ci e privati che ci facciano recuperare il gap accumulato negli anni scorsi. Un primo gap da colmare è il rapporto tra dorsali e prossimità: l’innervatura periferica delle infrastrutture è molto debole in Italia, sia a livello di infrastrutture materiali che di infrastrutture immateriali. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che l’Italia si sviluppa in verticale e per le Regioni meridionali è difficile competere, in termini logistici, con il resto d’Europa. Per questo non possiamo perdere l’appuntamento con la nuova stagione europea che si è appena aperta, anzi che si deve ancora aprire compiutamente, in termini di risorse da investire in quantità mai vista prima, sembrando ormai dietro di noi le politiche di austerity e i vincoli di bilancio. Dobbiamo saper esprimere, finalmente, una visione strategica complessiva capace di unire politiche industriali e ridefinizione e riqualificazione delle infrastrutture. Nello scenario post Covid-19, quale sarà il ruolo della logistica? Quali cambiamenti intravede a livello interno e internazionale non solo nell’ambito del comparto? Certamente saranno significativi gli effetti sui mercati, anche se è ancora presto per valutare le ripercussioni congiunturali negative e i cambiamenti che dovremo affrontare. L’esperienza che abbiamo vissuto ci ha però insegnato che le catene del valore, legate massicciamente, negli scorsi anni, alle delocalizzazioni di molte produzioni considerate a basso valore aggiunto verso i Paesi dell’oriente del mondo, dovranno essere riorganizzate e, probabilmente, questo consentirà soprattutto al nostro Paese di recuperare quote di mercato importanti nelle filiere manifatturiere internazionali. Ovviamente questo avrà delle conseguenze importanti anche nelle filiere logistiche che dovranno seguire questi processi di riorganizzazione del mercato, introducendo forti dosi di innovazione tecnologica e incorporando quote sempre più importanti di digitalizzazione. Un cambio di mentalità, di cultura che deve coinvolgere tutti i soggetti, quindi. Da questo punto di vista il “cliente” dovrà essere sempre più integrato nelle piattaforme logistiche e di movimentazione delle merci. Peraltro, l’esigenza di rendere le produzioni sempre più green, comporterà probabilmente la crescita di importanza della ‘tracciabilità verde’ degli spostamenti e una misurazione sempre più attenta dell’impatto ambientale e sui cambiamenti climatici.
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