SBRICIOLANDO L'ANIMA- 1° notte

sbriciolando L'anima 1째

notte

no te Weronika Sandonnini

non più NON riesci a seguirmi volo sui pensieri alati è ancora calda la pelle dove la tua carezza ha sfiorato il bianco delle pallide colline ma sono già lontana lo sguardo intenso taglia quella nebbia appesantita e triste devo correre correre in camicia da notte nel traffico, nelle strade, nei cortili la seta l'unico strato di protezione tra me e realtà pallida me e l’incendio dove la tua mano accarezzava piano questo corpo sottile che non sarà mai tuo come prima notte

dono il mio dono abbandonato gettato nel fiume feroce gi첫 per i sentieri spinati tra paesi chiamati follia e codardia sono caduta di un tratto priva di sensi priva di me stessa

notte

trappola sono tornata da un lungo viaggio durato 25 min ho appoggiato la borsa piena di rimpianti odiosi ormai quanto si può vivere ancora in questo barattolo di vetro dove ogni pensiero espresso ritorna indietro specchiandomi non riesco parlare a me stessa no riesco parlare non ci riesco e tu?

notte

andato e mentre tutto ti sembra così facile quando al buio la tua bocca cerca il calore della mia le mani inquiete nel sonno poco profondo ma stabile dall’altra parte di questa superficie matrimoniale ti risponde solo il silenzio ormai non dovuto alla tarda notte non più dovuto alla stanchezza svegliati -dormi anche quando sei sveglio dall’altra parte quel corpo sotto la coperta l'hai perso consapevolmente si o no non importa quel corpo è vuoto privo di quel cuore che una volta batteva

notte

l’amaro che si sta appropriando della superficie della mia pelle gocciola lentamente sui pavimenti in legno la miscela d’odori in che colore lo vedi tu il disprezzo? le tinte calde o fredde guardati attorno allo specchio? i miei occhi ormai rossi appoggio lentamente la testa il silenzio rinfresca l’aria non mi stupisci più

notte

forse ho potuto darti qualcosa di piÚ forse fuori dal sussuro perso sulle spiaggie ghiacciate e il vecchio Dio non si ricorda perchè ci ha fatto incontrare cade la pioggia dei metalli e bronzi non ci sono piÚ orizonti davanti a me solo la nebbia ferita.

notte

fragole e sanque li dove la bocca chiusa che vorebbe piangere chiusa con un fazzoletto di stoffa e il sussuro perfido maledetta domenica maledetta ma dove eri tu li dove l’ombra è ancora appesa sul muro grezzo sotto le fragole e sangue c’è ancora un pensiero perduto come ti giustificherai dalle colpe mai avute ho sfiorato un idea quella dannata domenica ma Dio dove era?

notte

frazione dove abbiamo vissuto noi stessi dimmi dove il vento che sento sul viso strappa piano piano i capelli attacati sulle labbra bagnate di lacrime

notte

marinaio scende la foschia sulla tavola delle acque calme a tua insaputa non sono piÚ nelle tue mani assonnato o stupido questa sera senza vento e nonostante il vecchio, burbero guardiano del faro sull’oceano oscuro il silenzio quando ti accorgerai di aver perduto la strada di casa sta volta per sempre

notte

fine il respiro segue respiro giù dal ponte un altra alba scoperta in ritardo dagli occhi sempre le stesse lacrime il passo segue passo lungo il fiume i pescatori di felicità non ci sono da queste parti la fretta accorcia il fiato la furia di attraversare condiziona il battito la foga e il panico si allontana il punto di luce corro - affogo - combatto aria - uscita - fine stesa sull’asfalto guardo il blu del cielo gli urli le frenate l’incrocio pieno di gente -non vedo nessunofaccia segue faccia mano dietro mano -silenziomiglione di volti -nessunocalore del sangue -una carezzabuio - luce - nebbia i bambini che ridono d’estate l’ambulanza e il clacson silenzio - pace - fine

notte

bruto tu che mi segui ovunque ti ho sognato di nuovo stanotte e il mio sonno lamentoso no riesce a riposare perchè non ti scordo come il sole dell’anno scorso invece no il tuo respiro che accompagna il mio ladro dell’anima come stai tu che un anima non hai

notte

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