Speciale transizione ecologica

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sostenibili e di tecnologie a zero emissioni, fissando un limite massimo al contenuto di gas serra dell’energia utilizzata dalle navi che fanno scalo nei porti europei. Allo stesso tempo l’iniziativa ReFuelEu Aviation obbligherà i fornitori di carburante a miscelare livelli crescenti di carburanti sostenibili per l’aviazione nel jet fuel imbarcato negli aeroporti dell’Ue, compresi i carburanti sintetici a basse emissioni di carbonio, noti come e-fuels. Per stimolare un sistema energetico più verde verrà adottata anche una direttiva sull’energia rinnovabile che fisserà l’obiettivo di produrre il 40% della nostra energia da fonti rinnovabili entro il 2030. Tutti gli Stati membri contribuiranno a questo obiettivo, e sono proposti obiettivi specifici per l’uso di energia rinnovabile nei trasporti, nel riscaldamento e raffreddamento, negli edifici e nell’industria. Alcune di queste proposte hanno tuttavia generato perplessità non solo nel mondo dei costruttori e dei trasporti, ma anche all’interno dei vari Paesi europei, con molti commissari che hanno espresso cautela sul Pacchetto, chiedendo addirittura di modificarlo in alcuni punti. Nei prossimi mesi quindi si aprirà un ampio dibattito sulle varie proposte che potrebbe portare alla revisione di alcuni obiettivi giudicati troppo stringenti. Ma quali sono i punti contestati? Per l’associazione UETR, che riunisce gli autotrasportatori europei, la proposta di attuare un nuovo sistema di scambio delle emissioni in Europa separato per il trasporto su strada, farebbe aumentare i prezzi del carburante e avrebbe un impatto sui consumatori. “I piccoli autotrasportatori – spiega l’associazione - supportano la mobilità sostenibile, ma gli investimenti già effettuati devono essere presi in considerazione, ora più che mai alla luce della crisi del Covid-19 e delle urgenti esigenze legate alla ripresa. Con l’evoluzione della flotta che molto probabilmente manterrà un numero significativo di veicoli con motore a combustione interna e diesel nei prossimi 10 anni, se non dotati di adeguati vettori di supporto, già in difficoltà, non avranno altra scelta che trasferire i maggiori costi ai clienti, e quindi ai consumatori”. Anche IRU, l’Unione internazionale dei trasporti stradali, ha espresso alcune riserve nei confronti di “Fit for 55” e sul sistema di scambio delle emissioni, ritenendo che se combinato con un nuovo sistema di tassazione dell’energia basata sulle emissioni di CO2 questo potrebbe divenire un costo per il trasporto stradale e per le imprese. Perplessità anche da parte dei costruttori: secondo Acea mettere al bando i veicoli a benzina e gasolio è una misura irrazionale perché la transizione verso la mobilità elettrica richiede il contributo di tecnologie diverse. 18


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