Guardare avanti non è mai stato semplice. Il futuro ci interpella ogni giorno chiedendo lucidità, coraggio e soprattutto responsabilità. Questo numero di VIVA nasce da una consapevolezza precisa: occorre trasformare la conoscenza in azione condivisa. Il paradosso del nostro tempo è quello di possedere le chiavi della consapevolezza ma non avere sempre il coraggio di aprire le porte.
Parlare dunque di orizzonti consapevoli significa riconoscere che il futuro è una costruzione collettiva, spesso faticosa e mai banale. Non bastano le idee: servono partecipazione diffusa, resilienza, coraggio ed una volontà politica capace di tradurre i principi in scelte concrete. Solo così diventa possibile delineare un nuovo paradigma di sviluppo, equilibrato e rispettoso dei limiti del pianeta e delle esigenze delle comunità.
La Puglia mostra già come sia possibile coniugare crescita turistica e responsabilità. Con oltre 11 milioni di presenze nei primi sette mesi del 2025, la regione si afferma come un brand internazionale attento alle sue risorse più preziose.
Il mare, i borghi, l’arte e i sapori diventano parte di un’offerta che rigenera e valorizza. Le 27 Bandiere Blu ottenute quest'anno testimoniano il valore di questo impegno. Accanto alla bellezza emergono fragilità che non possiamo ignorare. Le acque del Mediterraneo
registrano temperature sempre più alte: ecosistemi sotto stress, biodiversità minacciata, risorse idriche ridotte. Non sono prospettive lontane, ma effetti già visibili sulla vita delle persone, dei pescatori, delle comunità costiere. L’orizzonte consapevole, qui, si misura nella capacità di cambiare rotta prima che sia troppo tardi.
Dentro le criticità nascono anche risposte. La Guida dei Comuni Sostenibili 2025-2026 mostra come molte amministrazioni locali stiano sperimentando nuove pratiche, innovando e dialogando con i cittadini per trasformare l’Agenda 2030 in azioni quotidiane. È la prova che la politica può tornare a incidere sul presente in modo concreto e condiviso.
In queste pagine incontriamo anche i custodi della terra, come il fratino, simbolo fragile di una biodiversità che resiste, e i linguaggi dell’arte che diventano voce civile, come nel progetto del MAXXI di Roma dedicato all’acqua. Segni che ci ricordano come la cultura sia una risorsa indispensabile per la coscienza collettiva.
La rotta è tracciata con un futuro che prende forma dalle scelte quotidiane. Viaggiare, amministrare, produrre, creare: ogni gesto contribuisce a caratterizzare la direzione che ci attende.
VIVA invita ad immaginare orizzonti più giusti e a viverli con coraggio, perché la vera sfida è trasformare la consapevolezza in azione.
Il bene più sommo è come l'acqua. L'acqua dona la vita
a innumerevoli cose, e ciò
non le costa sforzo alcuno
IPSE DIXIT
Lao Tzu
SOMMARIO
Dossier Turismo responsabile 4
1/5 La Puglia pedala forte, cresce il turismo in bici
2/5 3/5 4/5 5/5
Mare pugliese: il blu diventa record
Parchi e aree protette, scrigno di biodiversità
Arte, sapori e borghi: esperienze da vivere
L'intervista. Manuela Vitulli, travel blogger
"La Puglia è una terra accogliente, capace di far sentire tutti a casa"
Sulla strada
La Murgia a passo d'uomo 16
Ti racconto
Pinuccio "Io, uomo di strada che commenta storie" 22
Cose dell'altro mondo
Acque del Mediterraneo sempre più bollenti 26
Il futuro è oggi
Buone pratiche che cambiano l'Italia 30
Custodi della terra Il fratino 34
Arte e cultura
Qualcosa nell'acqua, il MAXXI si fa fiume 36
Parole come gocce 50 grandi idee. Acqua 39
10 in condotta Quando l'eleganza incontra la sostenibilità 40
dossier | TURISMO RESPONSABILE
Viaggiare con rispetto
C’è una Puglia che non si lascia racchiudere in una sola immagine. È la stessa che seduce milioni di viaggiatori con i suoi paesaggi marini, ma che si rivela davvero quando si spinge lo sguardo oltre la riva: tra gravine e foreste, borghi nascosti e sentieri; sa accogliere con calore e fa sentire chiunque a casa. Ha saputo trasformarsi in destinazione internazionale senza smarrire la sua identità. Negli ultimi anni il boom dei flussi, l’arrivo crescente di viaggiatori dall’estero e i nuovi collegamenti hanno cambiato la mappa del turismo regionale. Ma accanto alle cifre record è emersa la necessità di proteggere ciò che rende questa
terra unica. Parlare oggi di Puglia significa parlare di turismo consapevole, di viaggi che rispettano i luoghi, distribuiscono i flussi e si legano alle comunità.
Le aree interne – dalla Murgia barese e tarantina ai Monti Dauni, fino all’entroterra salentino –stanno uscendo dall’ombra delle mete balneari. Sono territori che raccontano storie antiche e custodiscono patrimoni naturalistici che fanno della Puglia uno degli scrigni di biodiversità più preziosi del Mediterraneo.
A questo si affianca la vitalità culturale: grandi mostre internazionali, festival, eventi che animano piazze e castelli trasformano la
regione in un laboratorio creativo. Senza dimenticare l’anima enogastronomica. Il turismo sta cambiando volto. Cresce il desiderio di esperienze lente, autentiche, a contatto con la natura e con chi la abita. E il lusso non è più soltanto comfort, ma il privilegio di vivere emozioni: cene sotto gli ulivi, percorsi benessere legati ai rituali mediterranei, borghi esclusivi che conservano intatta la loro anima. Il dossier vuole raccontare tutto questo: la Puglia che si rinnova senza tradire il proprio carattere, che sa attrarre il mondo ma che chiede in cambio rispetto, che resiste all’omologazione puntando sulla sua autenticità.
DOSSIER / TURISMO RESPONSABILE 1/5
La Puglia pedala forte, cresce il turismo in bici
La Puglia è una delle destinazioni più apprezzate dai cicloturisti, in un’Italia che nel 2024 ha superato gli 89 milioni di presenze legate al turismo in bici e una spesa di quasi 9,8 miliardi di euro (Rapporto Isnart–Legambiente). C’è un primato significativo: il 73,7% dei cicloturisti appartiene a fasce economiche alte o molto alte, confermando questa regione meta di viaggiatori alto-spendenti e attenti alla qualità dei servizi. Secondo i dati elaborati da SWG società italiana specializzata in ricerche di mercato, per conto dell’Agenzia regionale del Turismo Pugliapromozione, oggi il 18% dei turisti italiani si definisce cicloturista e, tra questi, ben l’82% ha già scelto la Puglia almeno una volta per le proprie vacanze. Ancora più significativo è che il 15% di
loro ha già percorso una ciclovia nel territorio pugliese.
La Puglia, infatti, offre una rete ciclabile di grande fascino: 12 itinerari turistici principali, collegati alle ciclovie nazionali ed europee (Bicitalia ed EuroVelo), per un totale di oltre 2.000 km. Dal Gargano al Salento, ogni percorso è un invito alla scoperta lenta di paesaggi che mutano a ogni pedalata: trulli e masserie, ulivi secolari e borghi bianchi sospesi tra mare e colline. Le soste diventano tappe di gusto, con un patrimonio enogastronomico che spazia dalle orecchiette alle cime di rapa al caciocavallo podolico, sino al Primitivo di Manduria. Qui la bicicletta è un mezzo di viaggio, ma soprattutto la chiave per entrare in contatto con un territorio autentico, accogliente e sostenibile.
La guida Puglia in Bici , disponibile sul sito viaggiareinpuglia.it, propone 12 itinerari per oltre 2.000 km, dal Gargano al Salento: percorsi di varia difficoltà, descritti con dati tecnici, paesaggi, tappe culturali ed enogastronomiche per scoprire una delle destinazioni più amate dai cicloturisti.
Chi pedala già in vacanza e chi potrebbe farlo. Il cicloturista spende di più, resta più notti e cerca servizi dedicati; il potenziale cicloturista rappresenta un bacino enorme da conquistare, pronto a trasformare il desiderio in viaggio. Due volti di un fenomeno in crescita, due opportunità per la Puglia (Dati SWG per #WeAreInPuglia).
I numeri del cicloturismo in Italia nel 2024
I numeri
Dai dati dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, emerge come nel 2024 lo sport abbia motivato oltre 1 turista su 4 tra quanti hanno trascorso una vacanza in Italia, salendo al 5° posto nella graduatoria complessiva delle motivazioni di scelta.
(Fonte: Rapporto “Viaggiare con la bici 2025: 5° Rapporto sul cicloturismo ”, a cura di ISNART – Legambiente)
Lungo la Ciclovia dell'Acquedotto
Scoprire la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese significa pedalare lungo il “fiume nascosto” della Puglia, un itinerario narrativo del patrimonio industriale che racconta l’arrivo dell’acqua in questo territorio. Il percorso lega in modo indissolubile natura, storia e rispetto per l'ambiente, seguendo il percorso dell’acqua fra gli impianti di captazione presso le sorgenti, i ponti canale, gli impianti di potabilizzazione, i serbatoi pensili. Fra le tracce da seguire vi sono anche le case cantoniere e gli edifici storici dell’Acquedotto. L’itinerario si snoda per circa 22 km da Cisternino a Ceglie Messapica, includendo il nuovo tratto che attraversa le campagne di Martina Franca, da Pineta Ulmo fino a Monte Fellone. Qui la macchia mediterranea si alterna a ulivi secolari, trulli e masserie, regalando scorci autentici e profumi che
accompagnano il viaggio.
La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è un’esperienza immersiva tra paesaggi rurali e tradizioni locali, capace di unire generazioni e valori legati al turismo responsabile. Secondo l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, il percorso è amato dai viaggiatori, soprattutto dai
millennial, che rappresentano il 64,1% dei cicloturisti lungo questo percorso. Sono particolarmente apprezzati i punti di rifornimento d’acqua, le informazioni a disposizione, le app dedicate ai percorsi e le mappe. Ogni pedalata diventa così un momento di connessione con la natura e con l’anima più vera della Puglia.
DOSSIER / TURISMO RESPONSABILE 2/5
Mare pugliese: il blu diventa record
Il mare della Puglia non smette di incantare. Spiagge dorate, acque turchesi e paesaggi che alternano scogliere a distese sabbiose hanno reso la regione una delle regine del turismo balneare italiano. Ma la bellezza da cartolina si accompagna a numeri che certificano una crescita ormai strutturale.
Con 27 località insignite della Bandiera Blu 2025, la Puglia si conferma ai vertici nazionali per qualità ambientale. Tre i nuovi ingressi rispetto al 2024: Pulsano, Margherita di Savoia e Castrignano del Capo. La certificazione della Foundation for Environmental Education premia depurazione delle acque, gestione dei rifiuti, accessibilità delle spiagge, arredo urbano, servizi turistici e iniziative di educazione ambientale. Si tratta di un risultato che premia l’impegno congiunto di istituzioni
e comunità locali nel preservare la costa e salvaguardare le sue risorse naturali.
Un impegno che si riflette anche nella valorizzazione delle aree marine protette: Porto Cesareo, le Isole Tremiti e la nuova zona tra Otranto e Santa Maria di Leuca –destinata a diventare la più estesa d’Europa – custodiscono dune e praterie di posidonia, veri scrigni di biodiversità. La sostenibilità passa anche dalla tutela della fauna marina: nella tappa pugliese di Goletta Verde a luglio sono stati censiti 38 nidi di tartaruga Caretta caretta, mentre i comuni “Amici delle tartarughe” sono saliti a 16. Il Centro Tartarughe Marine di Manfredonia si conferma un fiore all’occhiello del territorio.
I dati turistici raccontano un’estate da record. Nei primi sette mesi del 2025 la Puglia ha accolto oltre 3,5 milioni di arrivi e più di
NEI PRIMI SETTE MESI
DEL 2025 LA PUGLIA
HA ACCOLTO OLTRE
3,5 MILIONI DI ARRIVI E PIÙ DI 11,4 MILIONI
DI PRESENZE, CON
UN INCREMENTO RISPETTIVAMENTE DEL +12% E +11% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2024.
11,4 milioni di presenze, con un incremento rispettivamente del +12% e +11% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il solo luglio ha registrato oltre un milione di arrivi e 4,5 milioni di pernottamenti, pari a un aumento del +5% e +3% sullo stesso mese dell’anno precedente. La crescita è trainata dagli stranieri: nei sette mesi +14% arrivi e +13% presenze, contro un andamento stabile della domanda nazionale. Tutti i territori beneficiano del trend: la BAT segna +9% arrivi e +21% presenze, Bari +17%, Taranto +14%, Lecce +10%, Brindisi +9% e Foggia +8%. Bari resta il comune leader con oltre 1,2 milioni di pernottamenti, seguita da Vieste (1,07 milioni), Lecce (551 mila), Ugento e Fasano (460 mila ciascuno), Monopoli (443 mila) e Gallipoli (410 mila). Il picco estivo si è registrato nei giorni clou di Ferragosto, quando gli aeroporti
Isole Tremiti
foto Vanda Biffani
Archivio ARET Pugliapromozione
La
Puglia non è più solo meta estiva:
è un
A sinistra:
Otranto, Grotta della Monaca foto Leonardo d'Angelo Archivio ARET Pugliapromozione
brand internazionale che unisce mare, natura e identità.
di Bari, Brindisi e Foggia hanno gestito oltre 120mila passeggeri in appena tre giorni, a conferma di un trend positivo che ha visto la regione superare 1,5 milioni di presenze tra aprile e maggio e consolidare un’estate da record. A questo si affianca un segmento in forte espansione: il turismo di lusso, con oltre 1.600 arrivi in jet privati registrati solo tra gennaio e giugno.
La fotografia è chiara: la Puglia non è più soltanto meta estiva, ma un brand internazionale che unisce mare e natura. Un’identità forte, capace di trasformare la sua risorsa più preziosa – il mare – in leva di sviluppo e futuro.
Abbiamo investito in una massiccia campagna di comunicazione sul mare della Puglia, che è il più pulito d’Italia, raggiungendo 12,7 milioni di visualizzazioni. Non inseguiamo le percezioni, perché i dati rilevano che le strutture turistiche sono piene, come dimostrano le città con tassa di soggiorno e i grafici evidenziano chiaramente che c’è un turismo con il 52 per cento di stranieri che si distribuisce su tutto l’anno, mentre gli italiani concentrano a luglio e agosto.
Luca Scandale Direttore di Pugliapromozione
DOSSIER / TURISMO RESPONSABILE 3/5
Parchi e aree protette, scrigno di biodiversità
La Puglia è una delle regioni italiane più ricche di biodiversità che la rende un vero e proprio ponte naturale tra l’Europa e il Mediterraneo orientale. Il 13,8% del suo territorio è tutelato da aree protette, che comprendono 2 parchi nazionali, 3 aree marine protette, 16 riserve statali e 18 aree protette regionali. Delle 6.000 specie vegetali note in Italia, 2.500 (oltre il 41%) si trovano in Puglia, tra cui dieci specie di querce. Sono presenti 47 habitat naturali dei 142 censiti in Europa, un dato che conferma la rilevanza biogeografica della regione. I due parchi nazionali – Alta Murgia e Gargano – rappresentano poli centrali per l’escursionismo, il trekking e il cicloturismo. Le riserve naturali statali, tra cui Torre
Guaceto, Le Cesine, Foresta Umbra e Salina di Margherita di Savoia, custodiscono ecosistemi delicati che spaziano dalle zone umide alle foreste vetuste. Accanto a queste, i parchi e le riserve regionali, come Porto Selvaggio, Bosco Incoronata o Palude La Vela, Bosco di Tricase e Terra delle Gravine, offrono scenari suggestivi e percorsi di scoperta autentica.
il turismo naturalistico è oggi uno dei settori in più rapida crescita a livello globale ed è una doppia risorsa, perché sostiene l’economia e tutela gli ecosistemi, valorizzando le comunità locali, secondo quanto rilevato dal forum “Green On – Il turismo naturalistico: casi di successo nazionale e trend futuri globali”, a cura di Unioncamere Puglia/Enterprise Europe Network (EEN).
Le motivazioni che spingono i viaggiatori a scegliere esperienze in natura ed in particolare in Puglia sono molteplici: relax e benessere psicofisico, attività fisica ed escursionismo, contatto con l’ambiente e interesse per la biodiversità, esperienze autentiche, lontane dal turismo di massa, scoperta delle tradizioni locali e dell’identità gastronomica. Il trekking, il birdwatching, le escursioni guidate e le attività outdoor (dal kayak alle passeggiate a cavallo) stanno diventando attrattori di forte richiamo.
La Puglia, con il suo immenso patrimonio di aree protette e habitat e con il 40% di presenze turistiche internazionali si conferma una delle regioni italiane più vocate al turismo naturalistico e sostenibile.
I numeri
IL 13,8% DEL TERRITORIO PUGLIESE È TUTELATO: 2 PARCHI NAZIONALI; 3 AREE MARINE
PROTETTE; 16 RISERVE
STATALI; 18 AREE
PROTETTE REGIONALI.
Rocca del Garagnone, Parco dell'Alta Murgia foto Antonio Fantetti
Un territorio che sorprende e incanta i viaggiatori della natura: la Puglia si consolida quale meta d'eccezione per un turismo consapevole e attento, dove è possibile coniugare bellezza, tutela dell’ambiente e sviluppo locale.
Puntata dedicata al turismo green
Due immagini dell'area protetta di Torre Guaceto foto Consorzio di gestione di Torre Guaceto su tva.aqp.it
TVA TALK
DOSSIER / TURISMO RESPONSABILE 4/5
Arte, sapori e borghi: esperienze da vivere
La Puglia del 2025 racconta un turismo che cambia pelle. Se il mare resta la calamita principale, oggi la regione propone un mosaico di esperienze che intercettano viaggiatori sempre più curiosi e attenti all’autenticità.
La stagione non è più concentrata nei mesi di luglio e agosto: mostre, eventi, itinerari culturali ed enogastronomici allungano i flussi a primavera e autunno, mentre nuove forme di ospitalità intercettano il segmento luxury. Il riconoscimento internazionale ha contribuito a questo cambiamento. Già nel 2019 Forbes aveva
Eventi
e piccole
città aprono scenari inediti per chi sceglie di visitare la Puglia
Melpignano, Notte della Taranta foto Carlo Elmiro Bevilacqua
A destra:
Vernole, Castello di Acaya foto Franco Cappellari
Archivio ARET Pugliapromozione
segnalato Galatina tra le città italiane “sconosciute e indimenticabili”, ricordandone il barocco, la Basilica di Santa Caterina e il legame con il pasticciotto, oggi esportato nei quartieri italoamericani degli Stati Uniti.
A febbraio 2025, la stessa rivista ha dedicato un articolo ad Andria, definita “una gemma ancora poco conosciuta” ma pronta a diventare meta di rilievo, con i richiami di Castel del Monte, la Cattedrale e una tradizione culinaria che ruota attorno all’olio extravergine. Accanto alle città d’arte, emergono i borghi interni, spesso fuori dalle rotte di massa. È il caso di Giurdignano, che a giugno ha ospitato la “Festa del Tartufo –Terra di megaliti, luminarie e barbatelle”: tre giorni di degustazioni, mercatini e spettacoli che hanno trasformato il paese in un laboratorio di cultura enogastronomica. Una vetrina che ha rilanciato il tartufo salentino, risorsa a lungo ignorata, oggi simbolo di un’identità rurale da valorizzare.
Da Martina Franca a Faeto, invece, è nato il Distretto del Suino Nero Pugliese, rete che unisce oltre cento realtà produttive. Un progetto che non riguarda solo l’allevamento, ma l’idea di fare del cibo un racconto territoriale: ogni prodotto diventa ambasciatore di un paesaggio, di una comunità, di una memoria collettiva.
Un’altra leva di attrazione è la Puglia delle grandi mostre. Nel Castello Aragonese di Conversano si
possono ammirare le costruzioni impossibili di Escher, ad Alberobello sono in scena le provocazioni di Banksy e a Mesagne si apre il sipario sugli Impressionisti, da Monet a Boldini. È un “Grand Tour” contemporaneo che unisce avanguardia e tradizione, offrendo motivi di viaggio anche a chi cerca esperienze culturali fuori stagione. La vitalità si riflette anche nei festival musicali e teatrali: dalla Notte della Taranta ai cartelloni estivi che animano piazze e castelli, la Puglia si propone come palcoscenico diffuso, dove ogni località diventa un luogo di incontro. Non mancano i borghi capaci di stupire per la loro storia silenziosa. Acaya, minuscola frazione
fortificata di Vernole, con il suo castello rinascimentale, le mura e la chiesa di Santa Maria della Neve, è un esempio di patrimonio autentico, lontano dai circuiti affollati. Sempre più viaggiatori scelgono di includere queste mete in itinerari che uniscono il fascino del paesaggio rurale al patrimonio storico-artistico.
Il turismo di lusso è un capitolo a sé. La Puglia è stata protagonista a Pure Life Experiences di Marrakech, piattaforma mondiale che mette in dialogo le destinazioni con buyer e travel designer specializzati. Jet privati, masserie di charme, resort esclusivi e itinerari su misura disegnano un’offerta sempre più raffinata. A farla cre-
scere non sono solo le strutture, ma le esperienze: tour privati nei vigneti, cene stellate tra gli ulivi, percorsi benessere che intrecciano spa e rituali mediterranei. La Puglia non è solo mare, spiagge e turismo balneare. È ormai diventata una destinazione polifonica, dove arte, sapori, storia si intrecciano e ampliano l’orizzonte del viaggio. Il turismo cambia, e con esso cambia la percezione della Puglia: da “mare d’Italia” a laboratorio di esperienze capace di sorprendere in ogni stagione. Una terra che resiste alle mode effimere e continua a rinnovarsi, custodendo la sua anima profonda mentre si afferma sulla scena internazionale.
Mostre, percorsi ed enogastronomia: il turismo in Puglia si allunga da primavera ad autunno con attività ed itinerari esclusivi.
DOSSIER / TURISMO RESPONSABILE 5/5
MANUELA VITULLI
La Puglia è una terra che fa sentire a casa
Amata dagli italiani e sempre più desiderata dai viaggiatori di tutto il mondo, la Puglia non è solo mare cristallino. È identità, tradizione, radici e un’ospitalità che conquista. Ne abbiamo parlato con Manuela Vitulli, travel blogger e content creator che ci ha raccontato come il turismo stia cambiando, le sfide dell’overtourism, il ruolo dei social e soprattutto, perché la sua terra continua a far innamorare chiunque la incontri.
Com’è cambiato il turismo in Puglia negli ultimi anni? La Puglia è ormai diventata una destinazione. Sicuramente negli ultimi 5-6 anni il flusso turistico è cresciuto a dismisura. Sono arri-
vati tanti americani. Ora abbiamo anche il volo Bari-New York che agevola ancora di più le cose.
Il tuo libro Viaggio sentimentale in Puglia fra luoghi, emozioni e memorie personali come racconta l’anima autentica di questa terra?
L'ho descritta come una terra delle emozioni. È un racconto che parte proprio dai ricordi, dalle mie sensazioni, da quando ero piccolina. Ho raccontato anche un po' di come è cambiata nel corso degli anni. Il libro è stato pubblicato nel 2022. Adesso, se dovessi ripubblicarlo, parlerei tanto anche dell’overtourism che ormai è un fenomeno che interessa tutto il mondo, anche la Puglia.
Quali sono i luoghi nascosti che meritano di essere scoperti?
La Murgia è ancora molto sottovalutata, sia la Murgia barese (Altamura, Gravina…) che la Murgia tarantina. Poi ci sono i Monti Dauni, una zona ancora più sottovalutata, perché a volte non si pensa nemmeno che faccia parte della Puglia. Nell'entroterra salentino c'è ancora tanto da esplorare e da scoprire. Ne ho parlato anche nel libro.
Come descriveresti l’essenza della Puglia?
La descriverei come una terra accogliente, che è capace di far sentire tutti a casa. Viaggio molto, ma la Puglia ha una marcia in più. È per questo che ha fatto innamo-
Nel libro Viaggio sentimentale in Puglia e in uno spazio dedicato sul blog Pensieri in viaggio, Manuela Vitulli racconta l'identità del territorio pugliese
rare tante persone, e spero non perda la sua autenticità.
Tu sei una viaggiatrice instancabile, giri il mondo e porti sempre con te un pezzo della tua terra… Ci provo a portare la Puglia. Quando ho l'occasione di parlarne, cerco di fare promozione. Mi è successo diverse volte, ad esempio in Giappone e in Thailandia. È sempre bello.
Quanto contano identità, radici e tradizioni nel racconto della Puglia?
La grande peculiarità della Puglia è proprio l'essere così legata alle tradizioni, alle radici. Ed è anche questo che fa innamorare la gente: l'accoglienza che qui è profondamente connessa al discorso delle tradizioni e al nostro modo di essere. È una caratteristica che spero non si perda.
I social media hanno cambiato il modo di viaggiare e raccontare i luoghi. In che modo?
I social hanno stravolto il modo di viaggiare. Nel bene, perché hanno
dato l'idea che tutto fosse più accessibile e sotto un certo punto di vista lo è, perché le informazioni sono molto più semplici da reperire. Però c'è anche l'altro lato della medaglia: è facile che si parli di un posto e in poco tempo tutte le persone iniziano ad andarci. Da lì l'overtourism è dietro l'angolo. È questo il rischio: a volte si viaggia più per mostrare di essere stati in un posto, collezionando immagini, piuttosto che per vivere davvero quel luogo.
Come parlare di turismo responsabile nell’era di like, vanity metrics e viralità?
Educare alla consapevolezza è importante e già si fa. Si deve continuare con sensibilizzazione ed educazione, ma nell’epoca in cui tutti vogliono il contenuto virale è difficile. Nel mio piccolo, cerco di non mostrare spiagge sconosciute, di non geotaggare luoghi fragili. Credo però, che resti fondamentale un messaggio: i luoghi si possono visitare, ma vanno rispettati.
Manuela Vitulli
pugliese, travel blogger dal 2013, content creator è autrice del libro Viaggio sentimentale in Puglia (edito da De Agostini).
"Il viaggio è la mia terapia, ciò che mi fa stare davvero bene, ma torno sempre nella mia adorata Puglia che io definisco il mio nido."
IL FORMAT VIAGGIANDO
CON MANUELA VITULLI, DISPONIBILE ON DEMAND SUL SITO DI TVA, ESPLORA LA PUGLIA ATTRAVERSO LUOGHI, TRADIZIONI E STORIE DI ECCELLENZA. UNO SGUARDO SULLE
BELLEZZE DI UNA
REGIONE DA VIVERE, SCOPRIRE, PRESERVARE.
LE PUNTATE su tva.aqp.it
SULLA STRADA
La Murgia a passo d'uomo
C’è un angolo di Puglia dove il paesaggio non si lascia fotografare in fretta. Bisogna entrarci piano, a piedi, con rispetto. È l’Alta Murgia, altopiano di pietra viva, silenzi larghi e vento che racconta. Un territorio ruvido all’apparenza, ma generoso con chi sa osservare.
Qui la bellezza non è immediata: ti aspetta. Ti chiede di rallentare, di dimenticare l’orologio, di abbassare la voce.
In questo paesaggio di pascoli, pietra e luce, prende vita Murgia da Favola, un progetto che non è solo viaggio, ma relazione. Si entra nei luoghi con passo lento, accompagnati da guide, raccoglitori di piante, contadini, astrofili, persone che hanno scelto di restare, di abitare questo lembo di Sud lontano dalle rotte affollate. La loro voce non è quella di chi spiega, ma di chi condivide. Non c’è spettacolo. C’è presenza.
Ad organizzare questi percorsi Alveare da Favola, realtà dedita al racconto consapevole e sostenibile del territorio con una rete di attività e professionisti che sposano la stessa filosofia dell’accoglienza con il supporto della Regione Puglia. Si attraversano geositi iconici come Castel del Monte, il Pulo di Altamura, la Rocca del Garagnone e le Cave di Bauxite. Ma anche sentieri dimenticati, lame che sol-
cano la terra, radure fiorite dove il respiro si fa più largo. Ogni passo racconta un frammento di geologia e memoria. La roccia affiora sotto i piedi, il sole disegna linee morbide sulle colline, l’orizzonte resta sempre un po’ più in là.
I protagonisti sono i pascoli. Pascoli di pecore, certo, ma anche pascoli di api. Spazi condivisi da animali e insetti, modellati da piante spontanee – trifoglio, asfodeli, origano, santoreggia – che nutrono, colorano, profumano. Osservarli in primavera è come assistere a una coreografia naturale dove ogni elemento ha un ruolo e un tempo. Le api, in silenzio, lavorano tra i fiori. I pastori conoscono i cicli. Gli escursionisti imparano a rallentare.
Qui la giornata si misura in luce.
Al mattino si parte, si cammina tra muretti a secco e ginestre, si esplorano masserie dove il formaggio matura accanto alle conserve. Si ascoltano storie at-
Masseria Balestra, Cassano delle Murge
A sinistra
Pascoli e uliveti della Murgia
foto Murgia da favola
Tra geositi, lame e cave di bauxite c'è un patrimonio fatto di natura, memoria e comunità accoglienti.
torno al miele, si impara a distinguere un’erba aromatica da una medicinale, si parla di biodiversità senza retorica, tra un assaggio e un racconto.
Le attività seguono la trama della terra. Si va dall’orienteering alle passeggiate guidate, dai laboratori in masseria ai bagni sonori. In alcuni momenti, si celebra persino una cerimonia del miele, dove il gusto si intreccia al racconto e il sapere agricolo si fa gesto poetico. È un intreccio sottile e potente tra natura, benessere e memoria contadina.
E poi arriva la sera. Quando il cielo si fa blu profondo, si esce a osservare le stelle. Gli astrofili guidano lo sguardo verso costellazioni che sembrano lì da sempre. E forse lo sono. Intanto, il silenzio si fa suono.
I bagni sonori – esperienze di ascolto profondo con strumenti armonici – completano un ciclo che non è solo turistico, ma sensosegue
SULLA STRADA
riale, emotivo, intimo. È un’immersione a tutto tondo, in cui il paesaggio diventa maestro, il corpo antenna, l’esperienza nutrimento.
Murgia da Favola non è un evento da segnare in agenda. È un modo diverso di stare nei luoghi. Chiede solo attenzione. Le pietre, il vento, il profumo del timo, le api che insegnano a cooperare. In cambio, regala ciò che oggi manca più di tutto: tempo buono. Il progetto nasce da una visione precisa: fare della Murgia un territorio da abitare, più che da visitare. In ogni camminata, in ogni racconto, si avverte la cura per la relazione. Le persone coinvolte non mostrano, ma condividono un modo di vivere e di pensare. Non spiegano, ma si raccontano. Così si entra nella vita vera del territorio, nei suoi silenzi, nei suoi rituali. Si scopre che l’autenticità non si può mettere in scena, ma si può solo vivere.
Nelle masserie si accendono fuochi, si spezzano pani, si mangia insieme. I partecipanti si ricono-
Nell’Alta Murgia il viaggio non è consumo ma relazione: tra pascoli di pecore e api, masserie che custodiscono saperi antichi, bagni sonori e cieli stellati, il paesaggio diventa maestro e invita a rallentare, restituendo ciò che manca più di tutto: tempo buono.
scono, si ascoltano, diventano –per un giorno o due – una piccola comunità. Non è raro che restino in contatto, che tornino, quasi come fosse un richiamo, che portino amici. Perché quando un’esperienza è vera, lascia traccia. C’è chi sceglie di pedalare tra un geosito e l’altro, chi si ferma a raccogliere fiori selvatici, chi resta in silenzio ad ascoltare il vento. In ogni gesto, un modo per far parte davvero di una comunità ed imparare ad abitare lo spazio senza sovrastarlo. Si scopre che anche camminare può essere una forma di cura, che fermarsi può voler dire vedere meglio, avere attenzione, in qualche modo appartenere ad un territorio.
Alla fine, non si torna solo con qualche scatto rubato tra le rocce o un vasetto di miele nello zaino. Si torna con un altro ritmo dentro. Con un’idea diversa di Sud. E forse anche di sé.
Qui, dove la pietra è madre e il cielo memoria, il viaggio si fa incontro. E ogni incontro ha dentro di sé un ritorno.
Alcuni momenti delle attività di scoperta del territorio promosse da Murgia da favola
A sinistra Masseria Vecchiara, Cassano delle Murge
In basso Pulo di Altamura
foto Murgia da favola
Il Pulo di Altamura nei percorsi di Murgia da favola
Nei percorsi di Murgia da Favola, c’è il Pulo di Altamura che rientra tra i siti geologici più importanti dell’Alta Murgia, generato da un crollo di grotte e modellato dalla forza delle acque piovane. Con un diametro di circa 700 metri e profondo 90, è tra le più grandi e scenografiche doline presenti in Italia. Il Pulo di Altamu-
ra è un’eccezionale espressione del carsismo epigeo, che si caratterizza per la presenza di grotte lungo le ripide pareti e sul fondo.
Le testimonianze archeologiche rinvenute nelle cavità dimostrano la frequentazione umana tra il Paleolitico superiore fino al Medioevo. Alcune cavità sono state inserite nel catasto locale delle grotte
e sembra siano state frequentate dall'uomo fin dai tempi preistorici. Il sito si trova in zona A dell’area protetta (zona di riserva integrale) ed è dimora di importanti specie endemiche, grazie a un microclima favorevole anche nei periodi più aridi. Al Pulo di Altamura è dedicata una puntata del format Racconti di terra e di acqua su TVA.
Io, uomo di strada che commenta storie ALESSIO GIANNONE, ALIAS "PINUCCIO"
Una chiacchierata con Alessio Giannone, meglio conosciuto come Pinuccio. Volto noto della tv che inizia a spopolare su YouTube coi suoi video sempre più in tendenza. Un successo dietro l'altro grazie anche alle "telefonate immaginarie" a politici e personaggi famosi. A Striscia la Notizia su Canale 5 conduce inchieste
PINUCCIO RACCONTA
CON IRONIA QUELLO
CHE SUCCEDE, DENUNCIA E CONDUCE INCHIESTE.
INSIEME A LUI LA VOCE IN SOTTOFONDO DEL COMPAGNO
DI AVVENTURE SABINO.
attraverso la satira.
Pronto casa Giannone?
C'è Pinuccio?
Non sono interessato alle offerte, non c’è nessuno in casa. Il curriculum non è il mio ma di Sabino.
Ma tu Pinuccio chi sei davvero?
Pinuccio è l’uomo della strada che si guarda attorno e che commenta
quello che accade. Lo fa con l’aiuto e il cinico giudizio di Sabino, storico compagno di avventure. Nato su YouTube ai tempi di Berlusconi e Tarantini, Pinuccio è senza dubbio anche un faccendiere, uno che tesse rapporti con i potenti attraverso surreali telefonate, pur rimanendo un barese medio.
Direttamente da Bari, ami il
Alessio Giannone, noto con il personaggio di Pinuccio
Pinuccio è un grande comunicatore. È stato testimonial del progetto formativo di AQP, creato per educare e fare appassionare i più giovani al mondo meraviglioso dell’acqua. Autore anche di In gita con Pinuccio e Un tanto d'acqua, in onda su TVA.
teatro, ma anche la regia, il web e la tv. Eppure, tra un impegno e l’altro, ti laurei in Giurisprudenza. Che succede dopo?
Succede che approdo sul piccolo schermo e in radio dalla Rai a Radio Capital e lì mi faccio conoscere anche sotto il profilo della satira.
Nella tua carriera ad un certo punto appare il rosso. Quello del red carpet di Venezia nel 2012. Una straordinaria occasione per vivere la magia del cinema. È stata una delle esperienze più belle della mia vita non solo professionale.
Oggi penso a quelle giornate in laguna ancora col sorriso sulle labbra e con la soddisfazione che anche con piccole produzioni è possibile farsi apprezzare e conoscere.
Da Striscia la Notizia a Rai Scoglio 24. Cosa ha significato per te quest'esperienza?
Un percorso che mi ha visto crescere e soprattutto ha rappresentato un trampolino di lancio fondamentale per la mia carriera in tv. Una scuola fondamentale sotto la guida di Antonio Ricci, che mi ha portato a raccontare piccoli e grandi storie della nostra Italia.
Poi le telefonate a personaggi
famosi. Un'altra bella trovata che ha fatto comunque migliaia di click. Adesso cosa dobbiamo aspettarci?
Oltre alla tv e al web sono in giro nei teatri italiani con uno spettacolo che racconto un po’ quello che succede nel web rapportato alla mia vita. Il titolo è Non mi trovo ed è un ritratto della famiglia 4.0, ovvero quella che oggi nasce, si sposa, si lascia a favore di fotocamera. Una riflessione con racconti di varie e bizzarre nuove abitudini di vita social, affiancate a ricordi di vita reale e di meravigliosa normalità.
Una parentesi da scrittore:
Annessi e connessi in cui si evidenzia una sorta di malattia:
“felicità aumentata”. Ma tu quanto ti senti schiavo?
Io ho voluto creare appositamente due vite parallele quella di Pinuccio che tutti conoscono perché raccontata sul web e quella di Alessio difesa gelosamente dagli sguardi del web.
Cosa consiglieresti alle nuove generazioni?
Di vivere a pieno la propria vita sentendosi protagonisti di ogni scelta. Inoltre alle nuove generazioni consiglierei di essere migliori di noi. La nostra, di generazione, ha fatto danni assurdi.
Pinuccio sei oggi. E domani?
Ma si possono fare 'ste domande... segue
Pinuccio a teatro con lo spettacolo Non mi trovo
"Un tanto d'acqua": Pinuccio su TVA alla scoperta dei sapori pugliesi
Qual è il segreto nascosto dietro le eccellenze enogastronomiche pugliesi che da anni affascinano i palati del mondo? Cosa rende il pane di Altamura famoso all'estero, i “maritati” di San Vito dei Normanni riconoscibili nel mondo? Nessun segreto, solo “un tanto d'acqua”. Le nonne lo sanno bene, basta questo per realizzare prodotti enogastronomici genuini e destinati a diventare prodotti identitari di un luogo. Dal sospiro di Bisceglie passando per la Frisa di Copertino fino ad arrivare al pane di Altamura. Parte così il viaggio di Pinuccio che attraverso 7 puntate del format Un tanto d'acqua realizzato in collaborazione con Acquedotto Pugliese ha raccontato l'impiego dell'acqua di acquedotto come elemento fondamentale e imprescindibile per la realizzazione dei sapori tipici dei luoghi che attraversano la Puglia. 50 grammi di acqua per la glassa tipica dei sospiri di Bisceglie, un tanto d'acqua invece da coniugare con l'impasto di semola rimacina-
Sette puntate in sette città alla scoperta di come si utilizza l’acqua di
Acquedotto Pugliese per realizzare prodotti tipici.
ta e sale per conferire la tipica croccantezza al pane di Altamura e poi ancora, il viaggio di Pinuccio continua fino ad arrivare a Copertino dove l'acqua, rigorosamente tiepida e riempita dal rubinetto, diventa elemento essenziale per la creazione delle fragranti “frise” da condire con pomodori, olio e sale. Stessi ingredienti per la tipica focaccia barese realizzata in uno storico forno di Terlizzi che da secoli impiega l'acqua di AQP per rendere il suo impasto
unico e riconoscibile nel mondo. Ma c'è dell'altro. Non tutti sanno infatti che anche la famosa Birra di Manduria, il tipico caciocavallo di Rocchetta Sant'Antonio e la pasta fresca di San Vito dei Normanni fanno dell'acqua pubblica il loro punto di forza. Quest'ultima infatti conferisce la giusta salinità al caciocavallo e rende l'impasto di orecchiette, capunti e “strascinate” più malleabile e genuino. Non solo. L'acqua, racconta il maestro birraio di Manduria, è l'elemento che definisce ed esalta il sapore del luppolo. Qui si va oltre un tanto d'acqua perché per circa 250 chili di malto ne sono impiegati oltre 700 litri. Una risorsa fondamentale per la tutela della biodiveristà, per preservare i caratteri identitari di un popolo e per il tramandarsi nei secoli di ricette e culture raccontate di padre in figlio.
Con Un tanto d'acqua il viaggio tra le città pugliesi passa per un fil rouge tracciato dalle “Cape de firr” dell'Acquedotto Pugliese che, giorno dopo giorno, contribuiscono all'unicità del territorio.
"Se la focaccia barese o il caciocavallo fatto nel nord della Puglia hanno quel particolare sapore è grazie a tutti gli elementi, tra cui l'acqua”
I LUOGHI
Il viaggio itinerante alla scoperta dei sapori pugliesi tocca le seguenti tappe: Bisceglie, Altamura, Copertino, Manduria , Rocchetta, San Vito dei Normanni, Terlizzi.
IL FORMAT
Le puntate in corso di programmazione su tva.aqp.it
Acque del Mediterraneo sempre più bollenti
Nel luglio dello scorso anno, la temperatura media del mar Mediterraneo ha raggiunto un picco storico: +1,76°C rispetto alla media del periodo 1991-2020. Un dato che segna l’apice di una tendenza ormai consolidata, iniziata negli anni ’80, e che prosegue senza segni di rallentamento.
Se è noto che il riscaldamento globale sta portando a un aumento delle temperature a livello planetario, nel Mediterraneo questo fenomeno si manifesta in maniera più marcata rispetto agli oceani. I dati raccolti da Copernicus, il programma europeo di osservazione della
Terra, indicano che tra il 1982 e il 2023 la temperatura media annua del bacino è aumentata di circa 1,7°C, un valore quasi doppio rispetto alla media globale degli oceani.
Il 2024 ha ulteriormente confermato questa tendenza: molte aree del Mediterraneo occidentale hanno registrato nuovi record per quanto riguarda la temperatura media delle acque superficiali. Ma il cambiamento non si ferma alla superficie. Le acque più calde stanno penetrando sempre più in profondità, alterando l’equilibrio termico dell’intero bacino. Questo fenomeno è particolar-
mente preoccupante perché gli oceani, e il Mediterraneo in particolare, hanno finora svolto un ruolo fondamentale nell’assorbimento del calore in eccesso presente nell’atmosfera, mitigando gli effetti del riscaldamento globale. Tuttavia, con l’aumento della temperatura anche negli strati profondi, questa funzione tampone si indebolisce. A ciò si aggiunge il processo di acidificazione, conseguenza diretta dell’assorbimento di CO₂, che modifica profondamente le condizioni chimiche delle acque. L’ecosistema marino ne risente pesantemente. L’acidificazione e il calore crescente mettono a rischio
Il cambiamento non si ferma alla superficie. Le acque più calde alterano l'equilibrio termico in profondità.
L'intero ecosistema marino ne risente, mettendo a rischio l'esistenza di molte specie.
la sopravvivenza di molte specie. Coralli, ricci di mare e altri organismi particolarmente sensibili stanno scomparendo anche in assenza di attività di pesca intensiva. Anche gli allevamenti ittici non sono risparmiati: la mortalità è aumentata perfino tra le specie coltivate, nonostante gli sforzi per controllare l’ambiente in cui crescono.
Le ondate di calore marine, definite come periodi di almeno
cinque giorni con temperature superiori a una certa soglia locale, stanno diventando sempre più frequenti e intense. Sebbene alcune specie marine riescano ad adattarsi a episodi brevi e isolati, la ripetitività e la durata di questi eventi stanno superando la capacità di resilienza dell’ecosistema marino. Le ripercussioni sono già visibili anche sul piano economico. Il settore della pesca, così come l’acquacoltura, risente
direttamente della diminuzione della biodiversità e dei cambiamenti nei nutrienti presenti in mare. Nei siti di allevamento, ad esempio, l’unica soluzione parziale resta spostare le gabbie a profondità maggiori, dove l’acqua è leggermente più fresca. Ma si tratta di un palliativo, non di una soluzione strutturale. A livello climatico, l’innalzamento delle temperature marine ha un ulteriore effetto collaterale: la formazione di fenomeni
CALDO RECORD IN ITALIA: GIUGNO 2025 PIÙ ESTREMO
DELLO STORICO GIUGNO 2003. I
DATI COPERNICUS
QUESTA IMMAGINE, UN MOSAICO OTTENUTO DA CINQUE PASSAGGI ORBITALI
SOVRAPPOSTI NELLA MATTINA DEL 29 GIUGNO 2025, È STATA CATTURATA DAL
RADIOMETRO PER LA TEMPERATURA DELLA SUPERFICIE MARINA
E TERRESTRE DELLA MISSIONE COPERNICUS SENTINEL-3.
Temperatura della superficie terrestre e marina rilevata dal satellite Sentinel-3 dell'Agenzia spaziale europea. Fonte: Copernicus Sentinel data (2025), immagine ESA
COSE DELL'ALTRO MONDO
meteorologici estremi. Il Mediterraneo, essendo un bacino relativamente chiuso, scambia calore con l’oceano Atlantico solo attraverso lo stretto di Gibilterra. Questo limita la sua capacità di raffreddamento e favorisce l’accumulo di energia termica. Quando, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, arrivano le prime perturbazioni di aria fredda, si creano le condizioni ideali per lo sviluppo dei cosiddetti “Medicane”, ovvero
uragani mediterranei. Questi fenomeni, pur restando rari, stanno diventando sempre più intensi. Le acque lungo le coste del Nord Africa, dove spesso si originano, ormai superano stabilmente i 26°C fino alla fine della stagione estiva. Una volta formatisi, i Medicane seguono traiettorie che li portano spesso a colpire Sicilia e Calabria, generando danni significativi e aumentando il rischio idrogeologico.
Il Mediterraneo, dunque, non è soltanto un simbolo culturale e una risorsa economica per i Paesi che lo circondano: è anche uno dei luoghi più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Le sue acque più calde non sono solo un segnale d’allarme, ma un sintomo evidente di un processo in corso che richiede attenzione, azioni concrete e una maggiore consapevolezza sul legame tra ambiente, economia e sicurezza.
Cambiamenti climatici, sempre meno riserve d'acqua
L'impoverimento idrico nel
Mediterraneo è una crisi che peggiora sempre di più causata dal cambiamento climatico: provoca siccità e temperature più elevate, riducendo la disponibilità di acqua dolce. Questa situazione aumenterà il divario tra domanda e offerta idrica, richiedendo una maggiore cooperazione regionale su temi come l'efficientamento
dei consumi, il riuso dell'acqua, l'interconnessione delle reti e l'uso di fonti alternative come i dissalatori. A rischio gli econosistemi sempre più vulnerabili. In quest'area i Paesi si sono specializzatiin tecnologie differenti rispetto a quelle più diffuse a livello globale: nel 2023 gli investimenti si sono concentrati su disinfezione, sensori e sistemi di controllo, mentre nel resto del mondo è la dissalazione termica che conquista il primo posto, seguita dalle griglie di pesa e dai sistemi di dosaggio chimico. Nel Mediterraneo gli investimenti in dissalazione sono stati pari a 657 milioni di dollari nel 2023, in calo rispetto al 2018 di oltre il 5% e pari solo al 12% del totale mondiale.
Tasso di impoverimento idrico nei paesi del Mediterraneo 2024-2050. Elaborazione Thea Group su dati FAO Aquastat, 2024
IL FUTURO È OGGI
Buone pratiche che cambiano l'Italia
C’è un’Italia che lavora ogni giorno, che semina futuro tra i vicoli dei borghi, nei parchi urbani, nei consigli comunali, tra i banchi di scuola e nei bilanci partecipati. Un’Italia che non fa proclami, ma progetti. È l’Italia della Rete dei Comuni Sostenibili, un laboratorio diffuso di innovazione sociale e ambientale che unisce amministrazioni locali da Nord a Sud. La bussola? I 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, tradotti in pratiche locali, metriche chiare e partecipazione civica. In questo cammino condiviso, la sostenibilità non è un concetto astratto: è un lavoro quotidiano che passa da mense scolastiche più eque, nuovi spazi pubblici, mobilità dolce, inclusione sociale e innovazione ambientale.
La Rete è nata a gennaio 2021 su
iniziativa di ALI – Autonomie Locali Italiane, Leganet e Città del Bio, con l’obiettivo di accompagnare gli enti locali verso gli obiettivi dell’Onu con strumenti concreti e misurabili. In pochi anni è diventata l’associazione nazionale più grande in Europa aperta a tutti i Comuni, di ogni dimensione e colore politico. L’adesione comporta un percorso strutturato che comprende il monitoraggio volontario delle politiche locali, la redazione annuale del Rapporto di sostenibilità, la definizione di obiettivi di miglioramento e la costruzione di Agende Locali 2030. È una comunità aperta e inclusiva, in cui piccoli borghi, città metropolitane e province partecipano su un piano di pari dignità, condividendo strumenti, metodi e risultati. Accanto alla Rete si muove un
tessuto di collaborazioni ampio e consolidato. Dal 2021 la Rete aderisce ad ASviS, partecipando al Comitato scientifico; dal 2025 è media partner nazionale di “M’Illumino di Meno”, la storica campagna sulla sostenibilità energetica. È inoltre parte dell’Osservatorio Appalti Verdi insieme a Legambiente e Fondazione Ecosistemi, ha avviato protocolli e intese con Slow Food Italia e trova in Città del Bio uno dei soggetti promotori. Tutte queste alleanze rafforzano la dimensione scientifica, culturale e sociale del progetto, unendo educazione ambientale, cibo giusto, innovazione amministrativa ed energia pulita. Il cuore della Rete sta nella misurazione. Ogni Comune aderente applica un set di 101 indicatori oggettivi e affidabili, che coprono
La Rete dei Comuni Sostenibili è una
comunità di condivisione di buone pratiche ed esperienze innovative. Si tratta dell’associazione nazionale più grande in Europa di Comuni, Province, Città
Metropolitane e Regioni che si dedicano allo sviluppo sostenibile e alla territorializzazione degli Obiettivi di Agenda 2030.
LA PUGLIA SPICCA PER NUMERO DI REALTÀ
ADERENTIALLA RETE
CON 26 COMUNI E DUE PROVINCE.
UN IMPEGNO DIFFUSO
CHE DAL SALENTO AL GARGANO STA
CAMBIANDO IL VOLTO
DEI TERRITORI.
ambiente, società, economia e governance. I dati raccolti confluiscono nel Rapporto di sostenibilità, documento pubblico che consente ai cittadini di verificare l’impegno delle amministrazioni e stimolare un miglioramento continuo. È grazie a questa misurazione che ogni progetto messo in atto diventa comparabile e replicabile. Tra le regioni protagoniste spicca la Puglia, che oggi è la prima in Italia per numero di Comuni aderenti. Sono 26 realtà locali, oltre alle Province di Brindisi e Foggia: Alezio, Andria, Anzano di Puglia, Bovino, Carlantino, Carpino, Castellaneta, Ceglie Messapica, Cisternino, Crispiano, Deliceto, Erchie, Foggia, Ginosa, Ischitella, Lecce, Lesina, Manduria, Martina Franca, Mesagne, Monte Sant'Angelo, Noicattaro, Peschici, Rutigliano, San Giovanni Rotondo, Troia. Sono esempi di un impegno diffuso che dal Salento al Gargano sta cambiando il volto dei territori. In particolare nel Gargano, il Comune di Ischitella ha ricevuto la targa di segue
Fotomontaggio realizzato in occasione di BTM Puglia.
“Comune Sostenibile” il 13 aprile 2024, simbolo di un percorso che coinvolge cittadini e amministratori in chiave di promozione territoriale e di sostenibilità diffusa. Nel cuore del Gargano, Ischitella è tra i Comuni pugliesi più attivi nella Rete dei Comuni Sostenibili. La sua esperienza coniuga partecipazione civica, valorizzazione delle tradizioni e tutela dell’ambiente. Il Comune ha promosso eventi di sensibilizzazione come “M’Illumino di Meno”, diffondendo buone pratiche di risparmio energetico e illuminazione pubblica a LED. Ha organizzato la “Cena dell’emigrante”, nell’ambito del progetto “Radici e ritorni”, che ha rafforzato il legame con la comunità di emigrati e discendenti. Sul piano ambientale si distingue l’intervento di efficientamento e salvaguardia della Laguna di Varano, con la riapertura dei canali che collegano il lago al mare per rivitalizzare l’ecosistema, premiato come buona pratica agli Stati Generali delle Città Intelligenti 2024. Accanto a questi progetti, sono stati attivati contributi a fondo perduto per nuove attività commerciali nel centro storico. Il Comune sostiene, inoltre, manifestazioni che coniugano sport e ambiente come il Lake Varano Triathlon, l’Ischitella Run e la Motobenedizione “Metti in moto la fede”.
In tutta Italia emergono storie emblematiche. I piccoli Comuni diventano laboratori di innovazione, con orti urbani e mense bio che promuovono stili di vita sani, comunità energetiche che uniscono cittadini, imprese e amministrazioni per l’autoproduzione di energia rinnovabile, percorsi partecipativi e bilanci sociali che rafforzano la democrazia locale, progetti di rigenerazione urbana che trasformano spazi abbandonati in luoghi di cultura, sport e socialità. L’idea è semplice ma rivoluzionaria: la sostenibilità nasce
Veduta di Ischitella foto Rete dei comuni sostenibili
LA MISSION DELLA RETE
"Siamo nati per accompagnare i Comuni nel raggiungimento degli Obiettivi di Agenda 2030 con strumenti e pratiche innovative e virtuose. Lo sviluppo sostenibile è il tema strategico per l’Europa e per l’Italia, per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità locali, salvaguardare il benessere dell’umanità e del pianeta, delle generazioni di oggi e quelle di domani".
comunisostenibili.eu
dal basso, si misura, si condivide e si moltiplica.
La sfida non è solo italiana. Gli Obiettivi dell’Agenda 2030 chiedono un impegno globale, ma è nei territori che le soluzioni diventano concrete. I Comuni sono il primo presidio di cittadinanza, il luogo dove i diritti si realizzano o si
negano. Il presidente della Rete, Valerio Lucciarini De Vincenzi, ricorda che l’impegno è rivolto a garantire un futuro sostenibile alle generazioni presenti e future. Ogni Comune che aderisce dimostra che la sostenibilità non è un costo, ma un investimento per la comunità.
La sfida è “territorializzare” i 17 goals dell’Agenda 2030 supportando le amministrazioni comunali nelle azioni concrete da attivare
Così, la Rete dei Comuni Sostenibili testimonia che un’altra Italia è già qui: un’Italia che misura, verifica, migliora e condivide. Un’Italia che ogni giorno sceglie di mettere al centro il benessere delle persone e dell’ambiente, trasformando la speranza in azione e il futuro in presente.
Un atlante di esperienze virtuose
La Guida dei Comuni Sostenibili italiani 2025-2026 raccoglie oltre 400 pagine di esperienze, dati e progetti che raccontano un’Italia in trasformazione. Ogni scheda descrive indicatori, buone pratiche, obiettivi raggiunti e iniziative in corso: piste ciclabili, comunità energetiche, piani del verde urbano, mense a km zero, festival culturali inclusivi.
Il volume è allo stesso tempo manuale operativo e diario di viaggio: utile per amministratori e tecnici, che trovano strumenti replicabili e modelli di governance, ma anche per cittadini, studenti e viaggiatori interessati a scoprire un’Italia fatta di cammini lenti, mercati locali, spiagge accessibili e progetti di rigenerazione.
Il Direttore della Rete dei Comuni Sostenibili, Giovanni Gostoli, la definisce un “manuale di gene-
ratività”, sottolineando come la sostenibilità emerga dal lavoro condiviso di istituzioni, scuole, associazioni, imprese e cittadini.
La guida consente di misurare i progressi dei Comuni e di renderli pubblici, offrendo ai cittadini uno
strumento per verificare l’impegno delle amministrazioni, alimentando fiducia. Crea una comunità di enti locali che non si limitano a dichiarare intenzioni, ma misurano, verificano, migliorano.
CUSTODI DELLA TERRA
Specie a rischio prolificano in riserva
Il fratino. L’uccello che con il suo corpo piccolo e tozzo, la testolina tonda dal becco sottile e la caratteristica mascherina nera, è diventato negli anni il simbolo delle dune e delle spiagge italiane.
Pesa 40 grammi, ama le nostre spiagge e proprio per questo rischia di scomparire nonostante i suoi sforzi di resistere contro tutti e tutto. Il fratino (Charadrius alexandrinus), piccolo trampoliere, gran corridore, che nella Lista rossa degli uccelli nidificanti dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) è classificato come specie “in pericolo” (EN). Secondo i dati Lipu, si contano 500-700 coppie con una tendenza di forte declino negli ultimi decenni, direttamente proporzionale all’antropizzazione del suo ambiente. Considerando una mortalità media del 42% e un’età massima che non supera i 10 anni, nonché una produttività pari a 2,3 individui per coppia di successo, è possibile individuare una “Minima popolazione vitale”
Picco di nidificazioni di fratino a Torre Guaceto foto Consorzio di gestione di Torre Guaceto
(Mvp) in circa mille, pari a circa 500 coppie (Fonte Lipu).
Platone sosteneva che fosse un uccello ingordo a cui vengono paragonati gli uomini alla ricerca continua del piacere. Una specie dai poteri magici di guarigione: se posato sul letto di un malato poteva sanarlo da una malattia mortale, assorbendo tutte le cattive influenze per poi volare verso il sole, bruciandole. Il fratino è simbolo quindi anche di benessere green. E non è un caso che nell'estate appena trascorsa abbia nidificato in una zona d'eccellenza:
Torre Guace to. Qui si sono regi
strati 18 nidi sparsi per tutta la riserva, sia sulla sabbia, sia sugli scogli. “La presenza del fratino a Torre Guaceto è un evento importantissimo – ha spiegato il direttore del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Alessandro Ciccolella – innanzitutto perché dimostra che stiamo riuscendo a contribuire alla conservazione della specie a rischio di estinzione, in secondo luogo perché attraverso il monitoraggio delle presenze, riusciamo a raccogliere dati circa la corretta o meno gestione della
Il fratino
Caratteristiche
IL FRATINO CHARADRIUS ALEXANDRINUS, UN LIMICOLO (UCCELLI CHE CERCANO
INVERTEBRATI SU SUOLI UMIDI) DAL CORPO PICCOLO E TOZZO, LA TESTOLINA TONDA DAL BECCO SOTTILE E LA CARATTERISTICA MASCHERINA NERA, PESA 40 GRAMMI. È LUNGO 15 CENTIMETRI.
Presenza sul territorio
ALLO STATO ATTUALE (DATI LIPU) RESTANO SOLAMENTE 600 COPPIE
DI FRATINO LUNGO GLI 8.300 CHILOMETRI DI COSTE ITALIANE.
IL NIDO DEL FRATINO È UNA SEMPLICE BUCHETTA NELLA SABBIA DOVE
LA FEMMINA DEPONE GENERALMENTE TRE UOVA CHE VENGONO COVATE
PER QUASI UN MESE.
Minacce
FORTE URBANIZZAZIONE DEGLI ARENILI, UN DIFFUSO E INTENSIVO TURISMO
BALNEARE CON ATTIVITÀ CONNESSE, LA PULIZIA MECCANICA DELLE SPIAGGE, LA PRESENZA DI MOTO, FUORISTRADA E CANI NON GESTITI DAI PROPRIETARI
LIBERI DI PREDARE I PULCINI.
ARTE E CULTURA
Qualcosa nell'acqua, il MAXXI si fa fiume
C’è qualcosa nell’acqua che scivola, che resiste, che trasforma. È il filo liquido che lega Something in the Water, la mostra curata da Oscar Tuazon e allestita al MAXXI di Roma fino al 12 ottobre prossimo. Un progetto che si inserisce nella lunga ricerca dell’artista americano sul rapporto fra arte, architettura e risorse naturali, dispiegato come un paesaggio espositivo in cui opere e storie scorrono come anse immaginarie del Tevere. Con la nuova produzione Ocean Pavilion, Tuazon costruisce un dispositivo fisico e mentale: una cascata perpetua racchiusa in un esoscheletro di alluminio e nodi stampati in 3D, finestra d’acqua che diventa lente sul mondo. È un invito a interrogarsi sul posto che occupiamo nella natura. La mostra rappresenta inoltre un nuovo capitolo di Water School, iniziativa artistica ed educativa che esplora le dinamiche e le politiche legate all’accesso alla terra, all’acqua e alle infrastrutture, creando spazi condivisi di collaborazione.
Something in the water: una mostra al MAXXI di Roma che si sviluppa come una esperienza fluida, in cui l'acqua diventa elemento di connessione tra pratiche artistiche di diversa generazione e provenienza
Il percorso non è solo un autoritratto d’artista: è un arcipelago che coinvolge quattordici voci diverse. L’acqua diventa medium e metafora: specchio puro, materia refrattaria al controllo, ma anche archivio di memorie e risorsa contesa.
Così Liquid Light di Lita Albuquerque, con i suoi paesaggi di sale e la figura di un’astronauta, apre un viaggio tra uomo e natura. Le tele di Saif Azzuz evocano il Collect Pond di Manhattan prima della colonizzazione, mentre le sue sculture di legno recuperato riaffiorano come relitti vitali. Matthew Barney, con Water Cast 8, affida al contatto tra metallo fuso e acqua la nascita di forme organiche, simbolo di morte e rinascita.
Ci sono i sogni monumentali mai realizzati, come Over the River di Christo e Jeanne-Claude, e le riflessioni politiche di Pavlo Makov con The Fountain of Exhaustion, metafora della fragilità delle infrastrutture. Leslie Hewitt trasforma i fondali atlantici in sculture bronzee, Nancy Holt cattura con Niagara l’energia di un fiume che ribolle e precipita.
Virginia Overton ribalta il destino di vecchie insegne trasformandole in fontane, Anna Sew Hoy immagina una vasca per uccelli come monumento ironico, Abraham
Con una nuova produzione inedita, la mostra rappresenta un nuovo capitolo del progetto Water School di Oscar Tuazon, un’iniziativa artistica ed educativa che esplora le dinamiche e le politiche legate all’accesso alla terra, all’acqua e alle infrastrutture..
Cruzvillegas sospende una canoa messicana all’altezza della soglia di scarsità idrica calcolata su 49 anni. Non mancano i paesaggi poetici di Ugo Rondinone, ispirati al lago di Lucerna, e la Kuku Town Core Unit di Marjetica Potrč, testimonianza di un processo comunitario che ha restituito acqua e dignità a un insediamento informale di Città del Capo.
Attorno a queste opere, la curatela di Tuazon ribadisce l’idea delle relazioni: funzionali, oniriche, incomplete. L’acqua, corpo senza confini, ci avvolge e connette generazioni e geografie, dall’attivismo alle pratiche indigene, dal paesaggio alla precarietà della vita. Il MAXXI accompagna la mostra con programmi educativi, visite guidate e la rassegna video Into the Water, che esplora culture e memorie legate alla più grande fonte di vita del pianeta. Un’estensione naturale di un progetto che non vuole restare chiuso nelle sale, ma continuare a fluire. “Un fiume è sempre bagnato, mai immobile” scrive Tuazon. Something in the Water è proprio questo: un vuoto che si colma e poi si libera, uno spazio dove l’arte scorre come acqua, instabile e necessaria.
In mostra opere di: Lita Albuquerque, Saif Azzuz, Matthew Barney, Christo, Abraham Cruzvillegas, Torkwase Dyson, Leslie Hewitt, Nancy Holt, Pavlo Makov, Virginia Overton, Marjetica Potrč, Ugo Rondinone, Peter Sandbichler, Anna Sew Hoy, Oscar Tuazon.
a sinistra: Oscar Tuazon, Cedar Spring Water School, 2023 still da video
sopra: Due immagini della mostra, foto Luis Do Rosario, courtesy Fondazione MAXXI
Parole come Gocce
50 grandi idee. Acqua
Paolo Ranalli
Edizioni Dedalo
208 pagine
€ 20,00
L’acqua, risorsa essenziale per la vita sulla Terra, è sempre più minacciata.
Nemico principale è il cambiamento climatico, ma anche l’inquinamento generato dalle attività umane. Ma quali misure si possono adottare per preservarla? La monografia 50 grandi idee acqua di Paolo Ranalli (edizioni Dedalo) è un saggio che affronta in modo schematico e completo e con un linguaggio semplice, tutto quello che c’è da sapere su questo prezioso elemento. Partendo dalle basi chimiche e dalla sua importanza per la vita organica, senza dimenticare il ciclo dell’acqua, il libro affronta tutte le principali sfide che minacciano la disponibilità e la qualità delle risorse idriche sul nostro pianeta. Si parla di consumi idrici e sprechi a livello domestico, industriale, agricolo e zootecnico, e della necessità di adottare pratiche più sostenibili, che passano anche attraverso i nostri stili di vita. Il saggio analizza anche il problema dell’inquinamento dell’acqua, sia da sostanze chimiche che da plastiche e microplastiche. Tema centrale anche la siccità e la vulnerabilità del territorio italiano. Fondamentale è quindi sviluppare e adottare pratiche di gestione sostenibile delle risorse idriche per garantire l’accesso all’acqua a tutta la popolazione, oggi e in futuro.
in condotta
Storie di eccellenza
Quando l'eleganza
incontra la sostenibilità
Nel cuore della Puglia prende vita Charme, il brand fondato da Martina Sapone, giovane imprenditrice che ha fatto dell’artigianato e della sostenibilità i pilastri di un progetto innovativo e profondamente legato al territorio. Il nome, che deriva dal latino “carmen” e che significa “formula d’incantesimo”, richiama fascino, eleganza e unicità: valori che si ritrovano in ogni creazione. Le borse, realizzate interamente a mano, uniscono qualità e rispetto per l’ambiente. Ogni pezzo è unico, creato anche con materiali di recupero provenienti dall’alta sartoria, per ridurre gli sprechi e valorizzare la bellezza nascosta nei dettagli. Con il progetto Charme Re-Made, Martina trasforma scarti tessili in nuovi oggetti dal forte valore simbolico, estetico e sostenibile. Un atto creativo che si oppone alla logica del fast fashion. A gennaio, una creazione è stata esposta nella prestigiosa vetrina della Rinascente di Milano, selezionata come eccellenza manifatturiera pugliese.
INTERVISTA su tva.aqp.it
L’ACQUA PER IL BENESSERE DI TUTTI
Condividiamo ogni giorno ciò che abbiamo di più prezioso: l’acqua.
Un bene comune che curiamo con responsabilità, al servizio delle persone e dei territori. Un impegno che si traduce in benessere, equità e sviluppo, perché il futuro si costruisce insieme, goccia dopo goccia.