Milano Smart City Agenda, 2011

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Comune di Milano Direzione Centrale Mobilità, Ambiente, Arredo Urbano e Verde

Un’agenda sostenibile e inclusiva per una metropoli milanese smart promotore Giuseppe Longhi/IUAV Ricerca con Mario Citelli/BELTEL+……

Il contenuto di questa nota è riservato e non può essere divulgato od usato in qualsiasi modo senza l’autorizzazione scritta del promotore Milano ottobre 2011


Il progetto:

Un’agenda sostenibile e inclusiva per una metropoli milanese smart Premessa La decisione di Milano di candidarsi a smart city italiana è importante in quanto implica la disponibilità ad una radicale evoluzione della sua governance, del suo sistema dei saperi, del suo assetto fisico, del suo sistema relazionale. Lo stimolo è dato dalla partecipazione alle “flagship actions” previste nel documento Europa 2020, il cui ruolo è accelerare il raggiungimento dei risultati già programmati dalla Convenzione di Lisbona “realizzare in Europa, nel periodo 2000-­‐2010, la più avanzata smart-­‐economia del pianeta”. Con questo programma l’UE cercava di riallineare le proprie città al processo di rapida modernizzazione urbana avviato da Giappone e Corea nel campo dell’ubiquitous city – una città presente in ogni momento e in ogni luogo. Non avendo raggiunto l’obiettivo per carenza di finanziamenti, lo ripropone posticipandolo di 20 anni, in una condizione di forte crisi economica, e questo ne segnerà sicuramente la filosofia e l’approccio. In Europa 2020 la smart city rientra nel programma di riqualificazione sostenibile di una città inclusiva. L’orizzonte di riqualificazione della metropoli lombarda è affidato quindi, nell’ottica dell’UE, alla sinergia fra le parole chiave smart – sostenibile – inclusiva.

Scopi Coerenza con gli obiettivi di Europa 2020 Scopo della proposta è illustrare la qualificazione e la posizione del gruppo proponente in tema di Smart city ai fini di avviare un positivo colloquio con l’Amministrazione comunale di Milano. Da questo punto di vista i contenuti qui illustrati non vanno intesi in termini direttamente operativi, ma interlocutori, anche tenendo conto del poco tempo messo a disposizione per la messa a punto della stessa e della scarsità di informazioni fornite dall’Amministrazione circa la declinazione culturale, sociale ed operativa che Milano intende dare al complesso termine “smart city” La proposta è coerente con gli obiettivi del programma Europa 2020 e con le indicazioni dell’UE in materia di riabilitazione urbana sostenibile ai fini di costruire una città smart, sostenibile, inclusiva. In particolare si fa riferimento ai seguenti documenti, oltre al già citato Europa 2020 ed i suoi periodici aggiornamenti in funzione dello sviluppo della sua agenda annuale: 15.1. 2010 European Council of Spatial Planners: Consultation on the Future "Eu 2020" Strategy 15.1. 2010 European Council of Spatial Planners; urban renaissance 6. 2010 Toledo Informal Ministerial Meeting On Urban Development Declaration 6.2010 Commettee of the Regione, The role of urban regeneration in the future of urban developpement in Europe 1.2010-­‐6.2011 Trio presidency of Spain-­‐Belgium_Hungary, Working paper of urban development 3.2011 Directive of the European Parliament and of the Council on energy efficiency 3.2011 Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050


Superare il ritardo di Milano La proposta inoltre tiene conto della notevole difficoltà segnata dal contesto milanese nel prendere decisioni adeguate alle trasformazioni che lo coinvolgono nel campo: della trasformazione smart e sostenibile del suo territorio e del suo contesto sociale, della difficoltà nell’adeguare i suoi comportamenti alle Direttive Europee, si fa qui riferimento a una sostanziale assenza nel campo d’azione della Conferenza di Lisbona, che ha dato il via al concetto di smart city europea, alla inadeguata attuazione delle direttive tese a contenere le esternalità negative (di edifici, traffico, ecc…), della crescita della biodiversità, e in generale dell’applicazione delle direttive che riguardano l’implementazione del patrimonio naturale. Bisogna inoltre tener conto di due fattori: l’imbarazzante presenza di un Piano del governo del territorio che rende difficile il dialogo con la comunità internazionale in quanto contraddice ogni principio di pianificazione moderna a favore dell’esaltazione della crescita immotivata del patrimonio fisico; l’assenza di moderne piattaforme informative, il che rende eccessivamente lento e oneroso ogni processo progettuale, in quanto non è assistito da adeguati database. Questi argomenti portano a una conclusione: è virtuoso che Milano decida di rinnovare il proprio approccio progettuale allo sviluppo metropolitano aderendo al programma “smart cities”, potrebbe essere questo l’inizio del suo Rinascimento, ma è saggio prendere atto che oggi Milano non ha un alfabeto, né le strutture (le piattaforme citate precedentemente) per poter dialogare efficacemente con i temi proposti da Europa 2020. Bisogna tenere anche conto che il tempo che intercorre alla scadenza dei bandi è poco, per cui occorre ottimizzare le capacità di coordinamento che qualificano il ruolo della parte pubblica. Costruire un’agenda strategica condivisa Il contributo che si propone punta a realizzare una indispensabile agenda strategica condivisa, in grado di esaltare la leadership della parte pubblica, a rendere trasparenti gli obiettivi che intende perseguire, a sollecitare un rapporto interattivo con i portatori d’interesse per facilitare il raggiungimento degli obiettivi e avvire un processo generativo di nuova progettualità da diffondere in tempo reale a scala nazionale e internazionale. L’agenda strategica è vista come lo strumento guida di un processo di sviluppo in crowd, in cui gli obiettivi che Milano persegue sono diffusi secondo la logica del social network. L’agenda è costruita in base a una serie di parole guida tese a spiegare sia la filosofia di approccio alla costruzione di una smart metropoli milanese, sia i parametri di raggiungimento degli obiettivi nei diversi settori urbani da riqualificare secondo il calendario definito dalle convenzioni internazionali e dalle direttive europee. Identificare le forze guida L’orizzonte di riqualificazione smart della metropoli lombarda è affidato, nell’ottica dell’UE, alla sinergia fra le parole chiave smart – sostenibile – inclusiva. Smart: il termine nasce nella seconda metà degli anni ’60 e sta ad indicare l’intelligenza accresciuta dei cittadini e delle organizzazioni pubbliche e private che compongono la comunità, grazie alla disponibilità di strumenti telematici sempre più evoluti. Scopo dell’”intelligenza accresciuta” secondo i suoi principali artefici, Christopher Alexander e Nicolas Negroponte, è di rendere superflui i rapporti gerarchici, a favore della realizzazione di una società perfettamente simmetrica (nella quale amministratori e cittadini dialogano alla pari), grazie alla disponibilità di


supporti tecnologici e di nuove reti di TLC che aumentano l’intelligenza sia dei singoli cittadini, sia del sistema metropolitano. Il termine smart non si riferisce quindi solo ad un insieme di tecnologie ma soprattutto a un modello innovativo di organizzazione sociale che richiede una nuova classe politica capace di interagire in tempo reale con i cittadini, chiara nelle decisioni, paziente nella discussione e nella divulgazione, flessibile nelle realizzazioni, e consapevole che il governo della città non è più incentrato in modo prevalente sulla soddisfazione dei bisogni dei residenti, ma è generativo, ossia capace di generare relazioni attive con lo spazio delle megalopoli globali. Ma smart è anche gestione dell’immateriale e della sua integrazione con le risorse fisiche, questo introduce una nuova dimensione della città: la sinergia fra atomi e bit, dove la seconda dimensione dovrebbe essere esponenzialmente crescente, per soddisfare l’esigenza di risparmio di materia richiesta dallo sviluppo sostenibile. Generativo -­‐ Inclusivo: i modelli smart di pianificazione, fisici e sociali, non hanno nulla in comune con i tradizionali modelli dell’epoca industriale basati sulla delimitazione di spazi fisici e sociali, ma sono generativi, ossia attivano una catena infinita di relazioni e coinvolgono un sistema infinito di spazi. Il primo atto della città smart è, come sta avvenendo in Gran Bretagna, la sostituzione della dimensione fisica della metropoli con quello relazionale, questo obbliga a riflettere sulla missione della nostra metropoli nella nuova dimensione euro-­‐asiatica. La città smart, quindi, ci obbliga ad esaltare la nostra capacità di essere inclusivi, ossia di accogliere, capire, esportare le culture più diverse. La nuova dimensione globale ci obbliga ad andare al di là della dimensione fisica della metropoli a favore della sua dimensione relazionale e a riattualizzare le storiche infrastrutture “generative” dei fondaci lombardi, quei presidi in terra straniera – come Lombard Street a Londra o Rue des Lombards a Parigi -­‐ attraverso i quali i mercanti milanesi fino al ‘600 hanno avuto un ruolo di assoluta avanguardia nello sviluppo europeo. Oggi questa esperienza deve essere riattualizzata per una metropoli smart capace di dialogare con l’oriente. Sostenibile: Milano ha sottoscritto le convenzioni internazionali sull’ambiente, per cui è impegnata a rispettare un’agenda di rinnovo delle sue infrastrutture che è organizzata secondo il seguente calendario: • 2020, revisione radicale delle infrastrutture urbane per la realizzazione di una metropoli smart, sostenibile ed inclusiva, perfettamente aderente agli obiettivi del programma Europa 2020; • 2030, revisione radicale delle politiche metropolitane per prevenire gli effetti del cambiamento climatico e raggiungere l’obiettivo del consumo “quasi zero” di energia da parte di edifici e infrastrutture della mobilità; • 2050, raggiungimento dell’obiettivo del bilancio energetico metropolitano positivo grazie al pieno sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili e all’azzeramento delle emissioni. Creativa: La smart city è una città il cui sviluppo si basa sulla creatività, la quale è in relazione a un bene illimitato, le idee, le quali stanno introducendo una serie di cambiamenti nel nostro modo di pensare lo sviluppo urbano, in quanto: • hanno caratteristiche sostanzialmente diverse dal capitale fisico (terra, infrastrutture, capitali e impianti): sono beni non rivali, in quanto possono essere usate contemporaneamente da un grande numero di persone senza generare congestione o esaurimento; • sviluppano nuove tecnologie, come le biotecnologie, che aiutano a demolire lo spettro dei ritorni decrescenti, che ha ossessionato il pensiero economico da Ricardo a Keynes;


generano la caduta dei costi di produzione, la centralità degli investimenti trasla così dalla produzione alla ricerca; • la produzione di idee è inscindibile dagli effetti di scala, e quindi conferma il ruolo fondamentale della concentrazione urbana e con esso la lettura positiva del fenomeno delle megalopoli e della globalizzazione; • si basano su modelli organizzativi della città fondati non sulla competizione ma sulla simmetria delle relazioni, quindi sulla collaborazione; Questo percorso ispira un modello di progettazione urbana in cui l’elemento motore è il capitale umano. Da questo discende che le infrastrutture primarie della Milano smart sono quelle che alimentano la conoscenza e la ricerca. A queste devono aggiungersi le infrastrutture a tutela del capitale umano, come ad esempio quelle sanitarie. Quindi scopo della progettazione della Milano smart è identificare unità aggiuntive di bene pubblico, al fine di impedire la diminuzione della produttività del capitale umano. Lo scopo della progettazione della metropoli smart non è quindi quello di soddisfare in modo prevalente i bisogni dei cittadini residenti (di soddisfare esigenze endogene), ma di catturare i flussi innovativi di saperi (i flussi esogeni di risorse umane), interiorizzarli nei processi di sviluppo della città, generare flussi d’esportazione di beni e conoscenze e favorire l’integrazione in rete della città. Green new deal: è noto come la volontà di sviluppare una Milano smart coincida con un periodo di crisi economica e di grandi trasformazioni. E’ l’occasione per adeguare lo sviluppo di Milano alle regole comunitarie che seguono la legge del decoupling, ossia all’incremento del reddito deve corrispondere un abbassamento del consumo di risorse naturali, e lo sviluppo sarà tanto più virtuoso quanto più grande sarà la distanza fra le due variabili. Questo implica che la creatività di cui si è precedentemente parlato sarà finalizzata a riconvertire la base produttiva, per renderla ambientalmente sostenibile. La Milano smart, quindi, come modello di Rinascimento del paese Italia. •

Obiettivi Obiettivo principale del progetto è realizzare un’agenda strategica condivisa che permetta di indirizzare e monitorare la riqualificazione smart della metropoli lombarda. Su questo punto deve esserci condivisione con l’Amministrazione di Milano sulla filosofia dell’agenda, ossia accordo nel lavorare in sinergia con gli indirizzi della Conferenza di Rio del 1992 e con l’accezione del termine smart illustrata alla voce smart delle precedenti forze guida. L’Agenda lavora in modo: • binario, ossia sollecita una serie di tematiche/obiettivi e contemporaneamente individua il panel di portatori d’interesse che supportano l’Amministrazione nel raggiungimento degli obiettivi; • metabolico, i singoli obiettivi sono valutati simulando il comportamento dei diversi elementi in natura, quindi considerando l’intero loro ciclo di vita, per minimizzare il prelievo di materia, sviluppare progetti in simbiosi fra elementi naturali e fisici, eliminare i rifiuti. Le tematiche/obiettivi dell’Agenda: • ragionare sullo spazio smart della metropoli milanese; • dialogare con le risorse umane in relazione al grado di alfabetizzazione digitale; • importare creatività e riflettere sulla capacità di accoglienza delle nuove idee; • rinnovare la città dei bit ed accelerare i processi di dematerializzazione; • rinnovare la città degli atomi: sviluppare il suo patrimonio secondo lo standard One Planet • esportare creatività, per una metropoli smart che dialoga con il mondo


Sviluppo delle tematiche dell’Agenda: ragionare sullo spazio smart della metropoli milanese Se con il coinvolgimento della Provincia di Milano si soddisfa un concetto storico di area metropolitana, fatto di tempo di pendolarismo, di controllo delle esternalità negative e di gestione consortile delle risorse, bisogna prendere atto che la dimensione smart della metropoli milanese è fatta anche di intensità delle relazioni immateriali, quindi si propone una visione che tenga conto di questa dimensione sulla base delle esperienze sviluppate in Gran Bretagna ( vedi Redrawing the Map of Great Britain from a Network of Human Interactions ad opera di Senseable City Lab – MIT, Centre for Advanced Spatial Analysis, University College London, 3 BT Group, Ipswich, Department of Mathematics, Cornell University, USA)

Così come occorre tener conto che l’Istituto McKinsey imputa all’area metropolitana milanese 13 milioni di abitanti, una dimensione che comprende l’intera Lombardia. Le molte dimensioni della metropoli lombarda smart sono l’occasione per aprire forum di discussione con le situazioni urbane italiane con cui si intende gestire in modo condiviso una serie di progetti e di inserirsi nella rete internazionali delle smart city per condividere politiche ed esperienze


dialogare con le risorse umane in relazione al grado di alfabetizzazione digitale La smart city richiede un ‘censimento’ del grado di alfabetizzazione digitale dei suoi cittadini, il censimento è l’occasione per valutare la quantità e qualità dei luoghi di sviluppo di tale alfabetizzazione. Ossia ragionare sull’alfabetizzazione digitale è l’occasione per ragionare sulla qualità dell’istruzione nell’area metropolitana milanese e quindi di aprire un forum su questo tema

Età me dia

% Uomin i

Onnivori

28

70

Connessi

38

Abitudinari

% Con reddito superiore a E 60.000,00

% Laureati

N° IT devices

% Con Internet

% Con banda larga a casa

% Con Desktop

% Con Laptop

% Con Palmare

41

40

6.0

100

89%

95

79

45

10

44

45

5.0

100

86

89

65

24

40

65

29

42

4.1

100

77

92

45

14

Produttivi

40

50

37

47

4.3

100

71

89

49

18

Mobilecentrici

32

52

21

19

3.9

91

37

77

33

13

Connessi ma seccati

46

41

28

41

3.4

100

80

88

32

7

Inesperti sperimentat ori

50

39

27

31

2.9

82

15

75

24

4

Light ma soddisfatti

53

43

13

18

2.5

60

15

61

13

2

Indifferenti

47

52

45

13

2.0

63

12

51

11

3

Fuori dalla rete

64

43

4

7

0.5

0

Alcune caratteristiche degli utenti delle tecnologie dellʼinformazione e comunicazione Fonte: Pew Internet & American Life Project April 2006 Survey for internet and cell phone users. Margin of error is ±2%.


importare creatività e riflettere sulla capacità di accoglienza delle nuove idee Si fa qui riferimento alla riclassificazione dell’area metropolitana secondo Charles Landry in relazione al ciclo delle idee. Questo, oltre che portare a una redifinizione della morfologia metropolitana, sulla base della rilevazione del “Creatività Index”, porta ad individuare politiche mirate in funzione del miglioramento del livello di creatività dei diversi settori urbani, che saranno condivise da un Forum metropolitano sulla creatività


rinnovare la città dei bit ed accelerare i processi di dematerializzazione Con “Being digital: atoms and bits” Nicholas Negroponte inaugura una nuova dimensione per la lettura della città, non più composta da atomi, le risorse fisiche, ma anche da bit, le reti immateriali. Nel tempo questa lettura è stata codificata da Bob Mitchell “La citta dei bit” e in generale è diventata patrimonio dei progettisti più attenti ai nuova paradigmi che emergevano grazie alle nuove tecnologie. Fra questi si veda il recente libro didattico di Toyo Ito “Tarzans in the media forest”. Milano ha iniziato la sua avventura nel mondo dei bit alla fine degli anni ’80 con il progetto “Lombardia cablata” all’insegna del famoso quesito di Cedric Price “Ora che abbiamo la tecnologia cosa ne facciamo”, ossia non è mai stata in grado di sviluppare una politica dei bit all’altezza dei nuovi impiani tecnologici che andava attivando. Ora quegli impianti sono saturi e le opportunità tecnologiche per la costruzione della metropoli smart sono accresciute esponenzialmente, la gestione di questi problemi/opportunità è alla base della progettazione della metropoli smart


rinnovare la città degli atomi: sviluppare il suo patrimonio secondo lo standard One Planet La smart city, attivando processi di dematerializzazione contribuisce all’abbassamento dell’impronta ecologica, si realizzando di conseguenza virtuose sinergie fra tecnologie immateriali e città degli atomi, ossia la gestione del patrimonio fisico e naturale. Ma su questo punto l’Amministrazione deve esprimersi sulla velocità, intensità e qualità con cui intende soddisfare le convenzioni internazionali cui ha aderito, pena della sua credibilità. In particolare urgono segnali, ad esempio: • rispetto alla nuova direttiva sul consumo energetico degli edifici, con quali politiche raggiungere il consumo quasi zero? in presenza dei programmi della Gran Bretagna ed USA che anticipano in modo sostanziale lo standard comunitario; • se Milano ha aderito al patto dei Sindaci sull’adozione di energie rinnovabili non mi sembra abbia prodotto un piano energetico che acceleri il raggiungimento degli standard comunitari, cosa pensa di fare? • rispetto alla convenzione sulla biodiversità e l’acqua quali sono gli standard che si prefigge? Lo stesso vale per le emissioni 0 da traffico o lo 0 waste. Milano aderisce a C40 ma non ha un piano per contrastare il cambiamento climatico Il metodo One Placet ha il pregio di fare lavorare in modo olistico i diversi patrimoni, naturale e fisico, ma i gestori devono dare chiare manifestazioni di volontà. Per cui un reale coordinamento metropolitano che definisca una trasparente politica di raggiungimento degli obiettivi sottoscritti in ambito internazionale sarebbe uno storico segnale ‘smart’


esportare creatività, per una metropoli smart che dialoga con il mondo La metropoli smart si configura come un ecosistema di relazioni non gerarchiche e ‘ubique’ caratterizzate da: • Ospitalità, ossia basato sulla cortesia e la capacità di assimilare criticamente le culture ‘aliene’ con lo scopo di innovare il potenziale progettuale; • Improvvisazione, ossia procede per feedback, per adattarsi ai cambiamenti e facilitare gli scambi con il mondo; • Bricolage, ossia capace di sperimentare e riorganizzare gente, saperi e risorse, che è la vera caratteristica della metropoli smart; • Grande scala, ossia opera per grandi data base, al fine di aumentare il tasso di conoscenza, e per meta-­‐filtri, per aumentare la qualità della progettazione. Questo complesso ecosistema è finalizzato ad avviare un sistema generativo di progetti, ossia una catena di creatività destinata ad esportare le realizzazioni della metropoli smart nel mondo, da questo punto di vista l’Agenda da il via alla ricognizione delle opportunità lungo il sentiero della via della seta, alla fine di connettere la dimensione smart della metropoli lombarda con il dialogo delle megalopoli euro-­‐asiatiche, il progetto della nuova Milano smart come primo fondaco di un sistema internazionale di fondaci lombardi, come nella nostra storia.


Struttura del progetto Come illustrato ai punti precedenti la struttura progettuale è articolata nelle seguenti fasi: 1. Definizione della filosofia della smart city lombarda 2. L’alfabeto di progetto: le parole guida della smart city lombarda 3. L’Agenda sostenibile condivisa: Sviluppo delle tematiche secondo l’articolazione proposta al punto precedente: • ragionare sullo spazio smart della metropoli lombarda; • dialogare con le risorse umane in relazione al grado di alfabetizzazione digitale; • importare creatività e riflettere sulla capacità di accoglienza delle nuove idee; • rinnovare la città dei bit ed accelerare i processi di dematerializzazione; • rinnovare la città degli atomi: sviluppare il suo patrimonio secondo lo standard One Planet • esportare creatività, ossia come la metropoli smart dialoga con il mondo 4. Attivazione dei forum in relazione ai punti precedentemente definiti 5. Stesura di un atlante della smart metropoli lombarda con i materiali elaborati al punto precedente Agenda 6. Attivazione di un processo di comunicazione in tempo reale via smart phone e nelle principali lingue: italiano, inglese, mandarino, ed, eventualmente, nelle lingue delle principali comunità lombarde lo sviluppo del progetto non sarà lineare, ma procederà attraverso un sistema di retroazioni al fine di coinvolgere e verificare il sistema di preferenze dei portatori d’interesse. Questo sistema di relazioni sarà definito in una fase successiva, dopo aver verificato il ruolo del Comune di Milano, soggetto coordinatore del porogramma


Analisi SWOT della proposta Punti di forza: Chiarezza della struttura Riconoscimento internazionale del metodo Alto coinvolgimento delle forze sociali Alta generazione di occupazione giovanile Opportunità Colmare un vuoto culturale che segna pesantemente l’azione dell’area metropolitana milanese Riattivazione di un dialogo ad alto livello con le comunità internazionali Riallineamento con gli obiettivi delle convenzioni sottoscritte a livello internazionale Aumento dell’inclusione

Punti di debolezza Assenza di adeguate piattaforme informative da parte degli enti pubblici Difficoltà della parte pubblica a far fronte ad organizzazioni complesse ed innovative Rischi Debolezza nell’azione di leadership della Pubblica Amministrazione Illusione di traslare la leadership a soggetti privati

Innovazione rispetto alla crescita dell’efficienza energetica e alla riduzione del consumo di energia Il metodo proposto, ai fini del contenimento energetico o del bilancio positivo di produzione di energia grazie a fonti rinnovabili (ma questa è una scelta di strategia che deve fare la Pubblica Amministrazione, e destinata a condizionare in modo rilevante la parte tecnologica del progetto) è quello metabolico, largamente sperimentato per la gestione di programmi europei nella Regione della Sicilia, che ha portato a una serie rilevante di riconoscimenti internazionali. Il metodo metabolico è integrato dalla misurazione ex ante ed ex post delle diverse impronte ecologiche, al fine di verificare il beneficio dei diversi progetti sulla capacità di carico del territorio metropolitano

Replicabilità

Essendo il progetto di tipo generativo è destinato ad essere replicato in diverse situazioni italiane e straniere, facenti capo alle reti di relazioni operative dei proponenti. L’identità dei soggetti da coinvolgere sarà definita dopo aver discusso gli sviluppi di questa proposta, specie per quanto riguarda ruolo ed impegni del soggetto coordinatore che ritengo sia il Comune di Milano.

Partenariato –soggetti La seguente proposta è sviluppata da: • Giuseppe Longhi (proponente), professore in Urbanistica all’Università IUAV di Venezia, responsabile dell’unità di ricerca internazionale “Progettazione creativa e sostenibile”, autore del documento base dell’UE sulla riabilitazione urbana integrata (Vedi Allegato); • Mario Citelli, responsabile editoriale di BELTEL ed esperto dei sistemi di telecomunicazione; • una rete internazionale di università ed esperti comprendente: Jean Claude Milack Urban-­‐ Challenge Paris_Elena Dimitrova UACEG Sofia Caterina Sentova. UACEG Sofia_ Manuel Guedes Politecnico di Lisbona_Roberto Rocco TU Delft Vincent Nadin TU Delft_Susanne Nielsen TU Copenhagen_Khoi Doan Hanoi Polytecnic_Nicola Tollin Politecnico di Barcellona_Nariman


Mansouri Trans-­‐Urban Vienna_Claudio Masi UITP_ UNESCO sedi di Venezia e Barcellona Il gruppo può essere integrato da importanti contributi scientifici nazionali ed internazionali nel campo dell’economia regionale, dei trasporti, dell’energia e da apporti di imprese nazionali ed internazionali. Ci si riserva di precisare la composizione operativa del gruppo dopo aver conosciuto il ruolo operativo del Comune di Milano, la sua ipotesi organizzativa, il suo impegno finanziario.

Descrizione del partenariato – città E’ in stato di avanzata definizione la formazione di una rete di città partner, per la loro precisa definizione vale quanto detto al punto precedente

Costo totale stimato del progetto

Il costo verrà definito dopo aver discusso i termini operativi con il soggetto responsabile del contratto


Giuseppe Longhi

Agenda sostenibile e condivisa per una Smart Milano: quesiti e riferimenti


Realizzeremo una smart metropoli lombarda capace di dialogare con le nuove smart megalopoli orientali?

Fonte: Songdo u-­‐masterplan


Integreremo infrastrutture fisiche e virtuali? Fonte: BIG Arch_ From Finger Plan to Loop City 1947-­‐2047


Produrremo relazioni, cibo, biodiversità?

Realizzeremo nuove centralità?

Fonte: Workac_Wild West Side Manhattan_Hua Quiang Bei Road


Svilupperemo comunità+vivibili

Fonte: Design innovations_Lia bolla salubre

Produrremo energia passeggiando?

Fonte: MIT_Digital Milla Saragoza


Svilupperemo nuove socialità? Fonte: MIT_Locast Venezia

Costruiremo monumenti fra le nuvole?

Fonte: London 2012_The cloud


Dialogheremo con le smart cities orientali?

Fonte: Songdo_Design Strategy


Agenda per Milano Smart La prossima rivoluzione riguarderà il sapere: anticipiamola Le risorse umane saranno il cuore della Smart Milano : usiamo il Piano del Governo del Territorio, le Convenzioni internazionali, il Cambiamento climatico come strumenti per implementarle Siamo inclusivi: usiamo le nuove tecnologie per dialogare con il mondo, accogliere nuovi cittadini, nuove culture, esportare conoscenze In sintesi, acceleriamo la realizzazione di un nuovo green new deal per una Milano Smart_Sostenibile_Inclusiva


MILANO CITTA’ INTELLIGENTE NODO DI UNA RETE EUROPEA A cura di

Mario Citelli e Alessandro Maggiori

Questo report è parte del documento elaborato nel workshop “Caosity - Città Intelligenti e Creative: la trasformazione cognitiva dello spazio urbano” organizzato da veDrò a Centrale di Fies di Dro (Tn) 28-31 agosto 2011


MILANO CITTÀ INTELLIGENTE. NODO DI UNA RETE EUROPEA. Fondamentale è, però, essere in rete con altre città intelligenti partendo da Milano, centro di una rete europea di cluster creativi e culturali.

Intelligent Cities

Three levels of Knowledge-based Development The numerous Knowledge management approaches as well as knowledge-based Development (KBD) programs can be distinguished on the basis of the focus of their La pianificazione di città actions, intelligenti, oltre contribuire alla lorois crescita sostenibile, rappresenterebbe un volano development i.e., ona how knowledge understood. Basically, knowledge tends to per le nuove economie basate sulle tecnologie energetiche sostenibili e sulla cosìddetta società dell’informazione: be understood either as an object (content) in most cases, or with increasing frequency as a un’opportunità da non perdere se l’occidente vuoleofinKM qualche modoastenere il passo, ben For più rapido, economie capacity transfer or else, in the edge practice, a value context. each ofdelle these three levels one can define the knowledge concept, then the development process that is emergenti. and the resulting di KBD approach. Pertanto,associated sfide ambientali ed esigenze crescita economica, sono i driver che spingono alla pianificazione di città

intelligenti. Ma cos’è una smart city? I KBD: social infrastructure Una cittàLevel intelligente (smart city)knowledge è una città capace di investire sulle infrastrutture materiali e sul capitale umano dei Most KBD programs start focusing on theenergetico most immediate area ofdi impact: the instrumental propri cittadini per promuovere un nuovo paradigma più sostenibile quello attuale, basato su sistemi base that leverages the capacities of productive agents, particularly ICTs infrastructure. An energetici ed utilizzatori più efficienti, in tutti i settori, dagli edifici civili ai trasporti, su un più massiccio ricorso di vettori example of this approach is the World Bank’s Global Knowledge Partnership, which focuses energeticion piùthe puliti (in primo luogo energia elettrica e nel lungo and periodo idrogeno)through in tutti iICTs. settori degli usi finali, inclusa la multiplication of information, experiences resources diffusione del trasporto elettrico privato, sulla diffusione della cogenerazione e trigenerazione, sulla generazione rinnovabile integrata gli edificipeople's e le infrastrutture. ICTcon releases creative potential and knowledge Uno strumento abilitante l’utilizzo ottimale dell’energia elettrica anche in ambiente urbanotransformations sono le smart grids: ICT are the enablers of change. They do not by themselves create in “reti elettrichesociety. in grado ICT di integrare intelligentemente le azioni di tutti gli utenti connessi– generatori di are best regarded asil comportamento the facilitatorse of knowledge creation in innovative The new economics looks at ICT not as drivers of change but as tools for releasing energia esocieties. consumatori– al fine di rendere disponibile l’energia elettrica nella maniera più efficiente, sostenibile, theedcreative andGrazie knowledge embodied in sarà people. However, the l’energia ICT sector has ada fonti economica affidabilepotential possibile”. a queste tecnologie possibile integrare prodotta in thedelle overall economy compared manufacturing. A 1995 study rinnovabilipowerful diffuse, multiplier sfruttare ileffect potenziale nuove tecnologie messe with a disposizione dalla domotica, raggiungere of the effect of software producer Microsoft on the local economy revealed that eachelettrica job at per il significative riduzioni di consumo grazie all’efficienza energetica, favorire l’utilizzo di energia Microsoft created 6.7 new jobs in Washington State, whereas a job at Boeing created 3.8 condizionamento degli edifici per i trasporti privati. jobs. Wealth-generation is becoming more closely tied to the capacity to add value using ICT Per quanto riguarda le energie rinnovabili, in particolare il fotovoltaico e il solare termico, le città sono un luogo products and services. The value of accumulated knowledge is an important indicator of its privilegiato per la loro future growthdiffusione potential.su larga scala, attraverso lo sfruttamento di superfici altrimenti inutilizzate. Discorso analogo vale per le misure di efficienza energetica poichè gli interventi su unità abitative di grande taglia consentono economieThese di scala, accorciandoare i tempi ritorno degli investimenti. experiences welldidocumented. There is a growing consensus that ICTs and social knowledge infrastructure in general (Universities, libraries, R&D centres, technoparks, etc.) constitute a necessary but not sufficient condition for generating development. Numerous infrastructural efforts have produced rather poor results with regard to the volume of investments.

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In generale, le analisi di scenario per il medio-lungo periodo mostrano che un sistema energetico più sostenibile prevede un cambio profondo sul lato della domanda, in particolare nel settore civile e dei trasporti, al fine di aumentare la quota di energia elettrica nei consumi finali (penetrazione elettrica), soprattutto in considerazione della possibilità di generazione elettrica con un mix di fonti a bassa emissione di CO2. E’ in questo scenario che, costruendo le condizioni per garantire la diffusione su larga scala della mobilità elettrica, intervenire nel settore dei trasporti è una delle principali azioni verso città più sostenibili. Anche in questo caso le città, visti i limiti della attuale generazione di veicoli elettrici (autonomia limitata), rappresentano il luogo d’elezione per la prima fase di penetrazione commerciale necessaria a studiarne le prestazioni al fine di migliorarle. L’AUTO ELETTRICA. L’auto elettrica è più volte sembrata sul punto di esordire a livello commerciale nel mercato dell’auto, tuttavia a causa dei prezzi elevati, della scarsa autonomia, oltre che per l’assenza dell’infrastruttura necessaria alla sua ricarica, la sua penetrazione è sempre fallita. Il contesto oggi è molto cambiato, sia per il numero degli stakeholders interessati al suo sviluppo (dai produttori di elettronica, ai produttori di batterie, alle case automobilistiche, alle utilities elettriche), che per i passi in avanti fatti a livello tecnologico ed infine, per le esigenze di riduzione di emissioni di CO2 e di altri agenti inquinanti (per esempio polveri sottili). Grazie a questa serie di condizioni oggi le previsioni sulla diffusione dell’auto elettrica sembrano essere più rosee che in passato. Riguardo i gradi di penetrazione dell’auto elettrica, esistono molteplici scenari, spesso in contrasto tra loro, elaborati da organizzazioni internazionali e istituti di ricerca. Il Cives, la Commissione Italiana Veicoli Elettrici Stradali a Batteria, Ibridi e a Celle a Combustibile, stima che al 2020 i veicoli elettrici rappresenteranno all’incirca il 6% dell’intero parco automobilistico italiano. A livello europeo, lo studio promosso nel 2010 dalla European Climate Foundation, Roadmap 2050: a practical guide to a prosperous, low-carbon Europe, prevede da qui al 2050 un tasso di crescita di poco inferiore all’ 1% all’anno per i veicoli elettrici. Tuttavia, indipendentemente dagli scenari considerati, è interessante individuare le misure idonee a favorire la più ampia diffusione possibile di veicoli elettrci. Una prima fondamentale considerazione riguarda il modello da adottare per l’infrastruttura di ricarica. Ad oggi i modelli di riferimento sono principalmente tre: · Il modello distributore in cui il servizio di ricarica è garantito dall’impresa di distribuzione di energia elettrica e dove ogni punto di ricarica è considerato come un punto di fornitura condiviso da più clienti finali; · Il modello service provider in esclusiva dove il servizio di ricarica è garantito da un soggetto terzo rispetto all’impresa di distribuzione di riferimento, che opera però sulla base di convenzioni di esclusiva in riferimento ad un determinato territorio; · Il modello service provider in concorrenza in cui il servizio, analogamente alle attuali aree di servizio per la somministrazione di carburanti, è garantito da soggetti che competono tra di loro. Questi tre modelli non sono da considerarsi alternativi tra loro ma possono coesistere considerando, in particolar modo, che l’errore più grande sarebbe chiudersi in un sistema prima ancora di conoscerne in maniera esaustiva tutti i vantaggi e gli svantaggi. Una seconda considerazione riguarda, invece, il livello istituzionale più idoneo per attuare le politiche necessarie allo sviluppo del mercato. Infatti, dal punto di vista della normativa tecnica, come ad esempio gli standards per la ricarica e per le batterie, è necessario raggiungere uno standard operativo a livello europeo per permettere a chiunque di ricaricare senza intoppi. Invece, da un punto di vista della normativa che favorisca lo sviluppo del mercato, le decisioni potrebbero essere prese su due livelli: 1) centralizzato, prevedendo una regolazione unitaria definita nelle sue linee generali dal Governo e nel dettaglio dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, all’interno della quale il ruolo delle Regioni si limiterebbe a tradurre i principi generali dettati dalla legge tenendo conto delle specificità locali del territorio di competenza; 2) decentralizzato, in cui il ruolo degli Enti locali è fondamentale, addirittura più importante degli incentivi e dell’infrastruttura. Il presupposto di base di questa seconda ipotesi è che per cambiare le proprie abitudini il cittadino deve avere ragioni molto concrete nella fase iniziale del mercato: occorre quindi “inventare” l’elemento motivante per innescare un cambiamento di mentalità, di abitudine, di cultura. Il cittadino deve beneficiare di qualche privilegio, ad esempio poter accedere a zone a traffico limitato, poter correre su corsie preferenziali o poter usufruire di alcune aree di posteggio dedicate. È facoltà delle amministrazioni locali determinare questi “elementi positivi”, che pur essendo a costo zero si traducono in incentivi individuali fortissimi, che eventualmente potranno essere rimossi una volta che l’auto elettrica diverrà abitudine. Inoltre, alcuni servizi gestiti a livello comunale (posta, rifiuti, etc) ben si presterebbero alla sperimentazione iniziale dei veicoli elettrici. La terza considerazione riguarda le misure da adottare per promuovere la diffusione dell’auto elettrica. Sotto questo aspetto, è necessario sottolineare come le diverse proposte di legge attualmente in discussione in Parlamento tengano 17


in considerazione una serie di agevolazioni capaci di garantire un più rapido sviluppo del mercato dell’auto elettrica. Queste agevolazioni possono essere così riassunte: · semplificazione nelle procedure autorizzative amministrative per lo sviluppo della rete di distribuzione: prevedere che l’installazione di colonnine di ricarica non sia sottoposta alla disciplina della concessione edilizia ma a procedure agevolate previste dagli strumenti amministrativi di volta in volta indicati dalle Regioni, Provincie e Comuni; · prevedere il c.d. “diritto alla presa” che attribuisce ai condomini il diritto di installare infrastrutture di ricarica all’interno del condominio senza la necessità di avere particolari autorizzazioni e/o maggioranze qualificate; · prevedere che gli edifici di nuova costruzione pubblici e privati dovranno essere progettati prevedendo la realizzazione/predisposizione di prese di ricarica per i veicoli elettrici nelle aree di parcheggio; · prevede inoltre la possibilità per il proprietario di un immobile di usufruire di agevolazioni finanziarie; · prevedere incentivi economici per l’acquisto dei veicoli elettrici · Prevedere inoltre una serie di agevolazioni fiscali tra cui: a) un’esenzione dall’applicazione delle addizionali dell’accisa (comunali e provinciali) all’energia elettrica impiegata per la ricarica degli accumulatori installati sui veicoli elettrici ; Per quanto riguarda lo sviluppo dell’auto elettrica, l’Italia parte da una posizione di vantaggio avendo già avviato una serie di progetti sperimentali in città come Milano, Roma, Pisa e presentando una filiera industriale, nel settore elettrico, all’avanguardia dal punto di vista della realizzazione delle infrastrutture e delle tecnologie ICT. Anche considerando i principali limiti ad oggi dell’auto elettrica, come ad esempio la scarsa autonomia (in media 150 km) e la velocità ridotta (in media 130-14 km/h), bisogna sottolineare come l’Italia presenti dei presupposti ottimali per lo sviluppo dell’auto elettrica.. Infatti, in Italia il 90% dei percorsi quotidiani sono contenuti entro i 150 km, quindi già oggi l’auto elettrica potrebbe soddisfare il 90% delle esigenze di mobilità, e oltre il 60% delle famiglie ha possibilità di accedere a un punto di ricarica a casa propria.

18


Comitato economico e sociale europeo

ECO/273 Riabilitazione urbana: approccio integrato

PARERE della sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale sul tema

Necessità di applicare un approccio integrato alla riabilitazione urbana Relatore: Angelo GRASSO Esperto: Prof. Giuseppe LONGHI

Bruxelles, 28 maggio 2010

ECO/273 - CESE 319/2010 IT-cp/gp Rue Belliard/Belliardstraat 99 — 1040 Bruxelles/Brussel — BELGIQUE/BELGIË Tel. +32 25469011 — Fax +32 25134893 — Internet: http://www.eesc.europa.eu


-1-

1.

Introduzione

1.1

Negli ultimi 10 anni, e la Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili (maggio 2007) è una delle più importanti testimonianze della volontà degli Stati membri di concordare su strategie e principi comuni per la politica di sviluppo urbano, il dibattito sulle politiche urbane si è notevolmente intensificato nell'ambito dell'UE. In continuità la presidenza Spagnola dell'UE sta dedicando molta attenzione a tale tema ed ha richiesto al CESE e al Comitato delle regioni una riflessione ed un apporto al dibattito in occasione dell'incontro informale dei ministri europei.

1.2

La riflessione riguarda alcune questioni importanti da risolvere nelle città attraverso le politiche di riqualificazione urbana per conseguire, attraverso un approccio integrato, un grado di sostenibilità urbana adeguata alle diverse esigenze: −

l'efficienza energetica del parco immobili europeo la cui vetustà è anche fonte di emissioni nocive con grave danno alla qualità della vita nelle città, rilanciando occupazione e stimolando innovazione e sviluppo tecnologico, una più forte coesione sociale attraverso un programma integrato di riqualificazione dei quartieri degradati, per realizzare integrazione sociale, lotta all'esclusione, formazione ecc., la sostenibilità ambientale anche attraverso la riqualificazione urbana dei quartieri degradati, l'adeguamento del parco immobiliare esistente agli obiettivi di efficienza energetica, di abitabilità e di accessibilità con l'intento di evitare il consumo di altri spazi verdi.

2.

Progettazione urbana integrata

2.1

La tutela dell'ambiente, alle diverse scale urbane, ed il miglioramento della qualità della vita delle persone deve costituire uno degli obiettivi operativi importanti delle politiche regionali degli Stati membri e dell'UE.

2.2

Il CESE con questo parere intende confermare il proprio assenso alla necessità di sviluppare politiche integrate di riqualificazione urbana nella prospettiva definita dal documento di strategia e programmazione Europa 2020 e dal documento programmatico della presidenza 1 spagnola del Consiglio dell'Unione europea .

1

Commissione delle Comunità europee, Documento di lavoro della Commissione consultazione sulla futura strategia "UE 2020", Bruxelles, 2009 e Ministerio de Asuntos Exteriores y Cooperación. Secretaría de Estado para la Unión Europea, Programme for the Spanish Presidency of the Council of the European Union 1 January - 30 June 2010: "Innovating Europe", Imprenta Nacional Boletín Oficial del Estado, Madrid, 2010.

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-22.2.1

Il CESE infatti aderisce ai contenuti del documento Europa 2020 e concorda con le linee operative in esso espresse a proposito del fatto che le politiche di riqualificazione devono tener presenti alcuni concetti innovativi: −

− − −

il miglioramento delle risorse umane, specie riguardo: alle esigenze della popolazione anziana; al livello di integrazione dei nuovi immigrati; all'abbattimento della povertà, specie infantile; all'aumento della solidarietà intergenerazionale, la crescita basata sulla conoscenza, lo sviluppo di una società partecipativa e creativa, lo sviluppo di un'economia competitiva, interconnessa, attenta al mercato sociale e verde.

2.2.2

Ed il documento programmatico della presidenza spagnola è ritenuto dal CESE in linea con questi concetti là dove, in coerenza con la Convenzione europea per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, intende rafforzare l'obiettivo di garantire a tutti il diritto di cittadinanza e la difesa dei diritti fondamentali.

2.2.3

Questi obiettivi stimolano un'idea di riqualificazione urbana nella quale è forte l'interdipendenza fra qualità degli spazi e qualità dell'accoglienza, ossia una riqualificazione aperta a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro lingua, provenienza o religione.

3.

Alcune questioni urbane

3.1

In coerenza con i principi enunciati dai predetti documenti l'idea di riqualificazione deve 2 confrontarsi con un sistema di cambiamenti importanti nella forma e nella natura della città : − − − −

− − − −

il diffondersi dello urban sprawl o della "città diffusa" con i suoi alti consumi di suoli e le sue diseconomie di scala, il declino dell'articolazione funzionale della città, con la crisi del centro storico, delle periferie degradate, e delle aree produttive, il prevalere di risposte alla crisi sostanzialmente conservative, ossia poco immaginative e creative, ma soprattutto poco aderenti ad un mondo globalizzato, la sostituzione del sistema delle "funzioni" con il sistema dei "contenitori", che, sono da considerare luoghi complessi e altamente deperibili, in territori metropolitani indifferenziati, la perdita del senso di confine, che conserva il suo carattere amministrativo, ma che tende a perdere il suo senso geografico, simbolico e politico, l'erosione delle aree verdi che circondano le città, con gravi perdite per la produzione biotica, l'aumento dei tempi di pendolarismo, che incide negativamente sulla qualità della vita, gli spazi urbani, anche quelli tradizionali, tendono, oggi, a configurarsi come spazi chiusi e specializzati: (il quartiere "residenziale" e basta; i parchi tematici dedicati al

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-3divertimento; l'istruzione limitata alle scuole o nei campus; la cultura nei musei e nei teatri, ecc.). Lo spazio chiuso esalta la supremazia del privato (sia come stile di vita, sia come concezione e pratica del diritto) a scapito del bisogno di comunità. 3.2

Alla logica dello spazio chiuso si deve contrapporre quella dello spazio infinito, rappresentato dalle relazioni immateriali, per cui la nozione di tempo tende a sostituire quella di distanza fisica.

3.3

La riqualificazione degli spazi urbani deve così coniugare la tradizionale riconversione degli spazi fisici con la dematerializzazione, che trova nelle tecnologie di TLC la massima espressione. Il problema, infatti, da risolvere è il dilemma fra la mente, che ormai ragiona in termini di ubiquità ed il corpo che non può essere continuamente mobile e sradicato, ma chiede di essere organizzato in luoghi e spazi di qualità.

3.4

Il processo di riqualificazione sarà quindi il risultato della sinergia e l'integrazione di tre dimensioni della città: • •

la città agorà: incentrata sull'uomo con una totale armonia tra gli insediamenti e lo spazio urbano, tra la coesione sociale e lo sviluppo economico, la città "glocale" (globale/locale): esito di un maggiore equilibrio tra i processi di globalizzazione e la capacità di valorizzare le risorse locali e le diverse specificità ed attitudini, la città sostenibile: dovrebbe essere in grado di risolvere al proprio interno i problemi che genera da se stessa, senza trasferirli ad altri o alle future generazioni.

4.

Un modello olistico per la riqualificazione urbana

4.1

Il Comitato auspica che si avvii un "nuovo rinascimento urbano" , caratterizzato da:

3

− − − −

4.2

2 3 4

crescita della coesione sociale, rinnovamento culturale, revisione dell'economia della base economica urbana, per far fronte alla rilevante recessione in atto, rivalutazione del patrimonio naturale, grazie ai processi di dematerializzazione e alla crescita della biodiversità.

Una politica basata sul concetto di "nuovo rinascimento urbano" amplia il significato del 4 Piano europeo di ripresa economica nelle regioni e nelle città (EERP) interpretando il ruolo

Una brillante trattazione dei principali problemi di trasformazione urbana si trova in: Massimo Cacciari, La città, Pazzini Stampatore Editore, Villa Verucchio (RN), 2004. Richard Rogers, Toward an Urban Renaissance, Urban Task Force, Londra, 2005. Scaricabile da: www.urbantaskforce.org. Unione europea - Comitato delle regioni, Il piano europeo di ripresa economica nelle regioni e nelle città, Bruxelles, 2008. Scaricabile da: http://portal.cor.europa.eu/europe2020/Pages/Library.aspx.

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-4importante degli enti locali nel superamento della crisi come fatto strutturale, destinato ad incidere non solo rispetto alla crisi economica, ma rispetto alla rivalutazione di tutte le risorse delle nostre comunità. 4.3

Prenderebbe così corpo un modello integrato di riqualificazione urbana, configurabile come 5

articolazione spaziale del green new deal , in cui il sistema olistico degli interventi, riguardanti risorse umane, naturali e fisiche, dovrebbe avere come riferimento importante una rinnovata definizione di ricchezza basata non solo sull'accumulazione, ma soprattutto sul 6 risparmio di risorse e sull'aumento del livello di benessere dei cittadini . Questo modello implica un esercizio di leadership delle autorità locali che faciliti l’attivo coinvolgimento dei cittadini e dell’economia del proprio territorio per accelerare lo sviluppo dei mercati e delle green technology. La proposta di un Gruppo di alto livello per lo sviluppo sostenibile può facilitare la promozione e la crescita di reti tematiche fra città, anche medio piccolo, per il raggiungimento di questi obiettivi. 5.

Il sistema olistico degli interventi di riqualificazione urbana comprende:

5.1

Risorse umane

5.1.1

Occorre armonicamente coniugare l'obiettivo della strategia di Lisbona "costruire una società più competitiva grazie all'aumento delle conoscenze e della creatività" con l'obiettivo del documento programmatorio Europa 2020 là dove sottolinea l'importanza di stimolare processi di coesione attraverso politiche di sostegno alle fasce deboli, specie gli anziani, aumento del livello di integrazione, specie dei nuovi immigrati, l'abbattimento della povertà, aumento della solidarietà intergenerazionale.

5.1.2

L'UE ha dato spazio culturale e pratico: •

5

6

allo sviluppo del community building, per dare accesso nella progettazione urbana ad ogni forma di portatori di interesse: organizzazioni tecnico-professionali (urbanisti, architetti, ingegneri, ecc.), imprenditoriali e dell'alloggio, allo sviluppo di nuovi saperi e al principio della creatività con la promozione di nuove forme di ricerca, di istruzione coinvolgendo le università, e stimolando forme di

I documenti proposti sono: A green new deal for Europe proposto dal Wuppertal Institut, Rethinking the Economic Recovery: A Global Green New Deal dell'ONU-Environmental Programme, A green new-deal dell'inglese New economic foundation, Toward a Transatlantic Green New Deal: Tackling the Climate and Economic Crises curato dal Worldwatch Institute per la Heinrich Böll Foundation. Si darebbe così piena applicazione a livello locale alle raccomandazioni contenute nella Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Non solo PIL: misurare il progresso in un mondo in cambiamento (COM(2009) 433 def.), scaricabile da: http://www.beyond-gdp.eu/. Esse si basano sul rapporto elaborato da Stiglitz, Fitoussi e Sen, promosso dall’UE su sollecitazione del governo francese. Rapporto scaricabile da: http://www.stiglitz-sen-fitoussi.fr/en/index.htm.

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-57

progettazione creativa delle città . Il modo migliore per aumentare l'efficacia di queste aperture è quello di promuovere forme di partenariato pubblico-privato. 6.1.3

Le previsioni demografiche indicano che al 2060 più della metà della popolazione avrà + di 48 anni , si consolideranno I nuovi flussi migratori, particolarmente di giovani verso le città , continuerà il declino di regioni rurali e svantaggiate. In questo scenario devono essere prese in considerazione le seguenti azioni a livello locale: • Lo sviluppo di una cultura che generi sinergie fra imprenditorialità pubblicia e privata, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese, e stimoli una comunità urbana basata su partecipazione e creatività, • Di conseguenza, devono essere rafforzati meccanismi che rafforzino il dialogo e le consultazioni con le comunità urbane, comprendendo donne, giovani e I soggetti più a rischio di esclusione, • Miglioramento dello standard di vita grazie a soluzioni innovative per l’housing sociale sostenibile, assistenza sanitaria e sistema educativo.

6.1.4

Queste politiche devono essere ripensate per: −

6.1.5

La nuova occupazione che si creerebbe con il new green deal e con l’abbattimento delle emissioni richiedono politiche di formazione e divulgazione. Occorre fare sforzi per: − −

7

promuovere pratiche di "buon governo" delle città, comprese le aree periurbane e rurali, con lo scopo di aumentare, oltre che il benessere economico, il benessere psicologico, spirituale e sociale; avviare nuova occupazione, specie per giovani e immigrati, oltre che la riconversione degli storici blue e white collars falcidiati dalla crisi in corso. In questa direzione il CESE suggerisce di promuovere una carbon army, legata alla riconversione sostenibile delle città.

facilitare l’accesso alle piattaforme informative dell’UE (sull’ambiente, l’uso efficiente dell’energia, i trasporti, l’economia,…); connettersi al programma Knowledge and Innovation Communities (KIC) dell’EIT (Istituto europeo di innovazione e tecnologia) per assicurare un rapido trasferimento a livello locale delle nuove tecnologie; sviluppare una forte strategia di divulgazione delle best practice riguardo l’integrazione delle tecnologie verdi nelle comunità urbane.

Jan Jacob Trip, Creative city development in the Lisbon strategy, TU Delft, 2009. Xavier Vives, Lluís Torrens, The strategies of European metropolitan areas in the context of the European Union enlargement, Pla Estratègic Metropolità de Barcelona, 2005.

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-65.2

Risorse naturali

5.2.1

La supremazia delle risorse naturali rispetto alle fisiche rende centrale lo studio del metabolismo urbano per avviare processi di riconversione basati sul risparmio di materie prime e sull'eliminazione dei rifiuti.

5.2.2

La conoscenza del metabolismo urbano è uno strumento importante per il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento della qualità dell'ambiente urbano definiti dalle convenzioni internazionali e finalizzate alla conservazione dell'ambiente (Kyoto, biodiversità, acqua, ecc.) 8

per contrastare il cambiamento climatico . 5.3

Risorse fisiche

5.3.1

La riconversione urbana in relazione ai processi di trasformazione in atto dovrà essere sempre meno caratterizzata da interventi separati, definiti, delimitati, e sempre più orientata verso processi di sviluppo dei contesti polivalenti, caratterizzati dalla qualità e dalla varietà degli spazi e dall'interazione di diversi elementi: elasticità, "deformabilità", capacità di "accoglienza".

5.3.2

Il CESE ritiene che la riqualificazione di edifici ed infrastrutture non potrà prescindere dal peso crescente dei limiti ambientali, dai processi di integrazione, dal ruolo crescente dell'interattività.

5.4

Risorse immateriali

5.4.1

Il Consiglio europeo, attraverso il programma e-Europe (1999), la Convenzione di Lisbona (2000), i programmi operativi i-2010, indica nella e-society il fattore di sviluppo primario dell'UE. In conseguenza di ciò il Consiglio UE intende promuovere progetti per accelerare il processo evolutivo di una società capace di cogliere le opportunità dell'elettronica e dell'interattività. A questo fine vengono individuati provvedimenti per consentire a tutti i cittadini europei di entrare nell'era digitale e di disporre di un collegamento on-line allo scopo di creare una società aperta, inclusiva, collaborativa.

5.4.2

Affida quindi alla città il compito di attrarre saperi, rinnovare il sistema di relazioni fra 9 pubblica amministrazione e cittadini, stimolare la riconversione degli apparati di produzione .

8 9

Rudolf de Groot, Function-analysis and valuation as a tool to assess land use conflicts in planning for sustainable, multifunctional landscapes, Landscape and Urban Planning 75 (2006) pagg. 175-186. Commissione europea, Crescita e occupazione: Cos'è la strategia di Lisbona, scaricabile da: http://ec.europa.eu/growthandjobs; World economic forum, The Lisbon review 2002-2006, scaricabile da: www.weforum.org/pdf/gcr/lisbonreview/report2006.pdf; Commissione europea, i2010: la società dell'informazione e i media al servizio della crescita e dell'occupazione, scaricabile da: http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/job_creation_measures/c11328_it.htm; Fondazione Ugo Bordoni, Dossier EU i 2010, scaricabile da: http://www.fub.it/osservatorio/dossieruei2010/liniziativai2010.

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-75.4.3

È indubbio che gli investimenti in innovazione tecnologica urbana devono essere rapidi e 10

massicci, visto che il livello di competizione a cui ci sottopone l'Oriente è molto elevato . 6.

Verso un new deal verde per la città

6.1

La questione della riqualificazione urbana è complessa, ma deve essere ricondotta a strategia per essere efficace.

6.2

Quella più urgente probabilmente riguarda la stretta connessione fra riqualificazione della città, del suo ambiente ed il problema della crisi economica. I processi di riqualificazione urbana, secondo il CESE, vanno letti in coerenza con i principi della green economy e come 11 opportunità per un new deal verde europeo , il cui palinsesto potrebbe essere costituito dall'integrazione delle diverse morfologie urbane: la città biotica, la città della materia, la città dei bit, tutte finalizzate al rafforzamento della città solidale. In quest'ottica occorre rivalutare il ruolo dell'ambiente naturale quale produttore di beni e servizi essenziali alla vita umana.

7.

La città biotica

7.1

Potenziamento della rete ecologica

7.1.1

Il Comitato ritiene particolarmente importante lo studio della città come ecosistema e la rilevazione del valore patrimoniale delle infrastrutture naturali (in quanto forniscono ad es. acqua ed aria pulite, protezione dai venti, fertilità dei suoli, impollinazione) che sono difficilmente sostituibili con soluzioni tecnologiche, se non a costi molto elevati e con efficienza non comparabile a quella dei sistemi biotici.

7.1.2

Si stima che entro il 2050 in Europa si realizzerà un'ulteriore perdita dell'11% delle risorse 12 naturali esistenti al 2000 occorre di conseguenza che le istituzioni pubbliche prestino particolare focus alle conseguenze del fenomeno ed incrementino gli investimenti per la protezione degli ecosistemi, con attenzione anche a quelli urbani.

10

11 12

Le esperienze di u-city si trovano in: MIT: http://web.mit.edu/cre/research/ncc/casestudies.html; Milla digital: http://www.milladigital.org/ingles/home.php; Seoul in: http://english.seoul.go.kr/gover/initiatives/inti_Vision&Objectives.htm; Tokyo in: http://www.tokyo-ubinavi.jp/en/about.html; Singapore in: http://www.itu.int/ubiquitous; Hong Kong in: http://www.info.gov.hk/digital21/eng/strategy/2008/Foreword.htm; Songdo in: http://www.songdo.com/default.aspx?p=1992; London in: http://www.london.gov.uk/gla/publications/elondon.jsp; Arabianranta (Helsinki) in: https://www.taik.fi/en/about_taik/arabianranta_.html. Il capitolo si ricollega a New economic foundation, A green new-deal, Londra, 2009, scaricabile da: www.neweconomics.org/projects/green-new-deal. Commissione europea The Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB). Scaricabile da:

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-87.2

Produzione di energia da fonti rinnovabili

7.2.1

La città è un elemento strategico per lo sviluppo di energie rinnovabili. Infatti, il miglioramento e rinnovo tecnologico degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, che rappresentano il 40-50% della domanda globale di energia è al centro della politica europea del 20-20-20 di miglioramento delle prestazioni energetiche (riduzione dei gas a effetto serra del 20%, dei consumi energetici del 20%, aumento dell'utilizzo di energie rinnovabili del 20%).

7.2.2

La crescita di energia prodotta da fonti rinnovabili, programmata dal Piano SET (Strategic Energy Technology), è molto importante per le sue implicazioni occupazionali. Quindi le comunità urbane dovrebbero essere le prime acquirenti delle nuove tecnologie, a questo fine sono molto opportune le decisioni del Consiglio e del Parlamento UE di finanziare il Piano SET.

8.

La città della materia

8.1

Aumento dell'efficienza energetica degli edifici

8.1.1

L'incremento dell'efficienza energetica di edifici e infrastrutture è un fattore strategico della riconversione urbana dell'UE. Grazie alle nuove tecnologie il potenziale aumento dell'efficienza è enorme ed entro il 2050 si potrebbe ridurre la domanda di energia primaria di circa 300 exajoule per una diminuzione annuale di 20-25 gigatonnellate di CO2. Nell'UE attualmente gli investimenti annuali in tecnologie per aumentare l'efficienza energetica sono di circa € 60 miliardi annui.

8.1.2

Nel 2005 uno studio della Commissione europea ha stimato che gli investimenti necessari per risparmiare il 20% di energia avrebbero portato alla creazione di un milione di posti di lavoro (diretti e indiretti). I settori su cui si concentrerà il risparmio saranno l'illuminazione degli edifici, gli impianti degli uffici, le apparecchiature domestiche, la cogenerazione.

8.1.3

Il CESE auspica che l'obiettivo non si limiti al risparmio energetico ma punti alla trasformazione di ogni edificio in un generatore di energia (every building a power station).

8.1.4

Esso implicherà nei prossimi anni notevoli investimenti in ricerca e sarà destinato a trasformare il modo di costruire la città ottimizzandone il metabolismo grazie all'impiego di materiali innovativi e all'applicazione di soluzioni logistiche di cantiere sempre più raffinate.

8.1.5

Il rinnovo del patrimonio edilizio richiede sinergie a livello finanziario e politiche di cooperazione a livello globale, in quanto: −

una sua perdita di competitività avrebbe conseguenze negative per l'occupazione,

http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/economics/.

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-9−

− −

deve competere con i sistemi internazionali, specie quelli asiatici in forte espansione, per cui gli interventi di riqualificazione devono essere visti anche come base d'esportazione, bisogna coinvolgere in questo processo i paesi europei a più basso reddito, non deve essere disgiunto dal problema dell'alloggio sociale, che riguarda milioni di cittadini europei.

8.2

Sistema integrato delle infrastrutture

8.2.1

I documenti dell'UE sulla coesione sociale sottolineano l'importanza dell'integrazione fra ogni tipo di infrastruttura, un concetto che va oltre l'assicurare buoni collegamenti ai territori. In Europa sono previsti per l'ammodernamento delle reti investimenti per 600 milioni di euro entro il 2020, di cui 90 dedicati alle infrastrutture "intelligenti".

8.2.2

Anche il concetto di infrastruttura integrata deve rappresentare un obiettivo importante della riqualificazione urbana e deve coinvolgere l'accesso: − −

9.

ai servizi, come l'assistenza sanitaria, l'istruzione e l'energia sostenibile, che, grazie alle reti di TLC divengono interattivi, come nel caso della telemedicina e della teledidattica, ai sistemi di trasporti, la cui integrazione sostenibile comporta il potenziamento dei collegamenti su ferro, delle vie navigabili, dell'accesso agli aeroporti, oltre che lo sviluppo di catene di trasporti intermodali, di sistemi avanzati di gestione del traffico, del potenziamento di vie ciclabili e pedonali. Il sistema integrato dei trasporti è di supporto a una politica urbanistica tesa ad evitare la dispersione insediativa, per diminuire i costi energetici e sociali del pendolarismo e delle transazioni commerciali, un sistema di trasporti sostenibile coniugato con un efficiente sistema energetico è il cemento di una politica di riqualificazione urbana dell'UE che dovrebbe prioritariamente finanziare reti di trasporti sostenibili ed energetiche funzionali alle periferie da riqualificare, alla rete dell'energia. La crescita del settore dei trasporti a trazione elettrica (vedi Renewable Energy Directive), delle TLC e dei computer genereranno una crescita esponenziale dei consumi di energia; a questo fine è necessario predisporre una rete intelligente di distribuzione che minimizzi le perdite, aumenti l'efficienza, sia adattabile all'evoluzione dei bisogni ed in grado di assorbire l'eccesso di produzione da energia solare. È da stimolare, inoltre, la realizzazione di una rete urbana di ricariche elettriche e idrogeno, alimentata da fonti rinnovabili prodotte localmente, alle reti telematiche, specie Internet a banda larga, ormai essenziale per le imprese e le famiglie.

La città dei bit

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- 10 9.1

Le piattaforme urbane ad alta interattività in corso di realizzazione con le tecnologie di comunicazione di nuova generazione sono destinate ad accelerare i processi di riconversione urbana e ad introdurre fattori innovativi di qualche rilievo nella direzione di: −

superare la centralità delle infrastrutture stradali, a favore della sinergia fra strada, GPS, computer, creando una rete, che permette la realizzazione di sistemi logistici interattivi, collegare le residenze con il mondo, allargando il loro ruolo, trasformandole, in relazione alla connessione, in luogo di lavoro, di svago, di cura, ecc., integrare l'offerta dei servizi pubblici con quelli privati. Questo dà luogo a processi di riconversione delle "piattaforme" della pubblica amministrazione (licenze edilizie, catasto, fisco, …) per renderle accessibili in modo interattivo alle imprese, alle residenze o ai personal digital device dei cittadini, realizzare radicali progressi nell'erogazione dei servizi della sanità, accompagnati da forte abbattimento dei costi. Le nuove tecnologie di rete, la miniaturizzazione e portabilità degli apparati rendono possibile il monitoraggio a domicilio delle più importanti funzioni vitali e le procedure di cura on-line, ridurre l'asimmetria di relazioni fra cittadini e detentori dei saperi (tecnici, medici, politici, ecc.) con il risultato di evolvere le storiche strutture di relazione top-down verso nuove strutture collaborative, monitorare attivamente l'intero ciclo di vita urbano, al fine di realizzare consistenti risparmi nella gestione delle risorse della città.

10.

La città solidale

10.1

I fattori fin qui considerati, sono momenti importanti, ma strumentali, ad un processo di riqualificazione urbana il cui scopo fondamentale è l'aumento della coesione sociale, nel rispetto del principio fondativo della nostra comunità europea, più volte ricordato.

10.2

L'aumento della coesione sociale richiede il rinnovo dei sistemi gestionali a tutti i livelli, da quelli comunitari fino a quelli locali, per far fronte alla complessità e diversità delle relazioni che caratterizzano la nostra società. Questo sta rinnovando la catena di relazioni in termini di: approccio collaborativo - riduzione delle asimmetrie - evoluzione del concetto di leadership.

10.3

Approccio collaborativo: è una pratica fondativa della gestione sostenibile, tesa a dare accesso alle scelte ad ogni portatore di interesse. È iniziata con l'attivazione dei forum civici, ha aumentato le sue potenzialità grazie all'evoluzione dei supporti tecnologici interattivi. Questo approccio è sintetizzato nello slogan della National Academy of Public Administration statunitense: "Non chiedeteci cosa possiamo fare per voi. Chiediamoci cosa possiamo fare 13

assieme" .

13

Scaricabile da: http://www.collaborationproject.org/display/home/Home.

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- 11 10.4

Riduzione delle asimmetrie: la possibilità di accedere in tempo reale a sistemi di conoscenza sempre più efficienti e la possibilità di dialogare in tempo reale riduce la distanza fra chi detiene il sapere e quelli che un tempo ne erano fruitori passivi; questo modifica le relazioni fra uomini ma anche il significato degli spazi urbani, che diventano catalizzatori di nuove relazioni (es. gli ambulatori/pronto soccorso che si stanno spostando dagli ospedali alle stazioni del metro, agli ipermercati, ecc.).

10.5

Evoluzione del concetto di leadership: la destrutturazione dei sistemi di relazione e il dilatarsi delle opportunità collaborative sollecitano nuovi ruoli per i pubblici rappresentanti che sono chiamati ad esprimere contemporaneamente capacità di leadership e di facilitatori.

10.6

Il sostanziale modificarsi del sistema di relazioni apre l'opportunità di profondi cambiamenti nei modelli organizzativi, specie delle amministrazioni locali, in un trend che si può definire: passaggio dalle azioni, tipiche dei piani strategici, all'attivazione di piattaforme condivise, tipiche della gestione ispirata alla sostenibilità. Il modello della piattaforma, già sperimentato dall'UE per l'organizzazione dei settori produttivi e del sapere, sarebbe ampliato al fine di costruire una rete fitta di relazioni destinate a coinvolgere la generalità dei portatori di interessi delle comunità urbane, favorendo politiche di sussidiarietà fra comunità deboli e forti. Si può parlare cosi di: • • • •

piattaforma community building, destinata ad accogliere il più ampio spettro di portatori di interesse e di consorzi di comunità locali, piattaforma sapere: destinata a sviluppare politiche innovative per la conoscenza e la ricerca, oltre che stimolare la riconversione creativa della città, piattaforma tecnologica: destinata a fornire i diversi know-how indispensabili ad attivare e gestire i processi innovativi, piattaforma risorse per: − −

sviluppare strumenti finanziari innovativi, frutto della collaborazione fra pubblico e privato, sul modello dei programmi Jessica e Jasper, attuare politiche finanziarie che incidano positivamente sui livelli di equità favorendo i cittadini a basso reddito e rendendoli partecipi delle strategie complessive di rinnovamento urbano, sviluppare politiche contabili di determinazione del valore economico dei beni e dei servizi che ne consideri il costo in termini di prelievo di risorse naturali e di smaltimento. Questo per avviare una politica fiscale tesa a scoraggiare lo spreco di risorse primarie. Il gettito che deriverebbe dovrebbe essere destinato agli investimenti rivolti alle fasce sociali deboli. _____________

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