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Parco Circolante 2022

a cura di Alessandro Vasserot (Area Professionale Statistica ACI)

Nel 2022 il parco veicolare in Italia ammonta a poco più di 53 milioni e mezzo di veicoli, di cui 40,2 milioni sono autovetture. In generale, la consistenza del parco veicolare nell’arco degli ultimi dieci anni (2013-2022) è aumentata del 9,7%, con un massimo per la categoria dei motocicli (+12,7% circa) e dei veicoli industriali (+12,3%), mentre le autovetture sono aumentate dell’8,8% e gli autobus dell’1,5%. Ricordiamo che dal 2009 non vengono più conteggiati i rimorchi e i semirimorchi con PTT (Peso Totale a Terra) inferiore a 3,5 tonnellate, per i quali già dal 2003 non c’è obbligo di iscrizione al PRA. La consistenza del parco veicolare 2022 ha subito un leggero incremento rispetto al 2021 (+1,2% circa), le autovetture crescono del 1%, i veicoli industriali dell’1,8%, i motocicli del 2,1%. Gli autobus, al contrario, decrescono dello 0,2%.

Nota Metodologica

I dati relativi alla consistenza del parco veicolare italiano al 31/12/2022, pubblicati in questo numero, sono calcolati in base alle risultanze sullo stato giuridico dei veicoli, tratte dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Il PRA è l’Istituto in cui vengono registrati tutti gli eventi legati alla vita “giuridica” del veicolo dalla sua nascita con l’iscrizione alla sua morte, la radiazione. In tutte le elaborazioni effettuate il criterio adottato per includere un veicolo in uno o l’altro aggregato è l’espletamento della formalità presso il PRA. Dal 01/10/2021 è entrato definitivamente in vigore il Documento Unico di Circolazione a seguito del Decreto Dirigenziale (DD) n° 196 del 27/09/2021, che ha disposto la definitiva entrata a regime del D.Lgs. n. 98/2017, per cui le prime iscrizioni sono contestuali all’acquisto. a meno del ricorso alle procedure di emergenza (per impedimento tecnico sulla singola pratica o a seguito di specifica autorizzazione), che sfrutteranno ancora l’utilizzo dei software tradizionali. Inoltre è prevista la registrazione di immatricolazioni massive che saranno lavorate con una nuova funziona- lità nell’ultimo giorno del mese; dette pratiche dovranno poi essere completate, con l’iscrizione al PRA, il giorno lavorativo successivo, dallo STA richiedente. Va considerato poi che vi sono alcuni veicoli che, pur essendo in circolazione, non sono iscritti al PRA: si tratta dei veicoli iscritti in altri Registri quali quello del Ministero della Difesa (targhe EI), quello della Croce Rossa Internazionale, quello del Ministero degli Esteri (targhe CD), ecc.. Tuttavia è ragionevole ritenere che il numero di questi veicoli non sia tale da modificare sensibilmente le caratteristiche del parco nel suo complesso. Inoltre a seguito del D. lgs. 22 del 5/2/97 e i successivi D. lgs. 291 del 8/9/97 e D. lgs. 839 del 8/11/97 con i quali è stata disciplinata la gestione dei rifiuti, la cancellazione dal P.R.A. dei veicoli avviati a demolizione, a partire dal 30/6/98 deve avvenire esclusivamente a cura dei titolari del centro di raccolta o del concessionario o del titolare della succursale della casa costruttrice, i quali assicurano la demolizione “ecologica” dei veicoli. Tali soggetti hanno 30 giorni di tempo dalla data di consegna del veicolo, secondo il D.lgs. n. 149/2006 in applicazione dal 27/04/’06, per presentare la formalità al PRA. Nel definire la consistenza del parco veicolare si è partiti dunque dai veicoli iscritti al PRA al 31/12 ai quali sono stati sottratti:

• i veicoli radiati, considerando a tal fine la data di presentazione della formalità (anche in questo caso può esserci uno slittamento temporale rispetto alla consegna per la rottamazione fino a 30 gg.);

• veicoli oggetto di furto o appropriazione indebita per i quali sia stata annotata la perdita di possesso;

• veicoli confiscati dallo Stato.

Nelle tabelle sono presentati dati provinciali e dati riguardanti le aree urbane, ovvero quei Comuni costituiti da più di 250.000 abitanti.

Nota: i veicoli industriali comprendono le seguenti categorie di veicoli: autocarri merci, autoveicoli speciali e specifici, motrici, motocarri e quadricicli trasporto merci, rimorchi e semirimorchi. La colonna Totale comprende anche la categoria Altri Veicoli.

FOCUS AUTO “GREEN” (GPL, metano, elettriche e ibride)

In Italia il parco autovetture con alimentazioni alternative a basso o nullo impatto ambientale (GPL, metano, elettriche e ibride) risulta ancora in aumento. Nel 2022 le alimentazioni “green” rappresentano il 13,9% circa del totale, contro il 12,4% del 2021. Nel complesso le autovetture con alimentazioni alternative a basso o nullo impatto ambientale sono cresciute del 105,4% negli ultimi dieci anni. Analizzando la distribuzione per Regione, le Marche e l’Emilia Romagna risultano quelle con la percentuale più elevata di autovetture “geen” rispetto al proprio parco autovetture complessivo (23,7% e 23% rispettivamente), seguite dalla Valle D’Aosta (20,7%) e dall’Umbria (17,9%).

Sono 11 complessivamente le Regioni che presentano una percentuale di autovetture a basso o nullo impatto ambientale maggiore di quella media dell’Italia (13,9%).

In termini assoluti, la Lombardia è la Regione con il maggior numero di autovetture con alimentazioni “green” (800.000 unità), seguita dall’Emilia Romagna (680.000) e dal Lazio (590.000).

Le Regioni che hanno incrementato in misura maggiore il numero di autovetture a basso o nullo impatto ambientale tra il 2021 e il 2022 sono la Valle D’Aosta (con una variazione percentuale del 137%), il Trentino Alto Adige (51,5%) e la Sardegna (20,8%), seguite da Toscana, Liguria e Friuli Venezia Giulia, con una variazione percentuale superiore al 17%.

Prendendo poi in esame il parco autovetture secondo la classificazione Euro, la percentuale delle categorie meno inquinanti (Euro 4, 5 e 6) in Italia nel 2022 è pari al 73%, con alcune Regioni nettamente oltre la media, come Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige (92,6% e 90,6% rispettivamente), Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Veneto (tutte comprese tra il 79% e l’80%).

Le Regioni meno “virtuose” risultano quelle dell’Italia meridionale e insulare: in particolare Calabria, Campania e Sicilia si attestano tutte anche nel 2022 sotto il 60%.

Nota: il totale complessivo comprende anche dati con Regione non identificata.

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