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I progetti per le Hydrogen Valleys

L’importanza dell’idrogeno nella transizione ecologica è chiara da tempo alle istituzioni italiane. Per la produzione, distribuzione e gli usi finali dell’idrogeno nel PNRR sono previsti 3,19 miliardi.

Di questi 0,23 miliardi sono destinati alla sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto stradale e 0,30 nel trasporto ferroviario, 0,16 per la ricerca e lo sviluppo. Altri 0,45 fanno parte di un altro capitolo di spesa e sono finalizzati a sviluppare una leadership internazionale industriale e di ricerca e sviluppo nelle filiere dell’idrogeno.

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L’Italia, per una serie di ragioni anche strutturali, può essere particolarmente avvantaggiata in questa transizione energetica. Dal punto di vista geografico può sfruttare il suo know how e le relazioni con le zone in cui già si produce l’idrogeno e da cui già importa combustibile, come il Nord Africa, ma può candidarsi a essere un vero e proprio hub produttivo. Il progetto per realizzare la prima Hydrogen Valley italiana già c’è. Si tratta di un programma di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che punta a creare alle porte di Roma, sulla via Anguillarese, un primo incubatore tecnologico per lo sviluppo dell’idrogeno, in collaborazione con università, istituti di ricerca, associazioni e imprese.

L’idea nasce da un investimento da 14 milioni di euro proveniente da una missione internazionale fra 22 Nazioni e la Ue per accelerare la ricerca sulle tecnologie pulite.

Il progetto sperimenterà nuove tecnologie per la produzione, attraverso l’utilizzo dei rifiuti (biomasse residuali) e l’impiego del calore rinnovabile a media-alta temperatura prodotto da impianti solari a concentrazione.

Iniziativa simile anche in Lombardia, nel bresciano, dove verrà prodotto idrogeno blu da utilizzare sulla tratta ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo su nuovi treni a fuel cell.

Più a sud, intanto, la Sicilia si è candidata a ospitare il Centro nazionale di alta tecnologia per l’idrogeno, sulla base di quanto prescrive il PNRR e cioè che circa la metà degli investimenti siano localizzati nel Meridione.

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