Quaderni acp 2012 19(5)

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educazione in medicina

nale-organizzativo (come impostare un programma di prevenzione o come includere le informazioni di carattere epidemiologico in attività di gestione sanitaria). Insomma, a fronte di uno spunto innovativo che, peraltro, è stato declinato in sperimentazioni molto interessanti in alcune Regioni prendendo avvio dall’Accordo del 2007, si tratta di un testo ancora confuso che non aiuterà professionisti e provider a orientarsi e che meriterebbe una chiarificazione.

Crediti formativi

Riconfermato l’obbligo, per tutte le professioni sanitarie, dei 150 crediti formativi da conseguire nel triennio 20112013, con la possibilità, per coloro che li hanno conseguiti nel triennio precedente, di riportare 45 crediti dal triennio precedente: per un professionista virtuoso che ha curato la propria formazione nel corso del tempo, 105 crediti da conseguire nel triennio in corso. Non sono indicate sanzioni per chi non adempie all’obbligo (saranno Ordini e Collegi a certificare o meno il dossier formativo di ciascun professionista), né sono state indicate percentuali e/o limitazioni rispetto al numero massimo di crediti acquisibili attraverso una tipologia formativa piuttosto che un’altra. Chi scrive si è battuta, nello specifico, per il superamento di qualsiasi indicazione su percentuali di crediti correlati a qualsivoglia tipologia (obiettivi nazionali, regionali, FAD, formazione sul campo, attività formative di tipo tecnico-specialistico, piuttosto che gestionale o relazionale) di difficile comprensione per il singolo professionista, di impossibile realizzazione da parte dei provider, di altrettanto impossibile certificazione da parte degli Ordini e dei Collegi.

Quaderni acp 2012; 19(5)

Ordini, Collegi e Associazioni professionali

Viene riconfermato il ruolo di Ordini, Collegi e Associazioni nella funzione di “certificazione” della formazione continua, così come quello di “auditor” negli Osservatori nazionali e regionali. Tuttavia, soprattutto a supporto dei liberi professionisti e di quelle categorie e discipline che hanno una ridotta offerta formativa, Ordini, Collegi e Associazioni potranno rivestire il ruolo di “provider” accreditandosi presso l’Ente prescelto (CNFC o Regione di appartenenza). Infine, il Consorzio Gestione Anagrafica delle Professioni Sanitarie (CO.GE. APS), facente capo alle Federazioni degli Ordini e Associazioni professionali accreditate, detiene e gestisce l’anagrafica nazionale dei crediti formativi. Deve, dunque, ricevere da tutti i provider, tempestivamente e per via informatica e su traccia unica, i crediti formativi. Un Accordo che riconferma quanto già previsto da quelli precedenti e che, attraverso la pubblicazione delle “Linee Guida per i Manuali di accreditamento dei provider”, entra nel dettaglio del sistema e delle regole per l’accreditamento, fornisce ulteriormente alcune indicazioni operative per la programmazione, gestione e monitoraggio dell’attività formativa, anche se con alcune ombre che andrebbero chiarite. Un mondo, quello dell’ECM, che, con indubbi meriti per avere messo in luce e portato a sistema la formazione continua in medicina, deve, tuttavia, costantemente sorvegliare ed essere sorvegliato affinché regole, prescrizioni e approcci giuridico-amministrativi non diventino la sostanza. Il tema del senso e della qualità della formazione continua deve restare sempre obiettivo vero di tutti gli attori del sistema. u

EPIGENETICA NELLE STAGIONI DELLA VITA CONFRONTO FRA NEONATI E CENTENARI

Con l’età non cambiano le sequenze del DNA, ma mutano le alterazioni chimiche con cui la cellula controlla l’espressione del gene, cioè le modifiche epigenetiche. Confrontando il genoma di un neonato e di un centenario, si sono messe di fronte, nei globuli bianchi, le metilazioni. Nel neonato era metilato l’80% delle sequenze suscettibili, nel centenario solo il 73%. Un ventiseienne presentava un livello intermedio: il 78%. La differenza fra neonato e centenario trasformata in numeri è di mezzo milione di siti distribuiti fra geni promotori e regioni intergeniche. Sembra verificarsi, quindi, un progressivo e generalizzato disordine. Nel centenario sono spesso interessati geni che aumentano il rischio di infezioni e di diabete e sono del pari interessati geni che proteggono dal cancro. Sembra, insomma, che con l’età si accumulino “errori” che deteriorano il rigoroso controllo del metabolismo portando ai danni della senescenza. L’epigenetica sembra essere uno, solo uno, dei meccanismi dell’invecchiamento quello che deriva dall’ambiente. Molto interessante appare la ricerca sui tentativi di modificare il disordine. L’attività fisica sembra, inoltre, spegnere alcuni geni che favoriscono l’obesità. L’avvenire potrebbe vedere farmaci epigenetici?

(Le Scienze 2012;8:32)

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