Lontana da me, Michiela Andriolo

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18 museo se vuole andare al museo, che ci si riposi se vuole riposare… e se gli altri hanno altri progetti si arrangino pure». «Senti, bella, se tu non sei in grado neanche di muoverti a Trastevere non è colpa mia, svegliati un po’ che hai ventiquattro anni». «Non giudicarmi. Io non sono mai stata da nessuna parte perché non potevo permettermelo». «Oh no, ti prego non cominciare con i piagnistei». «Tu vivevi in una bella casa, indossavi vestiti costosi, cenavi in ristoranti alla moda e ogni anno partivi per una vacanza esclusiva mentre io mi sudavo ogni briciolo di vita». «Mi stai accusando di essere una viziata?». «Certo che lo sei, quando ti portavano in settimana bianca e ti lamentavi perché era troppo freddo e ti si ghiacciavano i piedi, ti avrei preso a schiaffi». «Ti abbiamo invitata tante volte, ma hai sempre rifiutato». «Non volevo la vostra carità». «E certo, altrimenti non avresti più avuto un motivo per farti commiserare». «Si chiama dignità, Sara, non hai la minima idea di cosa significa vivere. Senza tuo padre, che ha fatto i soldi arricchendosi con le disgrazie degli altri, saresti un’inetta». «Non nominare mio padre, si è costruito una carriera solida grazie alle sue capacità e al sacrificio. È un uomo meraviglioso che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro e alla famiglia». «Sì, certo». «Smettila, con questa ironia da quattro soldi. Ha sempre avuto una condotta esemplare che tutti gli riconoscono e io sono fiera di essere sua figlia». «Contenta tu». «Basta, se non fosse stato per lui sarei a chiedere la carità. Non ti permettere mai più di parlare di lui in questi termini». «Perché sennò cosa fai, vai a piangere sulla sua spalla?». «Non ne ho bisogno! L’invidia, cara, imbruttisce le persone e le rende aride e vuote. Vergognati e invece di sputare fango sulla mia famiglia pensa alla tua. Ammesso che ne abbia mai avuta una». Giulia si rese conto che la sua non era invidia, era il preciso e lucido desiderio di farle male. Non capiva perché, ma si sentiva travolta dalla rabbia. La sua vita di miseria e il senso d’inferiorità che l’avevano


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