Il segreto di Ascanio

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22 Infine, si mette in posizione per ricevere la battuta. Il suo avversario fa rimbalzare la palla a terra. Per un istante gli sguardi dei due avversari si incrociarono. Una racchetta annaspa nell’aria. Bologna, domenica verso mezzogiorno Sul campo principale del circolo di tennis uno scarno gruppo di persone sta assistendo alla finale del torneo tra Marco Scozia e il suo avversario Manuel Landi. Le sorti dell’incontro sono state piuttosto altalenanti, volgendo a favore prima di uno poi dell’altro dei due contendenti. Si sta giocando il tie-break del terzo e ultimo set. Marco durante tutto il secondo set e nella prima parte del terzo ha espresso un ottimo gioco. Nell’ultima mezz’ora, però, sembra essere entrato in crisi atletica e fatica a portare a termine gli scambi più lunghi. Quando la palla scagliata da Manuel con un rovescio perfetto colpisce la riga di fondo senza che Marco riesca a raggiungerla, al ragazzo ritorna alla mente il sogno che ha fatto quella notte. Certo la finale immaginaria si svolgeva a New York ed era l’epilogo di un torneo dello Slam, ma, a parte quello, al ragazzo pare che ciò che la sua mente ha partorito nottetempo, si stia trasformando nella realtà: nel tie-break del set decisivo il suo avversario ha spedito la palla sulla riga, ottenendo così il match-point. Si gioca quello che potrebbe essere l’ultimo punto. Marco si prepara a ricevere. La battuta dell’avversario lo spinge all’estrema destra del campo. Marco riesce a ribattere, senza tuttavia poter dar forza al suo colpo. La volée successiva di Manuel schizza verso sinistra sfiorando la riga di fondo. Ha perso. Quel pensiero disegna sul volto di Marco una smorfia di delusione. Il giudice di sedia invece, con sua estrema sorpresa, assegna il punto a lui. Il ragazzo si blocca indeciso sul da farsi. La posizione da cui il commissario Scozia sta assistendo alla partita, un po’ in disparte rispetto al resto degli spettatori, gli ha consentito di valutare con esattezza come l’ultimo colpo di Manuel abbia toccato la riga. Vede suo figlio girare il capo in direzione del giudice di sedia. Dal modo in cui lo ha fatto, l’uomo intuisce che anche il ragazzo ha giudicato la palla dentro. Come si comporterà ora Marco? Farà finta di nulla confermando l’errore di valutazione del giudice, oppure dichiarerà che la palla ha toccato la riga? Scelta difficile. Il commissario, non volendo interferire sulle decisioni del ragazzo, cerca di non guardarlo. Per un istante, però, gli sguardi dei due si incrociano: Scozia scorge nel fondo degli occhi del figlio una sorta di inerzia, che può rappresentare una rassegnata accettazione delle regole dello sport dove è prevista anche la sconfitta, o invece la necessità di dover assecondare la propria indole.


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