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MARZO 2018 TRIMESTRALE- Anno 2- Marzo 2018- N°5

Giocare insieme per fare rete di Graziano Consiglieri

Individualismo? No, grazie, meglio lavorare insieme. Se per tanti aspetti la società sembra voler puntare molto sul valore del singolo, a discapito della possibilità di operare collettivamente per un obiettivo comune, d’altro canto, in un numero sempre maggiore di situazioni, si comprende che solo unendo le forze si possono ottenere risultati effettivi. È, ancora una volta, l’eterno contrasto tra due proverbi che arrivano dalla tradizione popolare e che, come sovente accade, si contraddicono a vicenda: meglio “chi fa da sé fa per tre” o “”l’unione fa la forza”? Forse la soluzione è in una via di mezzo. Se è vero l’auspicio affermato dal Mahatma Gandhi (“Sii tu il cambiamento

che vuoi veder avvenire nel mondo”), questo miglioramento può avvenire cominciando dalla propria sfera personale, dalla propria casa, dalle proprie abitudini, dal pianerottolo, dal giardino. Se questa è la condizione di partenza, essa però non è destinata a rimanere isolata. Il potere educativo dell’esempio porta all’emulazione e la consapevolezza di non essere soli ad operare in una certa direzione crea comunanza di interessi, di obiettivi, di aiuto reciproco. Sul fondamento di questa vicinanza si fonda poi il passo successivo, ossia quello di agire consapevolmente assieme, non solo per il proprio ambito, ma per moltiplicare (non solo sommare) le

A "Fa' la Cosa Giusta 2018"

per incontrare il mondo della sostenibilità C’è un appuntamento, ormai giunto alla sua quindicesima edizione, al quale tutto il mondo della sostenibilità non può mancare. Si tratta di “Fa’ la Cosa Giusta”, l’evento che a FieraMilanoCity, dal 23 al 25 marzo, richiama tutti coloro che, a livello nazionale, sono impegnati nell’economia verde, nelle “buone pratiche” di consumo e produzione, nella valorizzazione di specificità ed eccellenze. La fiera è uno spazio di incontri, dal quale nascono sinergie e impegni comuni e dove le aziende incontrano il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale, locale e nazionale. Così come già lo scorso anno, allo stand di Vivere Sostenibile, accanto alle altre testate del gruppo che già operano da molto più tempo, ci sarà anche Vivere Sostenibile Liguria Ponente, che porterà a Milano il proprio bagaglio di passione, impegno e desiderio di comunicare le diamiche secondo le quali la metà occidentale della nostra regione sta diventando, anche se piccola per estensione, una realtà profondamente coinvolta nella costruzione di un’economia, una società, un ambiente e un modo di vita che siano sostenibili.

Non è un impegno da poco quello che un periodico appena nato e con limitate risorse economiche sta affrontando per poter dare il proprio contributo, a parole e con i fatti, per un mondo più sostenibile. Assieme all’evento di Milano, in questa primavera, sono previste le partecipazioni al Salone Agroalimentare Ligure di Finalborgo, ad Aromatica, che tornerà a Diano Marina dopo anni di assenza, e a tutta una serie di mercati tipici, eventi e manifestazioni che, con sempre maggiore frequenza, stanno nascendo in tutta la Liguria. La volontà è quella di dare visibilità, di portare all’attenzione di un pubblico sempre più vasto quelle che sono le ricchezze, imprenditoriali, lavorative, sociali e culturali, di un angolo d’Italia che, forse per timidezza, forse per lontananza dalle grandi vie di comunicazione, non si è mai fatto notare, ma ha continuato a lavorare per costruire. La soddisfazione che si prova a parlare della Liguria in contesti così ampi è quella di sapere di avere molto da offrire: un’occasione unica per chi desidera farsi finalmente conoscere.

energie per raggiungere qualcosa che possa tornare a beneficio di molti, se non addirittura di tutti. Nasce così l’esperienza delle reti di imprese, la nuova dimensione della cooperazione in cui ad unirsi non sono più solo i singoli, ma aziende ed associazioni, in uno scenario che va oltre quelli delle singole cooperative, ma anche dei consorzi. Un panorama completamente nuovo che si sta allargando ai settori più disparati e che proprio nell’ambito della sostenibilità sta trovando applicazione sempre più vasta e produttiva. In un mondo del lavoro nel quale le multinazionali occupano spazi sempre più invadenti, riducendo l’ambito di azione delle piccole imprese, solamente un aiuto reciproco può permettere la sopravvivenza delle singole realtà e dare ossigeno vitale alle idee di coloro che in questo modo diverso di fare economia, lavorare e vivere ancora, o di nuovo, credono fermamente. Gli esempi sono moltissimi e, senza fare molta strada, la presenza di Vivere Sostenibile in nove diverse edizioni, che coprono complessivamente venti province, è già una chiara dimostrazione di come si possa far sentire la propria voce unendola a quella degli altri. La stessa edizione Liguria Ponente è espressione di una rete di imprese, Le Terre di Confine. L’onda però si estende ben oltre questi confini e inizia a coinvolgere anche Enti pubblici che si avvicinano per obiettivi congiunti e complementari, arrivando anche a collaborazioni internazionali, nei più svariati ambiti. Questo numero di marzo 2018 di Vivere Sostenibile Liguria Ponente è un ampio (anche se necessariamente non esauriente) cammino lungo questo percorso, tracciato con un unico tema centrale: quello secondo cui lavorare insieme non è solo possibile, ma è meglio. Le testimonianze e i racconti riportati vanno tutti in un’unica direzione: solo giocando assieme si può fare rete, solo facendo rete si possono centrare vittorie importanti.


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Riservato alle aziende, ai professionisti, alle associazioni e le cooperative che svolgano attività, corsi, iniziative o che producano o commercializzino prodotti o che realizzino servizi nell’ambito della sostenibilità ambientale, sociale e del benessere della persona e degli animali.

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graziano.consiglieri@libero.it

Territorio Ambiente e Informazione SosteniAMOci Lotta allo Spreco Riflessioni

È un progetto divulgativo sui temi della sostenibilità economica, ambientale, sociale e culturale che si sviluppa con un periodico trimestrale e un sito web. A COSA SERVE “VIVERE SOSTENIBILE LIGURIA PONENTE” A fare incontrare domanda e offerta di prodotti e servizi eco-sostenibili. A informare un target attento e sensibile a questi temi su: novità, nuovi prodotti e servizi, eventi e iniziative di aziende, Enti e associazioni. A fare aumentare la consapevolezza dei cittadini sull’urgenza di un cambiamento del paradigma di sviluppo e ad orientarne acquisti e comportamenti quotidiani, verso un modello basato su efficienza, decrescita, equità sociale ed economia collaborativa.

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Capo Redazione Laura Sbruzzi

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Le Terre di Confine è iscritta alla camera di Commercio di Imperia Numero REA: IM-142838 Registrazione Tribunale di Imperia Num. Reg. Stampa 1/2017 - Num. R. G. 315/2017 Stampa:

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Il magazine on-line è inviato in formato pdf direttamente agli iscritti al portale, a tutti gli inserzionisti, a una serie di collaboratori e a quanti ne facciano richiesta. Gli stessi, a loro volta, lo diffondono alle mailing list in loro possesso. Il pdf è consultabile sul sito e tramite facebook.

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Laura Sbruzzi – Ventimiglia (IM)

Redazione:

Salita al Forno 3 – 18039 Ventimiglia (IM) Tel. 333/2866166 www.leterrediconfine.com e mail: vs.liguriaponente@gmail.com Informativa ai sensi dell’Art. 13 del D.lgs. 196/2003 sul trattamento dei dati personali Le Terre di Confine – Titolare del trattamento – ha estratto i suoi dati personali dall’archivio abbonati elenchi telefonici e da altre banche dati proprie e acquistate da terzi. I dati, di cui non è prevista la diffusione, sono trattati con procedure automatizzate e manuali solo dai dipendenti incaricati del trattamento, per fini promozionali e commerciali. Tali dati possono essere comunicati, in Italia e all’estero, ad aziende o professionisti che li richiedono a Le Terre di Confine per le stesse finalità. Potrà rivolgersi a Le Terre di Confine c/o Casa famiglia Spes, Frazione Varase – 18039 Ventimiglia – IM per avere piena informazione di quanto dichiarato, per esercitare i diritti dell’Art. 7 del D.lgs. 196/2003, e perciò consultare, modificare e cancellare i dati od opporsi al loro utilizzo nonché per conoscere l’elenco dei responsabili del trattamento.

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Francesca Antonelli Luca Beschi Laura Biagini Elisa Binottti Andrea Armando Bisso

Vivere Sostenibile Liguria Ponente

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Il periodico trimestrale stampato: in negozi e ristoranti bio, associazioni, Comuni ed Enti, aziende sensibili ai temi trattati, cooperative sociali e onlus, tramite una fitta rete di collaboratori, in mercatini, fiere ed esposizioni a tema biologico ed ecologico, benessere e salute, agricoltura a km 0, in attività a carattere eco-sostenibile. 5000 COPIE DISTRIBUITE OGNI TRIMESTRE.

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

fa parte di VS Network

Comune di

Ventimiglia

COS’È “VIVERE SOSTENIBILE LIGURIA PONENTE”

c/o Casa Famiglia Spes Frazione Varase – 18039 Ventimiglia (IM) Tel. 333.2866166 REDAZIONE: www.liguriaponente.viveresostenibile.net

Direttore Responsabile Graziano Consiglieri

VIVERE SOSTENIBILE ITALIA

Comune di

Camporosso

COME VIENE DISTRIBUITO “VIVERE SOSTENIBILE LIGURIA PONENTE”

SOMMARIO

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RISERVATO AD AZIENDE, ATTIVITÀ COMMERCIALI E PRODUTTIVE, PROFESSIONISTI CHE VOGLIONO PROMUOVERSI UTILIZZANDO VIVERE SOSTENIBILE LIGURIA PONENTE

Entro il 31-03-2018 il prezzo di adesione annuale sarà ridotto a € 300 + iva (invece di 350 + iva). Per aderire invia ORA una mail a vs.liguriaponente@gmail.com con il tuo nome, la tua ragione sociale e il tuo recapito telefonico. Ti chiameremo per definire la tua adesione

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Comune di

PERCHÉ INVESTIRE SU “VIVERE SOSTENIBILE LIGURIA PONENTE” Per raggiungere ed informare un target di persone sensibili e attente ai temi della sostenibilità, che orientano sempre più i loro stili di vita in modo coerente, consapevole e responsabile.

Carlo Ferraro Marco Damele Matteo Lupi Mattia Maccario Guglielmo Olivero

Elisa Raimondo Debora Roggeri Laura Sbruzzi

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DIFESA DELLA TERRA

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La promozione turistica? Si può fare solo collaborando Dal Ponente arriva l'esempio di "InRiviera" di Graziano Consiglieri

I sindaci di “InRiviera” con l’assessore regionale Berrino

Progetti concreti per puntare allo sviluppo Subito progetti ambiziosi e coinvolgenti dal punto di vista turistico e culturale per il neonato consorzio “InRiviera”. A fare da trampolino di lancio dovranno essere alcuni dei punti forti, e già consolidati, che da sempre costituiscono la fortuna dei diciotto Comuni coinvolti. L’opportunità è che i vari aspetti e luoghi turistici e culturali delle diverse località fungano da volano e traino anche per le altre. Fari puntati, quindi, su Dolceacqua e Bordighera, per esempio, accomunate nel nome del pittore Monet. A Vallebona si punterà invece sul binomio, già affermato e promosso, tra benessere e sport. La zona più occidentale della costa giocherà le sue prime carte sul progetto della costituenda pista ciclabile, da Ventimiglia a Bordighera, e del progetto Pelagos, il santuario marino dei cetacei, proprio nel vasto specchio di mare prospiciente l’estremo lembo occidentale della Liguria. Altri due aspetti saranno però nel mirino di InRiviera. Il primo è costituito dai patti di amicizia con il Piemonte, storicamente il bacino più attento alla costa ponentina. L’altro prende spunto da un’iniziativa strettamente ventimigliese, orientata più alla valorizzazione dei prodotti locali che al turismo in senso stretto. Sta infatti per essere varato, con il grande sostegno dell’Amministrazione comunale, il marchio “Terre di Ventimiglia” che, regolato da un disciplinare, sarà riservato alla produzione agricola ed artigianale della stessa città e dei paesi limitrofi. Un’altra iniziativa volta a valorizzare risorse troppo spesso offuscate da altri fattori, perché Ventimiglia e tutto il territorio di confine non sono solamente sinonimi di problemi legati al flusso di migranti, ma meritano di essere agli onori delle cronache per le loro ricchezze e bellezze nei più disparati campi di attività.

Diciotto comuni per promuovere e valorizzare un territorio. Nell’Estremo Ponente ligure è nata “InRiviera”, un consorzio che lega tutte le Amministrazioni del comprensorio intemelio, da Ventimiglia a Ospedaletti, lungo la costa, includendo tutto l’entroterra. Ci sono voluti quasi tre anni di lavori preliminari e le esperienze maturate anche nell’ambito della gestione comune dell’igiene urbana per arrivare a un accordo che, stipulato a fine gennaio nella splendida cornice della Chiesa Anglicana di Bordighera, potrebbe segnare un passo importante per tutta la zona nel complesso scenario del marketing turistico e non solo. A presentare l’iniziativa è Enrico Ioculano, sindaco di Ventimiglia, il comune capofila del progetto, essendo il più popoloso ed esteso. “Si tratta di un’idea nata da diversi affluenti. Il primo passo, peraltro molto difficile visto l’altissimo numero di occasioni previste, era stato il desiderio di cooperare nella composizione di un calendario delle manifestazioni estive che potesse non danneggiare a vicenda i vari eventi. Questo primo stimolo, però, è stato fondamentale per creare aggregazione, soprattutto in uno scenario di promozione in cui è venuta ormai da tempo a mancare la presenza delle Apt, le Aziende di Promozione Turistica che in passato si assumevano questo ruolo. Il concetto che sta alla base di tutto è stato quello che, in un contesto litoraneo in cui le città, spesso, rappresentano un continuum ininterrotto e con un entroterra che è legato a doppio

filo alla costa, l’aiuto reciproco, la creazione di una rete turistica era la strada migliore, più praticabile e più efficace per poter rilanciare tutto un territorio che, sin dagli albori – basti pensare a quanto avvenne a Bordighera nella seconda metà dell’Ottocento –, ha avuto nel turismo una delle sue attività economiche e lavorative principali”. Creata la struttura, si pone poi il problema di avviare l’attività promozionale vera e propria. “Abbiamo un territorio completo – afferma ancora Ioculano – e ciò permette di avere molteplici aspetti su cui puntare. Anche in questo caso siamo partiti consolidando idee e progetti già in atto. Storicamente è sempre stata fondamentale la collaborazione con il Basso Piemonte, con località come Cuneo, Alba ed Asti, con l’Atl del Cuneese, solo per citare gli interlocutori storicamente più vicini, con i quali esiste già un percorso comune. Tutto il bacino che si trova appena al di là delle Alpi gravita sulla nostra zona ed è il primo comprensorio al quale rivolgere le nostre attenzioni, soprattutto in questa fase iniziale”. Alla nascita di InRiviera non poteva mancare il plauso della Regione Liguria, bene espresso dalle parole dell’assessore regionale al turismo

Gianni Berrino. “Come Regione – ha sottolineato Berrino – non possiamo che complimentarci e ringraziare chi si è impegnato in questo progetto, chi ha curato l’idea e chi ha capito quanto sia importante operare congiuntamente in un mercato globale del turismo che si presenta sempre più difficile, competitivo e, soprattutto, assai dispendioso se ci si presenta singolarmente. Questo consorzio unisce anche formalmente una zona che ha grandi radici comuni non solo geografiche, ma anche storiche ed economiche. Davvero un esempio importante, con l’augurio che possa dare i risultati sperati”. Che il compito delle amministrazioni comunali non sia destinato ad essere solo formale è anche un impegno che i diciotto sindaci si sono assunti: ogni Comune, infatti, verserà in una sorta di fondo cassa, un euro per ciascun suo abitante. Sarà questa la base finanziaria sulla quale iniziare a lavorare.

Rifiuti e territorio: Legambiente rilancia l’impegno La prima tappa della Carovana delle Alpi di Legambiente, presente a Rocchetta Nervina per l’appuntamento “Il Valore della Valle”, è stata anche l’occasione per un colloquio con il presidente di Legambiente Liguria Santo Grammatico circa la salute ambientale dell’intera regione. A dare lo spunto sono state le diatribe che, nate nell’entroterra di Ventimiglia relativamente a un contestatissimo progetto di parcheggio e a un’altrettanto dibattuta e bloccata diga su un rio di pregevole bellezza, esemplificano lo scarso rispetto del suolo che ancora si incontra in modo troppo diffuso. Presidente Grammatico, qual è lo stato dell’ambiente in Liguria? “Nella nostra regione sono fondamentalmente due le emergenze da fronteggiare: i rifiuti e il dissesto

Di Legambiente Onlus - http://www.legambiente.it idrogeologico. Per quanto riguarda i rifiuti, sono sempre di più, 63 per la precisione, i Comuni liguri che hanno raggiunto e superato la quota del 65% di raccolta differenziata. Il punto nodale è quello di arrivare a rispettare i parametri di legge. In questo sforzo Amministrazioni e cittadini devono essere protagonisti, perché in questo ambito si affrontano tematiche eco-

logiche, ambientali e sociali. La soluzione, però, può essere solo legata all’economia circolare, che porti le materie post-consumo alle trasformazione in nuovi materiali e prodotti”. Secondo quali dinamiche si sta verificando ora l’emergenza idrogeologica e come la si può risolvere? “Il processo legato al dissesto

idrogeologico è molto complesso. Il primo obiettivo deve essere quello di arrestare il consumo del suolo. Il rischio non si manifesta più, come accadde negli anni ‘60 e ‘70, con la grande aggressione della costa, ma procede metro quadrato dopo metro quadrato, anche con appezzamenti piccoli, come nel caso del posteggio di Rocchetta Nervina, che si voleva costruire al di sopra del paese in una zona ad alto rischio. In questo caso i cittadini devono svolgere il ruolo di sentinelle sul territorio in cui vivono e che conoscono. Proprio gli anziani sanno cosa vuol dire governare le acque e la struttura stessa delle fasce, delle terrazze, ne è una prova. Occorre recuperare quel sapere anche per recuperare e restaurare la bellezza del territorio. Proprio questa bellezza, se tutelata, può produrre un turismo di qualità”.

La Carovana delle Alpi sarà a giugno a Molini di Triora e a settembre a Mendatica. Perché questa grane attenzione al territorio imperiese? “L’eccellenza geomorfologica e paesaggistica rende unico questo sito che collega il ghiacciaio più meridionale delle Alpi agli abissi più profondi del Mediterraneo occidentale. Risulta fondamentale, durante la nostra campagna, fare emergere le buone pratiche ed i progetti legati alle migliori prassi agricole, alle tipicità territoriali, al risparmio energetico, ad un turismo responsabile e sostenibile, per la difesa del suolo ed un più equilibrato utilizzo delle risorse idriche. Premieremo le migliori esperienze di gestione del territorio assegnando le bandiere verdi e sottolineeremo con il vessillo nero quelle meno attente, come per il parcheggio di Rocchetta”.


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DIFESA DELLA TERRA

MARZO 2018

Rete elettrica o rete di persone? Cambiare il mondo facendo rete e coinvolgendo una persona alla volta di Laura Sbruzzi A Savona c’è un campus universitario smart greed, eco sostenibile, dove la produzione elettrica e termica sono effettuate tramite energie rinnovabili; c’è perfino un edificio ZEB (Zero Emission Building). È alla caffetteria del Campus Universitario di Savona che incontro due insoliti compagni di corso: l’italiano Diego Santin e Bolivie Wakam, giovane camerunense. Entrambi studiano, qui, ingegneria industriale e gestione e tutela ambientale. Dal loro incontro è nata non solo un’amicizia interculturale, che ha alla base la sensibilità per l’ambiente, ma anche e soprattutto un comune sogno per uno sviluppo sostenibile. Bolivie è appassionato di elettricità fin da ragazzino, quando studiava in Camerun alle scuole statali “Ho sempre avuto questo interesse - mi dice - proprio perché al mio paese ho sempre avuto

problemi con l’elettricità: era discontinua al punto tale che, mentre frequentavo le scuole medie, a volte iniziavo a studiare con la luce elettrica e poi dovevo continuare accendendo una candela, o smettere perché non vedevo più nulla”. La scelta di proseguire gli studi, frequentando una scuola superiore simile al liceo scientifico, e poi fare in modo, con molti sacrifici, di venire in Italia a studiare una tecnologia più avanzata, nasce quindi da un sogno: migliorare la vita nel proprio paese. Bolivie non è infatti un giovane in fuga, ma è in Italia a studiare con uno scopo: portare energia elettrica da fonti rinnovabili nel suo Paese, ad iniziare dal suo villaggio di origine, Batoufam. “Confrontandomi con lui - afferma Diego - ho scoperto una diversa mentalità. In Italia, l’unico scopo dello studio per alcuni ragazzi è lo studio stesso, per molti altri solo trovarsi un lavoro. Lui invece ha un sogno non individuale ma collettivo, che persegue facendo in modo di legare lo studio a progetti essenzialmente pratici, per migliorare la vita quotidiana nel suo Paese”.

Prima di conoscere il suo compagno di corso, Bolivie, approdato al Polo Universitario di Savona, non solo inizia a seguire il corso di studi accademici ma approfondisce la parte più pratica dell’elettricità, entrando in contatto con un professore in pensione, Giampiero Suetta, nel laboratorio del quale impara anche la pratica. Il giovane camerunense lavora anche nelle vacanze: “La prima volta che sono tornato al mio paese - racconta con un largo e smagliante sorriso - il mio bagaglio aereo non conteneva vestiti, ma un piccolo pannello fotovoltaico”. Questo gli serve per costruire il primo impianto elettrico nelle campagne del Camerun, nella sala comune messa a disposizione dal capo villaggio. Sapendo comunque di dover ritornare in Italia per completare gli studi, e che nessuno avrebbe potuto altrimenti effettuare la manutenzione dell’impianto in sua assenza, Bolivie inizia ad istruire altri giovani del paese cercando, inoltre, di motivarli all’azione. Tornato in Italia, grazie alla prof. Traverso dell’Università di Savona, Bolivie prende contatti con il laboratorio di ricerca e sviluppo Rete Serming (servizio missionari giovani), presso Torino, dove continua ad affiancare gli studi accademici con lo studio pratico; oltre all’impianto fotovoltaico, conosce e sperimenta anche il potabilizzatore d’acqua ad energia solare, altro strumento tecnologico estremamente utile nei paesi africani. Ogni volta che Bolivie torna in Africa porta materiale nuovo; negli ultimi tempi, per far progredire negli studi i ragazzi locali, ha iniziato anche a creare una attrezzata sala informatica.

Bolivie Wakam e Diego Santin al campus “Mi aveva parlato del suo sogno in modo talmente emozionante e convincente, da spingermi ad andare a visitare il suo paese, ma non mi decidevo a farlo - prosegue Diego. - Fino a che non mi ha invitato ad andare, dicendomi che avrei dovuto sostenere le sole spese di viaggio”. Come si fa con gli inviti, però, Diego non vuole andare in Camerun a mani vuote. Proponendosi di aiutare Bolivie, pensa di acquistare per una scuola camerunense alcuni computer e una stampante; ne parla alle persone che conosce, una alla volta, chiedendo un contributo libero. “La raccolta non è stata volutamente fatta in grande stile tramite grandi organizzazioni, perché volevo che ciascuno si sentisse parte del progetto, e che non donasse soldi solo per beneficienza”. Diego riesce così a raccogliere duemila euro, con i quali acquista alcuni computer e una stampante. Arrivato in Cameroun, Diego è ricevuto dalle autorità locali e Il capo villaggio, per non creare diversità tra i vari alunni di diverse scuole, mette tutti i computer nella sala comune, a disposizione di tutti i ragazzi che potranno frequentarla dopo la scuola e imparare ad utilizzarli. In Camerun, Diego e Bolivie incontrano addirittura i Ministri del Paese per raccontare loro un nuovo modo di introdurre

le energie rinnovabili. “Alcune grandi ditte sono già arrivate in passato nel mio paese a proporre ed installare impianti - spiega Bolivie - ma senza considerare il materiale adatto al clima del luogo né la formazione dei giovani. Queste ricerche sul materiale, oltre allo sviluppo della connessione in rete, costituiscono le priorità per uno sviluppo sostenibile e duraturo. Mediante i computer e la rete internet potremo inoltre creare rete, istruzione e lavoro”. È questo il sogno di Bolivie: la sua vision è installare materiale di qualità e istruire i giovani locali perché possano lavorare con queste energie. Instancabile, riceve mail anche da altri Paesi africani, come il Congo e il Kenya; altri ragazzi vogliono fare come lui. “Bolivie è capace di ispirareconclude Diego. - Perfino i ragazzi italiani che hanno sentito l’emozione con cui parla del suo Paese, l’amore che ha per esso e per il suo sviluppo, ne sono rimasti colpiti, come me”. In continui incontri pubblici, infatti, Bolivie spiega le sue tradizioni ma anche il suo sogno, di come desideri che in quella sala computer i suoi ragazzi possano mantenere i contatti con l’Italia ed altri Paesi, usando “la rete” per fare rete e cambiare il loro mondo, e forse tutto il mondo, una persona alla volta.”

Il Treno Verde farà tappa a Savona dal 22 al 24 Marzo È partito mercoledì 22 febbraio da Roma e sta viaggiando attraverso l’Italia il Treno Verde, la campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato che tutti gli anni gira per le stazioni per raccontare a studenti e cittadini come costruire una società rispettosa dell’ambiente. Quest’anno i temi sono energia pulita, reti elettriche “intelligenti”, efficienza e mobilità sostenibile: tutto quello che serve per raggiungere l’obiettivo Ue di un taglio delle emissioni di gas serra del 55% al 2030 (rispetto al 1990) e del 100% al 2050. La Campagna Treno Verde 2030 (la data scelta dall’Onu per realizzare la sua Agenda dello sviluppo sostenibile) è stata presentata a Roma nella sala conferenza della stazione Roma Termini da Stefano Ciafani, Direttore generale di Legambiente, Gioia Ghezzi, Presidente di Ferrovie dello Stato Italiane, e Barbara Degani, Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente. Giunto alla sua trentesima edizione, quest’anno il Treno Verde, dopo Siracusa, Foggia, Potenza, Napoli - Campi Flegrei, Grosseto, Ancona Ravenna e Vercelli, arriva anche in Liguria, con passaggio da Savona il 22, 23 e 24 marzo. Tappe successive Rovigo, Trieste e Trento.


AGRICOLTURA

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LE RICETTE “BIODIVERSE” di Marco Damele

Insalata di Tamarillo e cipolla egiziana ligure con hummus e bietole Il Tamarillo (Solanum betaceum) è un arbusto perenne che può raggiungere anche i 3 - 4 m di altezza, autoctono del Perù, del nord del Cile e dell'Argentina in zone di antiche foreste umide. Il Tamarillo viene chiamato anche “l’albero del pomodoro”; i suoi frutti, simili a pomodori ( dal gusto acidulo, sotto una buccia più spessa), sono ricchi di potassio e magnesio oltre che di vitamine antiossidanti come la A e la C Il suo caratteristico frutto rossastro possiede un alto contenuto di acido ascorbico. Si può utilizzare sia cucinato sia cotto che crudo, come nel nostro caso. Lo proponiamo questo mese sca insalata con l'aggiunta di na ligure, foglie di bietole e una . Ingredienti: 1 tamarillo maturo, Cipolla egiziana ligure Foglie di bietole, Crema di ceci (Hummus) Olio extravergine d'oliva Sale e pepe

in una frecipolla egiziacrema di ceci.

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Un sogno e una speranza

L'8 marzo giornata della cultura femminile di Marco Damele

Un sogno ed una speranza: un 8 marzo diverso, quello di quest'anno. Decenni di storia recente in cui la condizione femminile si è aggiornata e attualizzata, così da far quasi dimenticare gli anni bui e desolati della nostra memoria nei quali alla donna venivano negate e non riconosciute una gran quantità di possibilità o potenzialità che non fossero intimamente legate ai ruoli imposti di moglie, madre, figlia”. Da semplici produttori, la festa della donna potrebbe rappresenta un affare per i floricoltori locali alle prese in questo periodo con problematiche che hanno visto nelle condizioni climatiche, nella burocrazia e nella crisi generale del settore un nemico terribile.

Entrando tuttavia in un contesto più interno, che cosa simboleggia il femminismo ed in particolare l'8 Marzo per noi agricoltori? Ad una simile domanda, a molti miei colleghi lo sguardo si farebbe assente. Qualcuno si sentirebbe a disagio, molti disinteressati semplicemente perché non saprebbero cosa dire, ma non dimentichiamo che ‘Il femminismo è stato il primo momento politico di critica storica alla famiglia e alla società’ (dal manifesto di Rivolta femminile del luglio 1970). Non dobbiamo quindi considerare la festa della donna un semplice momento di evasione o di mistificazione. Il ricambio generazionale, le difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, la concorrenza, occupazioni e mansioni secondarie, una continua e perenne ricerca di visibilità e promozione nel mondo del lavoro sono problemi su cui riflettere ed a livello politico, trovare una soluzione; le parole sono state molte, ora pretendiamo ed attendiamo fatti.

In questo momento, la peggior violenza che possiamo compiere nei confronti della donna è infatti proprio quella dell' imposizione di un ruolo precostituito, immaginando la storia ferma a qualche secolo fa. Il mondo femminile, anche nel comparto agricolo, si esprime con caratteri variopinti e molteplici. Non sono solo parole ma rappresentano la nostra realtà; la donna lavora, è imprenditrice e continua ad essere con l'uomo e per l'uomo- un costante ammonimento e confronto. Proponiamo quindi che l'8 marzo diventi nel cuore di ogni persona ‘La giornata della cultura femminile’, attraverso un giorno di meditazione, di presa di coscienza, di confronto e riflessione. Per una volta una giornata non solo di festa.

Coltivare il futuro si impara a scuola di Francesca Antonelli * Un’azienda costituita all’interno di una scuola, sin dagli anni Sessanta. Quando ancora non si pensava nemmeno all’alternanza scuola-lavoro, già c’erano pionieri che avevano capito come l’istruzione dovesse trovare subito sfocio nella professione. Così è nata l’esperienza dell’Istituto Professionale Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale “D.Aicardi” di Sanremo, caratterizzato sin da subito come realtà formativa qualificante per gli alunni. Dopo anni di attività legate alla tradizione agricola del ponente ligure, ovvero floricoltura e florovivaismo, il secondo passo è stata la diversificazione delle produzioni, per sviluppare negli alunni la cultura del rispetto dell’uomo nei confronti della natura e dell’ambiente e della sostenibilità come prospettiva futura di vita. L’agricoltura convenzionale non solo è in crisi, ma è anche fortemente messa in discussione: piante manipolate geneticamente sempre più deboli e sensibili agli agenti patogeni e alle fisiopatie soccombono di fronte a parassiti specializzati e resistenti ai prodotti fitosanitari. In aggiunta, il contesto climatico caratterizzato da importanti cambiamenti climatici espone le piante a nuove condizioni di stress ambientale, originando una spirale crescente di problematiche tecniche di difficilissimo controllo e risoluzione, sempre a fronte di costi elevatissimi che erodono

i guadagni dell’agricoltore. I prodotti agroalimentari, figli di questo sistema agricolo, nella migliore delle ipotesi sono poco gustosi e nutrienti, quando non contengono residui di prodotti chimici nocivi per la salute umana. Per contro, i settori del biologico e del biodinamico, dei prodotti di qualità, dell’attenzione alla salute e all’ambiente sono in forte crescita. In questo contesto si inserisce il nuovo cantiere didattico “Ortobio”, di impresa simulata interno alla scuola, ovvero la coltivazione di un orto secondo i metodi dell’agricoltura biologica e biodinamica, nel quale gli alunni sono direttamente coinvolti in attività di alternanza scuola-lavoro. Nutrire il terreno e coltivare la vita in esso per ottenere piante sane e resistenti, attraverso sostanza organica e humus, cumuli e compostaggio,

lavorazioni minime, false semine e sovesci, preparati biodinamici, macerati e repellenti naturali: tutti questi sono ormai concetti e tecniche applicati quotidianamente dagli alunni dell’Aicardi. Per sviluppare consapevolezza verso il consumo critico e modelli economici diversi, la vendita degli ortaggi segue il circuito dei gruppi di acquisto solidale. Infine, anche la produzione di piantine da orto avviene nell’ottica di un’agricoltura naturale: sono utilizzate sementi certificate bio e substrati ammessi in agricoltura biologica; la semina avviene nei giorni ottimali indicati dal calendario biodinamico e, ovviamente, non si fa uso alcuno di prodotti chimici di sintesi. * Responsabile dell’Azienda agraria dell’Ipsaar“D.Aicardi” di Sanremo

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MARZO 2018

"Sinergie - Insieme è meglio" A Torri Superiore il Festival di Primavera 2018 Torna dal 6 all’8 aprile all’Ecovillaggio Torri Superiore di Ventimiglia, per la sua terza edizione, il Festival di Primavera. Dopo le fortunatissime esperienze nei due anni scorsi, cui hanno preso parte, con grande seguito di pubblico, professionisti, istruttori ed esperti di primissimo piano, l’appuntamento è questa volta incentrato su un tema di grande attualità. Dopo “Il Risveglio della Terra” del 2016 e “Il Labirinto” del 2017, ad essere sotto i riflettori sarà il filo conduttore di “Sinergie – Insieme è meglio”. Molte le novità in cartellone, in un programma che, ogni anno, continua a modificarsi ed evolversi. Proprio sulla scia del motivo conduttore , in questa occasione sarà data grande attenzione alle collaborazioni e agli impegni comuni verso uno stesso obiettivo. Non a caso, proprio l’intero evento nasce sa uno sforzo comune di diverse realtà, quali lo stesso Ecovillaggio Torri Superiore e l’Associazione Creatorri, alle quali si è aggiunta la Rete di Imprese “Le Terre di Confine”, espressione già per definizione di un lavoro comune tra varie aziende del comprensorio ventimigliese.

“Collaborare – affermano gli stessi organizzatori – è l’unico modo per poter esprimere con più forza ed incisività gli ideali e le finalità che spingono ad allestire un programma che possa dare spazio a tantissime tematiche che oggigiorno stanno acquisendo sempre maggiore centralità. Davvero operare assieme è meglio, oltre che più fattivo e gratificante”. Spazio, quindi, a un elenco di eventi che spaziano tra campi anche non vicini tra loro, ma sempre accomunati dall’attenzione verso l’uomo e la sostenibilità. Un occhio di riguardo, così come in passato, è riservato al benessere del corpo e della mente; un intento che si coniuga sia nelle discipline olistiche (yoga, yoga della risata, mindfulness, massaggi), sia nel contatto con la natura, tanto a livello creativo, con le sessioni di land art per bambini, quanto in quello più fisico od osservativo (come nel caso del trekking e della passeggiata alla ricerca delle piante spontanee o commestibili), all’importante conferenza sulle api e sulla permapicoltura (con proiezione di filmati) del sabato pomeriggio. Molti i laboratori

previsti, vera opportunità interattiva per “imparare a fare insieme”, in svariati campi quali ceramica, panificazione, coltivazione aloe e creatività artistica. Non saranno trascurati né gli aspetti della socialità (mercatino e aperitivo in piazza) né quelli culturali, con presentazioni di libri e spettacoli teatrali. Una posizione preminente, come sempre, avrà anche la musica, che spazierà dall’arpa, alla serata con dj all’atteso concerto di country, rock e blues. Capitolo a parte per la tradizionale gara di torte a premi, che unirà le ambizioni gastronomiche dei concorrenti al piacere de gustativo del pubblico, che con i propri voti decreterà la vittoria. Cornice dell’evento, come detto, è l’Ecovillaggio Torri Superiore, vero gioiello dell’entroterra intemelio. La struttura offre la possibilità di soggiorni e pranzi, a prezzi promozionali, in occasione di una manifestazione che, con il patrocinio del Comune di Ventimiglia e il sostegno di Banca di Caraglio – Credito Cooperativo e Coop Liguria, sta diventando ormai un punto fisso nella primavera della Città di Confine.

Cinque corsi per imparare qualcosa di nuovo Primavera dedicata all’apprendimento, all’Ecovillaggio Torri Superiore, con cinque corsi. Si comincia dal 23 al 25 marzo, con il Lavoro Emotivo e Corporeo “Crescere Insieme” secondo Willi Maurer. Silvia Tebano e Eleonora Folegnani animano una metodologia volta a favorire lo sviluppo dell’autoresponsabilità. Dal 27 aprile al 1 maggio è previsto l’ABC della Facilitazione, con Lucilla Borio; cinque giorni di full immersion nelle dinamiche di gruppo e nei metodi pratici per gestire in modo efficace e partecipato le riunioni e la vita associativa, per aspiranti facilitatori, coach, consulenti, insegnanti e a chi fa parte di gruppi in difficoltà. Il 5 e 6 maggio “Ricostruire i muretti a secco”, con Stefano Vanzetto: tecniche di base e trucchi del mestiere per imparare in gruppo a ricostruire i muretti in pietra, utilizzando conoscenze antiche e ormai purtroppo quasi scomparse. “Fare in casa saponi e creme naturali”, con Lucilla Borio, è in calendario per il 19 e 20 maggio. Lo scopo è imparare divertendosi tutte le tecniche di base per produrre in casa saponi e creme naturali a basso costo. Dal 27 maggio al 3 giugno “Impariamo l’italiano all’Ecovillaggio”, con Laura Sbruzzi. Corso di lingua italiana per stranieri in una settimana di vacanza, rivolta ad adulti che desiderano coniugare il soggiorno con l’apprendimento della lingua italiana.


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Tutto il buono della Liguria

al Salone Agroalimentare di Finalborgo Quattordici anni di tradizione si rinnovano, dal 16 al 18 marzo, nella splendida cornice di Finalborgo, uno dei “Borghi più Belli d’Italia”. L’appuntamento è, come di consueto alle soglie della primavera, con il Salone dell’Agroalimentare Ligure, manifestazione dedicata ai prodotti tipici liguri e organizzata all’interno del Centro Storico medievale e nel Complesso Monumentale di Santa Caterina. L’evento vanta la presenza delle principali produzioni di tutte le quattro province liguri, dal basilico e le altre erbe aromatiche al pesto, dai vini alle birre artigianali, dai fiori all’ortofrutta passando per la Focaccia al Formaggio di Recco alla focaccia classica genovese. Non mancano le produzioni ittiche e salate, oltre ai dolci e alle produzioni di nicchia quali lo zafferano e il chinotto fresco e semilavorato. I prodotti presenti al Salone rappresentano l’intero Atlante Regionale dei prodotti tipici, per una presenza di espositori che, come ormai prassi, supera l’impressionante numero di duecento, per un panorama quanto mai completo. Oltre alla parte espositiva, l’evento prevede un intenso programma di attività collaterali quali degustazioni guidate, tavole rotonde, spettacoli, laboratori, corsi di cucina, show cooking, un BtoB tra domanda ed offerta, il “Premio Salone”, il pesto corner e molto altro ancora. Le aree espositive sono suddivise in base alle tematiche e, come tradizione vuole, saranno allestiti Carruggio del Pesto, Largo dell’Olio, Cantinetta, Largo del Dolce, Largo degli Orti, Via dei Sapori, AgriPiazza, Auditorium dei Sapori, Saletta dei Presidi, Sala Gourmet, Saletta della Fo-

caccia, Giardino dei Sapori e dei Profumi, Largo della Musica, Sala della Piramide. Gli stand saranno inoltre presenti in Piazza Santa Caterina, Piazza Garibaldi, Piazza Aycardi e Piazza del Tribunale. Il programma prevede l’inaugurazione venerdì 16 marzo alle 16,30 con il taglio del nastro, da parte delle Autorità, presso i Chio-

Città di Finale Ligure

Salone

I

X IV edizione

dell’ agroalimentare ligure

16-17-18 Marzo 2018 FINALBORGO (SV)

Complesso Monumentale di S.Caterina e Centro Storico

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stri di Santa Caterina, l’avvio delle aree espositive e degli eventi collaterali. Primo appuntamento la cerimonia di consegna del Premio Salone alle aziende liguri che hanno dimostrato fedeltà alla manifestazione. Il premio prevede tre targhe Oro, Argento e Bronzo. Sabato 17 e domenica 18 l’apertura va dalle 10 alle 20. Patrocinano l’evento, oltre all’Unione dei Comuni Finalesi, la Camera di Commercio delle Riviere Liguri, la Regione Liguria e l’Unione Provinciale Albergatori. Tra le novità del programma 2018 spicca la Espresso Italiano Champion in programma sabato 17 dalle 10,30: l’evento è organizzato da La Genovese, notissimo marchio legato al caffè di Albenga ed è una gara di baristi, unica tappa ligure. Tra gli altri incontri domenica alle 16,30, presso la Sala Liguria è previsto l’incontro tematico dal titolo “Sostenibilità, prodotti locali e sapori genuini” a cura di Graziano Consiglieri, direttore di Vivere Sostenibile Liguria Ponente. A seguire il pubblico potrà degustare prodotti ecosostenibili. Un ricco calendario di incontri è suddiviso, nei tre giorni, tra l’Auditorium dei Sapori, la Sala Liguria e la Sala delle Capriate. Anche quest’anno il Salone Agroalimentare intende soddisfare consumatori ed operatori di settore in termini di qualità e di ricerca di prodotti tipici, permettendo a tutti di provare sapori e profumi inimitabili.

E a Diano Marina torna "Aromatica"

La quinta edizione dal 28 aprile al 1° maggio Torna a Diano Marina, dopo sette anni, Aromatica, l’evento dedicato a basilico, erbe e profumi del Golfo Dianese e del ponente ligure. Aromatica, organizzata dal Comune e dalla sua partecipata Gestioni Municipali, è in calendario da sabato 28 aprile a martedì 1 maggio e avrà quali protagonisti tutti i prodotti agricoli tipici del territorio, ma anche alcune eccellenze di province e regioni limitrofe, nonché i numerosi prodotti, artigianali e non, che hanno tra i loro ingredienti le erbe aromatiche. In un 2018 proclamato dal governo “l’anno del cibo italiano”, la manifestazione intende valorizzare la produzione locale, in tutte le sue declinazioni, la Dieta Mediterranea e tutti i suoi piatti. Il cuore dell’evento sarà, per quattro intere ed intense giornate, l’accogliente centro pedonale di Diano Marina, un salotto che ospiterà stand dei produttori, show cooking, corsi di cucina, street food di qualità, conferenze, presentazione di libri e “cene stellate”. In arrivo illustri chef italiani e stranieri, giornalisti ed esperti del settore. Non mancherà una rappresentanza di Diano d’Alba, piccola regina delle Langhe, non a caso gemellata con Diano Marina. Ricco anche l’elenco delle iniziative collaterali inserite nel progetto e tramite le quali verrà coinvolto tutto il comprensorio, costa e entroterra, ampliando le proposte

a beneficio dei turisti in arrivo per uno o più giorni: escursioni e visite guidate alla scoperta dei borghi più caratteristici del Golfo, attività legate al mare ed al Santuario dei Cetacei, aperitivi aromatici nei bar, menù a tema nei ristoranti, raduno di confraternite enogastronomiche, spettacoli pre-serali e molti alltri eventi. Per Aromatica, che si era già svolta negli anni dispari tra il 2005 ed il 2011, si tratterà della quinta edizione. Un evento di tale portata, ovviamente, ha già suscitato l’interesse dei turisti e sono attesi gruppi di visitatori dal Nord Italia e dalla Costa Azzurra. “Il ritorno di Aromatica è stato accolto da tutti con entusiasmo – dicono gli organizzatori. – Stiamo lavorando con tutte le associazioni di categoria e gli enti per realizzare un evento di qualità, da ripetere tutti gli anni. Si tratterà di una significativa vetrina, soprattutto per le piccole e medie aziende del nostro fantastico comprensorio. La promozione della Riviera dei Fiori passa anche attraverso la valorizzazione dei prodotti locali e dei piatti realizzati con queste materie prime, frutto del sacrificio e della passione della nostra gente. Materie prime sempre più utilizzate da famosi chef in tutto il mondo. Contiamo di avere ospiti e testimonial illustri; non mancheranno la presentazione ed il lancio di prodotti che faranno da ambasciatori della manifestazione e del territorio”.


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Bhramari pranayama: il pranayama dell’ape di Debora Roggeri Bhramari pranayama è una pratica di respirazione semplice, accessibile a tutti e molto efficace. La traduzione della parola bhramari è “ape”, poiché il suono emesso durante la pratica ricorda il ronzio dell’insetto. La parola pranayama significa “estensione dell’energia vitale” e rappresenta una particolare classe di pratiche yoga che si basano sull’atto respiratorio. Andiamo a praticare... Si assuma una posizione seduta (anche una sedia va benissimo) in cui la schiena possa essere mantenuta eretta senza sforzo e le mani appoggiate alle ginocchia con il palmo rivolto verso l’alto. Si osservi per qualche istante il flusso del respiro e poi si portino gli indici delle mani alle orecchie appoggiandoli non all’interno del canale uditivo ma alla membrana che è all’inizio del canale (vedi foto).

Si rilassino le spalle e il viso. Si compia un’inspirazione completa dopo di che si tappino le orecchie premendo gentilmente sulla membrana e si proceda all’espirazione. Durante l’intera espirazione si emetta un suono nasale, morbido e costante, provocando una gentile e piacevole vibrazione all’interno del capo simile al ronzio di un’ape. Alla fine dell’esalazione si stappino le orecchie, si compia una nuova inspirazione e si tappino nuovamente le orecchie per l’esalazione successiva. Durante le inspirazioni le mani possono ri-

manere alle orecchie, senza mantenerle tappate, o possono essere appoggiate alle ginocchia. Si può iniziare praticandone 11 cicli e gradualmente aumentare fino a 21. Il tappare le orecchie ha la funzione di amplificare il suono e permettere una maggiore interiorizzazione. Se dovesse però creare tensioni alle spalle è consigliabile mantenere le mani appoggiate alle gambe. Per una buona pratica è importante che il corpo sia rilassato. Durante l’inspirazione si percepisca l’espandersi del torace e durante l’espirazione si porti l’attenzione

Collezione natura Negozio dal forte sapore olistico Un semplice negozio di erboristeria? No, Collezione Natura, in via Chiappori a Ventimiglia, è molto di più e molto di meglio. Sarà per la gentilezza della sua titolare, Valentina Carletto, sarà per quanto di diverso e di più specialistico può offrire, fatto sta che il piccolo grande punto vendita (piccole per le dimensioni, grande per le iniziative e le prospettive) si sta ritagliando uno spazio importante. Anche in questo caso il successo nasce da una collaborazione. A guidare l’attività è, come detto Valentina Carletto, diplomata in riflessologia plantare e naturopatia. È lei che gestisce le vendite e che coordina il quadro completo delle attività, alle quali collaborano altre due specialiste. SI tratta della dietista Irene Traverso e della naturopata Daniela Soligon che, diplomata alla Riza con Raffaele Morelli, una volta al mese nei locali di Collezione Natura mette a disposizione la sua consulenza in materia di intolleranze alimentari. Quello che ne scaturisce è, di fatto, un vero e proprio studio olistico, nel quale, però, è fondamentale anche l’aspetto commerciale Punti di forza del negozio sono la cosmesi naturale bio certificata, gli integratori alimentari e, un settore in rapido sviluppo come quello delle calze elastiche medicali. Quali i segreti del successo? A spiegarli è la stessa Valentina. “In cinque anni di attività – racconta non senza un filo di emozione – sono stati tanti i sacrifici compiuti, in termini di tempo e di investimenti, ma a dare spinta è sempre stata la passione. Il primo spunto è arrivato dall’avvicinamento alla naturopatia è arrivato proprio da lì. Oggi il settore di questo tipo di attività è in crescita. È sempre meno la parte di clientela che segue la moda. Si vede sempre maggiore consapevolezza nelle scelte, soprattutto tra le persone più “âgées”. Sono loro a chiedere espressamente prodotti naturali, forse perché la coscienza della loro importanza arriva con il crescere dell’esperienza. I giovani, per contro, sono maggiorente orientati verso la cosmesi bio, anche perché in molti casi si tratta di una necessità legata direttamente a problemi a livello di epidermide”. E forse è proprio questo il segreto di Collezione Natura: essere sempre pronti a cogliere le esigenze e a rispondere con competenza e con un ampio sorriso.

valentina.carletto@libero.it

alle vibrazioni all’interno del capo prodotte dal suono emesso. Alla fine della pratica si osservi lo stato di calma e presenza mentale che derivano da bhramari pranayama. Le vibrazioni all’interno del capo create dall’emissione sonora hanno un effetto calmante sulla mente e sul sistema nevoso alleviando ansietà, stress ed insonnia, condizioni in cui questo pranayama è particolarmente indicato. Per migliorare lo stato del sonno è consigliabile praticare prima di coricarsi. Le vibrazioni prodotte dal suono vanno si irradiano inoltre nel corpo rilassando i muscoli contratti. Bhramari aiuta ad estendere la durata dell’espirazione e per questo motivo è una pratica che prepara a pranayama più avanzati. Rinvigorisce la memoria e la concentrazione ed è un’ottima pratica da fare prima della sessione di meditazione poiché invita un’attitudine mentale di interiorità e calma. Buona pratica! Per maggiori informazioni sullo yoga e la meditazione rivolgersi presso il Centro Yoga Bharat a Bordighera

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Quel potere della mente così snobbato in televisione di Guglielmo Olivero

Forse sarà stato per fuggire dal logorio della vita moderna, come annunciava un vecchio spot, ma è indubbio che i media hanno trattato con particolare attenzione, e a volte con molta superficialità, i rapporti con la scienza della mente e suoi allegati. L’apice spetta senz’altro a Rischiatutto, il quiz di Mike Bongiorno che nei primi anni ‘70 aveva avuto il compito di lanciare il Secondo Canale della Rai. Obiettivo riuscito considerato che al giovedì sera si radunavano intorno al focolare oltre venticinque milioni di italiani. che aumentarono ancora quando si presentò come concorrente Massimo Inardi, il fondatore della Homo Sapiens di Viareggio (e la cui principale allieva, Rosalba Pagano, savonese, ci ha lasciato da pochi mesi). Lui aveva studiato le varie scienze della mente, la telepatia come mezzo scientifico ed era stato in pratica il fondatore della pranoterapia in Italia. Difficile, in quell’Italia molto ingenua e credulona, far passare certi messaggi tanto che, purtroppo, Inardi, grande appassionato di musica classica, fu trattato quasi come un fenomeno da baraccone anziché uomo di scienza. In coincidenza con l’exploit di Inardi nella mai dimenticata bella Rai di quegli anni passarono sceneggiati come “La traccia verde” e “A come Andromeda” che andarono a esplorare il mondo della mente umana. Per non dimenticare mai, purtroppo poco replicato, “Esp”, con un formidabile Paolo Stoppa nei panni di un detective che risolveva casi in base al suo potere della mente. Un grande sceneggiato che potete rivedere nelle Teche Rai.


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Partorire con il Canto Carnatico di Elisa Binotti

Frédérick Leboyer, nato a Parigi nel 1918, contribuì fortemente a riportare il parto naturale in Europa. Nel 1975 scrisse: “Per una nascita senza violenza”, opera che portò un profondo cambiamento nell’accoglimento del bambino alla nascita. Tra numerosissime altre opere ricordiamo: “Dalla Luce, il bambino” (1979), “Shantala: l’arte del massaggio indiano per far crescere i bambini felici “(1976), e il film: “Il rito della nascita” (2005). Elisa Binotti è sua allieva. La Tampoora è uno strumento musicale indiano, ricavato da una zucca che dà alla cassa armonica dello strumento la caratteristica forma del grembo materno, a cui è aggiunto un lungo manico di legno. L’intonazione è regolata attraverso le chiavi poste nella parte superiore del manico. Può avere da quattro a sei corde metalliche che vengono suonate una dopo l’altra per creare una risonanza armonica sulla nota fondamentale, chiamata bordone. La Tampoora è usata in brani musicali strumentali e soprattutto nel canto carnatico.

Il canto carnatico nacque nell’India del sud. E’ qui che Savitry Nayr lo insegnò a Frédérick Leboyer in uno dei numerosi viaggi che quest’ultimo fece in India, alla ricerca di strumenti che potessero aiutare le donne europee a recuperare la fiducia nelle loro risorse di partorienti. Erano gli anni Settanta e in Europa dilagava la medicalizzazione della nascita. Dopo aver esercitato per decenni la professione di medico ostetrico seguendo le linee guida dell’epoca, Frédérick Leboyer intuì che qualcosa non stesse andando per il verso “giusto”. Le nascite da lui condotte nella clinica parigina vedevano emergere neonati terribilmente provati dall’esperienza della nascita. I potenti anestetici somministrati alle donne per “farle penare” il meno possibile le lasciavano stordite e le portavano, fin dall’inizio della maternità, ad essere deleganti e passive. Perciò, dopo anni di ricerca, Leboyer si convinse che una nascita naturale e rispettata avrebbe potuto preservare il forte legame che c’è tra la mamma e il bambino. Durante il travaglio la donna si trova ad affrontare dentro di sé una rivoluzione profonda, perché il parto la coinvolge come una tempesta, mettendola profondamente

Detto così il concetto sembra meraviglioso, ma come attuarlo nella pratica? Gli esercizi di canto appresi durante i mesi di gravidanza possono essere lo strumento ideale: accompagnati dalla Tampoora, ci insegnano ad approfondire la respirazione addominale, a rispettare il ritmo personale e ad ascoltare quello degli altri componenti del

gruppo, entrando in una sintonia profonda. Durante il parto non vi sarà l’insegnante né il gruppo, eppure la donna sarà pronta a riconoscere il suono di cui ha bisogno per poter mantenere l’attenzione sul ritmo del respiro e mettersi in ascolto di sé e del bambino. La posizione del corpo e il respiro sonoro diventano un’unica cosa che si muove, affinché il bambino possa nascere seguendo i suoi ritmi. “Usare la voce porta la donna a stare dentro l’evento consapevolmente. La contrazione è un’onda di energia che parte dall’interno del corpo e giunge alle terminazioni nervose provocando una sensazione dolorosa. La voce è un’altra onda di energia che ugualmente parte dall’interno del corpo e trasporta la nostra volontà, idee, sensazioni e propositi. E’ necessario che queste due onde si incontrino e si fondano in una forza risolutiva funzionale al buon esito del parto” (A. Bini, M. C. Lottici, Nascere nella musica). Il canto permette alla donna di affrontare il travaglio senza essere sovrastata dalla intensità dell’esperienza, mantenendo la centratura, riscoprendosi dopo il parto più forte e sicura delle proprie risorse di madre, avendo potuto preservare il continuum che la unisce al bambino.

sociale frequentando chi ci può far star bene, uscendo dall’isolamento e dallo stato sedentario indotti dalle relazioni virtuali, agiremo in modo positivo per la nostra salute in generale, non solo per quella psichica. Anche se “non ci sentiamo portati” per pratiche complesse, l’allenamento alla felicità e all’allontanamento dello stress può essere praticato semplicemente frequentando un gruppo nel quale, guidati in esperienze alla portata di tutti, si aggiungeranno alla risata incondizionata, in un percorso più ampio e completo, altre competenze pratiche che ci aiuteranno a vivere meglio. La coerenza cardiaca studiata da Heartmath è solo un altro dei sette pilastri sui quali si fonda #GIORNIfelici, modello culturale rivoluzionario che offre nuove strategie per la “vivi-abilità” e per allenarsi alla felicità, ideato da Letizia

Espanoli, consulente e formatrice in ambito socio-sanitario, creatrice del Sente-Mente® Project, diffuso oggi in tutta Italia attraverso l’attività dei Felicitatori. In un laboratorio #Giornifelici, in dodici incontri, si acquisirà un kit di strumenti innovativi e concreti che aiuteranno tutti coloro che sceglieranno di liberare i propri desideri, ampliare i propri orizzonti, aprire nuove possibilità e vivere con passione e positività in un Universo Amico. Grazie a questo percorso appositamente studiato per arrivare all’autoefficacia, basato sulle più recenti scoperte scientifiche, si potrà affrontare il mondo autonomamente, ma dotati di una rete di protezione. Se sei curioso, e vuoi saperne di più, oppure se desideri attivare un percorso nel tuo comune o nella tua scuola olistica, contattami. la.sbruzzi@gmail.com

alla prova; in questa esperienza, il processo del parto, come le onde indomabili del mare, va a scuoterla fino alle fondamenta. Come può affrontare questa sfida? Leboyer trovò a questa domanda una risposta molto semplice: accogliere la potenza delle contrazioni, lasciandola agire, cosicché il corpo si possa schiudere come un fiore, permettendo la venuta al mondo del bambino.

Il canto permette alla donna di affrontare il travaglio senza essere sovrastata dalla intensità dell’esperienza

Impara ad espandere la tua rete

Nuove strategie per la felicità oltre la risata di Laura Sbruzzi, Felicitatrice del Sente-Mente® Project Diventata oggigiorno sinonimo di internet, la parola “rete” è comunemente utilizzata in italiano in due espressioni che rimandano ad atteggiamenti che la persona ha nei confronti del mondo: “Cadere nella rete” oppure “Senza rete”. Se la prima è intesa spesso come “lasciarsi irretire”, quindi con accezione negativa, la seconda è usata invece con ammirazione, per qualcuno capace di procedere da solo, senza protezione, come un funambolo che cammina sulla corda tesa della vita. Pur restando positivo il procedere autonomamente, la rete dà sempre quel senso di protezione, e cadere nella rete a volte potrebbe non rivelarsi fatale ma salvifico. In un mondo sempre più connesso, siamo sempre più distanti dagli altri e ci sentiamo più soli;

attraverso la rete internet, infatti, passano molte informazioni ma non quello che definiamo come “il calore umano”. La sostenibilità della vita passa invece anche attraverso una semplice tazza di tè, a qualcuno che ti ascolti veramente e ti stia accanto. In effetti, quali vibrazioni ci può mai trasmettere la “rete” internet paragonata ad una rete di amici? Tutti sappiamo quanto stare vicino ad alcune persone ci faccia stare bene; spesso sentiamo dire che ci sono alcuni che ci trasmettono vibrazioni positive, ma colleghiamo questo a pratiche esoteriche. In realtà, come dimostrato dall’istituto di neuro cardiologia statunitense Heartmath, legato all’Università di Stanford (ove peraltro, esiste un dipartimento di studi sulla felicità), tutto parte veramente da frequenze e vibrazioni. Le ricerche condotte dimostrano come non solo che nel cuore siano presenti circa 40mila neuroni (un’altra rete, non cerebrale, che rivaluta le ragioni del cuore di Pascal) ma anche come la frequenza dei nostri battiti cardiaci sia influenzata non solo dalle nostre emozioni, ma anche dallo stato di coerenza -o non coerenza- cardiaca delle persone che ci

stanno accanto. Nello stato di coerenza il nostro cuore batte con una frequenza regolare, con onde alle quali quelle cerebrali si allineano; questo migliora la nostra intuizione e il nostro stato di benessere e salute, fisica e psichica. Inoltre, come una connessione wireless, questa frequenza si estende ai nostri vicini fino ad una distanza di due metri, influenzando positivamente le persone che ci stanno accanto. Più persone in coerenza cardiaca ne influenzeranno meglio molte altre, in un circolo virtuoso, e quello che doniamo col cuore in questo stato, anche senza contatto con le persone o senza interazione verbale, ci ritornerà. E allora, ben venga il “cadere nella rete”!. La notizia strepitosa fornitaci da questi studi è che ci si può allenare ad entrare in questo stato di coerenza. Imparando a non lasciarci trasportare dalle nostre emozioni (è provato che frequenti e ripetuti stati di non coerenza cardiaca dovuti a stati emotivi stressanti e negativi possono portare a scompensi cardiaci), a liberare il respiro e le posizioni corporee e mentali rigide, saremo invece alla guida del nostro stato psicofisico, con indubbi benefici a lungo termine. Ampliando inoltre la nostra rete


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La sinergia dell’ascolto La velocità di fuga della trasformazione di Laura Biagini, biologa nutrizionista, couselor

Vincere la forza di gravità dell'abitudine di Andrea Armando Bisso, filosofo, naturopata e coach olistico

“Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo” Ippocrate Educare. Educare alla consapevolezza. Ascoltare, per imparare, per avere la possibilità di chiedere e sapere. Collaborare, per sentirsi compresi e crescere. Qualche giorno fa sono stata a scuola, in quella scuola che anche io avevo frequentato da adolescente, la scuola media. Ho incontrato i ragazzi per parlare loro di educazione alimentare, per parlare loro della consapevolezza che crescendo è necessario acquisire riguardo le scelte alimentari. Avevo un solo obiettivo, non annoiarli con principi di pura dietistica, ma cercare invece di stimolare la loro curiosità, cercare con un linguaggio semplice e adatto a loro mondo, che semplice non è, per tutti i cambiamenti che stanno affrontando, di arrivare a toccare qualche corda del loro violino, e incuriosirli. Abbiamo parlato di etichette alimentari, abbiamo parlato della loro responsabilità di scegliere quello che mangiano, abbiamo parlato del cibo spazzatura e guardato insieme la piramide alimentare, seguendo il modello della dieta mediterranea. Abbiamo visto insieme, fra domande e occhietti curiosi, come la piramide alimentare, se capovolta, diventi una splendida piramide ambientale, che ci suggerisce come quegli alimenti che giovano di più al nostro corpo, sono anche gli stessi che impattano meno sul nostro pianeta. Ho ricevuto domande bizzarre, ma ne sono stata felice, perché dietro quelle domande si nascondeva la curiosità di un ragazzo che mi stava ascoltando, che aveva preso quell’occasione come qualcosa di costruttivo. Si è creata una sinergia magica, mi sono sentita la loro sorella maggiore a tratti, mi chiamavano per nome, per farmi vedere le loro merende e per farmi domande sul cibo spazzatura, su quello che la televisione e internet propongono loro costantemente. Ho parlato loro della mia esperienza in azienda con lo zio, di cosa siano delle uova “vere” di gallina, di come una gallina debba vivere in uno spazio aperto e di come vengano invece allevati a livello intensivo gli animali. Si è creata una bella sinergia, fra una ragazza di 27 anni che voleva trasmettere un messaggio educativo e adolescenti incuriositi ed attenti. È per questo che amo il mio lavoro, è perché educare ad una sana alimentazione non solo regala uno stato di benessere psicofisico, ma stimola una coscienza nutrizionale ed ambientale. Ed io credo, che se pur difficile, un modo per contrastare il cibo scadente che il mercato molto spesso offre, ci sia, e che questo sia possibile solo attraverso la consapevolezza maturata in ognuno di noi. Dott.ssa Laura Biagini Biologa Nutrizionista- Counselor in formazione Tel (+39) 3401762666 (on parle français) e-mail: laura.biagini17@gmail.com

Con questo articolo introduttivo iniziamo una serie incentrata su un tema a me molto caro che sta alla base del mio lavoro di coaching: La Triade della Trasformazione. Questa Triade è composta da tre elementi assai particolari: Amore incondizionato per sé stessi, Gratitudine e Perdono; questi tre fattori sembrerebbero, ad uno sguardo superficiale, essere poco attinenti al tema della trasformazione. Eppure, dopo tanti anni passati all’inseguimento della mia trasformazione e di quel cambiamento che ho tanto desiderato, ho compreso che proprio questi sono gli elementi fondamentali per evitare che si ripetano perpetuamente le stesse dinamiche. Amore, Gratitudine e Perdono sono talmente fondamentali da essere necessari, invero, per sostenere e consolidare qualunque cambiamento. Sono per la trasformazione il corrispettivo degli aminoacidi per il nostro organismo: elementi di base senza i quali non si potrebbe sviluppare un processo di vera e solida trasformazione. Spesso i tentativi di cambiamento si infrangono, presto o tardi, su una sorta di resistenza che tende a farci tornare al punto di partenza; pensaci, forse ti suonerà familiare, come tutte le volte che ti sei abbonato a un nuovo corso in palestra e poi non ci sei andato; ogni volta che decidevi di iniziare una dieta e dopo poco tornavi a mangiare come e più di prima; quella volta che ti eri sentito determinato a superare quel tuo dato limite e non ci sei riuscito. Ogni giorno più del 75% di noi perde il focus su un qualche obiettivo di trasformazione: ogni giorno il 75% di noi non raggiunge la Velocità di Fuga della Trasformazione. Questa velocità di fuga non si raggiunge, è evidente, con un jet ipersonico eppure, come quando si supera la resistenza della forza di gravità, anche la nostra velocità di fuga è fondamentale per permetterci di sostenere il cambiamento, qualunque esso sia. Esiste difatti in noi una tendenza naturale a resistere al cambiamento, una sorta di forza di gravità mentale, soprattutto dovuta alla struttura del cervello. Proprio il cervello ha straordinarie capacità ma è principalmente un servomeccanismo che si occupa di mantenere sotto controllo l’omeostasi interna del nostro organismo. Così come si occupa di mantenere costante la nostra temperatura a prescindere da quale clima ci sia, ecco che avrà anche la tendenza a farci “resistere” a tutto ciò che per noi è nuovo o poco conosciuto. Questo fenomeno è ben analizzato in psicologia, dove sovente il paziente, pur conscio di avere un determinato equilibrio disfunzionale, fa di tutto per mantenere detto equi-

librio in azione, seguendo proprio i dettami del suo cervello che non fa altro che agire secondo esigenze di omeostasi. Quando falliamo una dieta non c’è nessuna forza innaturale ad agire, nessun demone, nessuna tara negativa: presi dallo sconforto ogni volta che falliamo nella nostra ricerca di trasformazione, il pensiero va immediatamente all’idea di essere un caso disperato, con un conseguente ulteriore calo dell’autostima e l’inevitabile abbuffata. Eppure è tutto molto più semplice e gli ultimi trenta anni di ricerche in campo cognitivo comportamentale e significativamente nel campo della PNL e del coaching, ci hanno chiaramente dimostrato che si tratta solo ed esclusivamente di allenare meglio il nostro nuovo comportamento. Sarebbe un po’ come pretendere di correre una maratona senza essersi allenati: salvo caso straordinari ciò è letteralmente impossibile, oltre che rischioso. Per quanto riguarda il cambiamento è la stessa cosa. Da anni si dice ci vogliano almeno 28 giorni per

far “aderire” al nostro quotidiano una nuova abitudine; oggi si parla piuttosto di 66 giorni, più del doppio. Credo più propriamente che ognuno di noi abbia un suo specifico ritmo interno di adattamento ai cambiamenti: per qualcuno sarà più veloce ed immediato, per altri sarà invece molto più complesso e lento. Per esempio, nel mondo della formazione, è tipico il caso dei cosiddetti ‘corsisti professionisti’: si tratta di uomini e donne di grande valore che passano la loro vita a formarsi in un determinato ambito senza MAI mettere in pratica ciò che imparano; tali soggetti arrivano a spendere cifre folli in formazioni dello stesso genere perché convinti di non essere mai ABBASTANZA, di non essere mai PRONTI. Per superare la resistenza al cambiamento esistono questi tre fattori potentissimi che se agiti con perseveranza assumono caratteristiche straordinarie e ci permettono di raggiungere la fatidica velocità di fuga della trasformazione: li vedremo uno per uno. (1-Continua)

A Seborga un week end di benessere principesco Da diversi mesi il primo fine settimana di ogni mese, con l’eccezione di quello di aprile, che scivolerà alla successiva domenica 8 per via della Pasqua, il Principato (e Comune) di Seborga ospita appuntamenti dedicati alle tradizioni, alle feste e ad avvenimenti ad alto richiamo, quali i vari mercatini e il recente carnevale. Per il 5 e 6 maggio, invece, è allo studio la possibilità di trasformare le piazze e le varie aree disponibili nel paese arroccato sulle colline che sovrastano Bordighera in un vero e proprio centro del benessere e delle discipline olistiche all’aria aperta. Yoga, yoga della risata, sessioni di meditazione nel verde ma anche attività dedicate anche alla salute del corpo, come trekking, attività termali e altre mille possibilità che sono in fase di definizione da parte degli organizzatori che sono la sezione impereise dell’Endas, con presidente Cesare Bollani e vicepresidente Enrico Sarasso, e l’associaazione Creatorri di Ventimiglia.


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VIVERE CONSAPEVOLMENTE

Una vita con consapevolezza di Gipsy

Vi sono troppe parole di cui abusiamo nel parlare di ecologia e sostenibilità, ed alcune hanno una recondita accezione negativa, come Salvare e Difendere. Fanno pensare ad una situazione di emergenza, a minacce che arrivano dall’esterno. Vivere consapevolmente significa invece non solo preservare, ma addirittura coltivare. E coltivare esprime un progetto per il futuro, dal momento che il seme che pianti va accudito con amore ogni giorno. L’accostamento all’agricoltura non è casuale, su queste pagine che raccontano di progetti ed imprese locali che si danno da fare per migliorare l’ambiente. Stando ai dati rilevati e alle notizie che ci arrivano da ogni parte del mondo, l’influenza antropica sull’ambiente, che avrebbe come scopo quello di adattare un habitat alle proprie esigenze, ci è sfuggita

di mano e impone misure drastiche. Ma di cosa è fatto - e che cosa è - “l’ambiente”? Anche questa parola, normalmente utilizzata, sembra rimandare a qualcosa di più grande di noi, su cui non possiamo più avere influenza. In realtà, dovremmo fare un passo indietro, e ritornare, come in quelle animazioni che mostrano il pianeta Terra da un satellite e poi con uno zoom arrivano al dettaglio del giardino di casa: ritornare al piccolo e ripartire da noi. L’espressione “Bisogna coltivare il proprio giardino”, presa a prestito da Voltaire ci riporta allora a ciò che possiamo fare concretamente, piuttosto che occuparci di filosofia, e non già a farsi i fatti propri. Come ad esempio cambiare il nostro ambiente, a cominciare dal giardino di casa o dalla casa stessa, riutilizzando, riciclando e mettendo in ordine,

per crearci un ambiente bello da vedere e da vivere, e circondarci di amici e di relazioni. Tutto questo è in nostro potere. Basta compiere un piccolo passo, e scegliere, minuto dopo minuto (ecco qui la consapevolezza!), sapendo che ogni scelta compiuta avrà per noi un risultato. Se comperiamo al supermercato la frutta in imballi di plastica, non solo contribuiremo ad accumulare rifiuti influendo negativamente sull’Ambiente (in senso più grande), ma ci ritroveremo anche ad avere in casa sacchetti colmi di cose inutili che dovremo poi riportare all’apposito cassonetto; il che ci costringerà ad uno spreco ulteriore di tempo e influirà sul nostro umore e sul nostro stress. L’acquisto di frutta locale dal rivenditore di fiducia, oltre a permetterci di coltivare relazioni sociali (anche quelle si coltivano), ci consentirà invece di evitare di accumulare rifiuti, specie se ci portiamo dietro una borsa riutilizzabile, oltre a sapere cosa compriamo e alimentarci anche in modo più consapevole. Ormai le informazioni sono alla portata di tutti, e spesso conosciamo le alternative che aiuterebbero l’ambiente, ma soprattutto noi stessi e la qualità della nostra vita, ma non basta sapere. Occorre agire. Il cambiare abitudini e vivere consapevolmente allora significa riprendere le redini della nostra vita e costruirci l’ambiente e la vita che vogliamo, non lasciandoci trascinare dalla fretta e da una apparente comodità che in realtà ci impone di vivere una vita a rincorsa, in difesa.

L'estinzione di massa... comincia in casa di Luca Beschi

Lo scorso anno avevamo cominciato il nostro excursus sui “batteri buoni” nelle loro diverse applicazioni. Nonostante tutto ciò che si può fare con gli EM (Effective Microorganism, in italiano Microrganismi Effettivi, vedi http://emrojapan. com) preziosi alleati per tutti i problemi che riescono a risolvere in casa, nel giardino e in agricoltura, le nostre abitudini sono difficili da cambiare: pertanto tendiamo ad usare prodotti chimici sempre più aggressivi. Molte famiglie, a fin di bene, spendono molti soldi in una vera lotta alla cancellazione di ogni singolo batterio, creando la sindrome della “casa pulita-famiglia ammalata” di cui parleremo nel prossimo numero. Ultimamente, si sono introdotti nelle nostre case, come agenti segreti del male, anche i prodotti antibatterici. Spesso senza saperlo, li troviamo in prodotti per la pulizia e anche nel sapone, dopo che le industrie cosmetico-farmaceutiche da anni sono riuscite a piazzarli un po’ ovunque. Premesso che non ci sono prove scientifiche che dimostrino la loro superiorità rispetto al sapone naturale, questi prodotti sono peri-

colosissimi in quanto contengono sostanze altamente nocive (come per esempio il triclosan, che invece di aiutare a contenere le infezioni sembrerebbe provocarle, andando ad interagire nel sistema endocrino e ad influire con il normale funzionamento del cuore). Questi prodotti aggressivi, inoltre, uccidono i batteri benefici mediante una vera estinzione di massa, creando un ambiente favorevole ai batteri patogeni che riescono a vivere anche in condizioni estreme. Nella mia esperienza, comunque, i “batteri benefici” fanno fatica ad aggredire i grassi e quindi il piano cottura, le pentole sporche di sughi e di arrosto, il forno che ha visto cuocere parecchie lasagne (ovviamente senza essere stato pulito) possono diventare un problema. In questo caso è certamente consentito usare prodotti chimici molto efficaci come… Ehm, no… Anche in questo caso ci sono altre opzioni molto più pratiche, economiche e naturali. Il bicarbonato di sodio, ad esempio, da solo o in combinazione con l’aceto, ha un potere sgrassante notevole ed è un valido aiuto contro gli spor-

chi ostinati (e può anche risolvere molti problemi di convivenza se usato sotto le ascelle dopo una sana doccia). Questa estinzione di massa (non solo di batteri purtroppo, come avvertono gli studi specialistici a seguito delle ultime ondate di febbre) è una lotta contro i mulini a vento e uno spreco di preziose risorse economiche che potremmo usare in molti altri modi. Da parecchi anni, mi sento fortunato di poter evitare tutta una serie di scaffali nei nostri supermercati e spero di riuscire a fare molto di più in futuro, magari con l’aiuto di qualcuno dei nostri lettori pronti a condividere le loro esperienze in questa rivista. Per informazioni, lucabeschi@libero.it

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Apprendisti ciceroni in difesa del mare

Se il progetto di alternanza scuola-lavoro, a vari livelli, ha fatto discutere per l’insensatezza di alcune scelte occupazionali tutt’altro che formative e ben stigmatizzate anche in televisione, ci sono esempi di come l’opportunità offerta possa essere veramente importante nel cammino educativo dei giovani. A Ventimiglia, tanto per rimanere in Liguria, l’Istituto Comprensivo Biancheri ha accolto, per il secondo anno consecutivo, gli studenti del Liceo Angelico Aprosio durante la “Settimana del Benessere” dedicata ad attività di studio alternative a quelle tradizionali. Gli allievi della 3^ B scientifico del liceo, in un progetto del Fai “peer-to-peer” di educazione ambientale denominato “Apprendisti ciceroni®”, sono stati “docenti” per tutte le classi prime della scuola media su un tema di grande interesse ed importanza: “Il Santuario Internazionale dei Cetacei, Pelagos. La conoscenza e la tutela dei fondali del Ponente Ligure: dai pesci di scoglio ai grandi cetacei”. Scopo del progetto è sensibilizzare tutti gli studenti alla conoscenza ed al rispetto dell’ambiente e si è svolto in due momenti distinti. Nel primo incontro con gli alunni di prima media si è parlato dei fondali del ponente ligure, in particolare del Capo di Sant’Ampelio di Bordighera e degli esseri marini che lo popolano. I giovani allievi hanno imparato a conoscere con video ed immagini coinvolgenti i fondali rocciosi e quelli sabbiosi dove si mimetizzano rombi e torpedini, ma anche polpi e cernie, scorfani e murene. Incredibili praterie di posidonia, un habitat a sé stante, coprono superfici di dimensioni notevoli dove saraghi, occhiate ed orate si aggirano indisturbati, insieme ad

alghe, invertebrati e microrganismi di ogni genere. Argomento del secondo incontro è stato il Santuario internazionale dei cetacei, Pelagos, risultato un “Luogo del cuore” nel censimento del Fai del 2016. Si è parlato delle caratteristiche del bacino corso-ligure-provenzale, delle varie specie di cetacei che lo popolano, delle potenziali e reali minacce, dall’inquinamento chimico ed acustico al sovrasfruttamento della pesca, ma soprattutto si sono sensibilizzati i giovani alunni ad azioni di tutela e conservazione del patrimonio. Circa 140 giovani alunni hanno non solo ascoltato con entusiasmo, grande attenzione ed interesse ma hanno anche partecipato attivamente alle varie attività che sono state loro proposte dagli “apprendisti ciceroni”, con quiz, cruciverba, redazione e completamento di schede scientifiche dell’ambiente marino trattato. Gli “Apprendisti ciceroni®”, formati da Sabina Airoldi, biologa marina dell’Istituto Tethys Onlus, e da Paolo Mastorakis, autore del libro “I fondali di Capo Ampelio. Bordighera”, hanno gestito con passione e professionalità i temi a loro assegnati. Il progetto si concluderà alla fine di maggio con una uscita in mare di whale whatching in motonave dal porto di Bordighera, per l’avvistamento dei cetacei.


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ESSERE VEGANI

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Il traffico illegale di specie protette a cura di Renata Balducci presidente dell’Associazione Vegani Italiani Onlus Il commercio illegale degli animali selvatici vale miliardi di dollari all’anno ed è considerato il quarto giro d’affari illegale più redditizio, dopo il traffico di droga, esseri umani e armi. Se da una parte la tecnologia e tutti i nuovi mezzi di comunicazione sono riusciti a far cambiare stile di vita a molte persone che, grazie ad essi, hanno scoperto aspetti del mondo dei quali non eravamo a conoscenza, come le sofferenze alle quali sono costretti miliardi di animali per aumentare il profitto economico di un ristretto numero di esseri umani, dall’altra, i social media sono diventati, purtroppo, uno dei modi con i quali i trafficanti di specie esotiche o a rischio di estinzione arrivano agli acquirenti interessati. Questo è quanto emerge da un recente rapporto di Traffic, un’organizzazione internazionale che si occupa di monitorare lo stato del commercio mondiale della fauna selvatica. Nel solo trimestre giugno-

agosto del 2016, infatti, il numero di annunci riguardanti la vendita di rettili vivi (circa 5000 esemplari) pubblicati su Facebook nelle Filippine è stato di 2.200 su oltre 90 gruppi. Il social network risulta essere infatti il modo migliore per raggiungere un gran numero di persone e concludere compravendite illecite di coccodrilli a rischio estinzione o rarissime specie di tartarughe. Oltre la metà delle specie documentate nello studio sono protette dalla Convenzione sul traffico internazionale di specie a rischio (CITES) e dal Philippine Wildlife Act. La ricerca dell’organizzazione ha inoltre evidenziato la rapida crescita degli iscritti ai gruppi social in cui si promuoveva la compravendita di rettili: i membri, che a giugno erano circa 359 mila, alla fine di agosto erano diventati l'11% in più. Purtroppo la maggior parte delle offerte sono state chiuse tramite l’applicazione Messenger di Facebook, lontano da

sguardi indiscreti, rendendo quindi molto difficile il monitoraggio delle attività illecite online da parte delle autorità competenti. Sul tema del traffico illegale di specie protette si sono

espresse le associazioni a difesa dei diritti degli animali di tutto il mondo. A tal proposito, venti premiati fotografi hanno dato vita a Photographers against wildlife crime: un progetto fotografico realizzato per richiama-

re l’attenzione sul commercio illegale degli animali selvatici e più in generale sul loro maltrattamento le cui testimonianze verranno raccolte in un libro fotografico in uscita a maggio del 2018.


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ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE

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Il vero gusto italiano nella cucina vegan di “Mi sa di sano” Il cibo italiano in interpretazione vegan. Forse la chiave del successo è proprio nelle cose semplici, come quella di utilizzare il gusto di una delle migliori cucine del mondo usando, però, ingredienti vegani. E i risultati non tardano ad arrivare. È il caso di “Mi sa di sano”, piccolo ristorante in via Manzoni, a due passi dalla rinomata Piazza Colombo, nel cuore di Sanremo, per il quale le testimonianze di stima e gli apprezzamenti, anche se aperto da pochi mesi, non mancano affatto. L’ultimo, in ordine di tempo, è di una coppia di travel blogger inglesi che proprio nel locale sanremese hanno consumato il loro primo pasto in Italia, lungo un itinerario che li ha portati dall’Inghilterra in giro per l’Europa, proprio alla ricerca di cibo cucinato in modo “cruelty free”, senza crudeltà sugli animali.

“Quando viaggiamo per il mondo – hanno detto i due turisti – incontriamo sempre locali che cucinano piatti vegani noti in tutto il mondo. A Sanremo, invece, abbiamo trovato un vero ristorante italiano. Non solo, ma la scelta di ingredienti vegan ha reso i piatti ancora più saporiti. Le lasagne al forno, con piselli, purè di carote e porcini freschi erano stupende, come il piatto dei dolci. Un’esperienza di vera cucina italiana”. “Mi sa di sano” è la riprova che cucinare i piatti vegan lascia infinito spazio alla fantasia e non sacrifica minimamente né il gusto, né la tradizione. Biocaffetteria bistrot e gastronomia biologica, “Mi sa di san”o è gestito dalla chef etica Patrizia Scalini che, assieme al suo compagno Luciano Calvanese, ha creato una realtà unica in tutto il lunghissimo tratto di costa da Mentone a Savona.

via Manzoni 35, Sanremo (tel. 333.8031633)

Buono senza rinunciare alla salute: Sorbetti con ingredienti vegan

La Gelateria d’Autore, nel quartiere di San Martino a Sanremo, uno dei più frequentati della Città dei Fiori, in prossimità di Villa Nobel, vanta 50 anni di tradizione famigliare nella preparazione di queste gioie per il palato. Dai nonni, Paola e Massimiliano hanno ereditato non solo ricette, sapori e procedimenti, ma anche la passione per la ricerca di ingredienti genuini che si procurano esclusivamente da fornitori di fiducia. Proprio come si faceva seguendo la tradizione dei tempi passati, la Gelateria d’Autore dispone di una rete di produttori locali ai quali si rivolge per l’acquisto di materie prime sicuramente biologiche, utilizzate per la produzione dei gelati, e bio vegan per quanto riguarda i sorbetti. Oltre a ciò importanti fattori sono il tempo e l’impegno, indispensabili per garantire che nel gelato che si produce non siano presenti additivi chimici, ma solo ingredienti naturali. “La vasta e moderna crescita della ricerca di prodotti a km 0 biologici e biovegan ricalca quella che per noi non è mai stata una scelta snob, ma una vera e

propria ricerca personale per alimentarsi al meglio, tramandataci dalla famiglia - ci spiegano Paola e Massimiliano.- Per preparare un buon gelato, oltre all’attrezzatura, infatti, sono fondamentali le materie prime, la cui provenienza e qualità ha una grande importanza per il risultato che si vorrà ottenere”. La tradizione, la passione e l’attenzione ai prodotti, però, non sono le sole chiavi del successo. Anche e soprattutto nel mondo della produzione di gelati sono entrati altri due fattori importanti. Da un lato ci sono la modernizzazione dei processi e

norme igieniche e sanitarie che garantiscono la qualità; dall’altro la nascita di gusti sempre nuovi, anche in fatto di gelateria. in rari casi si tratta di mode, ma sempre più sovente il fatto di saper ideare ricette che rispondano alle profonde sensibilità del momento, come nel caso delle ricette vegan rappresenta quel tocco decisivo che fa anche di un gelato una scelta etica.

Gelateria d’Autore di Conio Paola & C. Corso Cavallotti 188 Sanremo

SORBETTO AL FONDENTE Ingredienti: 170 Gr. cioccolato 75% 100 Gr. cacao 22/24% 180 Gr. Zucchero 500 Gr. Acqua In una casseruola scaldare l’acqua a 60 gradi. Aggiungere zucchero e cacao. Mescolando portare ad ebollizione e spegnere il fuoco. Sempre mescolando aggiungere il cioccolato fino a scioglimento. Far raffreddare. Mettere in gelatiera.


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VITA SOCIALE

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Elementi di facilitazione: come progettare una riunione, parte 2 Di cosa dobbiamo parlare?

di Lucilla Borio

Nel numero scorso abbiamo affrontato il tema di chi debba essere convocato alle riunioni e dei termini del loro coinvolgimento nelle decisioni e nelle successive azioni pratiche. Dopo tanto parlare viene il momento del fare, della realizzazione degli obiettivi e del programma operativo. I partecipanti saranno tanto più coinvolti ed attivi quanto più si sentiranno partecipi a livello decisionale. Andare in riunione senza sapere bene di cosa si deve parlare, e tanto meno decidere, appartiene all’esperienza di molti. Un accavallarsi di interventi su temi diversi e a volte contrastanti, un filo logico che si perde facilmente, una conclusione nebulosa della discussione non aiutano a sentirsi coinvolti nell’organizzazione. Per fare chiarezza sui temi della riunione, è essenziale dotarsi di uno strumento

semplice ma spesso ignorato o abusato: L’Ordine del Giorno. Ecco alcuni elementi da tenere presenti per usarlo in modo corretto e facilitante per il gruppo: - almeno una settimana prima della riunione, se non di più, scriviamo, magari con l’aiuto di un altro membro del gruppo, un elenco di argomenti importanti da affrontare; - riflettiamo su un possibile ordine di priorità da dare ai temi da trattare; - rileggendo i verbali delle riunioni precedenti, troviamo gli argomenti rimasti a metà, in parte discussi ma senza una vera e propria decisione né un piano delle azioni a seguire (chi, entro quando, chi potrebbe dare un aiuto, che budget viene assegnato, a chi riferisce); inserire anche quelli nell’OdG;

- comunichiamo a quanti più partecipanti possibile (via email, whatsapp, facebook, affissione in sede) la proposta di argomenti da trattare e firmare, invitando a contribuire con altri temi interessanti. Usiamo post-it, cartellini colorati ed altri mezzi per creare un elenco più dinamico; - impariamo ad evitare le famigerate “varie ed eventuali” chiedendo a tutti di comunicare gli argomenti all’inizio della riunione e non alla fine (quando si è stanchi). Stampiamo l’elenco ottenuto e lo portiamo in riunione. Possiamo usare fogli grandi (tipo 70x100) e pennarelli a punta grande. Se non c’è la lavagna a fogli, usiamo del nastro di carta per appendere sul muro l’elenco dei temi proposti. Quando il gruppo è presente, rileggiamo il tutto e chiediamo se ci sono altre cose da discutere, cercando di non innervosirci se vediamo una selva di mani alzate e la lista diventa lunghissima. È normale che ci siano parecchie decisioni in sospeso ed è bene che vengano messe nero su bianco. Il tabellone deve essere ben visibile per tutti, e man mano che terminiamo un tema facciamo una

crocetta accanto al titolo, per segnalare che stiamo andando avanti (aiuta l’autostima). Kronos, il dio del tempo, regna sovrano e quindi il passo successivo sarà assegnare un ordine di priorità agli argomenti più urgenti da affrontare qui e ora. Di solito, in una riunione ben organizzata, con partecipanti attenti e prepara-

Dopo tanto parlare viene il momento del fare della realizzazione degli obiettivi e del programma operativo ti, si possono trattare una decina di argomenti in tre ore in modo esaustivo e dinamico, ma questo è un risultato a cui arrivare un passo dopo l’altro. All’inizio, quattro o cinque temi per una riunione di due ore, due ore e mezzo vanno bene. Possiamo lasciare un po’ di tempo per annunci che non richiedano nessuna discussione, e naturalmente per una breve pausa a metà riunione (se la durata prevista è superiore alle due ore).

La funzione dell’OdG sono molteplici: - informare le persone prima della riunione in modo da consentire di prepararsi e farsi un’opinione in merito a temi complessi ed importanti; - risvegliare l’interesse sulla riunione ed attirare i partecipanti che si sentono coinvolti nelle idee proposte; - dare voce a persone un po’ marginali chiedendo se anche loro hanno qualche idea da mettere al centro; - mantenere l’attenzione focalizzata durante il dibattito. Chi redige il verbale (ne parleremo in un altro articolo) segnerà tutti i temi non trattati, ricavando l’inizio dell’OdG della riunione successiva. Potete lavorare bene con l’OdG anche se non siete facilitatori o se avete poca esperienza: vi darà la struttura concettuale che guida i passi del gruppo verso il raggiungimento dei suoi scopi. Come partecipanti, avere un OdG chiaro e condiviso è un diritto e vi invito a richiederlo agli organizzatori della riunione. (continua)

Il crowdfunding: quando la rete crea reti di Mattia Maccario

Parlare di merito, unendo il tema del mondo digitale e quello della necessità di fare rete: una bella sfida, ma che ha una risposta facile, ossia il “crowdfunding”, termine che in questi ultimi tempi capita di sentire spesso, in tv, alla radio o su internet, ma che ancora è misterioso per molti. In un certo senso si potrebbe parlare dell’applicazione di un criterio di meritocrazia e cooperazione lanciato nel mondo di internet.

La parola inglese “crowdfunding” è formata da crowd (folla) e funding (finanziamento). Quando si parla di crowdfunding, si intende semplicemente “raccogliere fondi (principalmente su internet) attraverso piccole donazioni da parte di un largo gruppo di persone, che condividono un progetto oppure vogliono sostenere un’idea innovativa”. In un certo modo si può dire che questo metodo applica su internet il concetto di meritocrazia e di collaborazione, selezionando tra i diversi progetti proposti e che aspettano i fondi necessari per essere realizzati, quelli più “meritevoli”. Il giudizio è dato dagli utenti del web, che con la loro valutazione finiscono per destinare le loro donazioni economiche al progetto che ritengono migliore. Di solito, partecipare a un crowdfunding per finanziare un progetto comporta anche dei vantaggi. Ad esempio, il fatto di donare soldi a un progetto che deve essere realizzato (mettiamo il caso del lancio di un nuovo apparecchio elettronico sul mer-

cato) comporta una “ricompensa” che varia in base al contributo. Si può andare dalla spedizione in anteprima del prodotto alla citazione nella documentazione a corredo, oppure ancora al diritto a un servizio esclusivo. Per fare un esempio concreto, nel 2015 Coseva ha partecipato alla raccolta fondi indetta sul web da Paolo Bonfanti, famoso chitarrista blues, che voleva lanciare sul mercato un doppio vinile del suo album “Back Home Alive”. Coseva ha partecipato con 500 € alla raccolta, ed in cambio il musicista si è esibito con un suo mini-concerto nel corso dell’Assemblea Soci. Altre “ricompense” minori, per donazioni meno sostanziose, erano in quel caso l’invio a casa di un gadget, di un autografo, oppure di una copia dell’album. Ci sono casi in cui questo metodo viene impiegato senza una diretta ricompensa, come premio a un’idea o sostegno a una causa: Barack Obama ha pagato parte della sua campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti grazie alle donazioni dei suoi elettori. L’iniziativa del Louvre di Parigi “Tous mécènes” prevedeva di raccogliere un milione di euro per acquistare da un collezionista privato il dipinto rinascimentale “Le Tre Grazie” di Cranach: il capolavoro si può vedere ora esposto nelle sale del museo. In Italia la campagna di maggior successo è stata quel-

la per la ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, distrutta da un incendio nel 2013, che ha raccolto più di 1 milione e mezzo di euro. Altri progetti di crowdfunding appartengono al mondo delle imprese, nei quali il versamento di fondi economici dà diritto alla partecipazione del finanziatore nel capitale sociale, diventandone così socio a tutti gli effetti. Per il crowdfunding esistono diverse p i at t af o rme online. K ic kst arter ha già finanziato numerosi progetti tra cui film indipendenti, videogiochi, musica, spettacoli teatrali, fumetti, gior-

nalismo e imprese legate all’alimentazione; Be-Crowdy si occupa di progetti culturali e artistici, mentre Ulule vanta il maggior tasso di successo nel finanziamento di musica, fumetti, film, imprese o progetti di solidarietà. DeRev è azienda leader in Italia e raccoglie fondi per startup innovative e firme per iniziative vari. Eppela si occupa di arte, no profit, cinema, innovazione sociale e tecnologia.


Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione

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Marzo 2018

Ecovillaggi, vivere con consapevolezza Sono decine in Italia e migliaia sparsi in tutto il mondo. Rappresentano un modo di vivere, saggio, basato sulla consapevolezza e sulla comprensione della interconnessione tra noi e l'ambiente. Sono abitati da comunità di persone che prendono le decisioni insieme, che si auto producono cibi sani e beni eco sostenibili, che conducono uno stile di vita a “basso impatto” e in armonia con gli altri esseri viventi e con la Terra. Andiamo a conoscere due Ecovillaggi italiani, che offrono corsi, ospitalità e condivisione di idee, emozioni ed esperienze.

Torri Superiore, un ecovillaggio così lontano, così vicino di Lucilla Borio Avventurandosi nell’estremo Ponente ligure, verso il confine con la Francia e la molto turistica Costa Azzurra, un viaggiatore curioso alla ricerca di esperienze inusuali ed angolini ben nascosti si può imbattere nel borgo medievale di Tor-

ri Superiore, nell’entroterra di Ventimiglia (IM). Ma questo non può avvenire per caso. Infatti l’ecovillaggio è fuori dalle rotte battute dal turismo di massa e trovarlo richiede un pizzico di curiosità e di amore per l’avventura. La ricompensa è immediata: la vista del paese interamente restaurato, incorniciato dalle terrazze coltivate a mimose e ginestre, offre un colpo d’occhio davvero unico ed ormai giustamente celebre nell’ambiente degli ecoturisti e degli amanti della sostenibilità.

Ci sono voluti 30 anni di incessante lavoro per trasformare il rudere abbandonato in una struttura turistica con 25 posti letto, tre sale ristorante, il salone per corsi e conferenze, ma non solo: 22 unità abitative accolgono la comunità residente (circa 20 persone tra adulti e bambini) e i soci dell’Associazione Culturale proprietaria della parte ad uso pubblico. La cooperativa Ture Nirvane gestisce il centro ricettivo – culturale e non si accontenta di dare alloggio e vitto con uno stile semplice e familiare, ma porta avanti progetti a livello internazionale e locale. Il Servizio Volontario Europeo, ad esempio, che attira per lunghi periodi giovani da diversi Paesi europei, o il programma europeo CLIPS (Community Learning Incubator Programme for Sustainability) che offre consulenza e tutoria a gruppi, associazioni e comunità in formazione o in momenti di difficoltà. Insomma da questo avamposto del vivere sostenibile si guarda lontano e si è collegati costantemente con il colorato mondo degli ecovillaggi grazie alle reti GEN (Global Ecovillage Network) e RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici) tra i cui fondatori è anche Torri Superiore. Ma si guarda anche vicino, e si creano alleanze con le realtà territoriali come ad esempio la Rete di imprese Le Terre di Confine (sei aziende locali impegnate nella sostenibilità a tutto campo, promotrici dell’edizione del Ponente Ligure di Vivere Sostenibile), e il nascente marchio per le produzioni agricole locali avviato dal Comune di Ventimiglia. A Torri Superiore si respira un’aria di libertà, collaborazione e voglia di fare, al di là del classico mugugno ligure e delle grandi difficoltà incontrate, e superate, in questo lungo cammino collettivo. È un luogo speciale, ci si siede a tavola con perfetti sconosciuti e si inizia a chiacchierare tranquillamente intorno un tavolo di legno, protetti dai 700 anni di storia dei muri che custodiscono, un po’ gelosamente, i suoi abitanti. Cibo semplice, sano, abbondante, preparato al momento, in gran parte bio e locale, a cui si accede da un buffet aperto che pone come limite solo lo scrupolo personale per la propria linea. Camere accoglienti, semplici ma curate, una diversa dall’altra e tutte simili nel look eco ed essenziale che è la cifra stilistica dell’intero borgo. Un luogo che accoglie turisti singoli, famiglie, gruppetti di amici, ed invita con condizioni speciali i progetti di gruppo alla ricerca di spazi magnifici per riunioni, meeting, corsi o attività, come il salone all’ultimo piano, da cui la vista spazia sul vicino paese di Torri e sulle pendici delle Alpi Liguri.

Via Torri Superiore, 5 - 18039 Ventimiglia IM info@torri-superiore.org - www.torri-superiore.org 0184 215 504

SOMMARIO Alla scoperta della vita in Ecovillaggio Torri Superiore e Tempo di Vivere, in Liguria ed Emilia, si raccontano. a pag. 1 5 - 16

Smetti di fumare grazie a un metodo completamente naturale! Richiedi il campione prova gratuito per fare la prova dei beedies alle erbe NIRDOSH®. a pag. 17

Muovi il tuo Dna! L'appello che viene dagli USA per ritrovare il benessere partendo dal movimento. a pag. 18

Le recensioni del mese Consigli di lettura per lettori consapevoli.

a pag. 18

Un luogo ideale per una pausa fuori dal comune, un incontro con persone che vivono ogni giorno la scelta della sostenibilità, che non vogliono insegnare niente ma solo mostrare che un'altra vita è possibile. Così lontana, così vicina. Ecovillaggio Torri Superiore Via Torri Superiore, 5 - Ventimiglia (IM) www.torri-superiore.org

Alla scoperta di Tempo di Vivere di Ermanno Salvini e Katia Prati Tempo di Vivere è una comunità, un ecovillaggio, un ponte tra chi desidera il cambiamento e chi si muove all’interno di esso, un centro di diffusione di discipline olistiche e bionaturali, al contempo è un’associazione no profit di promozione sociale. Noi di Tempo di Vivere abbiamo scelto la comune, cioè uno stile di vita basato sulla condivisione totale di beni, denaro continua a pagina 16

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e mezzi di sussistenza… non abbiamo alcuna proprietà privata. Viviamo in un grande casale, in affitto, in cui ogni nucleo o singolo ha una propria stanza e condivide completamente gli spazi comuni. La scelta di vivere assieme ad altre persone, di creare una comune, nasce dalla convinzione che questo sia funzionale alla crescita personale, al superamento del frazionamento che si vive nella società di oggi, al risparmio economico e di risorse ambientali. Ciò che da soli sembra impossibile diventa fattibile quando non ci sente più entità distinte, ma un gruppo di persone che collabora ad un fine comune. La nostra aspirazione è quella di essere un esempio di alternativa possibile a livello sopratutto relazionale, lavorativo e di minor impatto ambientale. Vantaggi, difficoltà, sorprese Dopo tre anni di esperienza di questo modo di vivere, i vantaggi che abbiamo riscontrato sono: il sostegno reciproco nella crescita individuale, lo specchio che gli altri ci fanno, l’amore dal quale ci sentiamo avvolti, l’accettazione e la comprensione che riceviamo rispetto ai nostri comportamenti, ci permettono di guardare a noi stessi con maggior rispetto, gratitudine e apprezzamento); il sostegno alla famiglia nell’educazione e nell’accudimento condiviso dei bambini, il sostegno al residente anziano, la suddivisione dei compiti nei lavori quotidiani, il minor impatto ambientale, le diverse professiona-

lità al servizio della comunità, che danno a ognuno e all’intero gruppo, l’opportunità di lavorare meno, meglio e con maggior soddisfazione personale, il minor frazionamento sociale, l’assenza del senso di solitudine e abbandono, la possibilità dare voce e spazio alle proprie passioni, quotidianamente, grazie al sostegno della comunità, il diverso e miglior utilizzo del proprio Tempo (di e per Vivere) Le difficoltà maggiori sono: il cambiamento della maggior parte delle proprie abitudini, la minor privacy, il non giudizio, la maggior apertura e condivisione emotiva, il fidarsi e l’affidarsi completamente gli uni degli altri, l’accettazione delle diversità, l’accoglienza dei sentiti altrui, la capacità di ascoltare, senza interpretare, l’imparare a lavorare in gruppo e a prendere decisioni insieme sentendo di perdere la propria indipendenza e libertà. Ci sono state anche grandi sorprese: lo scoprirsi capaci di adattarsi meglio e più velocemente di quanto non si immaginasse ai disagi causati da neve, senza luce, acqua, GPL. Scoprire che sei capace di minor attaccamento alle cose materiali e maggior attenzione all’essenza, che il gruppo è ogni giorno più unito e maturo nelle difficoltà ma soprattutto nella quotidianità, che c’è un popolo del cambiamento che ti fa sentire a casa in ogni luogo, al sicuro, protetti e sostenuti quando ne hai bisogno, che la fiducia e la collaborazione sono possibili,

che c’è tanto amore, tanta bontà e onestà intorno, che i miracoli avvengono e che sei circondato da persone, poco prima sconosciute, che senti e vivi come… angeli custodi, come fratelli, come amici di sempre sui quali puoi contare, il cambiamento rapidissimo che avviene nelle persone nel breve tempo di vita nell’ecovillaggio, a contatto con questa meravigliosa realtà di luoghi, persone e modi di relazionarsi e di vivere. Noi di Tempo di Vivere siamo sempre più

convinti di aver fatto la scelta migliore per noi perché siamo dove vogliamo essere, facciamo ciò che vogliamo fare e viviamo con le persone che abbiamo scelto e siamo circondati di amore e entusiasmo! Tempo di Vivere Località Camera Vecchia - Piccoli di Calenzano, Bettola (PC) www.tempodivivere.it

Io autosufficiente Autore Lorena Lombroso Editore Gribaudo Pagine 240 Prezzo di Copertina 24,90 € Quante persone conosco che hanno il desiderio, il sogno, di lasciare tutto e andare a vivere in campagna! La brava autrice di questo bel volume, illustrato con foto a colo-ri e ricco di storie di vita vissuta, analizza gli scenari possibili prima e durante questo tipo di scelta di vita che inneggia alla sostenibilità. E allora si guarda ai vantaggi e agli svantaggi dell'isolamento, alla riorganizzazione della vita verso l'autosufficienza, perché questa sia sì una fuga, ma consapevole e preparata. Si affrontano questioni pratiche come la scelta di ricostruire o di ristrutturare un’immobile, si consigliano innumerevoli ricette di autoproduzione.

E ancora: che cosa è una fattoria? Dove ci si può formare e informare per avviare la propria? Quali sono i sistemi di coltivazione migliori in base al luogo e al terreno? Un libro completo che mancava, e che, sono certa, appassionerà molti.


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Smetti di fumare grazie a un metodo completamente naturale! Smettere di fumare oggi è possibile! Con il programma delle beedies alle erbe Nirdosh®. La loro funzione è di sostituire le sigarette con tabacco e nicotina senza dare assuefazione e permettere cosi di abbandonare in 13 settima-

ne la dipendenza dal fumo e dalla nicotina. Se non riuscirai al primo tentativo avrai comunque ridotto la dipendenza dal fumo e dopo un mese potrai riprovare per abbandonarla definitivamente.

Nirdosh® è un metodo certificato che ha aiutato migliaia di persone a smettere di fumare!

ciate al fumo è ferrea. Le beedies alle erbe Nirdosh® possono aiutare in questo poiché lasciano inalterata la gestualità ma sostituiscono tabacco e nicotina con erbe che non danno assuefazione, pur assicurando un gusto pieno, intenso e corposo che può dare appagamento anche ai fumatori più incalliti.

Per un dono etico, salutare e rispettoso di te, i tuoi amici e l’ambiente puoi scegliere il Programma Nirdosh® per smettere di fumare. Una sceltanaturalepersostituireleabitualisigarette con beedies alle erbe che possono coadiuvare l’abbandono di tabacco e nicotina. Le beedies alle erbe Nirdosh® sono composte da una miscela di erbe ayurvediche, che si possono fumare e che possono essere una valida alternativa alle sigarette. Smettere di fumare di colpo è possibile se la volontà di porre fine alle abitudini asso-

Perchè le Nirdosh® non fanno male? Le beedies Nirdosh® non sono senza combustione ma la miscela di erbe ayurvediche è avvolta in una foglia di Tendu, pianta simile all’eucalipto, che in combustione rilascia olii essenziali aromatici e totalmente naturali. L’assenza di carta lavorata e di benzopi-

rene (la sostanza a base di idrocarburi che permette alle sigarette di bruciare completamente anche senza aspirare) fa sì che in combustione si formino meno composti aldeidici e polinucleari. La carta usata nella industria del tabacco, in combustione rilascia almeno otto agenti chimici dannosi per la salute, cosa che le beedies Nirdosh® non fanno. Per questo non fanno male e possono coadiuvare ad arrivare a stare senza sigarette meglio delle sigarette elettroniche vendute in farmacia o rispetto al fumare tabacco naturale, perché lasciano inalterate le gestualità legate al fumare ma distolgono dall’assuefazione causata da tabacco e nicotina. METODO NIRDOSH® Il metodo è facile da seguire e si propone di dissuadere dal fumo introducendo alcune Nirdosh® e diminuendo quelle con tabacco e nicotina. 1. Fumare le beedies Nirdosh® al mattino, o almeno fare in modo che la prima del mattino sia una Nirdosh® 2. Evitare luoghi e situazioni che vi inducano

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a fumare 3. Bere molta acqua o tisane depurative, 4. Associare un'alimentazione sana e se possibile evitare alcool e caffè 5. Camminare molto e/o iniziare una pratica sportiva 6. Informare amici e parenti della vostra decisione di smettere di fumare 7. Ogni tre giorni eseguire un areosol inserendo 3 gocce di Olio essenziale di Palo Santo® Nirdosh® è un prodotto destinato ad aiutare le persone durante la dissuefazione dal tabacco. Ingredienti Basilico (Ocimum basilicum), Curcuma (Curcuma Longa), Liquirizia (Glycyrrhiza glabra), Cannella (Cinnamomum zeylanicum), Chiodi di garofano (Eugenia cariophyllata), Trachispermum ammi (Carum copticum), Commiphora Mukul (Gangal, Guggul), Diospyros embryopteris (Tendu). Ci trovi su www.nirdosh.it


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Muovi il tuo Dna!

L'appello che viene dagli USA per ritrovare il benessere partendo dal movimento Intervista a Katy Bowman, autrice di un libro che unisce salute, fitness e scienza Salute, fitness, scienza: un “mix” di fattori sempre più collegati uno con l'altro. Il movimento e la fondamentale importanza di metterlo in pratica(indipendentementedall'età)agisconoadun livello cellulare così profondo da riuscire a modificare positivamente il nostro organismo. E come spesso capita in questi casi, viene dagli USA la comprensione dettagliata di queste correlazioni. Basta leggere, in tal senso, Muovi il tuo Dna di Katy Bowman (Macro Edizioni, pagg. 208) per capire che il nostro benessere dipende molto dal movimento, fino ad incidere sul nostro equilibrio cellulare. Katy Bowman è biomeccanico ed esperta di comunicazione scientifica; ha educato centinaia di migliaia di persone all’importanza del movimento per il nostro corpo. Dirige il Nutritious Movement Center Northwest, nello stato di Washington e ha scritto numerosi bestseller, oltre a tienere corsi di formazione in tutto il mondo. Leabbiamorivoltoalcunedomande,inoccasionedell'uscitadelsuo libro anche qua in Italia, dopo che negli Usa ha già lasciato il segno. Signora Bowman, “stare in salute” che significato ha oggi? Il termine “salute” può assumere un significato differente a seconda delle persone. Se parliamo di salute reale e oggettiva come facciamo a sapere se l'abbiamo o meno? Il concetto di salute, di solito, è ridotto all’aspetto che abbiamo (mi sembri sano come un pesce!) o a quello che si deduce da una carta (guarda, ho passato l’esame del colesterolo a pieni voti!) e tendiamo a dare molta meno importanza a come ci sentiamo. Ma come ci si sente è il primo indicatore della salute a livello cellulare. Come mai in Occidente, dove le condizioni di vita sono migliori di molti altri posti, la salute resta sempre problematica? In effetti, gli ambienti moderni non ci impediscono di adottare comportamenti che produrrebbero un risultato più salutare. Siamo noi a scegliere di guidare invece di camminare. Di scarrozzare i nostri figli nel passeggino invece di portarli in braccio. Ci spaparanziamo sul divano e lasciamo che siano le scarpe a sostenere i nostri piedi. Certamente, la moderna cultura della comodità asseconda l’istinto umano della conservazione dell’energia, ma è anche vero che nessun limite fisico ci obbliga a fare queste scelte. E, dato che non siamo costretti con la forza ad andare in ufficio, a indossarescarpeall’ultimamodaoasdraiarcisuunapoltronasuperconfortevole,suggeriscodisostituirel’espressione“patologiedelbenessere” con “disturbi causati dal comportamento”. Da dove nasce il collegamento che fa nel libro tra movimento e Dna? Dato che il DNA si può esprimere in modi differenti a seconda

Libri&C.

VALUTAZIONE DI VIVERE SOSTENIBILE:

Il Libro della Medicina Orientale

di come i fattori esterni incidono sulle cellule che custodiscono il corredo genetico, e dato che il movimento è uno di questi fattori, il modo in cui ci muoviamo influenza direttamente le caratteristiche del nostro corpo, nel bene e nel male. Per me non è sufficiente consigliare soltanto di “muovervi di

più”. Dobbiamo anche “muoverci meglio” se vogliamo raggiungere uno stato di benessere più sostenibile. E il come farlo, Katy Bowman lo spiega molto bene in questo suo libro che può essere considerato una sorta di serio appello a muovervi. Attenzione: serio MA non spiacevole. Migliaia di lettori e studenti in America hanno già trovato la trasformazione fisica, psicologica ed emotiva che accompagna ciò che il libro propone, decisamente profonda e piacevole. Maggiori informazioni: http://ow.ly/IeFm30icOTO

Un toccasana per gambe e piedi

Appoggiate entrambe le piante dei piedi a una parete, assicurandovi di sollevare le anche finché non riuscite a estendere completamente le ginocchia senza fare fatica. Rilassatevi e scendete con il busto verso le cosce, senza forzare il movimento ed evitando scatti o molleggiamenti. Volete provare qualcosa di eccezionale? Dopo aver abbassato il torso fin dove arriva, rilassate la testa e lasciatela scendere verso le gambe. Diminuendo la tensione sul retro del collo aumenta il carico su tutta la spina dorsale. Questo esercizio è salutare per diversi gruppi muscolari e rappresenta un modo perfetto per sottoporre a un carico il tessuto connettivo che avvolge i muscoli delle gambe, della spina dorsale e della testa! (tratto da “Muovi il tuo Dna!” - Macro ed.)

OTTIMO

SCARSO

Calzarughe, bodyfanti e Yoga e Chakra altri animali da salvare Autore

Autore Clive Witham Editore Macro Edizioni Pagine 288 Prezzo di Cop. 19,50€

Autore Silvia Bonanni Editore Terre di Mezzo Pagine 80 Prezzo di Cop. 14,00€

Anodea Judith Editore Macro Edizioni Pagine 432 Prezzo di Cop. 24,50€

Premetto che il libro non vuole sostituirsi ad un professionista di medicina orientale, anzi, un aspetto fondamentale della guarigione è l’aspetto umano, l’interazione con il personale medico. L’intento è quello di fornire indicazioni di supporto a quelle prescritte dal terapeuta. Si parte col capire cosa ci fa ammalare; spesso nelle malattie si possono identificare con chiarezza degli schemi ricorrenti. Quelle che possono sembrare banali abitudini, che siano alimentari, di postura o altro, risultano essere le basi di un disequilibrio. Ci sono dei segnali che ci aiutano ad identificare il problema specifico. Ad esempio, per un problema di secchezza, l’organo di riferimento è lo stomaco, da cui hanno origine tutti i fluidi corporei. La causa è legata alle abitudini alimentari, come mangiare veloce o la sera tardi. Naturalmente ognuno di noi deve valutare il suo caso specifico in un determinato momento; anche l’elenco dei disturbi più comuni va preso come indicazione generale.

Qualsiasi bimbo vorrebbe poter trasformare un suo calzino in una balena, un maglione vecchio in una tigre. Con questo libro, sapientemente organizzato e illustrato, tutto questo sarà possibile! E lo si farà insieme, altro bellissimo traguardo ai giorni nostri: recuperare, dare vita alla propria fantasia, collaborare e poi giocare. La cosa che più colpisce è che gli animali che si è guidati a realizzare, a causa del cambiamento climatico, del riscaldamento globale o dello scioglimento dei ghiacciai, dell’inquinamento e delle deforestazioni sono a rischio estinzione. Quindi, giocando, si aiuta a sensibilizzare i più piccoli rispetto ai temi ambientali. La ricetta per pomeriggi in famiglia o tra amici è già completa. Aiuta il grande formato del volume, a sviluppo orizzontale, che guida passo passo nella scelta dei materiali da usare e delle tecniche per realizzare pupazzi più unici che rari!

Anodea Judith è considerata una dei massimi esperti mondiali per quanto riguarda la guarigione di diverse problematiche attraverso i Chakra, e capostipite dell'introduzione dei Chakra nello stile di vita occidentale. In questo libro rivoluzionario, corredato da oltre 350 illustrazioni, Anodea disvela un linguaggio sconosciuto ai più, guidando il lettore a un’interpretazione graduale e profonda del proprio corpo, delle proprie attitudini e, in fin fine, del proprio carattere. Un viaggio nella nostra identità, tramite i sette portali dei chakra, che ci rivelano ciascuno una parte di noi. Sette chiavi che aprono la medesima serratura: impareremo a padroneggiarle e a valorizzarle, a usarle quando è opportuno e a celarle e proteggerle, se necessario. Anodea propone al lettore la quintessenza della sua pratica di yoga di oltre 40 anni: sequenze di asana specifiche per ogni chakra e splendidamente illustrate, tecniche di respirazione e visualizzazioni ci insegnano a utilizzare il corpo come strumento consapevole dell’energia.

Natural Mente Autore Stefania Rossini Editore Centauria Pagine 214 Prezzo di Cop. 16,00€

Mi piace leggere quello che scrive Stefania Rossini: una donna vera che prima le cose le vive, le prova sulla sua pelle, le sperimenta, le rivede e le migliora, poi le scrive. Questo suo nuovo libro racchiude la saggezza dell’esperienza che si è fatta in anni di scelte consapevoli, arrivando ad autoprodursi direi tutto quello che serve per una vita sana e sostenibile: dal pane al sapone, passando per le erbe tintorie, all’utilizzo della coppetta mestruale, fino alle basi della cucina per una dispensa “riciclosa” e salutare. Ci motiva, ci sprona, senza mezzi termini, a trovare il tempo, ad adottare tanti piccoli accorgimenti per essere più leggeri su questa terra, per “risparmiare soldi, senza essere depressi”. E lo fa con precisione, disponibilità e leggerezza. “Spegnete la tv” è il primo dei 60 mini consigli che ci dà… come darle torto? Se fossimo tutti come Stefania, il mondo sarebbe più vivibile.


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Un patrimonio naturale a disposizione di tutti A Genova Pegli il Parco Pallavicini. Arte e filosofia da metà Ottocento

Tra le bellezze più preziose che Genova racchiude nel suo grande scrigno, una delle più amate è certamente il Parco Pallavicini di Pegli. Realizzato tra il 1840 e il 1846, su progetto dell’architetto Michele Canzio, per volere del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini, rappresenta un’eccellenza nell’ambito del giardino storico romantico italiano ed europeo. Caratteristica unica di questo giardino che si sviluppa su otto ettari di collina, è quella di essere strutturato secondo un racconto teatrale a sfumature esoterico-massoniche, che rendono la visita un’esperienza storico-culturale, paesaggistico-botanica ma anche meditativa e filosofica. Il percorso di visita è articolato con scene caratterizzate da laghi, torrentelli, cascate, edifici da giardino, arredi, piante rare; contiene la più antica collezione italiana di camelie ed offre scorci visivi e “inganni scenografici” capaci di appropriarsi del panorama esterno e di dilatare quasi all’infinito i confini di questo luogo “magico”. Il Parco unisce questo fascino particolarissimo a una serie di servizi di prim’ordine quali bistrot, visite guidate specializzate, audio guide in sei lingue, bookshop, didattica specializzata ed è una location ideale per eventi, cerimonie, matrimoni e quale set fotografico. Tutte le informazioni su orari di apertura, modalità di accesso e prenotazione visite possono essere trovate sul sito web www. villadurazzopallavicini.it o essere richieste all’indirizzo mail info@ villadurazzopallavicini.it o telefonando allo 010.8531544.

Scopri la meraviglia che c’è in te!

Le piante: i gioielli del tesoro “Mentre camminate – si raccomandano le guide del Parco Pallavicini – fate attenzione alle specie botaniche, molte delle quali sono state impiantate nella seconda metà dell’Ottocento. In particolare il primo e il terzo atto del racconto sono popolati da piante alloctone ed esotiche che al tempo del marchese rappresentavano vere rarità”. In particolare si può visitare l’oasi mediterranea popolata da piante succulente e palmizi e, dopo, il famoso viale delle camelie, composto da straordinari esemplari arborei di Camellia japonica. Il secondo atto del racconto si sviluppa invece in un bosco mediterraneo caratterizzato dalla presenza di Quercus ilex, Quercus pubescens, Quercus cerris, Quercus rubra, Pinus pinea, Pinus nigra, Pinus halepensis, Pinus pinaster, Arbutus unedo, Viburnum tinus, Cistus spp, Cytisus villosus ed Erica arborea. Nel mese di marzo, quando la primavera è alle porte, il camelieto storico è all’apice della fioritura, “Percorrere il parco delle camelie dove piante di oltre 150 anni di specie antiche sono nel pieno del loro rigoglio – affermano ancora le guide – porta a scoprire la meraviglia che c’è dentro di noi. Al sabato e alla domenica sono previste visite, anche su richiesta, con il direttore del parco che parlerà in modo approfondito sui segreti delle camelie”.

Villa Boccanegra una perla sul mare di Simonetta Chiarugi N e l l ’e s t r e m o Ponente ligure, in 4 ettari di terreno terrazzato e degradante sul mare, è custodito un giardino di acclimatazione di piante provenienti da luoghi di tutto il mondo. Il giardino di Villa Boccanegra vanta una lunga storia che ha inizio nella prima metà del ‘500; il primo importante intervento fu opera di facoltosi inglesi che, grandi appassionati di piante ed amici dei vicini Hanbury, si sono succeduti nella proprietà. Acquistato agli inizi degli anni ’80 del Novecento dalla famiglia Piacenza, è ora accudito da Ursula Salghetti Drioli, moglie di Guido Piacenza. Entrambi raffinati botanici, hanno eliminato parte della macchia spontanea che aveva preso il sopravvento a beneficio delle piante più rare introdotte dai precedenti proprietari. Nel tempo hanno trovato posto alcune nuove varietà che, provenienti in prevalenza da Australia, California, Cile e Sudafrica, vengono allevate da seme nell’apposita serra. Le giornate di Ursula sono scandite dal lavoro in giardino e intervallate da rigeneranti bagni in mare anche in pieno inverno. Il mare è stato il suo primo amore; scelse infatti di fare la biologa marina con specializzazione in algologia.

La passione per le piante invece le è stata trasmessa dal nonno materno livornese, e la sua formazione è avvenuta anche in un’azienda floricola specializzata in garofani. Il giardino Boccanegra è in continua evoluzione. Uno degli interventi più soddisfacenti, dopo la ciclopica impresa di ricostruzione dei muretti a secco distrutti anche dallo spostamento a mare della ferrovia, è stata l’introduzione di molte varietà di aloe ed in particolare la realizzazione di una riva dove ai piedi di vetusti ulivi, si mescolano assieme a Iris germanica. Uno spettacolo che lascia senza fiato quando entrambe le varietà sono in fiore! da www.aboutgarden.it


AMBIENTE E INFORMAZIONE

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Aiab Liguria per un’agricoltura sostenibile e consapevole Si preannuncia un 2018 di grande impegno per l’Aiab Liguria. Con il tutoraggio del suo vicepresidente Alberto Dalpiaz, infatti, in programma c’è l’organizzazione di incontri informativi nelle province di Imperia e Savona, finalizzati alla realizzazione del progetto “Agricoltura sostenibile e consapevole”. Partendo dal presupposto che l’informazione approfondita, posta nel giusto contesto economico e

normativo, è basilare per lo sviluppo economico delle imprese agricole e forestali, il progetto verte sulla volontà di fornire conoscenze, indicazioni e dati per un ambito rurale sostenibile, che garantisca lavoro, conservazione e miglioramento del paesaggio e mantenimento del bene comune. Tutto ciò in una regione come la Liguria, in cui le imprese sono mediamente deboli dal punto di vista struttura-

le e logistico e necessitano, oltre che di strumenti a sostegno (come i Psr) anche di avere la capacità di innovare, sia a livello di filiere produttive, sia diversificando le produzioni aziendali. Aiab Liguria torna così in campo e in cattedra per assicurare la formazione di agricoltori, amministratori e dipendenti di gestori del territorio, come ad esempio Comuni ed Enti Parco, oltre che siti della rete Natura 2000. Quattro date le date previste, tra marzo ed ottobre, con attività che si svolgeranno tra Arnasco, Imperia e Ventimiglia. Il primo incontro, di tre ore, è in calendario giovedì 29 marzo alle 17 ad Imperia, in via Dolcedo 180, presso il Frantoio Benza. L’appuntamento iniziale è finalizzato al trasferimento di conoscenze sulle opportunità e sulle norme delle politiche agricole di sviluppo rurale dell’Unione Europea. In particolare gli argomenti segnati in agenda il 29 marrzo sono : il Piano di Sviluppo Rurale (Psr) attuale e le prospettive dopo il 2020; i cambiamenti negli obiettivi della Politica Agricola Comune (Pac);

l’impianto della Pac e dei due pilastri; le misure del Psr; altri strumenti comunitari (Promozione, Ocm, Pei) per lo sviluppo delle filiere locali ed integrate; introduzione di sistemi innovativi relativi alla multifunzionalità, alla qualità delle produzioni e al marketing; promozione ed organizzazione della filiera corta locale. Ancora da definire sono le date dei tre successivi incontri, nei quali gli argomenti trattati risponderanno alle finalità del progetto che riguar-

UNIONE EUROPEA

dano soprattutto l’informazione e il miglioramento della considerazione dell’agro-biodiversità, oltre che lo sviluppo di un’agricoltura ad alto valore naturalistico quale è quella biologica. L’attenzione sarà poi rivolta, tra l’altro, al tema del risparmio idrico e della preservazione dell’acqua (inclusa la conoscenza degli indirizzi del “Piano di Azione per la riduzione dei Pesticidi”), la prevenzione dell’erosione del suolo, il recupero degli incolti, la gestione forestale, finalizzata anche alla preservazione dall’erosione e alla capacità di stoccaggio di CO2.

REPUBBLICA ITALIANA

REGIONE LIGURIA

Programma di Sviluppo Rurale 2012- - 2020 - LIGURIA M01.02 “Sostegno ad attività informativa e azioni di informazione azione b) “AZIONI DI INFORMAZIONE”

La calce: alla riscoperta di un antico materiale da costruzione di Elisa Raimondo Per millenni l’uomo ha costruito con la calce, creando bellissime opere che sono giunte fino a noi intatte. I Romani utilizzavano il grassello di calce come legante per malte da muratura, intonaci e opere di finitura. A dimostrazione della longevità di questo materiale, in numerose città storiche si possono ancora ammirare famose opere come il molo di Caligola, il Colosseo ed i numerosi acquedotti romani. Derivata dalla cottura della marna, roccia composta principalmente da carbonato di calcio e argilla, la calce è un legante dai mille usi in edilizia: dai pavimenti, agli intonaci, alle tinteggiature. Si tratta di un materiale unico; per capirne il perché dobbiamo brevemente descrivere il suo ciclo di produzione. Una volta estratta la pietra calcarea, questa viene cotta a temperature inferiori ai 1000° per trasformarla in calce viva. La calce viva, a sua volta, messa a contatto con acqua reagisce con un forte sviluppo di calore e si trasforma in una pasta chiamata calce spenta. A questo punto può essere messa in opera aggiungendo inerti, in forma di malte, stucchi, pitture ecc.; inizia il processo di carbonatazione, un processo chimico che permette agli inerti di saldarsi e alla malta di acquisire resistenza alla compressione. Chimicamente, alla fine di tale processo, il materiale ha la stessa formula della

pietra di partenza, ovvero CaCO3. Il ciclo della calce è quindi chiuso.

fino al 60% di CO2 emessa in fase di produzione), è elastica, e, combinata con altri aggregati, regola l’umidità consentendo un ottimo livello di comfort all’interno della nostra casa. Per conferire alla calce proprietà idrauliche, già gli antichi romani aggiungevano aggregati come la pozzolana, il tufo oppure il “cocciopesto”, ovvero mattoni o laterizi frantumati. Ciò consentiva l’impermeabilizzazione di cisterne, acquedotti e terme ancora visibili nei siti archeologici. L’intonaco in calce può essere utilizzato tanto all’interno quanto Numerose sono le proprietà di all’esterno. questo materiale: è traspirante, fa La calce idraulica naturale viequindi respirare i muri della nostra ne commercializzata con la sigla casa limitando la formazione di NHL, da non confondere con la muffe; è una sostanza basica non calce idraulica HL, che viene ottossica e notoriamente antisettica tenuta con l’aggiunta di cemento e igienizzante (durante la fase di Portland. Per preparare un intonaco carbonatazione può riassorbire esterno in cocciopesto va prima di tutto preparato un rinzaffo molle composto da calce idraulica NHL, sabbia da 0 a 5 mm, cocciopesto da 0 a 3 mm, grassello di calce ed acqua; indi Grassello di calce

si stende la prima mano lanciandola con forza sul muro. Una volta che il rinzaffo “ha tirato” (ovvero facendo una pressione col dito non lascia il segno) si può stendere la seconda mano, con spessore massimo di 2 cm; si pareggia quindi la superficie intonacata e si rifinisce con il frattazzo di legno. Dopo una o due settimane si procede alla stesura dell’arriccio, realizzato con una granulometria della sabbia e del cocciopesto che varia da 0 a 3 mm. Per stenderlo, si bagnano prima i muri, poi si passano mani da 1 cm di spessore. Lo strato finale è l’intonachino, al quale si possono aggiungere ossi-

ARCHITETTI

Cocciopesto

di o terre per dare colore. In commercio si possono trovare molti intonaci premiscelati, pronti per esser messi in opera, ma nulla ci vieta di comporre le miscele in cantiere divertendoci e avendo cosi la certezza di utilizzare un materiale naturale.

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SOSTENIAMOCI

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Cinque pellicole per parlare di terra e sostenibilità di Graziella Bosco

“Il mio corpo è la Terra” è il nome della rassegna 2018 che il Cinema Cristallo, insieme a nu-

merose Associazioni del territorio, dedica al tema dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Il titolo è dato dal documentario che Carola Benedetto e Igor Piumetti hanno dedicato alla figura carismatica di Pierre Rabhi; il video, breve ma ricco e intenso, ha inaugurato, il 9 febbraio scorso, la serie di documentari che ci accompagneranno, una volta al mese, fino al termine della stagione, a giugno. Non è facile reperire “pellicole” che riuniscano contenuti attuali, aggiornati e stimolanti a una fattura di qualità. Nella fase della scelta ci siamo affidati alla proposta offerta da MovieDay, una piattaforma italiana che offre la possibilità, a singoli o associazioni, di scegliere un film ed organizzarne la proiezione. Inoltre MovieDay ha un valore cultura-

le aggiunto: si tratta infatti di una piattaforma di pubblicazione per il cinema indipendente, che sovente non riesce a trovare un canale di distribuzione. Grazie al catalogo di MovieDay abbiamo individuato alcuni docu-film e, attraverso il confronto e il dibattito, abbiamo compiuto le scelte che hanno portato a un programma variegato e coinvolgente, iniziato, come detto, il 9 febbraio con “Il mio corpo è la terra”, in francese con sottotitoli in italiano. Il 22 e 23 marzo è in cartellone “Transumanza Tour”, documentario di Valerio Gnesini (2017), mentre il 5 e 6 aprile sarà la volta de “Il tempo delle api”, altro documentario di Rossella Anitori e Darel Di Gregorio (2017). Il 24 e 25 maggio è previsto “Food Coop”, documentario di Thomas Boothe, (2016 , in inglese con sottotitoli in italiano). La conclusione il 14 e 15 giugno “Petit paysan – Un eroe singolare”, film drammatico di Hubert Charuel (2017). Film molto particolare è pro-

Associazione Oltre il Cristallo

Cinema Cristallo Via Roma 40 – 18035 Dolceacqua (Im) Tel. 0184 206324 www.cinemacristallo.org Fb Oltre il Cristallo prio quello di marzo, “Transumanza tour”. Storia di un viaggio in contromano, l’opera di Valerio Gnesini è un percorso lento, un itinerario che più che andare verso un “dove”, spinge verso un “come”. È il racconto di un’esplorazione disobbediente, lontana dalle città, dalle relazioni umane basate sul denaro, da ritmi troppo veloci per il cuore, da sentieri e stili di vita che non soddisfano più (http:// w w w.cinemacristallo.org/ transumanza-tour/ ). Le associazioni che ci accompagnano in questo viaggio di esplorazione sono: Associazione Culturale Oltre il Cristallo, Tuttoilpaeseneparla, Ecovillaggio Torri Superiore, Associa-

zione Creatorri, la rivista Vivere Sostenibile Liguria Ponente, il giornale E.CO, la Cooperativa di Comunità Altavalnervia, l’Associazione Ortinsieme.

Orti sociali e nuovi progetti

Dal gusto degli ortaggi al gusto della collaborazione e della solidarietà di Matteo Lupi e Gianni Cappelletti Il 28 gennaio, la Spes ha promosso la prima festa degli orti sociali a Ventimiglia come occasione per fare incontrare operatori, volontari e ragazzi dell’orto con gli acquirenti iscritti ad uno specifico gruppo di acquisto che, da circa un anno e mezzo, è divenuto il principale canale di vendita delle verdure eco/eque e solidali. L’idea della festa è stata suggerita, in verità, proprio da una delle iscritte al gruppo, che negli ultimi giorni ha raggiunto i cento nuclei familiari iscritti. Gli organizzatori hanno voluto approfittare di uno dei momenti più agevole dal punto di vista dell’impegno lavorativo per permettere ai soci del G.A.S. di visitare i luoghi in cui vengono coltivate le verdure che, periodicamente arrivano sulle tavole e nelle dispense di ciascuno e soddisfare ogni curiosità circa i metodi di coltivazione utilizzati (dopo sette anni, la Spes può vantare di non aver mai impiegato alcun tipo di pesticida chimico). L’esperienza sicuramente per loro più ricca, dal punto di vista umano ed emozionale, è stata tut-

tavia quella di poter incontrare le persone che lavorano quotidianamente nelle serre di Varase; così, almeno per un giorno, anche chi, semplicemente acquistando le verdure, sostiene con forza il progetto ecologico e solidale che ne è alla base, ha potuto vivere in prima persona l’atmosfera gioio-

sa e serena che accompagna l’esperienza inclusiva e socializzante dell’Agricoltura Sociale. Alla fine della visita, il pranzo alla Spes di Roverino è stato occasione di passare ancora un po’ di tempo insieme in allegria, ma anche di gustare le verdure dell’orto preparate dai ragazzi del

laboratorio di gastronomia, i quali hanno colto l’occasione per fornire suggerimenti utili per la preparazione di verdure un po’ meno popolari ma non per questo meno gustose e salutari (come l’indivia scarola e la cicoria catalogna). Si avvicina la primavera, stagione in cui non solo spuntano i germogli e fioriscono le piante, ma che porta anche nuova energia alle persone: i fiori che sboc-

ciano, l’aria più tiepida e le giornate che man mano si allungano grazie al sole che tramonta sempre più tardi, regalano a tutti noi più voglia di vivere e di fare. Anche per la Spes, tanti dei progetti ben ponderati dello scorso autunno prendono colore e assumono le dimensioni di nuovi sogni prossimi ad essere realizzati! Sul delicato tema dell’agricoltura sociale e del recupero di terreni incolti in area urbana, la Spes, in collaborazione con la Caritas Intemelia, ha messo in campo un nuovo percorso di socializzazione e lavoro, volto nel tempo alla stabilizzazione di due cittadini di Ventimiglia e di un rifugiato politico. Al fine di valorizzare i prodotti ed aprire nuovi canali occupazionali, è nostra volontà costruire un percorso di laboratori di trasformazione dei prodotti agricoli stessi e realizzare una filiera di vendita dei prodotti, rivolta in particolare a Onlus, enti Pubblici e gruppi d’acquisto solidale. È sul tavolo del Comune di Ventimiglia il progetto di Emporio Solidale che, alla luce anche del-

Spes Auser Onlus Associazione di parenti e amici di portatori di handicap Corso Limone Piemonte 63 18039 Ventimiglia tel. 0184.355800 email: spes_auser@libero.it la legge sullo spreco alimentare, potrà finalmente garantire una risposta concreta e continuativa al grande tema della povertà che vive il territorio! Con questo approccio, spinti da entusiasmo e determinazione, ci accingiamo ad una nuova programmazione capace di rilanciare lo spirito della Spes: cooperazione ed inclusione davvero alla portata di tutti!


LOTTA ALLO SPRECO

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"COOPNOSPRECO" Il nuovo portale di buone pratiche ed esperienze a disposizione di tutti L’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori (ANCCCoop), impegnata da anni sul tema della lotta allo spreco e del recupero a fini solidali delle merci cosiddette ‘invendibili’, ha realizzato la piattaforma online: www.coopnospreco.it che, attraverso un portale, una web community e una app, promuove la riduzione e la donazione delle eccedenze alimentari.

Il portale contiene sezioni dedicate alle iniziative anti-spreco e alle “best practice” italiane, dati nazionali e internazionali, informazioni sulle attività di Coop in tema di economia circolare, un tutorial dedicato ai cittadini, dove scoprire tutte le buone abitudini quotidiane per ridurre gli sprechi (di cibo, di prodotti per l’igiene e di farmaci) e un ricettario per riutilizzare con creatività le rimanenze e gli avanzi alimentari. Cuore del portale è la web community, aperta a tutti per lo scambio di idee, consigli e ricette, la condivisione dei propri annunci per donare o ricevere eccedenze alimentari, la promozione di progetti ed eventi dedicati alla lotta allo spreco, la creazione di comunità di scambio sul territorio. Grazie alla App, invece, scaricabile gratuitamente da Play Store, si può essere sempre aggiornati su eventi e iniziative contro lo spreco alimentare, avere a portata di mano il ricettario della cucina anti-spreco, imparare a utilizzare e conservare in maniera corretta gli alimenti. Inoltre, si possono scoprire le attività e gli eventi

delle associazioni di solidarietà del proprio territorio e individuare rapidamente il punto vendita Coop più vicino dove trovare la promozione ‘Mangiami Subito’, che offre i prodotti prossimi alla scadenza con uno sconto che va dal 20% al 66%, evitandone la distruzione. Il ‘Mangiami subito’ è solo una delle molte iniziative messe in campo dal mondo Coop per combattere gli sprechi. Coop, infatti, ottimizza la gestione commerciale e logistica, per evitare di ordinare più merce di quella che serve; dona l’invenduto a fini di solidarietà attraverso il progetto ‘Buon Fine’, destinando i prodotti non più vendibili, ma ancora sani e integri, alle organizzazioni che si occupano di contrasto alla povertà (solo in Liguria, nel 2017, sono state donate merci per 446 mila euro). Coop inoltre seleziona e conferisce correttamente i rifiuti, affinché possano essere riutilizzati come materie prime secondarie nei processi industriali; promuove iniziative di sensibilizzazione sul consumo consapevole rivolte a Soci e clienti; offre alle scuole percorsi didattici gratuiti nell’ambito

del programma ‘Saperecoop’, che contribuisce a educare cittadini più responsabili e consapevoli dei propri comportamenti di consumo. A poco più di un mese dal suo lancio, il portale CoopNoSpre-

co ha già fatto registrare oltre 440mila accessi. L’obiettivo immediato è che il progetto continui a crescere, di pari passo con la diminuzione degli sprechi.

La questione dei sacchetti... e non solo

Lo studio di materiali riutilizzabili va ben oltre lo spreco di Laura Sbruzzi

Si è parlato molto del pagamento dei sacchetti di plastica al supermercato. Una questione da molti vista solo come fastidio, ma che, se ben esaminata, può far riflettere ben oltre l’impatto che tutte le materie plastiche che ormai consideriamo usa e getta hanno sull’accumulo dei rifiuti, di cui siamo tutti responsabili. Uno degli interventi al Festival for the Earth, tenuto a novembre a Montecarlo, è stato quello di Lucy Gilliam, biologa ambientalista che ha parlato di eXXpeditions: un grande esperimento condotto da un equipaggio tutto al femminile, di giornaliste, scienziate, imbarcato sul veliero Sea Dragon per il monitoraggio dello stato del mare e con lo scopo di rendere noto l’inquinamento provocato dall’infinitamente piccolo. Sebbene si sia parlato spesso delle isole di plastica che stanno galleggiando nei nostri mari, e di come spesso la fauna marina spesso mangi sacchetti credendoli meduse, politici e grande pubblico (come dichiarato sul sito di eXXpeditions) sono ancora ben lungi dal

comprendere pienamente quanto l’estensione del problema della plastica non solo minacci gli ecosistemi, marino e terrestre, ma abbia altresì un impatto enorme sulla nostra salute. Gli studi condotti a seguito di questi monitoraggi non si limitano infatti all’inquinamento marino; plastica, chimica, agenti cancerogeni e sostanze tossiche che finiscono in mare sono ancor prima presenti nei prodotti di largo consumo che oggigiorno utilizziamo e spesso gettiamo via - senza fermarci a pensare. Il campionamento dell’acqua di mare e l’esame del contenuto dell’intestino dei pesci può quindi dirci molto sugli impat-

ti a lungo termine di questi sprechi. Nonostante la sensibilizzazione sulla raccolta differenziata, pochi sanno che esistono molti tipi di plastica, e che solo il 14% di questa va nel riciclaggio. Si è visto che la maggior parte della plastica non viene biodegradata nella terra o in mare, ma diventa comunque fragile al sole e si scompone in tanti piccoli micro pezzetti che contengono sostanze tossiche introdotte al momento della produzione. Queste plastiche agiscono inoltre da spugna nei confronti di altre sostanze tossiche o patogene, portando ad una bioaccumulazione di tossine nella catena alimentare, e

naturalmente nell’uomo. Le particelle più piccole, inoltre, possono volare nell’aria. I pezzetti analizzati da questo progetto vanno dai pellet dispersi dalla produzione della plastica, delle dimensioni di una lenticchia, alla microplastica (1- 0,333 mm) e nano plastica (<0,333 mm) che vanno a costituire un brodo nell’acqua di mare tale per cui i pesci ne risultano forzatamente inquinati. Ma c’è di più. Il brodo così piccolo e denso minaccia anche il plancton, che sostiene la vita sulla Terra producendo almeno la metà dell’ossigeno che respiriamo, come un secondo polmone del pianeta. Restare informati quindi è d’obbligo. Fare una riflessione ogni giorno su cosa consumiamo e in quale quantità, scegliere di ridurre la quantità di plastica che consumiamo quotidianamente, dallo spazzolino da denti al rasoio usa

e getta ai piatti e alle cannucce di plastica, non contando i sacchetti, e sostituirla con prodotti più ecofriendly non è solo “per il pianeta” (che ringrazierà) ma anche per noi. E tu, in che mondo vuoi vivere in futuro? Per una vita con meno contenuto di plastica, vedi il sito di eXXpedition, specialmente al link http://exxpedition.com/wp-content/ uploads/2015/03/Plastic-LifestyleGuide-FINAL.pdf


RIFLESSIONI

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Il 2018 anno del cibo italiano, occasione da non sciupare Dopo il successo del 2016 Anno nazionale dei cammini e del 2017 - Anno nazionale dei borghi, il 2018 sarà l’Anno del cibo italiano. La scelta operata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e dal Ministero dei beni culturali e del turismo risponde alla necessità di difendere e valorizzare quello che è una delle ricchezze del Paese, in un momento in cui, tra l’altro, da più parti si rischia, sulla base di accordi commercio internazionale, di svilire proprio ilvalore di una produzione che è ai vertici assoluti. Primi aspetti sui quali i programmi punteranno saranno proprio quelle peculiarità tutte italiane che hanno ricevuto i riconoscimenti Unesco legati al cibo. Esempi ne sono la Dieta Mediterranea, che proprio ad Imperia ha la sua culla e capitale, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi della Langhe Roero e Monferrato, Parma città creativa della gastronomia e all’Arte del pizzaiuolo napoletano iscritta di recente. Una decisione, quella di dedicare l’anno appena iniziato al cibo italiano, che arriva in scia al nuovo volume record di esportazioni che l’agroalimentare nazionale ha toccato nel corso del 2017, arrivando alla cifra di 40 miliardi di euro. L’opportunitàà, però, non deve essere considerata come solo limitata alla sola enogastronomia, ma deve abbracciare tutto ciò che attorno a questa eccellenza ruota e da cui può trarre ulteriore spunto per crescere e lavorare in sinergia. Infatti è impossibile, oltre che innaturale, ignorare e sciogliere il legame che il cibo e tutto il comparto agroalimentare hanno con il paesaggio, l’identita, le tradizioni, la cultura e, nella somma di tutto questo, il turismo. Non solo: quanta dell’arte italiana ha nel cibo addirittura una sua fonte di ispirazione? Proprio questa stretta interrelazione tra tutti questi fattori vorrebbe essere, nei progetti ministeriali, l motivo conduttore anche della campagna di promozione truristica dell’Italia sugli scenari internazionali. Come spesso avviene in questi casi, però, la domanda è sempre una: quanto dei buoni propositi e delle intenzioni ammirevoli riuscirà effettivamente a tradursi in reale slancio positivo per l’economia di settori che da anni soffrono per la crisi? Quanto di questa opportunitù si tradurrà in lavoro reale, equo e giustamente retribuito, per esempio, in un’agricoltura che sta attraversando un’involuzione continua in termini di occupazione e di

guadagno? In che modo si riuscirà effettivamente a creare un flusso di persone che vengano ad apprezzare la strettissima relazione che corre tra un tipico panorama italiano, una città d’arte e una cena con un menù curato, con prodotti naturali e a km zero? L’auspicio è che realmente si mettano a sistema tutte le potenzialità e si creino sinergie tra le componenti e le molte e straordinarie eccellenze coinvolte. L’ideale a cui tendere è il coinvolgimento anche delle piccole realtà, perché può essere solo con la partecipazione di esse che un’iniziativa di così grande portata può diventare efficace ed effettiva non solo nella macroeconomia, ma anche nelle piccole e piccolissime imprese che sovente sono proprio le realtà che incarnano questa attenzione per il valore tradizionale del cibo. L’anno internazionale del cibo italiano deve anche diventare il momento in cui vengano curate la biodiversità di molti prodotti, la sostenibilità della colture, la www.viveresostenibile.net tutela delle filiere di produzione, www.viveresostenibile.net gli incentivi alle varietà locali e l’attenzione costante per il tanto decantato ma spesso trascurato “km 0”. Un Un sostegno e una spinta investono inincampagne campagne sostegno e una spintaper perleleaziende aziendeeei iprofessionisti professionisti che che investono Altre novità pubblicitarie sulla stampa deldelproprio obiettivo del del provvedimento provvedimentoche che pubblicitarie sulla stampa proprioterritorio. territorio.Questo Questo èè l'l'obiettivo importanti, però, dispone nuovi benefici fiscali effettuatisusu dispone nuovi benefici fiscaliper pergligliinvestimenti investimenti pubblicitari pubblicitari “incrementali” “incrementali” effettuati si stanno verificando sul fronte quotidiani, periodici locali eded emittenti quotidiani, periodici locali emittentiradio radioeetv. tv. dell’alimentazione. Da questo Il provvedimento prevede creditod’imposta d’impostapari pari al al 90% 90% aa decorrere decorrere dal Il provvedimento prevede ununcredito dal 2018 2018per pertutte tutte 2018, per esem“le imprese e i lavoratori autonomi” che effettuano investimenti pubblicitari incrementati, “le imprese e i lavoratori autonomi” che effettuano investimenti pubblicitari incrementati, pio, l’etichettatura superiori almenodell’1 dell’1% %rispetto rispettoaa quelli quelli “analoghi “analoghi effettuati effettuati sugli d’origine di pasta cioècioè superiori almeno sugli stessi stessimezzi mezzi e sugo di pomod’informazione nell’anno precedente”. d’informazione nell’anno precedente”. doro dovrà dirci cosa mangiamo La manovra, nata da una proposta della Federazione italiana editori giornali (Fieg) e vermamente: un La dell’associazione manovra, nata da unapubblicità proposta(Upa), delladarà Federazione italiana editori giornali (Fieg)di e Utenti manforte alle aziende che hanno bisogno provvedimento dell’associazione Utenti pubblicità darà aziende che hanno bisogno rilanciare o consolidare la propria(Upa), attività sulmanforte mercato, alle e indirettamente anche ai giornalidi sostenuto dalla rilanciare o consolidare la propria attività mercato, e indirettamente anche ai giornali nazionali e locali, con ricadute positive persul il tessuto socioeconomico territoriale. Coldiretti per garantire maggiore nazionali e locali, con ricadute positive per il tessuto socioeconomico territoriale. trasparenza negli Anche perché, come detto, il credito d’imposta potrà essere richiesto non solo dalle acquisti ai conimprese (a prescindere dallail forma giuridica) ma anche lavoratori autonomi, i Anche perché, come detto, credito d’imposta potràdai essere richiesto non compresi solo dalle sumatori in una professionisti senza Albo. questi ultimi, a ma seguito delle degli annicompresi scorsi, è i situazione in cui imprese (a prescindere dallaPer forma giuridica) anche dailiberalizzazioni lavoratori autonomi, ammessa con ogni mezzo la pubblicità informativa avente oggetto l’attività delle professioni un pacco di pasta professionisti senza Albo. Per questi ultimi, a seguito delle liberalizzazioni degli anni scorsi, è su tre è fatto con regolamentate, le specializzazioni e i titoli posseduti attinenti alla professione, la struttura ammessa con ogni mezzo la epubblicità informativa oggetto l’attività delle professioni grano straniero. dello studio professionale i compensi richiesti peravente le prestazioni.

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