Quaderni acp 2006; 13(2): 72-73
La Francia vieta gli immunostimolanti L’Agenzia francese di sicurezza sanitaria dei prodotti medicinali (AFSSAPS), sulla base di una rinnovata valutazione rischio/beneficio, ha deciso di ritirare dal commercio i medicinali immunostimolanti di origine batterica per la “prevenzione delle infiammazioni delle vie respiratorie” in adulti e bambini. Secondo l’Agenzia l’efficacia di questi prodotti non è documentata. La sicurezza poi sarebbe discutibile: sono stati riferiti problemi gastrointestinali (nausea e vomito), febbre, eruzioni cutanee. L’Agenzia suggerisce di prevenire le infezioni respiratorie dei bambini, e la tosse in genere, con l’abolizione del fumo passivo. Nel nostro Paese i farmaci immunostimolanti si trovano in classe C (Acintor, Biomunil, Biostin, Bronchomunal, Bronchovaxom, Immunocytal, Ismigen, Paspat) e devono essere venduti con presentazione di ricetta (Altroconsumo 2006;2:6). Quanto alla terapia della tosse, sono state pubblicate le linee guida dell’American College of Chest Physicians (ACCP) elaborate con un finanziamento dell’industria. Il gruppo istituito è partito da 275 pubblicazioni indicizzate in Medline. Circa la metà degli articoli riportava più “opinion than evidence”. Un terzo fondava i suoi suggerimenti su “basse evidenze”: nessun trial clinico randomizzato, solo studi casi controllo e studi osservazionali. Il resto era costituito da opinioni di esperti che parlavano con “air of aphorisms”. In sostanza la sola raccomandazione “forte”, come scrive l’Agenzia francese, era quella di evitare il fumo (Lancet 2006;357:276).
Corruzione in salute pubblica Nel suo rapporto 2006 Transparency International (TI), organizzazione non governativa, scatta una foto sulla corruzione che permea la sanità internazionale in tutti i Paesi e a ogni livello. Il settore, secondo TI, è un sistema a un tempo complesso e opaco: e questo favorisce una certa “fertilità” nella possibilità di costruirci sopra del malaffare. Ciò può accadere sia nei Paesi ricchi, dove la spirale delle spese in sanità è diventata incontrollabile, sia nei Paesi poveri per la devastazione che vi producono le
malattie che peraltro sono prevenibili e curabili. Secondo TI la dimensione del malaffare è di decine di miliardi di dollari per anno: fa perno sui medici per i conflitti di interesse conseguenti all’aggressività delle compagnie produttrici di farmaci; fa perno sui sottopagati operatori della sanità che favoriscono i malati che li corrompono con talora trascurabili, ma ripetuti, regali in denaro per usufruire di farmaci spesso inefficaci o contraffatti, sulla sottrazione di finanziamenti pubblici, sulla distorsione di politica sanitaria da parte dei corrotti governi locali. Il caso dell’HIV/AIDS è paradigmatico: alcuni Paesi hanno ricevuto fondi in grande quantità senza avere strutture in grado di organizzare una qualsiasi utilizzazione dei finanziamenti. Ci sono però – dice TI – alcune speranze: in Gran Bretagna il sistema antifrodi del NHS, istituito nel 1998, ha limitato la corruzione di più di 170 milioni di sterline. Nel 2004 è stato costituito l’European Healthcare Fraud con lo scopo di controllare il problema nella UE. In Nigeria la National Agency for Food and Drug Administration ha raggiunto successi nel settore del commercio di farmaci contraffatti. C’è ancora molto (quasi tutto) da fare nel campo dei conflitti di interessi, sia medici che della pubblica amministrazione; forse bisogna trasferire a livello internazionale i controlli; forse bisogna istituire delle penalità maggiori delle attuali (Lancet 2006;367:447).
ni contro lo pneumococco e il meningococco C sono altamente raccomandate dal Ministero della Salute. Al contrario il Piano Nazionale Vaccini (PNV) lascia alle Regioni la scelta di un loro eventuale inserimento nel proprio programma vaccinale. A proposito del vaccino antipneumococcico il PNV dice testualmente: “Tenendo conto che la reale frequenza delle infezioni invasive appare difficile da stimare, non sono disponibili analisi costi/benefici attendibili”; mentre per l’antimeningococco C “le analisi costo/benefici non sono in favore della vaccinazione”. La diffusione del pieghevole negli ambulatori vaccinali stava creando una grave disinformazione tra i genitori e stava mettendo in grande difficoltà i pediatri e i servizi vaccinali, specie nelle Regioni che avevano deciso strategie vaccinali diverse. Oltre a tutto i genitori venivano indotti erroneamente a pensare che venisse leso un loro diritto. La decisione dell’AIFA dimostra l’importanza di disporre di Agenzie nazionali indipendenti che vigilano sulla correttezza dell’informazione sui farmaci. E rende evidente il pericolo della promozione dei farmaci rivolta direttamente ai cittadini da parte dalle industrie che li producono, a maggior ragione per i vaccini, per i quali esiste la necessità di un’attenta valutazione e un coordinamento delle Istituzioni, della strategia da mettere in atto.
Pieghevole scorretto L’AIFA lo ritira
Sembra che l’invasione della catena alimentare da parte del DDTfosse dovuta non all’uso come antimalarico, ma alla irrorazione massiccia dei campi in agricoltura (veniva spruzzato principalmente sui campi di cotone). Per cospargere un campo di cotone di 100 ettari venivano usati 1100 kg di DDT. L’uso domestico era assai più moderato: per irrorare le pareti interne di una casa ne servivano circa 500 grammi. La maggior parte degli operatori che si occupano di malaria chiede il ritorno all’utilizzo mirato del DDT( Le scienze 2006;448:73).
“... Poiché non si ritiene accettabile un’informazione diretta da parte delle aziende farmaceutiche di questo tipo direttamente o indirettamente ai cittadini – in particolare trattandosi di vaccini – e tenuto conto che tale messaggio risulta fuorviante in quanto crea disinformazione tra i genitori e mette in difficoltà i pediatri e i servizi vaccinali, si invita codesta Azienda - ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 541/92 - a disporre il ritiro immediato del materiale informativo succitato...”. È questo l’invito rivolto alla Wyeth Lederle da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel mese di febbraio. Nel pieghevole cui si riferisce l’AIFA, a pagina 2, si affermava che le vaccinazio-
DDT: perché si sbaglia
World Down Syndrome Day Il 21 marzo è stato scelto come giornata mondiale per la sindrome di Down, o 72