JAPANIMANDO N. 32

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WEBZINE FREE DOWNLOAD by A.C. JAPANIMATION - Anno IV - n. 32

ALESSANDRA TRITAPEPE - Foto di SALVATORE ALFANI

NEWS COSP LAY

CULTURA MUSIC A

EVENTI


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EDITORIALE

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entornati a tutti su queste pagine di JAPANIMANDO! Questo mese c’è una sorpresa per voi, ovvero: abbiamo dato inizio al progetto “WONDERGATE ITALIA”, ovvero una nuova trasmissione che andrà presto in onda su Rete Oro (digitale terrestre), Canale 830 di Sky ed in streaming. Naturalmente avrà la stessa missione della nostra webzine, ovvero dare visibilità non solo al nostro raduno cosplay ma anche a tutti coloro che amano il mondo del fantastico. In attesa del suo imminente esordio televisivo che avverrà entro la prima decade di febbraio (occhio alla nostra pagina “Wondergate Italia” su Facebook), pos-

siamo comunque invitarvi ad aderire a questo nostro progetto, richiedendoci le informazioni utili contattandoci via e-mail (japanimation@libero.it): siamo qui per voi, come sempre. Invece, per quanto concerne questo nuovo numero di JAPANIMANDO, potete vedere come anche stavolta abbiamo inserito un numero consistente di news molto interessanti inerenti ad argomenti e personaggi per tutti i gusti; grazie quindi a tutti coloro che ci inviano le proprie news contribuendo al successo di questo bollettino informativo dell’associazione culturale Japanimation. Vi auguriamo una buona lettura!! V. D’Amico

SOMMARIO Il mondo di Giuditta Sartori ........................... Kipple Officina Libraria: il futuro è qui ......... “3 Sassari Cosplay 2014”................................. Il progetto “Gaijin Fumetti”............................ Il ritardo dell’Italia ............................................. “Cosplay’s performance” a Pomezia............. Teresa Di Gaetano e le sue passioni............. Raccontiamo Walt Disney (Parte 1) ............. L’“Oltremondo Fantasy” di Marta ................ “Una lacrima dipinta di nero” Project.......... “Metropolis”: un mito senza fine ................... “Orologi senza tempo”: l’antologia ............... Ecco a voi... “Nuova Galatia Saga”................. L’arte di Febe Sillani.......................................... Il libro d’oro di Daren Wood ......................... “Star Trek”: la serie animata............................ “100 matite per Pinocchio” ........................... “Q Press”: ecco il nuovo tris editoriale ....... Antonina Pulvirenti si racconta...................... “Sheena”: la pin-up della jungla....................... 57 anni di scuola giapponese .......................... D.Gray-Man ........................................................ Mammastar feat. Mirko Fabbreschi ............... “Valecenter”, il fantasy è qui ........................... Trasformer “Triple Changer” ......................... “Mass Effect Italian Cosplayers” .................... Toshio Maeda al “Comiconvention 2014”... “Otaku-Nerd Trivial Night” ............................ Gli “AniMatti”: musica e divertimento ......... “6° Concorso di Narrativa Horror” ............ Sogni e progetti di Mauro “Emme” Forte ... Sergio Toppi e “La storia in verticale”.......... “Capitan Harlock”: due o tre cose sul film . Una mostra per non dimenticare.................. Cercasi appassionati di fumetti e... ............... “Dragonero” n. 8: il fascino del male ............ “Ultra Street Fighters IV” a Roma ................ Shockdom presenta “Gleedy Flower”.......... “Project Nerd Reboot” ...................................

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IL MONDO DI GIUDITTA SARTORI

Su Facebook: Giudy-Chan (Giuditta Sartori) - https://www.youtube.com/user/stripslasitcom

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ono sulle pagine di JAPANIMANDO o sbaglio?!? È un onore essere qui tra voi!!! Konnichiwa, io sono Giuditta, 25 anni... Uhmmm... Come potrei presentarmi?!... in una parola direi che sono “un’artista”, mi è sempre piaciuto come termine! Forse un po’ esosa come definizione, ma racchiude un po’ tutto quello che faccio (insomma “tuttofare” ha meno appeal!). Innanzi tutto, disegno! Disegno fin da quando ero piccola, passando per il liceo artistico e poi per l’Accademia di Belle Arti di Brera (scuola di Decorazione). Cosa disegno? Illustrazioni, principalmente legate al mondo del fumetto, disegno a matita e coloro a tavoletta grafica. Per ora ho lavorato come illustratrice per libri di didattica e di narrativa

per bambini. I fumetti e i libri per bambini sono le cose migliori che si possano disegnare: mondi così ricchi di colori, di elementi fantastici, pieni di buffe creature, divertenti e lasciano spazio alla fantasia. Parallelamente alle illustrazioni porto avanti i miei lavori “artistici”. Realizzo quadri usando principalmente il filo di lana come mezzo espressivo, col quale “disegno” volti, mani, figure, quasi in 3D! Lavori con i quali partecipo a mostre e concorsi d’arte. Ma il mio legame col mondo del fumetto non finisce qui! Infatti potrete spesso incontrarmi alle fiere del fumetto vestita in uniforme scolastica giapponese! No, non è un cosplay! Si tratta di Miyuki, il personaggio che interpreto nella web series “Strips! La sitcom”, sul web


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già da un anno. “Strips!” è infatti la prima web series ambientata in una fumetteria e raccoglie al suo in-

terno una serie di personaggi tipici di quel piccolo microcosmo pieno di fumetti, action figures e

quant’altro. La prima stagione di “Strips!” la trovate già online sul nostro canale You Tube e in onda tutti i giorni su Neko Tv, ma sono già iniziati i lavori in corso per la prossima stagione, quindi teneteci d’occhio che arriveranno grandi novità! Il mio personaggio, Miyuki, è proprio la classica Shojo Girl, tenera, ingenua, dagli occhioni dolci, che veste alla marinaretta, ma che sotto sotto potrebbe nascondere un passato fitto di misteri... Naturalmente io adoro i fumetti, ho iniziato con i cartoni animati e alle scuole medie, una volta scoperti i manga ho disegnato i miei primi fumetti! Da lì poi mi sono appassionata a tutto quello che sta attorno al fumetto, dalle fiere, i cosplay, ecc. Un piccolo accenno a un’altra mia passione, lo Steampunk! Molti lo definiscono erroneamente come co-

splay, ma cosplay non è... è più che altro uno stile, nulla vieta poi di fare il cosplay di qualsiasi personaggio reinterpretato in chiave Steampunk. Infatti nelle fiere o mi si trova nei panni di Miyuki di “Strips!” o col mio outfit Steampunk, realizzato con moooolta cura, soprattutto per i dettagli. Orologi, vecchie cipolle, lancette, ingranaggi arrugginiti, chiavi, fanno parte della “ferraglia” che mi porto dietro nelle fiere! La moda Steampunk si sta diffondendo sempre di più, anche nelle fiere è sempre più facile incontrare “fratelli di ingranaggi” ed è affascinante ogni volta osservare come gli altri interpretano lo stile Steampunk. Non lo nego, mi piacerebbe moltissimo, davvero molto fare del vero e proprio cosplay, e non è detto che prima o poi riesca a farlo! Giuditta Sartori


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KIPPLE OFFICINA LIBRARIA: IL FUTURO E’ QUI www.kipple.it - http://kippleblog.blogspot.it - Su Facebook: Kipple Officina Libraria

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ominciamo col dire che Kipple Officina Libraria è una factory multimediale, che articola la sua produzione in vari campi artistici: musica, letteratura, visual art, happening multimediali e altro ancora, senza frapporre limiti alla creatività degli artisti che orbitano nell’universo Kipple. La storia di Kipple Officina Libraria nasce da molto lontano: nel maggio 1995 Lukha B. Kremo crea le edizioni Kipple, nell’intento di diffondere una certa cultura underground, che in Italia trova pochi sbocchi editoriali. Le prime edizioni sono ciclostili a colori a basso prezzo che presentano rac-

conti cyberpunk. L’anno seguente Kipple sbarca su Internet. Nel 1997 Kipple pubblica i primi ciclostili con copertina trasparente. Nel 1998 assume la denominazione attuale di Kipple Officina Libraria. A inizio aprile 1999 esce il primo libro stampato in tipografia, in 1000 copie numerate. Il 10 aprile 1999 viene allestito il primo reading-performance al Deposito Bulk di Milano. Nel settembre dello stesso anno si fa strada l’idea della rivista-fanzine Avatär, il cui primo numero esce nel gennaio 2000. All’inizio del secolo nascono i primi progetti di mail-art. Nel giugno 2000 viene acquistato il dominio kipple.it. Da questo momento è possibile acquistare online i

prodotti Kipple. Nell’estate del 2001 prende il via il progetto-fanzine Miroir du Gourmet, che dichiarerà fin da subito la propria conclusione solo con il decesso di papa Giovanni Paolo II. Nella primavera 2002 Avatär si aggiudica il Premio Italia per il Miglior Saggio Amatoriale. Nella primavera 2003 Avatär si aggiudica i Premi Italia per la Migliore Rivista Amatoriale e il Miglior Saggio Amatoriale. Nell’estate 2003 si inaugura la prima collana di cd, Intonarumori. Nel settembre 2004, da un progeto di mail-art (l’Azione Oscura, indetta da Vittore Baroni) scaturisce l’idea della N/azione oscura KaosSf (Kipple Avatär Obscura Societas-Second Founda-


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tion) che viene poi realizzata il 21 dicembre. Dopo nove numeri (come gli avatära della tradizione indù) esce il decimo e ultimo numero della rivista Avatär (secondo la stessa tradizione il decimo avatära chiuderà i tempi) nel novembre 2004, concludendo il progetto. Nel marzo 2005, dalle ceneri di Avatär nasce la collana inizialmente denominata Bibliotheka di Avatar: inaugura la collana un’antologia del grande Vittorio Catani. Nel marzo 2006 si inaugura la collana Versi Guasti con Eugenio Cavacciuti (Ettore Fobo). Nel febbraio 2007 si inaugura la collana V. Nei primi mesi del 2008 nasce il Premio Kipple. Nell’aprile 2008 parte la

collana Camaleonte, esce il primo volume di L’arabo per tutti, primo manuale in Italia di arabo dedicato ai bambini italiani arabofoni. Il primo Premio Kipple viene assegnato a I signori del Malsem di Biancamaria Massaro. Nel settembre 2009 la redazione si allarga al Premio Urania Francesco Verso e a Sandro “Zoon” Battisti. La seconda edizione del Premio Kipple è vinta da Ultima pelle di Alberto Cola. È del novembre 2009 il progetto-collana PayPerBook, terminato nel 2011. Nel gennaio 2010 la Bibliotheka di Avatar assume la definitiva denominazione di Avatar. A marzo si inaugura la collana di minibooks Capsule. A maggio kipple.it cambia manteiner e a ottobre si

inaugura l’attuale sito. La terza edizione del Premio Kipple va a La pesatura dell’anima di Clelia Farris. Nell’ottobre 2010 Kipple inizia la vendita di eBook in formato ePub con tre collane – eAvatar, Capsule,V. – e bandisce il Premio Short Kipple per i racconti. A dicembre Kipple è la prima casa editrice in Italia a vendere più eBook che libri cartacei. A gennaio 2011 si aggiunge la collana eBook K. Il primo Premio Short Kipple viene assegnato ex aequo a Giuseppe Agnoletti e Domenico Mastrapasqua. Ad agosto 2011 Kipple inaugura la vendita di eBook in formato Mobi su Amazon.com, Amazon.uk e Amazon.de, a ottobre su Amazon.fr, da dicembre su Amazon.it e Amazon.es., raggiungendo la prima posizione degli eBook più venduti in Italia (di tutti i generi) e mantenendola per una settimana, a dicembre dello stesso anno, e prima, per 3 mesi circa, da dicembre a febbraio 2012, tra gli eBook di fantascienza. La seconda edizione del Premio Short Kipple va a Scarti di Roberto Bommarito. La quarta edizione del Premio Kipple è assegnata a Il canto Oscuro di Alessio Brugnoli. Da giugno 2012 la produzione Kipple è distribuita sull’Apple Store. La quinta edizione del Premio Kipple è assegnata a I


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negromanti di Alessandro Forlani (che è uscita però per Mondadori con il titolo I senza-tempo, per aver vinto successivamente il premio Urania). La terza edizione del Premio Short Kipple va a I transmortali di Paolo Durando. La sesta edizione del Premio Kipple è assegnata a L’era della dissonanza di Matteo Barbieri. Nel biennio 2012-2013 la distribuzione su Amazon si è allargata a comprendere oltre a Italia, Usa, Uk, Francia, Germania e Spagna i seguenti Paesi: India, Canada, Giappone, Australia, Brasile e Messico. Al momento (inizio 2014), la redazione di Kipple Officina Libraria ha subito una trasformazione: Francesco Verso è uscito dalla struttura editoriale, ora composta dal fondatore Lukha B. Kremo, Sandro “Zoon” Battisti, Luigi Milani e Ksenja Laginja.

Particolare non secondario, Kipple si configura oggi come casa editrice non solo a forte vocazione multimediale, ma anche “dislocata”, dal momento che la sua redazione si divide tra Torriglia, Milano, Livorno, Genova, Roma e anche Malta. Un piccolo... Impero che svolge la sua attività in Rete e che dalla Rete trae linfa vitale, proponendo realtà Fantastiche e SF del tutto particolari, perché l’originalità è sin dalla sua nascita la cifra distintiva di questa casa editrice. E per il futuro sono attese interessanti novità, che verranno disvelate a tempo debito. Concludiamo questo excursus con un annuncio: Kipple Officina Libraria ha appena bandito per l’anno 2014 la VII edizione del Premio Kipple per il miglior romanzo di genere fantastico. KOL Staff


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“3° SASSARI COSPLAY 2014” Su Facebook: Sassari Cosplay

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abato 8 Marzo presso il centro commerciale La Piazzetta si svolgerà la terza edizione del “Sassari Cosplay”. L’evento consiste in una gara cosplay che si svolgerà durante il pomeriggio a partire dalle ore 17.00 al

primo piano del centro commerciale. Per poter partecipare alla gara ci si dovrà iscrivere compilando il modulo che trovete a questo link: (ancora non disponibile ma lo sarà a breve) entro e non oltre il 28/02/2014 bisognerà versare anche

la quota d’iscrizione di 5 € (a partecipante) pena la cancellazione della stessa. I possessori di Tessera Gold sono esenti dal pagamento dell’iscrizione. Tutti i cosplayer iscritti alla gara dovranno trovarsi in loco entro le ore 16.00 per firmare le libe-

ratorie e conoscere il loro posizionamento nella scaletta di partecipazione. Una volta terminata la gara la Giuria si ritirerà per decidere chi premiare nelle seguenti categorie: Battesimo Cosplay; Premio Acclamazione; Premio Simpatia; Premio Somiglianza; Miglior Accessorio; Miglior Esibizione; Miglior Gruppo (3 o più persone); Miglior Coppia; Miglior Maschile; Miglior Femminile. La Giuria sarà composta da cosplayer di primissimo livello: Valentina Hernández Gutiérrez rappresentate Messicana al WCS 2010 e cosmaker; Luca Buzzi Vincitore del WCS 2010 - Vincitore ICC (italian Cosplay Contest) 2009 e 2013; Massimo Barbera https://www.facebook.co m/massimo.barbera?fref= ts Vincitore del WCS 2013 (world cosplay summit) in coppia con Andrea Vesnaver. Presenteranno la serata: Vincenzo Pilo Presidente Associazione Sassari Cosplay con Alessandro Capra http://www.trovalavoce.it/ita/150-capraalessandro.html Voce ufficiale Edward Kenway - Assassin’s Creed 4, Max Joseph Catfish. Vincenzo Pilo


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IL PROGETTO “GAIJIN FUMETTI” Su Facebook: Gaijin Fumetti

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alve amici di JAPANIMANDO e grazie infinite per l’opportunità di farci conoscere, siamo la “Gaijin Fumetti”, un gruppo di appassionati che nasce dalla voglia comune di mettere assieme idee e svilupparle per dare un punto di riferimento a tutti coloro che amano il mondo dei fumetti e tutto ciò che vi ruota attorno! Beh che dire, la nostra idea nasce parecchi anni fa, quando i membri principali della Gaijin legavano le prime amicizie... Poi, tra fortune alterne e vicende grottesche che hanno attraversato un oscuro tunnel temporale di quasi 10 anni, il gruppo “Gaijin Fumetti” vede finalmente la luce! Nascono i primi fumetti ed i primi racconti, si discute e ci si confronta con una realtà editoriale affatto semplice per quanto riguarda il mercato del Sud Italia... infine, esplode il fenomeno “Etnacomics”, luogo in cui i sogni di ogni appassionato di fumetto ed animazione possono finalmente prendere il volo... sogni che stavano per coinvolgere pure noi... Noi, cresciuti a “pane e Goldrake”, stavamo finalmente materializzando i nostri desideri di portare su carta tutte le folli idee che ci giravano in testa da tempo! Ed è proprio per questa voglia di emergere dal background a cui il Sud costringe chi ama esprimersi attraverso il disegno che noi della Gaijin ci terremmo a dire la nostra! Sulla nostra Fanzine “Gaijin Magazine” troverete fumetti quali “The Last Game” (comico/grottesco), “Daiatron”

(robotico), “Overdrive” (action/horror) e molti altri ne arriveranno presto... ma non solo, troverete recensioni di film giochi e cartoni, racconti, fan-art, cosplay e tanto altro ancora! Doverosa è una carrellata sul gruppo “Gaijin Fumetti”, formata da David Rizzotti (Coordinatore quasi-tuttofare), Alessandro “Darkside” Cocuzza (realizzatore dei principali fumetti della rivista), Carlo “fabio” Giuffrida (curatore degli articoli e degli editoriali) e la nostra New Entry Elisabetta “Ransie” Camaggi (curatrice della sezione Eventi) Altro da aggiungere? Non credo, lo faranno nei loro cuori chi crede in noi e ci ha dato fiducia, spingendoci a perseverare nella realizzazione di questa fantastica avventura... A presto!!! GF Staff


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IL RITARDO DELL’ITALIA

http://digilander.libero.it/romanzi/ - www.psicologi-italiani.it

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l fumetto, nonostante buone tradizioni del racconto per immagini, tardò a diffondersi ed a svilupparsi: il balloon comparve in Italia soltanto nel 1932, sostituendo le cantilenanti rime poste in calce alle vignette che limitarono non poco le potenzialità creative di disegnatori e soggettisti. La trasformazione del giornale illustrato in vero e proprio periodico a fumetti era ostacolata, oltre che dai pregiudizi culturali, anche da più precise direttive politiche espresse attraverso l’organo di con-

trollo delle manifestazioni culturali istituito dal regime, il Miniculpop. Quello che non si voleva accettare era la predominanza dell’immagine sulla parola, che preoccupava soprattutto i pedagogisti; non solo quelli fascisti, ma anche quelli cattolici. (Da Manuale di psicologia del fumetto, Edizioni Psiconline, 2012) Marco Minelli


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“COSPLAY’S PERFORMANCE” A POMEZIA http://artetremila.altervista.org - Su Facebook: Mario Buonanno

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ella serata di domenica 19 gennaio 2014 presso la Torre Civica in Piazza Indipendenza a Pomezia si è conclusa la manifestazione “Cosplay’s performance” con l’esibizione di alcuni dei cinquantacinque Cosplay convenuti. La manifestazione organizzata dall’associazione culturale Artetremila e patrocinata dalla Città di Pomezia Assessorato Turismo

e Cultura e stata un raggio di sole che ha animato il centro di Pomezia in un week-end grigio. Ragazzi di ogni età provenienti da tutta Italia sono convenuti per la prima volta a Pomezia per rappresentare il mondo dei Cosplay. Una manifestazione che ha riscosso grande interesse tra i visitatori della mostra fotografica e soprattutto tra


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i tanti bambini che sono accorsi per farsi fotografare insieme ai propri eroi preferiti. Quest’ultimi hanno richiesto una nuova manifestazione dei Cosplay e Artetremila ha accolto l’invito. In serata, dopo l’esibizione dei Cosplay, la giuria ha assegnato il primo premio: “Prima Edizione Cosplay 2014 Pomezia” a Cristian Draghi e Mattia Persilli nel ruolo di Batman

e Robin. Secondo classificato Alessandra Tritapepe. Terzo classificato Francesca Gioffredo nel ruolo di Zelda. Premio speciale ad Aurora e Stella nel ruolo di Rapunzell e Anna Frozen. L’associazione Artetremila ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione. Artetremila Staff


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TERESA DI GAETANO E LE SUE PASSIONI http://terrysfantasy.blogspot.it - Su Facebook:Teresa Di Gaetano

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iao a tutti i lettori di JAPANIMANDO! Mi chiamo Teresa Di Gaetano. Amo molto leggere e scrivere, i gatti, la pizza, il pattinaggio sul ghiaccio, la moda, ascoltare musica pop, fare fotografie ai paesaggi. Sono un’inguaribile romantica, non disdegno infatti di leggere i romanzi rosa della Steel, oltre che mi cimento a scriverli. Taciturna ed entusiasta per tutto quello che riguarda la scrittura, mi piace stare insieme alle persone, però a volte anche da sola. Ho viaggiato molto con i miei amici ed ho visto posti di incontaminata bellezza! Il mio sogno nel cassetto però ovviamente è uno

solo: diventare un giorno una brava e affermata scrittrice. Chissà se si coronerà... Oltre ai romanzi rosa,

un’altra mia grande passione è il genere fantasy. Non a caso, nel lontano 1994 ho ideato la saga fantasy “La sabbia delle

streghe”. Inizialmente composta solo da 5 libri, col tempo sono nate le idee per gli altri volumi della saga, fino ad arrivare all’incredibile numero odierno di 12. Spero di scriverli tutti col tempo e soprattutto con calma. L’idea di scriverla è nata dopo aver letto il bellissimo e intramontabile fantasy di Micheal Ende, La Storia infinita. Il primo libro della mia saga fantasy e primo libro della trilogia dedicata alla principessa Primrose (La sabbia delle streghe – La leggenda di Primrose) l’ho scritto proprio nell’anno in cui ho ideato la saga, infatti è l’unico romanzo che possiedo scritto a penna su un quadernetto,


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perché gli altri sono invece stati subito battuti al pc, quindi dattiloscritti. Questo romanzo tratta di una sorta di viaggio “metafisico”, se è così che possiamo definirlo, della protagonista che non ha un nome. Io l’ho chiamata, provvisoriamente, Io. Un giorno si ritrova sperduta ne Il deserto della solitudine. E lì incontra una guida, Chesterfield, che la darà una missione da compiere: salvare la principessa Primrose e il principe Chidley, sovrani del GranRegno, e prigionieri di un malvagio mago, Ozark. E... non voglio svelare altro, per non rovinare il finale a nessuno! Il secondo (La sabbia delle streghe – Alla ricerca dei ricordi) che sta uscendo proprio in questi giorni per la youcanprint in for-

mato cartaceo, è anche il secondo della trilogia dedicato alla principessa Primrose. In questo romanzo, sono trascorsi alcuni anni e la principessa Primrose ha trascorso tutto questo tempo al Castello insieme a sua madre e all’amato sposo, il principe Chidley. Stanca di attendere, Primrose però decide di partire da sola per cercare i suoi ricordi di principessa. E il resto naturalmente è tutto da scoprire... Non per spezzare una lancia a mio favore, ma questo libro è abbastanza particolare, esce diciamo un po’ fuori dagli schemi classici del fantasy, in quanto ho mescolato due diversi generi: la fantascienza e l’urban fantasy. E quindi è nato un mix davvero molto originale, oltre che insolito.

Nell’estate 2013, quindi prima che uscisse questo secondo volume della saga, ho pubblicato sia su Amazon che per la youcanprint, il nono libro che si intitola “La sabbia delle streghe – Yinger e l’Antico Tomo”. Ho potuto farlo perché Yinger è un’eroina a parte che si muove però nel fantastico mondo de La sabbia delle streghe, cioè attualmente non è collegato ad alcun libro della saga, si può leggere in modo indipendente. Per questo romanzo ho utilizzato strutture e linguaggio semplicissimi. Non a caso il libro è adatto ad un pubblico adolescenziale, però anche un adulto, se vuole, può fare una piacevolissima lettura data la scorrevolezza del testo. La storia in poche battute è la seguente:Yinger è

una maga dueng, un particolare tipo di maga. Sua nonna, Aduial, le affida una missione molto importante: portare l’Antico Tomo nella città di Akyab per salvarla dalla tirannia del mago malvagio Zhoseng. Così Yinger, insieme al suo amico di infanzia Aless, parte per questa missione. Alla fine dovrà però fare una grande scelta. Attualmente sto correggendo l’ottavo libro della saga: “La sabbia delle streghe – Rosehan e la spada di Shanas”. Il libro è già stato scritto, però ovviamente va rivisto, rimeditato e corretto. In ogni caso spero tanto che esca presto! Ma per scoprirlo continuate a seguirmi...Vi aspetto! Teresa Di Gaetano


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RACCONTIAMO WALT DISNEY (PARTE 1) Su Facebook: Walt Disney e il suo magico mondo

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n occasione dell’uscita al cinema di due eventi collegati alla figura di Disney (ne parlerò alla fine della recensione) quale momento migliore per parlare di lui e del suo impero incentrato sull’intrattenimento, sulla fantasia e sui sentimenti

genuini. Walt Disney (nome completo Walter Elias Disney) nacque il 5 dicembre del 1901 a Chicago nell’Illinois da padre di sangue irlandese e da madre tedesca. Il nonno paterno, Arundel Elias Disney, era nato in

Irlanda ed era il discendente di Robert d’Isigny, di origine francese, che era giunto in Inghiletrra con Guglielmo il Conquistatore nel 1066. Molto probabilmente, Disney deriva proprio dal nome anglicizzato di Isigny che, con la sua famiglia, si era

trasferito in un villaggio della contea di Lincolnshire: Norton Disney. Nel 1906, Walt e la sua famiglia si trasferirono in una fattoria costruita sul terreno che il fratello Roy aveva acquistato a Marceline, nel Missouri. Walt qui iniziò a mostrare il suo talento per il disegno che si trasformò in passione grazie al dottor Sherwood, in pensione, che gli commissionò dei disegni a pagamento del suo cavallo di nome Rupert. Un’altra passione di Walt erano i treni. Egli, spesso, accostava l’orecchio sulle rotaie per sentire l’arrivo del treno. Infatti, Marceline era vicino la linea ferroviaria di Atchison, Topeka e Santa Fe. Suo zio, Michael Martin, era un macchinista che lavorava sulla linea tra Fort Madison, Iowa e Marceline. Walt, successivamente, ebbe un lavoro a contatto con le ferrovie vendendo giornali, popcorn e bibite ai viaggiatori. Il primo approccio, invece, con il cinema avvenne con uno spettacolo in bianco e nero sulla crocifissione e risurrezione di Gesù. La famiglia di Walt si trasferì nuovamente, a Kansas City; qui, egli frequentò, con la sorella Ruth, la Benton Grammar School dove conobbe Walter Pfeiffer il quale


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proveniva da una famiglia di appassionati del teatro che lo avvicinarono al mondo del vaudeville (intrattenimento di carattere popolare in cui si mischiava la commedia burlesca con canti e balli) e al cinema. Walt, a scuola, imitava il suo idolo Charlie Chaplin o raccontava storie ai suoi compagni contemporaneamente illustrandole sulla lavagna. Il sabato, Walt frequentava la Kansas City Art Institute dove poteva continuare gli studi di disegno. Suo padre, però, non era molto d’accordo con le sue scelte, ma Walt ebbe al suo fianco sua madre e suo fratello Roy che lo incoraggiarono sempre di

perseguire i suoi sogni. Insomma, un Walt poliedrico le cui passioni si rispecchieranno nei suoi film d’animazione futuri. A proposito delle due prossime uscite nei cinema italiani, il 10 febbraio (negli Space Cinema) non perdete il documentario intitolato Walt Disney e l’Italia-Una storia d’amore e, successivamente, il film con Tom Hanks (nei panni di Disney) Saving Mr Banks, l’incontro tra Disney e l’autrice Pamela Lyndon Travers (interpretata da Emma Thompson) che scrisse Mary Poppins. Da non perdere! Ermelinda Tomasi


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L’“OLTREMONDO FANTASY” DI MARTA http://oltremondofantasy.blogspot.it - Su Facebook: Oltremondo fantasy

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icordo il giorno in cui andai al cinema a vedere La Storia Infinita: ero piccola, ma ne fui letteralmente rapita. Ancora adesso posso avvertire quel brivido ineffabile che sentii nel momento in cui Bastian aprì il libro. Fu incredibile: attraverso di esso, il ragazzo poté vivere un’avventura che non finì allo scoccare dell’ultima pagina, ma proseguì insieme a lui, mano nella mano con la sua capacità di immaginare e di creare. Fu questo episodio in particolare ad avvicinarmi al mondo del fantastico e alle meraviglie della lettura, nei suoi molti generi. A distanza di anni, resto ancora stupita dalla capacità dell’ingegno e dell’animo umano di dare vita a scenari e a personaggi che non esistono nel senso comune dell’accezione, in un crescendo di coinvolgimento che va ben oltre la carta e l’inchiostro. Sono molti i detrattori del fantasy: francamente, mi strappano un sorriso, perché non sanno cosa si stanno perdendo e dimenticano che tra i più grandi capolavori della letteratura di tutti i tempi figurano innumerevoli componimenti di questo stampo. A ogni modo, la lettura è una fonte di bellezza, di conoscenza e di apertura mentale, in ognuna delle sue sfumature. Mi ritengo

fortunata a essere cresciuta in una famiglia che ha sempre letto tanto e che mi ha circondata di libri. Non solo: mi anche aiutata a sviluppare la mia attitudine per le materie umanistiche. Forse, senza questi stimoli, non sarei in trepidante attesa dell’uscita del mio terzo romanzo. Il primo libro che chiesi in dono fu Il Natale di Poirot, di Agata Christie: frequentavo la quarta elementare e mi ci volle un bel po’ per terminarlo. Leggevo di sera e quando lo finii fui così felice che ne desiderai subito un altro, poi un altro ancora e così via, finché non li lessi quasi tutti in pochi

anni. La passione per la scrittura è più recente: iniziai Oltremondo-Petali di rosa e fili di ragnatela, il mio romanzo d’esordio, nel 2009 e vide la luce, con la prima edizione, nel 2011. In un certo senso, accade come con la lettura: un innamoramento tale che mi spinge verso nuove storie, verso labili orizzonti che prendono forma grazie alla mia immaginazione. E, per quello che mi riguarda, la creatività è una droga: mi rende euforica, mi fa stare bene e mi reclama quando la trascuro. Dopo aver scritto tre romanzi, ho anche fatto esperienza di quanta fatica richieda:

concentrazione, ore dedicate, lavoro di “lima” che sembra non finire mai, dubbi sulle proprie capacità, perseveranza per lo sviluppo di una storia e molto altro. Ma questo è il bello! Questo è ciò che mi accompagna ogni volta che mi armo di stilografica e quaderno (sì, lo so, sono un animale del giurassico) e che sta alimentando la mia vena artistica. Al momento, sto lavorando al capitolo conclusivo della saga di Oltremondo, di cui con Edizioni PerSempre sono disponibili i primi due capitoli, ovvero Petali di rosa e fili di ragnatela e L’orizzonte delle Dimensioni. Oltremondo è assimilabile per sommi capi all’urban fantasy: unisce ambientazioni contemporanee e “urbane” a scenari cari al fantasy classico. Basata sull’esistenza di mondi alternativi, la storia ruota attorno a Siobhan, la protagonista. Ho concepito l’intero intreccio come il racconto di un momento specifico della sua vita, quello in cui viene a conoscenza della sua vera identità e intraprende un cammino iniziatico che farà di lei un’eroina guerriera. Da Milano a Oltremondo, attraverso un Portale dimensionale che può connettere tutti i mondi possibili e, proprio per questo, va usato con parsimonia.


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Siobhan, all’inizio, è una ragazza spensierata, più giovane e fresca dei suoi vent’anni, cresciuta in una Milano altrettanto spensierata che non è la nostra città, ma ne conserva qualche aspetto. Mi sono divertita tantissimo a cambiare alcuni particolari della realtà e a immaginare quali potrebbero essere gli esiti: alcune volte Milano è una città a misura d’uomo; altre, è una metropoli del futuro, o uno scenario post apocalittico o, ancora, un’ambientazione mistica. Rifacendomi alla tradizione della letteratura fantasy, che propone contenuti simbolici aldilà

della trama, ho cercato di offrire spunti di riflessione che avvicinassero la saga al nostro vissuto quotidiano. In questo modo, Oltremondo è una storia di scoperta e accettazione di sé, di coraggio, di valore, e di amore, ma anche di paura, di fragilità, di tradimento e di egoismo. Insieme a Siobhan, sono molti personaggi che concorrono allo svolgimento: ognuno di loro ha una propria natura, una personalità distintiva e il suo modo di soffrire, di gioire, di combattere e di amare. In riferimento a queste specificità, ho messo a punto una serie

di prove, che si concretizzano in viaggi sia fisici che interiori, e in scontri che li vedono impegnati contro le brame degli antagonisti ma anche contro le loro debolezze. Ogni personaggio cardine ha un dono sovrannaturale acquisito dalla nascita, che non è necessariamente positivo o negativo, ma dipende da come viene usato. Per esempio: Siobhan ha il dono di “sentire” la Vita, in tutte le sue forme. Questa capacità fa in modo che possa custodire l’Orologio - il grande macchinario sferico che tiene insieme le Dimensioni - e preservare la

Vita dell’universo ma, parimenti, Siobhan può assorbire con un tocco la forza vitale di altri esseri, traendone un intenso piacere. L’integrità morale che sceglie di avere, e con lei gli altri protagonisti eroici, fa la differenza e traccia la linea di demarcazione tra bene e male. Al contrario, gli antagonisti incarnano la brama di potere, la cupidigia e il narcisismo. Ciò non di meno, sono protagonisti a tutti gli effetti e condannarli non è sempre facile o immediato. Oltremondo si concluderà con il terzo capitolo, al momento in scrittura, ma a maggio uscirà il mio


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La tavola “Torri” - una delle ambientazioni di “Oltremondo: L’orizzonte delle Dimensioni” e il ritratto di Siobhan sono di Fabio Porfidia, create apposta per la Saga.

nuovo romanzo: Starbound. Si tratta di un fantasy classico, autoconclusivo, che figurerà nel catalogo della

storica casa editrice Armando Curcio. Sono molto orgogliosa che il mio manoscritto sia stato selezionato: sono tanti gli

inediti in cerca di editore e non è facile arrivare a un traguardo come questo. Spero che sia un riconoscimento per le mie capacità e per la mia voglia di andare avanti, che nel 2013 ha permesso di ampliare il mio curriculum con la pubblicazione per la webzine Kultural di alcuni articoli nati come riflessioni sulle mie letture. Inoltre, sempre nel 2013, il mio racconto L’Ufficio Richieste ha trovato spazio nell’antologia

di fantascienza 50 Sfumature di Sci-fi di La Mela Avvelenata. Ho presieduto, insieme agli autori Alberto de Stefano e Elvio Ravasio, alla giuria di eccellenza del premio letterario Storie Fantastiche, indetto dall’associazione culturale di Games Rebels, impegno che si rinnoverà anche quest’anno. Non mi resta che augurarmi che la mia passione per il fantasy appassioni anche voi! Un ringraziamento sentito a JAPANIMANDO e a tutti i lettori che mi seguono e mi supportano in questa splendida avventura. Buone magie! Marta Leandra Mandelli


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“UNA LACRIMA DIPINTA DI NERO” PROJECT Su Facebook: Una lacrima dipinta di nero

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ari amici di JAPANIMANDO, l’anno è appena iniziato e nell’augurarvi un buon 2014, ricco di soddisfazioni e successi per tutti, mi fa molto pia-

cere condividere con voi alcune novità. Intanto posso già anticiparvi che sto preparando il mio secondo film, un thriller che scrissi un po’ di tempo fa e che si inti-

tolerà “Una lacrima dipinta di nero”. Diversamente dalla mia opera prima (Come una crisalide aka Symphony in blood red, n.d.a.), qui proporrò un giallo moderno

e inquietante in cui bisognerà capire chi è l’assassino. Anche questo progetto sarà un low budget, prodotto dalla mia società Lu.Pa. Film, ma per essere al passo coi tempi ho voluto anch’io provare ad affidarmi al crowdfunding. Così ho attivato una campagna di raccolta fondi, rivolta agli appassionati del genere, sulla piattaforma Indiegogo.com dove è possibile contribuire con piccole somme in cambio di ricompense, che vanno dai semplici ringraziamenti nominativi nei titoli del film fino alla partecipazione con piccoli ruoli. Tra le varie formule c’è anche la possibilità di par-


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tecipare ad una sequenza terrificante, piena di orrende creature mostruose, il cui make-up verrà realizzato dalle sapienti mani del mago degli effetti speciali Sergio Stivaletti. Sarà una bella sfida, molto impegnativa, ma ho dav-

vero voglia di ritornare dietro la macchina da presa e raccontare una storia che possa lasciare agli spettatori delle forti emozioni. Se uscirò vivo da questa esperienza, una volta terminate le riprese, passerò ad occuparmi dell’orga-

nizzazione di una nuova edizione dell’Italian Horror Fest Città di Nettuno. Ci sono già molte proposte che stiamo valutando, sempre con l’obiettivo di offrire al pubblico una settimana di grandi eventi e anteprime esclusive.

Inoltre tornerà il concorso riservato ai giovani autori, sia per i lungometraggi che per i cortometraggi, con una novità nel bando di iscrizione che sarà disponibile on-line tra pochissimo sul sito www.italianhorrorfest.co m Naturalmente voi amici dell’associazione culturale Japanimation sarete sempre i benvenuti, perché il vostro lavoro di comunicazione e divulgazione è prezioso. Vi auguro di riuscire a realizzare tutti i vostri sogni, i vostri progetti e di sostenere sempre il cinema fantastico italiano. Un caro saluto a tutti. Luigi Pastore


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“METROPOLIS”: UN MITO SENZA FINE www.isolaillyon.it

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sattamente 86 anni fa il capolavoro del cinema fantascientifico “Metropolis” faceva la sua comparsa! Qual è stato il suo impatto sul mondo? Quale il suo lascito? Proprio oggi, proprio il 10 gennaio – ma del 1927, si teneva la prima di questa famosissima pellicola che probabilmente ha cambiato la storia e, soprattutto, le idee di molti. Da registi a spettatori, dopo quel giorno tutti hanno dovuto fare i conti con ciò che avevano appena visto e tentare di rendere omaggio a quell’incredibile capolavoro. Sembra quasi che stiamo parlando di aria fritta,

quindi è giusto spiegare tutto dall’inizio. Per chi non lo sapesse, “Metropolis” è una pellicola del regista austriaco Fritz Lang, che va sotto la famiglia del “cinema muto” ma anche sotto “sci-fi”, avanguardia ed espressionismo. Il film tratta le vicende di una città del futuro (Metropolis appunto), precisamente del 2026, in cui le distinzioni tra le classi sociali sono estremizzate al massimo. La torre principale della città e tutti i grandi grattacieli che la compongono sono abitati dai magnati, ricconi e imprenditori, mentre le profondità, i ghetti e i sobborghi spettano alla classe operaia, di cui nessuno ha memoria. Il tutto è raccontato dagli occhi di alcuni personaggi chiave: il dittatore e mega-ricco della situazione Fredersen, suo figlio (un po’ più coscienzioso) Freder e l’insegnante Maria. Questi sono i tre protagonisti principali ma non dobbiamo dimenticarci nemmeno di altre importanti figure come l’ inventore Rotwang e il robot da lui inventato. Riassumere qui la trama e l’intero film sarebbe stupido e inutile.Vi basti sapere che il filo conduttore della storia è incentrato sulla presa di coscienza della classe operaia riguardo la situazione in cui vive, e della


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conseguente rivolta che essa comporta. Una ribellione che non avviene mai, come si vede dai frequenti simbolismi, in maniera sminuita e frettolosa: la classe operaia stessa è un personaggio a sé stante, con tanto di caratterizzazione e di crescita mentale. Per chi

ha visto il film sicuramente sarà facile capire ciò che ho detto. Ma non è tanto la pellicola che vogliamo analizzare, quanto le scelte, i significati e soprattutto il loro eco nel mondo e nelle epoche successive. Faccio qualche esempio per farvi capire dove vo-

glio andar a parare: quando il figlio del crudele dittatore capisce cosa diavolo stanno combinando alla povera gente, prova a scendere nelle profondità e vedere con i suoi occhi il degrado degli operai, costretti a lavorare senza sosta vicino a strane

macchine. Fermando la loro attività, però, le macchine esplodono causando molte vittime, e questo effettivamente accade proprio sotto gli occhi del nostro protagonista. Ed ecco accadere la strabiliante magia cinematografica di Lang: la macchina esplosa che sta uccidendo alcuni lavoratori prende le sembianze di una bocca, di fauci fameliche che divorano gli uomini sacrificati. È un fortissimo richiamo al Dio Moloch, il quale è da sempre riconosciuto, sin dalle prime civiltà, come una divinità esosa alla quale è obbligatorio sacrificare molto. Allegoria del “Lavoro” come attività alla quale bisogna sacrificare tutta la propria forza vitale, e che porta inevitabilmente all’annullamento di se stessi (= morte)? Quando vidi la scena la prima volta pensai subito a ciò, ricordandomi di aver fatto un errore: non è il Lavoro che toglie la vita, ma chi impose quel tipo di attività così fuori i limiti.Voi concordate con me? Che ne pensate? Altra mirabolante, stupenda scena della quale non posso trattenermi di descrivere è quando vengono raffigurati gli operai a lavoro sulle loro cosiddette “macchine”: il movimento di tutte le persone avviene all’unisono, proprio come in una catena di montaggio ove le macchine condu-


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cono i lavori. Simbolo che anche l‘uomo, privato della sua linfa vitale (se preferite possiamo chiamarla anche Umanità), non è altro che un automa privo di emozioni.

Infine come non ricordare la scena in cui il robot, prendendo le sembianze della protagonista Maria (bella e maliziosa), si trasforma in un vero e proprio falso idolo ado-

rato dagli operai e che, in un fremito di lussuria e peccato, diventa allegoria della Fine del Mondo, dell’Apocalisse. Non a caso, proprio in quelle scene si nota come la Torre della città somigli molto alla Torre di Babele, costruita appunto dagli uomini per raggiungere il cielo. La ribellione porterà al collasso della Torre e al castigo (quasi come quello di Dio per i babilonesi) per i nobili che hanno osato costruirla. Non siate arrabbiati se ho potuto annoverare solo queste piccole tre

sequenze. Ma è giusto anche proseguire il nostro discorso, adesso che ci siam fatti un’idea di quanto immane sia stato il lavoro dietro una singola pellicola. Una pellicola muta è stata capace di urlare più di un film moderno con razzi, astronavi, esplosioni e altre diavolerie. Qui nasce quindi il nostro dilemma: se codesto regista è riuscito a far così tanto, in una pellicola degli anni venti, perché adesso i film odierni non riescono ad essere all’altezza? Ovviamente non


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tutti, qualche capolavoro (a modo suo) c’è, ma la maggior parte invece non smette di deluderci. Eppure, come si può evincere anche da trama e temi trattati, i rifacimenti dei nostri tempi non sono mancati e capolavori come Blade Runner, Matrix,V per Vendetta, Terminator e altri (dichiaratamente ispiratisi a Metropolis) hanno saputo sbancare sia il botteghino che la critica. Cosa è mancato, e cosa manca, allora a tutte le altre pellicole che in qualche modo hanno un filo conduttore con Lang Fritz e il suo capolavoro? Sicuramente mancato approfondimento delle storie, dei dialoghi e dei personaggi. Poi alla fine, in ogni “bisiniss” che si rispetti non si può semplicemente dar sfogo alla

propria vena creativa, ma si deve prima calcolare ordini di produttori, scelte strampalate di marketing e altre cose odiose che al giorno d’oggi strozzano l’ingegno di molti. Possiamo azzardare anche noi una metafora dicendo che “gli affari sono il cappio al collo per le idee”? O forse, andando più nel profondo possiamo trovare altre motivazioni? Che le menti di adesso non siano sensibilizzate a tal punto da produrre una così vasta gamma di concetti e di punti di riflessione? Forse i tempi che correvano hanno aiutato Lang e il suo staff a tirar fuori tutte quelle idee e quelle critiche alla loro società, di questo siamo certi. Ma cosa manca a noi più di loro? Fare un paragone del genere può sembrare

tanto stupido quanto azzeccato: non abbiamo vissuto una guerra mondiale, è vero, ma siamo costantemente sul punto di farla esplodere. Viviamo nella paura. Cosa che anche loro sentivano a causa del regime nazista più che imminente in quell’epoca. Quindi, a distanza di quasi cento anni, le differenze sono più che mai minime, ma i prodotti e i risultati delle nostre coscienze diametralmente opposti. A noi piace fare film cine-panettoni, sci-fi senza un briciolo di chiave critica o analisi sociale e tante altre belle cosine che ci fanno odiare il cinema di massa. A loro film/capolavori come questo di cui parliamo adesso. C’è qualcosa che ci sfugge in tutto questo? Dove sarà il problema? Magari è un modo per esorcizzare la

paura, la crisi e cose così? Io non ne sono totalmente convinto. Che idea vi siete fatti voi al riguardo? Tralasciando queste piccole note malinconiche, anche se vi sfido a non riconoscervi un briciolo di verità, possiamo tenere a mente che oggi è un giorno importante da ricordare per amanti di cinema, fantascienza ed arte in generale e che quindi già di per sé la sua memoria ci farà riflettere, tenendoci lontano dallo sparlare sempre delle stesse cose. Risparmiamo fiato, inchiostro e tastiere e lasciamoci per un attimo alle riflessioni che “Metropolis” ha saputo trasmetterci. Forse le risposte son tutte lì. Basta solo coglierle. Giulio Marciello


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“OROLOGI SENZA TEMPO”: L’ANTOLOGIA http://tiny.cc/orologisenzatempo - www.isolaillyon.it

Dalla collaborazione tra il Cavacon e Nicola Pesce Editore è nata l’antologia “Orologi senza tempo“, in cui importanti autori Mondadori hanno partecipato per uno scopo benefico, scopritene di più con questa recensione!

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o appena terminato di leggere l’antologia “Orologi senza tempo” che abbiamo approfondito in questo ultimo appuntamento con il Cavacon intervistandone due protagonisti (qui l’articolo con la video intervista). L’ho letta tutta d’un fiato, modellando la let-

tura alle diverse note che ognuno degli autori presenti è riuscito a suonare con le proprie parole. Ho rivisto i dettagli e le descrizioni accurate di Francesco Falconi, e i momenti epici che non mancano mai nella tessitura della rete narrativa di Licia Troisi, e la scrittura intelligente di Leo-

nardo Patrignani. Questa antologia ha visto la partecipazione dei sette scrittori Barbara Baraldi, Francesco Falconi, Leonardo Patrignani, Cecilia Randall, Emma Romero, Licia Troisi ed Emilio Zàgara, ognuno dei quali ha scritto una storia portando la propria sensibilità e passione per il fantastico in questa opera antologica. La copertina è stata illustrata da Paolo Barbieri, che come sempre ha realizzato un piccolo capolavoro. Edita da NPE (Nicola Pesce Editore), “Orologi senza tempo” ha lo scopo di raccogliere fondi per la ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, che ha subito un immane incendio nella notte del 4 marzo 2013. Gli scrittori che hanno voluto impegnarsi per questo fine così nobile si sono sin da subito messi a lavoro per produrre questa antologia che oggi è pronta per essere venduta, e tutti i proventi infatti verranno destinati a questa causa benefica. Sette storie tutte diverse fra loro colorano la caleidoscopica antologia, che raccoglie racconti incentrati sulla Città della Scienza e sul territorio di Napoli, o che toccano di striscio la vicenda, ma che comunque sono correlate in modi magici, metafisici, storici, a quel posto e al bisogno di speranza


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che è necessario e doveroso. Ognuna di esse porta il lettore in contesti totalmente lontani tra loro, ma avvinghiati dal trait d’union di un posto così importante che è andato perduto, segnando una sconfitta ed una cicatrice in una terra che viene rappresentata come reale, lontana, inesistente, antica milioni di anni. Da appassionato di fantasy posso dire che i racconti che ho apprezzato maggiormente sono stati i racconti “La contessa di sangue” ed “Acqua e Fuoco“, rispettivamente di Francesco Falconi e Licia Troisi. Il mondo del fantastico viene ripreso in varie chiavi in questo lavoro antologico, ma non riuscirei mai a preferire altro dinanzi ad una gotica contessa assetata di sangue di giovani vergini e di uno scontro epico

tra viverne e draghi, che ho trovato in queste due storie. Per chi conosce o ha già letto libri di qualcuno dei sette scrittori sarà piacevole ritrovare lo stile e le caratteristiche in questi racconti, la cui antologia rappresenta un piccolo gioiello che racchiude tutte le più importanti penne del fantasy italiano. Ognuno con il proprio stile e le ambientazioni più congeniali è riuscito a incastonare in questa opera la sua pietra preziosa, che insieme alle altre disegna un percorso di speranza e di un futuro migliore. Parlarvi singolarmente di ogni storia ridurrebbe la piacevolezza di ritrovare i propri autori preferiti espressi in un nuovo libro, quindi lascerò a voi questo piacere. Questa qui sotto è intanto la copertina di “Orologi senza tempo”.

Per avere maggiori informazioni sull’antologia “Orologi senza tempo” e per acquistarla online basta visitare il sito di EDIZIONI NPE, dove la trovate in prevendita.Vi ricordo che attraverso l’acquisto di questo veicolo di cultura e fantasia andrete a favorire la ricostruzione della “Città della Scienza”. Tutta la redazione fa un grande in bocca al lupo al progetto e ringrazia quanti di voi decideranno di acquistarlo o l’hanno già fatto! Contiamo di fare un giorno un articolo o un’intervista in quella che sarà la nuova Città della Scienza, ricostruita grazie a tutti coloro che hanno puntato sulla speranza e sulla voglia di ricostruire. Buona lettura. Luca Scelza

GLI AUTORI Barbara Baraldi Scrittrice e sceneggiatrice, autrice di thriller tradotti all’estero, è particolarmente nota per i suoi romanzi urban fantasy. Pubblica per Mondadori le saghe Scarlett e Striges. È attiva anche nel mondo del fumetto, in cui si è distinta con la storia Il bottone di madreperla per «Dylan Dog». Francesco Falconi Autore molto eclettico, ha esplorato molti generi letterari appartenenti alla galassia young adults: dal weird, al gothic fantasy. Ha esordito con la trilogia di Estasia, per Armando Curcio Editore, ma ha pubblicato anche per Piemme e Mondadori. Con quest’ultimo editore ha pubblicato il libro Muses di cui sono stati opzionati i diritti cinematografici. Leonardo Patrignani Musicista e doppiatore professionista, ha esordito nel 2012 nella narrativa per ragazzi, entrando nel mondo dell’editoria con la saga Multiversum, di genere sci-fi. In breve tempo i suoi libri hanno raggiunto il successo, venendo tradotti in oltre diciotto Paesi. Cecilia Randall Autrice di romanzi fantasy e fantastorici, ha esordito con la trilogia Hyperversum (Giunti). Amante dei fumetti e del cinema, lavora come web


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designer. Con Mondadori ha pubblicato Gens Arcana e Millennio di Fuoco – Seija. Emma Romero Emma Romero è uno pseudonimo. Appassionata di film dell’orrore, musicista, ha pubblicato il romanzo Garden – Il giardino alla fine del mondo (Mondadori, 2013).Vive e lavora a Milano. Licia Troisi Astrofisica e autrice fantasy bestseller, ha ampiamente superato il milione di copie vendute. È soprattutto nota per le storie ambientate nel

Mondo Emerso, ciclo narrativo in nove volumi e tradotto in tutto il mondo. Dotata di uno stile narrativo veloce e accattivante, è una scrittrice prolifica, e ha contribuito a sdoganare il genere fantasy in Italia. Emilio Zàgara Appassionato di letteratura classica, nell’ultimo decennio ha collaborato con molte riviste sotto differenti pseudonimi. Sta lavorando al suo romanzo d’esordio, che verrà pubblicato nel 2014 dalla stessa Nicola Pesce Editore.


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ECCO A VOI... “NUOVA GALATIA SAGA” http://tinyurl.com/marafontana - Su Facebook: Nuova Galatia Saga

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iao lettore di JAPANIMANDO! Mi chiamo Mara Fontana, sono una scrittrice indipendente e mi piacerebbe parlarti del mio mondo fantasy e delle sue storie. Innanzitutto, perché ho scelto proprio il fantasy? Di sicuro non soltanto per il puro fascino di draghi, druidi e cavalieri. Amo il genere fantasy per il suo grande potere allegorico: utilizzare simboli e metafore per rivelare tristi e scomode realtà, sperando nella sottile capacità di riflessione del lettore, è stimolante, istruttivo e a volte persino divertente. Il mio progetto, la “Nuova Galatia Saga”, è nato nel lontano 2007 in seguito a diversi mesi di studi sulla mitologia nordica e celtica, brittonica e gaelica, alle quali è liberamente ispirato. Difatti, l’ambientazione è al-

quanto diversa dal consueto “fantasy”; è un mondo non strettamente medievale ma, anzi, capace di inglobare diverse suggestioni. È il paradigma di tutto ciò che ci circonda: un complesso miscuglio di archetipi della nostra civiltà storica, consolidati, o meno, nel corso dei secoli. Ingredienti principali dei miei libri? Sacerdotesse guerriere, magia ispirata al druidismo, tradizioni antiche e dimenticate, culti legati alla natura, festività di un tempo, intrighi amorosi, sordide macchinazioni, sogni infranti, guerre, creature fantastiche e qualche piccolo mistero. Ricettina un po’ pesante, lo ammetto, ma stemperata qua e là da qualche battutita dalla discutibile ironia. Nei miei romanzi particolare spazio è stato volutamente dato ai personaggi.

Sono loro a fare le storie. Loro stessi sono “la” storia: ciascuno di essi si porta dentro, come tutti noi, le proprie esperienze di vita, il modo in cui le ha affrontate, le influenze delle persone che ha avuto accanto, la debolezza nel cedere o la forza di reagire. Sono, da una parte, il frutto della società in cui sono nati e cresciuti, dall’altra, della volontà e della loro autodeterminazione, e tutti, con la loro crescita interiore ottenuta a suon di errori, scelte e compromessi, decidono il loro destino. Sì, ok, ma di che parla il primo libro? La sua trama è molto sfaccettata. Tutto parte e gira attorno alla storia di formazione di una giovane guerriera, che ha a che fare con problemi di vario tipo: dall’amore mal riposto, al difficile rapporto con il padre, pas-

sando per i dubbi sulla misteriosa morte della madre. La storia inizia quando Ethain ha solo undici anni. Lei e sua cugina Maeva vengono accettate nella scuola più esclusiva e antica del continente, dove apprendono i segreti della medicina, del combattimento e delle arti, di cui le kore sono le custodi dall’alba dei tempi. Alla fine del noviziato, Ethain ha sedici anni e compie le sue prime scelte importanti, le cui conseguenze verranno affrontate lungo tutto lo svolgimento del racconto. A questo punto, proprio a metà libro, si innesta un filone secondario che, apparentemente, sembra non avere un collegamento con quello principale, proprio perché tratta personaggi e luoghi diversi e lontani. Ma poi, tutto cambia: l’evento principale del secondo fi-


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lone innesca una serie di avvenimenti che coinvolge anche il mondo di Ethain, conducendo il racconto all’avvenimento più atteso, la guerra. Nel libro ci sono scene di battaglia, vissute con introspezione attraverso le paure e le sensazioni della protagonista principale. E alla fine del conflitto, ci sono un paio di colpi di scena che spiegheranno alcune cose ma che apriranno nuovi interrogativi, le cui risposte si troveranno tra le pagine dei libri successivi. Ti ho messo curiosità e ora vuoi sapere dove trovarli? I primi tre volumi, La Guerra dei Grandi Tumuli, Il Potere dei Millenari e La Maledizione del Drago, sono già disponibili sulla

piattaforma di Amazon.it, in formato ebook e cartaceo. La saga si articolerà in nove romanzi, suddivisi a loro volta in tre trilogie, ognuna delle quali chiuderà un cerchio narrativo, che si riaprirà poi nella successiva. Il quarto volume, intitolato “Il Sacrario della Rinascita”, che inizierà un nuovo ciclo della storia, vedrà la luce entro la fine del 2014. Ringrazio tutti voi per l’attenzione, la redazione di JAPANIMANDO per l’opportunità, e un grazie speciale a Vincenzo D’Amico! Mara Fontana


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L’ARTE DI FEBE SILLANI

http://febesillani.blogspot.it - Su Facebook: Febe Sillani

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a quando sono riuscita a tenere in mano una matita non ho mai smesso di disegnare. Appena diplomata all’Istituto d’arte sono scappata a Londra, dove dopo numerose peripezie, sono stata assunta in uno studio di animazione come responsabile del colore. Ricordo che per parecchio tempo ho girato con le mie illustrazioni dai vari editori londinesi, ma all’epoca nessuno era interessato al mio lavoro. Negli studi di cartoni animati però ho avuto più fortuna, il mio gusto cromatico ha colpito subito tutti. Così, dalla classica illustrazione su carta sono passata alla pellicola. In uno studio di animazione, dove ci sono tante persone, si finisce per mettere mano anche un po’ nelle cose degli altri; così ho imparato a fare anche piccole animazioni, tracciare a china, lavorare sui backgrounds, gestire i disegni con il suono e ovviamente specializzarmi

ancora di più nella creazione e la scelta dei colori. Ho sempre lavorato solo ed esclusivamente su film realizzati a mano; ho fatto uno studio approfondito sul disegnare le ombre dei cartoni animati che si proiettano sulla live action, come ad esempio in “Who framed Roger Rabbit” che è stato uno dei primi film a cartoni animati con attori veri. Nel film si è lavorato tutto in post produzione ed è stata la mia palestra di disegno. Successivamente ho messo mano a vari spot televisivi, ne ricordo uno per la Francia basato sul personaggio di Tin Tin. Quando viene richiesto questo tipo di lavoro bisogna tuffarsi completamente in uno stile diverso dal proprio. Lavoravamo tutto il giorno pensando solo ed esclusivamente ai disegni di Hergè. Con il tempo il bisogno di disegnare le cose mie personali si è fatto sempre più forte, la notte disegnavo e scrivevo in libertà, sperando un giorno di riuscire a pubblicare un libro mio. E così fu, tornata in Italia iniziai la mia carriera di autore e illustratore a tempo pieno. Adesso mi occupo prevalentemente di libri per ragazzi; i miei libri sono venduti in vari paesi del mondo editi anche da


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editori stranieri. Il mio personaggio più famoso si chiama Celestino ed è un’elefante protagonista di numerosi libri. In questo ultimo periodo

mi sto dedicando alla mia passione di sempre: il mostri. Ho sempre avuto un debole per gli horror cult movie, fin da piccola ho

amato attori come Vincent Price, Christopher Lee e Peter Cushing. Ho sempre avuto un grande sense of humor e non posso farne a meno quando scrivo i miei testi, così ai mostri ho aggiunto anche un lato umoristico. Credo che essere sia au-

tore che illustratore dei propri libri sia un grande privilegio. Scrivo quello che ho voglia di illustrare e viceversa. In più mi piace disegnare quello che nel testo non c’è, completando così il mio lavoro. E’ bellissimo. Quando disegno penso che non so mai quando finisce il mio tempo libero ed inizia il lavoro e viceversa. Febe Sillani


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“IL LIBRO D’ORO” DI DAREN WOOD http://darenwood.blogspot.it - Su Facebook: Daren Wood

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icono che sono un sognatore inguaribile. Dicono bene. Perché in fondo tutto il resto è una maschera, un indumento che indossiamo la mattina prima di uscire di casa e che gettiamo via la sera per liberarci di tutto ciò che non ci appartiene. Perché i sogni sono il nutrimento della nostra mente. Sono la vita. Chi si nasconde dietro questo pseudonimo di stampo anglosassone? Un ragazzo di Roma con una vita tranquilla, ingegnere di professione, amante degli animali, della musica e dei viaggi, che ogni tanto ama fuggire dalla realtà, cavalcare la fantasia e perdersi con essa fino ai confini del mondo. Cominciai a scrivere sei anni fa per gioco e da lì non ho più smesso. Appassionato di letteratura fantastica e del cinema anni ‘80, dai romanzi di Stephen King alle saghe di “Star Wars”, “Ritorno al Futuro” e “Mad Max”, non potevo che scrivere storie fantastiche e avventurose. E così, visto che la semplicità non fa per me, iniziai la mia av-

ventura di scrittore in erba con una saga lunga e articolata di ben quattro volumi che ruotava attorno ai misteri dell’archeologia. Terminati i primi due, però, una notte fui folgorato da un’idea nuova e accantonai temporaneamente il primo lavoro per cominciarne uno nuovo, una trilogia epic-fantasy: Babyl. Scrissi “Babyl, Il Libro

d’Oro” in un paio d’anni (fra stesura e correzioni varie) e per un breve periodo andai a caccia di un editore valido che credesse nel mio progetto. Ebbi diverse proposte editoriali, ma nessuna che mi convincesse appieno e così, testardo come sono, decisi di fare a modo mio: distribuii il romanzo in forma gratuita nel mio sito web per quattro

mesi e i risultati andarono ben oltre le mie aspettative. Nonostante fossi un esordiente totalmente sconosciuto ai più, il primo mese raggiunsi sorprendentemente le mille copie e nell’arco del “periodo free” arrivai a sfiorare le tremila! Parecchio per uno che utilizzava soltanto Facebook per farsi pubblicità. A quel punto, superato l’esame a pieni voti, "Babyl, Il Libro d’Oro" fu inserito di diritto in tutti gli store online (Amazon, Kobo, Rizzoli, Ibs, Mondadori, ecc) e cominciò così la sua nuova avventura. Progetti per il futuro? Tanti. Nel 2014 vorrei riuscire a pubblicare quattro romanzi: il secondo capitolo di Babyl, i primi due capitoli dell’altra saga che avevo tralasciato e un romanzo horror autoconclusivo al quale sto lavorando dall’estate scorsa. Il tempo purtroppo è poco perché il lavoro mi tiene impegnato da mattina a sera, ma l’affetto dei lettori mi spinge a volte a fare le ore piccole, se necessario. Saluto e ringrazio tutti i lettori di JAPANIMANDO e, chi volesse contattarmi per info o consigli, può farlo su Facebook, Twitter o nel mio blog. A presto! Daren Wood


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“STAR TREK”: LA SERIE ANIMATA

Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!

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el 1973, terminata la Serie Classica, non ci si aspettava un futuro per Star Trek. La Paramount, che si era fusa con la Desilu, rilevandone i diritti, aveva in mente di produrre una nuova serie di Star Trek, ma, a causa degli elevati costi di produzione che comportava un telefilm di fantascienza a quell’epoca, preferì optare per una serie animata che costava di meno e aveva più potenzialità dal punto di vista creativo. Per garantire che la serie animata fosse un successo, era cruciale che i nuovi episodi mantenessero gli stessi standard di qualità fissati negli episodi

della “serie live”. Pertanto, si pensò bene di coinvolgere nel nuovo progetto il creatore dell´universo trekkiano, Gene Roddenberry. Una delle decisioni più importanti che Roddenberry prese fu quella di assicurarsi che i più bravi scrittori di fantascienza scelti per realizzare i plot dei cartoni animati, fossero dei veterani di Star Trek. Tra loro, D.C. Fontana, Samuel A. Peeples e David Gerrold contribuirono alla nuova serie scrivendo episodi originali. Libera dai costi di produzione di un telefilm, la fantasia di scrittori e sceneggiatori poté sbizzarrirsi all’inverosimile, con la comparsa di molte nuove specie

aliene considerate non convenzionali e non umanoidi e di alcune innovazioni tecnologiche come la sala ricreazione (la cui idea viene riutilizzata in seguito e divenne nota come ponte ologrammi) e i veicoli aqua-shuttle. Un’altra idea vincente fu di far doppiare i personaggi animati dalle voci degli attori originali. Dato che l´equipaggio della Serie Animata sarebbe stato lo stesso della “serie live”, molti degli attori del cast vennero chiamati a prestare la loro voce alla edizione originale. Il Capitano Kirk, il Signor Spock, il Dottor McCoy, il Capo Ingegnere Scott, il Tenente Sulu ebbero quindi

le stesse voci delle loro controparti in carne e ossa della Serie Classica. Gli eccezionali talenti che lavorarono alle sceneggiature e alle voci della Serie Animata, così come a tutti gli altri aspetti necessari alla realizzazione della serie, fecero sì che, due anni dopo la prima trasmissione del 1973, la Serie Animata di Star Trek ricevesse un Emmy Award. Un vero riconoscimento per una serie a cartoni animati unica nel suo genere. I ventidue episodi della serie furono trasmessi dal network televisivo NBC fino all’ottobre 1974. Ogni episodio era della durata di mezz’ora. Le repliche continuarono sulla


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NBC fino al 1975. La serie venne prodotta in associazione con la Filmation, specializzata in animazione, famosa per le serie animate de I Masters e Flash Gordon, tra le altre. La serie, poteva essere considerata come un completamento della missione quinquennale dell’Enterprise. Alcune storie erano il seguito di episodi della serie originale, come “Animaletti pericolosi” (il sequel di “Animaletti pericolosi” della serie “live” che nella traduzione italiana ha lo stesso titolo), “C’era una volta su un pianeta” (un sequel di “Licenza di sbarco”), e “Il filtro di Mudd” (seguito di “Il filtro di Venere” e “Io, Mudd”). Con la sola eccezione del guardiamarina Chekov, tutti i personaggi principali della serie originale continuano ad apparire, con le voci degli interpreti originali. Il dottor McCoy è adesso un comandante, mentre l’infermiera Chapel ricopre il pieno grado di tenente. Vengono introdotti anche nuovi personaggi, come

Arex eM’Ress, a dimostrazione che la serie animata si svolgeva di seguito a quella “live”. La serie è stata la più costosa serie animata trasmessa in quel periodo, principalmente a causa della presenza di ben sei attori della serie classica che forniscono le voci ai loro personaggi. In seguito la Filmation, che era solita “confezionare” serie animate con un occhio di riguardo verso i telespettatori più giovani, propose alla Paramount di affiancare agli ufficiali più anziani dei cadetti più giovani compreso un giovane Vulcaniano per Spock. Per far questo la Paramount offrì una notevole somma di denaro perchè Rodeberry lasciasse la supervisione della serie ma dato che lui rifiutò la Filmation sviluppò l’idea in maniera indipendente nella serie “Space Accademy”. Vista la produzione e gli autori coinvolti, la media della serie è abbastanza in linea con il telefilm della serie classica dal punto di vista dei contenuti ma soffre purtroppo dello scarso budget impiegato nelle animazioni. D’altronde come in tutte le serie animate firmate dalla Filmation, molte animazioni sono “riciclate” in vari episodi per risparmiare sul budget. Però grazie al fatto che non avevano limiti con gli effetti speciali si sono potuti davvero sbizzarrire nel creare razze aliene e astronavi.

Con il rilascio dei DVD della Serie Animata, nel 2006, la produzione sembra che abbia cambiato la sua posizione, inserendola come parte del canonica di Star Trek. In precedenza, la Serie Animata non era considerata come canonica da parte della Paramount Pictures per volere dello stesso Rodeberry. Infatti ogni riferimento alla serie animata era escluso non solo dai film ma anche dai racconti e dai giochi di ruolo legati all’Universo Star Trek. Tuttavia ultimamente gli episodi della serie animata sono stati richiamati sempre più spesso nelle serie di Star Trek più recenti, in particolare in Deep Space Nine e Enterprise. Gene Rodden-

berry disse che se avesse saputo che in futuro ci sarebbero state altre serie di Star Trek, la serie animata sarebbe stata molto più “canonica” e logica, oppure che non avrebbe prodotto affatto una serie animata. Alfonso Verdicchio


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“100 MATITE PER PINOCCHIO” www.sbamcomics.it

Un mito della letteratura “visto” dalla matita di 100 illustratori in quasi un secolo e mezzo di storia: la nuova mostra di Wow Spazio Fumetto visitata dalla Sbam-redazione. Dal 18 gennaio al 23 marzo 2014 Wow Spazio Fumetto Viale Campania 12 Milano Orari: mart./ven. 15.00-19.00; sab./dom. 15.00-20.00; lun. chiuso Ingresso: € 5,00 (ridotto € 3,00)

C’

era una volta... – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze. Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastr’Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura... Ecco uno degli incipit più

famosi della letteratura, l’attacco di Le avventure di Pinocchio, storia di un burattino, il romanzo che Carlo Lorenzini, in arte Collodi, scrisse nel 1883. Certamente l’autore toscano non poteva immaginare che il suo personaggio sarebbe diventato uno dei più amati eroi dei bambini di tutti i tempi e in assoluto l’opera letteraria italiana più tradotta nel mondo. Tanto da essere ripresa da decine di autori di tutte le arti, dalla musica (chi non ha mai canticchiato Lettera a Pinocchio?) al cinema (Disney, Comencini, D’Alò, Benigni...), dalla pittura all’illustrazione e ovviamente al fumetto. Tra le Nuvole Parlanti, Pinocchio ha rivissuto le sue avventure in molteplici versioni, è stato “ospite” nelle storie di altri personaggi, si è anche prestato a vicende del tutto nuove rispetto al romanzo di Collodi. Dal 18 gennaio fino all’inizio della prossima primavera, Wow Spazio Fumetto, il Museo di Milano dedicato alla Nona Arte, all’illustrazione e al cartoon, propone al pubblico una raccolta di queste versioni illustrate, nella mostra 100 matite per Pinocchio. I 36 capitoli del romanzo sono mostrati lungo il percorso espositivo: ecco il burattino (a proposito: sapete tutti che Pinoc-


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chio in realtà è una marionetta senza fili, ma ormai chi lo definirebbe così?) prendere forma e vita nella bottega di Geppetto, spiaccicare il Grillo parlante, marinare la scuola, incontrare il Gatto e la Volpe, finire tra

le mani di Mangiafuoco, poi imbrogliato, derubato incarcerato e addirittura impiccato, quindi salvato dalla Fata Turchina per diventare un bravo ragazzo. Ma solo per poco: ci penserà Lucignolo a rimetterlo nei guai al Paese dei

Balocchi. Trasformato in somaro, eccolo pappato dalla Balena (o, per dirla con Collodi, dal Pescecane), ritrovare lo sventurato Geppetto e infine – stavolta sul serio – diventare un bravo figliuolo. Visitando la mostra, po-

trete delibare ciascuno di questi passaggi – e molti altri – visti e rivisti dalla penna o dal pennello di autori storici e moderni, in illustrazioni di un secolo fa come in “omaggi” realizzati appositamente per l’evento da fumettisti contemporanei. Non manca, ovviamente, la prima versione a fumetti in assoluto, quella disegnata da Carlo Cossio nel 1937 per il settimanale (appunto) Pinocchio, di cui l’archivio della Fondazione Franco Fossati possiede vari numeri. Nel 1947, è stato Aurelio Galleppini, in arte Galep, il “papà” grafico di Tex, a cimentarsi con il burattino. Come lui, altri grandi artisti del calibro di Attilio Mussino, creatore di tanti amatissimi personaggi del Corriere dei Piccoli, o di Sergio Tofano (Sto), il papà del Signor Bonaventura, illustratore di una raffinata riduzione in versi, ma anche, venendo al giorno d’oggi, di Massimiliano Frezzato, autore diventato famoso in tutta Europa con la serie de I custodi del maser, che mette in mostra alcune illustrazioni con l’eroe di Collodi in atmosfere del tutto inedite, e così via (citiamo tra tutti gli altri Fabiano Ambu e Giorgio Sommacal). Parte importantissima è ovviamente quella del grande Benito Jacovitti, autore di due versioni illustrate del romanzo e di una versione a fumetti,


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pubblicata a puntate su Il Vittorioso. Infine Luciano Bottaro, autore di personaggi come Pon Pon e Pepito, ha proposto un suo surreale Pinocchio, nella sua trasposizione del romanzo per Il Giornalino. Ma ben presto gli artisti sono andati oltre il romanzo: già negli Trenta, la Casa Editrice Nerbini aveva trasformato Pinocchio in un eroe del fumetto a tutto tondo, “estraendolo” dal romanzo e regalandogli avventure nuove, spedendolo perfino sulla Luna e sul pianeta Mongo, quello di Flash Gordon! Dagli anni Settanta, sarà l’editore Renato Bianconi a fare la stessa cosa: Pinocchio sarà protagonista

Sangalli

di centinaia di storie negli albi mensili della casa editrice, comportandosi come Braccio di Ferro o Nonna Abelarda. Saranno i vari Pier Luigi Sangalli, Sandro Dossi, Tiberio Colantuoni, Alberico Motta, Nicola Del Principe tra gli altri ad occuparsene. Sul Corriere dei Piccoli sono uscite addirittura le storie di Pinocchietto, figlio di Pinocchio! La sua grande fama ha ben presto portato Pinocchio anche in “territori” esterni all’intrattenimento puro. Nel dopoguerra è stato arruolato come volto noto per le elezioni politiche dalla Democrazia Cristiana su albi a fumetti distribuiti per propaganda. Più di recente, an-

cora Luciano Bottaro ha impegnato Pinocchio con gli abitanti di Castelnuovo Rangone per la raccolta differenziata dei rifiuti e per la bioedilizia, ulteriore dimostrazione di quanto Pinocchio sia ancora amatissimo a distanza di tanti anni dalla sua creazione. Venendo al cartoon, è innegabile che il successo planetario di Pinocchio è merito anche del film prodotto dalla Disney nel 1940. Film visto da milioni di ragazzi di tutte le epoche che però, partendo dal romanzo di Collodi, ha proposto una storia del tutto diversa, per trama e per ambientazioni, facendo gridare al tradimento i puristi collodiani. Parliamo comunque di un capolavoro assoluto

Jacovitti

del cinema d’animazione, in seguito trasposto anche a fumetti da Hank Porter. Nel 1972, l’animatore toscano Giuliano Cenci provò a “rimediare”, realizzando un nuovo cartoon il più fedele possibile a Collodi. E così Enzo d’Alò, che ha ralizzato nel 2012 un nuovo Pinocchio animato, ideato visivamente da Lorenzo Mattotti. Memorabili anche le versioni cinematografiche di Luigi Comencini (1972) e di Roberto Benigni (2002). A completare la mostra, anche gadget, giochi ed edizioni del romanzo provenienti da tutto il mondo (tra cui quella in latino intitolata Pinoculus, quella in Braille per non


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Dossi

vedenti, quella in esperanto e perfino in dialetto bergamasco), provenienti dalla sterminata collezione privata di Fabrizio Lorenzoni, uno dei collezionisti “pinocchieschi” più accaniti d’Italia (con oltre 50.000 pezzi)! Infine, grazie alla collaborazione del negozio milanese Carissimo

Alberico Motta

Pinocchio, in mostra è possibile ammirare le creazioni di Francesco Bartolucci, che ha scolpito in legno i personaggi del romanzo. Redazione Sbam! Comics

Max Frezzato

ISCRIZIONI APERTE MASTER IN EDITORIA LIBRARIA “A.VICINANZA” Corsi: REDATTORE WEB - CORRETTORE BOZZE, GRAFICO EDITORIALE DI BASE, REDATTORE EDITORIALE, EDITING, APRIRE UNA CASA EDITRICE. FORMULA ON-LINE A DISTANZA CERTIFICAZIONE EDITORIALE PER TUTTI GLI ISCRITTI Infoline: info@masterineditoria.it - 06.33.61.08.00 (Ore 10-14)


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“Q PRESS”: ECCO IL NUOVO TRIS EDITORIALE www.qpress.info - Su Facebook: Q Press

VENTO di Edmond Baudoin Giuseppe Peruzzo Mirka Ruggeri Collana Hic Sunt Leones VENTO 48 pagine in tre carte diverse 150-160 g/m2 Copertina 300 g/m2, plastificata opaca 24 x 33 cm Brossurato, rilegato a filo refe Avec traduction en français € 18,90 ISBN 978-88-95374-22-2

La speranza, i giorni, la realtà. Il denaro, il tempo, il respiro. I magnifici disegni di Baudoin dimostrano quanto il Maestro abbia amato questa storia, interamente nata in Q Press. Un libro prezioso, stampato su tre carte diverse, per rendere al meglio e sintonizzarsi con le diverse fasi del racconto e della vita del protagonista. Un libro unico, anche per la sua struttura: le prime due parti sono senza parole, la terza... viceversa. Un grande libro, e non soltanto per il formato.

UN MATRIMONIO DA RE di Giuseppe Peruzzo Collana Atrox n. 3 UN MATRIMONIO DA RE Torino 1960 di Giuseppe Peruzzo; disegni di aa. vv. 48 pagine in carta patinata opaca 150 g/m2 Copertina 300 g/m2, plastificata opaca Formato 17 x 24 cm Brossurato, rilegato a filo refe € 9,90 ISBN 978-88-95374-21-5 Avec traduction en français sur chaque page

Atrox: ovvero, cosa sarebbe successo se nell’Italia del miracolo economico fosse esistito uno spietato criminale, capace di azioni efferate, inaudite? Atrox nasce da questa domanda, e si sviluppa fra la rivisitazione del fumetto nero e la nascita di un’Italia parallela. Un noir realistico come nessun altro, inconsueto come può esserlo la realtà. Carola è presuntuosissima, formidabilmente egocentrica, e pensa di poterselo permettere: è la figlia del più grande industriale italiano. E sta per sposarsi. Damigella d’onore è Franca, la figlia del commissario Richerme... Potrebbe mancare al matrimonio Atrox, il più grande criminale italiano? Una realtà alternativa, che nasce dal contrasto fra il male assoluto e il male relativo.


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GLI IMMOBILISTI di Giuseppe Peruzzo Anser n. 2 GLI IMMOBILISTI di Giuseppe Peruzzo; disegni di aa. vv. 32 pagine in carta patinata opaca 150 g/m2 Copertina 300 g/m2, plastificata opaca 17 x 24 cm Brossurato, rilegato a filo refe € 6,90 ISBN 978-88-95374-07-9 Avec traduction en français sur chaque page

In un mondo post-apocalittico nel quale l'uomo si è autodistrutto nel tentativo di manipolare ogni risorsa disponibile, Anser viaggia, arco in spalla, insieme a suo padre Anserius e a suo figlio Hans, incontrando varie specie di pennuti antropomorfi, diversamente evoluti e organizzati. Un futuro paradossale, ma erede diretto del nostro presente, in una narrazione epica, grottesca, unica. Gli Immobilisti: l'umanità si è autodistrutta, ma a conservare ed esaltare la burocrazia sono i tacchini immobilisti, analfabeti, come tutti...


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ANTONINA PULVIRENTI SI RACCONTA http://antoninapulvirenti.tumbir.com - Su Facebook: Nina Pulvirenti

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i chiamo Antonina, ma tutti mi chiamano Nina. Sono nata ben ventisei anni fa, nella mia amata città, Catania, a cui sono sempre più legata. Ho sempre e solo disegnato, nutrendo questa mia passione leggendo e guardando tutto quello che poteva in qualche modo nutrire il mio immaginario. Le opere di animazione che più mi hanno colpito, ispirato e nutrito, sono sicuramente quelle di Miyazaki, primo tra tutti Totoro che ancora oggi considero uno dei miei film preferiti: un’opera che si presta a mille chiavi di lettura più o meno profonde ma che anche un bambino apprezza e ama. Inio Asano invece, con il suo Pun Pun e Il Campo dell'Arcobaleno posso sicuramente annoverarlo tra i miei fumettisti preferiti, le sue opere sono sempre molto surreali, oniriche quasi. Prendiamo Pun Pun, parla semplicemente della vita

di un ragazzino, un ragazzino come tanti altri. Eppure viene disegnato come un uccello, molto stilizzato, lui e la sua intera famiglia di cui Asano ci racconta la storia. La vita di Pun Pun non è facile, dovrà affrontare la vita vera, quella di cui leggiamo nei giornali: geni-

tori che litigano, morti violente, sessualità. Non gli viene risparmiato nulla. La sua storia non è ancora conclusa, e aspetto con ansia di sapere se ci sarà un piccolo lieto fine per questa vita narrata tra poesia e brutalità. La mia svolta personale avviene quando tra le mie mani arriva il libro di Maurice Sendak Nel Paese delle Creature Selvagge, questo libro semplicissimo nella forma (china e acquerelli) rappresenta il più alto gradi di narrazione ANCHE per bambini.

Max è un bambino veramente ma veramente dispettoso, fa i capricci e la mamma per punirlo lo manda a letto senza cena. Ma Max non ci sta, che farà? Semplice, solo con la forza della sua immaginazione fuggirà dall'angusta cameretta buia a cui la mamma lo ha costretto e vivrà una grande avventura. Approderà su di un isola popolata da strane creature che, in un primo momento vorrebbero mangiare il piccolo Max... ma Max stupirà tutti con le sue doti da monello diventando il re dei mostri selvaggi. La nostalgia per la casa e per la mamma però si fanno sentire, e Max dice addio ai suoi strani amici, sale sulla nave e fa strada verso casa. Tornerà tra le coperte del suo letto e ad attenderlo sul tavolo accanto al letto ci sarà la cena... ancora calda. Questo libro rappresenta tutto ciò che un bambino è ed un giorno spero di riuscire anche io a scrivere un libro così vivo e senza tempo. Pittura, scultura, collage, acquerelli e incisione... non ho una tecnica preferita. Ciò che amo e creare immagini che ritraggano ciò che sono i


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miei pensieri ed i miei ragionamenti. Non so se la cosa mi riesca o meno, ma continuo a provare. La più grande scossa alla mia vita “artistica” è stato l’incontro con i ragazzi dei Cuori d’Inchiostro: collettivo catanese di giovani talenti che ho conosciuto nel 2009 e con cui ho trovato la forza di tornare a sperare di realizzare il mio unico e grande (forse un po’ troppo grande) sogno: realizzare libri illustrati. Grazie al confronto continuo sono molto cresciuta, ed ho acquistato un minimo di fiducia che

mi ha permesso di provare, di tentare, di non arrendermi. Al momento scrivo e disegno per svariati progetti, sperando di concretizzare e migliorare ancora e ancora. E ancora. Ringrazio JAPANIMANDO per questa possibilità, per avermi dato l’occasione per dire qualcosa di me. Di quello che sono e del mio piccolo mondo. Grazie! Antonina Pulvirenti


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“SHEENA”: LA PIN-UP DELLA JUNGLA Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!

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itorniamo, dopo qualche tempo, ad affrontare il tema delle “Jungle Girls”, soffermandoci su colei che viene ritenuta la prima e “storica” esponente della categoria: Sheena, Queen of The Jungle. In una scena fumettistica in cui le luci della ribalta erano riservate ai maschi, le ragazze avevano dovuto accontentarsi di ruoli da assolute comprimarie. E allora, una marea di eterne fidanzate o di affettuose mogliettine popolò le strisce e gli albi della “golden age”. La massima aspirazione possibile era quella di rivestire i panni della “dark lady” di turno, cattiva ma, almeno non remissiva. Incredibilmente ma fino ad un certo punto (i geni anticipano sempre le tendenze), la svolta stava per arrivare grazie alla felice intuizione di uno dei “Padri Nobili” del fumetto, quel Will Eisner che con il suo The Spirit avrebbe ridefinito il concetto stesso di “Nona Arte”. Furono, infatti, proprio Will e il suo socio SM “Jerry” Iger a progettare un personaggio femminile molto diverso dal solito. Quando ricevettero la richiesta dagli editori, si ricordarono di un romanzo di H. Rider Haggard e della sua “She, dea della Jungla e ne trassero ispirazione per la loro nuova creazione sia per il

nome che per l’ambientazione esotica. L’esordio di Sheena avvenne in “esilio” sul Magazine britannico Wags N° 1, nel 1937 ma presto i due autori, con la loro intraprendenza, riuscirono ad arpionare un contratto di distribuzione anche per gli USA. A pubblicare la nuova eroina sarebbe stata la Fiction House, una casa editrice specializzata nelle riviste “pulp”. Il debutto americano è datato settembre 1938 ed avviene sulle pagine del primo numero di Jumbo Comics. Sheena restò su Jumbo Comics fino al N° 167 (aprile 1953) ma apparve, con una certa frequenza, anche su Jungle Comics e dal 1942 al 1952 su una propria testata autonoma che durò 18 numeri. Tratteggiata da Eisner, venne realizzata graficamente da Mort Meskin. I testi erano firmati da W. Morgan Thomas, rutilante pseudonimo sotto il quale si celavano Iger ed Eisner stesso, e i disegni furono affidati ai migliori illustratori della “Good Girl Art”. Ai pennelli si avvicendarono, tra gli altri, Bob Powell , Robert Webb, Matt Baker e Zoine Rowich. Sheena rubò subito l’attenzione: era una splendida ragazza sui 25 anni di età, dotata di una forza eccezionale e di una fisicità prorompente, i suoi lunghi e


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fluenti capelli biondi che incorniciavano due occhi chiari ed intensi la dotavano di una grandissima sensualità. Questa sua valenza erotica era saggiamente incrementata dal look che gli artisti (Powell, in particolare) avevano studiato per lei. Sheena, infatti, era coperta da una “classica” pelle di leopardo che lasciava parzialmente scoperti i seni e da un gonnellino che, con l’andar del tempo, diventò sempre più corto. Le sue origini vennero continuamente modificate. Per differenziarla dal prototipo “Tarzan”, Sheena non era una figlia diretta della Jungla.Vi era arrivata da bambina, accompagnando nelle sue esplorazioni il padre, Caldwell Rivington. Uno stregone del posto, Koba, uccise, involontariamente, l’esploratore bianco e per espiare la propria “colpa” decise di allevare la bimba superstite come una figlia, educandola al rispetto della Natura e portandola a sviluppare un carattere fiero ed aggressivo. Più tardi, i suoi genitori furono “trasformati” in una coppia di missionari defunti (di solito senza citarne il cognome) e Koba “divenne” una strega di nome N’bid Ela. Ad affiancare Sheena nelle sue avventure c’erano l’insulso fidanzato Bob Reynolds (Anche lui subì continue modifiche caratteriali, diventando meno inetto ri-

spetto agli inizi e “anagrafiche”, fino ad essere chiamato, in qualche circostanza, Rick Thorne) ed una simpatica scimmietta chiamata Chim. Le prime storie erano abbastanza ripetitive e, tutto sommato, prive di un grande fuoco narrativo: la nostra eroina era costantemente impegnata a difendersi dalle insane voglie di cattivi individui che tentavano di catturarla e di violentarla. Col restringersi delle maglie della censura, l’elemento erotico divenne più sfumato e la bellicosa ragazza si trovò a dover salvare incapaci esploratori o a dover competere con le altre regine della Jungla, inevitabilmente bellissime e letali, che tentavano di rapire il suo Bob. Le storie si banalizzarono sempre di più, divennero ripetitive e persero fascino. Quando il terribile Frederic Wertham le indirizzò contro i suoi strali, Sheena capitolò. Dopo un ultimo disperato tentativo di sfruttare l’onda lunga del Cinema 3D (in auge in quel periodo) con una versione tridimensionale del suo personaggio di punta, la Fiction House lasciò il business dei fumetti. Tuttavia la vicenda di Sheena era molto lontana dalla conclusione. Le avventure classiche furono più volte ristampate negli USA e tra le molte storie che rividero la luce vanno ricordate quelle pubblicate nel 1985 sulla


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rivista “Jerry Iger ‘s Classic Sheena “ N° 1 e la ristampa dell’avventura in 3D, citata prima, che poteva sfoggiare una meravigliosa copertina del compianto Dave Stevens. Nel 1998, ci provò la London Night con un ardito ed effimero tentativo di remake in cui Sheena veniva spostata dall’Africa al Sud America. L’ultima incarnazione editoriale è

quella proposta da una piccola etichetta indipendente di Chicago, la Devil’s Due che produsse nel 2007 una sparuta quantità di storie inedite della sexy paladina. la storia di Sheena, però, non si è limitata ad una vita di carta confinata tra le pagine di un fumetto. L’alta potenzialità di questa eroina trasgressiva è stata notata anche da altri

“Media”. Fin dagli anni ‘50, approdò in televisione in un serial intitolato, ovviamente, “Sheena, Queen of the Jungle che vedeva nei succinti panni della protagonista l’attrice e modella Irish Mc Calla (1928-2002). La serie andò in onda per un biennio tra il 1955 e il 1956 per un totale di 26 episodi. Nel 1984, il regista John Guillermin le dedicò un film: Sheena, Queen of the Jungle, interpretato dall’ex “Angelo di Charlie”, Tanya Roberts. Nel cuore della Jungla africana, ai piedi del monte Gudi Hara nel villaggio di Zukurn, vive la pacifica tribù degli Zambuli. A capo di questa comunità è Sheena, una misteriosa ragazza bianca che ha il potere di farsi capire dagli animali. Si

scatena una furiosa lotta tribale per la conquista del trono del re e anche i riluttanti Zambuli devono prendere le armi per salvare Sheena. Il Film (del quale esiste una trasposizione a fumetti realizzata


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dallo scrittore Cary Burkett e dal disegnatore Gray Morrow) è fiacco, sospeso in un limbo tra l’avventura e l’erotismo spicciolo. Per la Roberts che pure si “concede” generosamente sarà l’inizio di un declino inarrestabile. Una quindicina di anni dopo ci riprova la televisione affidando il microkini leopardato di Sheena all’ex bagnina di Baywatch, Gena Lee Nolin. Trentacinque puntate tra il 1999 e il 2002 e un nuovo particolare potere che permette alla ragazza di trasformarsi in una sorta di terribile fiera, invincibile e inarrestabile: Darak’na. Da allora, il silenzio, interrotto ogni tanto dai “rumours” di una nuova trasposi-

zione cinematografica. Probabilmente, Sheena non è uno dei personaggi più amati della storia del fumetto. La sua è stata una nascita programmata, un tentativo a tavolino, di sfruttare la sua femminilità. E’ figlia di un compromesso tra grazia e bellezza e forza bruta e truculenza, un bersaglio facile per i benpensanti che la accusarono per la sua nudità ma che forse le rimproveravano la sua libertà. Oggi non ci sono magliette con la sua immagine ma da qualche parte ha saputo ritagliarsi un piccolo spazio in quella volta magica in cui si agitano e si rincorrono le Nuvole Parlanti... Pietro Zerella


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57 ANNI DI SCUOLA GIAPPONESE http://imagorecensio.blogspot.it

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urtroppo ho scoperto questo libro solo ora, visto che il soggetto del saggio lo trovo estremamente interessante, nonostante sia stato pubblicato nel 2003. Manga ed anime ci hanno messo in contatto con la scuola giapponese così costantemente che quasi ci sembra che si una nostra scuola adottiva. Termini come “ronin” (riferito ad uno studente”), ijime (o bullismo), capoclasse, turni di pulizie, test di ammissione, festival della scuola, club scolastici, che non hanno nessun nesso col sistema scolastico italiano fanno parte del nostro immaginario. Gran parte delle trame di manga ed anime hanno un contatto con la scuola, da quelle in cui è solo un corollario, a quello in cui è il fulcro della storia. Dalle serie robotiche, basti pensare a Trider G7, a quelle sentimentali, comiche o sportive, senza contare i lungometraggi animati, per esempio “La collina dei papaveri” dello Studio Ghibli. Personalmente, per quel che può valere, ritengo che la scuola giapponese (ma penso valga per qualsiasi sistema scolastico al mondo) sia contemporaneamente la causa e l’effetto sia dei lati positivi che di quelli negativi della società giapponese. L’im-

IL SISTEMA EDUCATIVO GIAPPONESE 1945 / 2002 di Daniela De Palma, casa ed. Aracne Editrice, pagine 81, anno 2003, costo € 7,00, formato 24 cm x 17 cm, reperibile su Internet, Codice ISBN: 9788879994965.

pressionante propensione dei giapponesi alla lettura (giornali, riviste, libri, qualsiasi cosa) nasce dalla scuola, come anche la capacità di mantenere al passo il mondo del lavoro (e la nazione) con le nuove tecnologie. Poi ci sono i lati negativi, che in parte sono creati dalla scuola giapponese stessa, ma per altri aspetti sono solo un effetto delle storture di una società che sacrifica l’individuo rispetto al gruppo. Il libro fornisce una piacevole panoramica della

scuola giapponese, a dire il vero più sul versante delle problematiche, peccato che è portatore di due difetti: il primo è l’anno di stampa (che non è responsabilità dell’autrice), il secondo è una eccessiva scarsità dello scritto. Bisogna considerare che ci sono solo 81 pagine nel libro, inoltre lo spazio tra una riga e l’altra è ampio, e molto è lo spazio di bordo pagina. Mantenendo le 81 pagine si sarebbe potuto sfruttare meglio la pagina, direi, ad

occhio e croce, raddoppiando la parte scritta, ed aumentando l’approfondimento (a tal proposito basta guardare la scan di una pagina che mostro più sotto). Sovente le tematiche sono illustrate brevemente, senza addentrarsi sulle cause di certe problematiche, molte sono le statistiche riportate (ormai vecchie di più di un decennio), e moli i fatti di cronaca nera riguardanti studenti e professori, ma manca un accurato approfondimento sul perché siano capitate. Questo libro, più che un saggio sulla scuola giapponese, lo si può considerare un articolo giornalistico molto approfondito. Detto ciò, secondo me il libro merita di essere letto, anche per il prezzo che, una volta tanto, è popolare, oltre al fatto che è l’unico libro che riassume tante tematiche inerenti la scuola giapponese. All’inizio del saggio viene fatta una breve panoramica della storia della scuola giapponese dall’era Meiji fino alla fine della seconda guerra mondiale (per chi non conosce nulla di quel periodo è una buona lettura), si passa quindi alla riforma scolastica attuata dagli americani (allo scopo di estirpare il nazionalismo ed il militari-


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smo), passando alla riforma giapponese del 1952, appena dopo che gli Usa conclusero l’occupazione. Fu proprio questa (contro)riforma giapponese a reintrodurre il dirigismo da parte del Ministero dell’Educazione (un esempio è la scelta da parte del Ministero dei testi scolastici, con relative censure dei fatti storici non graditi), che nella riforma americana aveva perso potere. La riforma del 1952 aumentò la disciplina, visto che molti giapponesi lamentavano che la scuola “americana” fosse troppo poco severa. Inoltre negli anni successivi la riforma vennero introdotti i famigerati test di ammissione, perché gli aspiranti universitari erano di gran lunga maggiori rispetto ai posti disponibili. Il capitolo quattro spiega bene la struttura della scuola giapponese (fino al 2002, non mi pare sia stata modifica in questo decennio, ma potrei sbagliare), che inizia con i sei anni di scuola elementare (dai sei a 12 anni), a cui fanno seguito tre anni di scuola media inferiore (questi primi nove anni sono quelli della scuola dell’obbligo), seguiti da tre anni di scuola media superiore (per accedervi bisogna affrontare il primo terribile test d’ammissione a 15 anni), infine

i quattro anni di università (e nuovamente bisogna affrontare il test d’ammissione a 18 anni). In Giappone i disabili (fisici o psichici), i ciechi e i sordi hanno scuole apposite, oppure sono raggruppati in “classi speciali”, se l’handicap è lieve, composte solo da disabili all’interno di una scuola con studenti non disabili. C’è da dire che le “scuole speciali” permettono agli studenti affetti da gravi disabilità di concludere comunque il medesimo programma degli altri studenti, oltre a cercare di ridurre le problematiche del loro handicap. Il lato negativo è, a mio avviso, la separazione netta all’interno della scuola per gli studenti affetti da lievi disabilità, in pratica le “classi speciali” sono dei ghetti. A livello universitario esistono dei corsi biennali, ma questi sono frequentati prevalentemente da ragazze, per questo motivo sono considerati corsi di scarso rilievo. Il quinto capitolo si sofferma sulle distorsioni del sistema scolastico giapponese Per accedere sia alle scuole medie superiori di prestigio che e alle università di prestigio, oltre ai test di ammissione, è importante il curriculum studentesco, che raggruppa tutta la storia

dello studente. Solo chi vanterà una carriera scolastica di successo potrà trovare lavoro nelle aziende più importanti e nella burocrazia statale, ed è questa la causa dello alto stress dei due esami (quello dei 15 anni e quello dei 18 anni), tanto da essere chiamati “jiken jigoku”, “esami infernali”. Per poter superare gli esami di ammissione gli studenti frequentano dei corsi supplementari, allo scopo di memorizzare il numero più alto possibile di informazioni, infatti una delle critiche al sistema scolastico nipponico (ma noi ci stiamo arrivando) è il suo valore meramente nozionistico. Durante gli ultimi due anni di scuola media inferiore gli studenti vengono sottoposti a vari “test di simulazioni”, in base ai risultati i professori indirizzano lo studente verso la

sua “fascia di capacità” (per scuole di alto, medio e basso prestigio). Questo in pratica provoca, già intorno ai 14/15 anni, la fine di qualsiasi sogno di un futuro migliore per tutti quegli studenti non particolarmente dotati, che a sua volta scatena una forte frustrazione ed in certi casi violenza, specialmente bullismo, verso gli studenti bravi o deboli. Solitamente in manga ed anime si parla sempre dell’esame dei 18 anni per l’ammissione all’università prescelta (il cui fallimento trasforma lo studente in ronin), in realtà questo esame è il secondo che i futuri universitari devono affrontare. Il primo è l’esame del “Centro per l’ingresso all’università”, che consiste in una prova selettiva su base nazionale per valutare il livello


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di preparazione dello studente. Questo primo esame si effettua a gennaio, e solo chi lo passa può sostenere il più difficoltoso secondo esame per l’accesso alle università, esame la cui severità è decisa autonomamente da ogni università. Come già accennato i corsi supplementari permettono di migliorare notevolmente le chance di superamento del test d’ammissione all’università, questi corsi sono effettuati dalle “junku”, le scuole private, ma, per

assurdo, anche per essere accettati nelle junku è necessario sostenere un esame d’ammissione. In questo modo le junku più prestigiose, cioè quelle col tasso più alto di ammissione finale alle università, possono permettersi rette più alte. Questo introduce il conseguente problema del sistema scolastico giapponese: solo le famiglie ricche possono permettersi di pagare, oltre alle rette delle università private più importanti, i corsi alle junku più pre-

stigiose. Sono raccontati numerosi atti di violenza (veramente allucinanti) accaduti negli anni 90 nelle scuole giapponesi (anche numerosi abusi sessuali da parte di docenti verso studenti minorenni), assieme ad una serie di statistiche (del medesimo periodo) sulla “delinquenza scolastica”. La maggior parte di questi atti di violenza avvengono nelle scuole medie inferiori, prima che avvenga la “scrematura” degli studenti meno ca-

paci ad opera dei “test di simulazione”. Un altro aspetto della violenza scolastica è il fenomeno del bullismo, “ijime” (l’autrice vi dedica solo due pagine), che può sortire due effetti: l’assenza più o meno prolungata da scuola (o l’abbandono scolastico); il suicidio. Le scuole hanno un comportamento omertoso verso gli atti di bullismo, infatti se i soprusi divenissero pubblici l’istituto potrebbe essere declassato. Forse perché il saggio è del 2003 non è mai citato il fenomeno hikikomori tra gli effetti del bullismo, in realtà l’autrice riporta altre terminologie (tokokyoshi : rifiuto della scuola; gakkokyofu: fobia della scuola) e altri sintomi degli studenti vittime del bullismo scolastico (isolamento dal gruppo; frustrazione; violenza verso i genitori), che sono tra i sintomi degli hikikomori. L’alto livello di studio richiesto dal sistema scolastico fin dalle elementari causa vari problemi di salute negli studenti: calo della vista sistematico; obesità; depressione; stanchezza cronica (dovuto allo studio durante la notte). Il sesto capitolo è incentrato sul dibattito politico in Giappone sulla riforma del sistema scolastico allo scopo di eliminare le storture


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evidenziate, ovviamente riguarda un dibattito svolto nella società giapponese negli anni 90. Nel dibattito, tra le tante questioni, emersero le responsabilità dei genitori: un padre assente ed una madre che spesso era la fonte primaria dello stress dei figli/studenti (specialmente maschi). Queste madri vennero soprannominate “kyoiku mama”, “madri fissate con l’istruzione”. L’altra soluzione/proposta individuata fu quella di modificare gli anni scolastici, passando da dei cicli 6-3-3-4, che comportano due esami di ammissione, a dei cicli 6-6-4, con un solo esame per l’università. Nel momento della pub-

blicazione del libro, nonostante il dibattito politico, fondamentalmente nulla era cambiato del sistema scolastico giapponese (e mi pare che nulla sia cambiato in questo decennio, a parte qualche aggiustamento legislativo minore), nelle conclusioni finali l’autrice cerca di spiegare il perché di questa ostilità al cambiamento: la tradizione confuciana (che in epoca Meiji fu la madre dell’istruzione nozionistica); la conservazione delle gerarchie di potere tra il sistema educativo e il mondo politico/finanziario; l’enorme giro d’affari della preparazioni degli esami (rappresentato non solo dalle junku, ma anche dalle librerie specializzate, dagli

insegnati privati, dalle case editrici, finanche dalle aziende produttrici di cancelleria e suppellet-

tili come scrivania e lampade). Stefano “Stengo”

AT TENZIONE! QUESTO PUO’ DIVENTARE IL TUO SPAZIO. COME? CONTAT TACI: JAPANIMATION@LIBERO.IT


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“D.GRAY-MAN” di Andrea De Rosa

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un manga scritto e disegnato da Katsura Hoshino, i cui capitoli sono serializzati sul Weekly Shonen Jump a partire dal 31 maggio 2004 per poi essere in seguito spostato sul mensile Jump SQ dal novembre 2009. La versione italiana è a cura della Panini Comics. I volumi rilasciati dalla Shueisha, con il marchio “Jump Comics”, sono attualmente 23 (la serie è ancora in corso), il primo dei quali uscì il 9 ottobre del 2004. La serie è stata sospesa svariate volte a

causa dei problemi di salute dell’autrice: nel 2007 la pubblicazione fu interrotta per un mese intero (per quattro uscite) e nel 2008 ha subito cambiamenti e diminuito anche il totale delle pagine della pubblicazione settimanale. Purtroppo tutti questi cambiamenti hanno provocato scontento da parte dei fan giapponesi della serie che, di conseguenza, ha portato la serie quasi alla sua interruzione. La mangaka, ha già dichiarato di non sapere quando potrà riprendere a disegnare,

lasciando intuire che il destino dell’opera è legato a quello che le diranno i medici. Ciononostante, Katsura Hoshino tranquillizza i suoi fedelissimi fan, assicurando che in questo periodo necessita solo di maggiore riposo. Il mondo di D.Gray-man, è ambientato in una misteriosa Europa ottocentesca in stile gotica, avvolta nelle tenebre, dove sulla Terra vagano misteriosi esseri, gli Akuma, (termine giapponese che sta a significare “demone”) che spargono morte e di-

struzione. Per sovrastare questa minaccia, vi è una congrega di esorcisti, che lottano per impedire la fine del genere umano. Il protagonista di questa storia è Allen Walker, piccolo esorcista dal cuore puro ma segnato da un evento maledetto del suo passato. Allen venne abbandonato dai suoi genitori biologici (si suppone a causa della “deformità” del suo braccio sinistro) e adottato da un uomo di nome Mana. Dopo la sua morte, Allen rimane da solo cadendo in una forte disperazione. E qui fa-


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remo conoscenza anche dell’antagonista dell’opera: il “Conte del Millennio”, che si offre in suo aiuto per fa ritornare in vita il suo adorato Mana. Ma, una volta tornato in vita, il padre adottivo di Allen anziché ringraziarlo, lo maledice ferendolo al suo occhio sinistro (donandogli la ca-

pacità di riconoscere gli Akuma) e risvegliando l’Innocence (un oggetto dai formidabili poteri che contrasta gli Akuma, ma nel suo caso è sopita all’interno della mano sinistra). Da quel giorno Allen comincia una nuova vita e sotto la guida del suo maestro Marian Cross diventa un’Esorci-

sta. Gli Akuma sono delle vere e proprie Armi demoniache, nate dalla fusione dell’anima di un defunto e una macchina. Il Conte sfrutta le tenebre nel cuore di ogni essere umano e la tragedia che li pervade dando loro una falsa speranza di resuscitare i cari defunti, permettendo così con

l’inganno di creare gli Akuma grazie alle anime dei morti richiamati dall’aldilà e prendere il corpo del povero disperato. Il nostro protagonista è in viaggio per dirigersi al quartier generale dell’Ordine Oscuro (nome della congrega degli Esorcisti, fondata dal Vaticano per contrastare il Conte del Millennio e gli Akuma) per poterne far parte, sfruttando la sua maledizione come arma contro il Conte. Il 3 ottobre 2006 è iniziato un adattamento animato, diretto da Nabeshima Osamu e prodotto da Tokyo Movie Shinsha. Ad oggi sono andati in onda 103 episodi tratti dalla serie. L’anime attualmente è terminato, benché la storia non si possa dire conclusa. I diritti home video dell’anime per l’Italia sono stati ac-


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quistati dalla Panini Video tramite una sua affiliata inglese, The Licensing Machine, ma non è stato pubblicato. L’editore italiano con una nota nel volume 6, ha reso note le differenze fra i nomi dei personaggi della versione italiana e quelli che l’autore reputa corretti per le traduzioni utilizzanti al-

fabeto latino. Queste differenze non sono interamente frutto di errori di interpretazione da parte della traduttrice, infatti l’autore pur indicando la traslitterazione di uno dei protagonisti dell’opera: Areisutā Kurourī come Arystar Krory, la traduttrice considera più appropriata la propria

translitterazione in Aleister Crowley che, a suo avviso, serve a rendere più immediata la citazione del personaggio, realmente vissuto, Aleister Crowley. Il personaggio del “Conte del millennio” è basato da un personaggio realmente esistito. Uno dei più grandi uomini del mistero vissuti al

livello mondiale nel XVIII secolo. Parlava tutte le lingue possibili, ottima conoscenza di qualsiasi materia di studio e talento in tutte le arti. Si diceva che era anche un profeta immortale data la sua grande energia nonostante l’età. Questa grande opera a carattere gotico ottocentesco, ha stuzzicato anche la curiosità del celebre regista Tim Burton che, durante un’intervista, ha detto di essersi molto interessato al manga e che forse ne ricaverà un film. Andrea De Rosa


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MAMMASTAR feat. MIRKO FABBRESCHI

www.davverocomunicazione.com - Su Facebook: Davvero Comunicazione

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asta un solo ascolto al brano “La canzone di Peppa” per scoprire il nome dell’artista che si cela dietro lo pseudonimo Mam-

mastar: il brano, per il quale ora è disponibile anche un lyrics video LINK, sancisce il grande ritorno dell’inconfondibile voce di Valeria

Rossi. La cantautrice, pluridisco d’oro con il tormentone “Tre Parole” del 2001, ha deciso di tornare in scena con un progetto collaterale e diverso come quello di Mammastar, un modo di essere al passo coi tempi, e che incarna un perfetto cambio di ruolo nella vita dell’artista assente dalle scene discografiche dal 2004. “La canzone di Peppa”, brano inedito scritta da Valeria e liberamente ispirato al popolare cartone animato di Peppa Pig, è dedicata a tutti i bambini ed alle loro mamme: ognuna a suo modo “star” per il solo fatto di essersi presa l’impegno di essere madri al giorno d’oggi. Celarsi dietro lo pseudonimo Mammastar è un modo per incarnare un approccio carezzevole di fare musica impastando una metrica da canzone d’autore con testi curiosi, allegri e sognanti. Parametri che in realtà hanno sempre contraddistinto le opere dell’artista. Il brano vede la partecipazione straordinaria di Mirko Fabbreschi, voce storica dei cartoni animati italiani e fondatore della band dei Raggi Fotonici, gruppo leader nella musica per ragazzi, coinvolto durante la lavorazione del brano nello studio dal produttore Pietro Foresti. «Siamo tutte Mammestar. Per essere Mammastar non è necessario fare imprese eccezionali, crescere un figlio è già un impresa eccezionale». DC Staff


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“VALECENTER”, IL FANTASY E’ QUI www.costrive.it - Su Facebook: CosTrive

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nche quest’anno, Costrive e SoS Animazione ritornano al centro commerciale Valecenter di Marcon (VE) con la seconda edizione del “Valecenter, il fantasy è qui!” Oltre i bellissimi negozi del Valecenter ci saranno anche i tipici stand da

fiera cosplay, con fumetti, artigianato e collezionisti, dove potrete trovare tutto quello che cercate. Inoltre, grazie alla collaborazione con gli amici della Loggia Degli Irrealisti, si terrano tornei di carte, demo di giochi e zombie walk. In più avremo anche stand per il

make up cinematografico e scuola Jedi per i più piccoli. Entrambi i giorni saranno presenti camerini per cambiarsi (dotati di specchi, panche e tavoli) Per mangiare potrete scegliere tra i vari ristoranti italiani/giapponesi/cinesi, pizzerie, paninerie e bar presenti nel centro.

PROGRAMMA SABATO 1 MARZO: - Sfilata dei cosplayers per le gallerie del centro; - Workshop di Iron Man con Loris Beltrame e il suo team che ci spiegherà la realizzazione dell’armatura MkII; - Zombie Walk. DOMENICA 2 - Workshop di Iron Man con Loris Beltrame e il suo team che ci spiegherà la realizzazione dell'armatura MkII; - Gara cosplay; - Sfilata conclusiva. PREMIO SPECIALE: oltre ai classici premi, come nella precedente edizione verrà consegnato al migliore cosplayer in gara il premio “COSPLAY MEISTER” che consiste in un soggiorno pagato per due persone in albergo per le notti di venerdì e sabato durante il Lucca Comics & Games 2014. Nelle pagine a seguire sono a disposizione i moduli di iscrizione da stampare, compilare e presentare al nostro evento. Vi aspettiamo numerosissimi!! Costrive Staff


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TRASFORMER “TRIPLE CHANGER”

Su Facebook: L’Alabarda Spaziale - Modellismo Robotico FB Italia

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onnichiwa a tutti i lettori di JAPANIMANDO e benvenuti ad una nuova recensione de "L’Alabarda Spaziale – Modellismo Robotico" che trovate su Facebook.Veniteci a trovare, ganbare!! Questo mese vi parlerò di un modello di robot del tutto particolare. Per fare ciò, ci tuffiamo nei nostri cari anni ottanta e andiamo a cercare uno dei marchi che più ha rappresentato il divertimento robotico in quel periodo: la giapponese Takara. In quel periodo non si era ancora arrivati alla “collaborazione” Takara/Hasbro/GIG per la diffusione su scala mondiale dei famosi “Transformers” i robot senzienti trasformabili più famosi al mondo. La Takara stava attraversando un periodo, come dire, di transizione. Da un lato, le linee Diaclone, MicroMan/Micro-

Proprio in questo periodo vengono prodotti molti altri veicoli trasformabili, non ancora appartenenti a nessuna fazione e quindi marchiati ancora come “Trasformer” senza la “S”. Uno di questi, facente parte della sotto-categoria Diaclone “TripleChanger” è questo “Elicottero a tripla trasformazione”, che ho la fortuna di avere ancora, con scatola originale, istruzioni e accessori. Una specie di “sopravvissuto” alla mia infanzia fatta di Transformers e robot vari, ahimè finiti persi, rotti o regalati dai miei genitori a cuginetti o parenti più piccoli. Bando alla nostalgia e veniamo alla recensione vera e propria.

change e Car Robo, oggi ricercatissime, dall’altro il prossimo cambiamento:

prendere la linea Car Robo, togliere i piccoli piloti calamitati e i marchi "Diaclone", e creare due fazioni di robot: i Decepticons e gli Autobots, in lotta tra di loro, destinati al successo planetario e ad un boom di vendite, cartoni animati, giocattoli e fumetti. I “Transformers”.

LA CONFEZIONE La confezione, tipica per i canoni dell’epoca, ha le solite finestrelle trasparenti per poter vedere fisicamente il modello, che all’epoca era considerato poco più di un giocattolo. Il logo reca ancora la dicitura TRASFORMER, non ci sono loghi nè degli Autobot nè dei Decepticons. Sul retro, con un certo orgoglio, faccio sempre notare la dicitura, ormai scomparsa nei


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In un alloggiamento a parte, le istruzioni e il foglietto con gli adesivi da applicare. Spicca il logo DIACLONE da applicare lateralmente e sulle ali.

modelli odierni, “Made in Japan”. Takara 1983. Le foto sono poche, ma rendono perfettamente l’idea di cosa sia capace questo robot trasformabile. L’interno è in polistirolo, e contiene egregiamente il robot trasformato in elicottero, le armi (una specie di

cannone e una spada) i porta-razzi da montare sulle piccole ali laterali dell’elicottero, e i famigerati missili sparanti con la grossa testa in plastica, progettati per non costituire pericolo nel caso dovessero essere sparati verso occhi o parti sensibili.

IL ROBOT Il robot è principalmente di colore blu e nero, con parti in die-cast come le gambe/cabina dell’elicottero, che gli conferiscono una piacevole pesantezza, robustezza e un ridotto senso di “giocattoloso”. Le trasformazioni sono, come accennato prima, tre: quella originaria, elicottero stile “Apache” è quella principale ed è quella ovviamente meglio realizzata. La seconda, aereo, è ben rappresentata con il muso anteriore che fuoriesce da sotto la testa del robot con

un ingegnoso meccanismo. Le ali sono ricavate dalla “divisione” a metà della coda dell’elicottero. Il marchio “Diaclone” è ben visibile sugli adesivi applicati proprio sopra le ali. La terza trasformazione è appunto il robot. Certo, con un modello così complicato è difficile rendere al meglio tutte e tre le modalità, ma gli ingegneri della Takara hanno cercato di fare il meglio. Dicevamo, la terza trasformazione può sembrare un tantino deformata, con le braccia decisamente troppo piccole e le gambe con una forma un tantino strana. Anche le ali dell’aereo e le pale dell’elicottero sono state utilizzate come “elementi decorativi” e, diciamo, possono piacere e non piacere. Dipende dalla


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vostra passione per i trasformabili Takara! I PREGI... Stiamo parlando di un prodotto originariamente concepito come giocattolo, quindi non come articolo da collezione. I canoni sono quindi leggermente diversi. Questo “Triple-Changer” è robusto, massiccio e ben costruito. Anche le parti più piccole, normalmente più fragili, sono in plastica particolarmente flessibile, difficile da spezzare. Una buona parte è in die-cast, uno standard per i robot dell’epoca e difficile da trovare, rimanendo in ambito Takara, nei nuovi “Masterpiece”. Le trasformazioni sono semplici, ben studiate e facili da realizzare. La confezione e il packaging sprizzano anni

ottanta da tutti i pori, offrendo quel particolare sapore vintage, tipico del vecchio giocattolo. Ultimo dettaglio, ma non per questo meno importante, è interamente Made in Japan e non in Taiwan o China come le recenti produzioni Takara o, ad esempio, Bandai. ...E I DIFETTI Anche qui ci sono diversi punti di vista. Principalmente quello del “bambino” degli anni ottanta e quello del collezionista di oggi. Dal punto di vista “giocoso” questo modello, avendo ben tre trasformazioni, è assolutamente originale e invoglia a giocarci per ore. Con occhio da collezionista si nota, se proprio vogliamo essere pignoli, una certa difficoltà nel rendere al meglio le tra-

sformazioni aereo e robot. C’è anche da dire che, con le tecnologie dell’epoca non sarebbe stato facile. Se venisse riproposto ai giorni d’oggi nella serie “Masterpiece” rappresenterebbe un’autentico gioiello di progettazione. CONCLUDENDO Per questo tipo di robot, prodotto nella prima metà degli anni ottanta, esiste a parer mio un solo tipo di collezionista: quello che, quasi trent’anni prima, giocava come un matto con gli allora Diaclone e compagnia bella. E questo tipo di appassionato (come il sottoscritto, d’altronde) non vede nessun punto debole in questo tipo di prodotto, in quanto ha rappresentato, insieme a tanti altri, la gioia

dell’infanzia attraverso trasformazioni e mille battaglie robotiche. La valutazione di questo articolo, al giorno d’oggi, in condizioni decenti scatola compresa, è di circa 200 euro. Se si trattasse di un fondo di magazzino mai aperto, il prezzo potrebbe sicuramente aumentare. Occorre infatti tener conto che il collezionismo di modelli Takara pre-transformers è uno dei più cari, con prezzi da infarto. Occorre essere ben finanziati, o avere una fortuna sfacciata! Alla prossima recensione! MATA NE! Roberto “Robb” Morello


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“MASS EFFECT ITALIAN COSPLAYERS” Su Facebook: Mass Effect Italian Cosplayers

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l Gruppo MASS EFFECT ITALIAN COSPLAYERS ha visto la luce negli ultimi mesi del 2012. Come spesso accade, un’idea nata quasi in tono di scherzo ha poi preso piede e contagiato alcuni amici di Reggio Emilia e Modena, sostenuti da un piccolo ma importante drappello proveniente da Roma. Uniti dalla passione per l’epica trilogia che narra le gesta del Comandante Shepard e del suo equipaggio, hanno trasformato lo scherzo in una reale proposta. Dopo lunghi mesi di progettazione, durante i quali

sono stati selezionati i primi personaggi da rappresentare ed ideati i costumi, grazie all’abilità ed all’impegno che i suoi membri hanno profuso nella loro realizzazione e nella preparazione degli

accessori necessari, il M.E.I.C. si è fatto trovare pronto all’appuntamento con la prima partecipazione ad una manifestazione pubblica: il Lucca Comics and Games 2013. Nonostante i membri

sentissero fortemente la tensione per un esordio da tenersi proprio durante un contesto talmente grandioso, i risultati, in termini di riscontro da parte dell’esigente pubblico della più importante kermesse italiana del settore, sono stati addirittura superiori alle attese, facendo da sprone e da volano per l’entusiasmo di chi ha visto ripagate le lunghe ore di impegno e lavoro. A riprova della bontà del progetto e della qualità della sua realizzazione, proprio nei giorni in cui è stato presente a questo grandissimo evento, il


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M.E.I.C. ha preso diversi contatti con tanti altri cosplayers, sia singoli individui che gruppi, che condividono l’entusiasmo per le straordinarie avventure ed i personaggi, ricchi e sfaccettati, che popolano i tre capitoli dell’indimenticabile saga di Mass Effect. A seguito del largo interesse di pubblico suscitato e dei numerosi apprezzamenti raccolti anche da parte di altri cosplayers durante i quattro giorni di fiera, nelle settimane successive svariati contatti si sono concretizzati in adesioni al progetto del M.E.I.C., portando quindi ad una considerevole

espansione del gruppo. Sono giunti nuovi validissimi membri da ogni parte d’Italia. Oggi il gruppo conta oltre trenta membri tra cosplayers, appassionati, prop makers, make up artists, costumisti e disegnatori che hanno deciso di unire i loro talenti per trasformare il M.E.I.C. nel più grande gruppo italiano di Cosplay della celeberrima serie firmata Bioware/EA. In occasione del Cos.MO. svoltosi presso le fiere di Modena il 19 gennaio 2014 il gruppo, ampliato ai suoi nuovi membri, ha fatto il suo esordio nelle competizioni di cosplay italiane raggiungendo la

prima posizione in classifica a pari merito con altri due validissimi concorrenti. Naturalmente, M.E.I.C. non si fermerà a questo pur eccellente risultato. Grazie alle energie ed alla passione apportate, all’entusiasmo di valide forze fresche, nonché al loro talento e creatività, il M.E.I.C. intende rinnovare in modo radicale la sua proposta, soprattutto in previsione della partecipazione al concorso di Cosplay in occasione dell’edizione 2014 del Lucca Comics and Games. In particolare, oltre ad una revisione completa dei costumi allo scopo di

migliorarne la qualità generale e le caratteristiche estetiche dei materiali, lo staff mira ad aumentare il numero di personaggi rappresentati ed a ottenere una maggiore fedeltà degli accessori e delle armi in particolare. Tutto ciò sarà possibile anche grazie alla fiducia che il M.E.I.C. è stato in grado di raccogliere da parte di alcuni generosi sponsor, che hanno deciso di sostenere l’iniziativa avendone riscontrato la qualità e riconosciuto il grande entusiasmo che sprona la squadra. Invitiamo tutti coloro che fossero interessanti a conoscerci a visitare la nostra fanpage lasciando un messaggio privato agli amministratori. A questo indirizzo si può trovare anche il calendario delle manifestazioni cui il M.E.I.C. sarà presente, per chiunque sia incuriosito di conoscerci in prima persona. MEIC Staff


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TOSHIO MAEDA AL “COMICONVENTION 2014” www.cultura-giapponese.it - Su Facebook: Ochacaffe’

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oshio Maeda è il più grande artista giapponese creatore di manga erotici, cosiddetti hentai in giapponese. Ha iniziato la sua carriera di mangaka avventurandosi nel genere erotico per le troppe limitazioni riguardo a sesso, politica e violenza che esistono nei manga per bambini. Tra gli anni ‘80 e ‘90 ha creato moltissime opere, alcune delle quali sono state trasformate anche in anime di gran successo, come “La Blue Girl” e “Adventure kid”, “Demon Beast Invasion” e “Demon Warrior Koji”. Maeda viene considerato l’inventore del “tentacle rape”, uno stratagemma contro la censura che vietava di raffigurare i genitali nei manga. La sua opera più celebre è “Urotsukidoji” (1986), di cui è stato detto: “Nessun altro titolo a parte Akira è stato così influente nel mercato in lingua inglese.” La trama di Urotsukidoji ruota intorno al personaggio Jyaku, un ibrido bestia/uomo che viene bandito dal suo mondo a causa delle sue malefatte, e spedito sulla Terra. Qui è incaricato di trovare il Chōjin, l’imbattibile Dio del mondo dei demoni che si nasconde nel corpo di un umano. Nell’ottobre del 2001 Toshio Maeda è stato anche

un ospite d’onore al BAAF (Big Apple Anime Fest) tenutosi a New York. E’ stato acclamato come “l’artista più influente di manga erotici in Giappone” e il suo capolavoro “Urotsukidoji” è stato descritto come “il fondamento per l’intero genere erotico-grottesco di anime giapponesi”. Sempre nel 2001, ha avuto un incidente in moto che ha limitato la

sua capacità di disegno. Nonostante questo, ha continuato a usare il computer per creare le sue opere. Personaggio eccentrico e orgoglioso del suo ruolo nell’immaginario popolare, ha dichiarato che gli piacerebbe che sulla sua lapide venisse scritto “Il Maestro dei Tentacoli”. Toshio Maeda sarà presente in Italia alla Comiconvention di Assago il

23 febbraio prossimo. Il mangaka è ospitato dall’associazione Ochacaffè, che organizzerà un evento aperto al pubblico, dove sarà possibile conoscere il “maestro dei tentacoli” e farsi autografare la copia del proprio hentai preferito. Ochacaffè Staff


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“OTAKU-NERD TRIVIAL NIGHT” Su Facebook: Campionato “Otaku - Nerd Trivia Night”

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cco a voi il campionato delle passioni! Dal 6 febbraio, a Milano, prenderà il via un ciclo di dieci serate quiz, durante le quali si sfideranno squadre di appassionati di animazione, fumetti, libri, film e serie TV, in un’avvincente competizione che decreterà i migliori conoscitori di cultura nerd della città! Un appuntamento diverso ogni settimana per mettersi alla prova. Nato dalla collaborazione fra l’agenzia Emozioni e Strani Eventi ed il bar-fumetteria YattaManga Café, l’Otaku-Nerd Trivia Night mira a coinvolgere sia i concorrenti più preparati, sia i semplici curiosi, con un quiz dal vivo che, visti gli argomenti proposti nelle serate,

coprirà praticamente ogni argomento che possa stare a cuore a chi vive di queste passioni. Si può gareggiare sia in squadra (con un massimo di tre persone), sia da soli e non è obbligatorio partecipare a tutte quante le serate. Iscriversi è semplice e gratuito (in fondo all’articolo troverete le informazioni in merito). I vincitori alla fine del torneo potranno godersi una cena di squadra in un ristorante giapponese di Milano e avranno la possibilità di farsi organizzare una festa a tema su misura, ma saranno presenti anche dei premi minori per i vincitori delle singole serate! Le serate si svolgeranno su tre manche, in pratica tre

giochi con regole diverse, che potranno variare da serata a serata per mantenere sempre vivo l’interesse dei giocatori. Ci saranno quindi sfide a tempo, personaggi misteriosi, gare di sarabanda con le canzoni, sfide ad eliminazione e molte altre sorprese. Non temete però, l’argomento e le regole delle serate saranno pubblicati con il dovuto anticipo sull’evento facebook per dare ad ogni squadra il tempo per prepararsi al meglio! Quali saranno quindi gli argomenti delle sfide? Il 6 febbraio si comincia alle 20:30 con la prima serata, interamente dedicata ai film d’animazione dello Studio Ghibli.

La settimana seguente sarà invece la volta delle opere di Tim Burton. L’ordine delle altre serate non è stato ancora pubblicato, ma riguarderanno i cartoni degli anni ‘80/’90 (comprese le mitiche sigle, ovviamente), il fantasy, la fantascienza, i film Disney, i supereroi, i videogames e gli anime/manga contemporanei di genere shonen e shojo. Dunque cosa aspetti? Iscriviti e divertiti a gareggiare con i tuoi amici! Affrettati però, i posti diponibili per ogni serata sono limitati!


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INFORMAZIONI SULL’EVENTO DOVE: presso YattaManga Cafè - Via Tito Livio, 17 - Milano. QUANDO: Ogni giovedì a partire dal 6 febbraio, per 10 settimane (è possibile che questo giorno venga spostato al sabato, in caso ci fossero molte richieste in tal senso).

ORARIO: Dalle 20:30 (durata del gioco 2 ore circa). COME ISCRIVERSI: basta mandare una email all’indirizzo stranieventiwep@gmail.com mettendo come titolo “iscrizione campionato otaku-nerd” e nel testo: nome e cognome, età dei componenti della squadra, proprio indirizzo email,

nome della squadra e numero di partecipanti.

CONTATTI DI RIFERIMENTO: EMOZIONI E STRANI EVENTI Telefono: 3455076400 3474286516 E-mail: stranieventiwep@gmail.com EeSE Staff


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GLI “ANIMATTI”: MUSICA E DIVERTIMENTO www.animattiband.it - Su Facebook: AniMatti - Su Twitter: AniMatti Band

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li Animatti nascono verso la fine del 2011, una sera al tavolo di un pub dopo una lunga sessione di registrazione, del resto si sa che l’alcol fa strani scherzi a volte... L’idea parte da Laura Piccinetti (basso) Bernardo Nardini (chitarra) e Sonia Scialanca (chitarra), ai quali si aggiungono poi Luca Benvenuto (piano e tastiere) e Andrea Baldasseroni, sostituito in seguito da Alessandro Accardi (batteria). Temerari per vocazione e incoscienti per natura, decidiamo di orientarci non sulla pura e filologica esecuzione delle sigle dei cartoni come le conosciamo, ma di giocare con gli arrangiamenti (già di per sé non semplici) rielaborandoli e mischiandoli, unendoli in medley tematici, aggiungendo citazioni tratte dal background musicale di quegli anni, attingendo al classic rock, pop, musical, sigle di telefilm, di programmi te-

levisivi e chi più ne ha più ne metta, sulla scia delle prime grandi intuizioni degli intramontabili Cialtroni Animati. Siamo una cartoon band particolare, perché abbiamo deciso di non delegare la “prima linea” ad un/una cantante (ché poi lo sanno tutti che arriva tardi, ha sempre mal di gola e non aiuta a smontare il palco) ma di interpretare a turno i pezzi, a seconda delle inclinazioni vocali di ognuno, ovvia-

mente facendo anche i cori, il tutto mentre suoniamo su una gamba sola e nel frattempo vi facciamo anche degli onigiri se volete: tonno o salmone? Scherzi a parte, diciamo che la sfida era proprio questa: creare uno spettacolo godibile per chi ama le sigle dei cartoni della nostra generazione e, nello stesso tempo, mettere su un repertorio di una certa complessità capace di mettere alla

prova le nostre doti di strumentisti, cantanti ed arrangiatori; in breve, far divertire il pubblico tanto quanto ce la godiamo noi a suonare. Amiamo anche fare musica di strada, in formazione acustica (con cajon, diamonica, basso e chitarre acustiche) e, chi lo sa, magari potreste incontrarci a qualche fiera o festa del fumetto armati di tutto punto! La nostra passione per l’animazione giapponese inizia, come praticamente per tutti i bambini della generazione fine ‘70 inizio ‘80, con le serie animate trasmesse da emittenti più o meno note (Odeon, Italia 7, Junior tv, Super 3, Italia 1 e Canale 5) e non ci abbandona neppure quando dovremmo essere “troppo grandi per i cartoni”: siamo infatti avidi consumatori di Manga (tra i nostri preferiti Maison Ikkoku, Lupin, City Hunter, Touch, Bastard!, Vagabond...), di OAV (Video Girl Ai, Ranma ½, Ken il Guerriero...) e film d’animazione (La città incantata, Ponyo, Neon Genesis Evangelion...), che mantengono vivo il nostro amore per la cultura del paese del Sol Levante insieme alla passione per le arti marziali, il cinema chanbara e dell’ottimo sukiyaki. Animatti


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“6° CONCORSO DI NARRATIVA HORROR” www.scheletri.com

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oncorso a pagamento. I primi 3 classificati si divideranno il Montepremi (nell’edizione 2013 ammontava a 160 euro). Scadenza 28 febbraio 2014. REGOLE DEL CONCORSO Per partecipare è necessario: (1) Inviare un racconto di genere horror (deve possedere elementi soprannaturali: mostri, creature, vampiri, zombi, fantasmi, streghe, ecc.) di massimo 3000 battute (spazi inclusi) entro il 28 febbraio 2014. (2) Il racconto non deve essere già presente in questo sito; (3) Pagare la quota di iscrizione entro il 28 febbraio 2014. Per i pagamenti con bonifico/bollettino inviare la scansione del pagamento entro il 28 febbraio 2014; (4) Ogni autore può inviare un solo racconto; (5) Se il racconto non è idoneo la quota di iscrizione non verrà restituita; (6) Non è consentito correggere il racconto inviato. Tutti i racconti in gara

montepremi; 3° classificato: 10% del montepremi; Dal Montepremi saranno detratte le spese di gestione (10% del totale). GIURIA DEL CONCORSO I racconti che partecipano al concorso saranno valutati in forma anonima dalla giuria di Scheletri.com composta da Antonietta Terzano, Alexander Land, Alessandro Balestra.

verranno pubblicati su Scheletri.com. PASSATE PAROLA! Lette le regole salta subito all’occhio la filosofia del Premio Scheletri: più concorrenti = più euro in palio... quindi passate parola! INVIO DEI MATERIALI Dopo aver effettuato il pagamento inviare tutto il materiale a concorso2013@scheletri.co

m allegando: • oggetto della mail PREMIO SCHELETRI; • nome, cognome; • titolo e testo del racconto in un file .rtf o .doc. PREMIO Il Montepremi, ossia la somma di tutte le quote di partecipazione del concorso, sarà così suddiviso: 1° classificato: 60% del montepremi; 2° classificato: 20% del

SCADENZA DEL CONCORSO Il termine per l’invio dei racconti è il 28 febbraio 2014. Dopo questa data verranno assegnati i premi e pubblicati i risultati del concorso. PAGAMENTO QUOTA DI ISCRIZIONE La quota di partecipazione è pari a 10 euro. BANDO COMPLETO La quota di partecipazione è pari a 10 euro. http://www.scheletri.com /concorsopremio2014.htm Scheletri.com Staff

HORROR 4 U


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SOGNI E PROGETTI DI MAURO “EMME” FORTE Su Facebook: Fumettube

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i hanno chiesto di scrivere un articolo su di me, sulle mie passioni, i miei progetti e le mie formazioni, quindi lo farò. Perché? Beh, fondamentalmente è perché sono un egocentrico, anche se ho difficoltà ad ammetterlo. Chi sono io? Mi chiamo Mauro Forte, la “Emme” è solo un soprannome o un nome d’arte. Fa apparire più figo il mio nome, ma la motivazione della scelta di tale nomignolo non mi va di divulgarla. È personale e ci tengo che resti tale. Sono un disegnatore, o almeno credo, sono sempre gli altri che decidono quello che sei per quanto tu possa scegliere per te stesso non è detto che valga altrettanto per gli altri. E ad ogni modo

sarebbe meglio specificare che, più che un disegnatore, io sono un fumettista che non è esattamente la stessa cosa. Un fumettista racconta storie, un disegnatore semplicemente disegna! E poi lo sono sempre stato. È come una malattia, essere un fumettista intendo. Inizi da piccolo fantasticando su incredibili avventure piuttosto che pensare alle ragazze. E non è che si guarisce, no no. Si peggiora. Ti marchia a fuoco sulla pelle. Ti rende una persona diversa dal solito. Inizi ad isolarti, a non prendere in considerazione chi non disegna come o meglio di sé e odiando chi si considera inferiori. È triste dirlo, i disegnatori sono di per sé una tipologia di per-

sona strane. E ci si sente soli. Soli in un mondo di pazzi. Ehi, ma qui si parlava di me, giusto? Torniamo in tema. Dei fumetti, il genere che più amo è il fantasy. Non importa come viene disegnato, o con quale schema fumettistico. Manga, americano, francese, bonellide l’unica cosa che conta è che la storia sia raccontata(e magari scritta) bene. Ma ho sempre avuto un debole per l’umoristico. Amo vedere figura buffe estremizzate al massimo. Anche se preferisco le figure un po’ più armoniose come fa Mastantuono con i suoi lavori per la Disney. Cos’è che mi ha spinto a disegnare? Non lo so. Magari lo sapessi. Non credo

di essermi svegliato un giorno e mi sono detto “Ehi, voglio disegnare”, no. Tu semplicemente inizi e non la smetti più. Magari hai momenti di vuoto e non disegni, ma poi riprendi. Come quando pensi di metterti a dieta andando in palestra per poi tornare a casa e mangiare più di prima. Più o meno è la stessa cosa. Confesso che fare il fumettista non è proprio il mestiere più bello del mondo come molte persone già nel settore vogliono far credere. È stancante, stressante, mal pagato e avvilente. Ma you know, l’amore, la passione e anche un pizzico di malattia mentale porta a coltivare questa arte. Ma si va avanti. Il fumetto non è un hobby né un lavoro. Il fumetto è amore. Bisogna dargli passione, cura e attenzioni. Tante attenzioni. Il fumetto è come una donna, sbaglia con lei e te ne sentirai per sempre in colpa finché non ti perdona. È molto più impegnativo di quel che sembra e richiede il giusto tempo oltre che la giusta costanza. Attualmente sto portando avanti una pagina facebook “Fumettube” dove parlo di tutto. Come una specie di youtube che tratta di tutto e lo fa con i video, io sulla mia modesta pagina


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tratto di tutto con il media fumetto. Al momento le “rubriche”, se così possiamo chiamarle, sono poche ed essendo il solo membro nello staff capirete che non è facile gestire una pagina che chiede almeno un contenuto al giorno... Considerando che nel frattempo porto avanti altri progetti, è avvilente. Potete trovare la pagina

semplicemente digitando “Fumettube” sul motore di ricerca di Facebook. Nel mentre sto scrivendo e disegno una webcomics umoristica chiamata “io vivo all’inferno”. “Io vivo all’inferno” “Vivere all’inferno non è mai stato così esagerato.” “Io vivo all’inferno” è la storia di un ragazzo, Piff, morto in un banalissimo incidente stradale. Farà la

conoscenza di Morty, la morte, che lo accompagnerà nel suo luuuuungo viaggio all’inferno. Riuscirà il buon Morty a sbarazzarsi del nostro fastidioso Piff? SCOPRIAMOLO Come mai ho pensato a una storia del genere? Principalmente perché odio Dante Alighieri. Lo

ucciderei io stesso se non fosse che è morto da secoli. E non è perché quando andavo a scuola per colpa sua presi un 4 in letteratura. Non c’entra assolutamente niente, per carità. ... Ok forse un pochino sì, ma è anche perché invidio il suo genio. La sua fantasia, anche se un po’ macabra. E mi sono detto tra me e me “Ehi, sono passati tanti di quei secoli, perché l’inferno di Dante non si può essere evoluto come tutto il resto del mondo in effetti?” Così ho voluto provare a raccontare come, secondo me, l ‘inferno può essersi evoluto. In meglio o in peggio lo lascio decidere a voi. Se siete interessati a scoprire cos’è diventato l’inferno di Dante, beh, vi invito a seguirmi in questa avventura insieme a me. Questo il link del sito del fumetto, dove ogni mese pubblico un nuovo capitolo: http://iovivoallinfero.altervista.org/index.html Detto questo vi saluto. Ciao! Mauro “Emme” Forte


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SERGIO TOPPI E “LA STORIA IN VERTICALE” www.spaziotadini.it

Michele Ulisse Lipparini

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ergio Toppi, classe 1932. Milano. Dopo aver collaborato con le edizioni UTET, c’è un passaggio ai mirabolanti studi d’animazione Pagot e poi l’esordio col fumetto nel 1960, sul binario della Storia, con Pietro Micca, e sulle pagine del Corriere dei Piccoli. Quel minimo di predestinazione che non guasta quando si tratta di

grandi autori, il tema storico sarà centrale nelle ambientazioni e nella narrativa di Toppi, sia quando mette il segno a servizio dei testi di Mino Milani in una proficua collaborazione, sia quando illustra e scrive in autonomia. Ma non esiste quasi genere che non abbia esplorato: cronaca, guerra, avventura, biografico, fantascienza, religioso,

fabulistico, sportivo, omaggi al blues e alla musica lirica, scrive, disegna, realizza illustrazioni per copertine e per libri. “Dipinge” due mazzi di tarocchi, i Tarocchi Universali e poi i Tarocchi delle Origini, per lo Scarabeo di Torino. A metà anni ‘70 comincia a liberare la composizione della tavola, rompe la gabbia, apre la vignetta, la fa esplodere, il taglio verticale diventa un suo tratto distintivo, in tempi in cui gli azzardi registici non erano un trend inflazionato ma un’articolazione del linguaggio. Nomade nei destini editoriali, dalle testate delle Edizioni Paoline ad alter alter e Linus, e molte altre, e nomade per spirito, non si affeziona all’idea di una produzione

seriale, ama il racconto breve, e la narrazione autoconclusiva, e viaggia, e fa viaggiare personaggi e lettori. Sin dal principio una costante marcia in progressione, verso il miglioramento, sempre e comunque. I personaggi toppiani vivono all’ombra di un destino votato alla ricerca, spesso vana, frequentemente priva di speranza, ma l’autore li accompagna senza lacrimevole compassione, c’è, al contrario, la volontà di enucleare le contraddizioni dell’animale uomo che sembra trovare la propria identità nella sopraffazione, nel cinismo, nella vendetta. L’uomo in conflitto con l’uomo, con l’ambiente che lo circonda, con il divino. Ed è stupefacente, sempre e comunque, il potere evocativo del suo stile. C’è una sensazione atemporale, di sospensione del chronos, dovuta anche alla mescolanza dei piani che destrutturano il fluire canonico delle lancette, quando un personaggio scivola ed incombe da una vignetta sull’altra, durante un dialogo, e non si sa più se il dialogo sia con un comprimario o col lettore, in un effetto di straniamento che concorre a rapirlo. L’equilibrio degli spazi, pieni e vuoti, bianchi e neri, che ti costringe a trattenere il fiato, nel timore che la


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gravità si guasti da un momento all’altro, sovvertendo l’insensato caos del vivere. La natura del segno corona il tutto, un iperrealismo che tende al paradosso di un’atmosfera irreale. Toppi ipnotizza. Assoluto nel dettaglio,

l’artista milanese ha compiuto un’esplorazione dei tipi etnici, dei costumi, degli spaccati di Madrenatura che ha pari solo nell’opera di Magnus. Ma il Maestro non amava il termine: “Per favore non chiamatemi maestro... Lo stile toppiano?

Che brutta parola... sembra un’offesa. Quello è il prodotto di una vita. Ho portato avanti una severa autocritica, ho lavorato continuamente su me stesso, modificando ogni volta qualcosa. Quel tanto che era sufficiente a migliorare un po’. Questo mio stile è comunque il frutto di una grande fa-

tica”. Ecco, venite a godere del frutto di questa fatica allo Spazio Tadini, dopo Pintér la seconda mostra, e occasione di acquisto, del ciclo Pocket Exhibits, a Milano, dal 15 al 27 febbraio. Michele Ulisse Lipparini

Mostra di SERGIO TOPPI LA STORIA IN VERTICALE (e non solo) SPAZIO TADINI via Niccolò Jommelli, 24 - Milano Dal 15 febbraio al 27 febbraio 2014 Inaugurazione: ore 16.00 - 21.00 Orari da martedì a sabato: ore 15.30 - 19.00


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“CAPITAN HARLOCK”: DUE O TRE COSE SUL FILM http://elenaromanelloscrittrice.wordpress.com - http://vitadabibliofila.wordpress.com

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l film di Capitan Harlock è stato il primo anime giapponese realizzato in CGI, il lungometraggio più costoso mai realizzato dalla Toei e una sorpresa come successo, riuscendo a scalfire,

anche in Italia, il luogo comune secondo cui i film d’animazione non a stelle e strisce al cinema non funzionano. Date queste premesse, era opportuno sapere prima di andare al cinema

che non era un remake della storica e mitica serie degli anni Settanta con le Mazoniane, quella con la sigla della Banda dei Bucanieri inserita nella play list di persone insospettabili e non certo

otaku, quella che fu uno dei primi e più amati anime. Né un remake né un seguito con un gran ritorno della splendida Raflesia che prima di andarsene diceva ad Harlock “vuoi proprio che me ne vada, Harlock?”. Forse qualcuno si aspettava questo, e ne è rimasto deluso, ma si sapeva. Del resto, il personaggio di Harlock, dagli anni Settanta ad oggi, ha avuto altre incarnazioni, in universi coevi ma non uguali, basti pensare a L’Arkadia della mia giovinezza e alla serie SSX del 1982, o alle due serie più recenti Herlock e L’anello dei Nibelunghi, o anche in Galaxy Express 999 dove compare come guest star. Harlock è sempre, in tutte le sue incarnazioni, un pirata del futuro, che solca lo spazio anziché i mari, un ribelle contro il conformismo pronto a rischiare il tutto per tutto ma comunque non un eroe senza macchia e senza paura, con non pochi lati oscuri. In questo ultimo film i suoi lati oscuri sono non pochi, visto che si scoprirà il suo ruolo nella quasi distruzione della Terra, intorno a cui la federazione Gaia ha creato un’illusione per farne un totem davanti al quale gli esseri umani spersi in vari pianeti si possano continuare ad inchinare e possano essere dominati


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dall’alto. Qui inoltre il mistero intorno alla sua figura è ancora più profondo, visto che è una sorta di Olandese volante di wagneriana memoria, condannato a vagare in eterno nello spazio per espiare le sue colpe. Se proprio si vuole trovare una collocazione a questa nuova incarnazione di Capitan Harlock, è in un universo simile a quello de L’anello dei Nibelunghi, visto che Mime, anche lei giovane donna aliena dalle varie reincarnazioni, appartiene a questa stirpe tra fantascienza e mito nordico, ma la vicenda è staccata e godibile anche da sola, un nuovo inizio che forse potrà avere altri sviluppi o portare a nuove incarnazioni. Piuttosto, questo nuovo Harlock resta un po’ sullo sfondo, anche se fa sempre delle entrate ad effetto, e l’attenzione si sposta su Yama, all’appa-

renza l’ennesimo ragazzotto idealista ma un po’ sprovveduto stile Tadashi, in realtà lucido doppiogiochista dominato da un complesso di colpa per aver causato l’invalidità del fratello militare Ezra e la vita sospesa ad una macchina della donna amata da entrambi, Nami. Yama è il personaggio che cambia, che decide di stare con Harlock, costi quello che costi, e forse di diventare lui il nuovo pirata dello spazio, pronto a succedergli alla guida dell’Arkadia e nel mito. Lentezze e momenti infiniti hanno sempre fatto parte dell’universo di Capitan Harlock, sin dalle prime incarnazioni: che poi la nostalgia sia sempre canaglia, soprattutto se si è abbastanza vecchi da essere stati davanti agli schermi di Rai due in quel lontano 1979, quello è indubbio. Ma questo nuovo Harlock ha comunque ri-

destato l’interesse del grande pubblico per il personaggio e gli anime e può portare ad un revival per l’universo di Leiji Matsumoto, così affasci-

nante e atipico, anche all’interno del mondo rutilante di manga e anime. Elena Romanello


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UNA MOSTRA PER NON DIMENTICARE www.nuovaofficinaonlus.it - Su Facebook: Nuova Officina Onlus

“...Perché in fondo la gioventù è più solitaria della vecchiaia. Noi giovani facciamo il doppio della fatica ad avere le nostre opinioni in un’epoca in cui ogni idealismo viene annientato e distrutto. (...) È molto strano che io non abbia abbandonato tutti i miei sogni perché sembrano assurdi e irrealizzabili. Invece me li tengo stretti, nonostante tutto, perché credo tuttora nell’intima bontà dell’uomo”. Anne Frank

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a mostra “I bambini della Shoah e della Resistenza” – organizzata dall’associazione di volontariato “Nuova Officina Onlus” – si svolgerà a Sarno, in provincia di Salerno, presso le sale espositive del Museo Archeologico Nazionale della Valle del Sarno dal 27 gennaio – 4 maggio 2014. Grazie ai preziosi contributi di “Fabrica”, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group, del Centro Fumetto “Andrea Pazienza” © Eredi Pazienza, della “Casa della Memoria e della Storia” di Roma, dell’Anpi di Tricesimo, dell’associazione “Salerno in Festival” e della scuola secondaria di I grado “G. Amendola”, più di quaranta disegnatori, fumettisti, vignettisti, italiani e stranieri, hanno contribuito all’allestimento

della mostra donando opere che raccontano – attraverso il linguaggio, semplice ed universale, del disegno – la tragedia dello sterminio dei bambini ebrei nei campi di concentramento nazisti e i racconti di tanti altri bambini protagonisti, loro malgrado, della Resistenza. La mostra si articola in più sezioni: uno spazio espositivo dedicato a illustrazioni, vignette e fumetti sulla Shoah, con contributi inediti di Brindisi, Di Bernardo, Fogliazza, Moriconi, Pannullo, Staino, Toninelli e Zapparoli; due percorsi di tavole illustrate, rispettivamente tratte dai libri “L’albero di Anne” – edito dalla casa editrice “Orecchio Acerbo” e “Il volo di Sara”, pubblicato dall’editore “Fatatrac”. Sempre sullo stesso tema, sette tavole inedite disegnate da un gruppo di giovani illustratori italiani e stranieri di “Fabrica”,

ispirate alle poesie dei bambini deportati nel campo di concentramento Terezín. Le illustrazioni e i racconti sulla Resistenza portano le firme – tra i tanti – di Andrea Pazienza, Luca Paulesu e Quisco. Imma Napodano – lettrice e formatrice del progetto nazionale di promozione della lettura in età precoce “Nati per Leggere” – accompagnerà i bambini in visita alla mostra attraverso un percorso guidato di lettura e di commento delle illustrazioni esposte. A corredo dei percorsi espositivi, uno spazio didattico – con pannelli informativi e fotografici, reperti storici e un filmato audiovisivo sulla Shoah – curato da Michele Lauri e Caterina Manzione, della scuola secondaria di I grado “G. Amendola” di Sarno. Lunedì 27 gennaio, presso la sede di “Nuova Offi-

cina Onlus”, delegazioni di studenti delle scuole medie primarie e secondarie di Sarno hanno assistito alla proiezione del documentario Auschwitz 2006 di Saverio Costanzo e, successivamente, partecipato all’inaugurazione della mostra presso il Museo Archeologico Nazionale della Valle del Sarno. Durante i mesi della mostra sono previsti incontri con disegnatori e autori dei testi e delle tavole esposte. Entro il mese di dicembre del prossimo anno è prevista la pubblicazione di un catalogo – con una selezione delle illustrazioni esposte durante la mostra – che servirà a finanziare il progetto “Help for Zambia” finalizzato alla raccolta di fondi per l’allestimento di alcuni reparti del “Catholic Hospital” di Lusaka. Nuova Officina Staff


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CERCASI APPASSIONATI DI FUMETTO E... Su Facebook: Progetto Fumetto Roma

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olevamo fare una bella recensione... Sul serio, ci abbiamo provato, ma il nostro livello di attenzione è pari a quello di un moscerino che cerca di uscire da una finestra chiusa. Bhé, che dire? Siamo una disastrata banda di fumettari che cerca di raccontarsi: Sara, alla tastiera del pc, non fa altro che scrivere robe in romanaccio, mentre Angel cerca di calmare Mew che urla isterica verso Terence chiedendogli una mano nello scrivere qualcosa che non sia un SMS. Si, siamo davvero professionali. Ma abbiamo la nostra passione ad accomunarci, a spingerci a stare insieme e ad aiutarci a migliorare. Ci siamo conosciuti a scuola, e dopo anni di giornate perse a fantasticare sul futuro, dopo aver parlato con un certo Fabrizio, Mew se ne esce: "E se iniziassimo a fare sul serio?" PAZZAH. "Magari iniziamo con un semplice club, coinvolgiamo gente cercando di insegnare ed imparare allo stesso tempo, migliorandoci e condividendo la nostra passione. E poi magari, piu avanti, creeremo un vero e proprio corso, con tanto di diploma!!!" Gli altri, basiti, accettarono nella speranza che una giorno questo possa anche diventare un lavoro vero, che oggi se non te

lo inventi da solo non ti resta che cucire palloni in Cina. Il resto è attualità: trovata la base in largo Ferruccio Mengaroni 11, e decisi a vederci ogni giovedì e sabato dalle 16.00 alle 19.00, cominciamo questa avventura per coltivare il nostro sogno: cucire palloni in Italia!!! Ok, scherzi a parte, se anche voi siete appassionati di fumetti, disegni, storie, e amate la buona compagnia venite pure a trovarci qui a Roma; e se avete ancora qualche dubbio, potete

anche cercare su Facebook la nostra pagina: Progetto Fumetto Roma. Assicuriamo buona accoglienza e spodiardiche comparse di dolci.Vi aspettiamo, e nel mentre si disegna! Mew, Angel, Sara, Terence

P.S.: Se qualcuno avesse la malsana idea di portare un dolce, nessuno resterebbe offeso... Paghiamo in complimenti e tanto amore.


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“DRAGONERO” N. 8: IL FASCINO DEL MALE Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!

TRAMA - Arrivati a Merovia, Ian e Gmor partono per una nuova missione insieme ad una spedizione militare, pronti ad indagare ed eliminare un clan di predoni che sta terrorizzando il Nord della regione. Ma una volta raggiunto un villaggio sperduto tra le nevi, Dragonero e gli amici si ritrovano coinvolti in qualcosa di ben diverso dai predoni: una malvagia Driade dei boschi. Ian è l’unico in grado di battersi con lei, ma per vincere dovrà scoprire un nuovo potere, celato nel suo sangue di Drago.

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n’altra bella storia quella che ci regala Stefano Vietti, dalla trama solida e lineare. La sceneggiatura scorre abbastanza bene, un po’ lenta all’inizio, ma in seguito prosegue veloce in modo particolare nell’atto finale. I dialoghi sono semplici, ma efficaci, senza troppi lunghi e noiosi “spiegoni”. Avrei voluto che lo scontro con la terribile cattivona durasse un po’ di più (evitando magari di aggiungere le preoccupazioni della mamma che chiede attenzione per la salute e l’inesperienza del figlio in battaglia e come comandante, quando poi il figlio nella storia non dimostra di essere in grado né per l’una né per l’altra cosa, visto che si limita semplicemente ad

essere salvato da Dragonero) e che fossero state rese meglio le atmosfere di magia e tensione nella foresta, invece che lasciarle intendere solo leggendo i dialoghi, ma comunque non sarà questo a penalizzare l’albo. Adoro la mappa del mondo dei nostri protagonisti inserita a inizio albo, che ci permette di avere un’idea più chiara dei loro spostamenti. Alcune cose mi hanno lasciata un po’ perplessa. Ad esempio, sarà che io sono abituata a pensarli solo e unicamente come li descrive J.R.R. Tolkien, ovvero come grossi lupi dal pelo grigio, occhi lu-

centi rossi e denti affilatissimi, ma non mi convince molto la realizzazione dei Mannari. Non mi riferisco a livello del disegno perché sono stupendi, ma a livello di vera e propria razza fantasy. I Mannari veri e propri (detti anche Warg) sono lupi assassini, scannatori e basta, mentre in questo albo i Mannari sono uomini trasformati in lupi dalla Driade, quindi per quanto mi riguarda diventano lupi mannari... e non Mannari. Il fatto poi del sangue di Ian che pietrifica il demone, l’ho trovato piuttosto “banale”, ma spero

fortemente che la questione venga approfondita in seguito, affinché magari io mi ricreda su questo. E per ultimo, ma non meno importante (almeno per me). Alla fine dell’albo Ian dice che deve partire per una nuova missione: come fa a saperlo? Quando è successo che gliene hanno affidata un’altra? Mi sono persa qualcosa? Non ho ben capito come funziona questa cosa, viene messa in automatico per chiudere l’albo? Comunque, inizialmente leggendo i primi numeri, ero un po’ titubante sulle storie e sull’affidabilità di questa nuova serie fantasy. Devo dire però di essermi ricreduta già dal numero 4. Questa serie dimostra di avere delle grandi potenzialità che già ci vengono rivelate in questi numeri recenti. Ogni albo lascia trapelare un dettaglio che sarà approfondito in seguito, aprendo sbocchi per il ritorno di alcuni cattivoni e di altri protagonisti e questo mi piace. Insomma, si vede che dietro c’è una grande squadra e una grande attenzione e cura, in particolar modo a livello grafico. I disegni di Antonella Platano, che ben conosciamo noi lettori di Nathan Never, sono a dir poco meravigliosi. Il suo tratto è puro e leggibile.


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Non dispiace la sua caratteristica di disegnare gli occhi grandi, i tagli obliqui e la sua cura al dettaglio. Ha realizzato una Driade affascinante e molto inquietante al tempo stesso, in stile simile a quelle cattivone sexy che compaiono negli albi di Dampyr. Davvero belle le tavole dello scontro con la Driade, i combattimenti con i mannari e la parte del viaggio; davvero tavole degne di un fantasy. Dunque, una nuova disegnatrice si unisce alla schiera dei grandi che disegnano questa serie della Bonelli e, presentandosi a noi lettori con un simile biglietto da visita, non sarà certo dimenti-

cata presto! La copertina a cura di Giuseppe Matteoni è davvero spettacolare, come lo è la perfetta colorazione e l’espressività dei personaggi. Questa è forse una delle copertine migliori che ho visto finora. In conclusione, aspettiamo dunque il prossimo numero scritto da Luca Enoch, e staremo a vedere in quali nuove avventure ci trascineranno Ian e il nostro amico orco Gmor! Federica Belloni


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“ULTRA STREET FIGHTER IV” A ROMA Su Facebook: Extraball cafè

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l 22 e il 23 marzo, a Roma, si svolgerà il torneo internazionale di Super Street Fighter IV Arcade Edition Ver. 2012, evento organizzato in collaborazione con la sala giochi Extraball, Capcom e Arcade Extreme.

DOVE L’evento si svolgerà presso la sala giochi Extraball in Piazza Pio XI, Roma. QUOTA DI ISCRIZIONE: € 20,00

PREMI (in aggiornamento): - Primo classificato: € 300 + Console X Box One+ Premi Sponsor + Coppa; - Secondo classificato: € 200 + Premi Sponsor + Coppa;

- Terzo classificato: € 150 + Premi Sponsor + Coppa. I premi messi a disposizione dagli sponsor verranno comunicati nelle prossime settimane. Regolamento Super Street Fighter IV Arcade Edition Ver. 2012 - Versione: Xbox 360 1.07; - 1vs1; - Modalità Versus; - Settaggi Default Arcade; - No Character ban; - No Character lock (chi perde il primo set ha diritto al cambio del Personaggio); - No Costume ban; - No Color ban; - No Ultra lock (sia chi vince che chi perde il primo set ha diritto al cambio dell’Ultra); - No Stage ban; - Formato: Pools + Double Elimination Bracket Top 24; - Pools: Best of 3, nessun pareggio previsto, spareggio immediato, passeranno i primi 3 di ogni girone; - Pools:Vittoria 2-0: 3 punti / Vittoria 2-1: 2 punti / Sconfitta 1-2: 1 punto / Sconfitta 0-2: 0 punti. I punteggi verranno considerati solo in caso di pareggio nel numero di vittorie;


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- Double Elimination Bracket Top 16: Best of 3; Winners Final, Losers Final e Grand Final Best of 5. Nessun pareggio previsto, spareggio immediato; - Se richiesto dai giocatori si potra decidere tramite Morra Cinese il Player Side e l’eventuale Blind Pick o Courtesy Mode; - Turbo, stick o pad wireless bannati. Al torneo principale, pensato per i giocatori esperti, si affiancherà un piccolo torneo secondario dedicato agli utenti occasionali e a tutti coloro che vorranno cimentarsi con il picchiaduro Capcom senza doversi necessariamente scontrare con i professionisti.

QUOTA DI ISCRIZIONE AL TORNEO SECONDARIO: € 5,00 Durante l’evento verranno messe a disposizione postazioni free play per permettere ai visitatori di provare il gioco, di sfidarsi con gli amici o, più semplicemente, di divertirsi in compagnia. Premi da definire. Extraball Staff

http://wondergateitalia.blogspot.it Il nuovo fantablog realizzato dalla Associazione Culturale

JAPANIMATION

Se volete contribuire a questo progetto contattateci quando volete!


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SHOCKDOM PRESENTA “GLEEDY FLOWER” www.shockdom-store.com

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reedy Flower è un horror gotico, ambientato in luogo e un tempo in cui il bene ha perso l'eterna battaglia contro il male e non c'è più alcun posto per i buoni sentimenti. La terra è diventata un

posto terribile e desolato, infestato da tenebrosi spiriti maligni, i Robo del Male, che si servono di insospettabili emissari per assalire gli esseri umani e nutrirsi della loro anima. Uno di questi è Keo: un

mostriciattolo ruba anime dal passato sconosciuto, che inganna le sue prede col suo sguardo innocente ed un mazzo di rose-demoni , suoi partner, che lo aiutano a nutrire Kurobo, l'entità per cui lavora.

Pubblicato originariamente sulla piattaforma www.webcomics.it il fumetto è arrivato in Rete già al quattordicesimo capitolo. Shockdom pubblicherà i primi sei capitoli in questo primo volume. La pubblicazione rientra nella decennale politica editoriale di Shockdom di presentare su carta i migliori autori di webcomics italiani. “Alessandra Patanè è la prima di un gruppo di nuovi straordinari autori nati dalla Rete che pubblicheremo su carta e in ebook” dice Lucio Staiano, responsabile di Shockdom “Abbiamo voluto iniziare con Greedy Flower perchè è un prodotto di alta qualità, originale e molto vivo, una lettura sicuramente scorrevole, ma anche piena di atmosfere intense e drammatiche” Il volume verrà distribuito in libreria, fumetteria, sarà disponibile sullo Store Ufficiale di Shockdom e nelle fiere a cui la casa editrice parteciperà. Shockdom Staff

Collana Social Comics Formato cm 12x18 Pagine 128, b/n Prezzo € 7,00 ISBN 9788896275184 Volta pagina e guarda alcune tavole!


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hockdom è la casa editrice italiana leader nel settore dei webcomics, presente anche nel mercato cartaceo tradizionale, oggi punto di riferimento per chi legge e crea fumetti online in Italia. Shockdom è stata la prima casa editrice in Italia specializzata nei fumetti digitali. Attraverso la piattaforma WEBCOMICS, permette a qualunque autore di aprire un blog di fumetti ed entrare a far parte di una community molto unita e attiva che

viene visitata da oltre cinquantamila lettori ogni mese. Shockdom si rivolge non solo al pubblico dei lettori, ma anche alle imprese, fornendo contenuti per siti, fan pages, spot, video, ideando e realizzando progetti speciali. Inoltre offre spazi pubblicitari sui propri fumetti digital.

http://truefantasyitaly.blogspot.it


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“PROJECT NERD REEBOT”

https://www.facebook.com/CosplayOnAir - www.rebootweb.tv

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alve a tutti e bentornati sulle pagine di JAPANIMANDO! Tutti coloro che seguono il magazine da tempo ma anche per quelli che sono appena arrivati, avranno avuto modo di rendersi conto di quanto sia cresciuta la rivista numero dopo numero proponendo, contenuti sempre più interessanti e approfondimenti su tutto ciò che riguarda il mondo del fumetto, dei videogiochi, del cinema e tanto altro. Ciò è stato possibile non solo grazie all’impegno dei redattori ma anche grazie alle collaborazioni con altri soggetti come ad esempio (ed è questo il caso) di Cosplay On Air; da tempo ormai si è

consolidato uno stretto legame visto l’interesse comune nel promuovere la cultura nipponica e non solo, a 360 gradi e i risultati, sono stati e sono ancora estremamente positivi. Quando delle menti brillanti si uniscono per un progetto comune non possono che nascere ottimi lavori: abbiamo visto o meglio letto e ascoltato tramite JAPANIMANDO e Cosplay On Air cosa significhi questo e ora avremmo finalmente la possibilità di vederlo! La nostra emittente radiofonica infatti ha deciso di dare vita a un’importante iniziativa collaborando con il canale tv Project Nerd Reboot.

E’ dunque giunto il momento di lasciare spazio al protagonista della nostra intervista, Iarin Fabbri che ci spiegherà nel dettaglio in che cosa consiste il progetto. 1) Ti andrebbe di parlarci della vostra attività? Ossia nello specifico: com’è nato Project Nerd, chi c’è dietro tutto questo, perchè avete deciso di creare questo progetto e quali i sono i canali attraverso i quali vi proponete. Ciao! Project Nerd è un progetto nato da me e Daniel Mars. Lui si occupa quasi interamente della gestione del progetto, ed io conduco insieme a lui la

trasmissione e gestisco tutta la parte di montaggio video e di web design. Project Nerd è presente nel palinsesto di ReBoot Web TV (www.rebootweb.tv). Le nostre puntate (inizieremo a registrare la nuova stagione il 7 Febbraio prossimo) si potranno vedere sul canale youtube della tv (www.youtube.com/rebootwebtv) e presto in streaming sul portale ReBoot. Inoltre le puntate andranno in onda anche su Zapping TV, canale 214 del digitale terrestre per Emilia Romagna e Marche. In un imminente futuro è molto facile che la trasmissione andrà in replica anche su altre emit-


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tenti regionali e nazionali, proprio in questi giorni stiamo prendendo accordi. Ma Project Nerd non è solo un programma tv, è prima di tutto un portale di informazione sulla cultura Nerd. Trattiamo tutti i tempi del mondo nerd: videogame, retrogame, cosplay, comics, manga, anime, cartoon, e tutto quello che fa nerd. Alla fan page (www.facebook.com/projectnerdtv) collaborano altre persone: Alf, Mazz, Cylex, e la Miky. Senza di loro il progetto non si starebbe diffondendo così bene. Stiamo iniziando anche ad avere diversi inviati speciali che possano pre-

sidiare fiere ed eventi in tutta Italia, che possano insomma darci il materiale che poi noi montiamo e mandiamo in onda sui nostri canali (youtube, streaming e digitale). 2) Com’è nata la collaborazione con Cosplay on air e quali saranno gli argomenti trattati nel corso della collaborazione? La collaborazione con Cosplay On Air è nata così per caso, con un passa parola. A Dicembre abbiamo registrato le ultime puntate e come ospite c’era il cosplayer Luca Buzzi. E’ stato lui, e lo ringrazio immensa-

mente, a farmi conoscere Claudio Capitani. Ci siamo scritti per un po’ poi abbiamo avuto occasione di conoscerci e siamo andati insieme al Cos.Mo a Modena, e da lì abbiamo iniziato a collaborare! 3) In che modo interagirà la radio? Quale sarà il suo contributo? Abbiamo diversi punto di incontro tra Cosplay On Air e Project Nerd. Ci scambieremo gli ospiti, le info, ma soprattutto uniremo il materiale e faremo uscire diversi speciali, targati Project Nerd & Cosplay On Air, che verranno trasmessi sui nostri canali In-

somma, oltre ad ascoltare Cosplay On Air, inizierete anche a “vedere” un po’ di radio. 4) Ci sono dei contenuti in particolare che desiderate ampliare? In primis il movimento cosplay italiano perché è spettacolo e divertimento. Stiamo però cercando collaboratori per gestire la parte anime/manga, in quanto non abbiamo nello specifico un admin di questa sezione. Infatti i nomi che vi ho citato prima hanno delle loro competenze ben precise: Alf è esperto di Comics, Mazz1 è un videogame pro, Cylex è il responsabile di “Retro-


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game che passione” (uno dei portali di riferimento in italia per il retrogame), mentre la Miky... bè su di lei ci sono altri programmi che ora non posso svelare, legati alla trasmissione! 5) Sarà una collaborazione che riguarderà anche le fiere? Come sapete infatti, Cosplay On Air è presente molto spesso a eventi legati al

mondo del fumetto e non solo;ci piacerebbe dunque sapere, in che modo parteciperà Project Nerd e a livello tecnico come verrà gestita l’iniziativa. Sì, la collaborazione alle fiere sarà il fulcro di questa partnership, ma non solo. Comunque sia tra noi di Project Nerd, i nostri inviati, ed i ragazzi di Cosplay On Air, penso che riusciremo a presi-

diare un bel po’ di fiere e a creare un bel po’ di speciali targati Project Nerd & Cosplay On Air. Per esempio, Daniel e Mazz1 sono di Bari, e loro sono stati al Lecce Cosplay a riprendere e fare interviste. Sono stati anche al Miragica e al museo del Retro-computing. Io e Claudio siamo stati al Cos.Mo. Claudio ed un nostro inviato speciale (il fotografo profes-

sionista Marco Lorè che saluto) saranno a Novrego. Ci stiamo muovendo per tantissimi altri eventi: Ferrara, Faenza, Mantova, Rimini, Romics, Italia in miniatura, Sigurtà, Movieland, Sassari, Comicon di Napoli e ovviamente Lucca 2014. Non li ho elencati tutti, alcuni me li sono dimenticati sicuramente (ora che rileggo sicuramente iComix, Fumettopoli, Mestre, San Donà...). Cercheremo di essere presenti a molti di questi e fare interviste agli organizzatori, standisti, cosplayer, ospiti ecc. Non potremo farli tutti perché ci muoviamo con le nostre risorse, ma se qualche organizzatore vuole avere un prodotto di fascia alta può contattare ReBoot Team e proporre un rimborso Il materiale viene poi mandato a me che mi occupo del montaggio dello speciale. Anche se il video e la musica per i vari format (youtube, streaming, digitale terrestre) è sempre lo stesso, devo però creare diversi progetti, perché le varie piattaforme hanno regole diverse... quindi immaginate che mole di lavoro c’è dietro Se poi pensate che devo gestire per ReBoot Team altri programmi e speciali... ho tutte le sere (notti) impegnate! Per


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fortuna ci sono i ragazzi della mia azienda (webbare - www.webbare.it) che mi danno una mano con grafica e montaggi video. 6) Oltre alla collaborazione con Cosplay On Air ci sono altre novità all’orizzonte? Stiamo collaborando in primis con Cosplay Bar Risto-Pub di Nonantola che ci ospiterà per le prossime registrazioni e non solo (ma non posso dire altro). Collaboriamo con altri gruppi e/o fan page, come Marvel Co-

splay Italia, Uncanny Comics ed altre pagine (che ora non ricordo a memoria tutte quante, e vi rimando sulla nostra fanpage che c’è una sezione apposita). Ci sono altri progetti all’orizzonte, ma per ora non ne posso ancora parlare. 7) Ritenete che progetti del genere possano dare un valido contributo nella crescita e anche perchè no, nella diffusione della cultura nerd (intesa nelle sue varie sfumature) anche nei confronti di coloro che si approcciano

per la prima volta a questo mondo o che semplicemente non hanno un opinione positiva di tutto questo? La cultura nerd è anche troppo diffusa. Ora il nerd è di moda... purtroppo. Piuttosto il nostro compito è quello di mettere ordine nella cultura nerd e fare informazione e soprattutto dare spazio a tutti quanti senza schierarsi né da una parte né dall’altra. Project Nerd, come penso anche Cosplay On Air, è fatto da appassionati ed è proprio la pas-

sione il motore di questi progetti. Non ci vedrete mai, pubblicamente, schierarci né da una parte né dall’altra. Iarin Fabbri www.rebootweb.tv

Ringraziamo Iarin per la sua disponibilità! Ora avrete sicuramente l’imbarazzo della scelta per conoscere e condividere al meglio le vostre passioni e ricordate: non dimenticate che anche la vostra collaborazione è importante!

Ogni mercoledì dalle ore 20.20 in FM ed in streaming su

Radio Dimensione Musica

www.radiordm.it/live



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