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Vita quotidiana
La resilienza s’impara
Le persone che non si lasciano abbattere dai duri colpi della vita sono considerate resilienti. Ma la resilienza, questa forte capacità di resistenza interiore, può essere allenata per poter meglio affrontare le piccole e le grandi crisi?
I tempi non migliorano, anzi … spesso stress ed eventi negativi compromettono la quotidianità sia privatamente che professionalmente. Ma mentre per alcuni un cambio di lavoro costituisce un onere insormontabile, altri, nonostante i duri colpi del destino, riescono a conservare il coraggio di vivere e a rimettersi in carreggiata. Questi ultimi Perché per sono considerati resilienti. Per quale motivo alcune persone ce la fanno e alcuni è più altre no? Per molto tempo la resilienza facile? era considerata innata: o si era resilienti o non lo si era. Grazie a numerose ricerche in questo ambito, oggi si considera che la resilienza si possa imparare e allenare. Linea guida per questo punto di vista è lo studio a lungo termine della psicologa dello sviluppo americana Emmy Werner e della sua collega Ruth Smith, che hanno esaminato centinaia di bambini sull’isola hawaiana di Kauai negli anni ’70 e li hanno accompagnati nel loro viaggio attraverso la vita. Sebbene molti di loro siano cresciuti in condizioni sfavorevoli in quanto orfani, un terzo degli stessi, nonostante gli svantaggi sociali, economici e di altro tipo, ha evidenziato uno sviluppo positivo. I bambini che hanno mostrato questo comportamento resiliente sono riusciti a costruire rapporti, ad avere una visione ottimistica della vita e un’elevata autoefficacia, ossia fiducia in loro stessi e nelle loro capacità. Gli studi sono considerati a tutt’oggi indicativi. La buona notizia: queste caratteristiche e questi atteggiamenti di base possono essere allenati, non solo singolarmente, ma anche in famiglia, nell’ambito di gruppi di lavoro o di team diversi. Esistono così allenamenti della resilienza ad hoc per donne, manager, disoccupati, bambini, adolescenti e persone anziane.
FERMARSI E INCREMENTARE LA PROPRIA FORZA INTERIORE Chi raggiunge costantemente i propri limiti o sta vivendo una crisi, fa meglio a fermarsi prima di perdere il controllo. È importante riflettere sulla situazione in tranquillità, mettere in luce le proprie esigenze, fare il pieno di nuove energie ed eventualmente farsi aiutare. A titolo sia preventivo che di stabilizzazione, può essere utile seguire un allenamento della resilienza. Basato su sette competenze chiave, il concetto dei Sette pilastri della resilienza può essere esercitato ad ogni età, autonomamente o con l’aiuto di specialisti:
1. Accettazione: accettare quello che c’è com’è.
Da un lato si tratta dell’accettazione di sé stessi, dell’altro e della situazione. Spirali di pensiero quali «se avessi ...» o «se solo ...» non servono a niente. 2. Relazioni: curare relazioni profonde e contatti e farsi aiutare ad affrontare le difficoltà. A proposito: l’empatia è uno dei principali fattori di una relazione solida. 3. Atteggiamento risolutivo: non lasciarsi scoraggiare, ma guardare avanti. Risolvere i problemi e affrontare le cose attivamente e concentrarsi su ciò che funziona bene. 4. Ottimismo: vedere il lato positivo delle cose.
Allenare la gratitudine e avere fiducia nel miglioramento. 5. Introspezione: percepire e definire i segnali del corpo. Sapere ciò che si vuole. Questo comporta anche pianificare il futuro e lavorare per raggiungere gli obiettivi. 6. Autoriflessione: che cosa ho fatto? Che cosa posso cambiare? Assumersi le proprie responsabilità anziché andare alla ricerca di colpevoli. 7. Autoefficacia: combattere consapevolmente il ruolo della vittima secondo il motto: sono in grado di apportare dei miglioramenti attivamente. L’importante è essere convinti delle proprie capacità e influenzare la situazione.
Christina Bösiger
FORZA INTERIORE
Accettazione Relazioni Atteggiamento risolutivo Ottimismo Introspezione Autoriflessione
Autoefficacia SETTE COMPETENZE CHIAVE
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