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Nuova patente europea per l’ambiente e la sicurezza

di Paolo Benevolo

Ilnumero delle vittime stradali in Europa si mantiene al di sotto dei livelli pre-pandemia, ma i progressi nella lotta all’incidentalità risultano ancora disomogenei e troppo lenti, mettendo a rischio il raggiungimento dei più ambiziosi obiettivi che l’Unione europea si è prefissata. Nel quadro strategico dell’UE per la sicurezza stradale 2021-2030 la Commissione europea ha infatti riaffermato il suo impegno ad avvicinarsi all’azzeramento del numero di vittime e di feriti gravi sulle strade entro il 2050 (obiettivo “zero vittime”) e a ridurre tale numero del 50% entro il 2030, annunciando nel dicembre 2020 nell’ambito del Piano d’azione “Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente” una lunga serie di misure finalizzate ad orientare le politiche comunitarie verso un sistema di trasporto sempre più “smart”, competitivo, sicuro, accessibile ed economicamente conveniente.

Proposto dalla Commissione europea un nuovo pacchetto di misure finalizzate a rendere più sicure le strade europee favorendo anche la transizione ecologica.

Proprio su queste basi il 1° marzo scorso l’esecutivo di Bruxelles ha presentato nuove proposte per ammodernare le norme sulle patenti di guida, anche attraverso l’introduzione di una patente digitale valida in tutti gli Stati UE, e nuove disposizioni volte a facilitare l’applicazione transfrontaliera del Codice della Strada, rafforzando le azioni di contrasto alle infrazioni stradali. Nel mirino della Commissione soprattutto i giovani, la cui formazione alla guida risulta un fattore determinante per garantire una mobilità non solo più sicura, ma anche più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, in linea con i costanti sviluppi tecnologici del settore. “Sebbene i giovani rappresentino soltanto l’8% della totalità degli automobilisti”, spiega la nota stampa inviata da Bruxelles, “2 incidenti mortali su 5 coinvolgono un conducente (di automobili o motocicli) di età inferiore ai 30 anni” e questo impone una revisione del processo formativo per il conseguimento della patente di guida che consenta di mettere al volante giovani più competenti, più responsabili e più consapevoli dei rischi sanitari e ambientali che la motorizzazione comporta. Due, in particolare, i punti chiave messi in evidenza in proposito da Bruxelles. Anzitutto la necessità di preparare i giovani ad affrontare in tutta sicurezza la guida lungo le strade urbane, caratterizzate da una forte presenza di utenti vulnerabili, che figurano nel novero delle principali vittime di incidenti stradali (nel 2022, ricorda la Commissione europea, sulle strade dell’UE hanno perso la vita oltre 20.000 persone, la maggior parte delle quali era costituita da pedoni, ciclisti, motociclisti e utenti di monopattini). In secondo luogo, l’esigenza di favorire la diffusione di abitudini e stili di guida meno impattanti sull’ambiente, incrementando nei programmi di formazione anche il ricorso ai veicoli ad emissioni zero, per educare i giovani ad un loro efficace e più ampio utilizzo. Due aspetti fondamentali per il futuro della mobilità europea che le proposte di revisione della patente di guida avanzate dalla Commissione integrano, insieme ad altre importanti novità, in un progetto di revisione organico e sistematico, in piena coerenza tanto con l’approccio “Safe System” adottato per fronteggiare il fenomeno dell’incidentalità stradale quanto con i principi ispiratori del Green Deal europeo.

Nuove Norme Sulle Patenti Di Guida

Le proposte della Commissione europea relative alla modifica dell’attuale legislazione comunitaria sulle patenti di guida introducono diverse rilevanti novità, riprendendo in parte alcune delle migliori pratiche già in vigore in diversi Stati membri. Obiettivo prioritario delle nuove norme, come sottolinea espressamente la Commissione europea, quello di migliorare la sicurezza stradale, contemplando tuttavia anche misure che possano contribuire a conseguire gli obiettivi europei di neutralità climatica e a semplificare aspetti amministrativi che ancora ostacolano il riconoscimento delle patenti di guida tra gli Stati membri. Tra le principali novità proposte sul fronte della sicurezza:

• la possibilità per i giovani di sostenere l’esame e iniziare la “guida accompagnata” di automobili a partire dai 17 anni, come già previsto in diversi Paesi europei, al fine di acquisire una maggiore esperienza di guida;

• un periodo di prova di almeno 2 anni per i neopatentati dopo il superamento dell’esame e la tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza;

• l’adeguamento della formazione e degli esami per preparare meglio i conducenti ad affrontare la presenza di utenti vulnerabili della strada, allo scopo di accrescere la sicurezza dei pedoni, dei ciclisti, degli utenti di biciclette elettriche e monopattini nel contesto della transizione ecologica dell’UE;

• una valutazione più mirata dell’idoneità medica, che tenga conto dei progressi nelle cure mediche per malattie quali ad esempio il diabete, incoraggiando inoltre i conducenti ad aggiornare le proprie competenze e conoscenze di guida per tenere il passo con i continui sviluppi tecnologici.

L’aggiornamento delle norme sugli esami di guida dovrà poi tenere in debito conto il passaggio epocale dai tradizionali veicoli alimentati con carburanti di origine fossile ed equipaggiati con dispositivi di sicurezza di base ai nuovi mezzi tecnologicamente avanzati, a basse emissioni o a zero emissioni. Come scrive in merito Bruxelles: “Saranno valutate, ad esempio, la conoscenza e le competenze legate ai sistemi avanzati di assistenza alla guida e ad altre tecnologie automatizzate.

Ai neopatentati sarà inoltre insegnato in che modo il loro stile di guida influisce sulle emissioni, ad esempio attraverso la tempistica dei cambi di marcia. Infine, la massa ammessa dei veicoli della categoria B sarà adeguata per i veicoli a combustibile alternativo, perché i veicoli con batteria a zero emissioni possono essere più pesanti”. Per semplificare il riconoscimento delle patenti di guida tra Stati membri la Commissione propone invece, per la prima volta al mondo, l’introduzione di una patente di guida digitale. “La sostituzione, il rinnovo o la conversione di una patente di guida”, precisa su questo punto la nota stampa di Bruxelles, “saranno molto più semplici perché tutte le procedure si svolgeranno online. Analogamente sarà più semplice per i cittadini di Paesi terzi in cui vigono norme di sicurezza stradale comparabili convertire la propria patente di guida in una dell’UE”. Infine, un occhio molto attento alle più urgenti problematiche che coinvolgono attualmente il settore dei trasporti pesanti, a partire dalla preoccupante carenza di autisti professionali che minaccia il futuro dell’intero sistema della logistica e dei trasporti in Europa. Su questo tema l’importante apertura della Commissione europea è rivolta, ancora una volta, proprio ai giovani, prospettando anche in questo caso a livello comunitario la possibilità della “guida accompagnata” a partire dai 17 anni. “Coloro che supereranno l’esame a 17 anni potranno guidare da soli a partire dal loro diciottesimo compleanno e lavorare come conducenti professionisti se otterranno un impiego specifico”, propone con estrema chiarezza Bruxelles, “e questo contribuirà a far fronte all’attuale carenza di conducenti” (sull’argomento vedi anche l’articolo pubblicato a pag. 18 di questo numero di “Onda Verde”).

Sicurezza Stradale Oltre Le Frontiere

“Le attuali norme dell’UE in materia di applicazione transfrontaliera hanno contribuito a garantire che i trasgressori del Codice della Strada non residenti non mantenessero l’anonimato Tuttavia nel 2019 circa il 40% delle infrazioni transfrontaliere è stato commesso impunemente, sia perché i trasgressori non sono stati identificati sia perché non si è proceduto all’esecuzione forzata del pagamento”. La premessa in nota stampa di Bruxelles chiarisce a sufficienza i motivi della proposta avanzata per affrontare in primo luogo il problema consentendo alle autorità di contrasto di accedere ai registri nazionali delle patenti di guida. La Commissione propone inoltre di rafforzare il ruolo dei punti di contatto nazionali affinché possano cooperare meglio con le autorità di contrasto coinvolte nelle indagini sulle infrazioni. “In questo modo”, precisano i latori della proposta, “si affronteranno le attuali carenze nella cooperazione tra Stati membri nel corso delle indagini sulle infrazioni”. Considerato inoltre che l’attuale legislazione contempla alcune delle infrazioni più frequenti e gravi, quali l’eccesso di velocità e la guida in stato di ebbrezza, la Commissione europea propone che il campo di applicazione delle infrazioni stradali sia ampliato per comprendere anche altre infrazioni determinanti per elevare gli standard di sicurezza e di controllo europei:

• il mancato rispetto della distanza di sicurezza dal veicolo che precede;

• il sorpasso pericoloso;

• la sosta pericolosa;

• il sorpasso con striscia longitudinale continua;

• la guida contromano;

• il mancato rispetto delle norme sull’utilizzo dei corridoi di emergenza;

• l’uso di un veicolo sovraccarico.

“Ciò contribuirà a ridurre l’impunità per tali infrazioni e a migliorare la capacità degli Stati membri di sanzionare i trasgressori provenienti da altri Stati membri. Garantirà inoltre la parità di trattamento tra trasgressori residenti e non residenti”, commenta in merito la nota stampa diramata il 1° marzo scorso dall’esecutivo di Bruxelles, aggiungendo subito dopo:

“La normativa aggiornata garantirà che siano rispettati i diritti delle persone accusate di aver commesso infrazioni stradali. I non residenti mantengono il diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale, alla presunzione di innocenza e alla difesa.

Tali diritti saranno maggiormente garantiti mediante disposizioni che assicurano il contenuto e la trasmissione standardizzati degli avvisi di irrogazione di sanzioni, offrendo ai destinatari di tali avvisi l’opportunità di verificarne l’autenticità e facendo sì che la condivisione delle informazioni con i presunti trasgressori diventi un requisito standard”. Un apposito portale informatico consentirà poi ai cittadini di accedere facilmente alle informazioni relative alle norme in materia di sicurezza stradale vigenti in ciascuno Stato membro e, in futuro, di pagare direttamente eventuali ammende, allineando le norme con quelle vigenti dell’UE in materia di protezione dei dati personali (GDPR e direttiva sulla protezione dei dati nelle attività di polizia e giudiziarie)

FINE DELL’IMPUNITÀ PER INFRAZIONI GRAVI

Per evitare l’impunità dei trasgressori del Codice della Strada, infine, la Commissione propone l’istituzione di un nuovo sistema finalizzato a consentire l’applicazione dell’interdizione alla guida in tutta l’UE qualora uno Stato membro decida di interdire alla guida un conducente a causa di un’infrazione commessa sul suo territorio. “Per la sicurezza stradale”, commenta in proposito la Commissione, “è essenziale che i trasgressori del Codice della Strada in tutti gli Stati membri rendano conto delle proprie azioni. Tuttavia, in virtù delle norme vigenti quando un’infrazione grave comporta l’interdizione alla guida il provvedimento di interdizione non può essere applicato in tutta l’UE se il conducente ha commesso l’infrazione in uno Stato membro diverso da quello che ha rilasciato la patente di guida. La proposta odierna riguarda le infrazioni gravi del Codice della Strada quali l’eccesso di velocità, la guida in stato di ebbrezza o sotto l’influsso di sostanze stupefacenti e le infrazioni stradali che causano morte o lesioni personali gravi”.

L’intero “pacchetto” di proposte, ricordiamo, per la sua approvazione dovrà ora essere esaminato dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo nell’ambito della procedura legislativa ordinaria.

Proposte relative alle patenti di guida e all'applicazione transfrontaliera delle azioni di contrasto alle infrazioni stradali

Commissione europea - Domande e risposte

In che modo le nuove norme affronteranno il profilo specifico dei conducenti giovani e neopatentati?

I giovani conducenti rappresentano l'8 % di tutti gli automobilisti, ma sono vittime nel 16 % di tutti gli incidenti mortali, mentre 2 su 5 incidenti mortali coinvolgono un giovane automobilista, motociclista o ciclista (di età inferiore ai 30 anni). Secondo i dati CARE più recenti, disponibili per 18 paesi dell'UE, nel periodo 2017-2020 per ogni 100.000 neopatentati (1) si sono registrati in media 10 decessi in incidenti stradali l'anno, mentre per ogni 100 000 conducenti esperti i decessi in incidenti stradali sono stati solo 3.

Numerosi studi hanno dimostrato che la mancanza di esperienza di guida si traduce in una maggiore probabilità di essere coinvolti in incidenti stradali e di commettere gravi violazioni del Codice della Strada. Il livello più elevato di incidenti, anche fatali, che coinvolgono neopatentati indica la necessità di adeguare i requisiti per il rilascio delle patenti di guida. Per questo motivo le proposte odierne apportano diverse modifiche.

Guida accompagnata: i giovani potranno sostenere l'esame di guida all'età di 17 anni, ma non saranno autorizzati a guidare da soli prima dei 18 anni. Tale sistema è già previsto per le patenti di categoria B in alcuni Stati membri (ad esempio Germania e Austria) e ha avuto un impatto molto positivo sulla sicurezza stradale; ha consentito ai giovani conducenti di acquisire preziose esperienze di guida sotto la supervisione di un adulto nel primo anno di guida.

Il sistema sarà applicato anche alle patenti di categoria C (autocarri) per facilitare l'accesso dei giovani alla professione di autista. Abbassare la soglia di età per la formazione può anche rendere la carriera nel settore dei trasporti più attraente per i giovani, contribuendo così, nel tempo, ad ovviare alla carenza di conducenti professionisti senza compromettere la sicurezza stradale.

Maggiore attenzione alla consapevolezza dei rischi: oltre ai requisiti generali già contemplati dalla precedente legislazione dell'UE sulle patenti di guida, i conducenti giovani e neopatentati saranno ora testati sull'interazione tra un veicolo a motore e utenti della strada più vulnerabili, quali pedoni, ciclisti e utilizzatori di monopattini elettrici, biciclette elettriche o altri dispositivi di trasporto relativamente nuovi.

Tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza: per i neopatentati sarà stabilito un periodo di prova obbligatorio di almeno due anni, durante il quale saranno soggetti a norme rigorose relative alla guida in stato di ebbrezza (tolleranza zero). Gli Stati membri possono definire norme e/o restrizioni supplementari per il periodo di due anni successivo al superamento dell'esame di guida e all'ottenimento della patente di guida da parte dei nuovi conducenti.

Alleggerire l'onere linguistico connesso all'esame di guida: se un candidato all'esame di guida non padroneggia la lingua del paese in cui sostiene l'esame e se non può avvalersi di un in- terprete che lo assista, le nuove norme gli consentiranno di effettuare più agevolmente l'esame in un paese dell'UE di cui padroneggia la lingua. Questo faciliterà la vita dei cittadini che si spostano all'interno dell'UE, in particolare dei giovani, garantendo che siano testate le loro competenze di guida piuttosto che le loro conoscenze linguistiche.

Cosa cambia in relazione all'idoneità medica alla guida?

Attualmente l'idoneità medica alla guida è valutata tramite uno screening fondato sull'età. Da una valutazione delle norme attualmente in vigore è emerso che, sebbene l'età sia uno dei fattori, determinate patologie quali l'abuso di sostanze stupefacenti, i disturbi psichiatrici, l'epilessia, il diabete, le patologie cardiache e l'apnea notturna, che non sono necessariamente legate all'età, sono più importanti per quanto riguarda l'idoneità medica alla guida.

Le norme relative all'idoneità fisica e mentale alla guida saranno pertanto aggiornate in modo da allinearle ai più recenti sviluppi tecnologici e in ambito medico, ad esempio in relazione ai progressi nel trattamento del diabete, che ridurranno il numero di controlli medici necessari.

Le ricerche e i dati più recenti sui rischi legati all'età del conducente indicano inoltre che anche le persone di età superiore alle soglie attuali sono sempre più idonee alla guida. L'età a partire dalla quale gli Stati membri possono aumentare la frequenza dei controlli medici passerà quindi dagli attuali 50 ai 70 anni. Inoltre vi sarà un migliore allineamento delle procedure di esame medico in tutta l'UE grazie a un nuovo programma di formazione online per i medici generici e a una piattaforma per lo scambio delle migliori pratiche in materia di valutazioni mediche. L'obiettivo è ridurre il numero di conducenti non idonei alla guida e aumentare la sicurezza stradale.

L'introduzione di un'autovalutazione non aumenterebbe di fatto i rischi per la sicurezza stradale, a causa dei potenziali abusi?

Attualmente solo i candidati per determinate categorie di patente di guida, come i conducenti professionisti, devono sottoporsi a un esame medico prima del rilascio della prima patente di guida. La nuova proposta non modifica tale aspetto. Rendere gli esami medici obbligatori per tutti comporterebbe un costo significativo, spesso sostenuto dai cittadini.

Con la nuova direttiva, tutti gli altri candidati (per le altre categorie di patente: A, A1, A2, AM, B, B1 e BE) dovranno completare un'autovalutazione e dichiarare se presentano una delle patologie elencate. Tale valutazione è spesso sufficiente ed ha una finalità didattica, in quanto rende i conducenti consapevoli del fatto che determinate patologie (come l'apnea notturna) possono influire sulla loro capacità di guidare e richiedono un follow-up medico.

Quali sono i vantaggi di una patente di guida digitale dell'UE?

La direttiva introduce per la prima volta una patente di guida digitale, accessibile attraverso un telefono cellulare o un altro dispositivo digitale, che sarebbe riconosciuta in tutta l'UE. Questo faciliterebbe lo svolgimento delle procedure amministrative e la sostituzione, il rinnovo o la conversione della patente di guida, in quanto sarà possibile eseguire l'intera procedura online. La direttiva stabilisce i requisiti minimi per consentire l'interoperabilità tra tali patenti di guida digitali in tutta l'UE, requisiti che saranno ulteriormente definiti in seguito. Dopo un periodo di adeguamento, la patente di guida digitale sarà rilasciata automaticamente, ma i conducenti potranno anche essere in possesso di una patente di guida sotto forma di tessera, o di entrambe.

Quando entrerà in vigore la patente di guida digitale?

In una prima fase è necessario un accordo sulle specifiche tecniche relative all'interoperabilità, alla sicurezza e alle prove delle patenti di guida mobili, compresi gli elementi di verifica e l'interfaccia con i sistemi nazionali. La Commissione propone di adottare norme dettagliate su tali elementi entro 18 mesi dall'adozione della direttiva.

Dopo che gli Stati membri avranno avuto la possibilità di integrare tali requisiti nei loro sistemi informatici nazionali, secondo la proposta della Commissione le patenti di guida digitali dovrebbero essere rilasciate automaticamente a decorrere da quattro anni dopo la data di adozione della direttiva.

E per i titolari di patenti di guida straniere?

Attualmente i titolari di patenti di guida rilasciate in paesi extra-UE che si trasferiscono nell'Unione devono spesso ripetere la formazione e l'esame di guida per ottenere una patente dell'UE, a prescindere dalla loro precedente esperienza di guida. Inoltre, le norme che essi devono rispettare differiscono da uno Stato membro all'altro.

Con la presente proposta, i conducenti di paesi i cui standard di sicurezza stradale sono sufficientemente elevati saranno in grado di convertire le loro patenti in patenti dell'UE senza dover ripetere la formazione o l'esame di guida oppure espletando tali formalità sulla base di condizioni uniformi in tutta l'UE. L'elenco dei paesi ammissibili a questo regime sarà pubblicato in una fase successiva.

La Commissione istituirà inoltre una rete della conoscenza per consentire lo scambio delle migliori pratiche sull'integrazione dei conducenti professionisti stranieri nel mercato dell'UE. La rete comprenderà autorità nazionali, centri di eccellenza, università, ricercatori e altri attori della sicurezza stradale.

Qual è il contributo di queste proposte alla mobilità sostenibile?

Le norme aggiornate relative all'esame di guida terranno conto dei cambiamenti tecnici connessi ai veicoli alimentati con combustibili alternativi. Valuteranno le conoscenze e le competenze legate ai sistemi avanzati di assistenza alla guida e ad altre tecnologie automatizzate all'interno del veicolo. La formazione dei neopatentati sarà inoltre adattata in modo che imparino a ridurre le loro emissioni (emissioni di gas a effetto serra, inquinamento atmosferico e acustico, microplastiche derivan- ti dall'usura dei pneumatici e delle strade) e siano pronti a guidare veicoli a emissioni zero. Sarà inoltre aumentata la massa massima ammissibile per i veicoli della categoria "B" alimentati con combustibili alternativi, poiché sono più pesanti.

Qual è la gravità dei problemi causati dai conducenti non residenti?

Nel 2019, ultimo anno per il quale sono disponibili dati dettagliati, sono stati individuati circa 14,5 milioni di infrazioni stradali commesse con un veicolo immatricolato all'estero e da un conducente non identificato in loco. In relazione a tali infrazioni sono stati effettuati circa 8,2 milioni di pagamenti (8 milioni su base volontaria, circa 200.000 a seguito di un'azione efficace di contrasto).

Per circa 6,3 milioni di infrazioni non è stato possibile perseguire l'aggressore. Circa il 40 % delle infrazioni transfrontaliere è stato pertanto commesso impunemente. Si tratta di una quota relativamente elevata, in particolare rispetto al livello generale di impunità per infrazioni comparabili negli Stati membri (per lo più eccesso di velocità rilevato dagli autovelox), che varia dal 5 % nei paesi di maggior successo (Paesi Bassi, Svezia, Polonia) al 10-20 % in media (Lussemburgo, Lettonia, Irlanda, Spagna, Estonia, Ungheria) (2).

In che modo la direttiva aiuta le autorità a rintracciare i trasgressori provenienti dall'estero?

La proposta relativa all'applicazione transfrontaliera introduce misure volte a razionalizzare le procedure di assistenza reciproca tra gli Stati membri per le indagini transfrontaliere sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale. A tale scopo, la proposta:

• estende le responsabilità e le competenze dei punti di contatto nazionali per garantire che essi cooperino senza soluzione di continuità con le autorità di contrasto coinvolte nelle indagini sulle infrazioni;

• specifica i dati che devono essere scambiati per condurre con successo le indagini sulle infrazioni stradali. Per migliorare lo scambio di informazioni, gli Stati membri dovranno rendere disponibili determinati dati e tenerli aggiornati;

• consente l'accesso alle informazioni contenute in più registri di dati attraverso un unico sistema, che consentirà uno scambio rapido, efficiente in termini di costi, sicuro e affidabile di specifici dati tra gli Stati membri, aumentando così l'efficienza delle indagini;

• crea uno strumento su misura per l'indagine digitale per identificare meglio il conducente/trasgressore. Se la persona non può essere identificata con certezza in base ai dati di immatricolazione del veicolo, possono essere utilizzati elementi di prova alternativi o può essere avviata un'indagine mirata;

• consente agli Stati membri di applicare le norme nazionali, come l'obbligo del proprietario/detentore del veicolo di cooperare con le autorità al fine di identificare la persona responsabile.

In che modo la direttiva tutelerà i diritti dei non residenti accusati di aver commesso infrazioni del Codice della Strada?

I diritti fondamentali dei non residenti saranno meglio tutelati grazie a misure specifiche riguardanti il contenuto e la trasmissione degli avvisi di irrogazione di sanzioni, quali: la possibilità di verificarne l'autenticità; termini armonizzati per l'invio e la fissazione del contenuto minimo obbligatorio degli avvisi; un regime linguistico di comunicazione coerente per i conducenti (che si ritiene abbiano commesso un'infrazione in materia di sicurezza stradale all'estero) e le autorità, fino alla fase di ricorso; e maggiori informazioni da fornire ai conducenti, ad esempio sulle procedure di ricorso applicabili e sui metodi di pagamento delle sanzioni. La direttiva sull'applicazione transfrontaliera sarà inoltre allineata alle nuove norme in materia di protezione dei dati personali (GDPR e LED).

I presunti responsabili non saranno tenuti a pagare le spese legali e amministrative connesse all'irrogazione delle sanzioni quando tali compiti sono esternalizzati a enti pubblici o privati autorizzati dagli Stati membri, quali le società di recupero crediti.

Dove possono trovare i conducenti informazioni sul Codice della Strada e sulle procedure applicabili in altri Stati membri?

Il sito web della Commissione europea "Going abroad" fornisce informazioni strutturate sul Codice della Strada relative alle otto infrazioni contemplate dalle leggi vigenti. Il sito è stato tradotto in tutte le lingue ufficiali dell'UE ed è accessibile anche tramite app. Sarà inoltre creato un portale dedicato per la comunicazione tra le autorità/le organizzazioni governative, le imprese e i cittadini.

Oltre ad integrare i contenuti del sito web "Going abroad", il portale condividerà con gli utenti della strada informazioni supplementari sulle norme in vigore in ciascuno Stato membro nei settori disciplinati dalla direttiva, in particolare sulle procedure di ricorso, le sanzioni, i regimi e i mezzi per il pagamento di sanzioni pecuniarie.

Perché è necessaria una direttiva specifica sull'interdizione alla guida?

L'applicazione coerente di sanzioni per le infrazioni stradali commesse nell'UE è una componente essenziale della sicurezza stradale. I conducenti dovrebbero essere chiamati a rispondere dei comportamenti di guida pericolosi in tutti gli Stati membri, affinché si crei un ambiente favorevole al miglioramento della sicurezza stradale.

Tuttavia, nell'ambito dell'attuale quadro giuridico, anche quando il comportamento del conducente è estremamente grave e dovrebbe comportare l'interdizione alla guida, ciò può avvenire solo se l'infrazione è stata commessa nello Stato membro che ha rilasciato la patente di guida. In base alle norme vigenti, l'interdizione alla guida non può essere applicata a livello di Unione, il che comporta una relativa impunità per i trasgressori del Codice della Strada. Per evitare che ciò avvenga, la direttiva mira a istituire un sistema che consenta di applicare determinati provvedimenti di interdizione alla guida in tutta l'UE qualora uno Stato membro ne abbia imposto uno.

Sebbene la percentuale di infrazioni accertate con veicoli immatricolati all'estero differisca notevolmente da uno Stato membro all'altro, in media circa il 18 % di tutti gli eccessi di velocità sono commessi da conducenti non residenti e circa il 15 % delle infrazioni accertate automaticamente nell'UE sono commesse da trasgressori non residenti, mentre il 96 % di tali infrazioni è costituito da eccessi di velocità.

Quali meccanismi prevede la direttiva per proteggere i conducenti che commettono infrazioni all'estero?

La direttiva prevede diversi meccanismi per difendere i diritti fondamentali dei conducenti accusati di aver commesso infrazioni molto gravi al Codice della Strada. In primo luogo, essa richiede una corretta identificazione del conducente e una chiara imputazione dei fatti; inoltre il diritto di difesa del trasgressore nello Stato membro in cui è stata commessa l'infrazione deve essere stato correttamente garantito. Le disposizioni della direttiva consentono l'annullamento dell'interdizione in caso di violazione di un diritto fondamentale sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea o se i fatti contestati non sono considerati illegali nel paese dell'Unione che ha rilasciato la patente di guida.

L'interdizione è infine soggetta a due controlli giurisdizionali, uno nel paese in cui è stata commessa l'infrazione (una valutazione sostanziale della rilevanza dell'infrazione) e una seconda, più procedurale, nel paese che ha rilasciato la patente di guida.

In che modo la direttiva garantisce la compatibilità tra i diversi ordinamenti giuridici degli Stati membri?

La validità a livello di Unione dei provvedimenti di interdizione alla guida non è automatica. La direttiva prevede che un'autorità giudiziaria competente dello Stato membro che ha rilasciato la patente di guida che rischia di essere ritirata debba verificare la legittimità e l'esecutività della decisione sul suo territorio. Tale autorità verificherà la conformità e potrà rifiutare l'esecuzione se il comportamento in questione non è punibile nel suo ordinamento giuridico.

Quali infrazioni comportano l'interdizione alla guida nell'UE?

Sebbene permangano differenze significative per quanto riguarda le soglie che portano all'interdizione alla guida all'interno di ciascuno Stato membro, vi sono alcune infrazioni in materia di sicurezza stradale che determinano l'interdizione alla guida in tutti gli Stati membri o in diversi Stati membri. La presente proposta di nuova direttiva riguarda le infrazioni stradali che contribuiscono frequentemente agli incidenti stradali e agli incidenti mortali, vale a dire l'eccesso di velocità e la guida sotto l'effetto di alcol o sostanze stupefacenti, e le infrazioni del Codice della Strada che causano morte o lesioni personali gravi.

Proposta di revisione della direttiva sulle patenti di guida

Proposta di direttiva che modifica la direttiva (UE) 2015/413 intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale

Proposta di direttiva sulla validità in tutta l'Unione di alcune decisioni di interdizione alla guida

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