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Semplicità colta A New Square assenza di identità è uno degli L’ aspetti più peculiari che caratterizzano le periferie industrializzate

delle nostre città, risultati di un’urbanizzazione selvaggia, investite da devastanti speculazioni sorde a qualsiasi logica di programma, sviluppatesi solo in funzione del potenziamento di un’offerta di “posti letto” capace di supportare solo a livello quantitativo un pressante incremento di domanda. Molta letteratura si è spesa su questo argomento, restano comunque i nodi ancora fortemente irrisolti che furono scatenati dai meccanismi perversi di queste urbanizzazioni scellerate: aree prive di qualsiasi connotazione urbana, povere se non prive di servizi, di strutture pubbliche, di verde e soprattutto di quella qualità di vita indispensabile al benessere del cittadino. Un segno positivo di come molti di questi centri si stanno muovendo verso una ridefinizione qualitativa dell’identità del loro tessuto è sicuramente il concorso bandito per la riprogettazione di Piazza Gramsci a Cinisello Balsamo, un comune della periferia milanese che rappresenta un caso limite di sviluppo non pianificato, tra i più colpiti dai disequilibri legati alla forza polarizzante della metropoli lombarda. Il programma concorsuale si inserisce in una più ampia politica comunale di riqualificazione del centro urbano che vede nella formalizzazione del Piano Particolareggiato “Centro Città” e nella futura realizzazione di una metrotranvia gli strumenti privilegiati. E’ quindi la piazza, con le sue caratteristiche morfologiche e funzionali, l’elemento su cui si concentrano le energie rivitalizzatrici di una nuova centralità, nonché della ridefinizione di un tessuto storico per lo più negato dalle vicende speculative degli anni Settanta e di cui rimane qualche debole traccia. Un concorso di idee che però ha avuto tra i punti forti delle valutazioni finali la compatibilità dei progetti con una realizzazione effettiva. “Semplice, flessibile e realizzabile” sono i principi alla base della proposta di Dominique Perrault (capogruppo) e Luca Bergo che hanno conquistato i favori della giuria aggiudicandosi il primo premio. Il progetto è in effetti una soluzione che fa della semplicità e dell’immediatezza di lettura, i suoi punti forti. Semplice, flessibile e realizzabile è la piazza ridisegnata da un manto in cemento grigio chiaro, posato in grandi lastre trattate a effetto legno, su cui si individuano due polarità: la chiesa di Sant’Ambrogio e il suo sagrato, da un lato, e un’oasi di verde su quello opposto. Ora la mano di Perrault è riconoscibile proprio nella raffinatezza e nella poesia di questa macchia di alberi (pini marittimi o roveri) che, come in altri importanti interventi - dal bosco incassato della Grande

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Bibliothèque a Parigi al “meleto” del velodromo di Berlino - crea una piacevole parentesi paesaggistica a coronamento dello spazio pubblico. La piazza, realizzabile in tempi brevi e con costi sostenibili, si inserisce in un progetto di evoluzioni future con un margine di flessibilità capace di modificarsi nel tempo integrandosi agli altri interventi previsti per il centro cittadino. La parziale pedonalizzazione dell’area, come previsto dal bando, è tradotta da una piastra sopraelevata rispetto al piano stradale sulla quale si evidenziano le due isole costruite in pietra bianca del sagrato e della macchia di verde. Semplici e calibrati gli elementi di arredo: alcune panche dello stesso materiale della pavimentazione, pali cilindrici d’alluminio naturale per l’illuminazione che viene integrata da bassissimi fasci di luce che fanno risaltare la texture della pavimentazione e da proiettori incassati nel suolo che illuminano i rami degli alberi. La chiesa e il campanile vengono invece inscritti nel paesaggio notturno da fasci di luce provenienti da proiettori posti sugli edifici limitrofi. Secondo classificato il progetto del gruppo milanese formato da Osvaldo Pogliani (capogruppo), Luciano Crespi, Marino Crespi, Riccardo Dell’Osso e Fabio Reinhart. Qui la ricostruzione dell’identità della piazza è descritta attraverso una reintepretazione delle sue matrici storiche che trova nell’architettura il suo punto di forza. Pochi segni definiti con precisione individuano un nuovo disegno che traduce il ruolo centrale della piazza. Un’ellisse alberata, che riprende il tracciato dell’impianto ottocentesco del sito, ne definisce lo spazio centrale mentre un lungo muro porticato, sorta di loggia, sul lato sud scherma l’edificazione retrostante indirizzando i flussi pedonali e accogliendo i momenti di sosta come gli eventi vivacizzanti la vita pubblica. Il porfido grigio è il materiale privilegiato, utilizzato in grandi lastre sia per la pavimentazione che per il portico. Un progetto di ambienti è invece quello del gruppo romano Ricci, Aymonino, Ciorra e Spaini che identifica uno spazio unitario capace di contenere percorsi, elementi, edifici e differenti quote di imposta. Momenti focali dell’insieme sono un grande ovale pavimentato, vero spazio della piazza, che va a intaccare il perimetro di un’ampia superficie d’acqua mossa da getti verticali e attraversata in quota da barre di verde, ghiaia, pavimentazioni e tracciati luminosi. Anche qui, come viene evidenziato dal giudizio della giuria, si legge una rivisitazione delle tracce della storia attraverso un “disegno leggero” che traduce in chiave contemporanea un’idea di spazio pubblico continuo e della sua presenza nella città. Elena Cardani

a c k of i d e n tit y i s o n e of t h e L strangest aspects of the industrial suburbs of our cities, generally

resulting from an uncontrolled process of urbanisation. This devastating speculation has no underlying logic to it except the idea of providing more “beds” to cater in exclus i ve l y q u a n tit a ti ve t e r m s fo r t h e growing demand. Plenty has been written on this subject, yet the key issues triggered off by the perverse mechanisms of this terrible urbanisation process are still far from solved: areas totally lacking in any urban connotations furbished with very few if any services or public facilities, landscaping and, above all, totally bereft of the kind of qualit y of li fe r eq u i r e d fo r t h e i r inhabitants’ well-being. The competition launched to redesign Piazza Gramsci in Cinisello Balsamo, a municipality in the suburbs of Milan which is an extreme case of unplanned growth hit very badly by the imbalances caused by the polarising force of the city of M il a n , i s un q u e s ti o n a b l y a p o s i tive sign of how lots of these towns are trying to raise the standard of their urban identity. The competition is part of a much wider munici p a l p r og r a mm e t o r e d eve l o p t h e town centre, whose main tools are a Detailed “City Centre” Plan and t h e co n s t r u c ti o n of a n ew p u b li c t r a n s p o r t n e t wo r k ( un d e r g r o un d line, trams and buses). T h e t ow n s q u a r e ’ s m o r pho l og i cal-functional features provide the energy required for a new notion of centrality, involving the knitting back together of the old urban fabric, something that was basically ignored by speculation in the 1970s of w h i c h t h e r e i s s till t h e o dd remaining trace. An ideas competition which, however, was also judged in terms of how feasible it would actually be to construct the projects. “Simplicity, flexibility and buildability” are the principles underpinn i n g D o m i n i q u e P e rr a u lt ( t e a m leader) and Luca Bergo’s design, which was awarded first prize by the jury. The strong points of this project were simplicity and ease of interpretation. T h e r e d e s i g n e d s q u a r e, w it h a new surface of clear-grey concrete laid in large slabs designed to look like wood, works around two key fe a t u r e s : S a n t ’ A m b r og i o C h u r c h a n d it s c h u r c h - y a r d o n o n e s i d e, and an oasis of green landscaping over on the other. Perrault’s touch is clearly visible in the elegant artistry of this p a t c h of t r ee s ( c l u s t e r p i n e s a n d oaks) which, as in other important projects - from the woods encased in the Grande Bibliothèque in Paris to

t h e “ a pp l e o r c h a r d ” a t t h e C y c l e T r a c k i n B e r li n - c r e a t e s a n i ce piece of landscaping as a finishing touch to the public space. The square, which could be built in a short space of time and at reasonable costs, is part of a project for f u t u r e d eve l o p m e n t s , f l e x i b l e e n o u g h t o a d a p t i n ti m e t o f it i n with other projects designed for the city centre. The partial conversion of the area i n t o a p e d e s t r i a n zo n e h a s t a k e n the form of a platform raised above t h e g r o un d t o d r a w a tt e n ti o n t o these two “islands”: the white stone church-yard and green landscaping. The furbishing is simple and carefully-gauged: benches made of the same material as the paving, c y li n d r i c a l n a t u r a l a l u m i n i u m lampposts supplemented with low bands of light to highlight the texture of the paving, and spotlights in the ground to light up the branches of the trees. The church and bell tower, on the other hand, are projected into nightscape by strips of light shining out from spotlights on the surrounding buildings. Second prize was awarded to the project designed by the Milan team formed by Osvaldo Pogliani (team leader), Luciano Crespi, Marino C r e s p i , R i cc a r d o D e ll ’ O ss o a n d Fabio Reinhart. In this case the square’s identity was reinterpreted along the line of it s h i s t o r i c a l m a t r i x e s , d r a w i n g mainly on the artistic force of architecture. A few carefully designed s i g n s b r i n g o u t t h e s q u a r e ’ s ce n tral role on the cityscape. A tree-lined ellipse, evoking the n i n e t ee n -ce n t u r y l a y o u t of t h e s q u a r e, d ef i n e s it s ce n t r a l s p a ce, while a long porticoed wall over on the south side, a sort of loggia, shelters the building behind it, directing pedestrians and using moments of rest or breaks as events injecting life into the community. Grey porphyry is the main material used for the large slabs characterising both the paving and portico. T h e R o m e t e a m co m p o s e d of R i cc i , A y m o n i n o, C i o rr a a n d Spaini has designed a unitary space capable of holding pathways, buildings, and a series of different levels. The focal point of the overall design i s a l a r ge p a ve d ov a l ( t h e r e a l square) bordering on the edge of a large pool of water set in motion b y ve r ti c a l j e t s a n d c r o ss e d a t a higher level by shafts of greenery, gravel, paving, and paths of light. As the jury pointed out, history has bee n r ev i s it e d t h r o u g h a “ge n tl e d e s i g n ” p r ov i d i n g a n u p - t o- d a t e r e a d i n g of a p u b li c s p a ce a n d of how it is incorporated in the city.

Il vincitore The Winner Dominique Perrault

Credits Project: Dominique Perrault (Team Leader), Luca Bergo Collaborators: Gaëlle Lauriot-Prevost, Jerome Thibault, Reto Jmur, Patrizia Peracchio, Genc Barbulluschi, Alessandro Maggioni Cosultant: Gustavo Zani

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