Mozione 28° Congresso Acli Caserta.
Le Acli di Caserta vogliono concorrere ad animare una fase nuova, in cui sia possibile generare nuove opportunità di sviluppo e alimentare tutte le possibilità di coesione sociale, riproponendosi come movimento della società civile, democratico e popolare, e come Associazione di servizi.
Ribadiscono l’impegno a tenere vivo uno spazio di ricerca, di confronto, di elaborazione, ad un tempo culturale e organizzativo, in cui valorizzare pienamente il proprio sistema di servizi e di mobilitazione sociale, come una frontiera tra la comunità ecclesiale e il vivo delle dinamiche politiche e civili.
Intendono riproporsi fortemente come un soggetto civile e sociale, con un carattere popolare, come luogo di contaminazione delle diversità e delle pluralità, impegnato alla costruzione di un tempo in cui la democrazia, più di ogni altra forma di comunità, può concorrere a difendere gli interessi delle persone e dei contesti, ad ogni livello, certamente quelli dei più deboli.
Un soggetto in definitiva di riforma e di autoriforma, per il quale la politica deve tornare ad essere radicalmente popolare: un sentire comune, un valore condiviso, una qualità dello stare insieme che sia servizio vero alle persone e alla società, a ogni persona e all’intera società.
Anche per questo le Acli di Caserta confermano l’impegno nazionale ad opporsi in ogni forma alle ipotesi di “autonomia differenziata”, un progetto che danneggerebbe il meridione e renderebbe complessivamente più debole il Paese intero.
In una situazione di straordinario rischio cui è esposta l’esistenza umana, in una fase segnata da enormi difficoltà di ogni natura, unitamente agli esiti irrazionali di guerre in atto in Occidente e in Oriente, serve un supplemento d’anima per rifondare legami, per rigenerare speranze e fiducia, a partire dalla necessità inderogabile di ricostruire modalità rassicuranti di vivere nelle comunità di appartenenza, di promuovere la pace in ogni parte del Mondo.
Nelle Acli è consolidata l’abitudine a coniugare il tema essenziale della democrazia con quello vitale del lavoro, questione anch’essa drammatica, per le implicazioni spirituali e sociali, oltre che materiali, che genera.
Si tratta allora di rivalutare il lavoro, difendere l’idea di un sistema di welfare di comunità per connetterlo ai territori, ai quartieri, alle città, alle possibilità di sviluppo che incrociano i destini delle persone; un welfare partecipativo e rigenerativo di funzioni, piuttosto che assistenziale e riparativo.
In questa direzione il mondo delle imprese sociali e quello del terzo settore possono rappresentare un tentativo concreto di tessere nuovi legami sociali e costruire percorsi di cittadinanza che l’economia tradizionale spesso scoraggia.
È fondamentale che si apra, dunque, un confronto a tutto campo, nella nostra Provincia, tra il Forum del terzo settore e i Sindacati, per condividere una piattaforma di welfare non residuale, ma neanche assistenziale; un vero e proprio welfare per lo sviluppo.
Serve anche nella nostra Provincia un nuovo “Patto per il lavoro”, che introduca energie, risorse e progettualità di una numerosa platea di soggetti e di responsabilità, disposti a convocarsi per combattere rassegnazioni e fatalismi.
Le Acli dedicheranno una parte rilevante dei propri impegni formativi, rivolti soprattutto ai giovani associati e a quelli che svolgono presso il nostro sistema associativo il Servizio civile, per preparare operatori, volontari e dirigenti a misurarsi con competenza, ma anche con passione e vocazione, con le difficoltà innumerevoli delle persone e delle comunità.
Un impegno di servizio, ma anche di condivisione, da affidare al nostro Patronato, ad Acli Terra, alla Fap, all’US Acli, al Centro Turistico, allo Sportello per gli immigrati, allo Sportello di intermediazione del lavoro, al servizio di collocamento di Colf e badanti, per un percorso in cui visioni politiche e gesti concreti di tutela, di assistenza, di patrocinio, di rappresentanza, comunicano e continuamente rigenerano la funzione inconfondibile della nostra grande Associazione al servizio di quanti hanno meno voce.