Trekking dell'Avisio

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Escursioni in Montagna in Trentino TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: AGH ­ 23/09/2016 15:51

Titolo: [CEMBRA] Avisio, 1a esplorazione fluviale: il paese fantasma di Ischiazza Inserito da: AGH ­ 23/09/2016 15:51

Il paese fantasma di Ischiazza Il paese di Ischiazza si trova in Val di Cembra lungo il fiume Avisio, circa 700 metri a valle della diga di Stramentizzo. Lo sbarramento non riuscì a contenere la furia delle acque dell'alluvione del 1966 e Ischiazza fu travolta dalla piena dell’Avisio e dei suoi affluenti secondari, che provocarono frane e colate di fango. Stessa sorte toccò alla frazione di Maso, pochi chilometri più a valle.


Il paese di Ischiazza prima dell'alluvione Gli abitanti di Ischiazza riuscirono a portarsi in salvo fuggendo verso le frazioni più a monte. Passata la piena, tornarono nel paese distrutto per recuperare quello che era possibile. Quindi con una processione penitenziale portarono a Casatta gli arredi sacri e la campanella della chiesa dedicata all'Esaltazione della Croce.

Le rovine di Ischiazza viste da una immagine aerea tratta da Google Earth Gli alluvionati furono quindi successivamente sistemati nel Villaggio Italo ­ Svizzero che fu costruito per l’occasione, in meno di due anni, poco a monte di Valfloriana col contributo della Croce Rossa italiana e le offerte raccolta dalla Svizzera, della Regione e del Comune di Valfloriana. Oggi restano solo le rovine di quei paesi dove un tempo scorreva la vita.


L'inizio della nostra eplorazione poco sotto la diga: subito una forra poco praticabile, percorribile in parte con vecchi sentieri interrotti da frane

Antiche mulattiere nella foresta A Ischiazza i discendenti di chi abitava o aveva legami col paese organizzano ogni anno una festa commemorativa. La frazione di Maso invece è quasi scomparsa, inghiottita dalla vegetazione che lascia intravedere pochi muri.


A sx la diga di Stramentizzo, nel cerchio rosso il paese di Ischiazza

L'Avisio oggi, un percorso fluviale ricco di fascino


Quel che resta del paese, a sx l'edificio della chiesa

La bellissima strada selciata che dai Quattro Venti scende a Ischiazza


Interno della chiesa

Sulla facciata della casa la data: 1908


L'abbandono di Ischiazza in una foto d'epoca di Flavio Faganello

Un tratto assai ostico da superare, che abbiamo dovuto aggirare


La frazione di Rover sulla sponda settentrionale

Ci sono ancora magnifici sentieri coi vecchi muri a secco, percorsi praticamente da nessuno


Alcuni tratti del fiume sono invalicabili e bisogna arrangiarsi ad aggirare roccioni verticali

I resti delle vecchie mulattiere La desolazione da una parte, la bellezza dall’altra: al termine nella nostra esplorazione fluviale da Ischiazza a Piscine, abbiamo “scoperto” la frazione isolata di Fraìne, a mezzacosta tra il fondovalle dove scorre l’Avisio e la strada provinciale.


Tratti di foresta amazzonica lungo il fiume

Fantastiche piscine naturali lungo le anse


La frazione di Fraine Pur non toccata direttamente dall’alluvione, dopo anni di abbandono è stata recuperata un po’ alla volta dagli eredi e da nuovi abitanti che hanno ristrutturato le vecchie case, e ne hanno fatto un piccolo e grazioso borgo rurale pieno di fiori.

La frazione di Fraine


In marcia nella foresta Escursione abbastanza complicata di oltre 20 km, ravanando come capre nel greto dell'Avisio, aggirando i tratti dove non era possibile passare lungo la rive se non entrando nel fiume. Abbiamo anche dovuto affrontare un guado non previsto sul Rio delle Seghe. Il mio socio si è tolto addirittura gli scarponi, io dopo molte titubanze sono riuscito a trovare un punto meno largo e saltare mettendo velocissimamente un solo piede in acqua.

Il guado imprevisto... Non ci sono sentieri ufficiali, solo qualche breve tratto è segnalato. Il resto sono vecchie stradelle o sentieri inghiottiti da una vegetazione che a tratti ricorda, e non esagero, l'Amazzonia. Sentieri scovati uno ad uno con un accurato studio preventivo delle carte e delle immagini aeree o satellitari, nascosti in una vegetazione lussureggiante a volte difficile da attraversare, a tratti impossibile.


La vegetazione lussureggiante lungo l'Avisio

Il vecchio forno nei pressi di Ischiazza


Come nella jungla pluviale del Borneo Un tempo gli scoscesi versanti verso il fiume erano assai frequentati dai valligiani che avevano costruito nel tempo una complessa serie di terrazzamenti per le loro magre coltivazioni, che servivano per lo più alla mera sussistenza. Dopo 50 anni di abbandono e anche oltre, queste tracce di vita rurale sono in gran parte quasi scomparse: è emozionante andarle a cercare.

Nella foresta lungo l'Avisio


Angoli di selvaggia bellezza

L'Avisio visto dall'alto


Il percorso SMF 2.0.15 | SMF © 2011, Simple Machines SimplePortal 2.3.6 © 2008­2014, SimplePortal SMFAds for Free Forums


Escursioni in Montagna in Trentino TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: AGH ­ 20/10/2016 12:15

Titolo: [CEMBRA] Avisio, 2a esplorazione fluviale: dal Pont dela Rio a Valda Inserito da: AGH ­ 20/10/2016 12:15

Un bellissimo tratto dell'Avisio incassato in una gola Quasi 40 km di sentieri mappati in un solo giorno nella 2a esplorazione­ravanata sul fiume Avisio, in cerca di vecchi sentieri. Nella magica Val di Cembra. Questa volta abbiamo validissimi rinforzi: Nicola Pagano e Ivo Cestari. Ci dividiamo in due squadre: Nicola e Ivo esplorano la riva nord, io e Gigi Zoppello quella sud, iniziando dal Pont dela Rio.


L'Avisio scorre incassato nelle forre

Verso il Pont dela Rio


Castagno secolare Perdiamo quasi subito i contatti, salvo quelli sporadici e difficili con le radioline. Loro riusciranno ad arrivare fino a Valda, poi a Faver. Noi con terribili ravanamenti in boscaglia, e parecchi km su e giù dalla strada provinciale laddove era impossibile percorrere il fondovalle in riva al fiume, arriveremo fino a Segonzano. Ben 20 km per squadra.

Il fiume Avisio


Le ravanate cercando vecchi sentieri, mappati 40 km, in rosso la squadra 1, in verde la squadra 2

Un passaggio sfruttando un vecchio cavo che serviva per passare il fiume con carrucole


Scorcio del fiume visto da una antica mulattiera

L'idilliaca frazione di Gresta Il percorso come previsto si è rivelato molto ostico: alcuni tratti sono percorribili, altri dove l'Avisio si incassa in canyon dalle pareti verticali, sono impossibili da superare. Ci sono decine di chilometri di antichi sentieri inghiottiti da una vegetazione quasi amazzonica, da cui emergono relitti di vita contadina del passato: muretti a secco, baite, campi terrazzati, mulattiere.


A fianco dell'alveo dell'Avisio è cresciuta una vegetazione quasi amazzonica

Alcuni passaggi nell'intrico della foresta non sono semplici


Vecchie mulattiere invase dalla vegetazione

Scorcio panoramico nei pressi di Gresta In una vera e propria giungla si stagliano qua e là alberi di castagno secolari, ormai abbandonati da decenni. Alcuni sentieri sono ancora percorribili, altri quasi introvabili o cancellati da frane. Gli squarci di paesaggio sull’Avisio sono pochi ma spettacolari, il grande fiume non si lascia avvicinare facilmente. Ma noi teniamo duro. Oggi contiamo il primo ferito: Gigi è stato colpito da un ramo alla testa e sanguinava orrendamente.


Percorrendo vecchi sentieri in disuso verso il fiume 1a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/il­paese­fantasma­di­ischiazza­ sull'avisio/msg109738/#msg109738 SMF 2.0.15 | SMF © 2011, Simple Machines SimplePortal 2.3.6 © 2008­2014, SimplePortal SMFAds for Free Forums


Escursioni in Montagna in Trentino TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: AGH ­ 20/10/2016 14:58

Titolo: [CEMBRA] Avisio, 3a esplorazione: dal Ponte dell'Amicizia verso Cantilaga Inserito da: AGH ­ 20/10/2016 14:58

Ponte tibetano presso la palestra di roccia di Prà Prosegue la nostra esplorazione dell’Avisio, stavolta siamo in tre: io, Gigi e Ivo. Nella precedente spedizione ci siamo “infognati” all’altezza di Valda, dove il fiume si incassa tra pareti rocciose invalicabili. Stavolta proviamo ad esplorare la zona a valle, per vedere se ci può essere un collegamento. Dal “Ponte dell’Amicizia” che unisce i due versanti della Valle di Cembra tra Segonzano e Faver, il fiume sembra impercorribile.

Pareti a picco sul fiume impossibile proseguire da questa sponda... Abbiamo chiesto aiuto ai pescatori, che meglio di tutti conoscono il territorio. Loro però hanno un approccio al fiume diverso dal nostro, tutto verticale: scendono dai paesi, che stanno mediamente 200 metri di dislibello sopra l’alveo, raggiungono le rive e poi risalgono, mentre a noi interessa soprattutto lo sviluppo in orizzontale. Ci è stata comunque


promessa collaborazione.

Un colossale macigno

Un tratto camminabile abbastanza facilmente


Lungo le strade interpoderali

Presso la palestra di roccia


La marcia è ostica tra vegetazione e pietre viscide come sapone

Presso il ponte di Cantilaga


Molti i tratti acquitrinosi da passare in qualche maniera Siamo costretti a risalire verso Piazzo e da lì per una stretta stradella asfaltata raggiungere la piccola frazione di Prà. Di qui proseguiamo a piedi tentando di costeggiare il fiume, ma è un calvario tra piante e pietre viscide. Quindi percorriamo la comoda stradella poco a monte che raggiunge la palestra di roccia nel bosco e quindi una zona magnifica del fiume dove c’è un’altra palestra di roccia verticale a picco sull’Avisio, raggiungibile con un ponte tibetano di funi: un posto veramente favoloso!

La frazione di Prà


Castello di Segonzano Proseguiamo sul letto del fiume, ora senza alcuna traccia di sentiero, tra boscaglia e sassi scivolosi come il sapone. In un guado Ivo scivola e mette i piedi “a bagno”. Nulla di grave ma camminare coi piedi zuppi non è piacevole. Riusciamo a percorrere la riva sud fino ad un’ansa dove però ci dobbiamo fermare: alte pareti verticali di roccia impediscono l’avanzata. Torniamo un po’ indietro e poi, ravanando nel bosco per labili tracce di pescatori, saliamo di quota raggiungendo degli antichi terrazzamenti abbandonati e quindi una coltivazione di piante di mirtillo dalla quale possiamo rientrare verso Teaio senza difficoltà. Qui Ivo deve lasciarci per rientrare a Trento.

Spettacolare scorcio della valle di Cembra


Una magnifica ansa del fiume forma uno specchio d'acqua

Castello di Segonzano Raggiungiamo Segonzano, quindi scendiamo a piedi verso il fondovalle. Passando tra le case incontriamo casualmente il simpatico sig. Dino che sta ravanando in cantina, che ci offre subito da bere. Gigi finge una poco credibile resistenza, che dura appunto pochi secondi: beviamo un buon rosso che ci taglia subito le gambe. Dino, 74 anni ma ancora ben attivo, è molto allegro e ciarliero, ci spiega tutti i vecchi attrezzi che ha in cantina. Siamo piacevolmente sorpresi da questi personaggi così simpatici e ospitali.


Il sig. Dino di Saletto ci ha offerto il vino spillato da una botte della sua cantina: ottimo ma ci ha tagliato le gambe

Scorcio dei ripidi versanti sopra il fiume, dai colori orami autunnali


Le distese di vigneti sotto il Castello di Segonzano

Segnatempo Raggiungiamo il Castello di Segonzano circondato dai vigneti, in uno scenario davvero spettacolare, immortalato dal Albrecht Dürer verso la fine del 1400 in alcuni celebri acquerelli. Al Ponte di Cantilaga proviamo ad esplorare la riva ad ovest ma raggiunto un bel masetto e dei vigneti dobbiamo tornare indietro. Da qui ci sarebbe un sentiero che risale verso Faver, ma il nostro obiettivo è quello di trovare antichi sentieri vicino al fiume. Recuperata la macchina ci spostiamo a sud del Ponte dell’Amicizia, ma facciamo ben poca strada oltre la zona del depuratore, una ripida scarpata sul fiume ci sbarra il passo. Forse con degli stivaloni…


Uno dei tanti guadi forzati, senza stivaloni non è semplice, per pietre scivolosissime

Scorcio di Faver con il M. Bondone sullo sfondo


Lungo l'Avisio

Tipico paesaggio cembrano


L'Avisio nei pressi del Ponte di Cantilaga

In marcia verso il fiume Girovaghiamo con l’auto in direzione di Faver, dove incontriamo casualmente su una strada poderale Silvano Paolazzi, appassionato di storia locale, a bordo del suo trattore: appena sa dei nostri intenti ci intrattiene piacevolmente sfoggiando la sua conoscenza del territorio per quasi un’ora. La giornata volge al termine, ringraziamo Silvano ripromettendoci di contattarlo per la prossima esplorazione.


Per antiche mulattiere

Acqua calma...


Angoli di natura selvaggia

Nemopuceno protettore dei ponti, capitello presso il ponte di Cantilaga


Distese di vigneti terrazzati

Esplorando l'alveo dell'Avisio


Colori autunnali sull'Avisio Facciamo un temporaneo bilancio: la Val di Cembra si conferma ancora una volta un tesoro di bellezze naturalistiche, storiche, artistiche ma anche e forse soprattutto umane. Qui c’è un popolo che ha lottato duramente nei secoli per sopravvivere in un ambiente montagnoso non facile, come è testimoniato dai chilometri di muretti a secco per terrazzare i campi e strappare alla natura i mezzi per la sussistenza. La nostra esplorazione prosegue, nel tentativo di arrivare a Lavis, alle foci dell’Avisio dopo oltre 40 km dal Lago di Stramentizzo.

Val di Cembra con i vigneti terrazzati


Strade di campagna tra le vigne

Silvano Paolazzi, appassionati di storia locale


Tipico paesaggio cembrano

I muretti a secco si sviluppano per centinaia di km


Passaggio in forra

Natura selvaggia vedi anche: 2a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­2a­esplorazione­fluviale­dal­pont­dela­ rio­a­valda/ 1a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/il­paese­fantasma­di­ischiazza­ sull'avisio/msg109738/#msg109738


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Escursioni in Montagna in Trentino TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: AGH ­ 02/11/2016 14:16

Titolo: [CEMBRA] Avisio 4a Esplorazione: quando il gioco si fa duro... Inserito da: AGH ­ 02/11/2016 14:16

Avisio 4a esplorazione: quando il gioco si fa duro… Stavolta siamo uno squadrone di 6, tutti ravanatori doc. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. E’ bello vedere che, man mano, l’interesse per quest’impresa cresce, che altri esploratori fluviali si aggiungono e vogliono o vorrebbero partecipare all’esplorazione dell’Avisio. Ma la selezione è durissima: sono accettati solo “ravaners” di comprovate capacità


Un tratto di fiume bellissimo con acque calme...

Ravanando in boscaglia Ci dividiamo in due squadre. Squadra1: Maurizio Teti Fernetti, Angelo Spadaro e Alessio esplorano la riva dal Ponte dell’Amicizia verso sud. Squadra 2: io, Gigi Zoppello e Christian Tired proviamo a risalire la riva da sotto Albiano fino alla centrale di Pozzolago.


Gigi e Christian osservano con preoccupazione l'avvicinamento al "Gravone"

Pietre di ogni colore, forma e dimensione...


Angoli di selvaggia bellezza

Risalendo il corso dell'Avisio Dopo quasi 100 km di sentieri/strade/tracce/mulattiere mappati, possiamo dire di essere a circa metà dell'impresa: finora la parte più “semplice” (si fa per dire) è stata quella dalla diga di Stramentizzo fino all’altezza di Valda. Man mano che l’Avisio scende verso la foce con l’Adige, si incassa in profonde forre dove passare a piedi lungo le rive è difficile se non impossibile.


In marcia sui sentieri abbandonati

Scorcio spettacolare sull'Avisio


Una delle tante magnifiche forre

Passerella nei pressi della Centrale di Pozzolago


Si intravede Maso Bianco sulla riva opposta Stavolta è stato prezioso l’aiuto di Christian: appassionato di Avisio e pescatore da sempre, conosce quasi ogni angolo del fiume. Grazie a lui abbiamo potuto esplorare la zona meno alla cieca del solito, risparmiando tempo ed energie. Non per questo è stata una passeggiata: abbiamo mappato “solo” 10 km, ma molto tosti per la impossibilità di rimanere lungo il greto a causa delle solite forre insuperabili. E’ stato quindi necessario superarle a monte, ravanando duramente nella boscaglia amazzonica. Siamo comunque riusciti a percorrere la riva sx orografica da Albiano fino a poco a monte della Centrale di Pozzolago.

Singolare tratto di percorso sotto il famigerato "Gravone"


Abitante dell'Avisio

Un tratto di foresta "amazzonica"


Cercando vecchi sentieri in disuso

Angoli di selvaggia bellezza


Sotto il "Gravone", la foresta lussureggiante ricopre ogni cosa Anche l’altra squadra si è fatta onore: su un terreno tormentato e difficile, ha esplorato la riva dal Ponte dell’Amicizia passando per il Maso Bianco e arrivando di fronte al terrificante “Gravone”, un lungo e impervio costone di detriti di porfido la cui nomea di "posto infame" terrorizzava tutti. Attraversare il Gravone sarebbe toccato a noi della 2 squadra, ma fortunatamente abbiamo scoperto una stradella che ci passava sotto.

La frazione semiabbandonata di Sottolona


Auto in "sosta"

Vista sulla riva opposta, verso Cembra


Vigneti nei pressi della frazione di Sottolona Con questa 4a esplorazione il percorso del trekking fluviale sta prendendo forma, anche se l’arrivo alle foci dell’Avisio nel fiume Adige è ancora distante e pieno di incognite. Ma ormai siamo determinati: arriveremo fino alle fine, a costo di arrivarci in ginocchio.

La Forra di Albiano


Tratto di fiume camminabile

Nei pressi della Centrale di Pozzolago, vicini al tunnel i disuso


Chiristian cerca un passaggio a monte nella boscaglia

Il percorso delle due squadre esplorative sull'Avisio 3a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­3a­ esplorazione/msg110218/#msg110218 2a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­2a­esplorazione­fluviale­dal­pont­dela­ rio­a­valda/ 1a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/il­paese­fantasma­di­ischiazza­ sull'avisio/msg109738/#msg109738 SMF 2.0.15 | SMF © 2011, Simple Machines SimplePortal 2.3.6 © 2008­2014, SimplePortal


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Escursioni in Montagna in Trentino TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: AGH ­ 19/11/2016 11:01

Titolo: [CEMBRA] Avisio 5a esplorazione: gente cembrana Inserito da: AGH ­ 19/11/2016 11:01

Continuano le nostre esplorazioni fluviali sull'Avisio: questa è la quinta giornata di perlustrazione cercando i sentieri perduti Nella nostre esplorazioni fluviali non abbiamo incontrato molta gente. Ovviamente: lungo l’alveo dell’Avisio, dove anticamente brulicava la vita, oggi non c’è più nessuno. Però durante le nostre discese al fiume, e le risalite, è capitato di incontrare degli indigeni. E sono sempre stati, dopo l’iniziale diffidenza, piacevoli incontri. Quindi le nostre sono esplorazioni, in qualche modo, anche umane e non solo di paesaggi naturalistici.


Lungo il fiume le anse creano oasi meravigliose con piscine naturali, laghetti...

I sassi sul greto del torrente di ogni forma e colore


Di qui non si passa, ma ravanare fin qui è valsa la pena...

Ogni ansa del fiume, dove l'acqua rallenta, è un piccolo paradiso naturalistico Già quando si arriva in paese in auto, magari percorrendo strade secondarie cercando di avvicinarsi al fiume, si viene squadrati “al laser”: tipicamente, l’indigeno tira indietro la testa e stringe gli occhi a fessura per squadrarti meglio. Il forestiero viene individuato in un colpo d’occhio. La gente ci guarda dietro cercando istintivamente la targa della macchina, per capire da dove veniamo (beate le targhe di una volta, oggi non si capisce nulla).


Il tipico paesaggio cembrano coi vigneti terrazzati: in fondo alla profonda forra in ombra, scorre l'Avisio

I famosi muretti a secco, capolavori di ingegneria contadina


Le ripide scalinate che collegano i terrazzamenti

Spesso il greto de fiume è impercorribile e tocca risalire cercando alternative tra le strade di campagna


Le vigne e il fiume

Le magnifiche boscaglie delle golene, a volte paludose, ricordano vagamente le Everglades della Florida Quando poi sbuchiamo a sorpresa dalla boscaglia in mezzo ai campi o alle vigne, con lo zaino, magari sudati come buoi per le ravanate infami, la diffidenza cede il passo allo stupore e, subito dopo, alla curiosità. Chi siamo, cosa facciamo, dove andiamo? Spieghiamo allora la nostra idea dell’esplorazione fluviale.


Angoli di paradiso

Giulio Brugnara con Gigi Zoppello, giornalista de l'Adige


Carmelo Brugnara ci fa entrare nel vecchio maso Finora tutti quelli che abbiamo incontrato sono stati gentili, piacevolmente sorpresi. Spesso sono prodighi di consigli e informazioni, anche se non sempre attendibili: molte zone dell’Avisio non le frequentano più da decenni neppure i contadini del posto. Ci raccontano com’era la vita “una volta”, spesso ci viene offerto un bicchiere di vino, che ovviamente non rifiutiamo.

Carmelo nei locali dove ha accumulato una incredibile quantità di masserizie


Pitali vari, uno incorporato nel sedile di legno per bambini

Carmelo ci illustra le foto di famiglia L’ultimo piacevole incontro della nostra 5a esplorazione è stato al maso dei cugini Brugnara, tra Verla e Lisignago, lungo una stretta strada interpoderale dove passano solo trattori. La vecchia casa contadina, tramandata da generazioni, è circondata dai vigneti: è rimasta com’era cento anni fa.


Salita al Maso dei Brugnara

Il maso dei Brugnara, alle spalle il cocuzzolo con la chiesetta di S. Leonardo, a dx la forra dell'Avisio


Da Mosana sembrava una fesseria raggiungere il fiume, invece dobbiamo affrontare un costone ripido di boscaglia con salto di roccia

Giulio Brugnara, 86 anni portati splendidamente Oggi non ci abita più nessuno ma i vòlti sono usati come ricovero per gli attrezzi. E’ un tuffo sorprendente nel passato: Carmelo e Giulio ci mostrano gli interni, coi pavimenti di lastre di porfido, la grande cucina col vecchissimo “fogolar”, l’antica stufa a olle, perfino la celletta dove viveva un frate! Ovunque vecchi attrezzi contadini, spesso fatti a mano, giacciono alla rinfusa nelle cantine e nelle soffitte. Carmelo li colleziona, in attesa di decidere cosa farne.


Un salto in "càneva" è d'obbligo: ci fanno assaggiare il loro Traminer

Vecchi attrezzi accumulati alla rinfusa


La grande cucina con l'antico focolare dove si riuniva tutta la famiglia

Scolapiatti di una volta: la sgòzaròla


Carmelo e Giulio Brugnara ci mostrano il grande focolare, è rimasto tutto come cent'anni fa

All'esterno del maso, in una baracca di pietra, "il bagno" col sedile per adulto e bambino


L'antica stufa a olle, secondo Carmelo ha più di un secolo Il maso è un piccolo museo etnografico in miniatura davvero sorprendente. Pensare che siamo capitati qui per caso: ci si è aperto un mondo. Un mondo ormai perduto. Potevamo passare mezz’ora dopo, o il giorno prima, e magari non avremmo incontrato nessuno. E nulla avremmo saputo di quello che era custodito dentro il vecchio maso di Giulio e Carmelo.

Laghetti spettacolari lungo il fiume


Carmelo ci dà le indicazioni per proseguire verso Lisignago, a sx sul dosso spunta la Chiesetta di S. Leonardo Riprendiamo l'esplorazione verso Lisignago, il passaggio lungo il fiume è impossibile, l'Avisio è incassato in una profondissima forra. Risaliamo allora per le campagna fino alla Chiesetta di S. Leonardo, su un cocuzzolo boscoso: all'interno bellissimi affreschi medievali. La nostra esplorazione di oggi si è conclusa, abbiamo percorso "solo" 10 km ma davvero difficili, con parecchie discese al fiume e altrettante risalite. L'Avisio è "scontroso" e non si lascia avvicinare facilmente, ma è un ambiente semplicemente meraviglioso.

La Chiesetta di S. Leonardo sotto Lisignago


Di qui non si passa, ennesima forra con pareti a picco

L'Avisio scorre lentamente verso la foce con l'Adige. La nostra esplorazione prosegue.... 4 Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/avisio­4a­esplorazione­quando­il­gioco­si­fa­ duro/msg110370/#msg110370 3a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­3a­ esplorazione/msg110219/#msg110219 2a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­2a­esplorazione­fluviale­dal­pont­dela­ rio­a­valda/


1a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/il­paese­fantasma­di­ischiazza­ sull'avisio/msg109738/#msg109738 SMF 2.0.15 | SMF © 2011, Simple Machines SimplePortal 2.3.6 © 2008­2014, SimplePortal SMFAds for Free Forums


Escursioni in Montagna in Trentino TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: AGH ­ 22/11/2016 11:21

Titolo: [CEMBRA] Avisio, 6a esplorazione: da Camparta a Barco Inserito da: AGH ­ 22/11/2016 11:21

Dall’ennesimo capanno di caccia nel bosco a mezza costa sull’Avisio, mi calo per un canalone impervio verso una bellissima ansa del fiume circa 80 metri di dislivello più in basso. Gigi Zoppello è rimasto un po’ indietro a mettersi i ramponcelli.


A mezza costa seguiamo le tracce dei cacciatori...

Magnifica ansa di acqua calma


Una delle tante discese seguendo vaghe tracce, che puntualmente finiscono nel nulla

Raggiungere l'alveo è spesso complicato da ripidi scarpate di boscaglia quasi mai comoda... e appena scesi tocca magari risalire di nuovo Il terreno è infido e viscido, si scivola ad ogni passo tra il fogliame e i sassi di porfido instabili. Dopo una faticosa discesa, appena arrivo sul piano intravedo tra la boscaglia una giacchetta verde che con passo deciso viene verso di me. Mi immagino un guardiacaccia o un guardiapesca. Mentre si avvicina però, scorgo il fucile e la faccia decisamente incazzosa: è un cacciatore. Sfodero allora il mio sorriso a 36 denti, che lo rabbonisce subito. Le sue prime parole sono: “Ma chi ca**o…” . E’ letteralmente incredulo di vedere qualcuno arrivare in un posto simile scendendo nella


boscaglia, fuori da qualsiasi sentiero. Il cacciatore si chiama Walter, conosce ogni angolo di fiume fin da quando, da ragazzino, veniva a fare il bagno: “Conosco ogni buca qui, con un paio di stivali potrei passare il fiume anche di notte” afferma con una certa sicumera.

Intercettati da Walter, cacciatore indigeno

L'orrore delle cave a Camparta


Per fortun il fondovalle dove scorre il fiume è rimasto quasi intatto

Uno scempio che mette una gran tristezza


A poca distanza dalle orrende cave, il paradiso del fiume

Magnifiche strade forestali che non percorre quasi nessuno Quando gli dico che arriviamo da Camparta, quasi non ci crede. Mi chiede che percorso abbiamo fatto. Gli racconto dello scempio della cave, dei rifiuti trovati lungo i costoni, i copertoni di camion eccetera. Si indigna anche lui, conosce bene il problema: anzi mi dice che con altri cacciatori a volte raccoglie i rifiuti per portarli su con una piccola teleferica.


I segni di inciviltà non mancano purtroppo... Commentiamo e concordiamo con Walter sulle meraviglie paesaggistiche dell'Avisio. Chiediamo lumi su come arrivare a Barco. Scuote la testa, quasi con un sorrisino beffardo: “L’è en casin”. Si offre però di indicarci come arrivare. Nonostante la tara della caccia, il personaggio è simpatico e disponibile: per esili tracce lo seguiamo nel bosco ripido fino ad un crinale, che dobbiamo seguire per arrivare sul sentiero.

L'ambiente fluviale è magnifico


L'Avisio visto durante una delle tante risalite per superare le forre

Il letto del fiume con le pietre di mille colori


Vegetazione lussureggiante nelle golene del fiume

Due cormorani mi passano sulla testa....


Un'oasi di bellezza Ci ha fatto piacere non incontrare una persona ostile pur essendo noi, ai suoi occhi, dei “disturbatori”. Viene spontaneo chiedersi allora se non sarebbe possibile immaginare una “santa alleanza” tra le parti migliori tra ambientalisti, cacciatori, pescatori, politici, uniti insieme per valorizzare e salvare l’Avisio.

Gigi in un attimo di raccoglimento prima di affrontare l'ennesima ravanata Riguardo questa 6a esplorazione. Dopo quella quasi “antropologica” della volta scorsa, siamo tornati nella selvaggeria assoluta. Dopo essere scesi nell’orrore delle cave, arriviamo sul greto del fiume, sempre meraviglioso, con l’idea di risalire la riva verso Barco. Un’impresa che si rivela difficile come al solito, tormentata dai soliti ostacoli: forre rocciose verticali, boscaglia infame, costoni ripidi di inerti di porfido da risalire.


L'arrampicata dell'edera verso la luce

Una rognosa traversata di una discarica di inerti di porfido, buttati giù della cava soprastante


Stentata vegetazione pioniera in una cava dismessa: sui versanti ripidi di detriti di porfido però non cresce quasi nulla

Lungo il corso del fiume la vegetazione è spettacolare


Il contrasto con la bellezza del fiume, qui si è creata addirittura un'isola

Un ramo di fiume secco: le piene modellano continuamente l'alveo dell'Avisio


Magnifica strada forestale Dopo svariati e faticosi su e giù, abbiamo trovato un magnifico sentiero a mezza costa che attraversa boschi fiabeschi. Lancinante è il confronto coi paesaggi a pochi chilometri di distanza delle cave di porfido, che hanno distrutto significative parti di territorio cembrano. Da una parte il paradiso fluviale, dall’altra lo scempio spaventoso delle cave.

Uno dei tratti più belli e spettacolari in una giungla quasi amazzonica


La vegetazione rigogliosa nelle golene

Gli alberi morti sono colonizzati da insetti, funghi, muschio... Dopo l’incontro col cacciatore Walter, ci siamo resi conto che eravamo perfettamente controllati da lontano: con la radiolina ha comunicato ai colleghi l’intercettazione degli intrusi (noi). Grazie alle sue dritte riusciamo agevolmente a risalire il bosco e intercettare la forestale che ci porta a Barco, dove abbiamo messo preventivamente la macchina di appoggio.


Ogni volta che ci avviciniamo al fiume siamo rapiti da tanta bellezza...

Su questa ansa siamo intercettati dai cacciatori... Un grande lavoro esplorativo l’ha fatto anche la seconda squadra di ravanatori, formata dagli indomiti Maurizio Teti Fernetti e Angelo Spadaro, che ha ispezionato con successo la sponda sud, ostica pure quella. La nostra esplorazione e mappatura digitale dei percorsi prosegue.


Un bellissimo sottobosco

La forestale verso Barco, bellissima


Ancora uno scavalcamento a monte, l'Avisio è veramente scontroso...

Bosco fiabesco


E anche qui dobbiamo fare dietrofront per proseguire più in alto nel bosco Ancora un paio di giornate e, a dio piacendo, dovremmo riuscire ad arrivare a Lavis, in vista ormai del traguardo finale, dove l’Avisio incontra il fiume l’Adige. Comunque vada questo progetto, è stata una grande avventura. SMF 2.0.15 | SMF © 2011, Simple Machines SimplePortal 2.3.6 © 2008­2014, SimplePortal SMFAds for Free Forums


Escursioni in Montagna in Trentino TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: AGH ­ 24/11/2016 22:06

Titolo: [CEMBRA] Avisio, 7a esplorazione: dalla diga di S. Giorgio a Camparta Inserito da: AGH ­ 24/11/2016 22:06

L'Avisio arriva a Lavis L'Avisio ci fa sudare. Quando siamo così vicini alla mèta, la foce dell'Avisio, il fiume sembra accanirsi contro di noi infittendo gli ostacoli. Siamo alla Serra di S. Giorgio, una diga poco a monte di Lavis, costruita dagli austriaci alla fine del 1800 per contenere i detriti portati dalla corrente. Trattenendo i detriti a monte dell’abitato, si scongiurano allagamenti a Lavis in caso di piena per effetto dell’innalzamento dell’alveo.


Serra di S. Giorgio in località Zambel poco a monte di Lavis Ci accompagna il consigliere comunale Enzo “Cic” Marcon, che ringraziamo per la grande disponibilità. Ci siamo presi solo mezza giornata: pensavamo di fare una semplice passeggiata fino alla diga, ci siamo invece trovati ad arrampicare come capre nel bosco ripido, per giunta vestiti “da città”. Una sudata infame.

Si arrampica come capre per il versante verso Camparta


Gigi Zoppello con Enzo "Cic" Marcon, della sezione Speleo della SAT e consigliere comunale a Lavis Io ho provato a proseguire per una strada di servizio delle cave, che si esauriva però sul ciglio a precipizio di una cava. Quindi con ravanata infame, da solo e su per un colatoio di detriti, sono arrivato fino a Camparta, col buio che incombeva.

Qui la strada forestale si arresta sul ciglio della cava


Altra immagine d'epoca della Serra di S. Giorgio

Da Maso Franch discesa ripida nel bosco verso la Serra di S. Giorgio


Discesa verso la forra con la Serra di S. Giorgio

La Serra di S. Giorgio, costruita dagli austriaci verso la fine del 1800


Eccoci arrivati sullo sbarramento Zoppello e Marcon invece sono arrivati, ravanando duramente anche loro, nei pressi di Maso Pasolli, dove ci siamo congiunti per rientrare al ponte di S. Lazzaro a Lavis. Marcon sta lavorando da tempo ad un progetto di sentiero ad anello tra Lavis e la Serra di S. Giorgio: sarebbe l’ideale per collegare il nostro percorso di Trekking sull’Avisio per poter scendere fino in paese e, da lì, arrivare alla foce.

Salendo verso Camparta


L'orrore delle cave dismesse coi rottami sparsi ovunque

Discesa verso S. Lazzaro, col buio che incombe


Le ultime ravanate lungo il fiume per arrivare a Lavis 6 Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­6a­esplorazione­da­camparta­a­ barco/msg110496/#msg110496 5a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­5a­esplorazione­gente­ cembrana/msg110473/#msg110473 4 Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/avisio­4a­esplorazione­quando­il­gioco­si­fa­ duro/msg110370/#msg110370 3a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­3a­ esplorazione/msg110219/#msg110219 2a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­2a­esplorazione­fluviale­dal­pont­dela­ rio­a­valda/ 1a Esplorazione http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/il­paese­fantasma­di­ischiazza­ sull'avisio/msg109738/#msg109738 SMF 2.0.15 | SMF © 2011, Simple Machines SimplePortal 2.3.6 © 2008­2014, SimplePortal SMFAds for Free Forums


Escursioni in Montagna in Trentino TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: AGH ­ 09/12/2016 11:10

Titolo: [CEMBRA] Avisio 8a esplorazione: la bellezza e l'orrore Inserito da: AGH ­ 09/12/2016 11:10

In marcia verso la foce dell'Avisio 8° giorno di esplorazione fluviale. Siamo quasi alla fine. C’è una certa mestizia, come quando quando il bel giocattolo si rompe o il prete ti porta via il pallone. Ravanare in territori inesplorati è un gioco bellissimo. Riporta in qualche modo all’infanzia, quando si esplorava gattoni la stanza, poi l’orto o il giardino. Crescendo, il gioco spontaneo della scoperta poi molti lo perdono per strada, presi da altre occupazioni. Altri, come noi, lo conservano fin nell’età adulta, e perfino da anziani .


Scendendo verso il fiume Oggi dovremmo arrivare alla foce dell’Avisio, alla confluenza del fiume Adige. Prima però ci resta da esplorare ancora il tratto tra Mosana e il Ponte di S. Lazzaro a Lavis, con il notevole ostacolo dello sbarramento di S. Giorgio.

Non c'è rosa senza spine: queste però, lunghe ben 4 cm e pericolosissime, sono della robinia pseudoacacia. Se non si sta attenti si rischiano dolorose ferite e paurosi "sette" nei vestiti


Camilo Nardelli ci guida verso il fiume

Il ghiaccio avvolge ogni cosa nella golena senza sole: i sassi sono scivolosissimi


Mi si nota di più se passo sopra o sotto l'albero caduto? Meglio sotto, sopra tra spine micidiali e ghiaccio si rischiano gli zebedei...

Ansa del fiume, anche di qui non si passa Stavolta ci dà man forte Camillo Nardelli di Lavis, profondo conoscitore dell’Avisio, ex disgaggiatore, amante della natura. Di questo tratto di fiume conosce ogni angolo. Negli anni ha addirittura creato un suo rifugio segreto in una golena sabbiosa.


Si scende verso il greto dell'Avisio per un antico sentiero abbandonato

Camillo Nardelli ci guida per una ripida e disagevole discesa


L'oasi di Camillo

Camillo Nardelli e Gigi Zoppello nell'oasi: data la stagione la golena è un po' disadorna ma in estate è uno spettacolo di piante e fiori Ha lavorato duramente ogni volta che poteva nel tempo libero: ha sfoltito la vegetazione, spostato pietre, picconato, sbadilato, rastrellato, messo a posto, coltivato piante e fiori, creato un orto, piantato una piccola vigna. Il risultato è una bellissima oasi di pace lungo il fiume, dove trascorrere ore di serenità a contatto con la natura. L’Avisio è anche questo: esplorando il suo territorio emergono storie e personaggi di grande fascino.


Camillo Nardelli, grande conoscitore dell'Avisio

L'ingresso del rifugio segreto di Camillo Per arrivare al rifugio di Camillo bisogna scendere per una traccia di un antico sentiero quasi scomparso, che solo lui e pochissimi altri conoscono, e che certamente non avremmo mai trovato da soli. Con una impegnativa discesa tra la boscaglia caliamo fino alla riva dell’Avisio. Da lì proseguiamo con fatica nella solita vegetazione lussureggiante verso Mosana, fino ad una parete verticale che ci sbarra il passo, proprio di fronte alla zona sotto le cave, che abbiamo esplorato precedentemente. Un capriolo fugge al nostro arrivo. Anche su questa sponda ci sono i resti di una vecchia cava dismessa, coi soliti rottami sparsi, pezzi di rimorchio, una baracca di sassi.


La baracca che serviva ai lavoranti della cava

Nella boscaglia della golena


Uno dei tanti copertoni buttati nel bosco, ne abbiamo visti sicuramente oltre cento durante le nostre esplorazioni

Verso la Serra di S. Giorgio, la solita vegetazione "amazzonica"


Si ravana sempre, tanto per cambiare, sia in salita che in discesa, come in questo caso...

Gli immancabili copertoni, fanno parte del paesaggio fluviale ormai... Torniamo quindi indietro verso la diga di S. Giorgio per vaghe tracce, passando sotto a delle scarpate purtroppo usate come discariche. Si trova di tutto: copertoni, bidoni, plastiche, spazzatura varia, rottami, pezzi di lavatrice, perfino un’automobile.


Bidoni di olio

Una lavatrice, plastiche varie, copertoni assortiti, in fondo un pezzo di automobile


Dobbiamo quindi risalire per rocce un po' esposte sull'acqua. Meglio non scivolare perché un bagno in questa stagione sarebbe tutt'altro che piacevole

Le micidiali spine della robinia sono sempre in agguato


Nella golena non è ancora arrivato il sole, tutto è cristallizzato nel ghiaccio Arriviamo alla Serra di S. Giorgio, l’antico sbarramento costruito dagli austriaci per contenere i detriti trasportati dal fiume. Ci sono dei lavori in corso con ruspe: con sorpresa troviamo il tunnel aperto, dove ci infiliamo senza indugio visto che non c’è nessuno a impedirci l’ingresso.

Il tunnel che passa sotto la Serra di S. Giorgio


La galleria sotto lo sbarramento, dentro c'è il frastuono dell'acqua che filtra dalla centralina

Speriamo di trovare aperto dall'altra parte... sarebbe una fortuna insperata


Sguardo indietro, anche la Serra di S. Giorgio è superata grazia alla provvidenziale, ma occasionale, apertura della galleria Percorriamo quindi la lunga galleria che passa sotto lo sbarramento per sbucare più a valle, lungo la stradella di servizio che costeggia l’Avisio. Qui Camillo si congeda perché deve rientrare, lo ringraziamo e proseguiamo la nostra marcia. Arriviamo finalmente sotto al Ponte di ferro di S. Lazzaro: è fatta! Facciamo qualche foto, l’avventura è quasi finita dopo 8 giorni di dure esplorazioni.

Ecco il Ponte di Ferro di S. Lazzaro, è fatta!


La strada lungo l'argine a Lavis

Sguardo indietro dopo aver superato l'ultima forra dell'Avisio Ci avviamo un po’ mestamente verso la foce, camminando per lo stradello sotto l’argine nord. C’è gente che passeggia col cane, chi fa footing, chi passa velocemente in bici. Qualcuno ci guarda distrattamente, forse chiedendosi da dove veniamo: siamo gli unici in giaccavento, con gli zaini e i bastoni da trekking. Se sapessero…


Cerchiamo nella golena un passaggio verso la foce

Ciottoli nella sabbia a Lavis, dopo un lungo viaggio portati alla corrente dell'Avisio C’è un bel sole e una temperatura mite, i gatti tendono agguati alla lucertole lungo la massicciata dell’argine. Potremmo scendere lungo la stradella verso la foce, ma amiamo noi la vita comoda? Ovviamente no: ci inoltriamo quindi nella golena seguendo l’Avisio, il nostro “amico di ravanate”, per accompagnarlo fino alla fine. Il fiume si biforca, dobbiamo costeggiare un ramo che si inoltra in una golena sabbiosa, poi in un bosco scuro. Si alzano in volo eleganti gli aironi cinerini: i germani reali invece sono più confidenti e sguazzano nelle anse incuranti del nostro passaggio.


L'Avisio si divide in rami secondari

La zona golenale verso la foce


Il bosco si fa cupo, entriamo nel cono d'ombra della montagna

Guado difficile, meglio di no... Entriamo nel cono d’ombra della montagna, il bosco si fa tetro, da lontano proviene un rombo cupo: ancora non lo sappiamo ma ci avviciniamo all’orrore. L’acqua rallenta, diventa grigia e melmosa, sopravviene un puzzo di marcio e di mer*a, intravediamo tra la boscaglia gli orrendi cavalcavia nel bel mezzo della foce, la ferrovia, la tangenziale, l’autostrada. Il rumore è molesto, a tratti assordante: dopo 8 giorni di silenzio è insopportabile.


Ecco l'orrore

Un ramo melmoso dell'Avisio si insinua tra i pilastri del viadotto verso l'Adige Camminiamo nello squallore, sotto ai giganteschi viadotti con le fondazioni nell’acqua stagnante. Questo dovrebbe essere un biotopo! Sotto la campata di un ponte troviamo i resti di qualche accampamento di balordi, un brutto graffito, rifiuti sparsi. Appesa ad un pilastro di cemento, quasi inchiodata come fosse un cristo, una bambolina “Barbie” senza una gamba. Mi sembra il simbolo perfetto della natura violentata.


La Barbie senza una gamba, simbolo perfetto della natura violentata Girovaghiamo quasi sgomenti sotto le campate di cemento, mentre da sopra arriva un suono continuo, martellante e ossessivo della auto che passano: “tu tun, tu tun, tu tun”. Dobbiamo faticare per trovare un passaggio per vedere almeno il fiume Adige, tra melma maleodorante, boscaglia e cemento, rifiuti, spazzatura. Attraversiamo lande spettrali di boscaglia e discariche abusive: questa sarebbe un biotopo? Meglio che non lo sappia nessuno!

Sotti ai viadotti


Brutto murale...

Qua e là la natura riesce ancora a sopravvivere nello squallore delle tangenziali


Le fondazioni del viadotto nell'acqua stagnante

Nella boscaglia e nella spazzatura cerchiamo un passaggio verso la riva dell'Adige Arriviamo finalmente, senza gioia, sulla riva dell’Adige: una riva rettilinea brutta, anonima, buia e piena di rovi, di fronte una parete rocciosa verticale. Anche qui si vede la mano nefasta dell’uomo: il fiume infatti è stato “raddrizzato” dagli austriaci e ridotto ad un canale per far posto alla ferrovia.


Ecco il fiume Adige, ridotto ad un triste canale: la macchia marrone scura sotto al cespuglio in corrispondenza di una roggia, emana un odore inequivocabile Non possiamo finire il trekking fluviale in questo schifo, pensiamo. Torniamo verso Lavis, camminando in mezzo alle cave di ghiaia e sassi, con gli esilaranti cartelli della Provincia “Riserva naturale provinciale”. Una presa in giro a dir poco: di naturale non è rimasto quasi nulla, tutto è stato stravolto, deturpato, violentato. C'è perfino una pista da motocross!

La "Riserva naturale Provinciale" tra lo squallore delle cave


"Biotopo alla trentina" Risalendo l’argine verso Lavis, sentiamo un tremendo frastuono alle spalle: ci giriamo e vediamo un lunghissimo treno carico di automobili che sferraglia verso sud. Scappiamo da quell’orrore.

L'ultima orrenda immagine: un lungo e sferragliante treno carico di macchine


La foce dell'Avisio assediata dai capannoni e dalle cave, in rosso la nostra traccia GPS

Torniamo verso Lavis, fuggendo dall'orrore della foce Dopo aver visto tanta bellezza per giorni e giorni, l’arrivo alla foce è stato un trauma. L’esplorazione dell’Avisio è quasi conclusa, ma non del tutto... Stay tuned


Il sorprendente giardino dei "Ciucioi" a Lavis

Salendo al Pristol a Lavis


Serratura in un vicolo di Lavis

Ci fermiamo per una birra al bar presso il Ponte di S. Lazzaro


Dal Ponte di S. Lazzaro il fiume Aviso, dopo un viaggio di 90 km iniziato dalla Marmolada, scorre pigramente verso la foce con l'Adige Esplorazioni precedenti 7 Esplorazione: dalla Diga di S. Giorgio a Camparta http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­7a­esplorazione­dalla­diga­di­s­ giorgio­a­camparta/ 6 Esplorazione: da Camparta a Barco http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­6a­esplorazione­da­camparta­a­ barco/msg110496/#msg110496 5a Esplorazione: da Mosana a Lisignago http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­5a­esplorazione­gente­ cembrana/msg110473/#msg110473 4 Esplorazione: Albiano, Sottolona, Centrale di Pozzolago http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/avisio­4a­esplorazione­quando­il­gioco­si­fa­ duro/msg110370/#msg110370 3a Esplorazione: dal Ponte dell'Amicizia verso Cantilaga http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­3a­ esplorazione/msg110219/#msg110219 2a Esplorazione: da Pont dela Rio a Valda http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­2a­esplorazione­fluviale­dal­pont­dela­ rio­a­valda/ 1a Esplorazione: il paese fantasma di Ischiazza http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/il­paese­fantasma­di­ischiazza­ sull'avisio/msg109738/#msg109738 SMF 2.0.15 | SMF © 2011, Simple Machines SimplePortal 2.3.6 © 2008­2014, SimplePortal SMFAds for Free Forums


Escursioni in Montagna in Trentino TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: AGH ­ 13/12/2016 15:45

Titolo: [CEMBRA] Avisio 9a esplorazione: da Molina di Fiemme verso Rover Inserito da: AGH ­ 13/12/2016 15:45

Il paese di Stramentizzo Nuovo, edificato dopo la realizzazione del bacino nel 1956 che sommerse il paese Se l’Avisio è tignoso, noi lo siamo di più. Dopo 8 giorni di esplorazioni e di dura lotta col fiume, l’Avisio è esplorato quasi per intero, prevalentemente sulla riva sinistra orografica, dalla diga di Stramentizzo fino a Lavis.


La bella strada forestale che taglia tutto il versante sopra il bacino di Stramentizzo Ora resta da cercare, in questa 9a giornata di esplorazioni, un collegamento logico tra la Forra dei Camini, l’impressionante gola rocciosa dove è stata costruita la Diga di Stramentizzo, con Molina di Fiemme. Impresa tutt’altro che banale come scopriremo. Prima esploriamo dunque il versante a nord del lago, tra Molina e Anterivo. Ci sono delle belle strade forestali nel bosco, il problema è che sono un po’ troppo in quota, circa 200 metri più in alto: il lago di Stramentizzo non si vede quasi mai e per un trekking che vorrebbe essere fluviale questo non va tanto bene.

Uno dei rari squarci verso il lago


Colossale macigno nel bosco

Bellissimo bosco con "tappeto" di muschio Dopo aver attraversato tutto il versante da ovest ad est torniamo giù nei pressi della diga per vedere se c’è qualcosa lungo la riva. Esploriamo una bella stradella boscosa in direzione Molina, con begli scorci sul lago che sta una vetina di metri più in basso. Ha l’aria di essere la vecchia strada prima che costruissero la provinciale. In un punto è ostruita da una frana, ma noi passiamo ugualmente. Purtroppo non andiamo molto avanti, la strada si esaurisce nel bosco a circa metà lago nella solita boscaglia impenetrabile.


La bella stradella lungo il Lago di Stramentizzo, probabilmente la vecchia strada

Begli scorci sul lago


La stradella che costeggia il lago

Sulla riva, piuttosto fangosa e ghiacciata, ci sono pochi tratti camminabili


Lago di Stramentizzo con vista verso ovest

La vecchia strada che costeggia il lago


In marcia sulla riva, ma dovremo desistere Proviamo allora a proseguire direttamente lungo la spiaggia, ma tra ghiaccio e fango è difficile e molto scivoloso, si rischia di finire in acqua. Risaliamo per un costone e torniamo su fino alla strada provinciale, torniamo indietro verso lo sbarramento artificiale e recuperiamo una delle due auto con la quale ci spostiamo a valle della diga, dove una forestale scende con tornanti verso la forra. Risaliamo brevemente per andare a vedere la diga, percorrendo un sentiero che si inoltra verso la Forra dei Camini. Arriviamo a circa 150 metri dallo sbarramento, oltre non è possibile proseguire perché le pareti di roccia sono verticali. Poco più a valle c’è l’edificio di servizio della diga e gli enormi tunnel di scarico scavati nella roccia.


La forestale che scende verso la forra della diga

La nostra traccia esplorativa (in rosso) a valle delle diga


L'edificio di servizio della diga

La Forra dei Camini con lo sbarramento


Proviamo a scendere lungo il torrente verso ovest Una volta in fondo arriviamo proprio nella gola dove, sulla riva opposta, eravamo arrivati da Ischiazza durante la prima esplorazione. In questo punto l’Avisio passa in una stretta forra rocciosa tra due pareti abbastanza vicine, saranno circa 10 metri, sarebbe un punto ideale per attraversare con un ponte tibetano.

La bellissima forra dove si potrebbe passare sull'altra riva con un ponte tibetano


Camminando lungo la riva, il fondo è molto scivoloso

Passaggio in acquitrino Già che ci siamo proviamo ad esplorare anche la riva dx orografica scendendo verso Rover. Ma è subito durissima: boscaglia intricata, pietre scivolose e ghiacciate, erba alta, acquitrini. Il paesaggio è selvaggio ma molto rognoso da attraversare a piedi. Arriviamo davanti ad uno sperone roccioso insuperabile, curiosamente forato da una galleria. Probabilmente serve come sfogo durante le piene altrimenti l’acqua, andando contro la roccia, rifluirebbe a monte impedendo il deflusso.


Un tratto di acqua calma

Attraversiamo il tunnel Attraversiamo il tunnel e con molta difficoltà percorriamo ancora circa 1 km lungo la riva quasi impraticabile fino ad una radura, dominata dall'alto con l'immancabile capanno dei cacciatori che fanno tiro al bersaglio. L’ora però si fa tarda, è tempo di rientrare. Abbiamo ben poca voglia di tornare dalla stessa via dell’andata, decidiamo quindi di provare a risalire per il bosco ripido. E’ l’ultima dura ravanata della giornata, su per il bosco senza alcun sentiero seguendo solo vaghe tracce di animali.


L'Avisio in questa zona è quasi sempre in ombra e in questa stagione è una ghiacciaia Per fortuna imbrocchiamo un paio di dorsali dove si sale meglio in un bosco meno fitto. Negli ultimi 100 metri sotto la strada provinciale camminiamo in mezzo alla spazzatura, come di consueto, visto che i soliti incivili usano le scarpate per buttare i rifiuti.

Le rive in questo tratto sono camminabili con molta difficoltà


L'immancabile copertone buttato dalle scarpate: in questo caso ha trovato rifugio e riparo una piccola pianta di abete Ci sorprendiamo sempre all’idea che qualcuno possa caricare di rifiuti la macchina per andare alla prima piazzola per scaraventare tutto di sotto. Per oggi ne abbiamo abbastanza, abbiamo ravanato per 13 km. La prossima esplorazione sarà, a dio piacendo, il tratto tra Rover e Maso Conti, sotto Capriana, ancora sulla riva dx orografica.

Infestanti nella boscaglia


L'ultima dura risalita verso la strada provinciale

Chiesetta di Stramentizzo Nuovo


L'esplorazione di oggi, "solo" 13 km ma complicati Esplorazioni precedenti 8a Esplorazione: da Mosana alla foce, la bellezza e l'orrore http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/avisio­8a­esplorazione­la­bellezza­e­l'orrore/ 7 Esplorazione: dalla Diga di S. Giorgio a Camparta http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­7a­esplorazione­dalla­diga­di­s­ giorgio­a­camparta/ 6 Esplorazione: da Camparta a Barco http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­6a­esplorazione­da­camparta­a­ barco/msg110496/#msg110496 5a Esplorazione: da Mosana a Lisignago http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­5a­esplorazione­gente­ cembrana/msg110473/#msg110473 4 Esplorazione: da Albiano per Sottolona e Centrale di Pozzolago http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/avisio­4a­esplorazione­quando­il­gioco­si­fa­ duro/msg110370/#msg110370 3a Esplorazione: dal Ponte dell'Amicizia verso Cantilaga http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­3a­ esplorazione/msg110219/#msg110219 2a Esplorazione: da Pont dela Rio a Valda http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­2a­esplorazione­fluviale­dal­pont­dela­ rio­a­valda/ 1a Esplorazione: il paese fantasma di Ischiazza http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/il­paese­fantasma­di­ischiazza­ sull'avisio/msg109738/#msg109738 SMF 2.0.15 | SMF © 2011, Simple Machines SimplePortal 2.3.6 © 2008­2014, SimplePortal SMFAds for Free Forums


Escursioni in Montagna in Trentino TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: AGH ­ 14/12/2016 18:02

Titolo: [CEMBRA] Avisio 10a Esplorazione: da Rover verso la diga e poi verso Maso Conti Inserito da: AGH ­ 14/12/2016 18:02

Ancora una entusiasmante esplorazione, la decima, lungo il magnifico Avisio Quando abbiamo iniziato questa avventura di mappare l’Avisio da Molina di Fiemme a Lavis per cercare un percorso di trekking fluviale, pensavamo di cavarcela con 3 giornate al massimo. Invece siamo alla decima giornata di esplorazioni, e ancora non abbiamo finito! Il percorso grossomodo è stato tracciato, ma si è rivelato molto più ostico del previsto, dovendo ipotizzare diversi cambi di sponda nelle forre rocciose dove non è possibile in alcun modo passare a piedi. Oggi esploriamo la riva dx orografica nel tratto tra Rover, sotto Capriana, e la diga di Stramentizzo verso est, quindi verso ovest fino a Maso Conti.


La frazione semiabbandonata di Rover vista dal Maso ai 4 venti

Natura selvaggia e un ambiente naturale ancora incredibilmente integro Dopo aver parcheggiato lungo la strada provinciale, scendiamo a piedi per la vecchia strada selciata che conduce all’incantevole frazione di Rover, che sorge su ampi terrazzamenti inondati di sole. Una meravigliosa oasi di pace in mezzo alla natura. La frazione è in gran parte abbandonata, ci sono diverse vecchie case, bellissime, cadenti o già ridotte in ruderi. Nella frazione resistono alcuni indigeni, che la abitano più o meno stabilmente, specie nella stagione buona, curando la campagna e i boschi circostanti. Uno è addirittura un trentino emigrato di ritorno, tornato alla terra natìa addirittura dall’Australia. Quante belle storie di vita si incontrano girovagando lungo il fiume…


Scendendo verso il fiume: nei boschi gli onnipresenti muretti a secco, segno di un'antica frequentazione dell'uomo

L'incantevole frazione semiabbandonata di Rover Quelle poche persone che incontriamo sono molto ciarliere, sarà perché di qui non passa mai nessuno. Arriva con un vecchio trattorino che traina un rimorchio di legna, Michelangelo Ceolan (“non Buonarroti” precisa subito, ridendo) che sta facendo lavori in campagna. Ferma il trattore, è quasi un fiume in piena: ci racconta dei tempi passati quando la frazione era abitata da diverse famiglie, con molti figli. Ci mostra il suo bel maso, “il primo ad avere l’acqua corrente tanti anni fa”, dove trascorre gran parte del suo tempo libero. Ha la passione dei cavalli, ora ne ha uno che tiene in gran cura. “Vengo qui praticamente tutti i giorni” dice con un certo orgoglio, facendoci capire quanto è attaccato a questi posti. La vecchia casa di famiglia è molto grande, c’è una vasta soffitta con accatastate le balle di fieno; sotto, una piccola officina per riparare il trattore e una serie di utensili per lavorare in campagna e nel bosco.


Scorcio di Rover

Michelangelo Ceolan ci dà indicazioni su come raggiungere il fiume


Affresco sulla casa di Michelangelo

Quale sarà il significato? Vorrebbe offrirci un grappino ma siamo costretti a declinare l’invito: abbiamo davanti parecchie ore di cammino e non è proprio il caso. Gli facciamo i complimenti per il posto e per la sua casa. Lui dice: “Effettivamente, quando mi sveglio la mattina qui e vedo dalla finestra il sole e i prati, mi dico che sono veramente un signore”. Ed ha ragione!


Tra le viuzze della vecchia frazione di Rover

La casa di Michelangelo Anche le vecchie case contadine vicine, nella loro povertà, sono bellissime: ci sono asinelli, galline che razzolano nel prato davanti all’uscio, aiuole curate, piante e fiori, staccionate di legno, un piccolo paradiso. Vedo una vecchia casa con una veranda in legno, circondata dalla campagna, è un colpo di fulmine: se potessi mi ci trasferirei all’istante, è forse il posto che ho sempre sognato!


Le vecchie case contadine di Rover

La casa dei miei sogni


La veranda che da' sul prato della campagna

La meravigliosa vecchia cassapanca


Michelangelo Ceolan: "Lo bevete un grappino?" Altre case invece sono in uno stato di desolazione, abbandonate e chiuse ormai da decenni, porte e finestre sprangate. Guardiamo all’interno attraverso una finestra sfondata: vediamo un vecchio “fogolar”, il lavello in pietra, uno scarpone in un angolo della cucina. Chissà di chi era. Nella soffitta c’è ancora il vecchio slittone per trasportare il fieno. C’è un senso di mestizia per queste testimonianze di vita vissute che stanno andando lentamente in rovina.

Case abbandonate a Rover


La cucina

Un vecchio scarpone in un angolo della stanza


La lapide sulla chiesetta ricorda i morti sul lavoro per la costruzione della diga Dobbiamo ripartire, promettiamo di tornare per ascoltare le storie degli abitanti superstiti, Michelangelo non vede l’ora di raccontarci un bel po’ di cose. Per un comodo stradello scendiamo fino all’Avisio, questo tratto di fiume è magnifico. Decidiamo di provare a esplorare la riva risalendo verso la diga. C’è una bella traccia a ridosso del fiume dentro la boscaglia, ogni tanto però scompare sotto varie frane e dobbiamo ravanare duramente.

Discesa verso il fiume, a dx si scorge una vecchia arcia, un vecchio sistema di consolidamento dei versanti con tronchi e pietre


La vegetazione assume il consueto aspetto di giungla quasi "amazzonica"

Un comodo stradello scende verso Maso Ponte Riconosciamo con entusiasmo un punto strategico che avevamo visto sulla riva opposta, scendendo dal paese fantasma di Ischiazza: una scalinata nella roccia, in parte franata. Proseguiamo ancora, la riva è abbastanza ampia ma c’è una vegetazione rigogliosa che ostacola ogni passo.


Ed eccoci finalmente sull'Avisio che risplende al sole

Acqua limpida


Ora entriamo nel cono d'ombra, con il solito effetto "ghiacciaia" Nonostante le difficoltà proseguiamo, stando bene attenti a non scivolare sui sassi coperti di brina. Dopo una marcia faticosa arriviamo all’altezza di Ischiazza, siamo riusciti a raggiungere il punto di una precedente esplorazione fatta sulla riva opposta, siamo molto contenti!

La corrente raramente è violenta, spesso si creano queste piscine artificiali


Nelle anse in ombra si forma un velo di ghiaccio che ricopre tutto

Formazioni di ghiaccio


Cristalli

Nella selva oscura... Torniamo indietro, scopriamo delle baracche nella boscaglia. Io mi metto in mente di andare a cercare il sentiero che le collegava sicuramente a qualcosa. Inizialmente c’è una bella traccia, che poi però scompare in un vallone sconvolto da vari franamenti. Gigi mi segue imprecando nella dura ravanata in salita.


Si gioca a fare Tarzan con le liane... Imbrocco la traccia con l’uscita dal vallone su dei campi, dove mi corrono incontro tre cani ringhiosi. Me la vedo brutta. Uno è piccolo ma gli altri due sono grossi: se sono inselvatichiti? Provo ad avanzare con finta noncuranza, nonostante i ringhi e gli abbaiamenti continui. Vedo che non attaccano, per fortuna poco dopo sopraggiunge una brava donna… “Mordono”? Chiedo io preoccupato. “No no, non fanno niente” dice la tipa che li richiama a gran voce.

La signora è stupefatta: "In tanti anni che vengo qua, non avevo mai incontrato nessuno..."


Rimane di stucco a vedere due persone risalire dal fiume: “In tanti anni che vengo qui non ho mai visto nessuno”. Gli spieghiamo grossomodo il giro che abbiamo fatto, ha l’aria perplessa di chi pensa “ma questi sono due deficienti”. Ci facciamo spiegare come tornare a Rover, che raggiungiamo in breve per una traccia attraverso il bosco.

Liane.... le golene ne sono invase

Il bellissimo tratto di sentiero, sobriamente attrezzato, tra Rover e Maso Conti


Attimo di raccoglimento... Quindi altra discesa al fiume per esplorare, stavolta, la sponda verso Maso Conti. C’è un sentiero molto bello, finalmente, senza difficoltà, che costeggia l’Avisio fino a Maso Ponte di Capriana. Oggi ci sono solo ruderi ma fino al secolo scorso era un maso abitato stabilmente circondato da orti, piccoli campi e vigneti. Prende il nome dal ponte che esisteva nei pressi, spazzato via dall'Alluvione del 1966 e di cui restano solo le fondamenta, e che serviva per attraversare l’Avisio per raggiungere il paese di Casatta sulla riva opposta. Anche qui le rovine mettono una certa tristezza: chissà che posto meraviglioso era un tempo.


Scorcio meraviglioso presso Maso Ponte, dove c'era l'attraversamento

Tratto attrezzato, complimenti a chi l'ha realizzato

Ruderi a Maso Ponte


Particolare dei... servizi

Il sentiero corre a ridosso di rocce strapiombanti Ci rallegriamo invece per come è stato ripristinato il sentiero, pulito e attrezzato con cordini nei pochi tratti esposti. Un intervento esemplare, fatto con parsimonia, mettendo qualche fittone con cordini come parapetto: buona parte del Trekking dell’Avisio, pensiamo, dovrebbe essere attrezzato esattamente così, con interventi minimi e ben fatti. Il sentiero prosegue costeggiando il fiume, quindi attraversando un tratto roccioso risaliamo ad una piccola altura panoramica. Restiamo estasiati fermandoci a guardare il fiume: l’Avisio risplende di colori alla luce radente del tramonto in tutta la sua magnificenza. Ma dove esiste un altro posto così bello?


Qua sembra la tundra canadese...

Avisio al tramonto Dopo 10 giorni di esplorazioni abbiamo ben chiaro di quale tesoro naturalistico abbiamo “scoperto”. Riusciremo mai a farlo capire a chi di dovere? Ne dubitiamo: solo chi c’è stato può capire. Le meraviglie del fiume Avisio sono quasi indescrivibili con parole o foto. Noi comunque ce l’abbiamo messa tutta, gratis .


Luce radente...

Ultime luci...


Un tratto impegnativo sulle rocce, attrezzato con cordino Proseguiamo verso valle, con alcuni tratti su roccia attrezzati con cordino. Intravediamo la frazione di Fraine sulla riva opposta. Siamo arrivati, iniziamo la risalita a Maso Conti. Anche in questa frazione semiabbandonata ci sono dei tentativi di resistere, con ben tre famiglie che si sono stabilite qui. Una di queste è quella di Stefano Boninsegna, che incontriamo per caso mentre scende col trattore dalla strada ripidissima, con la figlioletta sul rimorchio.

Stefano Boninsegna di Maso Conti Ha avviato con la compagna una piccola azienda agricola di coltivazioni bio, che rifornisce i gruppi Gas ­ Gruppi


di acquisto solidale, inoltre ha un allevamento di pastori maremmani. Anche lui sarebbe favorevolissimo a un trekking lungo la valle: "Qua i varda tuti en su, envéze che en zo". Come a dire che le bellezze della val di Cembra non sono solo in alto ma soprattutto in basso, dove c'è l'Avisio, un paradiso rimasto ancora integro.

Rudere sotto Maso Conti

Le piante si impadroniscono delle rovine...


Maso abbandonato

Qui abitava un anziano con le sue capre e i suoi gatti: morto lui, tutto va in rovina


Particolare degli "arredi" interni Secondo noi è questa la strada giusta: favorire le microimprese legate al territorio, piccole economie che si sostengono, sviluppo soft, cura dell’ambiente. Basta strade, cemento, basta con lo sfruttamento del fiume a beneficio di pochi. Basta anche alle ipotesi di nuove ferrovie pseudo­ecologiche che, con la scusa della tutela ambientale, darebbero il colpo di grazia ad un territorio meraviglioso ed unico. La popolazione di Cembra torni ad essere padrona della sua terra che ha abitato in armonia per secoli.

L'Avisio nella forra


Il percorso di oggi, 13 km di ravanate Esplorazioni precedenti 9a Esplorazione: da Molina di Fiemme verso Rover http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/avisio­9a­esplorazione­da­molina­di­fiemme­verso­ rover/ 8a Esplorazione: da Mosana alla foce, la bellezza e l'orrore http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/avisio­8a­esplorazione­la­bellezza­e­l'orrore/ 7a Esplorazione: dalla Diga di S. Giorgio a Camparta http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­7a­esplorazione­dalla­diga­di­s­ giorgio­a­camparta/ 6a Esplorazione: da Camparta a Barco http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­6a­esplorazione­da­camparta­a­ barco/msg110496/#msg110496 5a Esplorazione: da Mosana a Lisignago http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­5a­esplorazione­gente­ cembrana/msg110473/#msg110473 4a Esplorazione: da Albiano per Sottolona e Centrale di Pozzolago http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/avisio­4a­esplorazione­quando­il­gioco­si­fa­ duro/msg110370/#msg110370 3a Esplorazione: dal Ponte dell'Amicizia verso Cantilaga http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­3a­ esplorazione/msg110219/#msg110219 2a Esplorazione: da Pont dela Rio a Valda http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/(cembra)­avisio­2a­esplorazione­fluviale­dal­pont­dela­ rio­a­valda/ 1a Esplorazione: il paese fantasma di Ischiazza http://girovagandoinmontagna.com/gim/cultura­della­montagna/il­paese­fantasma­di­ischiazza­ sull'avisio/msg109738/#msg109738 SMF 2.0.15 | SMF © 2011, Simple Machines SimplePortal 2.3.6 © 2008­2014, SimplePortal SMFAds for Free Forums


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