Imperfetto futuro

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23 Prende il cellulare e compone il numero di Paolo. Squilla. A vuoto. Vorrebbe urlare, correre dall’altro lato della piazza e riempirlo di pugni, vorrebbe fargli una scenata da pazza isterica ma il suo corpo è paralizzato. «Andiamo bambine.» Le prende per mano e si incammina nella direzione opposta. Paolo passeggia accanto a Susanna, sente la consistenza dei suoi fianchi sotto la stoffa leggera, chiude gli occhi e assapora l’eccitazione: quel brulicare di budella che ti fa sentire un adolescente in piena crisi ormonale. Susanna è bella, ma non è questo il solo motivo per cui lui le ha chiesto di uscire. Con lei lui si sente uomo, non solo padre. Lei lo ascolta interessata quando gli parla di lavoro o delle sue preoccupazioni, lo consiglia, lo supporta e poi insieme ridono. Ridono tantissimo. Paolo non si ricorda nemmeno più quando ha riso così l’ultima volta con Giulia. Guarda i soffici capelli di Susanna che ondeggiano a ogni passo e pensa che ha voglia di affondare la faccia in quella chioma bionda, inspirarne il profumo, sentire il peso della testa di lei abbandonato sul suo petto.


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