

L"a storia è ciclica", quante volte ce lo siamo sentiti ripetere a scuola,
dai professori o leggendolo sui libri, eppure probabilmente nessuno di noi aveva mai avuto l'occasione di misurarsi davvero con questo concetto. Ebbene, forse il momento ci si è parato davanti proprio alcuni giorni fa Immaginatevi in mezzo al mare di folla durante la seconda cerimonia di insediamento del presidente Donald Trump, è il 20 gennaio 2025 Uno dei suoi più noti collaboratori, Elon Musk, ha appena finito il suo discorso, l'atmosfera è di festa, e lui prima di scendere dal palco saluta con un gesto familiare, già visto, eppure la folla continua ad applaudire. Con il suo gesto stava solo dedicando il suo cuore al pubblico e poi, se mai, sarebbe stato un saluto romano, tradizionale dell'antica Roma, non del nazismo, dirà alla stampa. Un falso storico, ricorderanno poi gli storici di tutto il mondo. Qui, in questo preciso momento vi sarebbe dovuto tornare in mente, come un lampo, quell'affermazione che tanto sembra una semplice frase fatta: "la storia è ciclica" Se a qualcuno di voi dovesse essere mai capitato di sfogliare lo Zaba prima d'ora, sicuramente avreste il diritto di rimproverarci
un po ' di ridondanza A Trump e alla politica statunitense in generale abbiamo effettivamente già dedicato svariate pagine come questa, che avrei certamente voluto lasciare a notizie più liete, come per esempio il tanto aspettato cessate il fuoco a Gaza. Nonostante ciò, seppure gli ultimi avvenimenti possano sembrarvi lontani dalla nostra realtà, mi sento in dovere di ricordarvi che tutto comincia da qualche parte e non lo faccio spinta da una particolare vena melodrammatica con l'intento di incutere semplice timore Credo che nei secoli la storia ci abbia insegnato che ci sono sempre dei segnali che precedono i grandi eventi, le grandi rivoluzioni, quelle positive cosi come quelle negative, e penso non sia mai troppo presto per cominciare a prestarci attenzione, anche solo per scaramanzia. Detto questo alla ciclicità della storia di sicuro non siamo obbligati a soccombere, basta imparare a riconoscere quei campanelli d'allarme e a non lasciarci stordire da tutte quelle distrazioni fatte per farci volgere il nostro sguardo altrove Come cercò di spiegarci Michela Murgia infatti il potere, anche nelle sue forme più sottili e insidiose, si ripropone attraverso le generazioni e le strutture sociali, nonostante sia spesso celato da dichiarazioni di cambiamento, ma
può essere rifiutato e controbattuto con altre forme di pensiero o di azione. L'importante, dunque, è combattere l'indifferenza ed essere pienamente consapevoli di tutto ciò che ci succede intorno, anche se a 9000 km di distanza, come nel caso degli Stati Uniti, e soprattutto anche se a volte può farci paura Sono passati tre giorni dalla cerimonia d'insediamento del presidente Trump, quando leggerete questo editoriale ne saranno sicuramente ormai passati di più e già molte scelte controverse sono state messe in atto: dalle deportazioni di massa iniziate in tutto il paese, alle firme per ritirare gli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi e prossimamente dalla World Health Organization di cui fa parte addirittura la Nord Corea. È importante rendersi conto che queste decisioni avranno una ricaduta non indifferente non solo in America, ma in tutto il mondo. Il rischio che si crei un precedente storico e politico per sdoganare e giustificare certe azioni è alto e bisogna esserne a conoscenza e provare a contrastarlo. Al momento però non ci resta altro che aspettare, rimanere informati e sperare che il nostro Paese non si schieri ancora una volta dalla parte sbagliata della storia.
Questo 11 ottobre Kimi
Antonelli ha partecipato ad un’intervista con il
giornalista Gianluca
Gasparini della Gazzetta dello Sport al Festival di Trento, organizzato dal quotidiano sportivo ogni anno Siamo riusciti a partecipare all’evento e anche a fare una breve intervista al pilota esordiente:
Sei più preoccupato per il debutto in Formula 1 o per l’esame di maturità?
Antonelli: Ride, “L’esame di maturità”
Se tu non fossi un pilota, cosa vorresti essere?
Antonelli: “Non lo so sinceramente, da piccolo nuotavo e giocavo a calcio. Però direi che sarei sempre nel mondo del motorsport, magari come team manager”
Hai ricordo del primo Gran Premio che hai visto nella tua vita?
Antonelli: “Il primo non me lo ricordo esattamente, però mi ricordo che guardavo questo programma su Sky, si chiamava F1 Retró, che trasmetteva gran premi del passato, e il primo in assoluto che mi ricordo è quello tra Villeneuve e Arnoux a Digione nel ‘79.”
Ti senti pronto per l’F1?
Antonelli: “Me l’hanno fatta in tanti questa domanda,
sinceramente sì. A livello di velocità credo che non sarà un problema, l’unica cosa dove ci sarà da lavorare sarà gestire il weekend nel miglior modo possibile e anche imparare tutte le procedure e gestire la gara nel miglior modo, quindi ci saranno molte cose da imparare ma mi sento pronto ”
completare i giri nei modi migliori possibili, sul visualizzare le possibili situazioni che possono avvenire durante il giro… Ovviamente c’è sempre e ci sarà sempre quel sentimento di avere le farfalle nello stomaco per la tensione, però alla fine una cosa che faccio io è cercare di rilassarmi e concentrarmi su quello che devo fare senza pensare al resto.”
A 18 anni ti troverai in griglia con Verstappen, Hamilton, Leclerc, ci pensi mai?
Antonelli: “Sinceramente non ho ancora realizzato, probabilmente realizzerò quando sarò lì, in quel momento Sarà molto emozionante, perché il prossimo anno sarò in griglia insieme agli altri piloti, quindi al momento sto solo pensando a lavorare su me stesso, cercare di imparare più cose possibili in modo tale da arrivare più pronto possibile alla prima gara Però sicuramente sul momento sarà molto emozionante, e sarà importante comunque nonostante l’emozione cercare di stare calmi e concentrarsi su quello che si fa.”
E come si fa?
Antonelli: “Bella domanda! Sinceramente cerchi di non pensare ad altro oltre che a quello che devi fare: ti concentri sulla partenza, ti concentri su come
Tu sei nato 12 anni dopo la sua scomparsa, però Ayrton Senna è il tuo idolo, perché?
Antonelli: “Io ovviamente non ho mai potuto vederlo dal vivo, però mi sono documentato molto su di lui Ho potuto capire che non solo era un grandissimo pilota, ma anche una grandissima persona al di fuori della pista. Quindi mi ha subito impressionato, e sin da subito l’ho sempre usato come punto di riferimento.”
Il 2025 è un anno destinato a restare impresso nella storia della Formula 1, non solo per l'evoluzione della competizione, ma anche per l'ingresso di una nuova generazione di piloti pronti a lasciare il segno Tra questi, uno dei protagonisti più attesi è sicuramente Kimi Antonelli, il giovane talento italiano che, a soli 18 anni, debutterà ufficialmente in F1 con il team Mercedes La sua carriera nelle categorie minori ha già suscitato grande attenzione e il suo debutto rappresenta il
coronamento di un percorso che ha visto Antonelli dominare in diverse competizioni, passando per la Formula 4 e la Formula 3, per poi guadagnarsi un posto in una delle scuderie più prestigiose del mondo Antonelli ha mostrato un talento straordinario, accompagnato da una maturità che gli ha permesso di affrontare le sfide delle categorie inferiori con una calma che sembra appartenere a piloti ben più esperti Con il suo debutto in Formula 1, tutti gli occhi saranno puntati su di lui, con la speranza che il suo ingresso nella categoria più importante del motorsport segni l’inizio di una lunga e vincente carriera Il team Mercedes, da parte sua, ha scelto di puntare su di lui per sostituire uno dei suoi piloti veterani, con l'obiettivo di continuare a vincere e a dominare in una F1 sempre più competitiva.
Questo debutto non è solo una novità per la scuderia tedesca, ma anche per la Formula 1 stessa, che si prepara ad accogliere una nuova generazione di piloti destinata a ridefinire il futuro del campionato. Il 2025 segna anche un importante cambiamento sotto il profilo tecnico e regolamentare, con l'introduzione di nuove norme che non solo cambiano le caratteristiche delle vetture, ma hanno l’intento di rendere la competizione ancora più equilibrata e quindi più combattuta. In primo piano, troviamo i motori, che a partire dal 2025 saranno completamente rivisitati. La Formula 1 continuerà a puntare sui motori ibridi, ma
con l'introduzione di nuove tecnologie che mirano a ridurre ulteriormente l'impatto ambientale della competizione. I nuovi motori saranno alimentati da una combinazione di carburanti sintetici e motori elettrici, con l’obiettivo di rendere la F1 più sostenibile senza compromettere le performance. La spinta verso una Formula 1 più verde rientra in una strategia a lungo termine che mira a rendere il campionato completamente carbon-neutral entro il 2030. Questo cambiamento ha anche un impatto significativo sulla progettazione delle vetture, che dovranno adattarsi a una nuova gestione energetica più efficiente, senza rinunciare alle prestazioni in pista Un altro aspetto fondamentale del nuovo regolamento riguarda l’aerodinamica delle vetture, che subirà modifiche sostanziali. L’obiettivo di queste modifiche è quello di migliorare le possibilità di sorpasso e aumentare lo spettacolo nelle gare. Fino a oggi, la Formula 1 è stata caratterizzata da vetture che, a causa delle turbolenze aerodinamiche dovute alla scia delle macchine davanti, rendevano difficile per i piloti seguire da vicino gli avversari, limitando le possibilità di sorpasso Con il nuovo regolamento, le vetture saranno progettate in modo tale da ridurre la resistenza aerodinamica, permettendo ai piloti di avvicinarsi e lottare per la posizione con maggiore facilità L’introduzione di nuove tecnologie, come il sistema di gestione del flusso d’aria, permetterà inoltre ai team di ottimizzare la performance delle vetture in base alle condizioni
della pista e della gara, aprendo la strada a strategie più complesse Ma le novità non sono finite qui, perché il nuovo regolamento prevede anche un importante cambiamento in termini di gestione finanziaria dei team La Formula 1 introdurrà un tetto massimo ai budget delle squadre, con l’obiettivo di ridurre le disparità tra i team di alto livello e quelli di fascia media Questo cambiamento mira a livellare le opportunità, dando ai team più piccoli la possibilità di competere ad armi pari con le grandi scuderie, senza dover dipendere esclusivamente da enormi risorse economiche. I team dovranno ottimizzare le loro risorse, concentrandosi su un 'efficiente gestione dei costi e dello sviluppo delle vetture, cercando di ottenere il massimo in termini di prestazioni senza superare i limiti imposti dal regolamento. Questo potrebbe portare a una maggiore parità tra le squadre e, di conseguenza, a una competizione più equilibrata, dove il talento e l'ingegno dei tecnici avranno un ruolo ancora più determinante La combinazione di questi nuovi cambiamenti tecnici e regolamentari farà sì che la Formula 1 del 2025 sarà una delle stagioni più innovative della storia recente, con la possibilità di vedere emergere nuovi piloti, proprio come Kimi Antonelli, che contribuiranno a rendere il campionato ancora più emozionante e competitivo I tifosi, i team e i piloti dovranno adattarsi a questa nuova realtà, ma le promesse di una stagione ricca di sorprese sono tante, rendendo il 2025 un anno davvero speciale per il motorsport
E prima che me ne accorgessi era giunto il momento
Cminore di 18 anni, cittadino di Stati non appartenenti all’UE o apolide, che si trova nel territorio nazionale privo di assistenza e rappresentanza legale da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili.
Al 30 giugno 2024, i MSNA censiti in Italia sono 20 206, di cui l’88% maschi Sono almeno 51 439 i minori migranti scomparsi in tutta Europa dai centri di accoglienza.
L’Italia è il primo Paese, con 23 mila scomparsi
I minori di cui non si hanno più notizie sono principalmente ragazzini e adolescenti che spesso finiscono vittime di tratta o di criminalità
Ce ne parla Angela Gennaro, che con Cecilia Sala ha scritto il libro Perdersi in Europa senza famigliastorie di minori migranti.
Qual è il ruolo del giornalismo nella questione?
Gennaro: “Il giornalismo può fare un tentativo di racconto onesto e di cronaca: si fa tanto polemica sui MSNA, ma è necessario capire che cosa vuol dire. Su questo tema è importante dare tanto voce ai protagonisti: noi ricaviamo e mettiamo a posto i dati, ma spesso le voci di operatori e operatrici e dei ragazzi che vivono queste cose tendono a non uscire.
Le ragioni di partenza sono ogni on l’espressione “minore straniero non accompagnato” si fa riferimento al
volta diverse. C’è davvero chi vuole semplicemente cambiare vita Solitamente dietro ci sono delle famiglie con disagi di natura economica, motivo per cui viene mandato un ragazzo a lavorare altrove, spesso anche perché, in qualche modo, si sa che in Europa ci sono delle tutele che magari nel proprio Paese di origine non sono presenti, e questo per quanto mi riguarda è perfettamente legittimo Poi ci sono storie diverse, per esempio abbiamo monitorato quella di un ragazzo che è andato a lavorare in Mali, trasportando merce dal Mali alla Libia, dove è stato catturato per poi prendere il mare; ma non aveva nessuna intenzione di venire in Europa. La migrazione femminile, invece, purtroppo ha la caratteristica di essere spesso collegata alla tratta e allo sfruttamento sessuale ”
Lei si occupa, per esempio, anche dei traffici via terra, come quello della rotta balcanica: pensa che il fatto che se ne parli di meno (rispetto, ad esempio, a quelli della rotta subsahariana) sia dovuto a un volere del giornalismo di raccontare più la drammaticità degli eventi anziché gli eventi stessi?
Gennaro: “Non credo. Credo che ci sia un sensazionalismo rispetto
alle tratte di arrivo: quella via mare, anche dati i tanti naufragi e dato il 3 ottobre 2013 con la strage di Lampedusa, è una tratta che fa più impressione in qualche modo, anche perché la stragrande maggioranza degli arrivi vengono dagli sbarchi. Mi sento di dire poi che potrebbe esserci una ragione più “elementare”: il numero degli sbarchi viene monitorato dal Ministero dell’Interno, mentre gli arrivi dalla rotta balcanica non sono monitorati affatto Inoltre, per quanto la rotta balcanica sia quella della Turchia, della Siria, e dall'Afghanistan, è una migrazione diversa che coinvolge Paesi di provenienza diversi rispetto a quella subsahariana, e questo politicamente ha un effetto. ”
Per quanto riguarda invece la legge Zampa - che prevede, tra le tante protezioni, l’accertamento dell’età e l’identificazione dei minori con la presenza di un mediatore culturale durante i colloqui, che servono anche a capire il loro progetto migratorio: se sono vittime di tratta o hanno un debito sulle spalle che mette a rischio la vita dei familiari nel Paese d’origine - possiamo ricondurre l’ indebolimento della tutela verso i migranti minori non accompagnati al colore politico dei governi che si sono succeduti in Italia o è sempre stato un argomento abbastanza controverso?
Gennaro: “Questo governo ha deciso esplicitamente di agire sulla
legge Zampa; altri governi non l’avevano fatto È anche vero che la legge Zampa era relativamente giovane, essendo del 2017, e viene da un lavoro bipartisan, poiché l’Italia aveva subito una condanna da parte della Corte Europea dei Diritti Umani. Di sicuro, un giusto approccio alle migrazioni, viste come un 'emergenza laddove è un fenomeno strutturale e laddove l’accoglienza dovrebbe avere una pianificazione per legge, è qualcosa che è non stato applicato da nessun governo di nessun colore Così come la lotta alle Ong, che fanno soccorso in mare, parte sicuramente da lontano e ha subito una recrudescenza nel 2017 con il Codice di condotta deciso da Minniti, Ministro dell’Interno di un governo presieduto da Paolo Gentiloni, e quindi di centrosinistra. Lo stesso accordo con la Libia è del 2017, l’accordo con la Tunisia l’ha fatto Meloni insieme all’Unione Europea, ma il contenimento e l’esternalizzazione delle frontiere è qualcosa che è abbastanza bipartisan.”
In seguito all’approvazione del Decreto Cutro, quali sono state la maggiori conseguenze relative ai migranti minori non accompagnati?
Gennaro: “Il Decreto Cutro ha dichiarato per legge che fosse possibile accogliere gli over 16 in centri per adulti, cosa che stava già succedendo e che le prefetture decidevano in deroga alla legge Zampa. L’altro effetto concreto che vedremo a breve sarà l’accertamento dell’età a ragazzini che verranno anche respinti,
perché il maggiorenne, contrariamente al minorenne, puoi respingerlo.”
C’è qualcosa che possiamo salvare del sistema italiano di accoglienza e di monitoraggio dei migranti minori non accompagnati, dato che se ne parla spesso solo in negativo?
Gennaro: “Assolutamente sì, gruppi di lavoro istituzionali sul tema dei minori stranieri non accompagnati risalgono al 2010, quindi è da molto che le stesse istituzioni, come Ministero dell’Interno e Ministero del Lavoro, agiscono sul settore. Nel 2020 abbiamo chiesto ai vari Paesi europei, tramite il progetto Lost in Europe, se monitorassero la presenza di MSNA e se sapessero quanti ne spariscono: l’Italia su questo è assolutamente da salvare, raccoglie meglio i dati rispetto ad altri Paesi Faccio l’esempio della Danimarca, che non li raccoglie proprio con il pretesto che “tanto poi vanno dai parenti nei Paesi più a nord come la Svezia”, il che non è il massimo della risposta istituzionale che ci si aspetterebbe Quindi certamente sì, il punto è come si usano poi questi dati."
Quindi certamente sì, il punto è come si usano poi questi dati."
Avete mai subito conseguenze, lei e colleghe e colleghi, dovute a ciò che avete reso pubblico?
Gennaro: “Io no, in altri Paesi in realtà sì, alcune mie colleghe anche a livello lavorativo.
Quello che però è successo a me personalmente è stato di ricevere pesanti critiche da parte di famiglie affidatarie e servizi sociali nel momento in cui abbiamo pubblicato le storie di mamme a cui vengono sottratti i bambini per un sistema che in sostanza non funziona - e abbiamo l’ennesima condanna da parte dell’Unione Europea, senza tutelarne il diritto all’unità familiare, senza tenere in dovuto conto che fossero vittime di tratta e senza concepire un tipo di maternità differente rispetto a quello occidentale. Abbiamo raccontato ad esempio di questi passaparola tra madri nei centri di accoglienza per cui non bisogna parlare con gli assistenti sociali, altrimenti c’è il rischio che ti tolgano il figlio: si tratta di un sistema profondamente radicato culturalmente e non strutturato per comprendere origini altre e
anni fa il mondo ha visto per la prima volta il monologo finale
di Billy Crystal alla festa di Capodanno del 1988, e insieme a questa uno dei film più iconici degli anni 80 (nonostante in Italia sia arrivato solo nel gennaio '90, come si deduce dal titolo) Harry ti presento Sally, sebbene in superficie possa sembrarlo, non è la solita commedia romantica a cui siamo abituati, ma bensì una che ha completamente rivoluzionato il genere grazie a delle ottime performance, alla regia di uno dei più grandi registi del tempo, Rob Reiner (Misery, La Storia Fantastica, Stand By Me), ma soprattutto grazie ad una magnifica sceneggiatura scritta dalla compianta Nora Ephron. Autrice, giornalista e, appunto, sceneggiatrice, la Ephron basa la storia su quella del regista, nonché caro amico Reiner aveva da poco divorziato ed era in una brutta parentesi della sua vita, così la Ephron decise di intervistarlo, da qui cominciò a prendere forma il personaggio di Harry, molto simile alla sua controparte reale. Invece per Sally la sceneggiatrice si basò su di sé e sulle sue più care amiche. Mentre la sceneggiatura cominciava a prendere forma, la Ephron cominciò a intervistare delle coppie chiedendo loro come si fossero conosciuti e se fossero
felici Queste poi sono le interviste che vediamo interpretate da attori tra una scena e l'altra. Un'altra trovata della sceneggiatura è quella di modificare la classica trama di un film romantico: un ragazzo e una ragazza si incontrano, non si sopportano, ma dopo essere stati forzati a stare insieme per tutta la durata del film si innamorano
Harry ti presento Sally prende questa idea e la stravolge: Harry e Sally si incontrano tramite la fidanzata di lui, perché devono andare entrambi a New York e quindi lei gli darà un passaggio. I due non si sopportano, e infatti dopo pochi minuti si salutano per sempre, o almeno cosi credono. 5 anni dopo infatti i due si rivedranno sullo stesso volo Il film è pieno di scene e frasi iconiche: dalla teoria di Harry («Uomini e donne non possono essere amici, perché il sesso ci si mette sempre di mezzo.»), alle strane ordinazioni di Sally, passando per i due che guardano la tv nei loro rispettivi appartamenti mentre sono al telefono Senza dimenticare ovviamente la scena del "Quello che ha preso la signorina..." Questa in particolare è rimasta cosi tanto nella memoria collettiva che al Katz's Delicatessen, il ristorante dove è stata girata la scena, campeggia ancora un cartello con scritto "Where Harry met Sally...hope you have what she had!"
Inoltre il 23 gennaio Meg Ryan ha postato su Instagram una foto di se stessa con Billy Crystal sul divano dove si chiude il film, foto che strizza l'occhio ad un nuovo progetto insieme nella caption: "It's finally happening, we ' re reuniting for something iconic Can't wait to show you all soon "
In conclusione, 35 anni dopo la sua uscita Harry ti presento Sally rimane un film cult rimasto nella memoria collettiva grazie ai suoi magnifici protagonisti, in cui tutti possiamo immedesimarci molto facilmente, e grazie ad un 'atmosfera accogliente che è difficile trovare in altri film. Quindi se in qualche modo non avete ancora visto questo capolavoro della commedia romantica recuperatelo immediatamente, perché "Quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita inizi il prima possibile".
oceano non è ciò che ci separa, ma ciò che ci unisce"
Dopo 8 anni dall’uscita di Oceania,
quest’anno si è tornati tutti un po ’ bambini quando è approdato nelle sale il seguito.
Vaiana è ormai una navigatrice esperta alla ricerca di altri popoli, ma le viene presto affidata una missione rischiosa: rompere la maledizione che il terribile dio Nalo ha scatenato su un’isola sommersa, Moto Fetu, per dividere le genti del Pacifico Così salpa verso l'ignoto, ma stavolta con un equipaggio tutto nuovo. Affronteranno vari ostacoli, come mostri marini in cui si coglie un ’ eco europeo di Scilla e Cariddi e incontri stravaganti, intervallati da straordinari comeback. Torneranno i Kakamora, le simpatiche noci di cocco che non sono poi così malvagie, e ovviamente Maui con il suo immancabile tatuaggio alter ego, che farà tornare bambini in un attimo.
L’ambientazione è molto curata, rimanendo fedele al primo film: le isole del Pacifico vengono dipinte come un paradiso terrestre, accurato in ogni dettaglio, quasi realistico. Allo stesso modo ogni particolare dell'anatomia dei personaggi lascia a bocca aperta, dalla muscolatura alle rughe sui volti: sembra quasi siano cresciuti e invecchiati con tutti noi
Come poi non innamorarsi della piccola Simea, sorellina di Vaiana: un concentrato di meraviglia infantile in un volto paffuto, che ricorda tantissimo la protagonista da piccola Oceania 2 sembra indirizzato più a tutti coloro che nel lontano 2016 erano bambini e cantavano a squarciagola “Tranquilla” con Maui e sognavano di parlare con l’Oceano come Vaiana: ormai cresciuti, provano col sequel un pizzico di nostalgia, ma ritrovano anche la stessa magia del primo (Di Ilaria Biagini, Chiara Galgani, Alessia Simone)
Il grammofono prende nuovamente vita e a distanza di tre anni i volti di Vi e Jinx riprendono la loro corsa su un disco familiare. L'attesissima serie animata
Arcane torna sulla piattaforma Netflix ripartendo dal finale del capitolo precedente e catapulta immediatamente lo spettatore in una scena dall'intenso impatto visivo ed emotivo: un paesaggio di polvere e macerie, in un 'atmosfera impregnata di un profondo senso di smarrimento, devastazione e caos Da queste prime scene, la nuova stagione mantiene costantemente una straordinaria qualità grafica, attraverso la precisione nei dettagli, la fluidità dell'animazione e l'uso di luce e colori La storia, invece, si arricchisce di molteplici fili narrativi: il racconto segue lo sviluppo dei protagonisti e l'evoluzione delle dinamiche tra i vari personaggi Numerose situazioni di tensione, tradimenti e colpi di scena alimentano la trama e la rendono difficile da prevedere. All'interno della serie sono inoltre presenti tematiche etiche come la giustizia, la vendetta, il prezzo del progresso e la corruzione del potere. Un ulteriore tema affrontato, con rispetto, è quello della disabilità, attraverso il modo in cui Viktor convive con la sua condizione fisica, le proprie ambizioni e la sua determinazione nel superare le difficoltà È poi approfondita la disuguaglianza sociale, causata da un divario di privilegi, risorse e opportunità tra Piltover e Zaun, da cui infine emerge un grido di lotta carico di speranza: "la gente del sottosuolo merita di respirare".
(Di Alessia Penatti)
l 19 dicembre 2024 Ferzan Ozpetek torna al cinema con Diamanti.
Un film, come detto dal regista, dedicato alle donne e con loro protagoniste.
Il cast pazzesco, composto dalle attrici italiane più iconiche di oggi, viene trasportato nell'Italia del 1974, nelle vesti di sarte in una delle più grandi sartorie dell'epoca.
Ogni donna ha una storia, che intrecciata a quella delle compagne riesce a rappresentare perfettamente il concetto di forza e unità femminile. Geniale il vero e proprio ribaltamento di ruoli all’interno della sartoria, mentre fuori da essa il contrario. Sono infatti le donne a “comandare”, mentre gli uomini non sono altro che modelli, soggetti alle avances, alle battutine e ai commenti delle sarte. Non c’è sessualizzazione della donna in quanto tale, elemento invece molto presente non solo ai tempi ma purtroppo anche oggi
Interessante la struttura della trama, alternata a scene di lettura del copione tra le attrici e il regista, e caratterizzata da cliffhangers potenti da dare quasi l’impressione che il film possa concludersi lì
Tuttavia le scene di lettura possono risultare troppe e spezzare il pathos della scena.
Curiosa la decisione di inserire una “love trope”, nonostante non sia necessaria e anzi spezzi anche troppo il ritmo della storia.
Il finale può lasciare interdetti: la figura di Elena Sofia Ricci è enigmatica e, nell’ipotesi in cui questa rappresenti metaforicamente la donna, rompe il concetto di emancipazione nel momento in cui la metafora si riduce ad una donna vestita elegante e di diamanti, quasi ad oggettificarla. Inoltre la troppa presenza del regista stona un po ’ , forse un po ’ troppa centralità di sè stesso in quanto ideatore?
L'immagine e la colonna sonora sono spettacolari, rendono perfettamente l'atmosfera intrigando lo spettatore con colori e gli sfondi
(Di Chiara Galgani)
Ifiori sbocciano, i bambini corrono per i campi, il villaggio festeggia: la Malvagia Strega dell'Ovest è morta! Questo è l'inizio che tutti conosciamo, l'arrivo
di Dorothy ad Oz e il suo viaggio alla ricerca del Mago; l'antefatto, però, è un segreto sepolto sotto il silenzio del tempo, che viene dissotterrato per la prima volta dalla memoria della benevola Glinda (o Galinda, che dir si voglia), nel ricordare l'amicizia che un tempo la uni ad Elphaba (Cynthia Erivo), prima che quest'ultima diventasse la temuta Strega dell'Ovest.
Fin dai primi fotogrammi di Wicked è evidente l'affetto che tutti quelli coinvolti provano per l'opera originale del resto, la stessa Ariana Grande (Glinda) ha dichiarato di aver amato e desiderato il ruolo per anni I colori sono utilizzati con gusto e intelligenza ai fini della trama e dell'appagamento visivo dello spettatore, i brani mantengono il vigore e l'eufonia della loro versione teatrale, e le sequenze di danza sono state modificate con maestria per adattarle al grande schermo; anche l'unica coreografia tipicamente musical-Dancing Through Life di Fiyero (Jonathan Bailey) non stona con l'impronta del film, ma anzi vivacizza e carica di energia l'insieme. Wicked è certamente un film consigliabile a chi ha amato le estetiche di Barbie e i personaggi di Mean Girls, bene amalgamati con temi attuali e umani senza scadere in un eccessivo attivismo fine a se stesso, ma piuttosto in un sottile utilizzo di tutti gli strumenti disponibili per creare una storia appassionante.
Rimane soltanto da aspettare l'uscita della parte due, già attesissima da nuovi e vecchi fan in tutto il mondo: il secondo capitolo verrà mostrato nei cinema nel novembre 2025.
(Di Maia Restelli)
DECIFRA LA GNOMICA SENENZA DELLO ZABAORACOLO UTILIZZANDO UN CELEBRE CIFRARIO
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