L'Archivio Storico delle Officine "Reggiane"

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24 aprile La liberazione della città coincide con la sistemazione dell’area bombardata. I lavori ricostruttivi degli stabilimenti vengono condotti dal Consorzio Cooperativo di Produzione e Lavoro, il quale si accolla l’anticipazione dei costi di lavorazione; il conteggio dei rottami rimossi toccherà la cifra impressionante di 28.ooo tonnellate. 1 maggio Prende avvio il Consiglio di Gestione. Vi sarà una nuova elezione il 21 gennaio 1947, quando ne diviene presidente l’ingegner Del Cupolo: i votanti sono 4207, di cui 3898 schede valide, 252 bianche, 57 nulle; il CdG è così composto: 4 operai (più 1 rispetto al precedente), 3 tecnici d’officina; 1 impiegato amministrativo; 3 tecnici d’ufficio. Una seconda elezione avviene nell’ottobre 1948, quando in seguito alla crisi intervenuta tra Commissione Interna e Consiglio di Gestione diventa presidente di quest’ultimo il tecnico Ludovico Ferrari, già segretario della sezione PCI di Santa Croce. 31 agosto Nelle campagne tra Bagnolo e Correggio viene ritrovato il corpo senza vita del direttore generale Arnaldo Vischi. 6 dicembre L’accordo interconfederale prevede la reintroduzione del cottimo collettivo, stante la tregua salariale e il blocco dei licenziamenti; segue l’adozione dell’integrativo di malattia e dei premi di produzione.

1946 Le OMI Reggiane fanno richiesta di accesso ai finanziamenti ERP (European Ricovery Program) per l’acquisto di macchinari; l’autorizzazione, per l’ammontare di 975.000 $, arriverà soltanto il 16 giugno 1950. Complessivamente, nell’ambito del Piano Marshall, all’Emilia-Romagna arriverà soltanto lo 0,60 per cento dei fondi stanziati per l’Italia. Il Consiglio di Gestione contratta con la proprietà aziendale il premio di produzione collettivo, rifiutando la reintroduzione del cottimo individuale. 27 maggio La data corrisponde alla seconda convocazione in Milano. L’organigramma del Consiglio mostra la perfetta continuità, tra guerra e dopoguerra, dei “conti” industriali ai massimi livelli: presidente è Franco Ratti di Desio, vice Gianni Caproni di Taliedo. Prima della Relazione, il CdA riserva un ricordo al defunto direttore Dott. Ing. Arnaldo Vischi, “vittima innocente, colpito selvaggiamente da vili mani assassine” il 31 agosto 1945; l’Assemblea si associa elevando all’unanimità “un commosso, reverente pensiero alla Memoria”. Quanto all’attività produttiva, viene definita “modesta, in relazione alle contingenze ed alla limitata efficienza degli impianti”, anche se “lusinghiere e confortanti” appaiono le prospettive sulla base del “notevole portafoglio di ordinazioni nelle produzioni interessanti i trasporti ferro-tranviari e stradali e gli impianti direttamente connessi con la ricostruzione edilizia e l’alimentazione”. Il punto debole, da quanto si evince, concerne la carenza di liquidità finanziaria in dipendenza del “ritardato incasso dei crediti verso lo Stato (Aeronautica, danni di guerra)”. Sul fronte dei crediti risultano infatti iscritti, al 31 dicembre 1945, 273 milioni verso “Enti Statali Italiani” e 53 milioni verso “Enti Statali Germanici”; i “Clienti vari” pesano per appena 24 milioni. La perdita di esercizio sfiora i 25 milioni e viene imputata “a diminuzione del fondo ammortamento”. Quanto ai danni di guerra certificati, assommano a 629 milioni; la somma ricevuta al momento dallo stato è di 120 milioni.

Le Reggiane raccontano la città

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