e altri che invece sono al palo. Non mi soffermo su quali siano perché all’evidenza di tutti. Ciò su cui invece invito alla riflessione, è come fare affinché dalle ceneri di questa tragedia possano crearsi opportunità migliori. Di fronte a noi, nell’immediato futuro, abbiamo grandi e piccoli temi che possono determinare la nostra ripartenza: il PNRR, la grande viabilità di collegamento con l’Ue, il rinnovo del CCNL e più in generale il costo del lavoro, i contributi inutili come quello richiesto dall’ART, ecc. Su questi e altri temi, è la nostra diversa natura, abbiamo posizioni e soluzioni non sempre convergenti. Per cercare di far si che il successo generale dell’autotrasporto prevalga su quello del singolo dobbiamo cercare di unire senza fondere, distinguere senza dividere, rimanendo uniti nelle diversità. Dobbiamo ridare importanza al valore dello stare insieme. L’alternativa è il “dividi et impera” con il risultato che la divisione gioverà soltanto a chi ha interessi diversi dai nostri. Agli altri Paesi Ue, se l’Italia non sarà in grado di presentare i progetti del PNRR in maniera condivisa. Ai soliti vettori dell’Est Europa, se il rinnovo contrattuale rappresenterà un mero aumento dei costi. E questo soltanto per fare alcuni esempi. Il “dividi et impera”, dalla sua origine, attribuita a Filippo il Macedone, poi utilizzata dalla casa d’Austria e quindi da Luigi XI di Francia, fino ai giorni nostri, non è mai stata utile ai lavoratori e alle classi più deboli. E non lo è neanche per noi.

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ALBO

ROBERTA DE SANTIS Vicepresidente Comitato Centrale Albo

DIALETTICA E SINERGIA PER L’AUTOTRASPORTO Al lavoro con un approccio costruttivo e cooperante per gestire una realtà in veloce cambiamento e in un momento difficile

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a alcune settimane ho assunto la vice presidenza del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori. Un compito impegnativo e una vera e propria sfida per me, che provengo sempre dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ma dal settore del trasporto passeggeri e, prima ancora, dal trasporto ferroviario di merci e passeggeri. Mi preme innanzitutto ringraziare il presidente Enrico Finocchi per la fiducia che mi ha concesso: farò di tutto perché si riveli ben riposta. Ringrazio anche Francesca Aielli, che mi ha preceduto, per l’efficacia e la correttezza del lavoro svolto: sicuramente mitigherà le difficoltà del subentro. Sono convinta che la dialettica e l’approccio sinergico, nel rispetto delle diverse reciproche posizioni, tra l’amministrazione e le associazioni di categoria costituiscano strumento indispensabile per gestire una realtà in veloce cambiamento nonché, oggi, stretta nella morsa tragica della pandemia. Quindi, entro i limiti del mio ruolo, confido nell’approccio costruttivo e cooperante che del resto è nella natura stessa del Comitato Centrale. Da subito ho iniziato a lavorare su diverse attività, a partire dal rimborso dei pedaggi che quest’anno richiede un cambiamento dei processi e quindi un impegno in più, dato l’ingresso di altri gestori, sempre nell’ottica della tutela dei princìpi di equità e di rispetto delle legittime aspettative delle imprese. Ma tra gli obiettivi cruciali verso cui indirizzare particolare impegno c’è sicuramente anche il tema della tutela delle imprese di autotrasporto iscritte all’Albo, attraverso un’attività che verifichi la loro regolarità e qualità.

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EUROPA

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DIBATTITO APERTO SUL PACCHETTO MOBILITÀ Salgono a otto i Paesi che hanno presentato ricorso alla Corte di Giustizia europea per chiedere l’annullamento di alcune misure. Il Belgio contesta la parte sul cabotaggio

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nche il Belgio si è aggiunto al fronte europeo critico nei confronti del Pacchetto mobilità. Nei mesi scorsi Bulgaria, Romania, Ungheria, Lituania, Polonia, Malta e Cipro avevano inviato una serie di ricorsi alla Corte di Giustizia europea per chiedere l’annullamento di alcune norme che fanno parte del nuovo impianto regolatorio dei trasporti. Adesso anche il governo belga ha deciso di muoversi in questa stessa direzione. A renderlo noto è stata l’associazione di categoria belga UPTR, che lo scorso ottobre aveva presentato un suo ricorso contro la norma sul cabotaggio, chiedendone la liberalizzazione progressiva invece delle ulteriori restrizioni previste dal Pacchetto mobilità, approvato la scorsa estate dal Parlamento europeo dopo anni di lavori e discussioni per trovare un accordo.

L’UPTR ha comunicato di aver ricevuto dal governo di Bruxelles la conferma di volersi unire al ricorso di annullamento già presentato da Malta, contro la regola (in vigore dal febbraio 2022) del periodo di attesa di quattro giorni prima di poter effettuare nuove operazioni di cabotaggio nello stesso Paese utilizzando lo stesso veicolo. Chi effettua un trasporto internazionale potrà comunque continuare a svolgere tre trasporti di cabotaggio entro un periodo massimo di 7 giorni. A questo punto salgono a 8 i Paesi Ue che hanno intrapreso la strada del ricorso. La norma, in ogni caso, sarà oggetto di discussione fra Commissione, Parlamento e Stati membri dopo la pubblicazione dei risultati di due studi promossi dall’esecutivo Ue su alcuni aspetti particolarmente dibattuti di questo Pacchetto mobilità (vedi Tir 235, pag. 11).

SPAGNA: NIENTE PEDAGGIO SU ALTRE DUE AUTOSTRADE In Spagna il tema del pagamento dei pedaggi autostradali continua a tenere banco nel dibattito interno. Dopo che lo scorso anno sono stati eliminati i pedaggi su una serie di strade ad alto scorrimento, con la scadenza delle concessioni, resta il tema di come garantire la manutenzione e il miglioramento delle infrastrutture. Nel frattempo, il ministro dei trasporti spagnolo José Luis Ábalos ha confermato che in vista della scadenza delle concessioni sulla AP 2 Saragozza - El Vendrell e sulla AP7 Tarragona - La Junquera, ad agosto, queste non verranno rinnovate e sarà quindi possibile viaggiare senza pagare il pedaggio.


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MINISTERI:

LE COMPETENZE SUL SETTORE DEI TRASPORTI S 8

Oltre al Mims, il ministero della Transizione Ecologica si occupa di pianificare le emissioni nei diversi settori dell’attività economica, compreso quello dei trasporti, mentre il ministero per la Transizione Digitale promuove l’innovazione tecnologica

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che prevede un riordino delle attribuzioni e competenze dei ministeri. Oltre ad un nuovo nome per il MIT, che ora è diventato ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, per andare incontro ad una visione di sviluppo che allinea l’Italia alle attuali politiche europee, il Governo Draghi ha istituto il ministero della Transizione Ecologica, guidato da Roberto Cingolani, che prende il posto del ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e assume competenze trasversali, alcune delle quali riguardano anche il nostro settore. Il Ministero si occuperà ad esempio di

MIMS: ecco i tre dipartimenti La nuova organizzazione del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili prevede la creazione di un nuovo dipartimento, per un totale di

Dipartimento per la programmazione, le infrastrutture di trasporto a rete e i sistemi informativi;

tre. Uno assume le competenze di programmazione e gestione delle infrastrutture e dei sistemi a rete (come ad esempio i trasporti). A queste si aggiungono

Dipartimento per le opere pubbliche, le risorse umane e strumentali;

Dipartimento per i trasporti e la navigazione


TIR pianificare le emissioni nei diversi settori dell’attività economica, compreso quello dei trasporti; dei piani e delle misure in materia di combustibili alternativi e delle reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici, qualità dell’aria, politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e per la finanza climatica e sostenibile; della promozione di politiche di sviluppo sostenibile, nazionali e internazionali. Inoltre, in stretta connessione con questo, è stato istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione. Il Comitato è presieduto dal presidente del Consiglio

dei ministri o dal ministro della Transizione Ecologica, ed è composto dai ministri della Transizione Ecologica, dell’Economia e delle Finanze, dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, del Lavoro e delle Politiche sociali e delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Entro tre mesi il CITE dovrà approvare il Piano per la transizione ecologica che dovrà coordinare, tra le altre, le politiche in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti; di mobilità sostenibile e di qualità dell’aria. Il CITE si avvarrà di un Comitato tecnico di supporto, composto da un rappresentante della presidenza del Consiglio dei ministri e da un rappresentante per ciascuno dei Ministeri coinvolti. Anche il nuovo ministero per la Transizione Digitale, guidato da Vittorio Colao, ha competenze

competenze relative ai sistemi informativi, per monitorare tempestivamente la progettazione e la realizzazione delle infrastrutture, degli investimenti nel settore dei trasporti, delle reti idriche, dell’edilizia pubblica. Il secondo dipartimento si occupa di opere pubbliche e di altri progetti di rilievo per la qualità della vita delle persone e per il superamento dei divari territoriali esistenti nel nostro Paese. Si tratta di programmi di edilizia pubblica e rigenerazione

POLITICA

che potrebbero ricadere anche sul nostro settore. Il Ministero ha il compito di promuovere, indirizzare e coordinare l’azione del Governo nelle materie dell’innovazione tecnologica, dell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea, della strategia italiana per la banda ultra larga, della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, nonché della trasformazione, crescita e transizione digitale del Paese, in ambito pubblico e privato, dell’accesso ai servizi in rete, della connettività, delle infrastrutture digitali materiali e immateriali e della strategia nazionale dei dati pubblici. Sarà affiancato da un Comitato interministeriale per la transizione digitale (CITD), con il compito di assicurare il coordinamento e il monitoraggio dell’attuazione delle iniziative di innovazione tecnologica e transizione digitale delle pubbliche amministrazioni competenti.

urbana e di ammodernamento e potenziamento delle reti idriche, fondamentali anche per contrastare le conseguenze della crisi climatica. Il dipartimento sovrintende anche al funzionamento dei provveditorati interregionali per le opere pubbliche e provvede alla gestione delle risorse umane e strumentali. Il terzo, infine, ha competenza sulle varie articolazioni del sistema dei trasporti (stradale, ferroviario, aereo, trasporto pubblico locale, porti e aeroporti), da cui dipende la realizzazione della mobilità sostenibile e le capacità del Sistema Paese di competere a livello europeo e internazionale sul piano economico. A questo dipartimento attengono anche le direzioni generali territoriali nelle quali opera la Motorizzazione civile.

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Incentivi per il rinnovo del parco veicolare, sostegno all’intermodalità, ammodernamento e realizzazione di nuove infrastrutture e introduzione di processi digitalizzati sono tra le principali richieste delle associazioni in vista della presentazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza di Lucia Angeloni

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PNRR: LA PAROLA ALL’AUTOTRASPORTO E

ntro il 30 aprile l’Italia dovrà presentare all’Unione europea il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), uno strumento di politica economica fondamentale che orienterà il Paese almeno per i prossimi dieci anni. Il documento traccia infatti gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia intende realizzare con gli oltre 190 miliardi di fondi, tra sovvenzioni e prestiti, che l’Europa mette a disposizione del nostro Paese. Una cifra senza precedenti che rappresenta un’occasione unica, anche per il mondo dei trasporti, per colmare il deficit rispetto agli altri

Paesi europei in termini di innovazione, sostenibilità o digitalizzazione. In vista della stesura definitiva del Piano, il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha voluto incontrare anche le associazioni di categoria dell’autotrasporto, che hanno potuto fornire i loro contributi e suggerimenti sulle misure da adottare e sui problemi da risolvere. Abbiamo quindi chiesto alle associazioni di categoria quali sono i temi considerati prioritari e quali le principali problematiche su cui intervenire.

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Thomas Baumgartner

“Concordiamo sull’impostazione a favore di un sistema di trasporti maggiormente sostenibile - sottolinea Thomas Baumgartner, presidente di Anita -. Le prime bozze del PNRR contenevano molti investimenti nel settore ferroviario, chiediamo però che si distinguano tra quelli a favore della mobilità delle persone e quelli per le merci, un settore altrettanto importante, come la pandemia ha ampiamente dimostrato. A nostro avviso mancano ancora fondi per il potenziamento di alcune infrastrutture ferroviarie, a partire dalla linea appenninica dove occorre ampliare le sagome delle gallerie per garantire il passaggio di treni con i semirimorchi di quattro metri. Le stesse considerazioni valgono per i terminal intermodali.” Baumgartner ricorda come le aziende stiano investendo molto sul rinnovo delle flotte acquistando mezzi moderni, più sicuri e alimentati con motori ecologicamente più virtuosi. “Occorre quindi che i fondi per incentivare gli investimenti vengano elargiti, contemporaneamente

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è necessario che si adegui l’infrastruttura stradale ed autostradale. In generale poi bisogna snellire la burocrazia, migliorare le procedure per l’aggiudicazione degli appalti, affinchè queste risorse possano arrivare ed essere utilizzate nella maniera giusta. Proponiamo poi che venga avviata anche in Italia la sperimentazione di veicoli più grandi e più lunghi per il trasporto stradale delle merci: questi mezzi consentirebbero infatti di impattare meno sull’ambiente. Certamente, nel contempo, sarebbe necessario adeguare la rete stradale per consentirne la circolazione”.

Claudio Donati

Per Claudio Donati, segretario generale di Assotir, “l’ammodernamento e la realizzazione di nuove infrastrutture, così come il processo di penetrazione del digitale nelle imprese, non potranno che migliorare l’efficienza del sistema di mobilità delle merci italiano, che porterà senz’altro a risultati positivi, così come l’impulso all’intermodalità. Si tratta di azioni che, banalmente, da

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POLITICA

sole miglioreranno la velocità commerciale delle merci, favorendo una maggiore competitività del nostro sistema rispetto a quelli dei Paesi europei più importanti”. Anche Donati pone poi l’accento sulla necessità di un’accelerazione nel processo di rinnovo del parco veicolare industriale, “indispensabile per raggiungere l’obiettivo di una riduzione consistente dell’impatto ambientale. Questa è una misura di impatto diretto sul settore. Perciò consideriamo una sua eventuale assenza un errore imperdonabile. Inoltre, va fatta una riflessione in merito al rapporto tra innovazione e tenuta, meglio sarebbe dire coesione, del sistema imprenditoriale. Per fare un esempio, nel settore della distribuzione stiamo assistendo a un forte incremento di veicoli commerciali (fino 3,5 Ton). Fatto positivo, ovviamente, dal punto di vista del contrasto all’inquinamento, ma non possiamo far finta di non vedere che quello stesso settore è tra quelli in cui si concentra il massimo dello sfruttamento e dell’illegalità. Siamo di fronte al paradosso per cui sfruttamento e virtuosità ambientale vanno a braccetto. C’è, insomma il rischio di pesanti contraddizioni che il nuovo processo può accentuare o addirittura innescare. Un Piano destinato a incidere così profondamente sull’economia deve tenere conto di questi aspetti”.

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POLITICA

Amedeo Genedani

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Anche il presidente di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani, ha ribadito la necessità di assicurare con le risorse del Recovery Plan una dotazione finanziaria pluriennale adeguata a sostenere gli imponenti investimenti green delle imprese di autotrasporto impegnate a rinnovare i propri mezzi. “Già dal 2015 il settore, avendo subito l’esclusione dai benefici fiscali sui rimborsi accise per i veicoli più inquinanti, ha dovuto puntare con decisione sugli investimenti in nuovi mezzi, nonostante le difficoltà economiche, la scarsa redditività causata dall’aumento dei costi e una concorrenza al ribasso provata da vettori esteri irregolari – afferma Genedani –. Per questo è fondamentale continuare mettere in campo un piano strutturato di riconversione ambientale e irrobustire il fondo nazionale per il rinnovo del parco veicolare merci con una serie di misure durature nel tempo”. Al tempo stesso per Genedani è necessario incentivare lo sviluppo dell’intermodalità marittima e ferroviaria, prevedendo dei voucher diretti agli autotrasportatori che sono coloro che compiono la scelta intermodale, tolgono tir dalle

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strade e riducono notevolmente le emissioni inquinanti. Confartigianato Trasporti approva infine la decisione del Governo di puntare sugli investimenti strutturali che dovrebbero riuscire a risolvere le inefficienze logistiche del nostro Paese e rappresentare un volano per il rilancio di interi settori.

Massimo Stronati

Nella lista di interventi necessari e indispensabili, Massimo Stronati, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi, elenca innanzitutto interventi sulla struttura di mercato, finalizzati a costruire un’aggregazione organizzativa nei mercati altamente polarizzati e con più ampia presenza di piccole e piccolissime imprese. Servono poi “interventi per la semplificazione normativa-amministrativaburocratica” in grado di rendere competitive le imprese italiane rispetto a quelle degli altri Paesi Ue, “interventi per il mercato del lavoro tesi a favorire un processo di sviluppo continuo del capitale umano con il continuo aggiornamento delle competenze operative e manageriali”. E ancora, interventi fiscali, con la creazione di un pacchetto stabile di aiuti economici e incentivi integrati per APRILE2021

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le imprese del settore per progetti e iniziative di efficientamento energetico, trasformazione digitale e capacità di resilienza; interventi per la finanza di impresa allo scopo di supportare la creazione di canali di finanziamento privati ad hoc per il settore trasporto merci e logistica; interventi per l’innovazione, con particolare riguardo alla digitalizzazione e all’efficientamento ambientale; interventi volti ad incentivare il rinnovo del parco auto verso elettrico e carburanti alternativi a basso impatto ambientale come gas, metano ed idrogeno.

Pasquale Russo

“Sul PNRR abbiamo evidenziato innanzitutto due principi – sottolinea invece Pasquale Russo, segretario generale di Fai-Conftrasporto -. Il primo è che ha una scarsa addizionalità di risorse, nel senso che molte delle risorse previste per gli investimenti in infrastrutture e trasporti sostituiscono quelle che erano già previste dalla contabilità ordinaria; quindi è come se si fosse sostituita una risorsa nazionale con una risorsa comunitaria. Speriamo che il presidente del Consiglio cambi in qualche modo l’utilizzo di


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queste risorse e che ne aggiunga altre. In secondo luogo, dai primi effetti della pandemia, abbiamo auspicato che al di là delle risorse stanziate l’Italia fosse capace di cambiare il proprio quadro giuridico per l’impiego dei fondi, perché non è solo un problema di quanti soldi mettiamo, ma come e in quanto tempo si spendono. Abbiamo un codice degli appalti e una legislazione generale che non consentono l’impiego di risorse in maniera veloce, quindi riteniamo che ancor prima di stanziare i soldi si sarebbe dovuto intervenire su questo”. Anche Russo rimarca poi la necessità di rinnovo del parco veicolare. “Se uno degli asset del PNRR deve essere proprio la transizione ecologica ci sembra singolare che siano state eliminate tutte le risorse per la sostituzione del parco veicolare, così come riteniamo poco lungimirante il non aver previsto risorse per potenziare le infrastrutture portuali e per renderle resilienti rispetto ai cambi climatici”.

Enzo Solaro

Per Enzo Solaro, segretario generale di Fedit, “la bozza del PNRR prevede risorse

TIR importanti a favore della logistica e questo è un segnale importante, dimostra che la politica è consapevole che per un Paese come il nostro, senza materie prime, una logistica efficiente rappresenta braccia e gambe dell’economia. Tra i Paesi industrializzati l’Italia però è quello che vanta più impicci burocratici. Abbiamo 440 processi amministrativi sulle merci che fanno capo a una pletora di soggetti contro una media europea di 50 e tutti regolati da un solo soggetto. Nei porti italiani i mezzi pesanti fanno dalle 5 alle 8 ore di attesa perché non esiste un sistema di prenotazione intermodale. Oltre alla magistratura ordinaria, adibiti al controllo ci sono Agcom, ART, Antitrust, tutti soggetti che determinano per le nostre imprese e la nostra economia appesantimenti burocratici, quando va bene, oltre a costituire anche un ingiustificato balzello”. Per Solaro serve quindi una riforma della pubblica amministrazione, per rendere le imprese più libere di operare sul mercato. “Non vuol dire poter fare quello che si vuole, ma piuttosto poter contare su regole che consentano di efficientare i processi per ridurre quel gap dei costi logistici che in Italia è stimato tra i 70 e 90 miliardi all’anno”. Sul fronte delle infrastrutture, Solaro indica come prioritario il tema dei valichi alpini, un sistema di collegamenti ormai vetusto che crea troppi colli di bottiglia. APRILE2021

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Alessandro Peron

Anche la Fiap ha offerto il proprio contributo di idee. Tra le priorità indicate da Alessandro Peron, segretario generale dell’associazione, la necessità di incrementare e sostenere il ricorso all’intermodalità tramite strumenti già attivi come il Ferrobonus e il Marebonus, con un incremento della dotazione economica da realizzare attraverso un modello di attribuzione delle risorse che raggiunga direttamente gli utilizzatori, oltre a quella di incentivare l’adozione da parte delle imprese di un parco veicolare più sostenibile. Altro obiettivo da sostenere con opportuni strumenti finanziari, è quello della digitalizzazione dei processi operativi connessi ai servizi di trasporto. In particolare Fiap ritiene utile l’attivazione della e-CMR, la lettera di vettura internazionale elettronica, soluzione che deve scontare necessariamente il recepimento del relativo Protocollo addendum alla Convenzione CMR originaria, datato 2008 ed entrato in funzione nel 2011, atto mai assunto dalla Politica nazionale, e l’adozione di un Piano per la digitalizzazione della Logistica 4.0 che preveda incentivi per progetti di ideazione, ricerca e sviluppo di soluzioni specifiche per il trasporto e la logistica, e che sostenga la formazione degli addetti che le utilizzeranno. Ancora, per Fiap sono necessari interventi tesi

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POLITICA

ad incentivare l’occupazione nel settore e la formazione specifica degli addetti, con nuove forme di decontribuzione che permettano a nuovi addetti di accedere alla qualifica di autista, risorsa primaria per l’autotrasporto attualmente in deficit di disponibilità e promuovere percorsi di formazione.

Patrizio Ricci

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Provvedere alla manutenzione della rete stradale, realizzare gli hub logistici, attuare l’archivio nazionale delle strade e promuovere una campagna di incentivi per i mezzi pesanti per accelerare la transizione ecologica abbattendo il livello di emissioni sono le priorità indicate dal presidente di FitaCNA, Patrizio Ricci. “Il PNRR rappresenta un’opportunità irripetibile per l’ammodernamento del Paese. Dobbiamo innovare e mettere in sicurezza le infrastrutture – afferma Ricci –. Troppo spesso subiamo colli di bottiglia a livello infrastrutturale. Per questo è importante avere un archivio nazionale delle strade con un monitoraggio costante ma anche corsie preferenziali per il trasporto

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merci, nuove infrastrutture verso i porti e gli hub logistici ferroviari. Tutto questo deve avere una regia considerando che certi interventi potranno essere realizzati attraverso il PNRR e altri, invece, attraverso finanziamenti dello Stato italiano”. Ricci indica poi l’esigenza di favorire il rinnovo del parco circolante dei Tir. “È naturale che la transizione ecologica abbia dei costi che le imprese non riescono a sostenere ma noi, da imprenditori, vogliamo trovare le risorse sul mercato. Però abbiamo bisogno di sostegno per essere competitivi, per essere messi nelle condizioni di raggiungere questo obiettivo: vivere del nostro lavoro”.

Daniele Conti

Tra i temi rilevanti indicanti da Daniele Conti, responsabile settore trasporti e logistica di Legacoop Produzione e Servizi, vi è l’incentivazione allo sviluppo intermodale e il potenziamento del sistema portuale italiano. “È fondamentale contribuire allo spostamento modale dei significativi volumi di merci che hanno origine da porti o rilevanti aree produttive/logistiche verso APRILE2021

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le destinazioni finali attraverso la digitalizzazione dei processi di programmazione tracciamento e verifica, così come è fondamentale il potenziamento della competitività del sistema portuale italiano attraverso una maggiore e migliore concertazione di strategie e di programmi di sviluppo da parte delle diverse autorità portuali e la realizzazione dei collegamenti di ultimo miglio dei porti e nei retroporti”. Conti sottolinea poi la necessità di una politica industriale per il settore logistico che accompagni la crescita dimensionale delle imprese, con interventi sulla struttura di mercato finalizzati a costruire l’aggregazione organizzativa e di mettere in campo un piano strutturato di riconversione ambientale irrobustendo il fondo nazionale per il rinnovo del parco veicolare.

Paolo Melfa

“Il PNRR rappresenta un’occasione irripetibile per il rilancio del Paese – ribadisce Paolo Melfa, responsabile nazionale di Sna-Casartigiani – e per attuare le importanti riforme che modifichino strutturalmente i pilastri su cui deve poggiare la


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crescita, lo sviluppo e il disegno di crescita dell’economia più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Lo sviluppo della mobilità sostenibile passa anche e soprattutto attraverso la riqualificazione delle infrastrutture. Investimenti in opere pubbliche di modernizzazione, completamento e messa in sicurezza delle reti infrastrutturali facilitano il trasporto, le comunicazioni e l’accesso ai servizi e saranno il volano per lo sviluppo del tessuto sociale in particolare nelle regioni del Sud Italia dove la necessità di sviluppo è esigenza atavica mai pienamente soddisfatta. L’incontro con il ministro Giovannini ha confermato l’attenzione al settore del trasporto merci confermando la volontà del Governo di intervenire con aiuti economici mirati per il rinnovo dei veicoli pesanti per un trasporto più sostenibile sotto il profilo ecologico”. Sna-Casartigiani apprezza inoltre la volontà di prevedere tavoli permanenti di confronto per approfondire i problemi irrisolti della categoria che esulano dalle previsioni del PNRR.

“La programmazione del nuovo PNRR è improntata principalmente sulla transizione green e digitale oltre che sull’innovazione – evidenzia Maurizio Longo, segretario generale di TrasportoUnito –. Sulla digitalizzazione la svolta deve

essere caratterizzata ad esempio dall’introduzione di sistemi che consentano la dematerializzazione e tracciabilità documentale, come ad esempio l’e-CMR, l’integrazione dell’autotrasporto nell’automazione dei nodi logistici necessaria allo snellimento dei processi autorizzativi, il potenziamento e connessione della rete delle aree di sosta, la razionalizzazione e semplificazione

Maurizio Longo

delle procedure amministrative e la riduzione degli eccessivi organi di vigilanza”. Per quanto riguarda il green e l’innovazione del trasporto su strada per TrasportoUnito è fondamentale una rivisitazione dell’intero sistema: dall’accesso al mercato agli strumenti contrattuali, dall’abilitazione dei nuovi conducenti ai nuovi modelli d’impresa, dalla sostenibilità ambientale al sostegno economico per il rinnovo del parco veicoli, all’aumento dei livelli di sicurezza con il coinvolgimento delle officine private per l’efficientamento delle revisioni veicolari. Infine è necessario individuare piani formativi finalizzati all’aumento delle innovative competenze professionali. APRILE2021

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POLITICA

Emanuela Bertoni

Emanuela Bertoni, presidente di Unitai, mette al primo posto tra gli interventi quello per il rinnovo del parco dei veicoli che trasportano merci su gomma. “Si tratta di un’iniziativa che è prima di tutto necessaria in considerazione dell’anzianità dei mezzi circolanti oltre chiaramente ad avere un impatto estremamente positivo sull’aspetto ambientale e a fare da leva per creare la mobilitazione di maggiori e ulteriori capitali privati. Rimanendo al trasporto su gomma - continua Bertoni - si auspica la realizzazione di uno sportello unico che possa gestire tutta la partita riguardante il rilascio delle autorizzazioni per trasporti eccezionali e un rafforzamento della Motorizzazione Civile al fine di migliorare i servizi prestati, in primis il sistema di revisione dei veicoli commerciali. Sempre sul fronte della mobilità stradale, è necessario prevedere un intervento sostanzioso per la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale esistente, con particolare riferimento alle arterie secondarie e locali, da troppo tempo abbandonate e per la realizzazione di aree di sosta attrezzate per i conducenti dei mezzi pesanti, altro punto dolente nel nostro Paese”.

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POLITICA

CONFRONTO COSTANTE CON IL MONDO DEI TRASPORTI

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Il ministro Giovannini ha invitato le associazioni a una collaborazione in tutte le fasi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il mondo dell’autotrasporto chiede un incontro anche su altri fronti

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i è svolto il 17 marzo, in videoconferenza, l’incontro tra il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, e le associazioni di categoria dell’autotrasporto, insieme alle altre associazioni datoriali e sindacali del settore dei trasporti e della logistica, sul tema del PNRR. Un incontro positivo visto che il ministro si è detto disponibile ad approfondire la questione del rinnovo del parco veicolare. Un’apertura verso una delle principali richieste delle associazioni, assieme a quella della digitalizzazione dei processi operativi connessi

ai servizi di trasporto e di nuovi investimenti a favore dell’intermodalità. Il ministro ha anche chiesto alle associazioni di aiutare il Governo nella transizione, che dovrà essere non solo ecologica ma anche culturale e ha posto l’accento sulla necessità per le imprese di fare un salto di qualità. Poiché le risorse per il PNRR saranno limitate, anche se consistenti (circa 48 miliardi di euro per il Mims secondo quanto

indicato in audizione alla Camera), il ministro ha poi invitato le associazioni a collaborare con i cinque gruppi di lavoro che sono stati istituiti per individuare i punti principali su cui intervenire. Dei cinque gruppi uno si occuperà dell’analisi dei progetti e del confronto con la Commissione Ue, il secondo delle innovazioni normative necessarie per garantire l’attuazione rapida dei progetti, il terzo sull’innovazione organizzativa del Ministero, il quarto sui sistemi informativi per assicurare lo scambio dei dati necessari per


TIR monitorare la realizzazione dei progetti e infine il quinto lavorerà sull’impatto economico, sociale e ambientale del piano. Il metodo di lavoro individuato ha ottenuto il plauso delle associazioni di categoria che appunto saranno coinvolte in tutte le fasi del piano. Tuttavia vi sono alcune problematiche su cui il Piano nazionale di ripresa e resilienza non interverrà e che se non affrontate influiranno negativamente sul settore. Per questo Unatras ha inviato una lettera al Ministro chiedendo un incontro in cui discutere di questioni fondamentali, quali l’eliminazione dei SAD, i sussidi ambientalmente dannosi e la questione del contributo all’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Secondo Unatras mettere mano al rimborso accise produrrebbe effetti controproducenti. “In un momento di forte crisi sarebbe una mossa recessiva, perchè inevitabilmente costerebbe di più il trasporto, salirebbero i prezzi dei prodotti di largo consumo e quindi sarebbero penalizzati i consumatori finali e ne risentirebbe

l’intero ciclo economico. Senza voler ripercorrere la genesi della misura che diede vita al credito d’imposta per le accise – scrive Unatras – siamo a significare la grande preoccupazione su una misura di vitale importanza per la categoria che ha già subito negli ultimi anni la rimodulazione dei sussidi per le motorizzazioni più inquinanti fino all’Euro 4 e si è dovuta adattare con spirito di sacrificio a cambiare i veicoli nonostante la scarsa competitività sul mercato e la mancanza di redditività aziendale. Oggi un ulteriore attacco al rimborso delle accise per l’autotrasporto, che colpirebbe tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto poderosi investimenti, sarebbe incomprensibile ed inaccettabile”. Inoltre Unatras sottolinea la necessità di trovare un’immediata soluzione sulla questione dell’obbligo di contribuzione all’ART che, a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato è stato richiesto anche alle imprese del settore autotrasporto che non è mai stato direttamente coinvolto da alcun atto regolatorio dell’Authority.

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OBIETTIVO TRANSIZIONE VERDE I Piani nazionali di ripresa e resilienza da presentare alla Commissione europea dovranno rivolgere una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e alla digitalizzazione. In vista della predisposizione del PNRR nazionale, l’Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile ha presentato un rapporto che valuta, alla luce dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, le missioni per indirizzare le risorse in un’ottica di sviluppo sostenibile. Nel documento risulta che nel piano finora presentato mancano progetti in grado di rispondere realmente alle sfide climatiche e ai target fissati dall’Accordo di Parigi sul clima; carenze evidenziate anche nella Legge di Bilancio 2021. Prendendo in esame i 17 obiettivi della Nazioni Unite, il quaderno dell’Asvis analizza sia i risultati ottenuti finora sia gli interventi inseriti nel PNRR. Guardando alla mobilità e alle infrastrutture si evidenzia che nel piano emerge l’assenza di una strategia nazionale di riferimento complessiva per i trasporti e la logistica, considerando i fabbisogni di trasporto di persone e merci anche sulla base di dinamiche demografiche, di trasformazione dei flussi delle merci, di riduzione e cambio di modalità e frequenza. Nel Rapporto si considera necessario anche un progetto di alta capacità ferroviaria per efficientare il trasporto ferroviario delle merci e favorire lo spostamento gomma-ferro. I fondi per l’intermodalità, inoltre, appaiono inadeguati per le riforme richiamate dal piano. Si registra, poi, una mancanza di visione sui temi legati alla progettazione di infrastrutture portuali resilienti, in un contesto sempre più condizionato dai cambiamenti climatici.

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VALICHI

TIR

BRENNERO: SOSPESI (PER ORA) I TAMPONI 18

Dal 28 marzo il Tirolo è di nuovo area a “rischio normale” secondo la classificazione tedesca. Alcuni nuovi focolai, però, già preoccupano

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l Robert Koch Institut, l’organizzazione del ministero della Salute tedesca che si occupa di prevenzione, ha rimosso il Tirolo dalla lista delle aree “a rischio variante”, dopo che nelle scorse settimane nel Land era stata riscontrata una presenza di variante sudafricana del virus. Da domenica 28 marzo sono state, quindi, eliminate le misure previste in questo caso come l’obbligo di presentare un Covid test negativo, che dallo scorso 15 febbraio era stato anche applicato a tutti i viaggiatori in transito attraverso il Brennero, compresi gli autotrasportatori provenienti dal nostro Paese. Il Tirolo risulta essere quindi un’area “a rischio normale”. Questa almeno la situazione al momento in cui andiamo in stampa, anche se si parla a brevissimo di obbligo di tampone negativo per chi esce dal Tirolo a causa della presenza di una nuova variante inglese; obbligo che varrebbe


TIR anche per gli spostamenti all’interno dell’Austria. La questione dell’attraversamento del Brennero è un tema caldo per le imprese di autotrasporto, già da ben prima della comparsa del nuovo coronavirus. Da anni, infatti, le molteplici limitazioni al traffico dei mezzi pesanti (dal divieto notturno a quello settoriale al contingentamento) decise dalle autorità austriache rendono difficile superare l’arco alpino, con conseguenze anche sul nostro export. Nei giorni scorsi, ad esempio, le autorità tirolesi hanno pubblicato il calendario del sistema di dosaggio sui veicoli pesanti che, fino a fine anno e in giornate

specifiche, ammette il passaggio di un massimo di 300 tir all’ora. E sempre al Brennero negli anni scorsi era stato costituito un blocco contro i migranti provenienti dall’Italia che aveva rappresentato di fatto una chiusura delle frontiere. Politiche che hanno ricevuto in più occasioni critiche e interventi da parte dell’Unione europea. Anche in quest’ultimo caso dei tamponi al Brennero, le istituzioni Ue avevano richiamato formalmente Germania, Austria e Repubblica Ceca (classificata anch’essa – fino al 26 marzo scorso – come area con presenza di varianti e quindi con obbligo di tampone per chi fosse diretto in territorio tedesco) per aver reintrodotto i controlli,

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sottolineando la necessità di garantire il funzionamento del mercato unico anche attraverso le Green Lanes. Anche Unatras aveva scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi chiedendo la massima attenzione su una questione che ricade non solo sugli autotrasportatori italiani. “Il disagio continuo e sfibrante che le nostre imprese si trovano a vivere – scrive Unatras – nuoce irrimediabilmente all’intero sistema produttivo nazionale, mette a repentaglio l’approvvigionamento di beni essenziali e rischia di pregiudicare la possibilità di una ripresa economica rapida ed energica, se non vengono prese contromisure adeguate”.

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L’IMPEGNO DELLA POLSTRADA AL BRENNERO Da metà febbraio la Polizia Stradale è stata impegnata nella gestione della viabilità lungo il valico del Brennero per limitare i disagi causati dai controlli sugli autotrasportatori che devono passare la frontiera con l’Austria muniti di certificato di negatività al Covid-19. Dal 15 febbraio, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha attivato assieme con ministeri della Salute e dell’Interno delle postazioni per effettuare i test; nel frattempo le polizie hanno agito per rendere meno impegnativa l’attesa al valico con il Brennero e ridurre le file che nei primi giorni sono state abbastanza intense. “Facendo anche attività di divulgazione con le associazioni di categoria abbiamo utilizzato una strategia molto specifica e articolata, attuando un filtro all’altezza di Verona per quel che riguarda i mezzi pesanti diretti verso il Brennero in

modo tale da consentire la prosecuzione del viaggio a coloro che erano già muniti del certificato attestante la negatività al Covid-19”. A parlare è Paolo Maria Pomponio, direttore del servizio di Polizia Stradale. “Ovviamente all’inizio abbiamo registrato delle difficoltà perché in pochi avevano il tampone, ma già dai primi giorni al Brennero e a Sadobre sono state allestite postazioni, attraverso l’azienda sanitaria locale, dove effettuare il test”. Le postazioni, anche a cura dei privati, si sono successivamente moltiplicate. Il numero di conducenti di mezzi pesanti che senza certificato, ha assicurato Pomponio, è via via diminuito drasticamente.

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LA NUOVA FRONTIERA DEI CONTROLLI La Polizia ha introdotto una nuova tecnologia che permette di effettuare ispezioni a distanza sui veicoli in movimento, utilizzando uno strumento che interagisce con i tachigrafi intelligenti montati sui tir

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a Polizia Stradale ha adesso un nuovo alleato nei controlli su strada ai mezzi pesanti. Controlli che stanno diventando sempre più capillari, sia per andare incontro all’obiettivo dell’Unione europea di raggiungere le zero vittime sulla strada entro il 2050, sia per l’accordo siglato con l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori e mirato appunto a intensificare e specializzare gli accertamenti sui tir italiani e stranieri. Si S tratta della tecnologia DSRS (Dedicated short range communication), una delle principali novità introdotte con il tachigrafo intelligente, obbligatorio dal 15 giugno 2019, che permette di effettuare ispezioni a distanza sui veicoli in movimento, utilizzando uno strumento che interagisce con i tachigrafi intelligenti montati sui tir. In

L’antenna DRSC consente il dialogo con il tachigrafo intelligente sostanza, la Polizia Stradale è dotata di un’antenna che può essere montata su un treppiede a bordo strada, tipo autovelox, oppure può essere installata direttamente sul tetto della volante ed effettuare quindi un controllo dinamico in fase di sorpasso. L’antenna è in grado di dialogare con quella DSRC installata obbligatoriamente a bordo dei veicoli; dopo un’appropriata autenticazione, i dati relativi al veicolo vengono trasmessi in modalità wireless ai dispositivi in dotazione alle autorità di controllo. L’organo accertatore riesce quindi


TIR ad avere in tempo reale una fotografia su 19 parametri tecnici relativi al funzionamento del tachigrafo e a riscontrare eventuali anomalie. Le anomalie sono quelle indicate dall’allegato al Regolamento 165/2014, che ha introdotto il tachigrafo intelligente, e riguardano ad esempio il superamento dei limiti di velocità, la guida in assenza di carta del conducente valida, l’inserimento della carta durante la guida o ancora il numero di immatricolazione del veicolo. Il DSRS non può però leggere i dati dell’autista, che sono protetti da privacy, e quindi non potrà essere utile per controllare ad esempio i tempi di guida e di riposo. In caso di anomalie, l’organo accertatore vedrà quindi comparire su un dispositivo collegato all’antenna, come un pc o un tablet, un bollino rosso e potrà quindi fermare il veicolo per effettuare un controllo vero e proprio e, se necessario, sanzionarlo. È importante, infatti, sottolineare come nessuna sanzione potrà essere fatta in maniera automatica sulla base dei soli dati trasmessi. Una vera e propria innovazione, che consente di migliorare il costoefficacia dell’attività di controllo. “Grazie a questa nuova tecnologia tutto il sistema viene ottimizzato – ha sottolineato a Tir Paolo Maria Pomponio, direttore del servizio di Polizia Stradale -. Siamo infatti in grado di fare una pre-selezione, fermando solo i mezzi che

presentano qualche anomalia. Il conducente del mezzo pesante in regola, invece, non verrà fermato e non perderà tempo mentre la stessa pattuglia potrà concentrare i suoi sforzi sulle situazioni meritevoli di approfondimento. Allo stesso tempo si contribuisce alla sicurezza stradale perché si evita il meccanismo di intercettazione del veicolo in movimento per poi condurlo in un’area idonea agli accertamenti”. Al momento il progetto si trova ancora in una fase sperimentale. “Stiamo verificando soprattutto se agli alert corrispondono a una situazione meritevole di approfondimento ma già questa prima fase di sperimentazione sta evidenziando la bontà del prodotto”, ha concluso Pomponio. La Polizia Stradale italiana è una delle prime in Europa a dotarsi di questa tecnologia, che è stata sviluppata da Continental VDO, specializzata proprio nel mondo dei tachigrafi. “Abbiamo avviato questo progetto con la Polizia Stradale italiana nel 2018 – ha spiegato a Tir Alessio Sitran, Business Development e Institutional Relations Manager di VDO Italia – e abbiamo svolto una serie di test non solo in Italia ma anche in Europa, Spagna, Francia, Austria e Germania. E ora la Polstrada si è dotata di 14 sistemi che consentiranno di effettuare controlli più massivi e selettivi. Ma i vantaggi ci saranno anche per le aziende di autotrasporto che rispettano scrupolosamente la normativa: i loro veicoli infatti potranno circolare liberamente senza rischiare di essere fermati per i controlli”.

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SICUREZZA

I 19 PARAMETRI TECNICI CONTROLLATI ● Targa del veicolo ● Superamento velocità ● Guida in assenza di una carta valida ● Carta del conducente valida ● Inserimento della carta durante la guida ● Errore dati di movimento ● Dati contrastanti sul movimento del veicolo ● Carta del secondo conducente ● Attività in corso ● Ultima sessione chiusa ● Interruzione dell’alimentazione di energia ● Guasto del sensore ● Regolazione dell’ora ● Tentativo di violazione della sicurezza ● Ultima taratura ● Taratura precedente ● Data del collegamento del tachigrafo ● Velocità corrente ● Marcatura oraria

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FONDI INTEGRATIVI

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LA SALUTE AL PRIMO POSTO Il CCNL Logistica, Trasporto merci e Spedizioni prevede dei fondi sanitari integrativi che in questo periodo di emergenza Covid si sono attivati con prestazioni sanitarie aggiuntive. Ne parlano a Tir Piero Lazzeri, presidente di Sanilog, e Claudio Giovine, presidente San.Arti. 22

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e liste di attesa per le visite mediche a carico del Servizio Sanitario Nazionale, si sa, possono essere molto lunghe. Per questo sempre più persone si rivolgono a un fondo di assistenza integrativa che, dietro pagamento di un corrispettivo, offre prestazioni sanitarie gratuite o a condizioni agevolate in qualsiasi struttura o solo in quelle convenzionate. Spesso questi fondi integrativi sono previsti dagli stessi contratti collettivi che ne disciplinano la fruizione. Anche il contratto collettivo nazionale Logistica, Trasporto merci e Spedizioni prevede dei fondi sanitari integrativi: uno è Sanilog, istituito nel 2011, al quale aderiscono Anita, Assologistica, Confetra, Confocooperative Federlavoro e Servizi,

Fedespedi, Fedit, Legacoop e TrasportoUnito; l’altro è San.Arti., costituito nel 2012 dalle confederazioni dell’artigianato e della piccola e media impresa e dalle OO.SS, rivolto a tutti i lavoratori del comparto che nell’accordo di rinnovo del CCNL di dicembre 2017 firmato da Confartigianato Trasporti, CnaFita, Casartigiani Sna e CLAAI è stato inserito nel contratto di settore. Vediamo quindi cosa offrono i due fondi ai loro iscritti. Il piano sanitario del Fondo Sanilog, che può essere esteso anche ai famigliari degli iscritti, comprende numerose prestazioni sanitarie e assistenziali che vanno dal rimborso dei ticket del Servizio Sanitario Nazionale ai ricoveri per interventi chirurgici alle APRILE2021


TIR cure odontoiatriche. In seguito all’emergenza Covid-19, Sanilog ha introdotto anche alcune prestazioni aggiuntive che, inizialmente previste fino a giugno 2020, sono state poi prorogate fino alla fine del 2020 e poi nuovamente fino a dicembre 2021. “Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria causata dal diffondersi

del coronavirus, Sanilog si è mobilitato per offrire il proprio sostegno ai lavoratori e alle imprese del settore – ha spiegato a Tir Piero Lazzeri, dal 2013 presidente del Fondo –. L’operazione compiuta dal Fondo non è stata di scontata semplicità poiché normalmente tutte le coperture sanitarie escludono il rischio pandemico dalle proprie garanzie per via dei costi troppo alti e dell’intrinseca imprevedibilità. Sanilog, invece, ha messo in campo un pacchetto di prestazioni gratuite straordinarie che vanno dall'indennità giornaliera per ricovero in caso di positività al Covid-19 alla diaria post ricovero a seguito di terapia intensiva, dalla diaria da isolamento domiciliare agli strumenti di diagnostica come

FONDI INTEGRATIVI

il test sierologico e, in caso di positività, i tamponi fino all'avvenuta guarigione”. Prestazioni aggiuntive che hanno anche contribuito ad aumentare il numero degli iscritti. Nel corso del 2020, infatti, gli iscritti sono cresciuti del 18%, passando dai 144.179 del 2019 a 170.178 alla fine dello scorso anno. “Il 2020 per Sanilog ha un bilancio estremamente positivo, caratterizzato dal più alto tasso di crescita nel numero degli iscritti fin dalla sua costituzione – ha aggiunto Lazzeri –. Ci piace pensare che questo incremento sia il risultato dell’azione del Fondo volta ad accrescere la consapevolezza delle aziende del settore sia sull’obbligatorietà di adesione contemplata nel contratto collettivo nazionale, sia delle concrete opportunità sanitarie e assistenziali garantite per i propri dipendenti. Contemporaneamente, abbiamo riscontrato un risultato altrettanto significativo, in controtendenza rispetto a quanto accaduto nel panorama sanitario nazionale: mentre in generale si è registrata una riduzione degli accessi alle cure che non fossero state strettamente urgenti, gli iscritti di Sanilog hanno mantenuto un accesso costante a tutte le prestazioni sanitarie garantite sia di prevenzione, sia di diagnostica, sia terapeutiche”. E l’incremento dovrebbe continuare anche per l’anno in corso. Pochi giorni fa il

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FONDI INTEGRATIVI

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Fondo ha lanciato anche una nuova iniziativa, “Sanipod: il podcast della salute”, volta a informare i lavoratori del settore e a contribuire alla tutela della salute. Cinque appuntamenti su Spotify, con cadenza quattordicinale, dedicati ad altrettante tematiche sanitarie che vanno dalla posturologia alla prevenzione odontoiatrica fino alla telemedicina. Anche San.Arti. ha introdotto misure straordinarie a supporto di lavoratori e imprenditori dell’artigianato che sono state illustrate a Tir dal presidente, Claudio Giovine. “Sono state introdotte nuove indennità per isolamento domiciliare, ricovero e ricovero in terapia intensiva. Oltre a questo è possibile eseguire gratuitamente due tamponi molecolari, due rapidi e due test sierologici l’anno, fondamentali per la diagnosi del Covid-19 e per contrastarne

TIR la diffusione – ha sottolineato il presidente –. Infine, per facilitare gli iscritti ad eseguire visite specialistiche ed accertamenti diagnostici, è previsto il rimborso delle franchigie versate per le prestazioni effettuate rivolgendosi alla rete di strutture private UniSalute”. A fine febbraio 2021 il Fondo aveva già erogato oltre 3 milioni di euro per 20.000 prestazioni per l’emergenza Covid-19, una cifra destinata ad aumentare ancora molto visto che le misure straordinarie sono ancora attive e fruibili. Ma il Fondo ha previsto anche delle agevolazioni per i datori di lavoro. “Innanzi tutto è stata adottata la sospensione dei versamenti al Fondo da parte delle imprese aderenti, com’era previsto per la contribuzione obbligatoria, garantendo la regolare copertura sanitaria

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ai lavoratori dipendenti per i mesi in cui versamenti erano stati sospesi – ha spiegato Giovine –. Inoltre le indennità da isolamento e ricovero in caso di positività al Covid-19 sono riconosciute per la prima volta, e in via straordinaria, ai datori di lavoro, anche se non iscritti al Fondo come volontari purché abbiano regolarmente versato nel 2019 il contributo a San.Arti. per i lavoratori dipendenti in forza”. Anche San.Arti. ha visto aumentare il numero dei suoi iscritti durante questo periodo di emergenza. “Il numero degli iscritti al Fondo nel 2020 è cresciuto, superando i 560.000 così come è cresciuto il numero di imprese aderenti che superano le 140.000. Per l’anno in corso confidiamo di confermare questa tendenza positiva e di incrementare le prestazioni in favore di una platea sempre più ampia di fruitori anche alla luce delle novità appena introdotte. Nel 2021 per la prima volta agli iscritti sono riconosciuti rimborsi anche per le spese sanitarie sostenute per i loro figli minorenni, infatti i piani sanitari sono stati integrati gratuitamente con l’introduzione di 7 nuove prestazioni. Un’iniziativa senza precedenti - ha concluso Giovine - che amplia l’intervento del Fondo a sostegno della genitorialità, promuovendo il benessere e alleggerendo il peso della spesa sanitaria sul bilancio delle famiglie”.


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AREE DI SOSTA

PASS4CORE: IN ARRIVO LE PRIME AREE SICURE I lavori a Verona zona industriale si concluderanno già questo mese di aprile 2021, a Brescia a giugno e a Torino a novembre. Nel complesso il programma prevede la realizzazione o upgrading di circa 1500 parcheggi per mezzi pesanti

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entrato nel vivo Pass4core (Parking Areas Implementing Safety and Security for Core network corridors in Italy), il progetto ufficialmente approvato il 16 luglio 2020 che vede la partnership istituzionale del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili attraverso il Comitato Centrale dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori e RAM Logistica Infrastrutture e Trasporti SpA. Il programma prevede la realizzazione o l’upgrading di circa 1.500 parcheggi per mezzi pesanti su aree dedicate, le quali otterranno la certificazione di “Safe and Secure Truck Park” secondo gli standard europei definiti da Esporg. L’iniziativa Pass4core vale 27 milioni di euro, cofinanziati per il 20% dall’Unione europea, che prevede uno stanziamento di 5,5 milioni di euro, con i restanti 21,5 milioni di euro stanziati dai protagonisti del progetto riuniti in consorzio.

I luoghi interessati sono l’Autostrada A4 a Brescia Est (265 stalli), l’Interporto Quadrante Europa di Verona (50 stalli), l’Interporto di Padova (250 stalli), l’Interporto di Orte (85 stalli), l’Interporto Guasticce di Livorno (305 stalli), l’Interporto di Parma (115 stalli), l’Autostrada A4 Passante di Mestre (20 stalli), Zona industriale di Padova (40 stalli), Aeroporto Milano Malpensa (150 stalli), la Zona Industriale Bassona di Verona (50 stalli) e la Congiunzione Autostrade A4-A5 a Torino (145 stalli). RAM Logistica Infrastrutture e Trasporti Spa, che agisce come soggetto attuatore del Comitato Centrale dell’Albo, oltre a occuparsi dello sviluppo di un’app/portale di informativa sugli stalli, seguirà i processi di certificazione delle strutture coinvolte attraverso la redazione di un APRILE2021

manuale sugli standard raggiunti e da raggiungere. In relazione a ciò, RAM ha reso già note alcune dead line per i lavori inclusi nel progetto: i lavori a Verona zona industriale si concluderanno già questo mese di aprile 2021, a Brescia a giugno e a Torino a novembre, mentre a Verona interporto termineranno a ottobre 2022, a Orte a settembre 2022, a Livorno a dicembre 2022, a Parma nel febbraio 2022, al passante di Mestre a febbraio 2022, a Padova interporto nell’ottobre 2022, a Padova zona industriale nel febbraio 2023 e a Malpensa nel maggio 2024.

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ITS: UNA ROAD MAP Il Comitato Trasporti Interni dell’UNECE, la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite, ha aggiornato la propria strategia per promuovere lo sviluppo degli ITS per il periodo 2021-2025: 18 i punti del programma che punta su sicurezza, efficienza e sostenibilità

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e fino ad alcuni anni fa sembravano ancora parte di scenari futuristici, ormai sono elemento integrante del mondo dei trasporti e della logistica, destinati ad esserlo in modo sempre più massiccio. I sistemi di trasporto intelligenti sono, infatti, essenziali per le

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procedure di immagazzinamento delle merci, per quelle doganali (vedi articolo a pag. 7), per uno scambio sicuro e veloce di dati e informazioni fra i diversi attori della supply chain, per l’automazione dei processi, per la comunicazione fra infrastrutture e mezzi, per la multimodalità, per il trasporto delle merci pericolose. Per questo nelle scorse settimane il Comitato Trasporti Interni dell’UNECE - la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite - ha aggiornato la propria strategia per promuovere lo sviluppo degli ITS con una road map in 18 punti, per il periodo 2021-2025, che punta su sicurezza, efficienza e sostenibilità. L’iniziativa, innanzitutto, riflette la necessità di armonizzazione fra le varie legislazioni nazionali e regionali. Il rapido sviluppo dell’information and communication


PER I TRASPORTI technologies (ITC) ha favorito infatti la diffusione di differenti standard a volte anche negli stessi Paesi. Per questo, il documento vuole sottolineare la necessità di sviluppare linee guida e accordi di compatibilità partendo, innanzitutto, da una definizione comune di ITS. Questo è anche il primo punto della tabella di marcia. Per quel che riguarda l’armonizzazione, si punta fra le varie cose, a politiche comuni sia in termini di regole tecniche sia di strumenti legali da realizzare anche attraverso le strutture governative dell’UNECE e i gruppi di lavoro sugli ITC. La funzione dell’UNECE come piattaforma normativa per le politiche armonizzate dei trasporti si è già resa visibile del resto nel corso degli anni scorsi, in particolare, per quel che riguarda la cooperazione internazionale transfrontaliera con i Paesi extra Unione europea delle regioni limitrofe (azioni n. 2 e 3). Muovendosi sulla stessa linea, la quarta azione mira alla creazione di un’architettura di riferimento omogenea sulla base di dati e criteri scientifici. Altro tema particolarmente sensibile è quello della sicurezza dei dati (azione n. 5). Le preoccupazioni in materia di privacy, di perdita di dati e di furto di identità potrebbero diventare, infatti, potenziali ostacoli alla diffusione degli ITS.

La road map sottolinea, inoltre, l’importanza di un’attività coordinata anche nell’installazione dei dispositivi automobilistici utili all’implementazione degli ITS nella gestione del traffico. La comunicazione veicoloinfrastruttura e veicolo-veicolo sono essenziali, infatti, sia per la sicurezza sulle strade, sia per l’efficienza dei trasporti (azioni 6 e 7). Con l’azione 8, l’UNECE vuole migliorare la progettazione e la gestione dei sistemi nazionali di sicurezza stradale cogliendo i vantaggi offerti dai veicoli altamente automatizzati. È dimostrato che circa l’85% degli incidenti stradali è il risultato di un errore umano, per questo è particolarmente importante la rapida introduzione dell’automazione anche in specifiche tipologie di trasporto delle merci, come le merci pericolose (azione 9), in cui la standardizzazione delle procedure e il tracciamento delle varie fasi sono essenziali. Le azioni 10 e 11 guardano, invece, ad altre modalità di trasporto: ferroviario e per le vie navigabili interne. Anche in questi casi è necessario lavorare all’armonizzazione e all’integrazione delle soluzioni in modo che gli ITS non diventino una barriera. Nel trasporto merci ferroviario sono particolarmente utili per la sicurezza delle operazioni, per il tracciamento

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delle merci, per monitorare la stessa infrastruttura. In tema di armonizzazione, l’azione 12 promuove la strategia già avviata negli ultimi anni sulle procedure e la documentazione nel trasporto stradale internazionale, attraverso la digitalizzazione. Da questo punto di vista, è importante favorire la diffusione e le adesioni all’e-CMR. La mancanza di uniformità su questi temi ha conseguenze in termini economici, per questo la road map (azione 13) promuove anche diffusione e scambio di analisi e dati per una migliore valutazione di costi e benefici. L’azione 14, inoltre, chiede di non perdere di vista i benefici apportati dagli ITS all’ambiente, attraverso la riduzione dell’inquinamento e della congestione. La diffusione degli ITS però dipende anche dalla disponibilità di un’infrastruttura ITC (azione 15) e dalla sensibilizzazione sull’importanza di questi sistemi anche nelle economie emergenti (azione 16). Fra le iniziative utili in questo senso, c’è l’organizzazione della tavola rotonda annuale delle Nazioni Unite sui sistemi di trasporto intelligenti (azione 17). L’ultima azione – ma non meno importante – è relativa all’automazione dei veicoli e allo sviluppo delle tecnologie collegate: oltre a promuovere gruppi di lavoro sul tema e a condividere i risultati, è necessario lavorare per favorire l’accesso al mercato.

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VERSO UNA LOGISTICA PIÙ EFFICIENTE Un più ampio uso della digitalizzazione e di sistemi di trasporti intelligenti può consentire anche al nostro Paese di superare il gap con gli altri Paesi europei. Il PNRR può essere l’occasione giusta 28

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e il 2020 è stato l’annus horribilis che ha messo in crisi praticamente tutti i settori dell’economia (con poche eccezioni, come per l’ecommerce), è stato però anche un periodo in cui si sono dovuti ripensare e modificare modelli di lavoro, di comunicazione, di produzione. La digitalizzazione e le nuove tecnologie sono state, e sono tuttora, le protagoniste di questi cambiamenti in corso. Basti pensare al nostro settore. I trasporti e la logistica hanno avuto la prova dell’importanza della dematerializzazione di processi e procedure in quasi tutti i comparti. Il Covid-19 ha dato una spinta in avanti a certe trasformazioni. Ma a che punto è il nostro Paese in questo campo?

L’Italia pare essere ancora piuttosto indietro rispetto agli altri Paesi Ue, con conseguenze concrete sulla funzionalità di tutto il sistema logistico. Si stima che ogni anno, infatti, criticità e inefficienze costano circa 70 miliardi, di cui più di 30 attribuibili a oneri burocratici e a ritardi nella digitalizzazione. E in questo senso, il Recovery Fund può rappresentare una buona occasione da cogliere per colmare alcuni gap considerando che il 20% dei fondi previsti sono destinati alla trasformazione digitale. Questo è quanto emerso nel

corso di un webinar organizzato da TTS, l’Associazione Nazionale per la Telematica per i Trasporti e la Sicurezza, per discutere sullo stato dell’arte dell’applicazione dei sistemi di trasporti intelligenti alla logistica nel nostro Paese. Il punto di partenza è un’analisi, realizzata a partire dallo scorso anno con un gruppo di lavoro cui hanno partecipato sia associati sia stakeholder esterni. La logistica riveste un ruolo fondamentale per l’economia

La logistica riveste un ruolo fondamentale per l’economia milioni di addetti, rappresenta 85 miliardi di fatturato,


TIR

italiana e, con quasi 100.000 imprese che occupano 1,5 milioni di addetti, rappresenta 85 miliardi di fatturato, pari a circa il 9% del Pil nazionale. L’importanza per la catena di approvvigionamento e l’utilità per i singoli cittadini sono emerse chiaramente durante il primo lockdown. Per superare le inefficienze e i maggiori costi che gravano sull’intero sistema logistico, l’uso massiccio dei sistemi di trasporto intelligenti è uno strumento essenziale.

Anche la Ue con la direttiva 2010/40/ ha inteso dare un impulso importante all’implementazione diffusa degli ITS sul territorio europeo e allo sviluppo di sistemi di trasporto interoperabili su vasta scala. Ad oggi, in Italia, non mancano le tecnologie da applicare, ma mancano strumenti normativi, formativi, culturali per cambiare il paradigma. Contesto normativo e lavoro sulla Piattaforma Logistica Nazionale sono per Clara Ricozzi, coordinatrice del Gruppo di lavoro TTS Italia, i punti da cui partire. Serve, ha dichiarato, “un soggetto unico, a livello nazionale, in grado di supportare il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili nelle scelte operative e nella loro attuazione”. Per quel che riguarda il settore dell’autotrasporto, Enrico Finocchi, presidente dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori, ha ricordato il ruolo di Uirnet che tramite i servizi della Piattaforma Logistica Nazionale è in grado di avviare strumenti come il centro unico di gestione delle autorizzazioni per gli accessi ai nodi logistici. Ma tra le iniziative di prossima

ITS

realizzazione c’è anche la digitalizzazione della lettera di vettura internazionale CMR, che potrà realizzarsi grazie ai fondi del PNRR. Anche, in questo caso, Finocchi ha sottolineato l’impegno e la disponibilità dell’Albo. Sul tema del CMR c’è però una criticità da risolvere perché il sistema sia realmente funzionale: “nei trasporti internazionali – ha detto il presidente dell’Albo – è necessaria una effettiva armonizzazione fra gli Stati”. Digitalizzazione va a braccetto anche con sostenibilità. Nel corso dell’evento, è emerso infatti anche il tema della necessità di favorire il ricambio del parco veicolare nazionale, un intervento che si auspica sia inserito nel PNRR. Mezzi nuovi rappresentano non solo minori emissioni, ma anche maggiore possibilità di sfruttare gli strumenti offerti dall’automazione, come il platooning o come il dialogo infrastruttura-veicolo. Vito Mauro, della Struttura Tecnica di Missione del MIMS, ha sottolineato inoltre come l’attenzione del Ministero al tema della logistica sia molto forte, innanzitutto per quel che riguarda le politiche sulla decarbonizzazione - su cui Ue e Stati membri sono molto impegnati - e poi anche per la transizione digitale. Le risorse del PNRR potranno essere utilizzate anche per questo (sono previsti infatti interventi per miglioramento delle infrastrutture e per la digitalizzazione, con l’obiettivo finale della decarbonizzazione).

italiana: con quasi 100.000 imprese che occupano 1,5 pari a circa il 9% del Pil nazionale

29


A SCUOLA DI TRASPORTI Il piano del Governo prevede nuove risorse per gli ITS, ovvero gli Istituti tecnici superiori ad alta specializzazione: vediamo l’offerta formativa di quelli dedicati alla logistica e ai trasporti

30

L

a logistica è un settore cruciale per il sistema economico italiano e, in virtù del suo peso e della sua complessità organizzativa, necessita di molte figure professionali specializzate. Per accedere a un comparto che offre ancora buone possibilità di impiego, è necessario quindi essere particolarmente qualificati e prepararsi al meglio attraverso un’adeguata formazione. Allo scopo in Italia esistono, sotto il profilo della preparazione scolastica e universitaria, specifiche facoltà dedicate al settore, ma anche scuole secondarie di secondo grado e corsi post diploma ad hoc. Il sistema educativo, e in particolare gli Istituti tecnici superiori (ITS), sono tra l’altro tornati al centro del dibattito grazie al Presidente del Consiglio Mario Draghi che ha recentemente insistito sull’importanza

APRILE2021


TIR della formazione per un più semplice inserimento lavorativo e, di conseguenza, per un tessuto socioeconomico più sano e ha invitato a valorizzare il ruolo degli Istituti tecnici. “In Francia e in Germania, ad esempio, questi Istituti sono un pilastro importante del sistema educativo – ha dichiarato il premier –. È stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 201923, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale. Il Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza dovrebbe assegnare 1,5 miliardi agli ITS, 20 volte il finanziamento di un anno normale prepandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate”. Parole molto chiare quelle di Draghi che, per quanto riguarda il nostro settore di riferimento, ci riconducono alla riforma Gelmini che, nell’anno scolastico 2010/2011, aveva già attivato percorsi formativi orientati ai trasporti e alla logistica a partire dalle scuole superiori per poi svilupparsi postdiploma. D’altronde i risultati di questo tipo di formazione sono ottimi: secondo il monitoraggio nazionale 2020, realizzato su incarico del ministero dell’Istruzione dall’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e

Ricerca Educativa (Indire), l’83% dei diplomati ITS trova lavoro a un anno dal diploma e ben il 92,4% di questi riesce a impiegarsi in un’area coerente con il proprio percorso di studi. È sulla base di questi dati molto incoraggianti sotto il profilo occupazionale che l’ex ministra all’Istruzione Lucia Azzolina, nello scorso maggio, aveva deciso di assegnare al Fondo per l’Istruzione Tecnica Superiore 33 milioni di euro a cui sarebbero andate ad aggiungersi le quote di co-finanziamento a carico delle Regioni, pari almeno al 30% delle risorse nazionali. Il decreto con cui era previsto questo stanziamento aveva anche indicato gli indirizzi di programmazione nazionale cui avrebbero fatto riferimento gli ITS per l’adozione dei propri piani territoriali dell’offerta formativa. Ma scopriamo proprio l’offerta formativa. Gli ITS – attualmente in Italia se ne contano 104 – sono percorsi post diploma concepiti per offrire una formazione tecnica altamente qualificata che renda

Secondo il monitoraggio nazionale 2020 del ministero dell’Istruzione l’83% dei diplomati ITS trova lavoro a un anno dal diploma

ISTITUTI TECNICI

più facile e quasi automatico l’ingresso nel mondo del lavoro. Un ponte tra formazione e impiego, dunque, realizzato in collaborazione con imprese, università, centri di ricerca ed enti locali per sviluppare competenze in aree tecnologiche che sono considerate strategiche per il Paese come per esempio, nel caso dei nostri settori di interesse, la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e le nuove tecnologie per il Made in Italy. I corsi si articolano solitamente in quattro o sei semestri, sono strutturati per competenze anziché per materie e utilizzano strumenti didattici come il learning-by-doing, il project work, il problem solving, il design thinking. I docenti sono per almeno il 50% professionisti di settore messi a disposizione dalle aziende che collaborano con l’ITS, portando in aula le competenze e le tecnologie che utilizzano ogni giorno nel proprio lavoro. Uno degli aspetti più importanti del piano formativo è senz’altro lo stage: il 30% della durata dei corsi (fino a 800 ore) è svolto in azienda, attraverso la realizzazione di progetti e attività pensati per lo studente che rappresentano di fatto il suo primo impiego. Dopo le prove finali, gli studenti che frequentano un ITS ricevono il diploma di Tecnico Superiore, rilasciato dal ministero dell’Istruzione, con competenze acquisite corrispondenti al Quadro europeo delle qualifiche EQF e spendibile anche all’estero.

31


CENTRO-NORD: CRESCE IL GOMMA-MARE IN CALO LA FERROVIA Il rapporto “Corridoi ed efficienza logistica dei territori” di SRM e Contship, ha analizzato le aziende di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna

GENOVA

84% 16% LA SPEZIA

C 32

on un commercio estero da 478 miliardi di euro complessivi, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si confermano la triade economica di riferimento della Penisola. D’altronde le tre regioni del Centro-Nord detengono una quota importante del Pil italiano – il 40,6% per un totale di 730 miliardi di euro – che diventa ancora maggiore se si pensa al solo export, dove guadagnano una fetta di mercato del 53,2%. Da queste cifre ha preso abbrivio la terza analisi sull’efficienza dei corridoi logistici utilizzati per l’import e l’export di merci containerizzate effettuata dal centro studi SMR – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno e Contship, società che opera nei terminal container, trasporto intermodale e logistica. La survey, presentata lo scorso 9 marzo, è stata condotta su un campione di 400 imprese manifatturiere che esportano e importano via mare tramite container – per il 37,5% localizzate

47% in Lombardia, per il 37,5% in Veneto e per il 25% in EmiliaRomagna - e ha lo scopo di fornire a operatori logistici e istituzioni dati aggiornati GENOVA e spunti di riflessione sull’efficienza dei corridoi di riferimento. Dunque, chi “usa” il mare e quanto? L’interscambio marittimo rappresenta una LA SPEZIA componente importante, seconda solo al trasporto su strada, del commercio estero delle regioni analizzate: VENEZIA sul totale delle principali modalità di trasporto (strada, ferro, mare, aereo), il commercio via mare rappresenta il 27,5% per la Lombardia, il 30,8% per il Veneto, piccola percentuale che però sale a il 37,5% per l’Emilia-Romagna, per 38% sul fonte delle importazioni. una media del 35,7%. E quali sono i porti di riferimento? Il Le aziende intervistate porto di Genova, che rafforza il suo rispecchiano il tessuto produttivo primato tra gli scali italiani, è stato italiano, fatto soprattutto di piccole citato dall’85% degli esportatori e medie imprese, e solo il 18% di e dall’88% degli importatori. La loro mobilita più di 50 container Spezia e Venezia seguono, con la all’anno in esportazione, una

53%

92%

8%

100%

87%

13%


LA MODALITÀ DI TRASPORTO SCELTA DALLE IMPRESE PER RAGGIUNGERE I PORTI GENOVA

94% 6% LA SPEZIA

96% 4% VENEZIA

95%

5% preferenza espressa dal 17% e dal 33% delle imprese, con il dato di Venezia in forte crescita rispetto al 2019 (+19%). L’aspetto più importante però, in un’ottica di miglioramento dei corridoi logistici, è la principale modalità utilizzata per il collegamento tra porti e sistema industriale. Per coprire l’ultimo segmento, le imprese continuano a preferire il trasporto su strada per circa il 90%, mentre l’intermodale ferro-gomma resta una scelta adottata dal 10% delle imprese, percentuale in calo rispetto al 17% del 2019. Tra quelle prese in considerazione, la Lombardia è l’unica regione che ha visto un aumento nel numero di imprese che scelgono l’intermodalità per i propri trasporti merce (dal 10% al 15%), mentre l’Emilia-Romagna e il Veneto si fermano rispettivamente al 5% e all’8%. Da dove arrivano e dove vanno

le merci in questione? In export, aumenta la percentuale di imprese che indica l’Europa tra i principali canali di sbocco della merce (65%), seguita dall’Asia (28%) e dalle Americhe (26%). A livello regionale, mentre in Lombardia resta una relativa preferenza per il Nord America, in Veneto si evidenziano percentuali più elevate per la merce destinata all’Asia e all’America Latina, mentre in Emilia-Romagna una percentuale maggiore di imprese predilige l’Europa per il proprio export (76%). Passando dal “dove” al “come”, ossia al modo in cui viene gestito il processo logistico, dall’indagine emerge un calo nella tendenza ad esternalizzare la logistica in export, anche se le imprese che scelgono di farlo restano la maggioranza (55%). Su base regionale, però, le percentuali cambiano sensibilmente: mentre Veneto (47%) e Lombardia (32%) seguono

33 questa tendenza, in EmiliaRomagna si registra un processo inverso, con la quasi totalità delle imprese che si affidano all’esternalizzazione della logistica. In import, invece, si registra una leggera crescita nel numero delle imprese che esternalizzano, con una percentuale che arriva al 54%. In ultimo, nella ricerca, sono state fatte alle aziende alcune domande su temi attualissimi come la sostenibilità e la digitalizzazione: sul primo fronte Il 27% delle aziende ha affermato di gestire il tema della sostenibilità attraverso uno specifico modello di governance, sul secondo fronte il 68% delle imprese attribuisce alla digitalizzazione un’importanza alta, o molto alta, e tale percentuale cresce al 77% se si sposta l’attenzione al prossimo futuro.


TIR

INFOGRAFICA

IL PARCO CIRCOLANTE DIVISO PER CLASSE EURO CLASSE EURO

34

0/NC

180.566

25.783

9.959

180

414.187

10.955

18

163

CLASSE EURO

1

30.117

6.292

2.649

4

225.736

6.858

10

14

AUTOVEICOLI E RIMORCHI TRASPORTO COSE PER CLASSE EURO

AUTOVEICOLI E RIMORCHI >3500

63.797

16.857 11.212

13

452.040

13.446

17

AUTOVEICOLI E RIMORCHI <=3500

AUTOCARRO PER TRASPORTO DI COSE

AUTOCARRO PER TRASPORTO DI COSE

AUTOVEICOLO PER TRASPORTO SPECIFICO

AUTOVEICOLO PER TRASPORTO SPECIFICO

TRATTORE PER SEMIRIMORCHIO

TRATTORE PER SEMIRIMORCHIO

TRATTORE STRADALE PER RIMORCHIO

TRATTORE STRADALE PER RIMORCHIO

9

CLASSE EURO

2


TIR

T

TOTALE VEICOLI IN ITALIA

ransizione ecologica e sostenibilità ambientale sono due dei punti fondamentali su cui si poggia il nuovo Governo Draghi. L’autotrasporto nel corso di questi ultimi anni ha già avviato una graduale sostituzione dei mezzi anche grazie agli incentivi per il rinnovo del parco veicolare che sono stati stanziati dai precedenti governi. Ma qual è la situazione attuale? Secondo gli ultimi dati resi disponibili dal CED del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, nel complesso gli autoveicoli per il trasporto di cose sono 4.646.659, di cui gli Euro 6 sono 936.518. Nel dettaglio si tratta di 143.731 mezzi sopra le 3,5 tonnellate e 792.787 sotto le 3,5 tonnellate. Ancora molto rilevante la quota di Euro 0: per i veicoli sopra le 3,5 Ton sono infatti 216.529 mentre per quelli sotto le 3,5 Ton 587.783. Nell’infografica i dati suddivisi nei due gruppi, quindi sostanzialmente per distribuzione urbana e sopra le 3,5 tonnellate e per classe Euro.

16.555 704.598

6.788 29.294

5.063 12

INFOGRAFICA

(marzo 2021)

783.338

459.658

136.420

3.863.321

3.720.037

VEICOLI >3,5 TON

142.982

73

229

35

CLASSE EURO

11

4

16

CLASSE EURO

CLASSE EURO

5

3

270

VEICOLI <=3,5 TON

6

CLASSE EURO

186.990

81.452

27.733 30.605

653.430

19.508

18

12 6

38.974

28.210 76.519

759.430

33.352

48.197

24.757 50.983

22

510.616

29.569

11

3

3

28 2


PEUGEOT: UN ESPERTO DELL’ULTIMO MIGLIO La casa del leone ha lanciato la versione 100% elettrica del suo e-Expert disponibile in tre diverse lunghezze: Compact, da 4,61 metri, Standard, da 4,96 metri, e Long da 5,31 metri. La nostra prova su strada a Roma di Ertilia Giordano

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L

a logistica urbana sta subendo una vera e propria rivoluzione, soprattutto sotto il profilo della sostenibilità ambientale. In particolare, l’elettrificazione dell’ultimo miglio appare come una priorità assoluta, indispensabile per combattere le emissioni inquinanti nei centri urbani, e le case automobilistiche hanno risposto a questa “chiamata alle armi” immettendo sul mercato veicoli commerciali sempre più green. È il caso di Peugeot


che ha già lanciato la versione 100% elettrica dell’Expert e si è dichiarata pronta a fornire, entro la fine del 2021, una versione elettrificata di ogni veicolo commerciale presente in gamma. Dalle luci della ribalta del premio International Van of the Year 2021, il nuovo Peugeot e-Expert si è spostato sulle strade di Roma dove abbiamo deciso di metterlo alla prova. In versione Standard da 4,96 metri (è disponibile anche nelle lunghezze Compact da 4,61 metri e Long da 5,31 metri), l’elettrico della casa del leone si mostra immediatamente nel suo design compatto, caratterizzato da linee fluide e dinamiche e da una calandra a posizione elevata. Gli interni sono di facile accesso: il gradino

agevola l’entrata alla postazione di guida – in un abitacolo quasi da berlina ma capace, comunque, di offrire numerosi vani portaoggetti – e le porte scorrevoli su entrambe le fiancate possono essere aperte e chiuse senza scendere dal mezzo. Saliti a bordo si è accolti da interni semplici ma curati e da un quadro di bordo particolarmente intuitivo che mostra in tempo reale le informazioni di guida essenziali, come autonomia residua e misuratore di potenza. Una volta avviato, la percezione è subito quella di una grande manovrabilità, sia in curva che nelle soste, accompagnata a fluidità di marcia, silenziosità e ottime sospensioni. Nonostante la compattezza e pur mantenendo l’altezza esterna entro il limite di 1,9 metri che garantisce la fruibilità dei parcheggi sotterranei, lo spazio per le merci non manca: il van di Peugeot, infatti, ha un volume di carico fino a 6,6 metri cubi e un carico utile fino a 928 kg. Aldilà delle dimensioni, ciò che lo rende davvero ideale per i centri urbani è però indiscutibilmente la motorizzazione elettrica che, proprio in virtù delle emissioni

zero, permette al van di accedere anche alle zone a traffico limitato, 7 giorni su 7. Il van col leone ha un propulsore elettrico da 100 kW, corrispondenti a 136 cavalli, e una coppia immediatamente disponibile di 260 Nm (in modalità Power) e può essere equipaggiato con una batteria da 150 kWh, che permette un’autonomia fino a 230 km secondo il protocollo di certificazione WLTP, o da 75 kWh, che consente di arrivare a un’autonomia di ben 330 km. Peugeot e-Expert può essere ricaricato da una normale presa domestica o da una presa dedicata in 15 ore, tempi che si accorciano a 7 ore e 30 minuti con una Wallbox e addirittura a 30 minuti (per il raggiungimento dell’80% di carica) con una colonnina fast charge. Per risparmiare sulla batteria è possibile attivare la modalità di guida Eco, che permette di ottimizzare l’autonomia agendo su specifiche impostazioni, che si unisce alle modalità Normal, per un comfort ottimale nell’uso quotidiano, e Power, per maggiori prestazioni soprattutto quando si trasportano carichi pesanti.

UNA NUOVA ERA PER LA CASA DEL LEONE L’impegno sui commerciali della casa francese rientra in un più ampio obiettivo di crescita del brand, illustrato nel nostro Paese da Salvatore Internullo, managing director Peugeot Italy. La casa, negli ultimi anni, ha consolidato il suo posizionamento, raggiungendo nel 2020 il 6% di quota sul mercato italiano nonostante la pandemia, e ha deciso di rafforzare il suo ruolo con un percorso evolutivo, incarnato simbolicamente dal nuovo logo. Di fatto, Peugeot ha voluto far coincidere la sua rivoluzione elettrica con una vera e propria rivoluzione di intenti e di immagine, anche rafforzando l’identità del marchio con il nuovo stemma disegnato dal Peugeot Design Lab. La nuova era di Peugeot attribuisce ai veicoli commerciali un ruolo da protagonista, coinvolgendo i best seller del brand – Expert, Boxer, Rifter, Partner – e lavorando per renderli più sostenibili. La casa francese ha una lunga tradizione nel settore che si accompagna anche a una lunga storia di riconoscimenti internazionali: dal 1994 ad oggi sono ben sei i commerciali con il leone insigniti dell’International Van Of The Year.

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D

opo la presentazione internazionale di Bilbao a febbraio 2020, il Covid-19 aveva spento i riflettori sulle presentazioni Man, almeno su quelle in presenza. A distanza di un anno, poi, seguendo tutti i protocolli di sicurezza che questo momento impone, al Centro Guida Sicura ACI di Arese (MI) la casa del

MAN:

Leone ha fatto toccare con mano alla stampa italiana la sua nuova generazione di autocarri. A troneggiare all’interno della gamma l’ormai famoso, sulla scorta del suo riconoscimento come International Truck of the Year 2021, TGX, accompagnato dal TGS e dai medi leggeri TGM e TGL. Alla presentazione italiana hanno

partecipato Franco Pedrotti, direttore vendite e prodotto Truck, Corrado Paolazzi, product e marketing manager Truck, e Pietro Zollino, responsabile della comunicazione del marchio, in collegamento dalla Germania. Protagonisti indiscussi loro: i nuovi veicoli della casa tedesca, sviluppati

LA NUOVA GAMMA ARRIVA IN ITALIA 38

Presentata a Milano la nuova generazione di autocarri della casa tedesca: TGX, TGS e i medi leggeri TGM e TGL. Comfort, affidabilità e sicurezza le caratteristiche principali


Volante multifunzione

Cruscotto ergonomico orientato al conducente SmartSelect aiuta l’autista a gestire e impostare il sistema multimediale e la navigazione senza distogliere gli occhi dalla strada

secondo una filosofia che mette l’autista al centro della concezione del mezzo. Un valore, questo, incarnato soprattutto dalla cabina dei TG, interamente riprogettata rispetto alla generazione precedente, per il cui sviluppo il team Man ha tenuto conto dei feedback ricevuti da oltre 700 conducenti. Una cabina che facilita l’accesso, grazie alla sua apertura di quasi 90 gradi, e che incorpora un cruscotto ergonomico orientato al conducente, un sistema multimediale display fino a 12,3”, un volante multifunzionale con airbag integrato e soprattutto il Man SmartSelect. Con la sua funzione intuitiva, “gira, premi, imposta”, lo

SmartSelect aiuta l’autista a gestire e impostare il sistema multimediale e la navigazione senza distogliere gli occhi dalla strada, così come i nuovi pulsanti che permettono di azionare tutte le funzioni di guida dal volante senza che il conducente debba allontanare le mani da esso. La comodità d’uso della nuova plancia di guida comprende anche una gamma di sistemi di assistenza e sicurezza di ultima generazione, tra cui l’Assistenza alla frenata di emergenza (EBA) di serie e la possibilità di installare il VAS (Video Turning System), il Bird View (un ausilio per la visione a 360 gradi) e un supporto alla svolta. Anche i motori hanno subito un aggiornamento e agli evergreen D38, D26 e D08 si è unito un propulsore inedito: il D15. I nuovi modelli di casa Man hanno puntato tutto sulle prestazioni ma anche sulla sostenibilità ambientale e infatti, grazie all’utilizzo della tecnologia più recente a disposizione, tutti i motori della casa tedesca sono conformi alla normativa Euro6d. Il TGL, con peso totale a terra da 7,5 a 12 Ton, il TGM, con ptt da 12 a 26 Ton, e il TGS, con ptt da 18 a 41 Ton, tutti e tre dotati di cabine in quattro diverse altezze e larghezze, sono particolarmente adatti a gestire le esigenze del segmento distributivo

e anche all’utilizzo in situazioni di traffico e di manovra all’interno di uno spazio limitato. L’ammiraglia TGX, con ptt fino a 44 Ton, è invece ideale per le lunghe percorrenze e, con la previsione di motori particolarmente parsimoniosi; un’aerodinamica migliorata e altre innovazioni che ne potenziano l’efficienza (come, ad esempio, il nuovo asse posteriore), permette un consumo di carburante ridotto fino all’8,2% rispetto alla generazione di autocarri precedente. A giocare un ruolo importante in questa direzione sono senz’altro l’EfficientCruise, che rilevando tramite GPS le salite e le discese in modo predittivo calcola lo stile di guida più conveniente, e il Perform, che fornisce dati specifici del veicolo per migliorare ulteriormente le prestazioni di guida. Per i più esigenti, la casa del Leone ha pensato anche a un modello del TGX top di gamma, il Man TGX Individual Lion S che si impone soprattutto per il suo design interno ed esterno, ma anche per le finiture e i dettagli all’interno della cabina. Progettato congiuntamente dal reparto di design Man e dagli esperti Man Individual, specializzati nella realizzazione di personalizzazioni di grande qualità, il Lion S attira l’attenzione con i suoi dettagli in carbonio sulla calandra e sugli specchietti, per il tocco di rosso che ne evidenza le linee, per l’elegante calandra nera impreziosita dalle finiture cromate e per le luci LED. Insomma, ce n’è per tutte le esigenze e per tutti i gusti anche perché, per concludere, ogni prodotto della nuova generazione di autocarri Man, dal ‘piccolo’ TGL all’ammiraglia TGX, passando per il TGM e il TGS, sono disponibili in 3 linee: Advanced, Business e Mission.

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TIR

FISCO

DECRETO SOSTEGNI: I CONTRIBUTI PER LE IMPRESE Le domande per accedere agli aiuti a fondo perduto possono essere presentate telematicamente fino al 28 maggio. Disposto anche l’annullamento d’ufficio dei debiti di importo fino a 5mila euro di Angelo Ciaravolo

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S

i rimette in moto la macchina dei contributi alle imprese e all’economia previsti nel Decreto Sostegni, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 22 marzo. Le domande per accedere agli aiuti a fondo perduto, da subito, potranno essere presentate telematicamente, fino al prossimo 28 maggio. I dati riportati nel modello di domanda (disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate) dovranno essere autocertificati dal contribuente mentre gli accrediti diretti sui conti correnti, se tutto è in regola, scatteranno dalla prima settimana di questo mese. E oltre al fondo perduto, riservato a coloro che hanno subito lo scorso anno un calo del fatturato di almeno il 30%,

le imprese, non appena saranno pronti i decreti attuativi, potranno contare anche sulla cancellazione d’ufficio delle cartelle esattoriali dal 2000 al 2010 fino a 5 mila euro (per chi ha avuto redditi fino a 30mila euro nel 2019), sul differimento dei pagamenti di cartelle e avvisi esecutivi, bloccati fino al 30 aprile, e sulla definizione agevolata degli avvisi bonari per chi ha subìto

una diminuzione del volume d’affari non inferiore al 30%. Ma nel provvedimento, oltre al differimento della trasmissione telematica e della consegna della Certificazione unica 2021, c’è spazio anche per le misure di sostegno al lavoro (riduzione dei contributi fino a 3mila euro) oltre alle agevolazioni sul fronte CIG e walfare. Ma vediamo in dettaglio, per ogni aiuto, i soggetti che ne possono beneficiare e le relative modalità di calcolo ai fini della determinazione degli importi spettanti. Il contributo a fondo perduto è una misura riservata a tutte le attività imprenditoriali, a prescindere dall’attività svolta e senza alcun riferimento ai codici Ateco, con ricavi conseguiti nel 2019 non superiori ai 10 milioni di euro, il cui ammontare medio


TIR mensile di fatturato dell’anno 2020 risulta essere inferiore a quello del 2019 per almeno il 30% (ai contribuenti che hanno attivato la partita Iva dal 1° gennaio 2019, il contributo spetta anche in assenza del requisito). Il contributo a fondo perduto deve essere calcolato sulla differenza tra questi due valori, applicando una differente percentuale pari al 60% (per i soggetti con ricavi 2019 non superiori a 100mila euro), al 50% (per quelli con ricavi 2019 superiori a 100mila euro e fino 400mila euro), al 40% (per quelli con ricavi 2019 superiori a 400mila euro e fino a 1 milione), al 30% (ricavi 2019 superiori a 1 milione e fino a 5 milioni di euro) e al 20% (ricavi 2019 superiori a 5 milioni e fino a 10 milioni di euro). Coloro che hanno attivato la partita Iva dal 1° gennaio 2019, ai fini del calcolo della media, sono rilevanti i mesi successivi a quello di attivazione della partita Iva. Per beneficiare dell’agevolazione occorrerà presentare un’istanza in via telematica all’Agenzia delle Entrate sulla piattaforma appositamente realizzata. L’ammontare spettante che, in ogni caso, non potrà essere inferiore a mille euro (per le persone fisiche) e duemila euro (per le società), non potrà superare i 150mila euro. I relativi importi verranno erogati, tramite bonifico

bancario direttamente sul c/c del contribuente o, in alternativa, come credito d’imposta, da utilizzare esclusivamente in compensazione tramite il primo modello F24 da versare. È stato inoltre disposto l’annullamento d’ufficio dei debiti di importo fino a 5mila euro, alla data di entrata in vigore del Decreto Sostegni, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai carichi affidati agli agenti della riscossione negli anni compresi tra il 2000 ed il 2010, insieme a quelli oggetto di “rottamazione”. La cancellazione in automatico verrà riconosciuta esclusivamente alle persone fisiche e ai soggetti diversi che, rispettivamente nell’anno d’imposta 2019 e nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019, hanno conseguito un reddito fino a 30mila euro. La misura non potrà essere applicata alle somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato; ai crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei conti; alle multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna; alle risorse proprie

FISCO

tradizionali dell’Unione europea; all’Iva riscossa all’importazione. Al momento in cui andiamo in stampa, si è in attesa di un decreto del Mef che definirà le relative modalità attuative della norma. Le eventuali somme versate prima dell’effettivo annullamento non verranno restituite. È stata poi introdotta la possibilità di beneficiare della definizione agevolata delle somme dovute a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni relative ai periodi d’imposta 2017 e 2018. L’agevolazione è riservata ai contribuenti che, nel 2020, hanno subìto una contrazione del volume d’affari rispetto a quello dell’anno precedente maggiore del 30%. Il beneficio determina l’azzeramento delle sanzioni e delle somme aggiuntive richieste con le comunicazioni di irregolarità. Sono stati prorogati di un anno i termini di decadenza per la notifica delle cartelle inerenti le dichiarazioni presentate nel 2019. E, relativamente ai soggetti che hanno fruito della “rottamazione ter” e del “saldo e stralcio” è da rammentare che le rate dello scorso anno e quelle in scadenza il 28 febbraio, il 31 marzo, il 31 maggio e il 31 luglio 2021 potranno essere versate, le prime, entro il prossimo 31 luglio e, tutte le altre, entro il 30 novembre di quest’anno (ammessa una breve tolleranza di cinque giorni) senza che ciò possa inficiare la regolarità della definizione.

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NORMATIVE

TIR

INVESTIMENTI 2020: LA RENDICONTAZIONE ENTRO IL 30 APRILE Oltre 1.500 le domande presentate nella prima tornata, tra il 1° ottobre e il 16 novembre. Una seconda parte di richieste potrà essere fatta dalle imprese a partire dal 14 maggio e sino al 30 giugno 2021

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ntro il 30 aprile 2021 tutte le imprese che hanno fatto domanda per i contributi agli investimenti effettuati nel 2020, dovranno presentare la relativa rendicontazione, pena la decadenza dalla domanda e la mancata erogazione del contributo. Lo prevede il Decreto Dirigenziale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 7 agosto 2020, all’articolo 4, dove indica la documentazione da inviare per il perfezionamento degli investimenti prenotati, con la domanda avviata tra il 1° ottobre e il 16 novembre 2021, con il sistema della richiesta a sportello (click day) e successivamente dichiarata ammissibile da RAM. Com’è noto, in forza del Decreto Dirigenziale, sono state presentate oltre 1.500 domande, che nel complesso hanno superato le risorse pari a circa 61 milioni di

euro, stanziati dal DM 203/2020 per la prima parte delle richieste. Una seconda parte di richieste potrà essere fatta dalle imprese a partire dal 14 maggio e sino al 30 giugno 2021, con rendicontazione che andrà eseguita dal 15 luglio al 15 dicembre 2021. Tutte le domande di contributo presentate dalle aziende nella prima tornata sono rientrate nei limiti delle risorse stanziate per ciascuna tipologia d’investimento (autoveicoli a trazione alternativa; rimorchi e semirimorchi per intermodale e gruppi di otto casse mobili con un veicolo portacasse), eccetto le domande per

l’acquisizione di nuovi autoveicoli Euro 6 a fronte della rottamazione di vecchi automezzi in disponibilità della stessa impresa da oltre tre anni. Per questa tipologia d’investimento, difatti, le domande utili si sono esaurite già nel primo giorno della domanda, dopo quasi cinque ore dall’apertura del click day (scattato alle ore 10:00 del 1° ottobre 2020).


TIR L’elenco delle domande inviate, con la data e l’orario di presentazione, è disponibile sul sito della RAM (www.ramspa.it), alla voce “Incentivi”, sezione “Investimenti VII”. Nella stessa sezione, le imprese ammesse a contributo potranno aprire, avvalendosi delle credenziali di accesso inviategli dalla RAM (allo stesso indirizzo PEC utilizzato per fare domanda), la piattaforma su cui inserire la documentazione tecnica relativa ai beni acquisiti, nonché le fatture di pagamento degli investimenti fatti con la prova documentale del pagamento del prezzo (o dei canoni pagati per gli investimenti fatti a leasing). Al termine dell’inserimento dei documenti in piattaforma, le imprese potranno chiudere la rendicontazione e attendere quindi il pagamento del relativo contributo da parte del Ministero, che quest’anno, in virtù del sistema a sportello utilizzato, sarà in misura piena rispetto a quanto indicato nel DM 203/2020. Per un autoveicolo Euro 6 di massa complessiva superiore a 16 tonnellate, ad

esempio, sarà pari a 15mila euro (16.500 per le imprese piccole o medie), senza possibilità alcuna di riduzione per eccesso di domanda, come avveniva negli anni passati. Relativamente alla cumulabilità dei contributi previsti dal DM 203/2020, l’articolo 13 del Decreto Dirigenziale attuativo 7 agosto 2020 stabilisce espressamente che gli aiuti erogati non possono essere cumulati con altri aiuti di Stato.

NORMATIVE

Tuttavia è possibile che gli stessi beni possano formare oggetto di determinati crediti d’imposta e, in tal senso, ci sembra opportuno ricordare il credito di imposta per investimenti in beni strumentali introdotto dalla Legge di Bilancio 2021 (art. 1, comma 1051 della Legge 178 del 30 dicembre 2020): il cumulo è infatti possibile, purché non determini il superamento del costo sostenuto per l’investimento.

MUD 2021: PRESENTAZIONE PROROGATA AL 16 GIUGNO 2021 Nel mese di aprile di ogni anno va compilata e presentata alla Camera di Commercio, in particolare da parte delle imprese di trasporto dei rifiuti, la dichiarazione ambientale circa la quantità e la qualità dei rifiuti movimentati nell’anno precedente, denominata MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale). Quest’anno, la scadenza è stata prorogata dal 30 aprile al 16 giugno 2021, in quanto sono state apportate delle modifiche al modello di dichiarazione, con il DPCM 23 dicembre 2020 (in Gazzetta Ufficiale n. 39, del 16 febbraio 2021), e in base alla legge istitutiva del MUD (articolo 6, della legge 25 gennaio 1994, n. 70), il termine per la presentazione è rinviato a 120 giorni successivi alla data di pubblicazione del provvedimento di modifica. Nel nuovo modello MUD 2021 rimane confermata l’articolazione delle consuete sei comunicazioni, che devono essere presentate dai soggetti obbligati: la comunicazione rifiuti; quella per i veicoli fuori uso, quella sugli imballaggi trattati, sui RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), sui rifiuti urbani e quella dei produttori di AEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche). Rispetto ai modelli degli anni precedenti, quello di quest’anno reca alcune novità resesi necessarie per acquisire i dati sui rifiuti di tutte le categorie di operatori, in attuazione dell’ultima normativa europea e al recente Decreto Legislativo di recepimento n. 116 del 2020 che ha profondamente ridisegnato il quadro di legge nazionale che regola le attività di produzione gestione dei rifiuti.

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NORMATIVE

TIR

PACCHETTO MOBILITÀ: I CHIARIMENTI DEL MINISTERO DELL’INTERNO Il Viminale ha illustrato le principali novità in merito alle nuove regole sui tempi di guida e riposo degli autisti e sui tachigrafi 44

I

l ministero dell’Interno ha pubblicato una circolare che illustra le novità introdotte dal Pacchetto mobilità, in particolare in merito alle nuove regole sui tempi di guida e riposo degli autisti e sui tachigrafi in vigore dal 20 agosto 2020. Vediamole nel dettaglio. Guida e riposo In caso di multipresenza, il conducente può effettuare un’interruzione di 45 minuti in un veicolo guidato da un altro conducente, a condizione che chi effettua l’interruzione non sia impegnato ad assistere il conducente alla guida del veicolo. Il Ministero ha precisato che il tempo trascorso su un veicolo in movimento, seduto accanto all’autista alla guida, che oltrepassa i 45 minuti, deve essere considerato come periodo di disponibilità. I conducenti impegnati in trasporti

internazionali al di fuori dello Stato di stabilimento possono effettuare due riposi settimanali ridotti consecutivi, a condizione che: - vengano iniziati al di fuori dello Stato membro di stabilimento del datore di lavoro e al di fuori del Paese in cui si trova il luogo di residenza del conducente; - nel corso di 4 settimane consecutive effettuino almeno 4 periodi di riposo settimanale, di cui almeno 2 riposi regolari; - entro la fine della terza settimana consecutiva effettuino un riposo compensativo equivalente a quello non osservato nelle due settimane precedenti (21 + 21 ore), collegandolo al periodo di riposo settimanale regolare con rientro in sede dell’impresa o nel luogo di loro residenza. La compensazione deve essere completata necessariamente prima

della fine dei 6 periodi di 24 ore dal termine del precedente periodo di riposo settimanale ridotto. In particolare: - i due periodi di riposo “compensativi” (42 ore) vanno presi in blocco e collegati al riposo settimanale regolare obbligatorio (45 ore), per cui il periodo di riposo settimanale della terza settimana dovrà essere di almeno 87 ore (42+45); - il riposo settimanale complessivo di 87 ore dovrà iniziare al più tardi almeno 42 ore prima del limite massimo da cui iniziare il riposo settimanale regolare, cioè sei periodi di 24 ore dal termine dell’ultimo riposo settimanale ridotto. Pertanto, se il precedente periodo di riposo settimanale è terminato alle 17 di domenica, il periodo di riposo complessivo di 87 ore dovrebbe iniziare al più tardi entro le ore 23 del giovedì successivo; - inoltre, se prima di iniziare la compensazione delle 42 ore, il conducente non avesse ancora effettuato il riposo giornaliero


TIR di 9 o 11 ore, allora – facendo riferimento all’esempio – deve fermarsi alle ore 14.00 del giovedì. Trasporto intermodale Per quanto riguarda i trasporti intermodali strada-mare o stradaferrovia, il conducente a bordo di un veicolo trasportato da una nave o da un convoglio ferroviario, e che effettua un periodo di riposo giornaliero regolare o un periodo di riposo settimanale ridotto, può effettuare altre attività al massimo in due occasioni e per non più di un’ora complessivamente. L’autista deve avere a disposizione una cabina letto, una branda o una cuccetta. La stessa possibilità è stata ora prevista anche in caso di fruizione del riposo settimanale regolare ma, in questo caso, il conducente deve poter disporre di una cabina letto e la durata prevista della tratta deve essere pari a 8 o più ore; in questo caso, per la parte di riposo non fruita a bordo di un traghetto o treno, il conducente deve obbligatoriamente avere a disposizione un alloggio adeguato. Deroghe Oltre alla deroga generale già esistente, che consente al conducente di superare i tempi di guida per poter raggiungere un punto di sosta appropriato per la sicurezza sua personale, del veicolo, della merce, il nuovo Regolamento ha aggiunto altre due deroghe, che riguardano: - la possibilità di superare di massimo un’ora il periodo di guida giornaliero e settimanale al fine di raggiungere la sede

di attività del datore di lavoro o il proprio luogo di residenza, per effettuare un periodo di riposo settimanale (o anche giornaliero). Il Ministero ritiene inammissibile l’utilizzo della deroga quando il superamento dei tempi di guida, sebbene diretto a consentire il rientro in questi luoghi, non sia finalizzato a permettere lo svolgimento del periodo di riposo settimanale o quando sia diretto a consentire lo svolgimento del riposo settimanale, ma in luoghi differenti da quelli sopra indicati; - il superamento di massimo due ore del periodo di guida giornaliero e settimanale, a condizione di aver osservato un’interruzione di 30 minuti consecutivi subito prima del periodo di guida aggiuntivo, al fine di raggiungere la sede di attività del datore di lavoro o il proprio luogo di residenza per effettuare un periodo di riposo settimanale. Questa ipotesi – a differenza della precedente – esclude l’inizio di un nuovo periodo di riposo giornaliero, ma è funzionale solo a garantire lo svolgimento del riposo settimanale regolare. In entrambi questi casi, il conducente deve riportare sul foglio di registrazione dell’apparecchio di controllo analogico o nella stampa del digitale il motivo della deroga, al più tardi, nel momento in cui raggiunge la destinazione o il punto di sosta appropriato Queste deroghe non comportano una riduzione delle ore da effettuare di riposo giornaliero o settimanale e non consentono di

NORMATIVE

derogare al limite bisettimanale di 90 ore di guida. Tachigrafo Per quanto concerne le modifiche al Regolamento sul tachigrafo, gli approfondimenti hanno interessato in particolare la possibilità, per gli organi di controllo, di smontare l’apparecchio, rimuovere e sostituire i sigilli in autonomia, senza l’intervento di un’officina autorizzata. La rimozione dei sigilli è giustificata dal fondato motivo di ritenere che il dispositivo o le sue componenti siano alterati, manomessi o non funzionanti. In questo caso, se non vengono accertate anomalie e gli organi accertatori sono in grado di sostituire i sigilli, il veicolo potrà continuare a circolare senza doversi recare in un’officina autorizzata. Viceversa, se la sostituzione del sigillo non è possibile, il conducente viene invitato a recarsi entro 7 giorni presso un’officina autorizzata per la sostituzione a spese del proprietario del mezzo o del titolare della licenza o autorizzazione, decorsi i quali non potrà più circolare. Se vengono accertate anomalie di funzionamento o alterazioni, il conducente sarà invitato a recarsi in officina autorizzata entro 10 giorni, per la sostituzione con spese a carico sempre degli stessi soggetti. Per saperne di più leggi la notizia sul sito www.rivistatir.it, anche tramite QrCode

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NORMATIVE

TIR

COVID: L’INAIL TUTELA ANCHE IN CASO DI RIFIUTO DEL VACCINO Una nota dell’Istituto del 1° marzo afferma che il lavoratore che rifiuta di vaccinarsi e si contagia sui luoghi di lavoro ha diritto alla tutela infortunistica

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’argomento vaccinazioni contro il Covid è di stretta attualità e una delle domande che ricorrono maggiormente è se il datore di lavoro abbia facoltà di adottare provvedimenti nei confronti di quei dipendenti che rifiutino la somministrazione del vaccino. Una domanda a cui ha dato una prima risposta l’Inail attraverso l’istruzione operativa del 1° marzo scorso. Per l’Istituto “il rifiuto di vaccinarsi, configurandosi come esercizio della libertà di scelta del singolo individuo rispetto ad un trattamento sanitario, ancorchè fortemente raccomandato dalle autorità, non può costituire un’ulteriore condizione a cui subordinare la tutela assicurativa dell’infortunato”. Di conseguenza, ciò determina “l’automatica ammissione a tutela del lavoratore che abbia contratto il contagio e non si sia sottoposto alla

profilassi vaccinale in quanto, come precisato nella circolare n. 13/2020, occorre comunque accertare concretamente la riconduzione dell’evento infortunistico all’occasione di lavoro”. L’Inail è arrivata a questa conclusione partendo da una serie di premesse: - l’assicurazione (obbligatoria e pubblica) opera in automatico al ricorrere dei presupposti previsti direttamente dalla Legge, ed è quindi sottratta alla libera disponibilità delle parti coinvolte; - lo scopo della copertura assicurativa è quello di proteggere il lavoratore da ogni infortunio sul lavoro, anche da quelli derivanti da colpa, e di garantirgli i mezzi adeguati allo stato di bisogno derivante dalle conseguenze; - in particolare, sotto il profilo assicurativo, il comportamento colposo del lavoratore, tra cui

rientra anche la violazione dell’obbligo di utilizzare i dispositivi di protezione individuale, non comporta di per sé l’esclusione dell’operatività della tutela prevista dall’assicurazione gestita dall’Inail. Il comportamento colposo del lavoratore può invece ridurre o escludere la responsabilità del datore di lavoro, facendo venir meno il diritto dell’infortunato al risarcimento del danno nei suoi confronti, ma non comporta l’esclusione della tutela assicurativa apprestata dall’Istituto in caso di infortunio; - allo stato dell’attuale legislazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, non esiste un obbligo specifico di aderire alla vaccinazione da parte del lavoratore e, l’art. 32 della Costituzione stabilisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.


SCADENZE E DIVIETI APRILE /MAGGIO/GIUGNO 2021 IVA: ultimo giorno utile per inviare telematicamente la dichiarazione annuale. INPS: ultimo giorno per la trasmissione dei flussi contributivi e retributivi unificati. BONUS GASOLIO: presentazione della domanda relativa ai consumi del I trimestre 2021.

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IRPEF: versamento del saldo IRPEF 2020 e dell’acconto 2021 (prima o unica rata).

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MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di maggio.

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MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di aprile.

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LIQUIDAZIONI IVA: invio della comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche Iva relative al primo trimestre 2021.

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente. IMU: versamento del primo acconto 2021. RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 17 maggio, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.

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IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente o al 1° trimestre. Gli autotrasportatori trimestrali versano l’Iva senza la maggiorazione dell’interesse dell’1%. INPS: pagamento della prima rata 2021 dei contributi dovuti sul reddito da parte degli artigiani (contributo minimo obbligatorio). RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 aprile, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5

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MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di marzo

9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 SAB

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Ultimo giorno per il versamento del bollo sulle fatture elettroniche del primo trimestre.

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per la regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 marzo, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.

BONUS GASOLIO: primo giorno utile per presentare la domanda relativa ai consumi del I trimestre 2021.

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MAGGIO2021

APRILE 2021

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).


TIR

MERCI TRASPORTATE DA VETTORI IN CONTO TERZI PER GRUPPO MERCEOLOGICO E CLASSE DI PERCORRENZA Anno 2019 (Ton e composizioni %) Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura, pesci ed altri prodotti della pesca Altre merci n.c.a.

21.763.601 Merci raggruppate: merci di vario tipo trasportate insieme

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10.364.054 49.091.237

10.867.846 Merci trasportate nell'ambito di traslochi, bagagli, autoveicoli 471.553 trasportati per riparazione, 101.989 altre merci non destinabili alla vendita 10.253.635 Attrezzature e materiali utilizzati nel trasporto di merci

4.158.577

39.438.596 10.149.900

16.106.807

Merci non individuabili

Carboni fossili e ligniti, petrolio greggio e gas naturale

5.068.475 23,9%

76,1%

Minerali metalliferi ed altri prodotti delle miniere e delle cave, torba, uranio e torio

9.293.461

1.585.776

71.561.016

20,5 % 79,5% 14,6% 85,4%

66,8%

35.645.600 26.865.314

33,2%

67,7% 32,3%

23,3% 76,7%

Posta, pacchi

5.016.237

Legno e prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili), 13.097.097 articoli di paglia, pasta da carta, carta 35,1% 24.257.779 e prodotti di carta, stampati 64,9%

23,8%

71,1% 28,9%

76,2% 22,0%

12,0%

78,0%

50,5% 49,5% 60,2 % 50.933.849 39,8% 49.884.263

48,8% 51,2%

1.868.682

5.257.584

51 km e più

68,3% 31,7% 71,4% 28,6%

3.474.565

Mobili, altri manufatti n.c.a.

fino a 50 km

1.698.404 74,7%

82,2% 17,8%

Materie prime secondarie, rifiuti urbani e altri rifiuti

Prodotti dell'industria tessile e dell'industria dell'abbigliamento, cuoio e prodotti in cuoio

88.442.890

25,3%

81,9% 18,1%

88,0% 13.742.252

Prodotti alimentari, bevande e tabacchi

Mezzi di trasporto

14.299.866

2.619.341

3.301.126 7.106.441

78,1%

6.541.796

21,9%

9.241.651 Coke e prodotti 29.602.025 petroliferi raffinati Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali, articoli in gomma e 26.991.409 in materie plastiche, combustibili nucleari

7.599.034

45.006.115 47.203.727 Altri prodotti della

lavorazione di minerali non metalliferi

Metalli, manufatti in metallo,

51.006.222 escluse le macchine e gli apparecchi meccanici

Macchine e apparecchi meccanici, macchine per ufficio, apparecchi elettrici, apparecchi radiotelevisivi e apparecchiature per le comunicazioni, apparecchi medicali, di precisione e strumenti ottici, orologi

Tra i gruppi maggiormente trasportati sulle percorrenze superiori a 50 km (in termini di tonnellate) troviamo "Posta e pacchi" con l'88%, seguito da quello delle "Merci trasportate nell'ambito dei traslochi e bagagli" con l'82,2%; tra i gruppi per i quali le tonnellate trasportate sono pressochè ripartite in maniera equa troviamo quelli degli "altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi" e delle "materie prime secondarie, rifiuti urbani e altri rifiuti". Elaborazione Tir Giovanna Astori e Donatella Berna APRILE2021




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