La prigione

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23 O forse qualcosa di peggio. Invece l’uomo continuò a ridere. «Smettila di dire sciocchezze, non ti sto chiedendo un bel niente. Tu vuoi una cosa, io sono disposto a dartela, tutto qui.» Nico si lanciò, prima di cambiare idea. «Cinquemila!» L’uomo non mosse un muscolo, prese solo altre banconote dal cassetto. Poi gliele posò davanti e le contò. Cinquanta biglietti da cento. Nico non ebbe il coraggio di muoversi. Sapeva già che se avesse cercato di prenderli la mano dell’uomo sarebbe scattata, si sarebbe chiusa sulle sue e quello sarebbe stato solo l’inizio. Invece l’uomo girò intorno alla scrivania e gli passò accanto. «Vieni di là, quando hai fatto.» Lo lasciò solo, e soltanto allora Nico ebbe il coraggio di gettarsi sui soldi. Non li contò, li infilò solo nelle tasche, a manciate, e quando ebbe finito il suo sguardo si posò sulla scrivania. Lì c’era il cassetto dal quale erano stati presi, e chissà quanti altri ne conteneva. Si guardò alle spalle, ma l’uomo era scomparso. Rimase a contemplare la scrivania ancora per qualche attimo, prima di girarsi e raggiungere l’uomo nel salotto. Lui aveva già versato da bere. «Per te un’aranciata, sei ancora troppo giovane» disse, porgendogli il bicchiere. Lui centellinò il suo brandy, sedendosi su una poltrona. «Di sopra c’è una camera per te.» Mancò poco che Nico lasciasse cadere il bicchiere e lo guardò spaventato. Si era sbagliato? Era questo che voleva, solo questo? Più che il disgusto lo ferì la delusione. L’uomo continuò tranquillo, senza neppure guardarlo. «Voglio che tu lo sappia. Quella camera è tua. Non mi va che passi le notti in giro per la città, sappi che qui ci sarà sempre un letto ad aspettarti» poi lo guardò, vide la sua espressione e scoppiò a ridere «non in quel senso!» Nico dovette posare il bicchiere, perché la mano gli tremava e aveva paura di versarlo. Si sedette anche lui. «Cosa vuole realmente? Perché si sta prendendo gioco di me?» «Devi imparare a vincere le tue paure, se vuoi avere una vita normale. Non basta fingere di averle superate. Perché sei così convinto che io voglia qualcosa da te? Finora è stato solo il contrario, non ti pare?» «Tutti vogliono qualcosa.» «È così che ti è stato insegnato?» «È così che è. È la realtà.»


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