LUGLIO AGOSTO 2017

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all’anziano un supporto efficace per la sua giornata. Avremo supporti per la memoria, in grado di scandire la giornata e le sue tappe e di controllare che il contenuto degli avvisi sia stato recepito (inviando in caso contrario un’allerta), e disporremo di controlli riguardanti la salute e il benessere. Inoltre, il cittadino di qualsiasi età se lo vorrà - potrà essere in contatto continuo con persone esterne (parenti, amici, una centrale di ascolto) in grado di scambiare un dialogo, di consigliare i comportamenti più adeguati, di supportare in eventuali momenti di sconforto e di tristezza. Tutto l’insieme di queste informazioni sarà immagazzinato e costituirà una sorta di “storia vitale” della persona, utile, ad esempio, per raccogliere l’anamnesi di eventuali malattie. Oggi già molte delle tecnologie sopradescritte sono operative; però non sempre sono accettate dagli anziani e, quindi, inutilizzate. L’ultimo aspetto di questa delicata previsione della vita tra 20 anni riguarda l’atteggiamento del singolo anziano verso la propria vita. La massa di persone vecchie che popolerà l’Italia (si pensa saranno attorno al 30% della popolazione, anche se questi calcoli vanno rivisti, perché già oggi non si può più considerare anziano un sessantacinquenne!) sarà dominata dalle preoccupazioni o vivrà serenamente le decine d’anni che avrà ancora davanti? Ogni lettore può costruirsi

ESSERE UTILE

La vera sfida della tecnologia Negli ultimi anni, quel campo della tecnologia che si occupa di supporto e aiuto alla popolazione anziana sta facendo degli enormi passi avanti. L’invecchiamento della popolazione globale porta ad una richiesta sempre più alta di idee e innovazioni che possano aumentare il benessere e migliorare la salute nelle fasi più avanzate della vita. Ma tecnologia non è sempre sinonimo di aiuto reale alla persona anziana, la quale è spesso vittima di un divario tecnologico che rende alcuni strumenti inutilizzabili. Il punto cruciale dei prossimi anni, quindi, sarà rendere amichevoli questi strumenti. Come riuscirci? Il primo passo è sicuramente quello di conoscere l’utilizzatore della tecnologia. Poi bisogna tenere conto delle necessità della persona, fornendole strumenti specifici per i suoi bisogni (senza funzionalità superflue) e creando una rete di supporto (famiglia, caregiver, personale medico) in grado di interpretare i dati e, se ce ne fosse bisogno, intervenire. Questi primi, passaggi consentiranno alla persona di avvicinarsi sempre più alla tecnologia e di sentirsi sicura e rasserenata dal suo utilizzo. Per saperne di più: Fondazione Leonardo Via Fucine 7 - 28887 Omegna (Vb) info@fondazioneleonardo.it - www.fondazioneleonardo.it

un’immagine di questo futuro, anche sulla base dei precedenti articoli. Il punto centrale per dare una risposta a questo drammatico interrogativo dipende dalla capacità o meno di dare un senso all’esistenza. La scomparsa dei punti fermi del passato verrà sostituita da nuove idealità in grado di produrre speranze non effimere? Non possiamo prevedere quale sarà il grado di resilienza dei nostri concittadini; ci auguriamo però che la forza della vita prevalga sul pessimismo e sulla paura. D’altra parte la storia umana insegna che ogni cambiamento è stato seguito da un aggiustamento nel segno del progresso: avverrà così anche tra vent’anni!

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SERENI OPPURE NO? TRA 20 ANNI GLI ANZIANI IN ITALIA RAPPRESENTERANNO IL 30% DELLA POPOLAZIONE GLOBALE. VIVRANNO SERENAMENTE O SARANNO DOMINATI DALLE PREOCCUPAZIONI?

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