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RIPOSO LUNGO IN CABINA: MULTE FINO A 1.700 EURO

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Il ministero dell’Interno si è occupato del divieto di riposo settimanale ordinario in cabina. In una circolare del 30 aprile scorso, dopo avere preso atto della mancanza in Italia di una specifica sanzione amministrativa in tema, ha informato che il riposo settimanale regolare effettuato a bordo del mezzo va considerato come non goduto. La sanzione da applicare all’autista è quindi quella prevista dall’art. 174, comma 7 del CdS, nell’ipotesi più grave indicata nel terzo periodo (mancato rispetto dei limiti prescritti per oltre il 20%): si tratta quindi del pagamento di una somma da 425 a 1.701 euro, con il ritiro temporaneo dei documenti di guida e l’intimazione a non riprendere il viaggio fino al completamento del riposo nella modalità corretta. La violazione – precisa il Ministero – può essere accertata esclusivamente nel momento in cui è commessa, quindi, in flagranza.

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di ultima generazione (Euro 6), soluzioni innovative di ottimizzazione del trasporto, quali la guida autonoma in platooning o le combinazioni ampliate dei carichi, come l’Ecocombi. La tecnologia in grado di ridurre le emissioni è già disponibile, come hanno sottolineato anche i costruttori. “Il gas naturale – ha affermato Pierre Lahutte di Anfia – è la tecnologia concreta immediatamente applicabile. La collaborazione tra case costruttrici, operatori logistici e istituzioni acquisisce un’importanza strategica

per portare a compimento questo importante processo di transizione energetica di cui la filiera automotive nazionale non vuole essere solo testimone, ma protagonista”. E Antonio Cernicchiaro di Unrae ha aggiunto che “i costruttori di veicoli industriali hanno investito ingenti somme per rendere disponibili sul mercato veicoli di ultima generazione al fine di garantire un salto di qualità determinante sia in termini di sostenibilità ambientale ed economica, che in termini di sicurezza stradale”. Insomma le alternative ci sono, basta volerlo.

TAR PIEMONTE: L’AUTOTRASPORTO NON DEVE PAGARE CONTRIBUTI ALL’ART Anche Fai-Conftrasporto ha vinto il ricorso: l’autotrasporto non deve alcun contributo per il funzionamento dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Una sentenza del Tar del Piemonte ha

infatti confermato che l’Authority non esercita alcuna concreta attività regolatoria nel settore dell’autotrasporto merci “già oggi appare ampiamente liberalizzato e fortemente concorrenziale”.

CEMT 2018 ASSEGNATE LE AUTORIZZAZIONI Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha assegnato 178 autorizzazioni CEMT 2018 alle 34 imprese richiedenti, sulle 268 complessivamente assegnate allo Stato italiano. Le altre 90 sono state attribuite alle imprese che già le detenevano lo scorso anno e che, utilizzandole correttamente, le hanno rinnovate per l’anno in corso. Le CEMT (Conférence Européenne des Ministres des Transports) sono speciali autorizzazioni al trasporto internazionale di merci su strada che, a differenza delle licenze comunitarie, consentono alle aziende di svolgere trasporti internazionali, oltre che tra gli Stati membri dell’Unione europea, anche verso altri 16 Paesi extra-comunitari (Albania, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Islanda, Macedonia, Montenegro, Moldavia, Norvegia, Russia, Serbia, Svizzera, Turchia e Ucraina). L’autorizzazione può essere usata su un solo autoveicolo o complesso veicolare alla volta, purché il veicolo a motore sia di categoria almeno Euro 4 o superiore, e deve trovarsi a bordo, tra il luogo di carico e scarico e durante tutto il percorso in caso di viaggio a vuoto.


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