Speciale transizione ecologica

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tre a puntare prioritariamente sul rinnovo delle flotte, occorre cogliere l’occasione per incentivare modelli organizzativi in grado di ridurre i viaggi a vuoto, privilegiare acquisti e progettualità collettive anche di tipo infrastrutturale, generare reti informatiche e di comunicazione in tempo reale non solo per la gestione veicolare ma anche per aree di sosta, infrastrutture portuali e nodi interportuali. Alle risorse citate per i “trasporti puliti” si aggiungono anche 250 milioni per incentivi legati agli investimenti tecnologici e digitali finalizzati ad accompagnare la crescita e l’efficienza delle imprese. Abbiamo sempre sostenuto la tesi secondo la quale per migliorare ed aumentare i flussi intermodali occorre strategicamente partire dal lato strada e non viceversa. Un maggiore coinvolgimento delle imprese di autotrasporto sia sul versante ferroviario (al quale sono destinati 24,7 miliardi di euro) sia nell’uso delle infrastrutture del mare, unitamente alla eliminazione di eventuali ostacoli infrastrutturali, potrebbe determinare effetti concretamente positivi. La distribuzione urbana ovvero il trasporto dei container e quello delle casse mobili, che pure danno continuità ai trasporti combinati, dovrebbero essere maggiormente tutelati affinché non si determini un tracollo qualitativo provocato da forme di esasperazione della concorrenza. A nostro giudizio si può fare molto di più e meglio nel governo dell’ultimo miglio, così come si può fare di più anche nei settori strategici dell’autotrasporto, quali ad esempio il trasporto dei container: è il caso di ricordare che proprio in questi giorni nel settore container è stato sottoscritto un significativo accordo fra committenza e associazioni dell’autotrasporto.

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