il brivido sportivo n° 15 del 18 aprile 2012

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Domenica l’inter, mercoledi’ la roma SAREBBE BELLO SALVARSI BATTENDO LE GRANDI di Alessandro Rialti

RICOMINCIO DA TRE

“Noi crediamo nel progetto Fiorentina”

Perché no. Una volta per la Fiorentina, quella bella di Prandelli, battere le grandi pareva essere l’unico insormontabile ostacolo. Nell’attuale stagione almeno questo problema sembra meno grave del passato: finora Delio Rossi è riuscito a battere la Roma a Firenze, idem l’Udinese e, cosa ancora più eclatante, il Milan a San Siro. Ecco che arriva l’Inter che, insieme alla Juventus, mancherebbe per una collana di successi importanti. Non è certo l’Inter di Mourinho, quella che vinceva sempre e ovunque, resta però una squadra piena di campioni e che, peraltro, è tornata in corsa anche per un posto in Europa, magari addirittura in Champions League. Per questo motivo i nerazzurri rimangono e sono estremamente pericolosi anche perché hanno in panchina un ragazzo giovane e ambizioso, uno di quelli che credono nelle proprie capacità e che non disdegnano di sognare. Di conseguenza pensare di fare poker dopo i successi su Roma, Udinese

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presente e futuro di Michela Lanza

DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi Bisenzio (Fi) tel. 055.9334666 Fax 055.9334667 info@salvinieditore.it GRAFICA E IMPAGINAZIONE Chiara Reggiani - grafica@brividosportivo.it

STAMPA Centro Stampa Editoriale srl Grisignano di Zocco (Vi) DISTRIBUZIONE distribuzione@brividosportivo.it

COLLABORATORI Alessandro Rialti, Luca Caneschi, Saverio Pestuggia, Michela Lanza, Ruben Lopes Pegna, Luca Capanni, Alfredi Verni, Alessandro Latini, Giampiero Tosi, Cristina Mattioli, Chiara Baglioni, Federico Pettini e Duccio Magnelli. FOTO La Presse

Quelli che credono… nella Fiorentina del futuro

Alzi la mano chi crede ancora che la Fiorentina possa tornare a riveder le stelle, magari quelle della Champions League. Di mani alzate, in una platea di sostenitori viola, con ogni probabilità ce ne sarebbero poche. Tra i tifosi infatti regna la perplessità ed è comprensibile dopo le delusioni derivate dalle ultime due stagioni. Quelli che però

più di tutti devono credere al progetto Fiorentina affinché questo si realizzi, non ce ne vogliano i tifosi, sono i protagonisti. E dovrebbero rallegrare gli attestati di stima e le parole straripanti di amore che alcuni uomini viola hanno pronunciato negli ultimi giorni. Parole che certificano una grande verità: quelli che credono nella Fiorentina del futuro ci sono. LA GRINTA. Uno dei primi ad aver sempre creduto nel progetto Fiorentina e ad averlo dimostrato non solo a parole, ma anche sul campo, è Valon Behrami. Il centrocampista kosovaro-svizzero, dopo solo un anno di militanza in maglia viola, nel mercato di gennaio era entrato nel mirino della Juventus (c’è da giurarci che ci sia ancora e che nel prossimo mercato estivo i bianconeri di Conte torneranno alla carica) ma, per volontà della società viola e per intenzione dello stesso Behrami, il giocatore è rimasto a Firenze. “La possibilità di andare alla Juve c’era ed era concreta, ma la Fiorentina mi ha fatto sentire importante e ho detto no ai bianconeri. Il calcio per me conta molto, ma anche la mia famiglia che qui sta molto bene – ha dichiarato a febbraio il centrocampista dal look stravagante – È un aspetto che mi regala tranquillità e l’entusiasmo di lavorare. Ribadisco che non è stato un modo per arruffianarmi i tifosi, quello che ho scritto sul web (sul suo profilo twitter il 27 gennaio ha scritto ‘Credo in

quello che faccio qui, adoro la città e voglio vivere anche momenti importanti con questa maglia ora, a giugno e nei prossimi anni’) rimarrà anche in futuro. Andare alla Juve sarebbe un tradimento come ho detto al presidente e voglio rimanere in viola. Qui c’è la giusta dimensione, sono un tipo abitudinario e quello che ho trovato a Firenze mi va benissimo”. Alle parole sono seguiti i fatti con Behrami che ha sempre dimostrato vero attaccamento alla maglia, che ha sempre lottato come un leone per la causa viola, che non si è mai tirato indietro rinunciando a giocare solo in casi estremi (e talvolta ‘costretto’ dallo staff medico) e che si innervosisce quando le cose non vanno bene. È certamente uno dei simboli della nuova Fiorentina, quella che guarda al presente ma soprattutto al futuro. E dopo aver conosciuto Diego Della Valle (che gli avrebbe confessato che il figlio Filippo segue le partite della Fiorentina con la maglia numero 85 addosso e gli avrebbe promesso un prolungamento del contratto a salvezza ottenuta) si è convinto ancora di più (se ce ne fosse stato bisogno) che Firenze è la città sulla quale scommettere. Prima della partita perfetta che la squadra ha disputato e vinto col Milan ha dichiarato: “Bello conoscere il Patron. Porteremo dentro le sue parole. Sentirlo parlare è veramente interessante, diverso”. E dopo la partita col Palermo a chi gli ha chiesto se sarebbe pronto a firmare un contratto in bianco con la Fiorentina ha voluto ribadire le sue intenzioni: “Io non sono uno che fa proclami solo per fare contenta la gente. Sono uno che ha un ottimo rapporto con la famiglia Della Valle, quando ho dei problemi mi sfogo con loro e viceversa. Qui alla Fiorentina c’è un progetto, anche se è un po’ affrettato parlarne, perché prima dobbiamo tirarci fuori da questa situazione. Diego Della Valle vuole assolutamente ripartire. Firenze è una piazza importante che merita l’Europa e questo sarà l’obiettivo per i prossimi anni”. E se lo dice Valon Behrami c’è da crederci perché nei suoi occhi c’è la grinta giusta per essere il capitano (quantomeno virtuale o morale, visto che Jovetic lo precede) della squadra del futuro. Responsabilizzarlo con una fascia lo renderebbe ancora più complice, ancora più fiorentino, lui che si sente già parte integrante di questa città e anche leader indiscusso della Viola. Urge accontentarlo e sottoporgli quanto prima un contratto da firmare… anche in bianco. Lui non ha paura e lo ha dimostrato. LA TECNICA. Chi invece un contratto (con sca-

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denza nel 2016) l’ha già firmato (nel mese di ottobre del 2011) e una fascia l’ha già messa al braccio con orgoglio (per adesso quella di vice-capitano, ma molto presto potrebbe salire di grado) è Stevan Jovetic. Il talento montenegrino, anche lui al centro dei desideri di molti grandi club europei, continua a ribadire la sua volontà di rimanere a Firenze (anche se c’è stato un momento, a caldo dopo la sconfitta interna col Chievo, in cui qualche dubbio aveva preso il sopravvento) e nello stesso tempo Andrea Della Valle ha dimostrato di non avere dubbi sull’uomo intorno al quale costruire una nuova Fiorentina vincente come ribadito nel recente incontro con la stampa: <La ricostruzione ripartirà da Jovetic>. Nonostante questo, nonostante le parole del giocatore subito dopo il rinnovo con la Fiorentina (“Sono felice di aver rinnovato in viola. Darò sempre il massimo per questa maglia”) e le rassicurazioni ai tifosi (“Ho rinnovato fino a giugno del 2016 e resto a Firenze – ha detto il numero 8 viola nel febbraio scorso – Sono riconoscente a questa città. Il mercato non mi interessa: penso all’anno in corso e il mio pensiero è solo rivolto alla Fiorentina”), la gente si pone determinate domande: e se arrivasse un’offerta irrinunciabile, cosa farà la società? Saprebbe non cadere nella tentazione di cedere Jo-Jo? Il timore di vederselo portare via è tanto in città così come la paura di rivivere un secondo caso-Baggio (a maggior ragione perché il campione montenegrino piace alla Juve che in lui avrebbe individuato il dopo-Del Piero). Ma sabato scorso lo stesso Jovetic ha cancellato tutti i dubbi, li ha fatti svanire esponendo le sue idee e le sue volontà in una interessante intervista al Corriere dello Sport-Stadio nella quale è emersa la sua fiducia nel progettoFiorentina: “Diventare il simbolo della Fiorentina? Sogno di diventare come Totti. Io voglio l’Europa, ma la voglio qui a Firenze. Ogni volta mi viene chiesto quando me ne andrò dalla Fiorentina: ho firmato fino al 2016 e se non sbaglio siamo ancora nel 2012, giusto? Io voglio provare a vincere con la Fiorentina”. E allora perché dubitare ancora? Il capitano del futuro ha deciso di prendersi le sue responsabilità, crede nel progetto di una Fiorentina di nuovo trionfante come lo è stata in passato, ed è convinto di tornare a divertirsi in Europa, come promesso anche da Diego Della Valle dieci giorni fa durante la visita a sorpresa nel ritiro milanese della squadra. E allora, già due pietre sono state apposte alle fondamenta della costruzione del futuro viola. Un futuro che inizia con due prerogative: grinta (quella di Behrami) e tecnica mista a fiuto del gol (quelli di Jovetic). Adesso serve puntare sul ‘manico’ giusto. IL ‘MANICO’. C’è chi giura che il ‘manico’ sia già stato indi-

viduato e che sogni a parte (il popolo viola farebbe a meno di lui solo per l’amato Spalletti, per un clamoroso ritorno di Prandelli e forse per una scommessa di nome Zeman) Delio Rossi, come prefissato nel momento in cui è stato ingaggiato, sarà il tecnico del futuro viola. L’allenatore che rimodellerà a suo piacimento la squadra del prossimo campionato e cercherà di donarle un’anima e un gioco divertente. In realtà, nonostante le dichiarazioni di rito, non si sa se i Della Valle avranno voglia di ricominciare da lui, se continueranno a dargli fiducia. Di certo, però, c’è che il dottor Rossi crede nella Fiorentina, crede nel progetto (anche lui) e nei fratelli Tod’s. “A Firenze ci sono tutti gli ingredienti per crescere, per far bene – ha dichiarato sabato scorso – Ci vorrà tempo, ma i Della Valle hanno tutte le potenzialità per costruire una squadra importante”. Sì, serviranno pazienza e spirito di sacrificio, professionalità, stimoli e rinnovato entusiasmo. Ma

T

soprattutto serviranno persone ra presente come le sopra-citate che possae futuro no infondere fiducia a chi resterà di Michela Lanza o arriverà in viola con qualche perplessità. La sensazione è che quella attuale sia una stagione nata sotto una cattiva stella ma che servirà per ricostruire, ripartire, per rilanciare la Fiorentina dove merita di stare. In fondo tutti credono che presto la squadra potrà tornare a vincere: ci crede la proprietà, ci crede l’allenatore, ci credono i leader della squadra (tra i quali noi del Brivido Sportivo ci sentiamo di annoverare anche Manuel Pasqual che, come Jovetic, ha rinnovato il contratto lo scorso ottobre). E allora, perché non sorridere guardando al futuro? Intanto noi ripartiamo da… tre.

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Calendario e quota-salvezza: VIETATO FARE CALCOLI La domenica senza calcio in segno di rispetto per la morte di Morosini è servita anche a ridimensionare un po’ le ansie che hanno attanagliato l’ambiente viola dopo il pari con il Palermo e la concomitante vittoria del Lecce a Catania. Quella serata vissuta tra campo e radiolina, che aveva regalato l’illusione che un punto con i rosanero sarebbe stato ottimo con il Catania in vantaggio e che ha capovolto poi la situazione negli istanti finali, ha portato i salentini nella scia dei viola, in virtù anche del fin troppo evocato scontro diretto con il capovolgimento finale del Massimino. Dal giorno dopo, tutti a consultare i calendari e a fare tabelle, spaventati come non mai dal fatto di veder vanificato l’effetto “miracolo a Milano” derivante dalla vittoria di San Siro. La partecipazione al lutto di chi Morosini lo aveva conosciuto bene, a partire da Delio Rossi che lo aveva lanciato in prima squadra a Bergamo

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passando per i suoi ex compagni De Silve- to gli ormeggi troppo presto. stri e Cerci, ha non solo deviato l’attenzione, Nessuno, quindi, regalerà nienma anche smorzato un po’ la tensione con te e proprio questo deve dare anche ai la consapevolezza che i drammi della vita viola lo spirito giusto, che non è quello visto sono altri. Ora, comunque, si deve ripartire nell’ultima gara nella quale dopo venti minuti sapendo che le ultime sei gare di campio- vigorosi si è scelto di vivacchiare in attesa di nato andranno affrontate senza fare troppi colpi individuali o di buone notizie. Puntare calcoli, errore che è stato fatto troppo presto su chi dà piena affidabilità senza guardare con il Palermo, anche perché i risultati del- né alla carta di identità, né alla scadenza dei le ultime settimane rendono impossibile da contratti, è un obbligo per Delio Rossi, che calcolare la quota salvezza di quest’anno e comunque sta dimostrando in questa fase di anche perché, cosa da non sottovalutare, in agire basandosi su questa filosofia. I prossipiena bagarre scommesse gli atteggiamenti mi tre ostacoli, difficilissimi sulla carta, con lo dimessi di chi ha poco da chiedere al cam- spirito giusto e con scelte azzeccate potrebpionato saranno più rari, e le ultime gare del bero portare altre sorprese positive, per non Cesena sono lì a dimostrarlo. In effetti poi, dire altri miracoli. guardando la classifica, di squadre demotivate in questo finale ce ne sono ben poche, anche perché proSgombero appartamenti, solai, cantine. prio la spada di Damocle delle penaPiccoli traslochi, smontaggio e lizzazioni che incombono sulle squarimontaggio arredi, trasporti in genere. dre coinvolte dall’inchiesta motivano anche chi è apparentemente fuori dai giochi, che non può correre il rischio Chiama per un preventivo gratuito! Tel. 333 4233131 di vanificare obiettivi per aver molla-

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ROSSI deve lavorare più sulla MENTALITà CHE SUL MODULO

La tragedia che ha colpito Morosini ha fatto rinviare il turno di campionato che vedeva la Fiorentina impegnata sul campo dell’Olimpico a mercoledì prossimo. Si giocherà in casa regolarmente contro l’Inter alle 12.30 e ovviamente lo squalificato (Amauri) resterà tale mentre gli infortunati come Nastasic e Vargas potrebbero riprendere la condizione

ottimale e rientrare in gruppo. Non crediamo che Rossi possa cambiare la filosofia con cui aveva intenzione di impostare la gara con la Roma: come modulo sarà un 3-5-2, o meglio un 3-5-1-1 con Jovetic prima punta e alle spalle uno fra Ljajic e Lazzari, anche se negli ultimi giorni sta riprendendo forza la candidatura di Cerci. Certo che la soluzione forzosa dell’unica punta di movimento favorisce di conseguenza gli sganciamenti a centrocampo dei difensori centrali dell’Inter che non sono dei mostri di velocità ma sanno aiutare bene il centrocampo. Se Rossi potesse, dovrebbe schierare due punte di peso per tenerli lontani dalla costruzione del gioco, ma tutto questo è impossibile e quindi avanti con il modulo più difensivo che dovrebbe veder ancora Behrami davanti alla difesa a copertura del gioco nerazzurro e due mezzale come Montolivo e Lazzari o Kharja capaci di costruire per eventuali sortite offensive. Facendo il gioco del gambero, andiamo indietro e

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finiamo con la difesa a tre che dovrebbe essere composta da Natali perno centrale con Gamberini e Nastasic a suo fianco. Insomma scelte abbastanza obbligate anche se Rossi dovrà lavorare più sulla mentalità dei calciatori che sul modulo, perché una volta sistemati i due o tre giocatori importanti, gli altri non forniscono prestazioni diverse in funzione del modulo. Serve ancora una visita di Diego? Allora chiediamo al grande patron di fare uno sforzo perché la classifica viola è preoccupante e traballante e non possiamo certo contare sulla giustizia sportiva che qualcosa in classifica cambierà. Sì ma quando lo farà? AL GATTILE DI BAGNO A RIPOLI-FIRENZE CI SONO BELLISSIMI E DOLCISSIMI GATTINI CHE SONO STATI ABBANDONATI SENZA PIETÀ, PER STRADA, NEL PERIODO ESTIVO. I MICINI CERCANO CON URGENZA UNA CASA E UNA FAMIGLIA CHE LI AMI PER SEMPRE! ADOZIONI FIRENZE E PROVINCIA, FIRMA MODULO ADOZIONE, RICHIESTA STERILIZZAZIONE

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Intervista al talent-scout che piange Morosini, elogia Lazzari e consiglia a Pazzini la Juve

ANTONIO BONGIORNI: FIRENZE RIMPIANGERAI MONTOLIVO

Sotto i suoi occhi sono nati giocatori di talento che Firenze conosce molto bene: stiamo parlando di Antonio Bongiorni, talent scout dell’Atalanta e direttore sportivo del Margine Coperta, una delle maggiori realtà di calcio giovanile. Contattato in esclusiva dalla redazione del Brivido Sportivo, ha parlato di Riccardo Montolivo e Andrea Lazzari, oltreché di quel Giampaolo Pazzini che tra pochi giorni tornerà al Franchi da ex con la maglia nerazzurra. Montolivo ha attraversato una stagione difficile da gestire dal punto di vista emotivo. «E’ stata una stagione travagliata per tutti. Per una società che ha vissuto il campionato nell’incertezza, per un giocatore che ha dato tutto alla Fiorentina pur sapendo che a fine campionato avrebbe intrapreso una nuova strada». Ma non è stata una delle sue migliori stagioni, lei che ne pensa? «Per lui è stata comunque una stagione positiva. Nonostante la Fiorentina abbia disputato un campionato deludente, ritengo che Riccardo sia uno dei pochi a salvarsi. Tra non molto, tanti si renderanno conto che Montolivo è un grande giocatore». Quindi la prossima avventura sarà quella della consacrazione? «Penso possa essere un’avventura di ottimo livello. Se andrà al Milan ringiovanirà la squadra in mezzo a tanti campioni. Nella sua carriera non ha ancora avuto continuità, anche se ha attraversato momenti importanti nella Fiorentina. Nel suo periodo di maggiore maturazione calcistica la squadra viola però si è ritrovata in difficoltà, alla fine di un ciclo, e lui si è ritrovato ad essere il primo attore di una squadra che aveva bisogno di cambiamenti. Poi c’è stata la scelta di voler fare una nuova esperienza e gli è stata tolta persino la fascia da capitano». Ritiene sia stato uno sbaglio privarlo della fascia? «Secondo me è stato un errore, ma lui ha comunque dimostrato di essere un professionista partita dopo partita, non si è mai tirato indietro. Anche il tifoso più caldo con il passare del tempo ha dovuto ricredersi. Non è stata colpa dell’allenatore, la società ha dato una dimostrazione di forza che Riccardo non meritava. Firenze lo ha adottato, lui ha ricambiato cercando di dare tutto fino alla fine». Tutti lo danno al Milan: ci possono essere dei colpi di scena, per esempio una pista estera? «Credo che il Milan ormai abbia preso Riccardo Montolivo. Non lo dico ufficialmente, non sta a me fare certe dichiarazioni e c’è ancora del tempo da aspettare prima di fare certi annunci». Lo sente ancora?

«Si, lo sento ancora. È un ragazzo molto educato. L’ultima volta che ci siamo visti siamo stati insieme due giorni per il matrimonio di Giampaolo (Pazzini ndr). Lui ama Firenze, è un ragazzo timido, introverso, ha sofferto molto per questa situazione, mi ha detto che sarà sempre riconoscente alla Fiorentina». A rafforzare la rosa viola la scorsa estate è arrivato Andrea Lazzari. Per lui una stagione al di sotto delle aspettative. «Devo fare una premessa: Andrea è un giocatore che può giocare in qualsiasi ruolo, e in effetti quest’anno non si è visto il vero Lazzari. Il momento che la squadra viola ha attraversato durante tutta la stagione l’ha messo in difficoltà, ha pregiudicato le sue prestazioni». Rossi che lo ha allenato ai tempi dell’Atalanta continua a dargli fiducia. «Rossi è un allenatore straordinario, conosce bene Lazzari e sa che è un jolly. Non è un giocatore di livello eccelso, ma è uno che tutti gli allenatori vorrebbero avere. Può ricoprire diversi ruoli di centrocampo, è la soluzione ideale a diversi problemi di natura tattica». E quindi, secondo lei, meriterebbe una seconda chance alla Fiorentina? «Secondo me se l’è già conquistata. Il nuovo progetto coinvolgerà anche Lazzari che nello scacchiere di Rossi ha un ruolo fondamentale. Per la squadra viola sarà una felice scoperta. Ripeto, non si può giudicare questa stagione sfortunata sotto tutti i punti di vista». Una volta ottenuta la salvezza la Fiorentina ripartirà da zero:

bisognerà ricominciare da un progetto di soli giovani o investire anche in alcuni campioni per arrivare subito a dei risultati? «La Fiorentina non rischia assolutamente di retrocedere, il Lecce non starà mai al passo, i pugliesi hanno un calendario molto difficile, con molte big da affrontare. Riguardo al progetto bisogna capire chi sarà il nuovo direttore dell’area tecnica e poi parlare in maniera chiara alla città di Firenze: se portare avanti un progetto di giovani che in 4-5 anni possano condurre la Fiorentina nelle posizioni alte della classifica. Bisognerà armarsi di molta pazienza». Da chi ricomincerebbe? «Oltre a Jovetic ripartirei da Nastasic e Camporese, due giovani pieni di talento». Tanto giovane non lo è più, ma da quando lei lo ha scoperto Giampaolo Pazzini il vizio del gol non se l’è tolto. E il Franchi lo sta aspettando… «Giampaolo è una belva ferita. Dopo la bella esperienza alla Samp ha fatto la scelta di andare all’Inter ma… Faccio una previsione, un attaccante come Pazzini alla Juve potrebbe fare dai 20 ai 25 gol a stagione. Ha bisogna di esterni bravi che mettano più palloni possibili, è una prima punta che fa la differenza nell’area piccola». In base a quello che ha appena dichiarato pensa che ci siano delle possibilità di vederlo il prossimo anno alla Juve? «Non lo so, so soltanto che il tipo di gioco che la Juve produce è il gioco ideale per Gianpaolo. Nello stesso momento, però, penso che l’Inter aprirà un nuovo ciclo e ripartirà anche da Pazzini». Col senno di poi fu uno sbaglio cederlo? «Non si possono addossare sempre le colpe alla società, fu un’operazione che si doveva concludere. Si fece di necessità virtù». Il calcio è stato sconvolto dalla tragica notizia della morte sul terreno di gioco di Piermario Morosini. Un suo ricordo? «Era un ragazzo dolcissimo, che ho visto crescere. Ha avuto una vita travagliata, la scomparsa del padre, della madre, del fratello, una sorella disabile: la vita non gli ha regalato nulla, anzi si è accanita contro di lui. E’ una grande tragedia, la fatalità fa parte di questo mondo, ma vedere morire un giovane ragazzo mentre gioca a calcio è una cosa che lascia il segno». E’ stata giusta la scelta di fermare la serie A? «Il gioco va in secondo piano. Voglio dire una cosa: ho un ricordo di Morosini da bambino. Fece con noi nel Margine Coperta un torneo internazionale a Castelfiorentino, che vincemmo, dove lui fu protagonista. Non lo dimenticherò. Il calcio ogni anno dovrà ricordare Piermario».

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eccezioni, trovato sempre alla grande e ne ha sempre parlato molto bene. Brescia poi è come una seconda casa per lui: sua moglie è originaria di lì ed ha vissuto sei anni nella città lombarda, inoltre è ancora molto amato dai tifosi. Certo l’Inter è comunque una squadra blasonata e a qualunque calciatore farebbe piacere giocarci. All’inizio del campionato essere richiamato dai nerazzurri è stata per Emiliano una grossa soddisfazione». Emiliano sogna fin da quando era bambino di giocare nella Fiorentina. C’è la speranza di vederlo vestire nuovamente la maglia viola dopo averlo fatto con la Primavera? «Ama la Fiorentina con tutto se stesso: oltre ad aver chiamato Viola la figlia in onore della squadra, ha anche un giglio tatuato sul petto da moltissimi anni, quindi… Lui non ha mai negato la sua grande fede per la squadra ed è ovvio che gli piacerebbe moltissimo indossare nuovamente la maglia viola». Andrea Della Valle, dopo averlo visto giocare mercoledì sera, è rimasto molto colpito da suo fratello e sembra che abbia chiesto informazioni su di lui. «Ho letto le dichiarazioni di Andrea ed è bello sapere che il presidente della Fiorentina ha messo gli occhi su Emiliano. La Fiorentina è e sarà sempre la sua squadra del cuore ed anche noi della famiglia ci auguriamo di vederlo vestire la maglia viola quanto prima». Dove e quando nasce l’amore di Emiliano per la Fiorentina? «Gliel’ho passata io la passione per la Fiorentina: l’ho portato spesso con me in curva Fiesole quando era piccolo. Inoltre lui ha cominciato a giocare con la squadra viola quando aveva solo 10 anni quindi era inevitabile che ne diventasse tifoso». Suo fratello quando può e non è impegnato con la sua squadra, si reca al Franchi per assistere alla partita dei viola. C’è un aneddoto che ci vuole raccontare, magari una follia fatta per la Fiorentina? «L’ultima partita che ha potuto vedere dal vivo, in curva con me, è stata Fiorentina-Liverpool. Tre anni fa addirittura fece l’abbonamento in Fiesole, poi per ovvi motivi non si è quasi mai potuto recare allo stadio. Lui è molto amico di alcuni tifosi ‘storici’. Follie sinceramente non ne ha mai fatte. Certo finché ha potuto ha seguito la Fiorentina ovunque. Abbiamo visto insieme la partita a Verona contro il Chievo, quando eravamo in tantissimi tutti pronti a festeggiare il quarto posto in campionato. Lui poi, quando segue la Fiorentina anche fuori, non vuole sedersi in tribuna, ma preferisce andare nel settore ospiti insieme agli altri tifosi, perché ha una vera passione per

Co

La passione e l’amore per la Fiorentina gliel’ha trasmessa proprio lui quando era ancora molto piccolo. Emanuele Viviano, fratello maggiore del portiere del Palermo Emiliano e tifoso sfegatato della squadra viola, intervistato in esclusiva dal Brivido Sportivo ha raccontato, in tutte le sue sfaccettature, il numero uno rosanero augurandogli di vestire nuovamente e al più presto la maglia della Fiorentina. Viviano è stato uno dei migliori nel match tra Fiorentina e Palermo. Quanto è difficile per lui giocare contro la squadra del cuore? «Per lui ogni volta è difficile giocare contro la Fiorentina alla quale è affettivamente legato: nato a Firenze, in una famiglia in cui siamo tutti tifosi viola, non poteva che esserne da sempre un entusiasta sostenitore. Inoltre si sente un ex giocatore viola perché ha militato nella Primavera fino a quando la squadra non ha dichiarato fallimento e di conseguenza Emiliano ha dovuto scegliere un’altra strada. Ripeto che non è mai facile, per lui, trovarsi davanti la squadra del cuore: certo è sicuramente motivo d’orgoglio disputare prestazioni come quella di mercoledì scorso, ogni volta che mette piede al Franchi riesce a giocare delle ottime gare, proprio davanti a quei tifosi dei quali si sente parte». A fine partita si è sentito un po’ in ‘colpa’ per aver frenato la Fiorentina nella corsa alla salvezza? «No, in colpa no. Anzi, Emiliano si è un po’ arrabbiato quando ha visto che Amauri aveva fatto gol con la mano, ma solo per la scorrettezza del gesto. Certo, se dovesse perdere una partita, preferirebbe accadesse contro la Fiorentina piuttosto che contro altre squadre». Proprio nella scorsa gara suo fratello è stato protagonista di un gesto di fair play. Sul tiro di Pasqual ha ammesso di aver deviato la palla facendolo presente all’arbitro che ha assegnato l’angolo alla Fiorentina. Non è da tutti compiere gesti del genere anzi, la maggior parte delle volte, i giocatori tendono a tirare l’acqua al proprio mulino. «Mio fratello è un ragazzo molto corretto, è una persona che ci ha sempre messo la faccia senza mai tirarsi indietro. Gli è venuto spontaneo far presente all’arbitro che aveva toccato la palla. Ripeto, Emiliano è una persona molto onesta, sul campo come nella vita». Attualmente suo fratello gioca nel Palermo ma è in comproprietà con l’Inter, squadra nella quale, a fine campionato, potrebbe tornare. Qual è la sua volontà? «Lui sta molto bene a Palermo, è grato alla società e al presidente per l’occasione che gli hanno offerto, visto che veniva da un brutto infortunio. Palermo è Sgombero appartamenti, solai, cantine. indubbiamente Piccoli traslochi, smontaggio e una piazza imrimontaggio arredi, trasporti in genere. portante. Nelle squadre in cui Chiama per un preventivo gratuito! è andato a gioTel. 333 4233131 care si è, senza

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questa squadra e si sente un tifoso come tutti gli altri». Quanto soffre Emiliano, da tifoso, per ciò che sta accadendo alla squadra di Rossi? «E’ una situazione che lo fa soffrire come soffre un vero tifoso quando vede la propria squadra in fondo alla classifica, ci sta male come tutti noi della famiglia. E dopo aver giocato chiede sempre della Fiorentina a fine gara. Se poi non gioca in contemporanea si piazza davanti alla tv e se la guarda. Si sente inoltre con alcuni giocatori dell’attuale rosa che magari gli raccontano anche come è andata la partita. Lui è sempre informato su tutto, legge i giornali e tutti i siti che riguardano la Fiorentina». Ci racconta quando e come ha deciso di chiamare la figlia Viola? «Quando venne a sapere che la moglie era incinta di una bambina, l’ha praticamente obbligata a darle il nome Viola. I giocatori, se non giocano a casa loro, sono un po’ ‘nomadi’ e quindi, oltre che per onorare la Fiorentina, magari lo ha fatto anche per sentirsi un po’ più vicino a casa». A giugno si giocheranno gli Europei in Polonia e Ucraina: Emiliano spera in una chiamata di Prandelli? Com’è il rapporto con l’ex tecnico viola? «Emiliano spera moltissimo in una chiamata di Prandelli. Purtroppo è stato fermo tanto a causa dell’infortunio e questo non gli è andato sicuramente a vantaggio, però sta facendo un ottimo finale di stagione ed io personalmente spero, insieme a lui, che venga convocato. Mio fratello è molto grato all’ex tecnico viola: è lui infatti che lo ha fatto esordire con la maglia della Nazionale maggiore». Con la Nazionale maggiore Emiliano ha esordito proprio a Firenze nel ‘suo’ Franchi. La partita era Italia-Far Oer valida per la qualificazione ad Euro 2012. Come ha vissuto quella serata? «Sarà il destino, ma Emiliano ha esordito in serie A con il Bologna al Franchi e poi ha disputato la sua prima partita da titolare in Nazionale sempre nel ‘suo’ stadio: è un caso, ma questa coincidenza lo ha reso felice. Inoltre il pubblico viola lo ha sempre applaudito. Perfino mercoledì scorso, malgrado la triste situazione della squadra, i tifosi hanno avuto per lui applausi e sorrisi».



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Un piccolo record la Fiorentina (ma anche alcune altre squadre) lo ha già battuto in questo campionato: mai in tutta la sua storia aveva subito il rinvio di ben quattro partite. Quella della I giornata, nella quale i viola avrebbero dovuto giocare a Siena, fu spostata per lo sciopero dei calciatori. Poi le gare di Bologna e Parma non furono disputate per lo copiose nevicate verificatesi a febbraio. Infine l’incontro dell’Olimpico di domenica sera, come tutti quelli

della trentatreesima giornata, sono stati rinviati per la morte del giocatore del Livorno Morosini a mercoledì 25 aprile. Così tutte le squadre saranno attese da un autentico tour de force da qui al termine del campionato. Dovranno infatti disputare sei partite in appena tre settimane: da domenica 22 aprile a sabato 5 maggio (anticipo delle ore 18 a Lecce) i viola scenderanno in campo cinque volte, in due occasioni di mercoledì, con la possibilità perciò di svolgere pochissimi allenamenti. Sarà opportuno quindi centellinare al massimo le forze dei giocatori con un turn over quasi forzato. Il rinvio della sfida contro la Roma un piccolo vantaggio lo reca comunque alla Fiorentina. All’Olimpico, infatti, Delio Rossi, oltre allo squalificato Amauri che comunque sarà assente domenica alla ripresa del campionato nel match con l’Inter, avrebbe dovuto fare a meno anche di Matija Nastasic, il forte difensore serbo che a dispetto della giovane età ha dimostrato grande personalità e temperamento. Non è facile trovare queste qualità in un ragazzo che ha compiuto diciannove anni da meno di un mese. Eppure Nastasic, che comunque ha sbagliato alcune partite – ma non è stato certo il solo anche tra i difensori – si sta confermando un giocatore completo, perché abbina alla forza fisica anche una grande qualità tecnica. Inoltre non disdegna neppure di fare gol, cosa quanto mai importante nella Fiorentina attuale. Il centrale, prelevato dal Partizan da Corvino (il suo è stato uno dei migliori acquisti degli ultimi due anni), ha avuto un rendimento abbastanza costante. Non per nulla ha già collezionato ventuno gettoni di presenza realizzando anche due reti, al Cesena e a Parma (entrambe nel mese di marzo). Lanciato come titolare da Delio Rossi (con Mihajlovic in prece-

attendono mettono paura. Se la deve vedere, infatti, oltre che con l’Inter anche con la Juventus a Torino. Lo stadio è pieno all’inverosimile. La tensione in campo e sugli spalti è altissima. Il tecnico viola Oronzo Pugliese, che ha sostituito Bruno Pesaola esonerato a gennaio, schiera la seguente formazione: Superchi; Galdiolo, Longoni; Esposito, Ferrante, Brizi; Mariani, Merlo (D’Alessi dal 68’), Vitali, De Sisti, Chiarugi. Nelle file della Fiorentina ci sono ben otto giocatori che appena due anni prima hanno conquistato lo scudetto. Sembra incredibile che ventiquattro mesi dopo si trovino a lottare per non retrocedere. La partita comunque si mette bene per i viola. Giorgio Mariani, dopo venti minuti, realizza, infatti, su punizione il gol del vantaggio. L’Inter replica senza troppe pretese. Fa molto caldo quel giorno a Firenze. E i nerazzurri sembrano stanchi e

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appagati per lo scudetto appena conquistato. Le emozioni scarseggiano. La gara si trascina stancamente così verso la conclusione. E i viola si pregustano il successo che garantirebbe loro praticamente la salvezza. Ma a cavallo della mezz’ora della ripresa il match si anima all’improvviso e regalerà quindici minuti al cardiopalma. Jair segna al 29’ il gol del pareggio nerazzurro. I giocatori viola subiscono il contraccolpo psicologico. L’Inter ne approfitta e Mazzola al 33’ realizza la rete del vantaggio. In quattro minuti i campioni d’Italia così ribaltano il risultato. Il gelo cala sul Comunale. Per la Fiorentina quelle reti rappresentano un’autentica mazzata. Ma la squadra guidata da Pugliese, dopo alcuni momenti di logico sbandamento, si riversa in avanti alla ricerca del pareggio, trascinata dai tifosi. La serie B, però, sembra proprio dietro l’angolo. Poi al 90’ avviene il miracolo. Brizi, un giocatore poco avvezzo al gol, visto che in nove anni di serie A ne ha segnato uno solo (il giorno dell’esordio con la Spal), con una rasoiata di sinistro sigla la rete più importante della sua carriera. Lo stopper di Macerata viene sommerso dall’abbraccio dei compagni. I tifosi impazziscono di gioia. La salvezza è di nuovo alla portata della Fiorentina. E i viola la conquisteranno una settimana più tardi con il pareggio per 1-1 sul campo della Juventus.

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denza, seppur il tecnico serbo lo apprezzasse e lo tenesse in considerazione, aveva giocato poco) si è dimostrato uno dei giovani difensori più forti della serie A, con ampie possibilità di miglioramento. Non averlo avuto all’Olimpico tre giorni fa contro attaccanti veloci come Osvaldo, Lamela, Borini e anche Totti, senza nulla togliere agli altri difensori gigliati, sarebbe stato sicuramente un handicap per la Fiorentina. Domenica prossima sarà quasi certamente disponibile e se la vedrà con le punte interiste che Stramaccioni manderà in campo ovvero Milito, Zarate e probabilmente Forlan. Grazie a questo rinvio forzato del campionato quindi Rossi contro l’Inter, a parte Amauri, potrà contare su tutti i titolari a sua disposizione. Inoltre le condizioni fisiche di Vargas, recuperato all’ultimo tuffo da un infortunio che gli aveva fatto saltare le ultime due partite (con il Milan ed il Palermo) saranno nel frattempo sicuramente migliori: sappiamo tutti quanto il peruviano sia importante per la Fiorentina, è uno di quegli elementi in grado di fare la differenza in ogni momento. Quindi averlo di nuovo in piena efficienza sarà un buon vantaggio per Delio Rossi in vista delle tre settimane più importanti del campionato. L’unico svantaggio di questo rinvio del campionato riguarda l’assenza di Amauri (che rientrerà all’Olimpico) in una partita casalinga (con l’Inter appunto), nella quale la Fiorentina, per forza di cose, dovrà attaccare. In una gara così forse sarebbe stato più utile l’attaccante brasiliano che non magari Ljajic che punta vera non è. Questo almeno sulla carta. Speriamo che il campo ribalti questa tesi e che l’agilità del giocatore serbo sia l’arma in più a disposizione di Delio Rossi per mettere in crisi i lenti difensori nerazzurri.

Quel gol all’INTER di BRIZI al 90’ che EVITò IL BARATRO Non vince da sei stagioni la Fiorentina contro l’Inter al Franchi. L’ultimo successo lo ottenne l’8 febbraio 2006, con Cesare Prandelli in panchina, quando si impose per 2-1 con reti di Brocchi e Jimenez. Conquistare i tre punti domenica sarebbe fondamentale per la lotta per non retrocedere. Già in passato un risultato positivo con i nerazzurri – un pareggio in quel caso – consegnò ai viola il passaporto per la salvezza. Raccontiamola quella partita giocatasi al Comunale il 16 maggio 1971 e valida per la penultima giornata di campionato. I tifosi viola sperano che l’Inter, laureatasi campione d’Italia la settimana precedente, si presenti a Firenze un po’ scarica. Lo sperano di vivo cuore, perché la Fiorentina ha bisogno di almeno due punti (quanti allora ne vale una vittoria) per salvarsi. E le partite che la

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Oriali, sempre Oriali, fortissimamente Oriali. Il nuovo direttore sportivo della Fiorentina verrà comunicato dalla proprietà alla fine del campionato, quando la salvezza sarà stata raggiunta sul campo (gli scongiuri sono d’obbligo) e sarà possibile cominciare a costruire la squadra della rinascita. Andrea Della Valle ha ripetuto in più di un’occasione di avere le idee chiarissime sul candidato che maggiormente lo affascina e non è da escludere che un mezzo accordo possa essere già stato trovato. L’uomo dei sogni è proprio Gabriele Oriali, colui che è stato scelto dalla famiglia Della Valle per far (ri)decollare il progetto viola. Esperto al punto giusto, stimato nell’ambiente e con una classe innata che ha colpito prima Andrea e poi Diego Della Valle, anch’esso convinto di puntare tutto sull’ex dirigente dell’Inter. Anzi, a dirla tutta sarebbe stato proprio l’input di Diego a sbaragliare la concorrenza. L’organizzazione societaria, con i nuovi innesti, cambierà. Non ci sarà più nessun dirigente accentratore di poteri (Corvino era direttore sportivo e responsabile del settore giovanile), ma al suo interno la società sarà divisa in diverse aree specifiche, al cui comando ci saranno dirigenti ben distinti. E se per il settore giovanile ci sono un paio di possibilità in ballo (affidarsi ad un esperto come Comi o nominare responsabile il professor Vergine), un’altra carica in società potrebbe essere ricoperta da Mauro Pederzoli. Un’accoppiata tecnica con Oriali non è dunque da escludere, con l’ex Novara chiamato nel caso ad intavolare trattative e Oriali a svolgere un ruolo (anche) di direttore generale. Continua a resistere anche la candidatura di Giovanni Sartori, presente al Franchi per la partita contro il Palermo (ha detto di essere lì per vedere all’opera alcuni giocatori rosanero, ma ha convinto in pochi con questa spiegazione), che ad oggi sembra essere la

principale alternativa ai due sopra citati. Più defilate ormai tutte le altre candidature come ad esempio quelle di Vitale, Lo Monaco, Montali, Carboni e Marino. CARRIERA DIVISA A META’. Spostiamo però l’attenzione su Gabriele Oriali, il primo mattone della ricostruzione, almeno per i Della Valle. Mediano dall’energia infinita, ha fatto la storia con la maglia nerazzurra addosso. Protagonista indiscusso dal 1970 al 1983, tredici anni nei quali ha totalizzato 384 presenze e ha messo a segno 33 gol. In quegli anni ha raggiunto la Nazionale e ne è diventato un leader in campo. Ha coronato la carriera diventando Campione del Mondo in Spagna nel 1982. Dall’Inter è poi passato alla Fiorentina di Pontello, dove si è inserito subito alla grande nel centrocampo di De Sisti: va in rete addirittura al debutto nel match contro la Sampdoria e segna in tutta la stagione con una certa continuità. Alla fine del primo anno in viola saranno 7 le marcature, non male per un mediano tutto cuore, con la fama di non avere i piedi educatissimi. Attraversa le ere tecniche di Valcareggi, Agroppi e Bersellini e supera le 100 presenze in maglia viola. Rimane nel cuore dei tifosi anche dopo aver chiuso la carriera al termine della stagione 1986-87. DIRIGENTE DI SUCCESSO. Da dirigente si toglie le stesse soddisfazioni di quando era giocatore, raggiungendo risultati incredibili per le piazze in cui ha operato. Un viaggio iniziato da Bologna nel 1994 dove è rimasto ben quattro anni al timone del settore tecnico. Costruisce una squadra competitiva nel corso degli anni (acquista i vari Nervo, Paramatti, Antonioli) e centra un insperato doppio salto dalla C1 alla serie A. Al primo anno nella massima serie allestisce una squadra che arriva settima in classifica e in semifinale di Coppa Italia, ma è la stagione successiva che mette a segno il colpo della storia per il club felsineo, andando a prendere Roberto Baggio dal Milan. E’ anche fortunato, perché

il fuoriclasse di Caldogno indovina la sua stagione migliore e mette a segno 22 gol, record personale di marcature in un campionato. Decide poi di lasciare Bologna e di passare al Parma. Una sola stagione in Emilia gli basta per farsi apprezzare. Si presenta con due giocatori come Balbo e Veron, che vanno ad arricchire una rosa già competitiva. E’ una stagione magica per il club emiliano, che vince la Coppa Uefa (contro il Marsiglia) e la Coppa Italia (in finale contro la Fiorentina di Trapattoni) oltre ad ottenere il quarto posto utile per disputare i preliminari di Champions League. Il richiamo dell’Inter è però troppo forte e nonostante i grandi successi di Parma decide di tornare alla corte di Moratti. La storia racconta di undici anni in veste di consulente di mercato, nei quali ha contribuito a prendere

tutti i campioni che ancora oggi compongono l’Inter. Con l’avvento di Mourinho si è trasformato anche in una sorta di team manager di lusso, ma sempre con compiti dirigenziali ben precisi. Si è tolto lo sfizio di sedersi in panchina al fianco del portoghese nell’anno del Triplete, legando a doppio filo (qualora ce ne fosse stato ancora bisogno) il suo nome a quello dell’Inter. Il palmarès da dirigente nerazzurro fa impallidire: 5 Scudetti, 3 Coppe Italia, 3 Supercoppe Italiane e 1 Champions League. Lascia nel giugno del 2010 per alcune divergenze con altri dirigenti (Branca su tutti) e pochi mesi dopo rifiuta una nuova proposta del Bologna. Attualmente è opinionista televisivo, ma per lui sembra davvero arrivato il momento di tornare al timone di una società importante.

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Essere o apparire? L’atavico dubbio dell’era contemporanea, nel micro-mondo del calcio ha già una risposta lapalissiana: tutt’e due, è Telefoni: 338 1288266 (Massimo) 50012 GRASSINA 333 che 5907878 (Danila) Bagno a Ripoli (FI) indispensabile sia essere apparire, non E-mail: ilbaccodivino@libero.it Via Ponte del Lepri, 26 si scappa. Non basta essere vicino, essere presente, se nessuno se ne accorge. Per conferma chiedere ai Della Valle, che forse sono riusciti più a far breccia con un paio di entrate in scena schiette e dirette che non in tanti anni di esborsi economici e conferenze stampa oceaniche. La Telefoni: 338 1288266 50012breccia, GRASSINA ovviamente, è (Massimo) 333 5907878 (Danila) Bagno a Ripoli (FI) scaturita dalle due incursioni E-mail: ilbaccodivino@libero.it Via Ponte del Lepri, 26 pre-Milan: Diego Della Valle che irrompe nel ritiro chiamando la squadra all’adunata e, poche ore prima, Andrea Della Valle che incontra i tifosi. Due eventi già ampiamente approfonditi e sviscerati, ma utili come rampa di lancio per un ulteriore quesito: cosa desidera esattamente la tifoseria dalla Fiorentina? Un quesito che proprio la Fiorentina potrebbe porre, nell’ambito di un tavolo di confronto che riunirebbe prossimamente le delegazioni del pubblico viola, della società e del Comune. Un’idea che attraverso queste pagine abbiamo raccolto qualche mese fa proprio dai tifosi e da allora stiamo sottoponendo alla valutazione delle parti in causa. Se son rose fioriranno, ma intanto il prototipo dell’idea ha dato riscontri positivi, come conferma Filippo Pucci (presidente del Centro di Coordinamento Viola Club) che era presente a quell’incontro con ADV: «Ciò che mi ha colpito di più è stata la concretezza degli argomenti, la comprensibilità di un modo di comunicare diverso da quello usato in passato. E’ passato un messaggio

importante, cioè che questa sensazione di distacco finora percepita dai tifosi in realtà non è veritiera, perché il lavoro viene svolto con abnegazione e voglia di far bene. Finalmente un messaggio in controtendenza rispetto a quelli che si erano precedentemente recepiti». In parole povere, c’era l’essere ma

ovviamente in chiave viola? «Di fare più in fretta possibile col progetto Mercafir. A sentire le ultime dichiarazioni dell’Amministrazione sembra tutto a buon punto, ma non si sa mai. Preferisco non illudermi, visto come sono andate le cose inerenti lo stadio negli ultimi decenni a

mancava l’apparire, c’era l’impegno ma mancava l’efficacia nel farlo comprendere? «Esattamente. D’altra parte il calcio non è un’industria normale, non basta investire e produrre. Il calcio è sentimento, passione, non può andare avanti senza queste componenti». Quindi è questo che chiederebbe alla proprietà viola, di trasmettere meglio la propria passione? «Sì, e le chiederei di farlo attraverso la quotidianità, la presenza attiva, l’interazione continua con la gente». E al Comune invece cosa direbbe,

Firenze, e visto come stanno andando tutt’ora in Italia. Per dirla alla Trapattoni, “non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco”». Anche Valter Tanturli, presidente dell’A.T.F., sottoscrive l’importanza della ‘Cittadella viola’, o del ‘Paesello’ per parafrasare il

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sindaco Renzi. «Sarebbe un passo rilevante - afferma Tanturli - e credo che le istituzioni locali siano vicine a compierlo. E’ la cosa principale che il Comune possa fare per la nostra squadra, fra la miriade di interventi di cui l’Amministrazione si sta occupando per Firenze». Se venisse organizzato un tavolo di confronto, cosa chiederebbe alla Fiorentina? «Ora come ora le chiedo di raggiungere la quota salvezza. E’ la mia prima preoccupazione, al momento non penso ad altro. Comunque, ad un ipotetico tavolo di confronto ritengo che sarebbe fondamentale scegliere bene la rappresentanza della tifoseria. Non temo la responsabilità di essere chiamato, sia chiaro, perché mi sono preso responsabilità anche maggiori. Indipendentemente da me, dico che sarebbe necessario formare con cura la delegazione, perché dovrebbe rappresentare tutta la collettività dei sostenitori viola. E alla società chiederei di mettere più calcio nel proprio organigramma, le chiederei di coprire tutte le cariche strategiche con uomini di calcio. Una cosa che ora sembrano intenzionati a fare, mentre in passato c’era solo Corvino». Niente da eccepire ai Della Valle, ad esempio la cosiddetta ‘non fiorentinità’? «Il nocciolo della questione è molto semplice: c’è di meglio? Un fiorentino proprietario della Fiorentina sarebbe una soluzione molto bellina, questo lo so. Ma quanti imprenditori fiorentini hanno alzato la mano finora? Non l’hanno fatto quando costava poco in C2, figuriamoci oggi, il problema non si pone. Il problema, piuttosto, è quello di conquistare la salvezza al più presto in modo da poter riprogrammare e ripartire. Possibilmente con gente che ‘mastica’ calcio».


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Quel ‘volemose bene’ ALL’ITALIANA CHE PIACE AI PRESIDENTI Il Pungiglione

Le api volano a stormo contro quel gruppo di presidenti che, sentendosi un calore strano alle spalle, sono insorti contro la norma della responsabilità oggettiva. Non è che tale norma ci abbia mai convinto molto perché la riteniamo un po’ piratesca, del genere: “Gestiteveli voi i vostri eroi ed arrangiatevi”, facendo finta di non sapere che le possibilità dei mezzi di controllo in questo campo sono abbastanza aleatorie e nemmeno facilmente applicabili. Però se una norma

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non torna se ne parla ad acque calme, non quando il mare è in tempesta, la nostra barca fa acqua mentre qualcun’altra (vedi Atalanta) già è stata affondata. Mettiamo che annullino la norma, per assurdo, ed il Lecce (altro assurdo) arrivi prima dell’Atalanta e la condanni alla B per quei 6 punti di penalizzazione che gli orobici hanno già ricevuto. Dove ci sarebbe da nascondersi? Fortunatamente per ora la risposta della Federazione è netta ed appare quanto mai politically incorrect annullare una norma di con-

trollo nel pieno del bailamme. Non verrà fatto di sicuro, e lo sanno anche i presidenti impelagati, però sperano in un “volemose bene” che, all’italiana, se non cancella la norma ne cancelli gli effetti. Anche sulle decisioni che saranno prese si giocano gli ultimi rimasugli di credibilità (pochi invero) della giustizia sportiva. Nel frattempo usciamo da questo polverone sul campo, ne abbiamo tutti i mezzi e le possibilità, il destino dei “ripescati” lo lasciamo volentieri ad altri.

E un si vorrebbe piangere PERCHE’ UN SE NE VORREBBE AVE’ LA RAGIONE.

Senza parole, foglio bianco come quegli scrittori briachi amerihani che perdan l’ispirazione. I’nonno e un n’è neanche briaho questa vorta ma di fronte alla morte d’un ragazzo di venticinqu’anni o icche tu vo’ ave’ la voglia di dire? Tutto i’resto, le nostre paure, le nostre polemiche, e’ nostri morsi, e ti sembra d’un bischero che dole, e magari gli è così davvero.C’è anche chi fa polemiha se gli è stao bene o no ferma’ tutti e’ campionati, evidentemente e c’è anche chi un si sente come i’nonno e qui’resto e un gli sembra così bischero. Un ne voglio parlare, caso mai e vorre’ dire un’artra cosa. Ma e un si potrebbe pensare a fa’ quarcosa prima? No, perché i’caso di’ poero Moro, e un n’è miha l’uniho. Sortanto nell’urtimo par di mesi, prima e c’è stao quello ‘n Inghirterra ripreso pe’la

punta de’ capelli, poi i’nostro pallavolista, morto anche lui, e di Cassano che li scoprano a ventinov’anni che gli ha una malformazione a i’ core? Ma e’ controlli e un li fanno? Ma che se lo voglian mettere ‘n capo che un giohatore di carcio, o un atreta professionista ‘n genere e gli è come una macchina di formula1? A una macchina di formula 1, che la sia una meclarenne come ci hanno quegli artri o una tolemanne come e s’ha noi o che gli si fa gli stessi controlli che si fa alla Panda di’ qui’ gobbo di’ marito della mi’ nipote? Sehondo punto: ma strumenti pe’ risorve’ queste situazioni e gente che li sa usare la un si po’ avere a bordi di’ campo? Gli è pieno di brindelloni ‘n giacca e cravatta che un si sa icche ci stanno a fare, ma un dottore e un defribillatore o che sareb-

beno ‘nvestimenti ‘mpossibili pe’ uno sporte che prende un miliardo d’euro all’anno dalle televisioni e basta? I’ probrema e un n’è fermassi o no, i’probrema e gli è che queste cose le un succedano o, se le succedano, ave’ la coscienza tranquilla che s’è fatto di tutto perché le un succedesseno. Che son sihuri di potello dire que’ capocchioni che dirigano i’baraccone? Di certo gli è più semprice facci un piantino, ma noi e un si vorrebbe piangere perché e un se ne vorrebbe ave’ la ragione. I’nonno gli è stao troppo serio? Ogni tanto e ci vole, poi e la mi passa e ritorno bischero come prima, ma oggi no, magari e son più bischero ancora perché e penso che a dille queste cose e serva a quarcosa.

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La paura fa novanta e le storie di una maledetta giornata di calcio

Il pareggio con il Palermo e la vittoria del Lecce a Catania hanno fatto tornare crescenti paure. Quelle che con la vittoria di Milano si erano allontanate, in qualche modo scacciate da una resurrezione inaspettata, anticipata di un giorno e più dolce di ogni cioccolato di ogni uovo di Pasqua del pianeta. I fatti raccontano però che solo pochi giorni dopo la squadra sia tornata ad essere più ferma di Lazzaro prima che riprendesse a camminare, mentre Lazzari che ha rivisto il campo dalla panchina ha fatto il suo, e quindi pochino ma non così male. La partita di Palermo ha fatto tornare a galla poi quelle domande che hanno accompagnato il tifoso viola per tutta la stagione. Dal più banale “Cosa c’è che non va?”, al più difficile “Perché gioca ancora Montolivo?”, fino al sarcastico “Chi mettiamo come altro attaccante per scardinare una squadra che sta con otto uomini in area?”. Domande a cui Delio Rossi in parte ha dato risposta in conferenza stampa mentre An-

drea Della Valle è stato chiaro: a salvezza acquisita ci sarà la rivoluzione, in squadra e in società. Calendario alla mano c’è una singola partita che farà, purtroppo, la differenza. Certo, aspettando poi i risultati di Genoa e Lecce, che non sono poi facilissimi. Ma se la situazione di classifica dovesse continuare ancora di questo passo, tre punti dal Lecce e due dal Genoa, ecco che sarà proprio Lecce-Fiorentina la partita chiave. Le crescenti paure dei tifosi allora si fanno concrete perché questa squadra lo spirito di chi deve salvarsi proprio non ce l’ha. E ci siamo passati anche di recente. Però c’era gente come Maresca e Miccoli, c’era quel successo per 3-0 con il Brescia aspettando gli altri risultati. C’è difficoltà invece a trovare in questa squadra qualcuno che alzi una maglietta verso la curva con scritto “Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta”. Perché nella Fiorentina di oggi, chi davvero lotta si può contare sulla dita di una mano, e neanche la si finisce. I nomi li sapete, non c’è bisogno di dirli. Poi, chissà. Oltre la resurrezione ci potrà essere la riscossa con l’Inter o magari a Roma. In fondo, sperare non costa nulla e in fondo è l’unica cosa a cui il tifoso si può davvero aggrappare. Aspettando quei maledetti novanta minuti dove davvero si potrà decidere tutto. Intanto, un pensiero va a Piermario Morosini e a come ha lasciato il calcio. Su un rettangolo verde, cercando di rialzarsi

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Senza Filtro

di Federico Pettini

mentre il cuore a poco a poco cedeva. In un paese come l’Italia che non sa chiedere scusa neanche davanti all’evidenza (quella macchina della municipale ha fatto il giro del mondo) né trovare un accordo di fronte ad una tragedia su come e quando recuperare la giornata di campionato sospesa, ci resteranno in mente la vita travagliata di questo ragazzo, i tifosi del Pescara che fin da subito si uniscono nel dolore a quelli del Livorno, Verratti che accompagna il barelliere al campo, la maglia numero 25 ritirata e Totò Di Natale che decide di prendere in affidamento la sorella di Piermario. Storie di un’altra maledetta giornata di calcio.


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LA DECADENZA DELLA PRIMAVERA SFIORITA E SORPASSATA

Sembrava fantasia pensare appena un mese e mezzo fa al sorpasso sulla Fiorentina in campionato. Il secondo posto pareva consolidato, quasi un gioco da ragazzi: nessun impegno con la Coppa Italia, 9 punti di distacco con il Torino secondo. Ma è proprio la sicurezza che certe volte inganna giocatori e

allenatori. Troppe partite giocate senza un preciso schema tattico, troppe partite senza Acosty e Salifu, i due che facevano la differenza. Ed ecco che ti ritrovi ad una giornata dal termine della fase a gironi con una vittoria, 4 pareggi e 2 sconfitte nelle ultime 7 gare. Quelle in cui il Toro invece ha dato il massimo recuperando punti fino a sorpassare i viola. TRASFERTA SFORTUNATA. E’ finita 1-1 la sfida tra Novara e Fiorentina valevole per la penultima giornata di campionato Primavera. Dopo essere passati in vantaggio con il gol del terzino Luca Bittante (che a dir la verità ne è avvezzo), i baby viola si sono fatti recuperare sul finale di partita grazie ad un autogol di Ashong. Partita dagli effetti di un valium con la Fiorentina seriamente in difficoltà nel reparto offensivo: tutta la squadra si è affidata a Zohore unica punta e spesso i terzini si sono lasciati andare in lanci lunghissimi ma poco precisi in avanti. Matos in crisi da gol è stata la vera delusione di quest’annata sfortunata: troppo lezioso e troppo attento alle finezze di stampo brasiliano che lo hanno fatto essere poco concreto. La nota di merito a questa squadra è da attribuire tutta al reparto difensivo: l’assenza di Michele Camporese non è sembrata pesare più di tanto. La vera rivelazione è stata il portierino lituano Svedkauskas, capace di salvare il risultato in partite importantissime, come ad esempio contro la Juve. Rozzio ha fatto la sua parte raggiungendo la sufficienza. Bittante ha segnato pure. Empereur è stato riadattato a centrale di difesa ma ancora non ha il pieno controllo sulla situazione. Resta il fatto che ci troviamo di fronte alla miglior difesa del campionato: solo 23 reti subite in 25 partite. Ma il reparto difensivo non è bastato a mantenere saldo il secondo posto in classifica.

duto. I granata sono usciti vittoriosi dalla trasferta di Cagliari per 1-0. Proprio i sardi sono i prossimi avversari della Fiorentina sabato al Poggioloni delle Caldine. Impegno abbordabile, se non altro per cercare di riprendere quel secondo posto che compete alla squadra di Leonardo Semplici. Ovviamente un occhio sarò puntato verso Torino, dove la squadra granata sarà impegnata col penultimo Modena in una partita tutt’altro che impegnativa. Nel caso i viola terminassero al terzo posto dovranno affrontare i play-off scudetto. Le terze, le quarte e le due migliori quinte classificate disputano i play-off per la qualificazione alla Fase Finale. Le otto società che li affrontano sono accoppiate tra loro in un tabellone di tipo tennistico che prevede la disputa di sei gare uniche. Oppure, nella migliore delle ipotesi, i baby viola dovranno sperare in un miracolo del Modena e vincere tra le mura amiche. Rimane il fatto che essere recuperati dopo un campionato alla rincorsa del primo posto in classifica fa male. Sicuramente sono più i demeriti di una Fiorentina arrendevole e senza i suoi uomini migliori, che i meriti del Torino. Classifica: Juventus 49; Torino 46; Fiorentina 45; Livorno, Genoa, Sampdoria 40; Empoli 39; Parma 33; Novara 32; Cagliari 29; Sassuolo 27; Siena 21; Modena 19; Grosseto 12.

IL TORO PASSA. Anche se sarà difficile arrivare secondi, manca ancora una giornata di campionato e non tutto è per-

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La Ravenni oro alle parallele, qualificazioni a pioggia nel Torneo federale GpT

Camilla Vannucchi campionessa regionale 3° livello

di Maria Consiglia Grieco

finale nazionale di Pesaro con una prova quasi perfetta – alle individualiste del secondo livello (dove hanno debuttato Elisa Caldini,Sofia Giannandrea, Rebecca Levi Micheli e Ludovica Mazzuoli), fino alle ginnaste più esperte del terzo livello. E proprio la trave ha sorriso a Sara Corsini (3° livello, prima fascia), che entra in finale all’attrezzo con il quarto punteggio, dopo aver dovuto rinunciare a concorrere in classifica assoluta a causa di un infortunio occorsole durante le prove, che le ha impedito di eseguire l’esercizio alle parallele asimmetriche e i salti al volteggio. Una qualificazione arrivata, tra l’altro, all’indomani del bronzo a squadre junior conquistato nella serata di sabato insieme con Arianna Giannelli, Alessia Ravenni e Annachiara Sottili, nella finale regionale di Prima categoria UISP, impreziosito da una doppietta oro-argento alle parallele di Ravenni e Sottili, quest’ultima poi terza classificata al volteggio. Domenica pomeriggio è il turno della seconda e terza fascia del 3° livello, quelle più numerose, ed ecco che le dieci ginnaste del CGF (Aterini, Cortese, Gensini, Giannelli, Mugnai, Nencini, Pieri, Signorini, Sottili, Vannucchi) sfilano una ad una in pedana, i capelli tirati, la scelta accurata degli accessori, che siano perfettamente abbinati al body, le pettinature perfette… perché si sa, tutto deve essere in ordine e non si può correre il rischio che una ciocca fuori posto disturbi l’esecuzione agli attrezzi. Qualcuna è reduce dalla finale regionale a squadre senior di Prima categoria UISP, che è valsa il sesto e l’ottavo piazzamento rispettivamente per il duo Bianca Aterini-Laura Pieri e quello Ricciarda Nencini-Irene Signorini, ma ieri era ieri e oggi c’è Sara Corsini già da concentrarsi su un’altra gara. E allora via, trave

“Ma come? La trave come primo attrezzo? E se poi cado? Dopo sbaglierò tutta la gara”. Se vi capita di sentire una frase del genere, state parlando con una ginnasta che ha appena scoperto di dover affrontare subito, in gara, la specialità forse più ostica, quella che mette in bilico su dieci centimetri le ansie, le paure, il sudore di interi pomeriggi in palestra trascorsi a contare quanti esercizi siano stati eseguiti senza cadute, cercando di fare in modo che sia la concentrazione a spuntarla, a tenere in equilibrio il vortice di emozioni che attraversa la mente durante una manciata di secondi che sembra durare in eterno. Però non si può fare altrimenti, la gara comincia proprio da lì, devono aver pensato le atlete del Centro Ginnastica Firenze, impegnate sabato e domenica nella fase regionale del Torneo GpT, una competizione che ha visto protagonista l’intera sezione agonistica della ginnastica generale, dalla squadra di primo livello – il terzetto formato da Caterina Cicali, Caterina Greci eGiulia Raviglione, che conquista la

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anche per loro, qualche caduta di troppo, l’emozione è tanta, gli elementi non semplicissimi; però, se una ginnasta dice all’allenatrice “Non cambiamo l’elemento… io voglio farlo”, capisci che le sfide con se stessi cominciano già a quattordici o quindici anni e che – vinte o perdute – appena concluse lasciano l’animo più forte di quando siano state lanciate. E dopo cinque attrezzi, dove ogni prova, ogni salto, ogni sequenza non sembra mai eseguita da una sola ginnasta per volta, tanto è il tifo, il sostegno, le grida, l’incitamento – che, anziché sopirsi, si fanno più forti Costanza Mugnai dopo una caduta o un errore al corpo libero – arrivano i verdetti: Camilla Vannucchi è prima in seconda fascia, una medaglia d’oro nel concorso generale accompagnata da un’esultanza che avrebbe trascinato la ginnasta sul podio anche se non si fosse mossa affatto; Annachiara Sottili e Chiara Cortese, terza e quinta, sono in finale alle parallele; Irene Gensini rientra in nazionaLe ginnaste junior e senior le al minitrampolino, quarta di Prima categoria. classificata.

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con un tiratissimo 3-2 mentre i Milan Boyss si impongono per 6-1 con gli Ultimi rimasti Lebowski: Costantin Marian e Cristi Marian Tudor protagonisti indiscussi dell’incontro. LE PRIME VITTORIE IN GOLDEN Partono alla grande nel C5 i Capezzoli&Cavalli che rifilano un 7-4 ai ragazzi del Real Firenze C5, con il poker di gol decisivo per il bomber Eugenio Mininni. Anche la Pubblica Assistenza Calenzano sul campo del TC Sesto ottiene i primi 3 punti del gironcino grazie alla vittoria contro i Mera per 5-3. Real Risiko e New Prognosi Riservata balzano in testa assieme al girone G con le vittorie su Roda Team e Forti a Tavola, terminate rispettivamente 12-3 e 3-1. Nel girone I sempre del C5 due vittorie tiratissime e soffertissime: No Beghe che si impongono per 7-6 sulla Stella Jonica e Ali Galà e i 6 scarponi per 4-3 sugli Anda e Rianda (Sasha Ippolito man of the match con 4 gol messi a segno sui 4 siglati dalla formazione di casa). Nel C7 la Pizzeria Casamatta stecca la prima del proprio girone subendo una sconfitta per mano dei Troppo Sport che vincono 4-2 sul campo della Sales. Gli Sport e tempo libero invece non fanno altrettanto e subiscono un netto 2-0 dal Venta Team.

Due i pareggi nella prima del girone C, con Aran Island 2 e Ichnusa Juniors che si spartiscono il bottino chiudendo l’incontro sull’1-1 mentre uno spettacolare 2-2 è il risultato fra Seleçao Argentinos e Dahansas SS, con Lorenzo Matteuzzi autore di una bella doppietta. Vittorie casalinghe nel girone D con Galluzzo C7 che strappa la vittoria ai Dinamo Kotti

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Nel C5 parte col turbo la formazione blufuxia dell’A-Team(2) che vince la prima partita del girone A al Palanovoli, imponendosi per 4-1 contro l’Ellessedì. Nell’altro match del girone è lo Shaken Team ad avere la meglio di misura contro i forti Galacticos, con risultato finale di 6-5 dove la tripletta di Gianmarco Matteoli è stata decisiva. Tutto facile invece per i Mostodolce nel girone C, con la vittoria a tavolino grazie ai De Stjil che non si presentano al campo. Più dura per i Non Atletic battere una forte Trallaltro ma che ancora deve trovare le misure giuste in questa competizione: il risultato finale è 5-3 per i Non Atletic. Dopo un campionato terminato con zero sconfitte, anche nel girone H i Back in Black

continuano la marcia trionfale: è il Real Bombay a doverne fare le spese per primo, con un 11-2 finale fin troppo pesante. Il Campone Utd passa invece di misura su un buon Deportivo Calenzano, portando in rete ben 5 marcatori differenti, segno evidente di compattezza e ottimo gioco di squadra. Nel C7 continua la serie negativa della Sub Pedibus Alae, neo vincitrice del campionato Croazia chiuso però con 2 sconfitte di fila, seguite da un 7-3 a favore dei Pipela FC nella prima partita del girone A della Top League: passaggio del turno a rischio? Intanto i WLF vincono 4-2 faticando non poco contro i Calci dal Basso ma siglando 4 gol uno più bello dell’altro.

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18 aprile 2012 www.brividosportivo.it

CALCIO OICLAC TOSCANA ANACSOT

GIRONI DEL CALCIO A 5 MASCHILE: ASSEGNATI SETTE TITOLI

Sono terminati la settimana scorsa i sette gironi del calcio a 5 maschile: hanno conquistato la vittoria dei rispettivi raggruppamenti I.G.M. (A), Gelateria Dalmazia La Portiguesa (B), Amico Pane (C), Stella Rossa C5 (D), Deportivo Chiesanuova VP (E), Nastyboys FC (F) e Final Blow (G). Prenderanno pertanto il via questa settimana le Fasi Finali Provinciali che sono suddivise in Top League, Golden League, Silver League e Bronze League: al termine delle Fasi Finali Provinciali, le vincenti delle categorie Top, Golden e Silver League parteciperanno alle Finali Provinciali Unisports, mentre le prime tre squadre classificate della Fase Finale Provinciale Top League accederanno alla Fase Regionale. Girone A - Solamente all’ultima di campionato l’I.G.M. ha potuto festeggiare la vittoria del campionato: ben 61 punti conquistati su 66 disponibili, ma la certezza del titolo è arrivata giovedì 12 aprile. Per i campioni provinciali in carica giunge così anche la vittoria del primo campionato (dopo il quarto posto della passata stagione), frutto di un cammino impeccabile culminato con 20

Il Giardino di

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successi, un pareggio ed una sola sconfitta, oltre al secondo miglior attacco (181 reti, una sola in meno rispetto al Real Cerveza) ed alla miglior difesa (appena 58 gol incassati) del girone. A tener testa ai primi della classe ci ha pensato il Real Cerveza, al quale ben 57 punti non sono bastati per vincere il campionato: la formazione di Enrico Cerreti comunque ottiene un risultato che in pochi avrebbero pronosticato alla vigilia del torneo. Al terzo posto si sono classificati gli Stempiaz FC C5 che hanno totalizzato 50 punti ed accedono così anch’essi alla Top League, mentre al quarto posto terminano il campionato I Terroni C5 che precedono di una posizione I’Blues, vincitori dello scorso campionato, e dai quali senz’altro ci si aspettava qualcosa in più. Girone B - La Gelateria Dalmazia La Portuguesa conquista la vittoria del gruppo B e succede nell’albo d’oro di questo raggruppamento all’Antella 92, formazione che quest’anno si è dovuta inchinare allo strapotere dei neo-campioni. I 50 punti (su 54 a disposizione) conquistati dai vincitori testimoniano la supremazia indiscussa della Gelateria Dalmazia La Portuguesa che oltre ad aver vinto entrambi gli scontri diretti con l’Antella 92 (terminata al secondo posto con 41 punti) vanta anche l’attacco più prolifico del raggruppamento con 157 reti realizzate. La miglior difesa del girone è invece quella de La Seleste che ha incassato appena 48 reti ed ha ottenuto il terzo posto (38 punti), accedendo così anche quest’anno alla Top League. Devono accontentarsi di partecipare alla Golden League A.S. Tronzi (34 punti) e Real Granacci (33 punti) che chiudono il campionato rispettivamente al quarto ed al quinto posto. Girone C - L’equilibrio l’ha fatta da padrona in questo gruppo, tant’è che per la formazione vincitrice, l’Amico Pane (49 punti), sono state indolore le tre sconfitte (ed il pareggio) subìte in 20 gare. Per la formazione che annoverava fra le sue fila l’ex viola Christian Riganò sono stati tanti i gol messi a segno (ben 159), ma la difesa non è stata di certo imperforabile (ben 92 gol subìti, la peggior difesa fra le prime cinque della classifica). Al secondo posto si è classificato l’Atletico Micatanto (44 punti) che si è confermata dopo l’ottimo precampionato (chiuso sempre al secondo posto), ed ha così conquistato la Top League. Al terzo posto (l’ultimo utile per l’accesso alla Top League) si è classificata La Taverna (40 punti) che ha superato all’ultima giornata il FC Barrettino (38 punti), relegando questi ultimi in Golden League, alla quale accedono anche CS Sorgane C5 e Firenze Gardenia. Si sono invece garantite l’accesso alla Silver League Galli Neri (18 punti), Gli Imprevedibili (17 punti) e Deportivo Dude (13 punti). Girone D - Grazie ad un cammino pressoché perfetto (15 vittorie, un pareggio e nessuna sconfitta) la Stella

Rossa C5 (46 punti) si è aggiudicata la vittoria del campionato precedendo di 8 lunghezze i Los De La Nasa. Per i vincitori del girone parlano i numeri: miglior attacco (127 reti) e difesa meno battuta (49 gol al passivo) del girone. Con i campioni che hanno viaggiato con una marcia in più, nulla hanno potuto i Los De La Nasa che comunque si sono garantiti l’accesso alla Top League. Hanno centrato la qualificazione per la Golden League Polis Multietnic C5 (30 punti), Old Boys (24 punti) ed Auto Atelier (23 punti): solo sul filo di lana queste ultime due hanno avuto la meglio sul Firenze Sud (22 punto) che per un solo punto ha mancato l’accesso alla Golden League e parteciperà invece alla Silver League. Quest’ultima manifestazione vedrà ai nastri di partenza anche Cani Al Sole (20 punti) e 20TH Century Boys (più staccati in classifica, con 7 punti all’attivo). Girone E - Il Deportivo Chiesanuova VP l’avrebbe dovuta far da padrona, considerando che la formazione è impegnata nel campionato di serie C1, ed invece il successo è arrivato solamente al termine dell’ultima di campionato. La vittoria sul D.L. Firenze C5 ha permesso al Deportivo Chiesanuova VP di chiudere il girone con 51 punti, due soli in più di Club 70 e FC Silenzio...Si Gioca. Il Club 70 ha avuto il jolly alla penultima di campionato, giornata nella quale ha affrontato proprio i vincitori del raggruppamento: il 7-7 finale ha spazzato via i sogni di gloria del Club 70. Ottimo anche il campionato del FC Silenzio...Si Gioca che nonostante i 49 punti all’attivo ha chiuso il campionato al terzo posto (in virtù del peggior piazzamento negli scontri diretti col Club 70): piazzamento che vale comunque la Top League. Molto combattuta anche la lotta per il quarto posto: alla fine l’hanno spuntata gli Spartans FC (42 punti) che hanno preceduto di una sola lunghezza Il Fortino. Queste due formazioni accedono alla Golden League insieme al D.L. Firenze che è terminato al sesto posto con 30 punti. Girone F - I Nastyboys FC (48 punti) si sono laureati campioni di questo raggruppamento: dopo aver operato il sorpasso in classifica ai danni dello Zanzibar, hanno usufruito dell’esclusione dal campionato proprio dello Zanzibar, e così alla fine hanno staccato di ben 9 lunghezze i secondi della classe, l’Istopanasto F.C. Dell’esclusione dello Zanzibar ha approfittato anche il Pes United che è giunto al terzo posto (con 31 punti), precedendo di un solo punto il FCS San Giustao. Per il Pes United si sono così aperte le porte della Top League, mentre il FCS San Giustao parteciperà alla Golden League. Al quinto ed al sesto posto si sono rispettivamente classificate il Torracchione ed il Secretkick 08: anche per loro sarà Golden League. Si sono invece qualificate per la Silver League la Diamante9 (18 punti) e lo Staff Magnum (12 punti), mentre il Mucho Sbucho (che ha chiuso il campionato con soli 3 punti) prenderà parte alla Bronze League. Girone G - Dominio assoluto dei Final Blow: i vincitori dell’ultima Coppa Campioni hanno chiuso il campionato con 64 punti, frutto di 21 vittorie ed un solo pareggio in 22 gare disputate. Per loro arriva così l’undicesimo titolo consecutivo: un percorso inarrestabile che anche stavolta non ha dato scampo alle pur valide formazioni di questo raggruppamento. L’AB Ceres ha chiuso il campionato al secondo posto (53 punti), conquistando il primato di miglior difesa del girone (con soli 55 gol subìti). Terzo posto e qualificazione alla Top League per l’Atletico Ragnaia (48 punti) che è terminata avanti di tre lunghezze rispetto alla Steaua: questi ultimi accedono così alla Golden League, nella quale si faranno forza del loro eccellente reparto offensivo che ha Sgombero appartamenti, solai, cantine. messo a segno ben 209 reti (il miglior reparto offensivo non solo di questo gruppo, ma anche Piccoli traslochi, smontaggio e rimontaggio arredi, trasporti in genere. di tutti e sette i gironi di calcio a 5). Si sono infine qualificate per la Golden League anche Atletico Casentino VF e Trilogy che hanno chiuso il camChiama per un preventivo gratuito! pionato rispettivamente con 40 e 35 punti. Tel. 333 4233131

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e Milan non è facile ma resta la consapevolezza che questa Fiorentina, questa piccola Fiorentina, quando trova una grande riesce comunque a dare qualcosa di importante. Ovviamente teniamo fuori la Juve da questo ragionamento perché con i bianconeri, che in panchina ci fossero Mihajlovic o Rossi, la squadra viola ha beccato soltanto bastonate. E non solo nel risultato. Ma l’occasione-Inter ci appare francamente molto interessante. E’ vero che i nerazzurri sono in ripresa ma è altrettanto vero che nelle partite giocate meglio hanno subito e dovuto accettare situazioni difficili. Insomma non è più una squadra imbattibile, i suoi difetti stanno crescendo come l’età media del gruppo. Certo, temiamo ex come Pazzini che hanno dentro ancora il veleno per qualche ricordo negativo. Si può temere pure il rendimento complessivo di quegli attaccanti (vedi Milito) che proprio in questa fase hanno ritrovato con continuità il gol. Ma pure i vola hanno in fondo il loro piccolo serpentello avvelenato: perché non sperare in Kharja che all’Inter aveva passato un periodo importante e poi è stato abbandonato e rimandato a Genova? Che sia proprio lui l’uomo in più che magari a gara iniziata Rossi potrebbe mettere dentro? Certo che fare risultato con l’Inter avrebbe un significato straordinario nella corsa per la salvezza ancora in pieno svolgimento. Mercoledì, poi, ci sarà il match sulla carta più difficile, quello con la Roma all’Olimpico: però, visto che siamo a discutere di grandi avversari, anche i giallorossi con la Fiorentina quest’anno hanno pagato scotto. Sarebbe bello, insomma, salvarsi con un bel finale di stagione andando a prendere i punti proprio alle grandi. Come a significare che per il prossimo futuro la Fiorentina non avrà più remore psicologiche.

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CHIUSO PER LUTTO: IL CALCIO STAVOLTA HA FATTO LA SCELTA GIUSTA

Il calcio chiude per lutto in un sabato pomeriggio dal sapore amarissimo. Un ragazzo di venticinque anni muore sul campo di gioco. E le televisioni trasmettono quasi ininterrottamente le immagini della tragedia, intercalate dalla pubblicità di automobili e di scommesse sportive. La speranza di trovare in Rete un’oasi senza spot è bruscamente interrotta da un’immagine dell’aspirina, che precede il filmato della tragica morte “in diretta” di Piermario Morosini. Forse proprio questa volta − in uno dei suoi rari momenti di lu-

cidità − il calcio ha dato a tutti una grande lezione di civiltà. Ha fatto quello che in altri momenti non aveva avuto il coraggio di fare. Basti pensare alla finale di Coppa dei Campioni di Bruxelles del 1985, quando la partita venne giocata in un clima surreale da tragedia postatomica con 37 morti ammassati sotto le tribune dell’Heysel (e che dire dell’esultanza dei giocatori bianconeri…). E basti pensare a martedì 11 settembre del 2001 quando la Champions League non si fermò e Roma-Real Madrid scesero in campo all’Olimpico (e non solo loro) dopo aver appreso del crollo delle torri gemelle accompagnate da un’atmosfera irreale e triste (seppur trattasi

questa di tragedia che niente aveva a che fare col mondo del calcio, ma che aveva comunque sconvolto il mondo). Ecco, per una volta qualcuno ha preso la decisione giusta, fregandosene del calendario troppo compresso (che sarebbe stato un alibi perfetto), delle televisioni a pagamento che vorrebbero giocare 365 giorni all’anno, neanche fossimo in un supermercato, e di tutti coloro che, con malcelata indifferenza, dicevano che si sarebbe onorato la memoria del povero Piermario solo giocando e lavandosi poi la coscienza con un minuto di raccoglimento interrotto da applausi e/o cori beceri (vero Zamparini?). Lo spettacolo non è andato avanti, le

leggi del business − sempre nascoste sotto un finto cordoglio − non hanno avuto la meglio e la memoria di un calciatore giovane, dalla faccia buona e triste, non è stata offesa. Quel povero corpo che perdeva vita mentre tutti gli si affannavano attorno nel tentativo di portarlo fuori dall’abisso, era una visione veramente troppo dolorosa per pensare di scavalcarlo e passare oltre senza voltarsi. Forse questa non sarà l’ultima morte tragica a cui saremo costretti ad assistere fuori o dentro il campo, perché esiste un “imponderabile” che se ne frega di tutti i controlli medici. Ma almeno adesso il calcio sa qual è la strada giusta da percorrere.


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