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LUCIDO SOTTILE A NYC
come attrici che come autrici e produttrici, ha comunque un ruolo decisivo nella creazione di un progetto artistico. Le figure che più ci hanno affascinato sono i grandi maestri del teatro, Dario Fo, Pina Baush, Eduardo de Filippo, ma anche registi più contemporanei come Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e giganti come Mario Monicelli, Federico Fellini, Lina Wertmuller.
Da dove trae ispirazione?
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L’ispirazione nasce sempre dall’urgenza di descrivere un’emergenza, politica o etica. La possibilità di affrontare temi scottanti e talvolta di inserirli in una cornice basata sulla satira.
A cos’altro sta lavorando in questo momento?
La prossima creazione è un progetto cinematografico che racconterà la storia autobiografica di Le Lucide di Lucidosottile per la realizzazione del “Holy Peep Show” nel 2011. Censurato per diversi mesi per l’immagine del manifesto considerata blasfema dalla Chiesa italiana, lo spettacolo è stato poi rappresentato in Italia e in Spagna nel 2012 e 2013.
È stato un tema di rottura tra politica e opinione pubblica nelle cronache nazionali e internazionali, in quanto denunciava gli scandali legati ad alcuni episodi di pedofilia all’interno della chiesa cattolica.
Inviato 1 settimana fa da Zack Calhoon
Traduco dall’inglese queste poche indicazioni riportate dall’attore Zack Calhoon che le diffonde sul suo blog ( vedi) all’indirizzo di tutti coloro che non hanno voglia di andare a carcare e che non capendo l’inglese avrebbero difficoltà a capire il senso di queste pochissimke parole.
Personalmente posso solo dire che ammiro moltissimo il lavoro incredibilmente professionista delle Lucide e nonostante vivessi a Parigi in quel momento, seguendo comunque l’attualità cagliaritana, fui immediatamente affascinato dalle loro produzioni che per altro avevo solo visto di straforo e mai di persona, così realizzai un’intervista (vedi il video https://vimeo.com/110445200) alla prima occasione di un mio soggiorno cagliaritano.
In seguito ho avuto l’occasione, il piacere e l’onore di filmare alcune delle loro prestazioni come per esempio la manifestazione “Cagliari ti amo” che mobilitando più di 60 attori per un centinaio di spettacoli rtealizzati nelle zone periferiche della città furono un evento enorme, gigantesco, di una professionalità musicale, teatrale, scenica, performativa unica alle quali l’Assessorato alla Cultura dovrebbe isprirarsi più spesso. Nemo profeta in patria, dice un proverbio spesso e volentieri verificato in Sardegna, dove bisogna normalmente andare fuori, per vedere riconosiuti i propri talenti.
Sperando che i numerosissimi allori raccolti dalle nostre Lucide Sottili facciano capire alla Municipalitò ed alla Regione che bisognerebbe assolutamente offrirgli un teatro alfine di poter continuare nella loro opera non solo scenica e teatrale ma anche e sopratutto pedagfogica, non solo rispetto alla popolazione che adora i loro spettacoli ma anche come laboratorio per aspiranti attori, il corpo di ballo che accompagnò Cagliari ti amo fu assolutamente sublime.
Vittorio E. Pisu
http://zackcalhoon.blogspot.com/2023/04/people-you-should-know-tiziana-troja.html https://vimeo.com/110445200)
Era il 24 aprile 1370 una nave spagnola con a bordo persone e merci, fu sorpresa da un’improvvisa tempesta al largo del porto di Cagliari.
Il comandante, per ritardare l’affondamento, ordinò ai marinai di gettare tutto ciò che era presente nella stiva. Intanto, i passeggeri invocarono la Madonna, pregandola di salvarli.
Una grande, pesantissima cassa di carrubo, fu lanciata in mare per ultima ma non affondò.
Galleggiò tra le onde. Al suo passaggio, nel cielo si apriva uno squarcio e la tempesta si placava.
Seguendo quella cassa verso la costa, i marinai riuscirono ad approdare sani e salvi al porto di Cagliari.
Poi tutti si precipitarono verso la spiaggia di Bonaria, a Su Siccu, per cercare di aprire la cassa che si era arenata.
Dopo inutili e svariati tentativi, chiamarono i frati mercedari del convento situato sul vicino colle.
Loro riuscirono, in pochi istanti, ad aprire la cassa e con grande sorpresa, all’interno della cassa trovarono una statua della Madonna con una candela accesa.
La chiamarono “Nostra Signora di Bonaria”. Fu qui che i conquistatori spagnoli conobbero il culto della Madonna di Bonaria, cui avrebbero intitolato, nel Nuovo Mondo, la città di Buenos Aires.

Il 24 aprile 1870, in occasione del quinto centenario della scoperta del simulacro, il simulacro della Vergine, su decreto del Vaticano, venne incoronato durante una solenne cerimonia.
In quella stessa data il Papa Pio X stabilì per quel giorno liturgico la celebrazione della festa di Nostra Signora di Bonaria.
Il santuario di Nostra Signora di Bonaria è un complesso religioso della città di Cagliari situato in cima al colle omonimo.
È uno degli edifici mariani più importanti della Sardegna ed è costituito:
-dal santuario in stile gotico-catalano risalente alla prima metà del XIV secolo; qui è custodito il simulacro di “Nostra Signora di Bonaria” (o “Madonna di Bonaria”), titolo dato alla Madonna, come patrona massima della Sardegna e di Cagliari, protettrice dei naviganti.
-dalla basilica risalente al XVIII secolo, in stile neo- classico, elevata dapprima a basilica minore da Pio XI nel 1926[1], poi a vera e propria basilica nel 1952 da papa Pio XII[2];
-dal cimitero-parco monumentale omonimo;
-dal convento omonimo gestito dall’Ordine dei padri mercedari, che altresì officiano, come sede parrocchiale, le funzioni religiose.
Nel chiostro, è presente anche il Museo di Bonaria.
Il santuario è la parte più antica del complesso e fu il primo esempio di architettura gotico-catalana in Sardegna.
Nel 1324, durante l’assedio di Castel di Castro, l’infante Alfonso fece costruire su questo colle, detto in catalano di Bon Aire ovvero “buona aria”, una cittadella fortificata.
Nel 1326 Pisa abbandonò per sempre la Sardegna e, nel 1335, il re donò l’area di Bonaria ai frati dell’Ordine di Santa Maria della Mercede, all’epoca nel suo massimo splendore, i quali vi fecero costruire un convento con annessa la chiesetta, di stile catalano-aragonese.
La costruzione della basilica, che affianca il santuario, risale al 1704, quando i frati mercedari decisero di edificare una chiesa più grande in onore del-