Acquedotto IV 2023

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FUTURO Acqua, summit a Bari

SAPERE Tricase, riscopriamo il Porto

ARTE

CULTURA DELLA SOSTENIBILITÀ CULTURA DELLA SOSTENIBILITÀ

L’ACQUEDOTTO2023N.4
Archeologia nei fondali

Liberi di leggere i libri più green guardando il mare più blu. È una estate molto ricca quella pugliese, con un calendario di eventi dove non c’è spazio solo per il divertimento. Una stagione che celebra la bellezza di una regione che ha conseguito importanti risultati sul piano del posizionamento turistico, della qualità dell’accoglienza, della qualità delle sue acque, della qualità delle sue proposte. Festival, eventi, concerti, rassegne ed iniziative si susseguono in tutte le località dal Gargano al Salento, proponendo a residenti e turisti delle speciali occasioni che coniugano bellezza, paesaggio, riflessione, dibattito e confronto. Numerosi sono gli appuntamenti con le rassegne letterarie che pongono l’accento proprio sulla cultura della sostenibilità, con un invito a vivere con leggerezza e responsabilità il periodo più caldo dell’anno, che quest’anno sta facendo particolarmente parlare di sé con le sue temperature da record e con le riflessioni che ne conseguono. Di particolare rilievo il cartellone di “Festambiente Sud” 2023 di Legambiente. Tra spettacoli, visite guidate, laboratori e molto altro ancora, una grande occasione di confronto sulle relazioni tra cultura, ambiente e qualità della vita. L'acqua è al centro di quest'edizione, dal titolo "Arsura. Vincere la sete del pianeta”. I cambiamenti climatici stanno sconvolgendo il pianeta: siccità prolungate, scioglimento dei ghiacciai, perturbazioni di tipo tropicale, desertificazione, sono tutti fenomeni che hanno a che vedere con la risorsa idrica, al pari con la necessità di depurare, recuperare, riutilizzare, risparmiare, utilizzare in maniera corretta una risorsa sempre più scarsa, mutando l’approccio a livello locale, nazionale e internazionale. Così, accanto alle numerose attività incentrate principalmente sulla musica, il Festival ha previsto due forum di approfondimento e confronto, per lasciare il suo segno. Un modo interessante e partecipato per vivere il contemporaneo nella sua complessità, facendo emergere le connessioni fra scienza ed esperienza, condivisione e riflessione, proponendo stimoli per una quotidianità più green, puntando all’economia circolare, all’energia pulita ed al cambiamento responsabile con i piccoli gesti del quotidiano.

LA PRIMA ACQUA | L’Editoriale 1
SOMMARIO 2
» SAPERE- pag. 14 » AMBIENTE - pag. 32 » ARTE CULTURA BELLEZZA - pag. 24

Sommario

4 FUTURO

Il futuro dell'acqua

10 FUTURO

Un mare di libri

13 Sott'Acqua

Relining: rigenerazione delle condotte

14 SAPERE

Direzione Porto

22 IL CONTAGOCCE

Parità di genere

24 ARTE CULTURA BELLEZZA

Arte sott'acqua

30 10 IN CONDOTTA

La fisica è donna

32 AMBIENTE

Tricolore sul mare

39 parole come gocce

Mahmoud o l'innalzamento delle acque

L’ACQUEDOTTO | 2022 | N. 3 3
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FUTURO - pag. 4
FUTURO 4

IL FUTURO DELL'ACQUA

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L'acqua intesa come bene comune, l'acqua come risorsa da tutelare, ma anche sinonimo di innovazione, cooperazione e scambio. È quanto si è concretizzato a Bari, in Fiera del Levante, dove dal 21 al 23 giugno si è tenuto il “Water Innovation Summit”, un confronto internazionale sul servizio idrico integrato, che ha visto la partecipazione delle water utilities italiane che si sono date appuntamento nel capoluogo pugliese per parlare dell'acqua del domani.

“Abbiamo registrato un grande apprezzamento su più fronti – ha dichiarato Domenico Laforgia, presidente di Acquedotto Pugliese, al termine dell'evento – Non solo per i contenuti delle relazioni ma anche per la possibilità di dare vita ad uno scambio proficuo di competenze”. Un evento congressuale che ha coinvolto anche Paesi esteri, primo fra tutti lo Stato d'Israele, Paese dal territorio per due terzi arido che, facendo di necessità virtù, ha nei decenni acquisito una leadership mondiale

nel campo delle tecnologie idriche altamente innovative, dall'irrigazione a goccia al riuso delle acque reflue, dalla dissalazione all'estrazione dell'acqua dall'aria.

“L'Israele è molto simile alla Puglia – ha dichiarato la direttrice generale di AQP, Francesca Portincasa – perché entrambe le realtà hanno dato vita ad una cultura dell'acqua, in un territorio dove l'acqua non c'è. Ci sono molti parallelismi tra le due storie, anche se la situazione pugliese era meno drammatica di quella israeliana”.

Le sessioni dedicate alla cooperazione internazionale, in particolare, hanno acceso ancora una volta i riflettori sull'emergenza idrica presente e futura, evidenziando come il trasferimento tecnologico tra Paesi sia ormai un passaggio fondamentale per tutelare la risorsa.

“Per noi è fondamentale promuovere la cooperazione fra Paesi e aumentare la consapevolezza attorno alle soluzioni in risposta alle problematiche legate all'acqua a cui Israele fa fronte da più di 75 anni – ha spiegato Alon Bar, ambasciatore dello Stato d'Israele, inter-

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venendo al Water Innovation Summit – La Puglia – ha continuato l'ambasciatore – è stata capace di mettere attorno allo stesso tavolo numerosi stakeholders per confrontarsi sulla desalinizzazione, passando per il riuso delle acque, fino al tema delle perdite, tutto questo per salvaguardare questa preziosa risorsa”.

“Acquedotto Pugliese in questi anni sta facendo un lavoro importante di connessione fra diversi Paesi, riuscendo allo stesso tempo ad apprendere nuove tecniche e innovative tecnologie legate all'acqua – ha detto Anna Grazia Maraschio, assessore all'Ambiente della Regione Puglia – Oggi più che mai, nel pieno dei cambiamenti climatici, l'acqua è un bene preziosissimo che non può e non deve essere assolutamente sprecato. E in questa direzione sta andando tutta la nostra azione regionale”.

Nel corso della tre giorni di incontri e confronti, tanti sono stati gli argomenti affrontati: dalla digitalizzazione delle reti idriche e fognarie alla depurazione, dagli investimenti utili per potenziare le infrastrutture già presenti all'importanza di crearne di nuovi. Tra le

sessioni, anche quella dedicata alla dissalazione, una delle possibili soluzioni su cui anche Acquedotto Pugliese sta investendo per fronteggiare la scarsità d'acqua. “La dissalazione infatti può essere considerata un'arma in più che noi abbiamo – ha spiegato Gea Volpe, direttore tecnico di Acciona Agua Italia – per poter garantire fabbisogni per una popolazione sempre più crescente. I cambiamenti climatici indurranno l'aumento del cuneo salino lì dove prima c'erano acque dolci. In Italia, per quanto riguarda la dissalazione registriamo dei timidi segnali. Attualmente la dissalazione copre solo lo 0,1% dei prelievi complessivi a livello nazionale. Per fare un confronto con un Paese estero, pensiamo che in Spagna la dissalazione copre il 9% del fabbisogno”.

Anche Acquedotto Pugliese quindi sta guardando verso nuove possibili soluzioni, come la dissalazione. “Noi serviamo circa 4 milioni di persone – ha dichiarato Antonio De Leo, direttore industriale di AQP – e per effetto dei cambiamenti climatici siamo in qualche modo costretti a guardare verso altre opportunità.

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Con l'impianto di dissalazione che stiamo realizzando a Taranto, dissaleremo l'acqua salmastra e garantiremo l'approvvigionamento idrico per 300mila persone, producendo circa 20milioni di metri cubi di acqua all'anno, consentendoci anche di ridurre di altrettanto volume l'estrazione dalla falda”. Fondamentali quindi gli investimenti nel settore idrico per potenziare le infrastrutture già presenti. E in Italia negli ultimi tre anni sono stati investiti diversi miliardi di euro per migliorare l'approvvigionamento idrico, così come evidenziato da Attilio Toscano, del ministero delle Infrastrutture: “Un paio di questi interventi sono già presenti all'interno del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta della misura 4.1 sulle grandi infrastrutture idriche e la misura 4.2 sulla riduzione delle perdite e la digitalizzazione delle reti acquedottistiche ur-

bane. Tutto per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici”.

Accanto al tema degli investimenti, c'è stato quello della cooperazione internazionale, con numerosi incontri con Paesi esteri, per mettere a frutto un proficuo scambio di buone pratiche. Tra questi, anche il confronto con il Lesotho, un piccolo Stato del Sudafrica ricco di acqua e di potenzialità. Una realtà con tanta voglia di crescere e con cui non solo Acquedotto Pugliese, ma anche la Regione Puglia ha iniziato uno scambio di conoscenze e competenze, con un importante dialogo che parla di import ed export. Il Lesotho infatti vorrebbe trasformare il proprio hub portuale in un hub commerciale che guarda al Mediterraneo.

Non solo il Lesotho, Acquedotto Pugliese ha infatti negli anni intrecciato rapporti e relazioni con numerosi Paesi esteri, anche attraverso

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LE BEST PRACTICES DI AQP AL WATER INNOVATION SUMMIT

la Water Academy nata circa un anno fa. “Abbiamo avuto già i primi riscontri da diverse delegazioni estere, come la delegazione egiziana, a breve arriveranno i primi allievi della Water Academy dall'Arabia – ha detto Francesca Portincasa – Da soli non si va da nessuna parte e l'acqua è un tema che interessa e coinvolge l'intero Pianeta. è quindi necessario cooperare tra Paesi per salvarci tutti insieme”. Il Water Innovation Summit si è poi concluso con un contest dedicato alle start-up. Tra quelle premiate, anche B-Plas, società benefit che progetta e realizza impianti per convertire i fanghi in bioplastiche, con una soluzione sostenibile al problema dello smaltimento dei reflui e la contestuale creazione di biopolimeri in sostituzione delle plastiche fossili.

Calato il sipario sul Water Innovation Summit, ora si guarda al futuro, con la consapevo-

lezza che solo insieme si può cambiare il destino di una regione o di una nazione, come ha fatto la Puglia e come ha fatto Israele. Per farlo però è necessario condividere competenze e soprattutto condividere conoscenza, perchè solo così è possibile cambiare il mondo.

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Lo speciale sul Water Innovation Summit di TVA, la webtv di Acquedotto Pugliese

Un mare di libri

Il mare più pulito d'Italia, quello della Puglia, ogni estate richiama migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo, diventando anche, in particolare nel corso dei mesi estivi, scenario e cornice di numerosi eventi culturali.

Tra questi la terza edizione di Lungomare di Libri, che a Bari trasforma la città in una grande libreria a cielo aperto. Tra il profumo della salsedine e completamente immersi nella bellezza del mare, tra il fortino di Sant'Antonio e largo Vito Maurogiovanni, numerosi gli autori che hanno raccontato qualcosa di sé e delle loro ultime pubblicazioni ad un pubblico attento e curioso. Lungo la muraglia che si affaccia sul mare, 35 bancarelle di altrettante librerie pugliesi hanno accolto i visitatori portando la propria esperienza di librai esperti in una manifestazione che si pone tra i suoi obiettivi quello di diffondere l'amore per la lettura. Il tema di quest'anno è stato “La fantasia è un posto dove

ci piove dentro”, un omaggio al grande scrittore Italo Calvino a cent'anni dalla sua nascita e una celebrazione alla forza dell'immaginazione, alla creatività e alla fantasia che ci aiutano ad affrontare meglio la nostra epoca costruendo nuovi mondi e nuove realtà.

Il tema dell'edizione 2023 del festival “Il Libro Possibile” a Polignano a Mare, invece, è stato “Pensa Positivo”, per celebrare i 30 anni del celebre brano di Jovanotti. Partendo da un'analisi e da riflessioni sul presente, si è immaginato un futuro positivo, pieno di speranze, spinti dalla volontà di combattere le incertezze e le inquietudini che caratterizzano questi tempi. Dalla politica all'ambiente, dall'attualità alla letteratura, offrendo anche l'occasione per conoscere le ultime pubblicazioni, il festival letterario è tornato ad animare due città pugliesi che vivono sul mare, ancora una volta cornice privilegiata: Polignano e Vieste.

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Grande spazio al clima e alla tutela del Pianeta; tra gli ospiti che ne hanno parlato sul palco, il metereologo Andrea Giuliacci che ha presentato il suo libro “Nella peggiore delle ipotesi”. “La peggiore dell'ipotesi – ha spiegato Giuliacci - è quella che vede il clima cambiare in maniera drastica, cambiando radicalmente anche il nostro futuro: non solo l'ambiente ma anche l'economia, i nostri stili di vita”. Per il meterologo possiamo e dobbiamo limitare il cambiamento climatico, anche con dei piccoli accorgimenti. “Le città sono nuclei molto più caldi; basterebbe utilizzare dell'asfalto chiaro o dipingere i tetti di bianco per abbattere del 50% il surplus di calore”. E sul cambiamento climatico si è espresso anche Franco Berrino che ha presentato il suo libro “La foresta di perle. Come ritrovare il nostro contatto con la Madre Terra”: “Non siamo progettati per vivere nelle grandi città – ha spiegato Berrino – è quindi necessario recuperare il proprio rapporto con

la Natura. Il cambiamento climatico è una sorta di ribellione verso l'azione dell'uomo. Ma da questa ribellione la Natura ne verrà fuori, l'uomo purtroppo non si sa. Per questo dobbiamo cambiare completamente il nostro modo di coltivare i prodotti e più in generale il nostro modo di alimentarci”. E sul perchè il clima sta cambiando ne ha parlato anche il geologo Mario Tozzi: “Purtroppo produciamo eccessive quantità di gas serra e questo sta modificando il clima in maniera velocissima. Abbiamo poco tempo per invertire la rotta, ma dobbiamo farlo per la sopravvivenza di tutto il Pianeta”.

Al futuro sostenibile è stata dedicata la sesta edizione di Bit Libri, il festival letterario che ogni anno viene ospitato dalla città di Bitritto, nel Barese. Anche qui numerosi ospiti si sono confrontati sul tema, coinvolgendo i più giovani, coloro che raccoglieranno il testimone delle generazioni precedenti e che sono quindi

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Il festival letterario Bit Libri a Bitritto ha scelto come tema la sostenibilità mettendo a confronto giovani ed esperti per cercare di invertire la rotta.

chiamati ad un notevole sforzo per cercare di invertire la rotta. Un'edizione ricca di grandi nomi, dal professore di Fisica Vincenzo Schettini, tanto amato dagli studenti allo scrittore e poeta Franco Arminio, fino ad arrivare allo psicologo e psicoterapueta Umberto Galimberti. “L'uomo non può salvare il Pianeta – ha dichiarato quest'ultimo - soffriamo della presenza dell'uomo sulla Terra, perchè viviamo questa visione antropocentrica che ci è stata trasmessa dal Cristianesimo. Dobbiamo quindi passare dal primato dell'uomo al primato della vita”. Ma la sostenibilità è anche e soprattutto sociale, così come sottolineato da Vincenzo Coppa, presidente dell'associazione La Verde Via, che si occupa di tutela del paesaggio e di valorizzazione e promozione della ruralità e che nella sesta edizione di Bit Libri ha moderato una tavola rotonda sul tema delle società sostenibili e sull'ecologismo per un mondo più equo, con il confronto tra tre autori che ne hanno discusso da tre prospettive differenti: Nicoletta Dentico, Alessandro Pellegatta e Carmine Natale.

L'estate pugliese quindi si caratterizza ancora una volta non solo per la bellezza dei suoi luoghi e del suo mare, ma anche per la ricchezza di contenuti e spunti di riflessione che partono da festival e iniziative culturali che vogliono lasciare un segno sul territorio, invitando tutti a guardare ad un futuro che possa essere positivo e sostenibile.

Un’onda che viene e che va – volendo riprendere il ritornello della canzone che 30 anni fa rese famoso Jovanotti. Un’onda positiva con scrittori e giornalisti, istituzioni. Una speranza, ‘Io penso positivo’ per parlare di temi sempre più attuali: dai cambiamenti climatici, diritti, sostenibilità. Salotti culturali con vista, esclusiva, sul mare: da Bari a Polignano fino ad arrivare a Vieste. Librerie a cielo aperto, come a Bitritto, dove si sono susseguiti autori per ogni generazione dove ‘La fantasia è un posto dove ci piove dentro’, così come si legge nelle ‘Lezioni Americane’ di Italo Calvino. Un confronto tra workshop e dibattiti sul futuro che ci attende. Anzi no, sul futuro che è dietro l’angolo.

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Il libro possibile a Vieste è stata una kermesse di successo spaziando tra realtà e sogno, cronaca, romanzi, innovazione e giustizia.

SOTT ACQUA

RELINING: RIGENERAZIONE DELLE CONDOTTE

Si scrive relining. Ma si legge tecnicamente: rigenerazione delle condotte. Un lavoro che a Taranto parte dalla località Paolo VI fino all’ingresso dell’impalcato del Punta Penna Pizzone e al momento è a circa metà del suo percorso. Si tratta di un intervento corposo (27 milioni di euro, finanziati con fondi React-EU) nei pressi di uno dei ponti sul mare più imponenti d’Europa, con una lunghezza di 1.907 metri e una larghezza di 27. Consiste nel rinnovamento conservativo di due condotte idriche, della lunghezza di circa 5.200 mt, consentendo un notevole recupero idrico. Di notevole importanza è la tecnica utilizzata: “NO DIG”, poco invasiva. Poche settimane fa è stato fatto il punto sullo stato dei lavori (cominciati a dicembre scorso e che termineranno entro la fine dell’anno). “È l’ennesimo segnale di interesse che AQP lascia sul nostro territorio – ha spiegato il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci – migliorando la qualità di un servizio essenziale e in grado di definire il livello di civiltà raggiunto da una comunità. La società idrica è presente con diversi cantieri in città, raccogliendo le nostre sollecitazioni sulla necessità di elevare gli standard offerti, e a fronte di qualche disagio stiamo rivoluzionando i servizi a totale beneficio dell’utenza”. La tipologia di intervento adottata, appunto di tipo no dig, letteralmente “senza scavo”, consente di limitare i tempi di intervento e di ridurre al minimo o eliminare completamente, le problematiche dovute alle interferenze anche in termini di viabilità, di ridurre l’impatto dell’intervento con l’ambiente circostante e limitare i potenziali disservizi all’erogazione della risorsa idrica. AQP ha, infatti, ha garantito l’approvvigionamento idrico, nel corso dei lavori. “È un’opera di grande pregio ingegneristico - commenta la Direttrice Generale di AQP, Francesca Portincasa - Siamo orgogliosi dell’adozione di soluzioni innovative e di attrezzature di alta tecnologia che porteranno a un risultato efficace senza causare disagi ai cittadini di Taranto". L’innovativo metodo di relining prevede l’inserimento, all’interno delle due condotte in acciaio, di tubi in polietilene strutturale della lunghezza di circa 5,2 km, con l’obiettivo del risanamento completo delle condotte e del rinnovamento funzionale. “Sono condotte di adduzione di importanza strategica per l’alimentazione idrica del centro urbano della città e delle zone periferiche di Talsano – Lama – San Vito – ha dichiarato il consigliere d’amministrazione AQP, Lucio Lonoce - con un bacino di utenza stimato in circa 100.000 abitanti. I lavori procedono secondo cronoprogramma e questo testimonia l’impegno dell’azienda a scongiurare interruzioni”. Soddisfazione è stata espressa da Antonio Matarrelli, presidente dell’Autorità Idrica

Pugliese: “Anche questo rilevante intervento di sostituzione di due condotte rientra nella strategia adottata da AIP orientata al raggiungimento di ambiziosi obiettivi come mai prima d’ora: ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile, aumentare la resilienza e la durabilità dei sistemi idrici e realizzare le opere di Intervento di Innovation e Digital Trasformation".

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DIREZIONE PORTO

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Esiste un luogo che profuma di mare, dove spira vento di futuro e dove la bellezza è un mosaico colorato di volti e culture che si incontrano e si mescolano. Si tratta del Porto Museo di Tricase, non un vero e proprio museo come quelli a cui siamo abituati, non ci sono infatti reperti storici, collezioni o fotografie che lungo un percorso raccontano la storia del Porto della città del Leccese. Si tratta invece di  un museo diffuso e dinamico, luogo di ricerca, raccolta, scambio ed approfondimento di conoscenze legate alle tradizioni del mare e della costa. Un museo che è “paesaggio culturale” e “cultura del paesaggio”. A gestirlo è l'associazione “Magna Grecia Mare”, presieduta da Antonio Errico, testimone di un messaggio che ispira e mira a virtuose emulazioni: “Vorremmo che questo nostro concept di museo diffuso contagiasse anche altre realtà. L'idea – ha raccontato – nasce dalla voglia di avere orizzonti a 360 gradi e dal forte desiderio di rendere orgogliose le nuove generazioni che qui nascono e che vorremmo restassero per investire sul territorio, creando futuro”. Il messaggio ai giovani quindi è chiaro ed è un invito a recuperare la natura marinara

che fa parte delle popolazioni del Salento, della Puglia e dell'Italia più in generale.

Nel cuore del Porto Museo di Tricase sorge anche la sede del Ciheam, l'istituto agronomico del Mediterraneo che ha sede a Bari, ma che dal 2015 si è ampliato con una sede anche nel Leccese. All'interno di immobili di proprietà comunale, ristrutturati dallo stesso istituto nell’ambito di progetti finanziati dalla Cooperazione territoriale Interreg Italia-Grecia, si svolgono attività che puntano in particolare al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, principalmente in attuazione dei programmi della Cooperazione Italiana, attraverso attività finalizzate allo sviluppo sostenibile di ecosistemi rurali e costieri, costantemente in linea con gli orientamenti strategici dei Paesi Membri del Ciheam e con il concetto globale di “Blue Growth”. Luogo di formazione, ricerca e cooperazione, per la crescita sostenibile e integrata delle comunità rurali e costiere, favorisce, come avamposto mediterraneo, il dialogo tra organismi nazionali ed internazionali e promuove iniziative incentrate sulla difesa della diversità degli ecosistemi e sulla valorizzazione economica, sociale e ambientale delle zone costiere.

A gestire le attività del Ciheam di Tricase c'è

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Gianfranco Cataldi, amministratore scientifico dell'istituto, che tra i tanti progetti, porta avanti anche quello di tutelare il territorio. “Agiamo in una zona particolarmente interessante da un punto di vista ambientale. Tra l'altro la sede del Ciheam si trova proprio al centro del Parco Otranto-Santa Maria di Leuca e Boschetto di Tricase. Un'area interessante, dove si sta cercando di completare l'iter istruttorio per richiedere l'istituzione dell'area marina protetta Otranto-Santa Maria di Leuca, un traguardo importante per un'area marina che si estende per 70 km, e che proprio in virtù di questo potrebbe diventare una delle più importanti aree marine protette d'Europa”. Un porto piccolo, quello di Tricase, ma con una storia millenaria, una parte della quale è documentata da testi storici. “In passato, infatti - ha spiegato il presidente Errico – questo porto era l'unico approdo nel tratto di costa compreso tra Gallipoli e Brindisi. A testimonianza del fatto che anche il piccolo ha sempre qualcosa da raccontare al grande”.

E infatti ormeggiato qui c'è il veliero Portus

Veneris, la storica imbarcazione che in molti chiamano impropriamente “caicco” e che rappresenta una delle immagini più suggestive del luogo. “Un’imbarcazione unica al mondo per tipologia e armo velico, la cui costruzione risale, secondo la datazione degli esperti, a oltre 100 anni fa. Ha quindi una storia davvero molto interessante – ha raccontato Antonio Errico – Nel 2002, infatti, giunse qui con a bordo 98 profughi curdi, scappati da una guerra in corso nella propria terra e in cerca di una vita migliore”. Il veliero venne abbandonato in mezzo al mare proprio di fronte il piccolo porto di Tricase e venne di conseguenza confiscato, destinato alla demolizione. Ma a quel tempo, la neonata associazione Magna Grecia Mare propose al Comune di recuperare l'imbarcazione per darle una nuova vita, trasformandola da simbolo della disperazione di un popolo a simbolo di fratellanza tra popoli differenti. “Su questa idea c'è sempre stato vento favorevole, fortunatamente. E anche grazie al prezioso contributo del Ciheam, siamo riusciti nel nostro intento, donando alla cittadinanza una nave scuola, un

Uno dei luoghi più suggestivi da visitare è sicuramente il cisternone. Nei primi anni del ‘900 è stato utilizzato come riserva di acqua piovana, oggi invece, è un contenitore culturale di eventi.

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museo itinerante, una sede prestigiosa di eventi culturali e di rappresentanza istituzionale internazionale”.

Della storia millenaria del porto di Tricase ne fa parte anche un grande cisternone, risalente agli inizi del '900, un luogo che racconta una verità incontrovertibile: l'acqua è un bene prezioso. “Spesso non ci pensiamo, ma i marinai e i naviganti, nel corso dei loro lunghi viaggi, sono circondati da una enorme vastità di acqua che però non possono bere. Proprio per rispondere ad una loro necessità ma anche per far crescere economicamente il porto di Tricase, agli inizi del '900 si pensò di costruire questo cisternone, che raccogliesse l'acqua piovana”. Si tratta di una grande opera di ignegneria idraulica che rispondeva a quelli che all'epoca erano i criteri secondo cui l'acqua piovana poteva essere resa potabile con la presenza di tre elementi, la ghiaia, la sabbia e i carboni attivi. “Il cisternone – ha spiegato ancora Antonio Errico – riforniva acqua alla banchina del porto, ma anche al resto della comunità portuale presente. Con l'arrivo di Acquedotto Pugliese, poi, questo luogo è

stato abbandonato per poi essere riqualificato anni dopo. Oggi viene utilizzato per ospitare eventi culturali”.

Del Porto Museo di Tricase fanno parte anche altri luoghi, valorizzati, rifunzionalizzati e restituiti alla cittadinanza. Si tratta dell'antica scuola San Luigi, un tempo istituto scolastico per i figli dei pescatori, oggi residenza artistica che accoglie artisti e artigiani, un vero e proprio atelier delle arti e dei mestieri a disposizione della comunità e di tutti coloro che qui trovano ospitalità. Tutto questo grazie ai fondi del Progetto Muse, finanziato dal Programma di Cooperazione Interreg Grecia Italia, con cui il Ciheam di Tricase è riuscito a dare nuova vita alla struttura. “In queste cinque stanze oggi completamente riqualificate – ha spiegato Gianfranco Cataldi - sono ospitate le opere di artisti che hanno qui risieduto e che hanno realizzato durante la loro permanenza delle opere d'arte che hanno poi lasciato a disposizione della comunità. Abbiamo così dato vita ad una artoteca, dando la possibilità a qualunque membro della comunità locale di prendere in

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Da istituto scolastico per i figli dei pescatori, l’antica scuola di San Luigi è una vera e propria residenza artistica, una sorta di atelier di arti e mestieri per artigiani e non solo.

prestito una qualsiasi opera qui presente, portarsela a casa e poi restituirla”.

Accanto a questo luogo, nella città nel Leccese esiste anche ex mattatoio comunale oggi diventato, sempre grazie all'impegno del Ciheam, un luogo dove valorizzare e promuovere i prodotti locali. Obiettivo, valorizzare quello che è il patrimonio materiale e immateriale del territorio, restituendo alla città spazi che altrimenti sarebbero andati perduti.

“È stato qui realizzato un laboratorio di comunità – ha spiegato Gianfranco Cataldi – denominato Food4Health Community lab, un luogo in cui i piccoli produttori agricoli locali e anche le piccole imprese e i pescatori possono trovare tutte le attrezzature per migliorare le loro produzioni attraverso la trasformazione del prodotto fresco. Sono state predisposte quattro linee di lavorazione, una dedicata alla trasformazione dei prodotti ortofrutticoli, una linea dedicata alla lavorazione del miele ed ancora una linea dedicata alla lavorazione dei prodotti ittici ed infine una dedicata all'essiccazione. Nella parte esterna è anche disponibile un'area

mercatale. Si tratta di un luogo completamente riqualificato – ha concluso Cataldi – che però presenta elementi architettonici originari e che sarà gestita in maniera del tutto nuova, con una governance, nella quale parteciperanno sia il Comune di Tricase, in qualità di proprietario dell'immobile, sia il Ciheam che ha curato la ristrutturazione ed infine un soggetto privato che, sottoforma di cooperativa, riunisce per la prima volta piccoli produttori agricoli e operatori della piccola pesca”.

Insomma, il Porto Museo di Tricase negli anni ha intrapreso una rotta di riscoperta dei suoi valori culturali, storici, naturalistici e di relazione con i popoli del Mediterraneo, innescando un percorso di valorizzazione sostenibile e responsabile per una crescita economica e sociale dell'intera comunità. “Questo luogo – ha concluso il presidente Errico – vissuto non da semplici turisti, permette quindi di entrare a far parte del variegato mondo del Porto Museo, diventandone protagonisti. Qui, si può incontrare il mondo, come in un vero e proprio porto di mare, e insieme si può progettare tanto futuro”.

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All’interno dell’ex mattatoio possiamo scoprire come i prodotti locali vengono valorizzati e tutelati grazie al Food4health community lab. Un luogo abbandonato e restituito alla comunità salentina grazie al Ciheam.

A VELE SPIEGATE IN PUGLIA

Sono tre le località pugliesi che quest'anno hanno ottenuto l'ambito vessillo Cinque Vele, che premia le migliori località costiere di mare e di lago in Italia. Nardò, seconda nella classifica generale, e Porto Cesareo (21esima), entrambe nell'alto Salento jonico, in provincia di Lecce. New entry è Vieste (Foggia), nel Gargano, premiata per la prima volta e arrivata in 17esima posizione. In foto: Porto Cesareo, Punta Prosciutto © Paolo Laku.

il contagocce

125:202

AQP è la tra le utility del Meridione ad ottenere la certificazione per la parità di genere. Un numero ben preciso, UNI PsR 125:202.

Attesta che AQP ha implementato un sistema di gestione in cui vengono garantite equità delle retribuzioni, parità nei processi di selezione e organizzazione del personale, pari possibilità di crescita di carriera, prevenzione di ogni forma di abuso fisico, verbale e digitale sul luogo di lavoro, conciliazione dei tempi vita lavoro, tutela della genitorialità e del lavoro di cura. "Personalmente – ha spiegato il presidente di AQP Domenico Laforgia – tengo molto a questo riconoscimento che testimonia una volta di più una vocazione alla parità che è ben salda nel nostro DNA".

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ARTE SOTT'ACQUA

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Veri e propri musei subacquei. Che il mare ci restituisce. Rappresentano il nostro passato, nascosto. Da ammirare: è il caso dell’oasi delle Cesine, di Taranto e di Torre Guaceto. Un vero e proprio bottino d’arte recuperato che diventa oggetto di studio e di approfondimento. Siamo in Salento. Esattamente nella zona dell’oasi delle Cesine nel Comune di Vernole, in provincia di Lecce dove sono in corso gli scavi del “Porto ritrovato” dell'antica Lupiae (coordinati dal Dipartimento di Beni culturali dell'Università del Salento, in collaborazione con il Centro Euromediterraneo per l'Archeologia dei paesaggi costieri e subacquei). Lupiae, il cui porto fa tornare alla mente lo sbarco di Ottaviano da Apollonia. Un porto, quindi, importante nella seconda metà del I secolo a.C. e già munito di alcune infrastrutture, per accogliere la nave del futuro imperatore Augusto. Ma torniamo ai giorni nostri.

A 15 metri circa dalla costa, verosimilmente in corrispondenza della riva antica, a una profondità che va da meno di un metro ai 3,5 metri, si sviluppa una struttura (settore A) identificata con la fondazione di un possente molo, larga circa 8 m, lunga almeno 90 m, realizzata in grandi blocchi giustapposti e originariamente sovrapposti, oggi crollati e sparsi a causa della forza disgregatrice del moto ondoso. Si nota la presenza di grandi blocchi parallelepipedi con un lato sagomato a cilindro posti a intervalli piuttosto regolari e interpretabili come possibili bitte, anch’essi in crollo, e di altri blocchi lavorati e canalette. Sullo stesso allineamento ma più al largo si trovano altri blocchi, disposti in linee parallele e perpendicolari (settore B). Una parte di questa struttura era stata vista e documentata negli anni ’90 ma le ricerche in corso hanno messo in luce altri tratti, rivelandone l’imponenza.

Infine, il settore C corrisponde all’area della cosiddetta “Chiesa sommersa”; si tratta dei resti di un edificio con base intagliata in uno

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sperone roccioso e l’elevato dei muri in cementizio; la possibile identificazione con una “torre-faro” è un’ipotesi ancora da verificare. Nel corso di questa campagna sarà possibile realizzare anche di questo elemento un modello digitale tridimensionale. Si segnalano anche strutture a terra, alcune già note – una serie di vasche scavate nella roccia, probabile impianto per la produzione del sale, e alcuni ambienti a nord, forse databili a età tardorepubblicana – altre venute alla luce proprio nel corso di questa campagna, più a sud. L’insieme delle evidenze a mare e a terra, con l’approccio olistico dell’archeologia dei paesaggi, in questo caso paesaggi di mare, suggerisce appunto l’esistenza di un importante complesso portuale; ricostruirne lo sviluppo complessivo è, come detto, l’obiettivo primario di questa campagna di scavo, che continuerà a settembre, con eventi di archeologia pubblica e il coinvolgi-

mento delle comunità locali. Questa struttura è simile alla parte sommersa del grande molo adrianeo a nord dell’ampia baia di San Cataldo, a cui lo avvicina anche l’imponente sviluppo e la tecnica edilizia, ma potrebbe essere anche più antico di quello. Dal Salento risaliamo la costa. Sull’Adriatico. A Taranto, durante i lavori di posizionamento del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) nel mare Adriatico, tra la costa orientale pugliese e l’Albania, è stata rinvenuta una speciale collezione di reperti: ceramiche di manifattura corinzia, tra cui contenitori per vivande e servizi per la consumazione dei pasti, trasportate da un bastimento affondato a circa 780 metri di profondità nei primi anni del VII secolo a.C. a. Una collezione, ‘ Recuperati dagli abissi’ in mostra nel convento di Sant’Antonio fino a dicembre prossimo. I visitatori hanno potuto ammirare due anfore (nelle quali i primi studi

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Nei fondali dell’Oasi delle Cesine sono state avviate le ricerche subacquee e costiere per recuperare il porto dell’antica Lupiae. Una parte di questa struttura era stata documentata già nel 2020.

hanno permesso di ritrovare diversi noccioli di oliva), cinque hydriai (vasi utilizzati per il trasporto dell’acqua), tre oinochoai (contenitori per la mescita del vino), una brocca, dieci skyphoi (coppe per bere) e un pithos (una grande giara), nella quale sono stati rinvenuti altri 28 skyphoi.

“C’è tanto orgoglio per questa collocazione autorevole a Taranto – ha spiegato Aldo Patruno, Direttore generale del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia– proprio perché si inserisce in quel percorso di rinascita che sta affrontando il capoluogo ionico, attraverso il proprio patrimonio culturale e archeologico. I reperti ritrovati durante i lavori del TAP costituiscono una scoperta clamorosa e importante. Questa mostra è il punto di partenza per un ciclo che la Regione Puglia sosterrà da vicino”.

Da Taranto a Torre Guaceto: un’oasi naturale nella provincia di Brindisi. Qui, è stata recuperata una vera e propria necropoli a cremazio-

ne risalente all’età del Bronzo: alle operazioni, cominciate nel 2019, lavorano il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento con il supporto del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, il Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell’Università di Bologna e con l’Istituto Archeologico Austriaco di Vienna, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi.

Le indagini hanno consentito di accertare che, nonostante le trasformazioni ambientali avvenute nel corso degli ultimi millenni, soprattutto a causa dell’innalzamento del livello del mare, ampi tratti della necropoli a cremazione sono ancora ben conservati sia al di sotto della duna, sia della vegetazione costiera retrostante. Sebbene spesso le tombe risultino danneggiate nella porzione superiore da interventi condotti dall’uomo nei secoli successivi all’abbandono della necropoli, età Ellenistica, e poi forse anche in tempi molto più recenti a causa delle attività connesse con la piantumazione delle

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"Recuperati dagli abissi" offre la possibilità di poter ammirare ceramiche e manufatti risalenti al VII secolo a.C. Erano custoditi all’interno di un relitto sommerso.

tamerici, in qualche caso la perseveranza degli archeologici è stata premiata. Eccezionale è infatti il rinvenimento di alcune tombe che presentano sia l’urna, sia la ciotola di copertura ancora integralmente conservate all’interno del pozzetto di deposizione e che, in almeno due casi, vedono l’urna riccamente adornata con motivi decorativi ad impressione e solcature. Tombe che potrebbero essere appartenute ad individui di rango così come dimostra, il rinvenimento di un rasoio bitagliente in bronzo tipo Pertosa che, diversamente dagli ornamenti femminili in bronzo e ambra sin qui scoperti, suggerirebbe per la prima volta la presenza di un individuo di sesso maschile tra le tombe con corredi di pregio. Attorno alle urne, inoltre, sono stati rinvenuti i cosiddetti vasi accessori che, sulla base delle analisi chimiche sin qui effettuate, sembrerebbero aver contenuto bevande fermentate a

base di cereali, l’odierna birra, che testimoniano lo svolgimento di libagioni connesse con la deposizione funeraria. “Nei prossimi mesi – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Torre Guaceto, Rocky Malatesta – gli archeologi saranno impegnati nelle attività di microscavo del contenuto delle urne e poi nel restauro delle ceramiche e dei manufatti in bronzo, e nelle analisi dei resti umani, dei resti vegetali e di quelli animali, così come nelle datazioni radiocarboniche. L’obiettivo è quello di raccontare le storie di questi uomini e di queste donne vissuti più di 3mila anni fa a Torre Guaceto, raccontare quel mondo di miti, simboli e ideologie che appartengono alla sfera del sacro. Stiamo studiando come realizzare un potenziamento del nostro laboratorio archeologico, anche in chiave museale, affinché il racconto della nostra storia sia accessibile a tutti”.

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La campagna di scavi archeologici 2023 nella riserva naturale di Torre Guaceto si è conclusa con successo: si tratta di necropoli a cremazione risalente all’età del bronzo.

Dieci in condotta per Lisa Generoso: la prima tra le 25 vincitrici del concorso "Più donne nella fisica", promosso dall'Istituto nazionale di fisica nucleare.

La studentessa 22enne di Noicattaro ha ottenuto il riconoscimento per un curriculum accademico “eccellente”in fisica subnucleare, ma anche per la sua grande passione per la materia. Lisa – scrivono dall’università – è una brillante ambasciatrice della nostra comunità studentesca e dei giovani che studiano la fisica e siamo orgogliosi di averla tra i nostri studenti, sicuri che continuerà a raggiungere grandi risultati nella sua carriera accademica e scientifica” – concludono. Lisa, oltre ad aver ottenuto una borsa di studio, ha anche vinto una competizione internazionale per partecipare alla Summer School

2023 presso il laboratorio DESY, in Germania, dove svolgerà attività di alta formazione in ambito scientifico per tre mesi.

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TRICOLORE SUL MARE

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Nasceva nel 1923 l'Aeronautica Militare che quest'anno, dunque, compie cento anni. Un secolo di storia, celebrato attraverso numerose iniziative in tutta Italia. Così anche in Basilicata, dove si è tenuto l'Air show, a Policoro, nella provincia di Matera, il 25 giugno scorso. Un pomeriggio lungo, intenso, partecipato non solo grazie allo spettacolo acrobatico e sempre suggestivo delle Frecce tricolori, tornato nel comune della costa ionica dopo ben vent'anni, ma anche attraverso una lunga serie di esibizioni, simulazioni e voli dei numerosi mezzi impiegati dal corpo militare quotidianamente. In tutte quelle azioni, cioè, finalizzate alla mission principale dell'Aeronautica militare: difendere l'Italia, il territorio, la sua sovranità, l'efficacia operativa e la sicurezza dei cittadini e delle comunità.

Nel comune del materano, la celebrazione è stata organizzata dall'Areoclub Sibari Fly asd, con il supporto del Comune di Policoro e della Regione Basilicata, alla presenza delle massime autorità civili e militari, locali e

nazionali. A partire dal Generale di Brigata dell'Aeronautica militare, Romeo Paternò: “Il messaggio che si cela dietro questa giornata celebrativa consiste innanzitutto nel ricordare che noi ci siamo – ha sottolineato - lavoriamo trecentosessantacinque giorni all'anno, ventiquattro ore al giorno, con tutti i nostri assetti impegnati sempre a favore della collettività. Proprio come abbiamo fatto di recente anche per l'Emilia Romagna, devastata dall'alluvione. Siamo sempre pronti ad intervenire, ogni qual volta ve ne fosse bisogno. Naturalmente, speriamo sempre che accada il meno possibile”.

Poi, sullo specifico della giornata, il Generale Paternò ha proseguito col dire che “il magnifico scenario della costa ionica ha fatto da cornice alla esibizione della pattuglia delle Frecce tricolori, ma non solo. C'erano infatti anche i nostri elicotteri del 15° Stormo – ha evidenziato il Generale – che sono proprio quella parte operativa di cui parlavo, quella che lavora tutti i giorni a favore dei cittadini e del Paese”. Sono davvero tante le attività di cui si occupa l'Aeronautica militare, come il tra-

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sporto sanitario d’urgenza, la ricerca, il soccorso e l’assistenza alle popolazioni in caso di pubbliche calamità. Non da ultimo, si ricordi l'impegno profuso anche in fase di pandemia da Covid19, quando parte di diverse sedi in Italia, sono state trasformate in veri e propri hub vaccinali.

Punta di diamante, le Frecce tricolori, di cui ha parlato, al termine delle operazioni, il Comandante della Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN), Stefano Vit: “Abbiamo visto tanto entusiasmo da parte del pubblico ed è stato un piacere tornare ad esibirci qui in Basilicata. È stato un gran ritorno a Policoro dopo venti anni, e oggi i presenti hanno avuto modo di vedere non solo le Frecce tricolori, ma anche tante importanti simulazioni e gli altri mezzi dell'Aeronautica. Questo è un anno speciale noi. Celebriamo un secolo di storia! Per il centenario abbiamo infatti una stagione acrobatica molto particolare e intensa, che ci vedrà impegnati fino al prossimo ottobre, con

numerose tappe. Sorvoleremo davvero su tutte le regioni d'Italia”.

Poi il Comandante racconta dello sforzo che si cela dietro a ogni esibizione: “Dietro a questo spettacolo c'è un grandissimo lavoro, non ci si ferma mai. I componenti delle Frecce tricolori si addestrano durante tutto il periodo invernale. Al termine della stagione acrobatica inizia un lungo periodo di addestramento, in cui c'è un continuo cambiamento: entrano uno o due nuovi piloti; altrettanti escono dal gruppo; vengono cambiate le posizioni all'interno della squadra. Quindi, ogni anno, si ricostruisce la formazione, per dar modo a tutti di crescere e di non andare incontro al cosiddetto over confidence. I piloti, inoltre, volano in media due volte al giorno e l'addestramento è molto faticoso, basato su un lavoro di squadra. Ed è proprio questo che cerchiamo di far vedere in giro: una squadra di persone che, se ben coesa e unita da un obiettivo e da un intento comune, riesce a fare cose incredibili!

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Per il centenario dell’Aeronautica Militare, le Frecce Tricolori si sono esibite a Policoro. Un pomeriggio di festa vissuto dai numerosi curiosi che si sono riversati sul lungomare lucano per assistere allo spettacolo tricolore.

Esattamente quello che cerca di dimostrare in tutte le sue imprese l'Aeronautica militare”.

Lo stesso messaggio era stato portato a Bari, un anno fa, l'8 maggio 2022. Anche in quel caso l'esibizione fu preceduta da alcuni episodi di maltempo ma, proprio come per le Frecce a Policoro, il meteo fu clemente e lasciando spazio a migliaia di cittadini e turisti, i quali ancora oggi conservano nel cuore le emozioni regalate dal “Bari San Nicola Air Show 2022” organizzato, come si evince dal titolo stesso dello spettacolo, nell’ambito degli eventi per la festa del santo patrono del capoluogo pugliese. Non manca molto al prossimo appuntamento in Puglia. Ad agosto le Frecce tricolori saranno infatti a Giovinazzo e sorvoleranno Bari. Un sorvolo è previsto anche a settembre, su Taranto, città di fondamentale

importanza per l'Aeronautica Militare. Il calendario di appuntamenti insomma è davvero fitto ed è consultabile attraverso le pagine social, oppure direttamente sul sito ufficiale del corpo.

Tornando in Basilicata, “è stato un grande orgoglio vedere le Frecce tricolori qui, a pochi metri da noi, sulle nostre spiagge – ha commentato il primo cittadino di Policoro, Enrico Bianco – Abbiamo visto uno spettacolo bellissimo. Ci inorgoglisce vedere il cielo di Policoro colorato del nostro tricolore. La lunga scia del verde, del bianco e del rosso che lascia il segno anche di una grande emozione. E oggi non possiamo non ricordare i nostri piloti conterranei, di Montalbano e di Pisticci, che sono venuti a mancare di recente. Rispettivamente Giuseppe Cipriano e

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Lo straordinario spettacolo delle Frecce Tricolori ha colorato il cielo del lungomare di Bari durante le celebrazioni della Festa di San Nicola. Il 27 agosto un altro spettacolo a Giovinazzo.

Alessio Ghersi. Il ringraziamento poi va al mio vice sindaco, Massimiliano Padula, con il quale abbiamo seguito tutte le fasi dell'organizzazione di questa straordinaria giornata, iniziata sì con un po' di pioggia, ma il maltempo fortunatamente è rientrato, non compromettendo la riuscita dell'evento. Abbiamo raccolto tanti riscontri positivi da parte dei cittadini presenti, ma anche dei turisti o degli appassionati giunti dalle regioni limitrofe”.

“In questa giornata celebriamo cento anni di orgoglio nazionale – ha commentato anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi intervenuto con una nota – un evento che abbiamo fortissimamente voluto – ha detto – le acrobazie aeree delle Frecce Tricolori quest’anno hanno onorato tutta la Basilicata, sia la provincia di Potenza che quella di Matera, nell’occasione del centenario. Voglio per questa occasione ricordare tutti i lucani che negli anni hanno servito l’Aeronautica Militare, i lucani che sono caduti in servizio e tutti coloro che hanno reso onore e lustro

alla nostra Regione e a tutta l’Italia”.

“Con l'amministrazione comunale il rapporto ormai è consolidato – chiosa Mario Varca, presidente dell'Aeroclub di Sibari, annunciando di voler riportare le Frecce tricolori a Policoro al massimo tra due anni – quella di oggi è stata la giusta occasione per far conoscere le bellezze di questi luoghi e l'intero territorio, per il quale le ricadute sono state molto importanti. Abbiamo avuto infatti tante presenze. Il pubblico è giunto dalla Calabria, dalla Puglia e da altre Regioni. Insomma, tanti i turisti presenti, giunti anche da fuori. Adesso il nostro impegno è quello di far tornare presto la Pattuglia Acrobatica Nazionale”, la quale ha tenuto tutti col fiato sospeso e lo sguardo fisso al cielo, esibendosi con grande maestria e assoluta precisione, portando un tocco di geometria e di perfezione nel cielo della città di Heraclea. Un cielo tinto del Tricolore, carico di storia e in cui l'Aeronautica ha portato tutti in volo verso il futuro.

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Parole come gocce

MAHMOUD O L'INNALZAMENTO DELLE ACQUE

AUTORE: Antoine Wauters

EDITORE: Neri Pozza

PAGINE: 144 pagine

EURO: 17,00

Un libro di Antoine Wauters, che racconta la storia di un uomo. La storia di chi ha vissuto la guerra in Siria e che cerca di tornare alla vita normale. Una storia struggente, bella. Mahmoud Elmachi ha un rapporto intimo con l’acqua: gli basta indossare maschera e boccaglio, prendere un lungo respiro e immergersi in profondità. Dove tutto è buio, verde e giallo e torbido nel fascio della sua torcia. Nuota lentamente e pensa alla guerra, ai figli che hanno imbracciato le armi senza piú tornare, alla famiglia al-Assad che ha seminato morte nel paese delle luci e dei melograni e dei cieli immensi. La gente del suo villaggio lo crede pazzo, a lui sembra non importare nulla. Anzi: in acqua ritrova quel senso di pace che ha perso anni prima. Il lago è il lago al-Assad che, creato dall’uomo quando è stata eretta la diga di Taqba sull’Eufrate, ha inghiottito la casa della sua infanzia e la sua città, distrutta dal tempo e dalla guerra come il suo cuore. Così, pian piano, dalle acque emerge un mondo davvero perduto solo per quanti si sono rassegnati e riprende forma quella immensa “bellezza distrutta dalla paura”. Il poeta narratore non vuole più combattere. Sembra aver subito una metamorfosi: è un Gandhi moderno che ci dice che possiamo rispondere alla violenza con più fratellanza. Grazie alla lampada frontale con cui si tuffa, illumina i momenti dimenticati della storia, la sua casa, il suo villaggio, il negozio di fiori gestita dal padre, e fa così rivivere ciò che il Regime ha distrutto o ha voluto cancellare. Lui stesso, Mahmoud osserva: “Guardate qui, un giorno eravamo felici”. Mahmoud può essere anche Noè. La sua barca è l’arca di Noè. Ma non contiene gli animali del creato, contiene gli ultimi bagliori e le ultime speranze della nostra umanità. Come nasce questo libro? L’autore deve l’idea di questo libro al regista Omar Amiralay. È stato in uno dei suoi documentari che Wauters ha sentito un vecchio, seduto su una barca, pronunciare queste parole: “Chi crederebbe che sotto il pavimento di questa barca ci sia una delle città più antiche del mondo?”.

L'autore, nato in Belgio nel 1981, è stato premiato per Nos Mères, il romanzo d'esordio sul conflitto in Libano; nel 2022 ha vinto il Goncourt per il miglior racconto con Musée des contradictions. E Mahmoud o l'innalzamento delle acque è un piccolo caso letterario: scritto in versi liberi, questo romanzo/poema ha avuto grande successo in Francia e vinto una decina di premi.

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