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La prima dimora di Massimiliano e Carlotta —
Maximilian and Charlotte’s first home
Come una storia d’amore, timida, appena vissuta, l’ultima sorpresa svelata del Parco di Miramare è il Castelletto. Una piccola casa, se paragonata al suo fratello maggiore che si erge altero ed elegante a picco sul Golfo di Trieste. Dalla sua romantica terrazza, ingraziosita da un maestoso glicine, l’arciduca Massimiliano d’Asburgo controllava che i lavori della dimora padronale procedessero secondo i suoi rigorosi dettami. Nelle sue stanze ombrose, ognuna con un nome e una precisa destinazione, la bellissima Carlotta del Belgio, confidava alla dama di compagnia reconditi segreti e timide speranze, quasi sempre legate al suo sposo. La storia d’amore di Massimiliano e Carlotta pervade tutto il complesso di Miramare e, di sicuro, è uno degli elementi che rendono così attraente e affascinante questo luogo unico. Unico perché non c’è un altro castello bianco e così distinto che si erge a picco su un mare blu, contornato da un parco storico ricco di specie botaniche rare e alberi monumentali. Ma sono la caparbia volontà, il curioso e affannoso desiderio di sapere dell’arciduca Massimiliano uniti alla personalità di Carlotta, che hanno dato il vero carattere distintivo a Miramare. Si racconta che lei avesse ricevuto un’educazione molto austera, un rigido senso del dovere che le era stato imposto dall’appartenere a una delle dinastie più importanti d’Europa, al contrario della cognata Elisabetta d’Austria Sissi, che qui a Miramare certo si sentiva meno vincolata ai doveri di corte, fra i sentieri fioriti e alla vista del mare da cui era sempre pronta a salpare. Verosimilmente, furono quelli vissuti al Castelletto gli anni più felici per Massimiliano e Carlotta. Il recente restauro, lungo e accurato, ha restituito a questo edificio che si staglia sulla baia di Grignano e si intravede percorrendo la strada Costiera arrivando a Trieste, il tono sobrio dello spirito al quale era stato improntato. A cominciare dalla cromia esterna, prima un giallo ocra frutto di una tinteggiatura in epoca moderna, ora il bianco candido che aveva in origine. Anche gli interni sono stati restaurati secondo i più rispettosi canoni di conservazione. Al primo piano le sale si disvelano ciascuna nei diversi stili come uno scrigno nello stile tipico della metà dell’Ottocento specchio del gusto eclettico del committente. Al piano terreno sono state riportate alla luce le decorazioni pittoriche ottocentesche completamente cancellate agli inizi del Novecento e di cui si era perduta memoria. Tutti gli ultimi interventi a Miramare, sia nel Parco sia nel Museo, sono improntati ai dettami della conservazione e del restauro filologico, della tutela, della sostenibilità e della pubblica fruizione.
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Così è anche per l’ultima delle grandi aperture, le Antiche Cucine del Castello che, per la prima volta, consentiranno ai visitatori di sbirciare anche dietro lo sfarzo delle sale dove si svolgeva la vita di corte, capire come si allestivano le tavole e cosa offrivano gli arciduchi ai loro ospiti, riscoprendo anche la dimensione più privata del castello più romantico d’Europa.
Guided tours
A) Cucine storiche
+ Bagno ducale
B) Castelletto
+ Terrazza dei cannoni + Serre Nuove/Orangerie
Servizio su prenotazione per gruppi di minimo 10 persone. Visite a cadenza fissa settimanale il giovedì, tra giugno e settembre 2023 durata circa 1 ora e 30 cad.
A) Ancient kitchens + Duke’s Bath
B) Castelletto + Cannon terrace + New greenhouses/ Orangerie
Upon reservation, min. 10 people. Weekly visits on Thursday from June to September 2023
Duration: 1 hour and 30 minutes per tour.
Tariffe /Entrance fees
Intero /Full price: € 20 (accesso € 10, guida € 10) /(access € 10, service € 10)
Gratuito: per bambini accompagnati fino a 6 anni /Free entrance: accompanied minors up to 6 years of age
Per agevolazioni, gratuità e informazioni dettagliate /Find out more about discounts, free tickets, and further details
From the Castelletto romantic terrace the strict and fastidious eyes of Archduke Maximilian of Hapsburg supervised the construction of his castle.
The bashful looks exchanged at the beginning of a love story: such is the atmosphere of the Castelletto, the latest treasure unveiled in the Park of Miramare. Almost a cottage when compared to its older brother, standing so high and proud, perched over the Gulf of Trieste. From its romantic terrace, under the shade of a majestic wisteria, the strict and fastidious eyes of Archduke Maximilian of Hapsburg supervised the construction of his castle. In her shaded rooms, each with a name and a purpose, beautiful Charlotte of Belgium, known by her Spanish name, Carlota, whispered to the ear of her lady-in-waiting, disclosing her innermost thoughts and timid hopes, almost always revolving around her spouse.
The love story of Maximilian and Carlota reverberates in every corner of Miramare and is without a doubt one of the reasons why this unique place is so fascinating and intriguing. Unique, because no other castle in the world stands so white and elegant over the blue sea, surrounded by a historic park, full of exotic plants and monumental trees. And even more so, thanks to Archduke Maximilian’s inquisitive and stubborn mind, determined to pursue every facet of knowledge; as well as Carlota’s distinctive character. She was said to have received a very rigorous education, instilled with the inflexible sense of duty dictated by her lineage, one of the oldest dynasties of Europe – unlike her cousin Elisabeth “Sissi” of Austria, who must have walked these floors enjoying a feeling of temporary freedom, finally away from court protocols and duties, surrounded by blooming gardens and the view of the sea, always ready to trace the course of her next journey.
The years they spent living in the Castelletto are quite likely the happiest time in Maximilian and Carlota’s married life. After the latest, long, and thorough restoration process, the Castelletto is once again the jewel that used to shine over the bay of Grignano, elegant yet sober as it was originally intended, and is now visible from Strada Costiera in direction Trieste. The outer walls, covered in a yellow-ochre coat applied in modern times, are now back to their original pure white. The same conservative approach was applied to the interior. The first-floor rooms line up like treasures in a jewellery box, each with its own distinctive style, as was the custom in the mid-19th century, and in line with eclectic taste of the client. The ground floor now displays the original 19th-century wall-painting decorations that were completely cancelled in the early 1900s and had passed – albeit briefly − into oblivion. The entire restoration effort involving both the Park and the Museum of Miramare was carried out in line with the principles of conservation, philological restoration, preservation, sustainability, and public access.
The latest space open to the public, le Antiche Cucine del Castello [i.e., the Castle’s ancient kitchens], provides visitors with the unprecedented opportunity of taking a peek beyond the splendour of court life, at the way banquets were prepared and food was chosen for the archdukes and their guests – a glimpse into the most private aspects of the most romantic castle in Europe.
Old Port, Live Port
Tra i magazzini del vecchio porto di Trieste, alle porte di una città in fermento, continuano i lavori di ristrutturazione di un’area da troppi anni in disuso e che sta pian piano ritornando in possesso di cittadini e turisti.
A fianco del viale monumentale, progetto da 19 milioni di euro che collegherà il centro storico al terrapieno di Barcola, prenderà vita il nuovo Museo del Mare progettato dall’architetto Guillermo Vazquez Consuegra; sarà il cuore pulsante del polo museale già in essere all’interno del ristrutturato Magazzino 26. Qui, infatti, trova spazio la mostra permanente “Lloyd. Deposito a vista” realizzata dal Museo del Mare e che racconta la storia della celebre compagnia di navigazione. Visitabile gratuitamente da giovedì a domenica, dalle 10 alle 19, le sezioni della mostra percorrono le tante vicende del Lloyd austriaco e triestino che si intersecano con il più ampio quadro della marineria. Sempre al piano terra si possono ammirare i diorami e i modelli di imbarcazioni provenienti dal vecchio museo del mare sito, un tempo, in Campo Marzio, in quello che era il Lazzaretto.
Ma il mare è anche scienza e in questo edificio si trova la sede dell’Immaginario Scientifico, un museo, frutto delle collaborazioni delle tante organizzazioni scientifiche che operano a Trieste, dove tutto è in continuo movimento e dove si può imparare la scienza giocando (www. immaginarioscientifico.it).

Fino al 30 luglio nella Sala Carlo
Sbisà, una delle tre sale espositive del Magazzino 26, “Il Mito dell’arte africana nel ’900” esplora gli artisti del Novecento del calibro di Picasso, Man Ray, Calder, Basquiat e Matisse che sono stati influenzati dall’arte africana, attraverso un percorso fatto di confronti e riscontri dove il visitatore si trova inizialmente immerso nelle opere dell’arte africana per poi coglierne l’essenza nelle opere create dagli artisti del Novecento. (www.navigaresrl.com/mostra/ il-mito-dellarte-africana-del-900)

Nella Sala Leonor Fini durante l’estate si susseguiranno due esposizioni: la prima, “Espressioni a confronto”, in coorganizzazione con il Gruppo artisti triestini Rivel’Art, giunta alla seconda edizione, ospita dal 9 luglio al 20 agosto i lavori di artisti non professionisti, ciascuno in mostra con alcune opere scelte a rappresentare suoi pensieri ed emozioni. Dal 24 agosto al 24 settembre spazio a “Natura biorobotica”, un’esposizione a cura di Gruppo 78 International Contemporary Art che rientra nel programma di Robotics, Festival di Arte e Robotica e altre tecnologie, giunto alla IV edizione.
Fiore all’occhiello del Magazzino 26 è la Sala Luttazzi, intitolata al Maestro Lelio –cui ricorrono quest’anno i 100 anni dalla nascita– che vuole essere sempre più un luogo centrale per l’offerta teatrale, musicale e culturale della città. In questo periodo è prevista una pausa estiva che permetterà di eseguire lavori necessari prima dell’inizio della nuova stagione della rassegna “Una Luce sempre accesa” in avvio in autunno.
Among the warehouses of the Old Port of Trieste, at the gates of a city in turmoil, renovation work continues on an area that has been disused for too many years and is slowly coming back into the hands of citizens and tourists alike.
Next to the monumental avenue, a 19 million euro project that will connect the old city centre to the Barcola embankment, the new museum of the sea designed by architect Guillermo Vazquez Consuegra will come to life; it will be the beating heart of the museum centre that is already inside the renovated Warehouse 26. Here, in fact, the permanent exhibition ‘Lloyd. Depot on view’ set up by the Maritime Museum to tell the story of the famous shipping company. The exhibition, which can be visited free of charge from Thursday to Sunday, from 10 a.m. to 7 p.m., traces the many happenings of the Austrian and Trieste Lloyd that intersect with the broader picture of seafaring. On the ground floor you can also admire dioramas and models of boats from the old sea museum located in Campo Marzio, in what used to be the Lazzaretto.

But the sea is also science so this building is home to the Scientific Imaginary, a museum, the result of the collaborations of the many scientific organisations operating in Trieste, where everything is in constant motion and where you can learn science by playing (www.immaginarioscientifico.it).
Until 30 July in the Carlo Sbisà Room, one of the three exhibition halls of Magazzino 26, “The Myth of African Art in the 20th Century” explores 20th century artists of the calibre of Picasso, Man Ray, Calder, Basquiat and Matisse who were influenced by African art, through a path made up of comparisons and feedbacks where the visitor is initially immersed in the works of African art and then grasps its essence in the works created by 20th century artists. www.navigaresrl.com/mostra/ il-mito-dellarte-africana-del-900
Two exhibitions will take place in the Leonor Fini Hall during the summer: the first, ‘Espressioni a confronto’, in co-organisation with the Trieste artists group Rivel’Art, now in its second edition, hosts from 9 July to 20 August the works of non-professional artists, each exhibiting a few works chosen to represent their thoughts and emotions. From 24 August to 24 September space will be given to ‘Natura biorobotica’, an exhibition curated by Gruppo 78 International Contemporary Art that is part of the Robotics programme, the Festival of Art and Robotics and other technologies, now in its fourth edition.
The jewel in the crown of Magazzino 26 is the Sala Luttazzi, named after Maestro Lelio – whose 100th birthday falls this year – which aims to be an increasingly central place for the theatre, music and cultural events in the city. A summer break is planned for this period, which will allow necessary work to be carried out before the start of the new season of the ‘Una luce sempre accesa’ festival in the autumn.

Lorenzo Michelli
Grandi formati, moltitudine di oggetti, di figure, rappresentazioni di scene legate alla vita quotidiana di una società globalizzata, iper colorata, energetica e di grande impatto visivo: David LaChapelle è figlio della pop art. Non a caso fu proprio Andy Warhol uno dei suoi primi sostenitori e datori di lavoro: del giovane artista vennero infatti pubblicate fotografie per la celebre Interview, la rivista che si occupava di celebrità e di scelte d’avanguardia. David LaChapelle è legato a quella arte che nel glamour e nel divismo trova la sua quintessenza. Decine i musicisti e gli attori da lui ritratti. Dalla sua Marilyn debitrice di quella del maestro, a Pamela Anderson, Madonna e Lady Gaga, Bowie e Marilyn Manson. Ma la sua reinterpretazione va a ripescare Michelangelo, i manieristi e Caravaggio piuttosto che la tradizione romantica di un Géricault con l’eccezionale Zattera della Medusa di cui il suo Deluge riprende pathos e posture mantenendo un aggancio continuo con un coloratissimo quotidiano. Il suo lavoro nel tempo è passato dalla commissione all’arte, dalla produzione pubblicitaria alla ricerca personale. La rappresentazione continua ad indugiare su complessi meccanismi visivi ma il sapore che se ne ricava appare più legato alla critica del contemporaneo, sempre condotta con eccezionale vigore visivo; da qui l’idea che l’artista operi per svelare i segni di una decadenza che va abbandonata a favore della sostenibilità, fatta di tempi e spazi migliori. Sarà forse anche per questi motivi che ha deciso di vivere alle Hawaii, in un rapporto stretto con la natura lontano dalla sofisticazione? Certo è che la selezione proposta a Trieste è potente, impattante, ironica, certamente dissacratoria: procura reazioni e sollecitazioni estetiche estese. Riconosciamo l’attualità e la storia dell’arte attraverso un’amplificazione del visivo che ti precipita addosso.