Santo Spirito

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25 «Ave, stupenda imperatrice. Ahimè, desidererei ardentemente il vostro risveglio per condividere questa terra con le vostre armoniose fattezze, ma purtroppo mi si spezza il cuore nel dovervi rivelare un fatto tragico per me, quanto innovativo e positivo per voi.» «Cosa mai mi dovete dire di così terribile per voi? Non ci conosciamo affatto, ma già fate parte della sfera più intima del mio essere, che fino a poco fa perfino io ignoravo.» «Mia cara, ora il vostro fascino appartiene ad altra dimensione. Non temete di abbandonare questo corpo, perché tanto la bellezza ve la porterete appresso e sarà eterna. Prima deciderete di guardare in alto e spingervi oltre l’oblio, e prima assaporerete la gioia di librare veloce sul tutto che ormai non è nulla per voi. Più state qui, più i vostri tormenti si trasformeranno in potentissime ancore che non vi permetteranno l’agognato balzo verso il cielo cui aspirerete, tra un po’ di tempo, con tutta voi stessa» disse lui con fare calmo ma perentorio. «Che mai dite, io sono viva, più viva di voi che a tratti avete l’aurea che sfugge al vostro corpo per poi tornarvi. Io sono qui perché ho brama di sperimentarvi, vi sprono a sperimentarmi!» Diminuì l’apertura delle sue palpebre e i suoi occhi diventarono quelli di un gatto, con lo sguardo tanto affilato da togliere il fiato. Si adagiò sul velluto in terra e sorrise come mai a nessuno aveva visto fare… Santo colpì con la tempia il bordo del carrello di metallo, sicché la sua caduta dalla sedia, oltreché improvvisa, fu anche spiacevolmente dolorosa. Si alzò di scatto, immemore del dolore, e fissò quel corpo apparentemente inerte. La visione appena vissuta nel suo intimo lo aveva sconquassato. Non era assolutamente andato in astrale! Avendo semplicemente avuto l’impressione che il suo intuito fosse stato ingannato dallo Spirito che trasumanava da quel corpo, che si fingeva l’aurea di una persona ancora vivente, aveva richiesto a una parte più profonda del suo intimo di illuminargli la faccenda. Ora era ancora più esterrefatto di prima. Solitamente, per gli Spiriti che trapassavano, creava un luogo ideale, affinché potesse poi accompagnarli più morbidamente possibile verso l’altra dimensione. Quelle solite immagini erano come sbiadite, leggere. Egli guidava quelle particelle di Spirito che trasmigravano dal corpo, le riuniva insieme e quasi egli stesso le aiutava a esprimere le loro stesse volontà. Questa volta si era ritrovato di fronte a un’anima completa, forte, che non stava vivendo nessun trauma per il trapasso. Quell’anima aveva creato essa stessa il luogo del loro incontro e aveva già una sua totale autonomia, come se avesse comunicato telepaticamente con un suo pari, fatto di carne e ossa!


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