Le terze cose

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ALESSANDRO SICILIA

Le Terze Cose


ABRAMO - CATANZARO


Finito di stampare il 12 Giugno 1963 dalla Tip. A. Abramo Catanzaro


a mio padre



FEBBRE Sento un fremito, un brivido, freddo, calore, la febbre smania, delirio, la montagna di stelle, l’abisso del mare con bimbi; nel cielo Dio Piange, il sole è spento, le terra dorme, gli uomini sepolti, Franca vestita di bianco, sposa, lagrime dagli occhi miei stanchi, il fresco, il mondo di paglia finisce, brucia, sparisce nel fumo. 7


DOVE LA MIA TOMBA Più oltre del fondo del mare, nell’infinito di sabbia, dove, per quella natura, è sempre novembre. Odore di crisantemi, lampade accese e lagrime di acqua santa.

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QUESTE SONO LE FOGLIE Queste sono le foglie, all’ombra del mondo, secche, ancora attaccate all’albero e ascoltano la mia favola di ghiaccio.

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LUCI VELOCI Canzoni senza sorriso, speranze senza divisa sono rimaste nel campo, sole, di sera, senza pensiero, nel buio, con l’allegro vociare dei morti, col riflesso di luci veloci, senza la pena di essere in vita. Sorridono i morti nel buio, senza una croce di legno sul cippo; essi rivedono i giorni passati, rivivono giorni felici e tanti bambini vicini. E nella mia testa stanca torna il silenzio della fontana, torna il sogno e la dolce illusione, torna la gioventù senza sorriso. Tutto nell’aria di me è rimasto così nel vuoto, tutto finito, come una musica sempre di vento, senza rimpianto e senza lamento.

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G I O VA N I In un mondo sbiadito verso il vuoto completo marciano i giovani al vento, senza bandiera lagrime gelide, pianti, sospiri e speranze, sognando una sposa, sognando una casa, sognando una croce, senza continuità passeremo vani, un giorno saremo amici dell’infinito, smarriti nel silenzio, perduti nell’immenso, ciechi nella luce, soli nel vuoto, nel fumo del mondo.

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PA G I N E B I A N C H E Pagine bianche senza pianto, pagine bianche piene di speranza. Pagine bianche senza nostalgia non racchiudete memorie di nessuno, voi candide, pure, inviolate. Non lasciate sospirare nessun cuore, nessun condannate a morte, a nessun voi date torto. Pagine bianche senza ricordi, mute, silenziose e strane, sembrate morte, mentre ancor nascer dovete e sperate di essere scritte, e poi dagli uomini sfogliate. Pagine bianche senza rimorso e quando scritte sarete forse allor tanto ne avrete.

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IL MURO Racchiude memorie di pietre e nasce morto senza parola. Vive in silenzio per tutto il tempo. Pietre che sperano alla sua caduta per rivedere il sole e la libertà , per raccontare al mondo le loro pene, per ricordare sempre la felicità . Muro che imprigioni uomini e pietre, cose e speranze, vivi i tuoi giorni in silenzio, senza dormire, di una veglia di cimitero. Piangi nascosto, senza le lagrime, ma sei rigido, fermo, senza la mente ed ignaro delle cose belle stai impalato immobile sul posto tra l’egoismo della tua consorte.

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P R I M AV E R A N U O VA E’ primavera e gli uomini camminano senza le gambe. E’ primavera e gli uomini volano senza le ali. E’ primavera di un nuovo salotto, è primavera densa, di nuvole senza sospiri e senza speranze. E’ tornato il fiorire, è tornato il morire! E’ primavera di una nuova era e gli uomini sono bendati. E’ una primavera nuova senza Dio.

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DOVE SI PERDE IL FUMO Lontano, là, dove l’orizzonte è di cristallo, là dove esiste una barriera magica. Si perde là dove comincia il sole, come degli uomini si perdono i sospiri; si perde dove la scena è muta e la felicità è buio, dove le anime nascono, e muoiono i sorrisi d’amore.

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A FRANCA Franca senza di te la mia vita sarà una altalena vuota, un dondolare vano, un camminare cieco. Franca, senza il tuo sorriso il mondo mi sembra un cimitero, un pigolio di gente più triste, un sussurrare di malinconia. Franca, se mi sorridi, la mia vita sarà favola e magia, musica e poesia. Franca, ragazza dei sogni miei, se vivrò con te, sarò felice, aspetterò la morte in allegria, e sorridendomi, invece di morire, mi sembrerà sognare il primo incontro, mi sembrerà sognare il primo bacio, mi sembrerà sognare il bianco velo; col tuo sorriso ancora invece di morire e di restare per l’eterno senza luce, mi sembrerà sognare tanto sole, e dentro tanto sole, mi sembrerà vedere soltanto il tuo bel volto ornato di colore.

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R I TA G L I Del mondo, schizzano nelle fonti d’acqua della via, dove il vento scrive. Ritagli è il nostro mondo dove la felicità è nella sabbia: polvere... Ritagli che il vento cancella scrivendo.

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R E AT TO R E Rompe le nuvole, sfreccia, luccica al sole, sfavilla d’argento nel cielo d’azzurro si perde. A distanza le curve si annullano, dritta è la scia che l’aria inghiottisce.

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BREVE E’ breve il cammino della vita come un fiocco di neve caduto sul mare, breve la speranza, breve l’affanno, la dolcezza ed il rimpianto. Breve il dolore ed il soffrire come l’amore e la felicità. Tutto fugge, di più la giovinezza: è più breve, sparisce, finisce così, in un ricordo vano di un sogno ed una veglia, si perde lontano, non torna, ma vive nell’aria. Breve il lento come il veloce, breve il mondo come il tempo, breve la via, breve ogni cosa, breve il vigliacco, breve il sorriso.

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IMMAGINE Nell’ombra la tua immagine è di pace. Nell’odio la tua immagine è perdono. Col sole la tua immagine è sorriso. Ti sento come una musica perduta al vento, immagine cara di sempre, bruna, festosa, bambina, di pianto il mio cuore è morto, per te fermo è rimasto. Tu sola immagine più cara, racchiudi estasi celesti, memorie di stelle filanti, canzoni di natura in festa.... ma tu sogni soltanto un giardino di rose e viali d’amore, un abito solo da sposa. Sempre racchiusa nel mio cuore, immagine, tu vivi.

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BUIO Nel buio vive il sogno del vento, la polvere di stelle, e della luce il ricordo, i battiti del cuore, una voce di pianto, un odore di ceri spenti, il fumo negli occhi che piangono, senza dolore. Nel buio che annulla, cancella, colma ogni vuoto, vive la pace.

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PA RT E N Z A Via col treno che corre veloce dalla terra mia lontano verso l’ignoto. Addio terra natia di ricordi disperati, addio tramonti assieme ai rintocchi dell’ave Maria, al cuore innamorato della ragazza mia. Addio alle poche gioie del tempo fanciullo, ai richiami d’amore, ai giardini in fiore, al festoso campo sportivo della forte gioventù passata. Addio anche al cimitero cara sepoltura di un giorno, non riposerò da te forse mai e tutte quelle croci ed i cipressi, i morti con l’albero piangente mi ricorderanno sempre allegro, sorridente, scanzonato... Senza il ricordo di una lagrima ma con la voce di eterno riposo.

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P E TA L O D I R O S A Solo, sull’orlo del monte con l’occhio a valle guardo la vita e piango, in silenzio, sotto il sole splendente vedendo un petalo di rosa navigare senza vele con il vento e senza meta nella vasca nell’attesa di una pace di una meta e con la pace l’oblio di una stanca meta, naviga... nell’acqua della limitata vasca, petalo di rosa; è faticosa e dura la tua scia ed infinita la limitata vasca sembra al tuo viso.

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STRANO SOGNO Rose vellutate sorridete alla bimba smarrita del mio sogno, sparita nella luce del sole che acceca, sparita cosÏ d’un tratto nell’astratto, ecco torno a sognare, lo scalpello del chirurgo, la voce del mostro, il lamento dei morti, il cimitero pieno di luci, con i cipressi neri, morti, ma ritti, in piedi. Ecco la voce del vento che asciuga il mio pianto, dei morti disperde il lamento, spegne le luci, abbatte i cipressi.

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N AT U R A M O RTA Volti che narran silenzio al mondo in festa, e nella luce, al buio, le foglie morte. Ritratti di pace passeggera, silenzio nel frastuono immenso odono i volti umani spenti, ma nella carne i vermi, e nella natura morta il bacio delll’amore nell’aria lontano anch’essa resta. La musica più allegra felice muore. Nel vuoto è senza vermi anch’essa narra, silenzio!

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ESTREMO SALUTO Cipressi muti e verdi, quattro candele accese, e nella fossa la bara. Il primo pugno di terra, il saluto dell’ultimo raggio di sole morente, ed ecco... strano, giunge l’eco del vento al mondo irreale. Ancora echi smarriti al mondo finito, vociare lento di preghiere stanche. Il sole sorgerà domani e della sua luce non gli arriverà altro che un bagliore smorto, ancora passi lenti sempre più lontani, perchè anch’esse smarriti e poi nulla... Come chi muore sogna a settembre acerbi grappoli d’uva.

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DOVE FINISCE IL MARE Acqua morta, evapora, nasce di nuovo, ritorna alla vita come noi quando morti trasportati dalle onde della luce per l’immenso astratto in un altro mondo nasceremo! Là dove finisce il mare i pesci dormono ombre dell’aria, il sole è freddo e tutto tace; là dove finisce il mare c’è uno scoglio d’aria, un vuoto che parla, disintegra... strano, la voce di Franca, il riso del mondo, il pianto smarrito.

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TERMINA LA STRADA Termina nella fossa il camminare tanto veloce dove è pace e buio. Raccontano fiabe al silenzio che ascolta. Le fiabe corrono senza più strada, di fossa in fossa; di croce in croce con voce sempre più fioca! Il morto sogna... e sabbia, pace, buio, vermi e fiabe sono i compagni dove termina la strada, sotto terra, dove c’è più pace.

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IL MONDO FUGGE Un mondo stanco, fugge, corre veloce verso la fine, livido di luce, fugge come nuvole in corsa, sfugge alla via fugge sempre, non si ferma, non arriva; stanco cammina, veloce percorre le vali di neve, le strade di pietre e tutto il deserto di sabbia infuocata. Le vie del cielo le corre in silenzio e quelle d’amore senza lamento; un mondo che fugge sempre piÚ stanco. Arriva alla fine con fiato che manca senza parola, senza rumore, con occhi accecati, col cuore fermato.

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OMBRA ROSSA Alberi spogli, asfalti di piombo, prati verdi, a sera ombre, una rossa vaga... corre... sorride al nero della notte, è bambina l’ombra rossa. Cammina, ora lenta, verso una luce, sincera, non fa paura, cammina, passa, a tutti vicino e la notte nasconde col suo vestito rosso. L’ombra rossa tace quando sparisce, di lampo, del fiume la voce. Si ferma, piange in silenzio, da sola si annulla, scompare...

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LA TERZA VOCE Una croce marcia verso cipressi, un uomo verso la tomba, la pioggia verso la valle, la voce verso l’immenso, è sul monte la terza voce, è quella delle stelle, quella dei morti, quella smarrita che chiama noi, la terza voce è fatta di paura. Se è quella di Dio; la terza voce... impressionismo... giunge di baleno dal cielo sulla strada; la terza voce, è brivido di pianto, è mistero d’esistenza, è destino, smarrimento. E’ buio, è luce, è riso, è pianto, è giuoco, è sogno, è tanto...

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INFERNO Sera, pensieri di morte e di fuoco. Suicidio, Amore... e sulla tomba due fiori: uno rosso, l’altro bianco, deposti da Franca con cero spento. Un nome con una data bianca, una croce di vetro; io all’inferno, nel fuoco, nell’arso, nel nero bruciato e Dio dall’alto salva Epulone; Lazzaro sprofonda, spero salvezza; mentre sul mondo gli uomini sognano l’oro, Franca uno sposo, mia madre... suo figlio all’inferno. Tormento, inferno terreno. Epulone ritorna... che vedo! paura, Lazzaro sale ora più alto, Satana e Dio hanno giocato. 32


D I M E N T I C ATO Chiasso e vociare passeggio lento, ed io sotto un albero di foglie secche, tra un giallo di uomini, di cose e una polvere di ali di farfalle, fermo guardo un ulivo verde senza foglie; un mondo che mi ha dimenticato. Solo con le foglie secche, con il vento autunnale disperato, sogno... Aspetto felice la morte. 33


L A V I TA Illusione ottica, favola magica, che svanisce come il fumo nel cielo; la vita... castigo di chi è nato, tappa solo d’affanni, con pochi sorrisi solo forzati.

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SCHIAMAZZO Nel vuoto come pazzo nel largo mi faccio piĂš largo, saltellando, giocando, amando, illudendomi, cercando un oblio di ricordi obbrobriosi.

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AMERO’ La sabbia del mare, lo spirito del vento è di Franca il ricordo del suo sorriso e del suo no. Del mondo la tempesta che abbatte i potenti, del cielo le nuvole bianche dove si nascondono i sorrisi di Franca, del fiume l’argentea visione fuggente, è ancora la mia tomba, la casa di sempre.

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AL BALLO Allegria, ritmo, lo scoppio del tappo dello champagne, la follia smisurata, balli, dolci parole sussurate, cuori innamorati, sogni... castelli in aria... Delusioni...

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M I PA R L A D ’ A M O R E La luna bruciata, la gioventù e nessuno. Il buio tace; mentre il fiume mi narra tradimento. Le stelle mi chiedono carezze; mi parla d’amore il mio cuore, un’orma di fango, l’asfalto bagnato. Le luci tremanti a distanza mi fanno paura, e fugge la voce dell’aria, vaga nel cielo, smarrendo il messaggio d’amore.

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FIUME SOTTERRANEO Nascosto, precipita più sottoterra; là dove non c’è più aria, nel fantasioso mondo dell’oscurità. Scorre scavando rocce, verso l’ignoto, là dove esistono i fantasmi degli alberi, dei morti i pensieri; e di tutto niente, al di fuori della voce dell’amore.

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NIENTE Sono di sangue e carne, e sono niente. Morrò, volerò nei cieli tra gli orizzonti rossi dell’inferno. Accoccolata su una brace ardente, l’anima mia riposerà sognando vanamente il nulla, toccando con la punta delle dita l’ultima stella che scotta, ma tiepida a quelle dita sembra; che niente è il fuoco dell’inferno, come tutto del creato è niente. 40


DUE NOVEMBRE Processione di genti, con occhi accecati dalla polvere di marmo, piangono nel cimitero il mondo di cristallo rotto. Fiori trasportati da cavalli zoppi con la corda al piede, lenti, muti nell’aria che tutta odora di cipressi. Musiche di pianto, frecce di note, pensieri raggiungono gli spiriti dei morti; lontano nell’argon dell’aria.

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FOGLIE CHE MUOIONO Foglie stanche, gialle, cadono morte sull’acqua grigia, lasciando un vuoto negli alberi, e morte, e gialle si perdono lontano assieme alla polvere dei capelli bianchi macinati dal tempo. Lontano verso la dimora del vento, nell’arancione bagliore del fiume, nel mondo abitato dai vermi.

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Foglie, addio per sempre, mentre rintocca l’Ave Maria, spirate, marcite distrutte dal caso.

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CON ACQUA DI MARE Su un quaderno di nuvole scriverò, ad acqua di mare, i miei sogni crollati, il nome di Franca ed i miei ricordi d’aria. Ancora due parole pace e luce, dedica della mia tomba; una pagina bianca, il nome di Cristo.

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FINE Gli occhi del cielo leggono l’ultimo numero nella pagina infinita dell’immenso. Leggono l’ultimo nome sul marmo dei morti; dagli occhi del cielo l’ultima lagrima scorre, diventati d’improvviso ciechi, dov’è l’amore, l’immortale. Chiedono, scorgendo nel buio infinito un’ombra di luce nera. Disperso è l’amore, è morto. Annuncia l’ultimo bacio dell’aria... ed il suo sepolcro è senza nome. Poi muore anche il bacio e gli occhi del cielo, impietriti, restano morti. 45


RACCOGLIERO’ Dal cielo le stelle morte; io vestirò di nero il mondo. Raccoglierò i pensieri di Franca al di là del ponte che mi nasconde tutta una felicità. Raccoglierò un sorriso del cuore del vento, un pianto dal sole morente, un inno d’amore morto dal profumo dei fiori; dei sassi, una foglia secca, della polvere, il rumore del treno, la gioia di tutti e le mie lagrime.

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DIMENTICANDO Ogni bimba somiglia a Franca mia, tutto è perduto tra il marciapiede di foglie gialle. Ogni fiammifero è spento dall’acqua ogni foglia è dispersa dal vento, ogni anima è raccolta da Dio; e sono stanco di lagrime e di speranze, di immagini misere e d’affanni, sono un giovane smarrito; forte e senza cielo; vivo dimenticando anche l’amore. 47


LAGRIME Chi sentirà il mio pianto? gli uomini e rideranno, il mio cuore e piangerà, le stelle non l’udranno, le formiche annegheranno nelle mie lagrime, le radici vegeteranno; il mio pianto vivrà sempre... Quando piove sono lagrime mie, lagrime morte, salate, distratte, che piangono dalle risate.

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TI SOMIGLIA La brezza del mare, il primo raggio di sole, la gioia di vivere... Ti somiglia il pianto, la lotta, la fatica, un mondo disperato la tomba, il sorriso, il vivere... Assomigliare con l’anima al creatore, consolazione di piccoli uomini.

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SERA Ricordi di morti, città frettolosa, insegne luminose, nebbia, pioggia, cuori che sospirano d’amore. Io solo, lento, sull’asfalto sogno... Una strada di campagna, una casa illuminata con una bimba bionda che sorride, e fuori le nuvolo nere, gli alberi spogli, le luci fioche avvolte di nebbia ascoltano il suo sorriso. I cipressi del cimitero

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dormono i morti raccontano fiabe d’amore, parlano del sorriso di Franca, gelidamente, anch’essi sorridono al buio, al marmo umido, bianco, scolpito.

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HO VISTO Le arance sulla Zà gara mature di colore oro-cobalto l’ho viste erano tante.

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SEMPRE NOTTE Notte... sempre notte. Col buio torna il cavallo bianco, il volto roseo, i ricordi di niente, i pensieri di pianto. Torna l’immagine, vive... si anima, danza, canta. Torna tutto, proprio tutto fatto di niente; ma vive, esiste, parla, racconta: una fiaba di cimitero vivente, con amore, con guerra. La fiaba scorre, i miei occhi sanguinano, il giorno non arriva mentre passa, notte, sempre notte è per me. 53


S C I N T I L L A M O RTA Le scintille del mondo muoiono, anche, come quelle del fuoco: come gli anni passati. Io tra quattro mura del mondo, una scintilla morta... Con in cuore la gioia finita, sto a guardare fermo, seduto, il sipario sulla scena calare.

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CAPODANNO Pieno di sole, allegria di pianto: tutto... pagine bianche.

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OTTOBRE Nero di speranze di aria umida, con campane che suonano mute ai funerali delle mosche morte. Ottobre, solitario di ricordi, piange di tutto; il suo verde che sta per cadere del suo cielo grigio che sta per morire. Piange ottobre oltre le nuvole, vicino a Dio e sogna una Madonna morta, sepolta in casa mia. Piange ora che la Madonna è morta, ottobre. 56


LA TROMBA DEL JAZZ Lasciatemi affogare assieme alla mia tromba, è in quel mare, al largo, la tromba del jazz divino. Lasciatemi affogare assieme alla mia anima, nel fondo del mare. L’autunno, ha fatto cadere tutte le foglie verdi e la tromba morire, anche perchè le foglie non sono morte gialle. Il mondo: un tappeto di foglie verdi; il fondo del mare: un tappeto di note morte; e la mia tromba senza candele, sola con una nota bleu suonata dal sole del mare.

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NON LO SAPETE Non lo sapete che esiste solo il paradiso, che oltre la stratosfera, oltre il buio nel cielo lontano ci sono tutti angeli. I peccati sono capricci, capricci di bimbi, di fronte all’immenso che ride che ride che ride...

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A S PA L L E Portano le bare alla periferia dove c’è la fine.

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PRIMA DI ME C’è sempre qualcuno che beve alla fontana, c’è sempre chi sale sul treno. Prima di me anche il fanciullo che pensa qualcosa che io non ho pensato. Sono l’ultimo, sempre, perchè il mondo è prima di me e anche quando sarò vecchio ancora sarò l’ultimo.

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MORTE Non cambiar l’acqua a quei fiori, non nasconderli al fresco. Perchè lo stesso, appassiranno, morranno; accarezzali, guardali, ma non voltarti più indietro.

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IL FIUME Grigio... lo Scrivia lo sognai limpido, e mio padre morì. Come si può distinguere il bianco dal nero se il sogno è cieco? Si prende a caso, ma s’ode uno squillo... ah! gli occhi del lupo sotto il ponte ghiacciato, una preghiera di morti giunge a mio padre: è la voce di nonna dalla Calabria lontana, dal fiume natale un mondo di fiaba a olori, squillano le trombe a jazz passeggia sul ponte ghiacciato, è notte profonda e lo guardano gli occhi del lupo.

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DIETRO LE NUVOLE Dietro le nuvole il mio volto che piange. Dietro le nuvole tu, qualcosa che amo, il sole, il mio cuore morto, un mondo finito, il mio sorriso di pietra artificioso, la mano del mendicante, una lucertola fredda e il mio ricordo nell’ombra dei vent’anni.

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IL BACIO Sorriso del cuore, infinita dolcezza, carezza, desiderio.

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L’ U LT I M O N ATA L E Fuori tra il fumo della polvere da sparo con un occhio cieco dove vedo il mondo dei morti ridere, io a ritmo pazzo allegria di scatti, Natale festoso, l’ultimo.

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L A’ Si perde il vento dove finisce lo spazio. Là, dove morbido c’è un letto di pietre e le preghiere arrivano morte. Là, dove il fuoco è acqua e il mondo è di pensiero veloce a ritmo nuovo di jazz divino.

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B A L L AV I T U Al crocevia ballavi; al crocevia dei laghi, con remi e barche oltre la casa del celeste senza muro, recinta a ghirlande di fate, ballavi tu, sola e vestita di nero.

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E ’ Q U E S TA L A F E L I C I TA’ Dio, Franca, un sorriso dell’umanità, fantasia, illusione e sogno, pace dopo morto.

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P R I M AV E R A Nuvole nere grandine sereno fiaccole spente e tornano le foglie verdi, squilli di campane lenti a morte. Primavera con profumo d’incenso tornano le montagne a franare fiaccole accese le rose sbocciate. Primavera colori e speranza nel fumo e nella fiamma d’una fiaccola di vita e di morte.

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A M I O PA D R E Mio padre è morto, acqua... ma tu sei nuova e non lo ricordi, ecco... una pietra piange, un albero prega dondolandosi, e il vento scherza. La terra muta parla al cielo e vede mio padre e s’inghiozza e suda; un uccello canta allegro, mio padre è morto gli dico, e tace, e pigola,

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e prega; mio padre è morto, o sole! in raccoglimento si nasconde dietro una nuvola e l’aria vaga, fugge, con i morti verso Dio, con mio padre.

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VECCHIO E NUOVO Domani ogni cosa è veccchia, domani ogni mondo è nuovo. Io mi perdo nel vecchio e mi ritrovo nel nuovo, smarrito... al paradiso fatto di verdi piume dorate; l’erba dei campi l’odore del jazz, vecchio e nuovo, nuovo e vecchio, ogni chiasso a distanza è silenzio.

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SON CADUTO Son caduto additando l’orizzonte iridato, mi rialzo e addito il volto della donna amata. Ricadendo ora addito piangendo un fosso lontano d’acqua morta, un giglio bianco, una luce e dentro... non vedo, sono cieco, sento il suono del jazz, ora addito nel buio scheletri di morti che danzano al suono del jazz divino.

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VERSO IL NUOVO SOLE Tornano i ricordi, tornano vani cose del mondo. L’ultimo di un attimo e poi sommerso, davanti a Dio, solo. Nella terra il sole è morto; freddo, buio, tornano i morti lenti a camminare dormendo verso l’eterno verso dove splende un nuovo sole.

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COSI’ Due cavalletti con panno nero, quattro ceri, tanta acqua santa e preghiere senza pianto, un fiore del prato e una lagrima di Franca.

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TORNANO Gli anni tornano, rivivono tutti... Passa il volto, passano le scale, tredici anni... galoppate nel campo sportivo, goal, fremito, gioia, salti, labbra salate, il ginocchio di terra: tornano gli anni, quelli innamorati, quelli di preghiera con mio padre.

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GLI OCCHI DEL PENSIERO Accendete le candele ai miei pensieri morti, perchè le mie pagine scritte bruciano... e fumo e nebbia è la loro tomba. Così nell’aria al vento e col sereno spariscono. Abbagliante violetto sorriso di una persiana chiusa dove due occhi hanno visto, al principio del mondo, accendere il sole da Dio; l’arcobaleno comporsi e sparire, il mondo nascere, Adamo morire. 77


G A L O P PATA D ’ A M O R E Scalpitio di cavalli, singhiozzi, un’ombra di terra, alberi al buio nel sole di luglio, allegria del vento, che corre lontano nel mio mondo d’amore, che è solo di fiaba. Di cavalli galoppo, e sonanti nitriti.

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A MANI VUOTE A mani vuote dove vai? Franca è morta... non piangete! portale un fiore e se non hai soldi inginocchiati a mani giunte e prega.

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CIMITERO Cemento, croci e silenzio, cipressi, ceri e morti, passi echeggianti d’aria, rumori di pace. Cimitero con fosse vuote, con anime morte, con fiori secchi, con luci rosse. Cimitero con marmi neri, con scritte bianche e con lampade spente dalle mie lagrime.

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FIORI Accarezzati i colori secchi, marciti, morti, in una bara. L’odore non muore e vive nel vuoto in una tomba d’aria, vive e quando l’aria muore esso sboccia nel vuoto tanti colori come anime morte restano al vuoto tra freddi frammenti di sole.

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NON BUSSARE Non bussare alla porta... non ti apro, resta fuori, sono freddo, non bussare, io non esco perchè fuori è spuntato l’arcobaleno, l’arcobaleno a cinque colori.

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INDICE Febbre . . . Dove la mia tomba . Queste sono le foglie . Luci veloci . . Giovani . . Pagine bianche . Il muro . . Primavera nuova . Dove si perde il fumo A Franca . . Ritagli . . Reattore . . Breve . . Immagine . . Buio . . Partenza . . Petalo di rosa . . Strano sogno . Natura morta . Estremo saluto . Dove finisce il mare . Termina la strada . Il mondo fugge . Ombra rossa . La terza voce . Inferno . . Dimenticato . . La vita. . . Schiamazzo . . Amerò . . Al ballo . . Mi parla d’amore . Fiume sotterraneo . Niente . . .

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Due novembre . Foglie che muoino . Con acqua di mare . Fine . . . Raccoglierò . . Dimenticando . Lagrime . Ti somiglia . . Sera . . . Ho visto . . Sempre notte . . Scintilla morta . Capodanno . . Ottobre . . La tromba del jazz . Non lo sapete . . A spalle . . Prima di me . Morte . . Il fiume . . Dietro le nuvole . Il bacio . . L’ultimo Natale . Là . . . Ballavi tu . . E’ questa la felicità . Primavera . . A mio padre . . Vecchio e nuovo . Son caduto . . Verso il nuovo sole . Così . . . Tornano . . Gli occhi del pensiero Galoppata d’amore . A mani vuote . . Cimitero . . Fiori . . . Non bussare . .

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